Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 5 marzo 2023 - Qual è uno degli errori di fondo di questa mediocre classe politica italiana (e non solo)?
Di Daniele Trabucco (*) Belluno 4 marzo 2023 - Come sapete sono molto critico nei confronti dell'operato di questo Governo e della maggioranza parlamentare di centro-destra che lo sostiene, ma sulla tragica vicenda del recente naufragio a Steccato di Cutro (Provincia di Crotone) nutro forti perplessità sulla denuncia di alcuni quotidiani, come Domani ed Il Fatto Quotidiano,
Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 28 febbraio 2023 - Ogni morte in mare è una vita unica, preziosa ed irripetibile che cessa di essere tale.
"Non mi fa né caldo né freddo. Anch’io sono stata violentata e ho visto i miei genitori morire davanti a me" (Dahbia B.)
Nel pomeriggio di ieri, la Squadra Volante ha svolto un servizio straordinario di controllo del territorio, disposto dal Questore di Modena, con il rinforzo di pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato provenienti da Reggio Emilia, finalizzato alla prevenzione e al contrasto del crimine diffuso. Attenzione particolare per reati predatori, spaccio di sostanze stupefacenti e immigrazione clandestina.
I diritti fondamentali delle persone migranti vanno tutelati. Ma nel rispetto delle legislazioni degli Stati ospitanti.
Parma, 14 marzo 2021 - Sette giovani nordafricani sono stati denunciati a Parma per rapina, lesioni e minacce. E’ l’ennesimo atto di un copione che conosciamo bene.
Nella mattinata odierna, la Digos di Frosinone, con la collaborazione degli omologhi uffici di Roma e Parma, ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di stranieri di origine prevalentemente curdo-irachena, emesse dal GIP della Procura della Repubblica di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per reati connessi al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche attraverso il procacciamento e la falsificazione di documenti.
Nella giornata di ieri, militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Parma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito il sequestro preventivo di un immobile ove ha sede legale ed esercita un centro elaborazione dati coinvolto nell’indagine denominata “PAY & STAY”.
Nell’ambito di tale indagine, il 15 gennaio scorso, erano state tratte in arresto sette persone per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa da Giudice per le indagini preliminari di Parma.
Nella suddetta ordinanza il G.I.P. aveva tuttavia rigettato la richiesta di sequestro preventivo del centro elaborazione dati avanzata dalla Procura della Repubblica, non ravvisando i gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. Avverso tale rigetto la Procura della Repubblica aveva presentato appello, motivando l’impugnazione con l’elencazione degli elementi che costituivano –a parere dell’accusa- una solida piattaforma indiziaria. L’appello è stato accolto dal Tribunale di Parma –Sezione riesame, che ha pertanto disposto il sequestro invocato.
La complessa attività di indagine, avviata nel giugno 2018 e sviluppata mediante tecniche di investigazione pura (intercettazioni telefoniche ed ambientali audio/video, pedinamenti e appostamenti, acquisizione di documentazione), era nata proprio dal monitoraggio delle prestazioni erogate dal centro elaborazione dati con sede a Parma.
Dalle banche dati, era infatti emerso come il centro elaborazione avesse fornito, nell’ultimo biennio, assistenza fiscale (apertura di partita iva, assunzioni di lavoro con contratto a tempo sia determinato che indeterminato, presentazione di dichiarazione dei redditi) a centinaia di persone extracomunitarie, molte delle quali con precedenti penali, che necessitavano di rinnovare e/o convertire il permesso di soggiorno. In tale ambito, l’attività investigativa aveva riguardato tre distinte vicende caratterizzate dall’impegno degli indagati a favorire la permanenza sul territorio dello Stato di soggetti privi dei requisiti previsti dalla legge.
Nell’ambito di uno di questi filoni investigativi, era emerso come fosse stata predisposta e presentata, da parte dei responsabili del centro elaborazione dati in rassegna, documentazione fiscale fittizia finalizzata a garantire, a numerosi soggetti extracomunitari, il rilascio e/o il rinnovo del permesso di soggiorno. In particolare, era risultato come fossero stati inseriti, nelle dichiarazioni dei redditi, importi puramente casuali e non basati su documentazione fiscale prodotta dal cliente. Dalle registrazioni video/audio intercettate era inoltre emerso come gli indagati avessero proposto ai cittadini extra-comunitari la conversione del permesso di soggiorno in scadenza con un nuovo titolo di soggiorno per “lavoro autonomo”, mediante apertura di una partita iva (ditte individuali di volantinaggio, marketing, muratori) con iscrizione alla camera di commercio. Di contro, dai sopralluoghi eseguiti, era stata rilevata l’inesistenza di queste ultime ditte, i cui luoghi di esercizio dichiarati corrispondevano ad edifici residenziali occupati da terzi estranei.
Attraverso tale escamotage, gli indagati, dietro pagamento di somme di denaro oscillanti da 100 a 300 euro, sarebbero riusciti a far ottenere permessi di soggiorno per lavoro autonomo di durata più lunga (2 anni) rispetto a quelli per motivi familiari, umanitari o per lavoro stagionale.
Nello specifico, tuttavia, nei confronti dei quattro indagati in tale contesto investigativo, il Giudice per le Indagini Preliminari competente non aveva ravvisato la sussistenza dei presupposti per l’emissione di provvedimenti cautelari, nè di natura personale né di natura patrimoniale.
Come detto, avverso tale provvedimento il P.M. aveva presentato impugnazione e l’esecuzione del sequestro costituisce pertanto un importante sviluppo del più ampio contesto investigativo.
Nel pomeriggio di ieri gli uomini del posto di Polizia di via Turri, unitamente alla Squadra Volante ed agli uomini della Polizia Municipale, hanno effettuato un controllo in un appartamento nella medesima via nel quale vivevano cittadini di nazionalità cinese.
Quattro soggetti (un uomo e tre donne), erano sprovvisti di documenti e venivano accompagnati in Questura.
Verificata l’irregolarità sul territorio nazionale venivano avviati i procedimenti interdittivi al soggiorno mentre per una delle donne scattava l'immediato accompagnamento presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Roma.
I cittadini di nazionalità cinese dichiaravano di pagare una retta giornaliera per un posto letto, pari a 15 euro per le donne e 5 euro per l’uomo, al titolare del contratto di locazione, anch’egli di nazionalità cinese, il quale veniva denunciato per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
L’appartamento è stato sottoposto a sequestro.
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