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Martedì, 12 Gennaio 2021 21:01

Imola, meraviglioso ritorno al futuro

Da oggi è ufficiale, il circuito romagnolo ospiterà ancora la F1. Dopo il nostalgico abbraccio del 2020, Imola è pronta ad emozionarci di nuovo.

di Matteo Landi

Sembrava essere una gara occasionale, un meraviglioso ritorno alle origini della Formula 1 moderna, un abbraccio veloce a quel che è stato e niente di più. Vedere nel 2020 monoposto da mille cavalli lanciarsi sui saliscendi del circuito che sorge sulle rive del Santerno, con case e palazzi sullo sfondo, aveva emozionato. La pista che il Drake volle fortemente nel calendario di F1, vi entrò nel 1980 dopo la gara non valida per il mondiale disputata nel 1979, aveva lasciato il Circus dopo l'esaltante corsa del 2006. Con Michael Schumacher su Ferrari vittorioso dopo una feroce lotta di nervi con Alonso, allora su Renault. Nella gara del ritorno dello scorso primo novembre era stata un'altra squadra italiana ad esaltare, la faentina AlphaTauri, gran quarta con Kvyat, protagonista quest'ultimo di un sorpasso estremo su Leclerc. Da allora per la società che gestisce l'Autodromo è cambiato molto. Nel consiglio di amministrazione è entrato Aldo Costa, ex responsabile tecnico della Scuderia Ferrari prima, e della Mercedes AMG F1 poi, ad inizio carriera capo progettista Minardi. Proprio l'ex proprietario della squadra faentina di F1, oggi AlphaTauri, contemporaneamente è divenuto Presidente succedendo a Uberto Selvatico Estense. Se quest'ultimo è riuscito nel 2020 a riportare Imola nel calendario del Circus, approfittando dei buchi lasciati liberi dagli organizzatori che han dovuto dare forfait causa Covid, ora Gian Carlo Minardi, ben supportato da ACI e Regione Emilia Romagna, ha compiuto un altro miracolo. Ed è notizia di oggi l'ufficialità della presenza del circuito romagnolo nel mondiale 2021.

All'interno delle 23 gare del prossimo campionato ha quindi trovato spazio anche l'ex Gp di San Marino, dal 16 al 18 aprile. Se lo scorso anno Liberty Media è andata alla ricerca di seri organizzatori europei, pronti ad allungare una lista di Gran Premi che rischiava di essere troppo scarna, lo stesso discorso non può essere fatto quest'anno. Il GP d'Australia, inizialmente previsto come tappa inaugurale, è stato intanto spostato a novembre e vedremo che succederà alla gara cinese. Per il resto, Covid permettendo, ci dovremmo aspettare una lunga serie di gare, con l'inizio previsto dal 26 al 28 marzo in Bahrain, sede anche dei test "invernali" che si disputeranno dal 12 al 14 marzo (solo tre giorni di prove per svezzare le nuove vetture, una partenza con la zavorra per chi ha da recuperare come Ferrari). La seconda gara sarà, appunto, quella di Imola. Torneranno in calendario le gare del continente americano, la leggendaria Monaco, ed a dicembre debutterà l'Arabia Saudita, sede in questi giorni della Dakar, mitico rally raid che dal continente africano (con prologo in Europa), si è spostato nel 2009 in Sud America, e dallo scorso anno in Asia.

Non sappiamo se dopo il disgraziato 2020 la Ferrari tornerà ad essere protagonista, se Alfa Romeo riuscirà a portarsi più avanti nello schieramento, o se AlphaTauri, capace di vincere a Monza nello scorso campionato, splenderà ancora. Oggi abbiamo però la certezza che rivedremo ancora una volta, sperando che non sia l'ultima, i bolidi della massima Formula affrontare la Variante Tamburello, quindi la Villeneuve, poi la Tosa, e dalla Piratella, passando per le Acque Minerali raggiungere la collina della Rivazza. E fra queste porzioni di tracciato, dai nomi che regalano brividi, passerà la nuova avventura del giovane Mick Schumacher. Nell'attesa che tutto abbia inizio, possiamo iniziare a sognare.

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Martedì, 12 Gennaio 2021 11:44

Formula Uno, l'Emilia Romagna fa il "Bis" a Imola

Formula Uno. L'Emilia-Romagna fa subito il bis con Imola: il 'Gran Premio dell'Emilia-Romagna 2021' dal 16 al 18 aprile all'Autodromo 'Enzo e Dino Ferrari'

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Domenica, 13 Dicembre 2020 19:32

F1, Ultimo Tramonto ad Abu Dhabi

Abu Dhabi, ultima tappa della stagione ed ultima gara in Rosso per Vettel. Trionfa Verstappen, davanti a Bottas ed al rientrante Hamilton. Leclerc è 13esimo, davanti al compagno tedesco, che saluta Maranello fra pianti e canzoni.

di Matteo Landi

"Voi siete la squadra Rossa, appassionati, non vi arrenderete mai. La mia fermata sta arrivando, mi è piaciuto stare con voi. Ho sentito la vostra magia...". Nel giro di rientro Sebastian legge un foglietto, custodito all'interno dell'abitacolo per tutti i giri di gara. Intona l'Azzurro di Pallavicini e Conte, modificato nelle parole. I quattordici successi di tappa, terzo pilota più vincente con la Scuderia di Maranello, ma soprattutto i sei anni insieme, hanno reso il pilota tedesco uno dei più grandi, veri, tifosi Ferrari. Arrivato nel 2015 con il compito di riportare all'iride la squadra italiana, è subito entrato nel cuore dei ferraristi vincendo alla seconda gara. Quel 29 marzo fu una giornata liberatoria per la Scuderia, che usciva da uno dei campionati peggiori della sua storia, quello dell'inizio dell'Era turbo-ibrida e dell'attuale dominio Mercedes. Vettel ha comunque lottato per il titolo nel 2017 e nel 2018, perdendolo fra problemi tecnici e suoi errori evitabili. La storia sportiva del tedesco e della Ferrari si chiude oggi con un misero 14esimo posto, al termine di un campionato che vede la Scuderia solo sesta nei costruttori (peggio fece nel 1980, quando concluse decima). Quella d'amore invece, l'ultimo saluto di Seb lo testimonia, non si spegnerà mai. Il pilota di Heppenheim continuerà la sua avventura nella massima serie al volante della Racing Point, che il prossimo anno verrà rinominata Aston Martin, ed a Maranello arriverà Sainz. La telefonata con cui Binotto annunciava a Sebastian che avrebbero fatto a meno di lui per il 2021 oggi è sembrata un lontano ricordo. Grazie ad un commosso e commovente Vettel, capace di mettere da parte qualsiasi polemica per concentrarsi sull'abbraccio finale.

Verstappen domina. Hamilton, stanco, è terzo

Al termine dell'ultima gara dell'anno ai box Ferrari la nostalgia la fa da padrona, mentre poco più in là, nel garage Red Bull partono i festeggiamenti. A differenza di quanto abbiamo visto per gran parte del 2020, ad Abu Dhabi ha dominato la squadra austriaca, capace di battere sonoramente l'armata Mercedes, parsa oggi quasi sottotono. Bottas sul podio era felice come poche altre volte: secondo ma davanti al sette volte campione del mondo Hamilton, terzo. L'inglese ha fatto i salti mortali per farsi trovare pronto ed in salute per l'ultima tappa di questo campionato. Dopo la debacle di Sakhir, Russell non ha avuto modo di riprendersi quello che il box Mercedes, con un pit-stop horror, gli ha negato una settimana fa. Il giovane inglese è tornato in Williams ed alle zone meno nobili della classifica. A fine gara Hamilton è parso affaticato, dichiarando di non sentirsi al top della forma. Qualche giorno di riposo in più avrebbe giovato alla sua salute, ma evidentemente la pressione degli sponsor ha avuto la meglio.

Albon o Perez: Red Bull sfoglia la margherita

Ai piedi del podio è giunto Albon, passato sotto la bandiera a scacchi molto vicino ad Hamilton. Se avesse corso così per tutta la stagione adesso avrebbe già un contratto per il 2021. In Red Bull, invece, stanno ancora meditando su quale pilota ingaggiare per il futuro. Perez sembrava ormai fuori dalla contesa, ma la vittoria di Sakhir ha alzato notevolmente le sue quotazioni. Il pilota messicano è ormai un top driver: il Sergio veloce ma irruento del 2013, anno in cui non diede alla McLaren motivi per confermarlo, è un lontano ricordo. Quarto nella classifica piloti 2020, dietro solo ai piloti Mercedes ed a Verstappen, Perez si è reso autore di un'annata memorabile. In cui ha persino sconfitto il Covid. Il prossimo anno Helmut Marko e compagni avranno bisogno di un pilota consistente e rapido se vorranno contendere alla Mercedes il primato fra i costruttori: l'ormai ex driver Racing Point è la soluzione.

McLaren terza nel costruttori

Gioia massima in McLaren. Lando Norris ha conquistato uno stupendo quinto posto, subito davanti a Carlos Sainz, futuro pilota Ferrari. Lo spagnolo ha concluso la stagione al sesto posto, l'inglese al nono. La somma dei loro punti ha permesso alla gloriosa squadra d'oltremanica di assicurarsi il terzo posto fra i costruttori, davanti alla Racing Point (penalizzata ad inizio campionato per aver realizzato una monoposto clone della Mercedes 2019). La squadra rivitalizzata da Zak Brown non giungeva così in alto in classifica dal 2012. Considerando però la competitività raggiunta dai motori Honda, croce McLaren durante il loro svezzamento ma adesso performanti e vincenti con Red Bull, avrebbero potuto ambire a ben altri risultati se solo avessero avuto un poco di pazienza in più. Nel 2021, tuttavia, le vetture inglesi avranno le power unit Mercedes: Ricciardo, prossimo a vestire la casacca McLaren, ha da sorridere.

Mick Schumacher debutta nelle prove libere

La felicità albergava nel box Haas due giorni fa. Durante le prove libere la squadra americana ha avuto modo di testare il campione di F2, figlio del grande Michael. Nella fine il principio, verrebbe da dire, visto che si è trattato per Mick di assaggiare quel mondo che il prossimo anno lo vedrà, per la prima volta, fra i protagonisti. Mai delle prove non ufficiali hanno attirato tanta attenzione. Il giovane Mick non ha sbagliato, prendendo rapidamente confidenza con il mezzo. Vedere "M. Schumacher" stampato ai lati dell'abitacolo di una Formula 1 ha scatenato emozioni indimenticate.

Addio 2020

Ultimo tramonto per la stagione 2020. Un campionato iniziato a luglio a causa del Covid, e nonostante tutto articolato su 17 eventi. Sei mesi in cui il Grande Circus è tornato alle origini, con un baricentro europeo e pochissime gare fuori dal vecchio continente. Abbiamo assistito al debutto del Mugello nel mondiale ed al ritorno di Imola, due delle tre gare italiane data la conferma di Monza. La Ferrari non è riuscita ad onorare al meglio le sue mille presenze nella massima formula, vivendo una delle sue annate più terribili. Due lampi di Leclerc ad inizio stagione, uno di Vettel in Turchia, poi il buio. Il monegasco ha provato a tenere in piedi la baracca, rendendosi protagonista di qualifiche da urlo sfociate spesso in gare al passo del gambero, a causa soprattutto della mancanza di potenza della power unit più spompata del 2020. Una stagione nata male, con un accordo Ferrari-Federazione che ha tolto cavalli ai motori costruiti a Maranello, e finita peggio, vedi il doppio piazzamento fuori dai punti ottenuto oggi. Hanno gioito Hamilton, al settimo iride (come Michael Schumacher), e la Mercedes. Tante novità e molte conferme. Ma la cartolina migliore di questa strana stagione rimarrà per sempre il saluto di Seb Vettel al Cavallino Rampante. Riflesso di un amore che resterà per sempre vivo.

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Venerdì, 11 Dicembre 2020 00:04

Clamoroso: Camilleri si dimette!

Louis Camilleri abbandona la carica di Amministratore Delegato Ferrari, a due anni e mezzo dal suo insediamento, successivo alla morte di Sergio Marchionne.

di Matteo Landi

Come un fulmine a ciel sereno. Nel 2018, dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, fu nominato Amministratore Delegato della casa del Cavallino Rampante. Louis Carey Camilleri prese una Ferrari sportivamente vincente ed oggi la lascia in uno dei suoi periodi più difficili. La squadra del Cavallino perde quindi una pedina fondamentale a pochi giorni dall'annuncio del passaggio di Simone Resta, responsabile dell'area telaio, alla Haas dal 2021. L'ex AD lascia la Ferrari, oltre che la presidenza di Philip Morris International, per "motivi personali". Ne prende atto con dispiacere il Presidente John Elkann, che si assumerà la carica di Amministratore Delegato ad interim. Il Consiglio di Amministrazione gestirà il processo di identificazione del successore di Camilleri. Se dal giorno del suo insediamento, dal lato sportivo, non si può dire che abbia raccolto molto, diverso è il discorso per quanto concerne l'aspetto commerciale, di successo nonostante il difficile periodo storico contraddistinto dalla pandemia che tutti conosciamo. Camilleri si dimette, con effetto immediato. Senza preavviso, nello stesso modo fulmineo in cui prese la guida della casa costruttrice di automobili più prestigiosa del mondo.

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Domenica, 06 Dicembre 2020 22:34

F1, Sakhir: le lacrime di Sergio. E quelle di George

George Russell, sostituto di Hamilton, domina ma la Mercedes sbaglia tutto. Ne approfitta Sergio Perez che vince, per la prima volta in carriera, dopo una strepitosa rimonta.

di Matteo Landi

Al termine della gara piangono entrambi. Perez non trattiene la gioia, si commuove. Rimane seduto sul primo gradino del podio. Come fece nel post gara di Monza l'allora vincitore Gasly. Anche oggi è accaduto qualcosa di imprevedibile, come quel giorno in Italia. Al contrario Russell piange, le sue sono lacrime amare. Il pianto di chi sa che potrebbe avere perso, e non per colpa sua, l'occasione della vita. Quel treno che potrebbe passare una volta sola, e su cui devi salire. L'inglese lo ha fatto, ma quel treno si è fermato. Dovesse Hamilton rimettersi, come si spera, Russell tornerà al volante della Williams. Storie di motorsport.

Al termine di una gara pazza, su un circuito insensato, Sergio Perez vince al volante della Racing Point. Sua quest'anno, ma che dovrà lasciare a Vettel la prossima stagione. In F1 spesso va avanti chi ha capacità economiche superiori. Perez all'inizio della sua carriera nella massima Formula aveva questa fortuna, abbinata ad un bel talento. Doveva solo lasciarsi maturare, attendere di essere pronto al salto in un top team. Dopo due anni di Sauber ha mollato il Ferrari Driver Academy per accasarsi alla McLaren, che gli offriva un sedile da titolare per la stagione 2013. La casa inglese non progettò però una vettura molto competitiva, ed il messicano scontrò la sua irruenza contro un mastino come Button, suo compagno di squadra alla corte di Martin Whitmarsh. Al termine di quella stagione Sergio perse il sedile McLaren ed approdò in Force India. La squadra che nel 2018 è divenuta Racing Point. Ed è meraviglioso che sia stato proprio lui a portarla oggi al suo primo successo. Ancora una gara, quella di Abu Dhabi, e Perez potrebbe ritrovarsi disoccupato. Stroll (oggi buon terzo), il team mate, è il figlio del proprietario della squadra che il prossimo anno si chiamerà Aston Martin, e sarà affiancato dal quattro volte campione del mondo Vettel. Un nome blasonato, quello del tedesco, che la casa costruttrice affianca volentieri al suo. In Red Bull, accanto a Verstappen, sembrano preferire Hulkenberg, buon pilota, che non dovrebbe offuscare la stella di Mad Max. Se le logiche di mercato volteranno le spalle a Perez, il destino oggi ha deciso di premiare il suo talento. Che per una volta ha vinto su tutto.

La fuga di Russell, prima del disastro

Avrebbe meritato molto di più Russell, il sostituto di Hamilton, a casa in quanto positivo al Covid. Il giovane inglese è arrivato in Bahrain, è salito sulla macchina del sette volte iridato e le ha suonate a Bottas. Sulla classe di Hamilton nessuno discute ma, dopo l'addio di Rosberg, è indubbio che non si sia potuto confrontare con un pilota vicino al suo livello. Bottas ha sfigurato nei confronti del giovanissimo Russell, appena arrivato alla corte di Toto Wolff. George ha dominato fin dal via. Scattato alle spalle del poleman finlandese, lo ha divorato allo scatto da fermo. Si è poi involato e sembrava avere la vittoria in tasca. Stava per scrivere una storia meravigliosa, quella del pilota mai a punti, abituato ai bassifondi della classifica, che arriva nel super top team e si porta a casa il trofeo. Ed invece in Mercedes hanno deciso di sbagliare tutto nel giorno in cui manca Hamilton.

Mercedes: la giornata degli orrori

In regime di safety car hanno optato per un doppio pit stop non necessario. Russell ha cambiato gomme, mentre Bottas attendeva il suo turno. I meccanici hanno perso lucidità, all'inglese hanno messo un pneumatico sbagliato ed a Bottas, nella confusione, hanno prima montato delle gomme nuove, poi nel dubbio quelle usate. Mai visto un top team compiere così tanti errori nell'arco di pochi istanti. Russell è dovuto tornare ai box per ripristinare la regolarità della sua vettura. L'inglese è quindi rientrato in pista con la voglia di dimostrare comunque il suo valore, sbarazzandosi di Bottas con un sorpasso da antologia. Pochi giri dopo si è però dovuto arrendere definitivamente quando è stato richiamato ancora in pit lane per l'ennesimo cambio di pneumatici, in seguito ad una foratura. La domenica sportiva dei due piloti Mercedes si è quindi conclusa con l'ottavo posto di Bottas ed il nono di Russell.

Primo podio per Ocon

La grande giornata di Perez, ma non solo. Ocon non ha problemi di contratto, ed il prossimo anno sarà regolarmente al via del campionato con la Renault. Avrà probabilmente altre occasioni per brillare ma, intanto, ha conquistato oggi il suo primo podio. Il francese ha corso con carattere, ben rintuzzando gli attacchi di Stroll e Sainz, facendosi trovare pronto al momento della debacle Mercedes. Per la casa d'oltralpe è arrivato quindi il terzo podio stagionale, dopo quelli conquistati da Ricciardo.

Ferrari: meno male che c'è Mick!

E la Ferrari? In qualifica Leclerc aveva acceso le speranze, garantendosi, con un giro perfetto, la quarta posizione in griglia di partenza. Un miracolo, considerando la prestazione di Vettel, solo tredicesimo. Il monegasco però, subito dopo la partenza, non è riuscito a frenare la sua irruenza schiantandosi contro Perez. Per il pilota Ferrari è arrivato l'immediato ritiro. Il messicano invece ha dovuto compiere un pit stop non previsto ritrovandosi ultimo. La sua vittoria rimarrà quindi nella storia del Circus, considerando la prodigiosa rimonta. Del parapiglia ne ha fatto le spese anche Verstappen, costretto ad andare sulla ghiaia per evitare la vettura intraversata di Leclerc. L'olandese non è riuscito a frenare la sua monoposto, finendo contro il muro. Disastrosa è stata anche la gara di Vettel. Il tedesco non è riuscito ad incidere, sempre lontano dal ritmo dei migliori, finendo 12esimo sotto la bandiera a scacchi. La Casa di Maranello ha avuto però da sorridere per il trionfo di Mick Schumacher, fresco campione di Formula 2. Una vittoria che emoziona ed, in prospettiva, accende gli entusiasmi. Il prossimo anno il tedesco sarà al volante della Haas, e chissà che un giorno non diventi titolare Ferrari, ipotesi tutt'altro che remota visto che fa parte dell'Academy di Maranello.

Grosjean, è addio?

In Bahrain si potrebbe essere conclusa la carriera di Romain Grosjean. Al pilota Haas, con in carriera dieci podii, la vita ha offerto un'altra chance, dopo il terribile rogo di una settimana fa. Questo weekend è tornato in circuito ed ha ringraziato gli addetti ai lavori che lo hanno soccorso. Ha commosso il paddock con il racconto di quei terribili secondi passati all'interno della vettura in fiamme. Le ferite alle mani, tuttavia, non gli consentiranno di disputare l'ultima gara della stagione, che si svolgerà fra una settimana ad Abu Dhabi. Considerando che non ha un contratto per il prossimo anno potremmo non rivederlo più al volante di una F1. A volte però il motorsport ci regala qualcosa di meravigliosamente inatteso. La storia di Perez lo dimostra. Chissà che il futuro non apra qualche porta al pilota di Ginevra.

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Domenica, 06 Dicembre 2020 15:56

Formula Schumacher!

Mick vince il titolo di F2 dopo una gara al cardiopalma. Ed ora è pronto per il grande salto in F1!

di Matteo Landi

Quattordici punti di vantaggio prima dell'ultima gara. Considerando che la vittoria della manche della domenica assegna 15 punti, ai quali sono sommabili i due del giro più veloce, per Mick Schumacher mancava solo l'ultimo passo, l'ultimo sforzo per potersi prendere quel titolo di F2 ininfluente per il suo futuro, visto che la firma sul contratto per correre il prossimo anno in F1 con il team Haas è già stata posta, ma fondamentale per il suo palmares, per la sua storia. Da sempre il giovane tedesco corre con la pressione di chi ha tutto da dimostrare. Il cognome pesante che porta lo obbliga a dover zittire a suon di risultati le critiche di chi gli riconosce come unico merito quello di essere figlio del sette volte campione del mondo Michael. Non importa che abbia nel palmares il titolo europeo di F3 conquistato nel 2018, o che sia risultato due volte vicecampione in F4. E Mick queste pressioni le ha trasformate nella sua forza. Quando oggi al primo giro è arrivato lungo squadrando una gomma si è reso autore di uno dei suoi rari errori. Come quello compiuto in qualifica, che ieri lo ha costretto a partire dalla 18esima piazza. Nella prima gara ha però saputo rimontare con determinazione, sorpasso dopo sorpasso, fino alla sesta posizione. Oggi il danneggiamento dello pneumatico lo ha obbligato agli straordinari. Ha difeso con le unghie la terza posizione finchè ha potuto, ma si è dovuto arrendere quando ha capito che ogni sforzo si sarebbe rivelato inutile. Mick è quindi rientrato ai box per il cambio gomme e al rientro in pista si è ritrovato in fondo alla classifica. Intanto l'avversario, l'inglese Ilott, in quel momento terzo, era in odore di titolo. Davanti a tutti Ticktum e Daruvala si contendevano la leadership a suon di attacchi e difese proibite. Tutto poteva succedere. Mick dal fondo risaliva rapidamente, ma puntare solo sulle sue forze sembrava un'impresa disperata. Quando Ilott ha iniziato a perdere ritmo, a causa dell'usura delle gomme conseguente alla lotta iniziale con Baby Schumacher, si è capito che Mick avrebbe comunque potuto vincere il campionato. L'inglese si è visto sfilare da più avversari, terminando decimo, fuori dai punti. E Mick nonostante la 18esima piazza finale ha potuto festeggiare la vittoria del campionato che si pone appena un gradino sotto alla massima Formula. Due vittorie di tappa, zero pole position, Mick l'ha vinto grazie alla sua regolarità ed alla sua forza d'animo. Ha mantenuto la calma quando ad inizio campionato subiva problemi tecnici ed assisteva alle vittorie, fra gli altri, di Shwartzman, Drugovich ed, appunto, Ilott (segnatevi questi nomi perchè faranno strada). Ed è esploso nella seconda parte della stagione a suon di podii. In totale ne ha conquistati ben dieci. Ha forse perso il suo aplomb proprio nell'ultimo weekend di gare ma, considerando i suoi 21 anni e la posta in gioco, possiamo perdonarglielo. Il prossimo anno arriverà quindi nel Grande Circus da campione di F2. Come quel titolo vinto dal padre nel 2003, con Michael ottavo a Suzuka dopo una gara di sofferenza, Mick si è cinto dell'ennesimo titolo che gli permette di arrivare in F1 zittendo in anticipo i soliti haters pronti a definirlo raccomandato. Uno Schumacher ancora fra i grandi del motorsport, al volante di una monoposto motorizzata Ferrari. Preparate i fazzoletti, le emozioni sono garantite.

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Mercoledì, 02 Dicembre 2020 21:25

Mick, nel nome del Padre

Nel 2021 Mick Schumacher, figlio del Campionissimo sette volte iridato, debutterà in F1 al volante della Haas. La storia di un passaggio di testimone che fa sognare e profuma di poesia.

di Matteo Landi

"Life is about passions. Thank you for sharing mine". Domenica 25 novembre 2012, per l'ultimo gran premio dell'anno Michael Schumacher salutò la sua carriera agonistica con questo dolce messaggio riportato sul suo casco. Si chiuse un'Era, quella del Campionissimo che ebbe il coraggio di tornare alle corse a 41 anni. Il pilota tedesco, capace prima di riportare in alto una Ferrari in difficoltà, poi di farla splendere a suon di titoli iridati, aveva ceduto ad una passione che non lo aveva mai abbandonato. Neanche al momento del suo primo ritiro datato 2006. Ma ad Interlagos quel giorno per Michael fu davvero il momento di salutare quel mondo, al quale tanto aveva dato. Il 29 dicembre 2013, durante una discesa con gli sci sulle nevi di Méribel, in Francia, il tedesco ebbe il noto incidente che cambiò per sempre la sua vita e quella dei suoi familiari. Pur fra tutte le ovvie difficoltà intanto il figlio Mick cresceva, sia come uomo che come pilota. A fine 2014 effettua i primi test in monoposto. Debutta quindi nel 2015 in Formula 4. Da subito affronta con grande maturità le critiche ricevute da chi pensa che tutto gli sarà facile, visto il cognome che porta. Dopo un primo anno di apprendistato il tedesco zittisce gli scettici piazzandosi secondo sia nel campionato tedesco, sia in quello italiano. La sua serietà nell'approccio alle novità è esemplare: non si butta a capofitto ma agisce passo dopo passo. Impara dagli errori commessi, ne fa tesoro e solo successivamente punta alla vittoria. Non cambia metodo in F3 ed al secondo anno nella categoria vince il titolo europeo. Nel 2018 il suo cambio di passo avviene a Spa-Francorchamps, proprio sulla pista che vide il debutto del padre in F1 nel 1991, e di cui Michael fu grande interprete. Oggi è arrivata la grande notizia: il prossimo anno Mick sarà in Formula 1, al volante della Haas. "M. Schumacher" tornerà nelle liste dei tempi del massimo campionato automobilistico, scatenando dolci ricordi ma anche nuove aspettative. Per il figlio del sette volte campione del mondo è il sogno di una vita che si avvera. Ma prima, il giovane Mick, avrà un'altra missione da compiere: vincere quel campionato di F2 che alla vigilia dell'ultimo weekend di gare lo vede leader.

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Il Campione inglese salterà la gara di domenica. Dopo il terribile incidente Grosjean scherza sui social e spera di poter disputare l'ultima gara della stagione.

di Matteo Landi

Dopo Valentino Rossi adesso tocca ad un altro Campione. Lo ha comunicato lui stesso, Lewis Hamilton salterà il Gp di Sakhir che si disputerà questa domenica. Il pilota inglese ha accusato lievi sintomi e una volta eseguito il tampone ha appurato la sua positività. Lewis dovrà per forza di cose interrompere momentaneamente quel cammino agonistico che sta riscrivendo le statistiche e la storia della massima formula. Con il titolo in saccoccia il pilota Mercedes potrà benissimo fare a meno di correre la prossima gara, l'importante è che stia bene. Sarà interessante vedere quale pilota sceglierà il team condotto da Toto Wolff per sostituire il campione del mondo. Stoffel Vandoorne non ha alle spalle una recente esperienza agonistica in F1, avendo corso con McLaren fra il 2016 ed il 2018, ma è già sotto contratto con la casa tedesca ed è vice-campione in carica di Formula E. Nico Hulkenberg è ormai il panchinaro di lusso del Circus e quest'anno non ha sfigurato quando la Racing Point lo ha chiamato in extremis per sostituire prima Perez poi Stroll. E poi c'è George Russell, pilota Mercedes temporaneamente "parcheggiato" alla Williams. Chiunque sarà ad occupare il sedile di Hamilton avrà tutto da perdere: sfigurare con la migliore monoposto della serie costituirebbe un grosso danno reputazionale. Se invece il sostituto di turno dovesse battere Bottas le preoccupazioni sarebbero tutte a carico del finlandese.

Grosjean sorride e spera in Abu Dhabi

"Mi è venuto in mente l'incidente di Niki Lauda. Non volevo finire in quel modo, dovevo uscire dal cockpit per i miei bambini. Sono rimasto per 28 secondi nelle fiamme, ma sono sembrati molti di più. Dopo quest'incidente sono felice di essere vivo". Romain Grosjean parla attraverso i social. Il terribile incidente di cui si è reso protagonista domenica scorsa non gli ha lasciato troppi strascichi, se non ustioni a mani e piedi. Scherza sulla sua lentezza nel "twittare" e sorride, come se la vita gli avesse offerto un'altra chance. E così è. Ovviamente non sarà in pista questa domenica ma sogna di poter disputare fra meno di due settimane la gara di Abu Dhabi , l'ultima gara della stagione. Potrebbe essere anche l'ultima della sua carriera nel Grande Circus, dato che non ha un contratto per la prossima stagione, e disputarla significherebbe chiudere degnamente quel cerchio che la sorte ha interrotto. Intanto la Federazione sta esaminando attimo per attimo quanto accaduto in quel drammatico primo giro. Halo, il dispositivo introdotto nel 2018 a protezione della testa dei piloti, ha compiuto il suo dovere, costituendo una condizione necessaria per la sopravvivenza del pilota svizzero che corre con licenza francese. Grosjean ci ha messo molto del suo, riuscendo a slacciarsi le cinture ed uscire dall'abitacolo nonostante le fiamme. Come già accaduto in passato l'incidente potrebbe dare la spinta propulsiva necessaria per lo studio di nuove soluzioni a protezione dell'incolumità di piloti e addetti ai lavori. Rimanendo consapevoli del fatto che "motorsport is dangerous".

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Domenica, 29 Novembre 2020 21:04

F1, Bahrain: la porta dell'inferno

Al primo giro la Haas di Grosjean si schianta, prende fuoco ed in F1 torna la paura. Domina Hamilton, la Ferrari arranca.

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Alfa Romeo Giulia ETCR – Romeo Ferraris è stata presentata ufficialmente lo scorso weekend in Spagna, al MotorLand Aragón, dove è andato in scena il primo evento promozionale in circuito del Pure ETCR. A togliere i veli alla berlina “full electric” sono stati Michela Cerruti (Operations Manager di Romeo Ferraris) e il francese Jean-Karl Vernay, già confermato quale pilota per il debutto dell’Alfa Romeo Giulia ETCR.

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