Dalla piramide al cerchio

Dalla piramide al cerchio

Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016).
 
Bibliografia:
  1. Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) -
  2. La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) -
  3. Finestre di casa nostra (2013) -  
  4. Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016).

Telefono: +39 347 6005873

di Guido Zaccarelli Mirandola 4 marzo 2018 - Anna è un nome di fantasia, come tante giovani ragazze che il sabato sera dedicano il proprio tempo al lavoro andando controcorrente rispetto ai casi che la cronaca mette in evidenza ogni giorno negando all'impegno e alla volontà di ricevere la luce del giorno.

Gli incontri nascono per caso e come tali lontani dall'essere previsti dalla mente umana se non per l'insieme di combinazioni che la vita mette ogni giorno davanti agli individui quando sono in cammino sulla strada disegnata dal proprio destino. Una serata dedicata allo svago vissuta con la famiglia in un locale fuori le mura domestiche, ha avuto il pregio di osservare il valore dei nostri giovani, confermando ancora una volta che il nostro paese, come altri, è vivo grazie al loro senso del dovere con il quale si rimboccano le maniche e lavorano sodo, pur impegnati in ambiti scolastici.

Si preoccupano del loro futuro e sapendo delle difficoltà presenti, che potranno incontrare una volta usciti dalla scuola, conducono una vita fondata sul sacrificio, condizione fondamentale per eccellere un domani nei campi dove mettere a frutto le proprie competenze. Il menù viene servito con stile, con eleganza e simpatia.

Nasce un dialogo e una domanda spontanea, vista la giovane età: che scuola frequenta?: « prossima alla laurea, già in stage formativo presso una importante azienda del territorio e serate come cameriera.»

Ecco questa è la carta d'identità di Anna, una giovane studentessa che come tante ha deciso di investire sul proprio futuro, consapevole che nella vita ci sono momenti da dedicare al sacrificio per accrescere il valore della propria identità, necessaria per affrontare con decisone il lavoro.

Le aziende moderne non attendono e chiedono immediatamente, a chi si presenta ai cancelli d'ingresso, di eccellere per rispondere tempestivamente alle richieste del mercato. Per questo motivo cercano profili in possesso di determinati standard professionali senza i quali l'assunzione è compromessa.

Non investono in formazione – affiancamento per gli elevati costi che questa presenta nell'immediato senza un ritorno sicuro nel tempo.

Questo cosa comporta?: «le persone, una volta immerse nell'acqua dell'azienda, devono sapere nuotare, bene e velocemente.» Le marginalità sono ridotte.

La differenza, è il fattore tempo, sempre più compresso che non concede spazio. Le persone devono dedicare il loro tempo e i loro denari all'auto-formazione nella speranza di non sentirsi dire al prossimo colloquio: avanti il prossimo. Attenzione ai giovani e a non farsi distrarre dall'apparenza. Molto spesso dietro ci sono talenti che non vengono riconosciuti da una parte della società che li vede lontani dalla realtà.

Dobbiamo avere la forza di credere in loro, soprattutto in tutte le Anne che incontriamo ogni giorno per strada e che portano dentro di sé il desidero di un futuro migliore.

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Domenica, 25 Febbraio 2018 07:23

Economia 4.0: il ritorno delle galee?

«La Galea è il mezzo attinto a immagine che verrà impiegato per navigare all'interno delle organizzazioni aziendali e raggiungere gli ambiti più lontani e nascosti. Lo scopo è promuovere e diffondere la cultura etica di un nuovo modello di gestione aziendale dove le persone sentendosi responsabili, contribuiscono con la ragione, con il cuore e con lo spirito a migliorare le prestazioni dell'impresa.»*

Galee_e_libro.jpgdi Guido Zaccarelli Mirandola 24 febbraio 2018 - La catena del valore ideata dall'economista statunitense Michael Eugene Porter permette di descrivere la struttura di una organizzazione formata da 5 insiemi verticali posti alla base che sorreggono 4 insiemi orizzontali che li attraversano in modo longitudinale.

L'immagine della freccia indica la direzione di marcia dell'organizzazione proiettata sul margine economico. Un'azienda si sorregge con la dimensione verticale, hardware, che definisce la struttura fisica dell'azienda, e si completa con la dimensione orizzontale, software, al cui interno è presente anche la gestione delle risorse umane. Il capitale umano è la risorsa più importante delle aziende.

Il libro: Dalla Piramide al cerchio, la persona al centro dell'azienda, vuole verificare se esistono ancora oggi modelli organizzativi impiegati ai tempi delle galee. Come venivano impiegate le persone a bordo delle galee?

Le galee viaggiavano a bordo costa e per i loro spostamenti utilizzavano schiavi ai quali erano imposti ritmi di lavoro stressanti con ridotte pause, spesso all'imbrunire, dove veniva loro concesso il rancio per alimentare un corpo sottoposto a fatiche estenuanti.

Il tempo avanza. Dopo la rivoluzione industriale 1.0, 2.0 e 3.0 ora siamo nell'era della quarta rivoluzione industriale, chiamata 4.0. Il lavoro alla catena di montaggio di norma è estenuante. In certi casi può essere parificato a quello degli schiavi con le stesse modalità di pausa loro concesse per recuperare l'elevato livello di stress: lavora, lavora, lavora, pausa, lavora, lavora, lavora.

La catena di montaggio che doveva contribuire ad alleviare le fatiche dell'uomo donandogli una maggiore disponibilità di tempo da dedicare al benessere personale e familiare e ambire ad una società migliore, si trova costretto a rispettare i tempi di un aguzzino digitale (tac time) programmato per incrementare il numero delle unità di prodotto nel minor tempo.

Il livello di stress delle persone è molto alto a seguito della velocità di scorrimento della linea e della frammentazione del lavoro in unità sempre più piccole per velocizzare i tempi di apprendimento delle azioni da svolgere.

Situazioni in cui l'apprendimento è contenuto all'interno di una giornata di lavoro ottenuto con l'affiancamento di una / due persone in possesso della necessaria competenza tecnica e professionale.

Il tutto per massimizzare la redditività d'impresa. Il turn over è elevatissimo.

Il malessere personale elevato con forti ricadute sui costi sociali che devono farsi carico di recuperare il disagio prodotto dalle aziende che devono produrre in quantità sempre maggiori per competere, per incrementare i livelli di redditività e di riflesso alimentare nuove forme e fonti di guadagno.

È qui che bisogna intervenire per elevare il valore della persona riconsegnando la dignità al fattore umano che la catena di montaggio ha tolto e reso evidente nella sua durezza e crudeltà nel film Tempi Moderni magicamente interpretato da Charlin Chaplin.

Il mondo in cui viviamo si trova di fronte a grandi cambiamenti e la velocità con cui la realtà muta sotto i nostri occhi è incessante e spesso imprevedibile.

L'evoluzione della tecnologia sta conducendo le persone a vivere un futuro sconosciuto per la complessità degli eventi che possono succedere nell'immediatezza degli accadimenti.

Una cosa è certa: le galee sono ancora oggi la testimonianza reale di come in certi casi la storia sia rimasta ferma al XIV° secolo, incapace di allontanarsi dagli accadimenti per la forte motivazione soggettiva che spinge l'uomo a incrementare il livello di ricchezza personale e il valore economico assegnato alle proprie imprese che vivono l'economia 4.0.

«Le persone che oggigiorno lavorano in una catena di montaggio, a cui viene chiesto di produrre incessantemente per raggiungere elevati livelli di produzione e di redditività aziendale, vivono le stesse condizioni provate dai rematori ai tempi delle Galee, quando venivano incatenati ai remi delle loro imbarcazioni per raggiungere velocemente il porto, oppure qualcosa è cambiato?»*

* Dalla Piramide al Cerchio, pag. 35, 43, Guido Zaccarelli, Franco Angeli Editore.

 

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di Guido Zaccarelli - Modena 18 febbraio 2018 - Un uomo solo al comando: la sconfitta dell'imprenditore solitario è il titolo rivolto all'imprenditore che innanzi al mondo di oggi, che viaggia sempre più veloce, rimane incardinato nella gestione padronale della propria azienda.

La riflessione abilita il pensiero a muoversi in differenti direzioni consapevole dell'errore che viene compiuto mantenendo in atto una gestione che sa di passato e non di futuro. Ma non tutti in passato gestivano le aziende seguendo uno schema imprenditoriale concentrato sul "padrone".

Veronesi-zaccarelli-libro.jpgUn uomo, che ha fatto la storia del biomedicale a Mirandola, favorendo la crescita sociale ed economica, ha sempre adottato uno schema semplice, ma estremamente lungimirante: inserire le persone nella proprietà dell'impresa. Si tratta del Dr. Mario Veronesi, un pioniere della grande industria italiana nel mondo che ha contribuito alla presentazione del saggio dal titolo: La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale, Guido Zaccarelli, Franco Angeli Editore: «nella mia personale esperienza imprenditoriale, limitata a quattro aziende che non hanno mai superato le 500 unità ognuna, la responsabilità condivisa del personale è sempre stata una condizione acquisita in quanto:

• i capiservizio erano associati nella proprietà della società;
• ogni caposervizio aveva la facoltà di selezionare i propri collaboratori;
• le nostre aziende hanno sempre avuto la possibilità di gratificare il personale oltre quanto previsto dai contratti sindacali.

Avere la piena collaborazione di tutto il personale e la loro conoscenza condivisa, è la prima condizione per aumentare la sicurezza del prodotto, oltre i controlli previsti dal processo nel nostro caso determinante per la vita del paziente.»

Le aziende che operano sui distretti territoriali, molte di queste a conduzione familiare, godono al proprio interno di elevate specializzazioni che costituiscono la struttura portante dell'impresa e sostengono la crescita e lo sviluppo dell'impresa. La percezione del lavoratore che vede ridotta l'attenzione e il valore associato alla dimensione personale e professionale, determina a piccoli passi la formazione di una frattura che nel tempo conduce alla fuoriuscita del dipendente che migra in altre realtà più strutturate capaci di rispondere ai desideri non corrisposti. Le persone vanno premiate.

Il risultato è una perdita di valore dell'impresa associato al mantenimento degli impegni assunti arrecati e dalla impossibilità di accedere a profili equivalenti capaci di sopperire nell'immediato alla mancanza del lavoratore.

Il turn over di profili specializzati è elevato e la concorrenza si muove per entrare in possesso di figure che possono contribuire ad allargare il gap con la concorrenza. Inserire i collaboratori all'interno dell'azienda coinvolgendo il personale nella proprietà è una dimensione di garanzia che tutela l'imprenditore innanzi a improvvisi e imprevedibili sbalzi d'umore e motiva il personale ad aderire in forma partecipata all'andamento dell'azienda assumendo ruoli e posizioni di assoluto rilievo nel contesto organizzativo.

L'economia moderna impone scelte organizzative sempre più orientate alla condivisione dei singoli saperi che si muovono verso un obiettivo comune.

L'incontro con alcuni imprenditori evidenzia un paradosso: chiedono al lavoratore di condividere le informazioni e la conoscenza in forma circolare e mantengono inalterata la struttura piramidale della propria azienda: una possibile causa per rimanere soli al comando della propria azienda. La cosa che più sorprende osservandoli, è nella gestualità delle mani che si muovono sincrone nel disegnare il cerchio della conoscenza e quando il discorso si sposta sull'organizzazione iniziano rispondono che deve essere verticale.

Il tempo sarà dalla parte della conoscenza condivisa e il modello piramidale verrà abbandonato per migrare verso quello circolare mettendo tutti d'accordo, anche quelli che, come i pinguini del Madagascar,hanno lasciato il gruppo per rimettersi in colonna e continuare il viaggio insieme agli altri.

 

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