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Domenica, 08 Maggio 2016 12:38

Ma Robin Hood non rubava ai ricchi?

Dall'eliminazione del Bollo Auto una nuova trappola. Da tassa in qualche modo legata al reddito, alla più "democratica" tassa variabile sul consumo: una nuova accise! La fregatura è sempre dietro l'angolo.

di Lamberto Colla Parma, 8 maggio 2016. Ci risiamo. La tassa di proprietà dell'automobile, più volgarmente nota come bollo auto, è tornata di moda. E' di pochi giorni fa l'annuncio della sua, "probabile" cancellazione.

Ed il pensiero corre a dove potrebbero essere recuperate le risorse di copertura del gettito fiscale che verrebbe meno (6,5 miliardi circa).
Presto detto. La proposta di legge, a firma del deputato Roberto Caon, prevederebbe un aumento dell'accisa sui carburanti pari a 15 centesimi di euro al litro circa.

Ottima mossa, una tassa fissa verrebbe trasformata in una tassa variabile e quella che era un'imposta, per certi versi legata al reddito (la tassa di proprietà è calcolata sui cavalli fiscali dell'autovettura), sarebbe spalmata sull'utilizzo del mezzo andando a gravare pesantemente sul costo di mantenimento dell'auto. La prima conseguenza negativa ricadrebbe su quei tanti lavoratori costretti a fare uso del mezzo privato per raggiungere il posto di lavoro con conseguente pesante incidenza sul reddito netto.

15 centesimi ai quali si dovrà sommare il 22% di iva su tutta la quota di accise di cui benzina e gasolio sono gravati.

Una tassazione di una imposta che, per quanto giudicata incostituzionale, continua a esistere contribuendo a posizionarci ai vertici europei per costo dei carburanti.

Per il Governo invece un effetto positivo si avrebbe potendo irrigidire ancor più il prezzo della benzina. Una quota così elevata di tassazione fissa sul prezzo dei carburanti attenuerebbe le flessioni negative del gettito fiscale in caso di riduzione del prezzo del petrolio e conseguentemente del prezzo alla pompa.
Un aiutino infine lo darebbero i petrolieri, sempre così in ritardo a adeguare i prezzi in discesa ma così rapidi a incamerarne invece l'aumento, completando la strategia della multinazionale "Inc.cool.8" che ha definitivamente sopraffatto Robin Hood, cambiato il target ma ne ha mantenuto il linguaggio.

L'automobilista si dimostra ancora una volta una risorsa inesauribile (72 miliardi circa di introiti dal settore auto); verrebbe da pensare che sia il bancomat del governo.

A proposito, mi sembrava di ricordare che Renzi, nel 2014, avesse promesso l'eliminazione delle accise (Video).

Forse mi sbaglio, invecchiando la memoria viene meno.

 

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Pubblicato in Politica Emilia

Tre giornate (9-17-25 maggio) dedicate alle imprese per un approfondimento su alcune tematiche chiave come export e digitalizzazione.
Un'iniziativa realizzata nell'ambito del programma Go International! di UniCredit.

Reggio Emilia, 4 maggio 2016

Tre giorni per parlare di export, e-commerce e digitalizzazione: tre appuntamenti formativi per offrire agli imprenditori un approfondimento su alcune tematiche chiave per chi vuole avviare o ampliare il business nei mercati esteri. E', in sintesi, il programma della Digital & Export Business School di UniCredit che fa tappa nella nostra provincia il 9, il 17 e il 25 maggio, presso la sede di Unindustria Reggio Emilia. Un'opportunità per le imprese interessate a cogliere stimoli e conoscere strumenti utili per supportare la propria strategia di business all'estero.

"Questa iniziativa – spiegano da UniCredit - si inserisce nell'ambito di Go International! The UniCredit Learning Experience, il programma che il nostro Gruppo bancario rivolge alle aziende che hanno già iniziato o intendono avviare un percorso di apertura verso i mercati esteri. Per farlo devono realizzare scelte sostenibili nel tempo perché realmente adatte al proprio business e alla propria strategia di internazionalizzazione. Noi siamo in grado di aiutarli e indirizzarli".

"Anche i processi di internazionalizzazione ed il commercio estero oggi dipendono dalla conoscenza e da un uso strategico del web e degli strumenti digitali – sostiene Paolo Bucchi, Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia con delega all'Internazionalizzazione – Questo programma offre un percorso completo, con testimonianze e diversi casi pratici, un'opportunità importante per quelle PMI che intendono intraprendere nuove strade di business internazionale".

Gli imprenditori interessati possono iscriversi dal web, attraverso la pagina in-formati.unicredit.it/it/corsi/iscrizione/?idc=1396.

La tre giorni di formazione sarà aperta lunedì 9 maggio, con inizio alle 10, da Roberta Anceschi, Vice Presidente con delega alla Piccola Industria Unindustria Reggio Emilia; Luca Lorenzi Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit; Giovanna Neffat Responsabile Business Development & Client Protection, UniCredit. Seguiranno gli interventi sui temi "Il check up della mia azienda per una scelta consapevole" a cura di Antonio Di Meo Studio Di Meo; mentre Riccardo Peverelli Google Italy (in collegamento video) parlerà di "Strumenti digitali per le analisi dei mercati esteri". Alle 14 Sara Scurati, Country Development Plan UniCredit; e Gabriele Battipaglia, Risk Educational Programs Italy UniCredit, interverranno su "Il piano operativo e il Business Plan".

Martedì 17 maggio, si comincia alle 9.30 parlando con Miriam Bertoli (Miriambertoli.com) di "Le nuove sfide del Web Marketing; dalle 11.30-13.00 "Opportunità e strategie dell'e-commerce" è il titolo dell'intervento di Aleandro Mencherini - Var Group. Dalle 14 prende la parola Francesca Capobianchi di Facebook (in collegamento video) su "Il ruolo dei Social Network nel web marketing".

Infine, mercoledì 25 maggio, la giornata sarà dedicata al tema "La contrattualistica, le tecniche di regolamento e finanziamento nel commercio internazionale". Intervengono Paolo Gallarati Studio NCTM; Romano Mumelter Gtb Italy Center Region Centro Nord UniCredit; Salvatore Manna Gtb Italy Center Region Centro Nord UniCredit; Marino Inio UniCredit International Center Italy; e Antonio Magnani Export Manager Rovatti A. & Figli Pompe S.p.A.. Chiudono i lavori Paolo Bucchi, Vice Presidente con delega all'internazionalizzazione Unindustria Reggio Emilia; e Massimo Morselli, Responsabile Area Commerciale Reggio Emilia UniCredit.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

VIII edizione del Workshop UniCredit - RegiosS. Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali. Segnali di Ripresa Economica? Focus sull'Emilia Romagna il 9 Maggio 2016, ore 16,30 presso l'Auditorium Giorgio Fini Via Bellinzona 27/a, Modena.

Modena, 5 maggio 2016

A Modena studiosi a confronto sulle ricerche condotte dall'Associazione RegiosS e dall'Ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit sull'economia del territorio.
Gian Carlo Muzzarelli, Presidente della Provincia e Sindaco del Comune di Modena; e Valter Caiumi, Presidente Confindustria Modena, daranno il via all'incontro che sarà aperto dall'intervento di Cristina Brasili, Presidente Associazione RegiosS e Docente dell'Università di Bologna, sul tema "Il ciclo di attività economica e la specializzazione produttiva in Emilia-Romagna".
Subito dopo Riccardo Masoero, Responsabile Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, presenterà i risultati dell'analisi condotta sulla competitività in chiave prospettica delle regioni, con un particolare focus sull'Emilia Romagna.

Seguirà una tavola rotonda alla quale prenderanno parte Vittorio Borelli - Amministratore Delegato Fincibec Spa; Alberto Bortoli - Amministratore Delegato Fresenius Hemocare Italia Srl; Stefano Giorgini – Regional Manager Centro Nord UniCredit; Andrea Landi – Docente di economia degli intermediari finanziari, Università Modena e Reggio Emilia; Alessandra Lanza – Responsabile della Practice Strategie Industriali e Territoriali – Prometeia; Franco Stefani – Presidente System Spa; Giuseppe Villani – Amministratore Delegato Villani Spa.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Martedì, 03 Maggio 2016 14:36

Power Energia "accende" la solidarietà

La cooperativa di utenza per la fornitura di energia elettrica e gas, costituita da Confcooperative, sosterrà 10 progetti sociali realizzati da organizzazioni Onlus.

Bologna, 3 Maggio 2016

Compleanno all'insegna della solidarietà per Power Energia. La cooperativa di utenza per la fornitura di energia elettrica e gas promossa da Confcooperative ha infatti stabilito di celebrare i dieci anni di attività sostenendo 10 progetti dal rilevante impatto sociale che dovranno essere segnalati da soci utenti di Power Energia ed essere realizzati entro il 2016 da organizzazioni Onlus presenti sul territorio nazionale (cooperative sociali, fondazioni, associazioni). Ogni progetto riceverà dalla cooperativa un contributo a fondo perduto di 2.000 euro.

"Questa decisione – afferma il presidente di Power Energia, Cristian Golinelli – si sposa perfettamente con i principi fondamentali alla base della cooperazione, quali la solidarietà, la risposta alle esigenze delle comunità e delle persone, in particolare quelle più deboli, e la partecipazione democratica". "A questo proposito – prosegue Golinelli – i soci costituiscono il patrimonio più importante della cooperativa e prendono parte attivamente ai processi decisionali. L'utente finale non rappresenta solamente un semplice cliente, ma diventa socio di un progetto più ampio finalizzato alla fornitura di energia e servizi di elevata qualità, utilizzando le tecnologie più efficienti e compatibili con l'ambiente e la sicurezza".

"Attualmente – dichiara il presidente – Power Energia opera in 62 province distribuite in 13 regioni. Complessivamente, nel 2015 la cooperativa ha erogato ai propri soci 120 milioni di kilowattora di energia elettrica, garantendo un risparmio medio del 10% rispetto al mercato nazionale (con punte del 45%), e 6,2 milioni di metri cubi di gas con un risparmio medio dell'8% e punte del 32%".
"L'attività di Power Energia – conclude Golinelli – non si limita alla sola fornitura di energia, ma comprende anche la consulenza su temi attuali ed importanti come le fonti rinnovabili, l'autoproduzione, i certificati verdi, ecc..".

PowerEnergiaLogo rid

(Fonte: Ufficio stampa Power Energia)

Pubblicato in Energia

1° maggio, è vera festa? Cereali, i mercati in mano ai fondi. Export, esplode la domanda di vino, ma... CIBUS in Fabula. L'educazione alimentare per contrastare l'Italian Sounding- il Caso Mulino Alimentare. Nutrizione e obesità.

SOMMARIO Anno 15 - n° 17 1 maggio 2016 (in allegato il formato PDF scaricabile)
1.1 editoriale 1° maggio, è vera festa?,
3.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati in mano ai fondi.
4.1 Lattiero Caseario Latte spot, in un anno perso più del 30% del valore.
5.1 aziende - cir-food Obiettivo 2020 per CIR FOOD: 800 milioni di ricavi.
5.2 vino export Vino, esplode la domanda nei paesi terzi ma...
6.1 nutrizione e obesità Obesità e sovrappeso: un problema planetario irrisolto
7.2 eventi cibus2016 Il Prosciutto di Modena DOP a Cibus 2016
8.1 latte crisi Latte. Mercuri (alleanza coop): Bene progetto MIPAAF indigenti, pronti a collaborare
8.2 eventi cibus in fabula Al via CIBUS In FABULA con 2000 mq di "street art"
9.1 EXPORT WINE e FOOD: la CCIAA punta sull'Area Scandinava:
9.2 eventi Dal 6 all'8 maggio torna Birra Expo Piacenza
10.1 mais e soia Mais e Soia: aprile 2016 - Maggiori produzioni previste in Argentina
11.1 cereali Cereali e dintorni. Ancora volatilità sui mercati ma la tendenza è al rialzo.
12.1 export L'educazione del consumatore estero per contrastare il fenomeno dell'Italian Sounding
13.1 cibus 2016 - 18esima edizione Dal 9 maggio prende il via la 18esima edizione di Cibus
14.1promozioni "vino" e partners
15.1promozioni "birra" e partners

Cibus 17 1mag16 COP

Il Gruppo ai vertici del mercato della ristorazione collettiva si prepara al futuro e punta a sviluppare 250 milioni di euro di fatturato nei prossimi 5 anni.
Sul piatto 75 milioni di investimenti e l'obiettivo di crescere in Italia e all'estero aumentando l'attività nella ristorazione commerciale.

Reggio Emilia, 26 aprile 2016 – Dopo aver annunciato una previsione di ricavi 2016 pari a 553 milioni di euro (+3,2% rispetto al 2015), il Gruppo CIR food ha dato il via ad un piano industriale quinquennale che punta non soltanto all'aumento di fatturato, ma anche a rafforzare la propria leadership nel settore con una proposta di rinnovamento dei servizi di ristorazione incentrato sul valore del cibo e sull'innovazione.
L'obiettivo economico fissato entro il 2020 è di raggiungere quota 800 milioni di euro di ricavi, sviluppando 100 milioni dalla ristorazione collettiva e buoni pasto, 60 milioni dalla ristorazione commerciale, 70 milioni dall'internazionalizzazione, 20 milioni dalla diversificazione dei servizi. A tal fine CIR food prevede nell'arco di 5 anni investimenti per 75 milioni di euro, che si aggiungono ai 75 nella gestione ordinaria, una media di 15 milioni di investimenti l'anno in attrezzature, immobili, informatica.

Per raggiungere questi risultati, il Gruppo ha creato lo scorso anno un team di analisi interna per definire le tappe della crescita. Punti di partenza sono l'esperienza trentennale nel mettere a tavola grandi comunità, che ha conferito a CIR food un'identità riconosciuta nel settore, e lo sviluppo costante degli ultimi 10 anni. Oggi l'impresa è una realtà di primaria importanza nel mercato della ristorazione, in particolare nella collettiva appaltata da cui proviene il 73,6% dei ricavi attuali e dove detiene l'8% di quota di mercato. Si tratta di un comparto pressoché fermo, in cui le prime quattro aziende coprono il 34,2% del mercato e che ha fatto registrare lo scorso anno soltanto l'aumento dei pasti a +1,1% (Dati Cerved-Databank 2015).

Analizzando diversi fattori, fra cui la centralizzazione delle stazioni appaltanti e la contrazione dei costi del servizio, CIR food punta a crescere in questo mercato con innovazioni mirate, come la personalizzazione del servizio e la semplificazione dei processi attraverso la digitalizzazione. Ad esempio il Gruppo, che già dispone di piattaforme online di logistica integrata per la distribuzione delle materie prime e la prenotazione dei pasti, sta mettendo a punto applicazioni web per la ristorazione scolastica e aziendale, mentre è già in fase avanzata la distribuzione in formato elettronico dei buoni pasto. Non soltanto la tecnologia sarà importante per raggiungere l'obiettivo di crescita al 2020, ma anche la tutela degli standard qualitativi nelle mense pubbliche, dove CIR food punta a rendere accessibile a tutta la comunità il piacere e la qualità della nutrizione, frutto di un lavoro che dia dignità alle persone.

A fronte della situazione del mercato della collettiva, l'obiettivo di CIR food è di aumentare l'attività nella ristorazione commerciale, oggi pari al 12,2% del fatturato, fino a raddoppiare nel 2020 i ricavi provenienti da questo settore, dove si intravedono maggiori potenzialità per il lancio di nuovi modelli ristorativi, ispirati a quanto sperimentato a Expo 2015. Lo sviluppo riguarderà soprattutto la ristorazione organizzata in aree con flussi importanti, come centri commerciali, ospedali, centri urbani di grandi dimensioni, musei, distretti industriali.

Forte impulso avrà anche lo sviluppo all'estero, dove oggi CIR food è presente con i propri servizi di ristorazione collettiva e commerciale in Belgio, dove gestisce una rete di asili per 300 bambini figli dei funzionari delle Istituzioni Europee. L'obiettivo al 2020 è di esportare il modello di ristorazione made in Italy in alcuni Paesi europei, a partire dai Paesi Bassi (Olanda e Belgio), Spagna e Austria.
Infine, se gli obiettivi al 2020 sono focalizzati sul core business della ristorazione fuori casa di qualità al giusto prezzo, CIR food punta nei prossimi 5 anni anche alla diversificazione dei servizi in un'ottica di integrazione rispetto a quelli ristorativi. Alcuni esempi sono il trasporto scolastico, i servizi alla persona per anziani e bambini, la cura delle aree verdi, i servizi di portierato e reception.

Il Gruppo ai vertici del mercato della ristorazione collettiva si prepara al futuro e punta a sviluppare 250 milioni di euro di fatturato nei prossimi 5 anni.
Sul piatto 75 milioni di investimenti e l'obiettivo di crescere in Italia e all'estero aumentando l'attività nella ristorazione commerciale.

Reggio Emilia, 26 aprile 2016 – Dopo aver annunciato una previsione di ricavi 2016 pari a 553 milioni di euro (+3,2% rispetto al 2015), il Gruppo CIR food ha dato il via ad un piano industriale quinquennale che punta non soltanto all'aumento di fatturato, ma anche a rafforzare la propria leadership nel settore con una proposta di rinnovamento dei servizi di ristorazione incentrato sul valore del cibo e sull'innovazione.
L'obiettivo economico fissato entro il 2020 è di raggiungere quota 800 milioni di euro di ricavi, sviluppando 100 milioni dalla ristorazione collettiva e buoni pasto, 60 milioni dalla ristorazione commerciale, 70 milioni dall'internazionalizzazione, 20 milioni dalla diversificazione dei servizi. A tal fine CIR food prevede nell'arco di 5 anni investimenti per 75 milioni di euro, che si aggiungono ai 75 nella gestione ordinaria, una media di 15 milioni di investimenti l'anno in attrezzature, immobili, informatica.

Per raggiungere questi risultati, il Gruppo ha creato lo scorso anno un team di analisi interna per definire le tappe della crescita. Punti di partenza sono l'esperienza trentennale nel mettere a tavola grandi comunità, che ha conferito a CIR food un'identità riconosciuta nel settore, e lo sviluppo costante degli ultimi 10 anni. Oggi l'impresa è una realtà di primaria importanza nel mercato della ristorazione, in particolare nella collettiva appaltata da cui proviene il 73,6% dei ricavi attuali e dove detiene l'8% di quota di mercato. Si tratta di un comparto pressoché fermo, in cui le prime quattro aziende coprono il 34,2% del mercato e che ha fatto registrare lo scorso anno soltanto l'aumento dei pasti a +1,1% (Dati Cerved-Databank 2015).

Analizzando diversi fattori, fra cui la centralizzazione delle stazioni appaltanti e la contrazione dei costi del servizio, CIR food punta a crescere in questo mercato con innovazioni mirate, come la personalizzazione del servizio e la semplificazione dei processi attraverso la digitalizzazione. Ad esempio il Gruppo, che già dispone di piattaforme online di logistica integrata per la distribuzione delle materie prime e la prenotazione dei pasti, sta mettendo a punto applicazioni web per la ristorazione scolastica e aziendale, mentre è già in fase avanzata la distribuzione in formato elettronico dei buoni pasto. Non soltanto la tecnologia sarà importante per raggiungere l'obiettivo di crescita al 2020, ma anche la tutela degli standard qualitativi nelle mense pubbliche, dove CIR food punta a rendere accessibile a tutta la comunità il piacere e la qualità della nutrizione, frutto di un lavoro che dia dignità alle persone.

A fronte della situazione del mercato della collettiva, l'obiettivo di CIR food è di aumentare l'attività nella ristorazione commerciale, oggi pari al 12,2% del fatturato, fino a raddoppiare nel 2020 i ricavi provenienti da questo settore, dove si intravedono maggiori potenzialità per il lancio di nuovi modelli ristorativi, ispirati a quanto sperimentato a Expo 2015. Lo sviluppo riguarderà soprattutto la ristorazione organizzata in aree con flussi importanti, come centri commerciali, ospedali, centri urbani di grandi dimensioni, musei, distretti industriali.

Forte impulso avrà anche lo sviluppo all'estero, dove oggi CIR food è presente con i propri servizi di ristorazione collettiva e commerciale in Belgio, dove gestisce una rete di asili per 300 bambini figli dei funzionari delle Istituzioni Europee. L'obiettivo al 2020 è di esportare il modello di ristorazione made in Italy in alcuni Paesi europei, a partire dai Paesi Bassi (Olanda e Belgio), Spagna e Austria.
Infine, se gli obiettivi al 2020 sono focalizzati sul core business della ristorazione fuori casa di qualità al giusto prezzo, CIR food punta nei prossimi 5 anni anche alla diversificazione dei servizi in un'ottica di integrazione rispetto a quelli ristorativi. Alcuni esempi sono il trasporto scolastico, i servizi alla persona per anziani e bambini, la cura delle aree verdi, i servizi di portierato e reception.

Domenica, 01 Maggio 2016 11:40

Il Prosciutto di Modena DOP a Cibus 2016

L'eccellenza modenese, presente al salone di Parma dal 9 al 12 maggio. Il Prosciutto di Modena DOP a Cibus 2016

Modena, 26 aprile 2016 - Dal 9 al 12 maggio il Consorzio del Prosciutto di Modena sarà presente alla sedicesima edizione di Cibus, il Salone Internazionale sull'alimentazione. Lo spazio del Consorzio si troverà all'interno del padiglione 3, stand B50: in esso sarà possibile incontrare rappresentanti del Consorzio e degustare il Prosciutto di Modena DOP con un buon bicchiere di Lambrusco e Pignoletto.

Il Consorzio, crede molto in Cibus, ed infatti non manca mai. "Sono più di vent'anni che partecipiamo a questa manifestazione. Abbiamo visto i cambiamenti che ci sono stati e negli ultimi anni possiamo affermare che questa fiera è davvero diventata una vetrina internazionale. Una vetrina sul mondo" ha affermato Davide Nini, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Modena.

Allo stand quest'anno ci sarà anche Antonio Soccio, tecnico per la valorizzazione delle tipicità enogastronomiche del territorio dell'Istituto Alberghiero di Serramazzoni di Modena, che preparerà abbinamenti e assaggi con il prosciutto e i prodotti del territorio. In più ci sarà anche uno spazio BIO, dove il Prosciutto di Modena biologico verrà abbinato a prodotti esclusivamente biologici.

Il Consorzio del Prosciutto di Modena, che raggruppa oggi 9 produttori, ha sempre avuto una costante attenzione al prodotto, tanto da modificare qualche anno fa il Disciplinare di produzione in senso restrittivo per migliorare ancora di più il già alto livello qualitativo. La prima modifica ha riguardato il processo produttivo, solo cosce di suino e sale, senza l'aggiunta di spezie; l'aroma è dato dalla prolungata stagionatura. La seconda modifica ha stabilito una stagionatura minima di 14 mesi, la più lunga tra tutti i prosciutti Dop italiani. La materia prima utilizzata per la sua produzione è ottenuta esclusivamente da suini di origine italiana, nati e allevati in 10 regioni d'Italia centro-settentrionale.

18 consorzio prosciutto modena
(Ufficio stampa IVSI - Istituto Valorizzazione Salumi Italiani)

Domenica, 01 Maggio 2016 09:28

WINE e FOOD: la CCIAA punta sull'Area Scandinava

Nuovo progetto gratuito per sviluppare presenza e commercio on line in Danimarca, Svezia e Norvegia, un Educational press tour e incontri con operatori commerciali.

Dopo il successo dei progetti realizzati in questi anni, la Camera di Commercio di Reggio Emilia continua a puntare sulla crescita delle imprese sfruttando al meglio le potenzialità del Web ed aumentare visibilità e fatturato delle aziende.

La nuova azione che mette ora in campo l'Ente camerale riguarda, in modo particolare, le imprese dell'agroalimentare e i mercati dell'Area Scandinava, con consulenze specifiche e incontri formativi per migliorare le strategie di marketing online delle imprese e per attivare la loro presenza sui canali digitali, accompagnate da un Digital Strategist che le accompagnerà tra le opportunità offerte da Internet per far conoscere in tutto il mondo i loro prodotti.

Potranno partecipare al progetto fino ad un massimo di 15 imprese operanti nel settore agroalimentare. Le imprese interessate possono presentare l'adesione fino al 23 maggio, accedendo al sito camerale della Camera di Commercio. "Questo progetto - spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – Da una parte punta ad aumentare la competitività delle aziende dell'agroalimentare sui mercati locali e globali, con particolare attenzione a Danimarca, Svezia e Norvegia grazie all'utilizzo del web e dei social media quale strumento di marketing e, dall'altra, mira a far sì che le imprese siano poi nelle condizioni di agire autonomamente per gestire strategie di marketing e commercio on line, migliorando costantemente il proprio posizionamento sul web".

"Stiamo parlando di mercati - spiega ancora Landi - sui quali si registra una grande attenzione al web e all'e-commerce, tanto che nella sola Danimarca nel 2015 sono stati effettuati circa 110 milioni di acquisti online, per un totale di circa 11 miliardi di euro, con una media pro-capite superiore ai 2.200 euro l'anno (in Italia il valore pro capite dell'e-commerce corrisponde a circa 217 euro l'anno)".

"Il rilevante dato numerico - aggiunge il presidente dell'Ente camerale - si associa anche ad una tendenza alla crescita straordinaria: rispetto al 2014, infatti, è stata registrato un aumento pari al 20%, e in questo panorama gli acquisti online nel settore enogastronomico hanno raggiunto nel 2015 la percentuale record del 7% rispetto al totale acquistato tramite internet".

L'azione della Camera di Commercio è realizzata con il co-finanziamento della Regione Emilia Romagna e rientra nel più ampio progetto "La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la promozione delle eccellenze agroalimentari nell'area Scandinava" che prevede anche altre iniziative.
Tra queste, il percorso "How to start an Export Business - Impariamo ad esportare" (con particolare attenzione, anche in questo caso, all'Area Scandinava), un "Educational press Tour rivolto giornalisti del settore wine e del turismo enogastronomico provenienti da Danimarca, Norvegia e Svezia che si svolgerà in occasione della cerimonia di premiazione della 7^ edizione del Concorso Enologico "Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco" (fine giugno 2016), una giornata di approfondimento sui mercati del tre Paesi aperta a tutte le imprese del settore agroalimentare, incontri b2b con operatori commerciali di Danimarca, Norvegia e Svezia per le imprese del wine e food (luglio 2016) e, ancora, incoming di operatori commerciali provenienti che prevede incontri d'affari bilaterali a Reggio Emilia tra imprese del settore agroalimentare e buyer provenienti dall'Area Scandinava (novembre 2016).
(Fonte CCIAA Reggio Emilia)

Mercoledì, 27 Aprile 2016 09:00

BNI, iniziato il primo capitolo - Bugatti -

Se il buongiorno si vede dal mattino, c'è da scommettere che sarà un successo. A fare da osservatore al lancio del Capitolo Bugatti anche il Sindaco di Carpi, Alberto Bellelli.

di Lamberto Colla Campogalliano (MO) 26 aprile 2016 -
Ore sette del mattino, il sole si è alzato da poco, e già non si trova più spazio per parcheggiare all'interno del Best Western di Campogalliano, il luogo dove BNI-Italia (Business Network International) ha radunato imprenditori e professionisti modenesi per illustrare le loro strategie di marketing. Una novità assoluta per Modena ma già molto diffusa in Italia con 4.000 aderenti distribuiti in 72 città e accorpati in 144 gruppi, o meglio per dirla nel loro lessico , in "Capitoli" (Capitolo è il nome che viene assegnato a ogni gruppo), composti da professionisti e imprenditori rappresentanti ciascuno un'esclusiva professionale.

 Bellelli-Alberto-Sindaco-Carpi-26apr16

(in foto - Alberto Bellelli - Sinadco di Carpi)

L'interesse è stato ben stimolato e lo testimoniano i 230 professionisti che, puntuali alle 7,00 del mattino, si sono diligentemente accreditati alla reception dell'Hotel Best Western di Campogalliano per l'inaugurazione del primo Capitolo modenese al quale è stato assegnato il nome BUGATTI.

Ad accogliere gli ospiti sono stati Simone Sottovia, Claudio Messina e Andrea Borghi, imprenditori i quali, forti dell'esperienza maturata, hanno anche intrapreso la strada dirigenziale all'interno dell'organizzazione con l'obiettivo di sviluppare il programma di rete nazionale.
Ed è appunto a loro tre che è assegnato il compito di illustrare la filosofia e le modalità operative di BNI.

In sintesi, spiegano i tre dirigenti, la filosofia BNI si basa sull'idea di "Givers Gain" (Dare per Ricevere), osservando il mondo del business da un punto di vista diverso: dalla Strategia competitiva alla strategia collaborativa.

Appartenere quindi a un Capitolo BNI (capitolo è il gruppo di lavoro all'interno del quale è ammesso un solo rappresentante per categoria professionale) vuol dire avere decine di rappresentanti motivati a referenziare l'altrui specialità presso i propri diretti stakeholder (dare per ricevere).

Professionisti che referenziano altri professionisti in un sistema di passaparola strutturato, in un processo virtuoso di stima che, con buona probabilità, porta alla realizzazione di contratti, quindi all'aumento di fatturato aziendale.

Già, perché l'obiettivo è quello di fare Business, di aumentare il fatturato di ciascuna impresa aderente al gruppo e ai gruppi tra loro in relazione tra di loro attraverso la piattaforma web di BNI.

Nulla però è lasciato al caso bensì i gruppi operano osservando una rigorosa disciplina e applicando il modello ideato dal fondatore, tal Ivan Misner, che nel 1985, a fronte di una grave perdita di fatturato della propria azienda, trasformò la crisi in nuova opportunità ideando la rete BNI. Rigore e disciplina che si esplicitano, sin dalla domanda di ammissione al gruppo con la sottoscrizione del codice etico, nell'obbligo di partecipazione a tutte le riunioni settimanali (sempre dalle 7,30 alle 9,00 del mattino) organizzate dai diversi capitoli e strutturate con la medesima vincente formula.

Si inizia, spiegano i tre dirigenti BNI, con la colazione, che altro non è che un mezzo di libera socializzazione, per passare a 15 minuti di formazione sulle strategie di marketing di referenziale (referral marketing, studiato nelle università americane), per poi passare la parola a ciascun aderente che, in 60 secondi, deve sintetizzare l'attività svolta e lanciare la richiesta della settimana (cosa cerca). La riunione di lavoro quindi si conclude con lo scambio delle referenze e i "Grazie Affare Concluso" (GAC) attraverso il quale si informano i colleghi degli affari andati a buon fine, per merito di chi, e di quale importo è il lavoro realizzato.

Insomma, un vero e propio lavoro, dove serietà e responsabilità sono i cardini di successo, del singolo e del collettivo.

Comunque, per non essere frainteso, non un lavoro aggiuntivo al proprio ma un nuovo modo di fare business - Changing The Way the World Does Business.

In bocca al lupo quindi al neonato Capitolo Bugatti e... se son rose fioriranno.

 

(IN ALLGATO GALLERIA IMMAGINI)

Pubblicato in Economia Modena
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