Scrive Papa Ratti: "E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun'altra cosa possa maggiormente giovare quanto l'istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re".
Di seguito l'atto di consacrazione del genere umano a Cristo Re del Papa Leone XIII:
ATTO DI CONSACRAZIONE DEL GENERE UMANO A CRISTO RE
"Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente prostesi dinanzi al vostro altare. Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per poter vivere a Voi più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al Vostro Sacratissimo Cuore. Molti purtroppo non vi conobbero mai; molti, disprezzando i vostri comandamenti, Vi ripudiarono.
O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri; e tutti quanti attirate al vostro Cuore santissimo. O Signore, siate il re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Voi, ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna per non morire di miseria e di fame. Siate il re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore o per discordia da Voi separati: richiamateli al porto della verità e all’unità della fede affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni del gentilesimo, e non ricusate di trarli dalle tenebre al lume e al regno di Dio.
Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine; fate che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce: Sia lode a quel cuore divino, da cui venne la nostra salute, a lui si canti gloria e onore nei secoli. Cosi sia".
Con la riforma liturgica post-conciliare la celebrazione è stata spostata alla fine dell’Anno liturgico, dando così alla regalità una valenza escatologica, come a dire che il Regno di Cristo è proprio della fine dei tempi, e non del tempo che l’uomo ed i popoli vivono hic et nunc. Ciò è particolarmente evidente se si esamina il Messale proprio del giorno, nel quale la Liturgia delle Ore, le letture ed il Graduale danno alla Festa una dimensione eminentemente spirituale, eliminando ogni accenno, prima presente in forza appunto del disposto della Quas Primas, alla soggezione dei potenti e dei regni della Terra a Nostro Signore Gesù Cristo.