Il Consorzio mette a disposizione una banca dati di casari in pensione ed ex addetti alla produzione che possono essere richiamati dai caseifici in difficoltà. Al Mipaaf si chiede una deroga al disciplinare per salvaguardare la produzione. Bertinelli: “Ci sono oltre 50 mila persone impegnate nella filiera e ovviamente la loro salute è la nostra priorità assoluta”.
Reggio Emilia, 11 marzo 2020 – In un momento di grave emergenza sanitaria il Consorzio del Parmigiano Reggiano vuole rassicurare i consumatori sulla salubrità della DOP e sul fatto che, come ribadito dall’Autority Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), attualmente non ci sono prove che il cibo sia fonte o via di trasmissione probabile del virus.
Il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli, ha dichiarato al riguardo: “È inaccettabile che paesi dell’Unione Europea, come anche paesi fuori dall’Unione, utilizzino questa crisi sanitaria per arrogarsi il vantaggio competitivo. È un fatto aberrante dal punto di vista etico e dal punto di vista legale è concorrenza sleale”.
I mercati esteri sono di primaria importanza per il Parmigiano Reggiano. Il giro d’affari al consumo della DOP si attesta infatti a 2,4 miliardi di euro e viene realizzato per il 60% sul mercato italiano e per il 40% su quelli esteri: Francia e Stati Uniti in testa, seguiti da Germania, Regno Unito e Canada.
“Il Parmigiano Reggiano è prodotto oggi come mille anni fa – ha affermato Bertinelli – solo con latte, sale e caglio e senza l’uso di additivi e conservanti. La produzione è regolata da un rigido disciplinare che non consente ai produttori di pastorizzare, centrifugare o refrigerare il latte. Per questi motivi il Parmigiano Reggiano deve essere prodotto ogni singolo giorno dell’anno. Fermare la produzione avrebbe conseguenze disastrose per la nostra filiera”.
“Allo stesso tempo – ha sottolineato il presidente del Consorzio - la quasi totalità dei nostri 330 caseifici si trova in province fortemente colpite da Covid-19 come Reggio Emilia, Parma, Modena, Mantova e quindi è impensabile sperare di restare immuni”.
Per far fronte alla potenziale carenza di organico dovuta ai contagi, il Consorzio ha creato una rete di coordinamento per mettere a disposizione delle aziende una banca dati di casari in pensione ed ex addetti alla produzione che possono essere richiamati dai caseifici in difficoltà.
“Dal punto vista operativo – ha aggiunto Bertinelli - non abbiamo problemi perché il trasporto del latte dalle stalle ai caseifici è consentito così come la produzione del formaggio che è considerata ‘comprovata necessità lavorativa’ dal Dpcm del 9 marzo”.
Una potenziale criticità riguarderebbe però la disponibilità di organico, motivo per cui Bertinelli si appella al Governo italiano e all’Unione Europea: “Chiediamo al Ministero delle politiche agricole e all'UE una deroga al disciplinare, come previsto da legge 1151/2012 che regola le DOP in caso di emergenze sanitarie, per consentire maggiore flessibilità ai tempi e vincoli di lavorazione al fine di evitare la chiusura di caseifici e allevamenti”.
Ricordiamo che sono 2.820 i produttori che conferiscono il latte ai caseifici del Parmigiano Reggiano e che sia i primi che i secondi devono essere situati all’interno della Zona d’origine. Nel 2018 la produzione di Parmigiano Reggiano ha impiegato 1,92 milioni di tonnellate di latte pari al 15,9% dell’intera produzione italiana.
“Il Parmigiano Reggiano è la prima DOP per valore alla produzione con 1,4 miliardi di euro. Ci sono oltre 50 mila persone impegnate nella filiera e ovviamente la loro salute è la nostra priorità assoluta. Tutti i caseifici hanno adottato le misure del Governo per limitare il contagio, a partire dalla distanza di sicurezza di un metro tra una persona e l’altra”, ha concluso Bertinelli.
Reggio Emilia, 15 febbraio 2020 - “Il Consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie con entusiasmo la notizia che gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% imposti lo scorso ottobre a vari prodotti europei. Abbiamo lavorato nella direzione giusta, facendo squadra con le altre Indicazioni Geografiche, credendo fermamente che la Commissione Europea fosse l’unico tavolo al quale portare avanti la negoziazione, evitando di disperdere energie portando avanti diversi interessi da parte delle singole classi di rappresentanza. Il Consorzio Parmigiano Reggiano ha mantenuto coeso e compatto il mondo delle Dop: si è reso promotore di una cordata, insieme al Ministero delle Politiche Agricole e al Parlamento Europeo, per far sì che ci fosse un grande supporto al commissario Phil Hogan e al negoziatore John Clarke affinché avessero l’appoggio delle Dop italiane coese e compatte per andare a negoziare con una maggiore forza e consapevolezza. Nervi saldi e credere di più nell’Europa come Istituzione: è questo l’approccio giusto per combattere una battaglia che è solo all’inizio e che vedrà il Parmigiano Reggiano in prima linea, considerando che il mercato americano rappresenta per noi il secondo mercato estero, con ben 10 mila tonnellate di prodotto esportato ogni anno ed enormi capacità di crescita. Negli ultimi mesi, il nostro prodotto ha subito oscillazioni di prezzo, legate a dinamiche speculative e influenzate indubbiamente anche dalle incertezze sulla situazione Oltreoceano. Il fatto che gli USA abbiano deciso di non incrementare ulteriormente i dazi sul nostro prodotto porterà sicuramente un clima più disteso e oggettivo e – ci auguriamo – un riequilibrio del mercato con un prezzo all’origine più alto” commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
Per la prima volta, il Consorzio parteciperà con uno stand autonomo situato nello spazio B1-34 della Hall 1.
Reggio Emilia, 10 febbraio 2020 – Dal 16 al 20 febbraio il Consorzio del Parmigiano Reggiano vola a Dubai per Gulfood, la grande fiera internazionale dedicata al settore alimentare che ogni anno raduna più di 5mila espositori e 100mila visitatori da oltre 200 paesi del mondo. Per la prima volta, il Consorzio parteciperà con il proprio stand autonomo (nelle precedenti edizioni era in quota Afidop), situato nello spazio B1-34 della Hall 1 del Dubai World Trade Center.
L’area del Golfo rappresenta uno snodo strategico per l’agroalimentare italiano, in parte come porta d’accesso ai mercati mediorientali ma soprattutto poiché include essa stessa alcuni dei paesi con i redditi pro capite più alti del mondo. Mercati destinati ad avere un peso specifico ancora maggiore grazie a Expo Dubai 2020 – inaugurazione il 20 ottobre 2020 - per la quale si attende un flusso di 25 milioni di visitatori.
La partecipazione a Gulfood si inquadra in un progetto triennale avviato dal Consorzio per sviluppare le potenzialità di mercato nell’area del Golfo, partendo dalle 105 tonnellate di prodotto esportate qui nel 2018. Una ricerca Hirux/Nielsen commissionata ad hoc dal Consorzio ha evidenziato come i consumatori confondano il Parmigiano Reggiano con il generico parmesan. Tanto che, se si considera il giro d’affari dei formaggi a pasta dura nei tre Paesi target (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Kuwait), solo il 30% del mercato appartiene al Parmigiano Reggiano mentre il restante 70% al parmesan.
“La strategia del Consorzio – afferma il presidente Nicola Bertinelli - punta a educare i consumatori arabi alle specificità del Parmigiano Reggiano, un formaggio che si distingue per la selezione degli ingredienti migliori e 100% naturali e il rispetto della stessa ricetta da mille anni”.
Il primo passo del progetto menzionato da Bertinelli è coinciso con il lancio di una campagna pubblicitaria su larga scala in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait: il primo spot è andato in onda sui canali Pan Arab e Pan Asia negli ultimi mesi del 2019 mentre il prossimo sarà on air a fine 2020. In parallelo è stata avviata una campagna web su YouTube, Facebook e Instagram per intercettare quanti più consumatori possibili, inclusi i numerosissimi expat che a Dubai costituiscono oltre il 70% della popolazione.