Ci saranno anche 200 modenesi in piazza a Firenze sabato prossimo 26 giugno alla manifestazione, intitolata "Ripartiamo, insieme", organizzata da Cgil Cisl Uil, che proseguono la mobilitazione iniziata circa un mese fa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Saranno presenti anche rappresentanze di lavoratori di alcune aziende del territorio a rischio chiusura, come Manifattura Riese di Carpi, Ondulati Maranello e Unifer Navale di Finale Emilia.
Si è chiuso ieri – giovedì 22 aprile – il contratto di solidarietà alla Maserati di Modena, aperto a fine 2018. Da lunedì prossimo 26 aprile inizia la produzione della MC20, la nuova supercar interamente concepita a Modena.
Riparte le attività delle Anteas, le associazioni per attività sociali e culturali promosse da FNP Cisl Emilia Centrale.
Dal primo di aprile la Cisl Emilia Centrale ha aperto uno sportello di ascolto sulle molestie e violenze sui luoghi di lavoro a Reggio Emilia. Un nuovo servizio seguito da sindacaliste, formate grazie a un progetto promosso dalla Cisl Emilia Romagna.
“In questo sportello offriamo ascolto e tutela alle lavoratrici e ai lavoratori che ritengano di avere subito molestie o violenze nel proprio luogo di lavoro – spiega William Ballotta, segretario generale Cisl Emilia Centrale – possono venire da noi tutti coloro che ne sentono il bisogno, siano iscritti o non iscritti alla Cisl, indipendentemente dalla categoria professionale o dal tipo di lavoro. Allo sportello offriamo competenze adeguate per raccogliere il disagio del lavoratore definendo, in termini corretti, il giusto significato di quanto subito, distinguendo tra i casi di stress, mobbing, violenza”.
Sono diverse le segnalazioni raccolte dal sindacato della Cisl negli ultimi mesi nel territorio reggiano. Da annoverare alla voce violenza psicologica quello di una lavoratrice che al rientro dalla seconda maternità ha subito, oltre ad attacchi verbali, un cambio turno che le ha stravolto la vita lavorativa, con aggressività da parte dei superiori e dei colleghi.
Tra i casi di discriminazione, anche tra donne, quello di una lavoratrice di cui nel luogo di lavoro si è conosciuta la sua omosessualità e, ora, è discriminata dalle stesse colleghe e dallo stesso superiore per ottenerne le dimissioni. Un caso, questo, anche di stress da lavoro correlato: è uno dei fattori scatenanti la violenza.
E se mobbing o, peggio, molestie di tipo sessuale, in passato, potevano essere “la parte del gioco”, oggi non è più così: anni fa dovette cambiare luogo di lavoro un direttore d’azienda che prometteva avanzamenti di carriera in cambio di favori sessuali.
Al sindacato hanno registrato anche molestie verbali, con minacce, come tra colleghi di lavoro, anche di sesso femminile, sfociate in alcuni casi in tribunale.
“Lo sportello che abbiamo attivato è gestito dal coordinamento femminile Cisl Emilia Centrale – spiega Rosamaria Papaleo, segretaria Cisl Emilia Centrale – ed opera in collaborazione con gli uffici pubblici competenti per le denunce in materia: l’Ispettorato territoriale del lavoro e le consigliere di parità della Provincia di Reggio Emilia. Purtroppo la riduzione delle competenze delle Province ha portato a una drastica riduzione delle risorse a disposizione e a un impoverimento del ruolo delle consigliere di parità, con incognite sul futuro”.
Il consigliere di parità esegue la sua attività con un gettone di 68 euro lordi mensili. Negli anni le consigliere di parità hanno svolto un lavoro molto prezioso in collaborazione con sindacati, associazioni, e altre istituzioni. “Alla Provincia di Reggio Emilia – conclude la Papaleo - chiediamo di rafforzare funzioni e risorse di questa figura che si è dimostrata capace di contrastare le molestie e le violenze lavorative. Solo negli ultimi tre anni, secondo i dati Istat, su base nazionale, sono state 167mila le donne che sul luogo di lavoro o in fase di colloquio assuntivo, hanno subito forme di violenza, con una prevalenza a livello di comparti, nei settori delle attività professionali, scientifiche e tecniche ed in quello del lavoro domestico”.
Su base locale una recente indagine di Associazione Donne Giustizia, parla del 40% di lavoratrici vittime di molestie.
Lo sportello Cisl di ascolto sulle molestie nei luoghi di lavoro si trova in via Turri, e riceve il venerdì mattina dalla 9 alle 13 (0522357411).
Ufficio Stampa
Cisl Emilia Centrale
È la settima struttura territoriale Cisl in Italia - Cisl Emilia Centrale: iscritti oltre quota 100 mila.
Hanno superato quota 100 mila gli iscritti della Cisl Emilia Centrale. Alla fine del 2018 le adesioni erano 100.303, in aumento di 3.699 (+3,8 per cento) rispetto al 2017.
Grazie a questi numeri la Cisl Emilia Centrale (nata nel 2015 dalla fusione tra la Cisl di Modena e quella di Reggio Emilia) si conferma la prima struttura territoriale Cisl in Emilia-Romagna e diventa la settima in Italia, scalando una posizione.
Alla Cisl Emilia Centrale aderisce l'8,4 per cento della popolazione modenese e reggiana (1,2 milioni di abitanti). Il 56,7 per cento degli iscritti Cisl è rappresentato dai lavoratori attivi, tra i quali aumentano soprattutto gli addetti del commercio e servizi, metalmeccanica e agroindustria, enti locali e sanità.
«Siamo molto soddisfatti per aver superato il traguardo dei 100 mila iscritti che ci eravamo posti al momento della fusione tra le strutture di Modena e Reggio Emilia - commenta il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta – I numeri certificano la crescita costante della nostra organizzazione e il rafforzamento della sua presenza politica, sociale e di servizi ai lavoratori e pensionati. Al di là dei numeri, però, ci conforta la fiducia che giovani, donne, immigrati, lavoratori e pensionati continuano a nutrire nei nostri confronti. Questo ci sprona a proseguire con slancio la nostra azione a difesa dei lavoratori e pensionati, tutela della loro dignità, miglioramento delle condizioni salariali, normative e professionali, per contribuire – conclude Ballotta – allo sviluppo delle nostre comunità».
Per le oltre 26 mila aziende, delle province di Reggio e Parma, i controllori sono solo una quarantina. Una situazione inaccettabile peggiorata dopo l'istituzione dell'Inl
Reggio Emilia (14-10-2018) - Dopo l'ennesimo infortunio mortale sul lavoro a Reggio Emilia, il sindacato Cisl Emilia Centrale denuncia la carenza degli ispettori del lavoro sul territorio. «Nonostante le promesse dell'Ispettorato del lavoro – spiega Rosamaria Papaleo, segretario Cisl Emilia Centrale - l'attività di controllo non è capillare. In totale gli ispettori del lavoro, tra le province di Reggio Emilia e Parma, sono 45 dal 2017. E in particolare sul territorio reggiano operano formalmente 23 ispettori più sei carabinieri del nucleo ispettivo, tra le due province».
«E con il blocco del turnover – aggiungono dalla Cisl Funzione Pubblica, la categoria di riferimento - non ci sono state nuove assunzioni e molti ispettori sono attualmente distolti dall'attività di controllo presso le aziende per essere occupati in attività amministrative d'ufficio».
I dati sono chiari: nelle province di Reggio Emilia e Parma, secondo i dati pubblicati a metà del 2017, ci sono 26.550 aziende che dispongono, tra Reggio e Parma, di 269.309 dipendenti. L'organico di ispettori è evidentemente molto carente rispetto al rapporto delle aziende sul territorio.
«Dopo l'istituzione dell'Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) – aggiunge Papaleo – il personale locale soffre di scarse risorse strumentali. Più volte il sindacato ha sollecitato affinché si svolgessero percorsi formativi, ma ad oggi si registra un timido avvio che ha coinvolto solo una parte del personale e l'attività ispettiva continua pertanto ad essere sacrificata. Attività che hanno come oggetto non solo il controllo dell'operato delle aziende, ma anche la prevenzione per informare le ditte e i lavoratori sui comportamenti da adottare».
«Un ulteriore elemento che non è stato potenziato – spiega la sindacalista – è un collegamento partecipato con le Asl del territorio, che sono l'organo deputato allo svolgimento di accertamenti per la salute e sicurezza dei lavoratori. In totale, nell'anno passato in provincia ci sono state circa 1257 ispezioni: un numero minimo rispetto al numero delle aziende».
«La situazione - termina la segretaria – è grave. Vista la frequenza degli infortuni sul lavoro, la questione deve essere portata all'attenzione delle forze politiche al più presto, in continuità con il lavoro che sta facendo il sindacato sul territorio».