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Dalla segreteria di Michele Facci, Fratelli d'Italia, riceviamo e pubblichiamo.

"In occasione del bilancio 2019, proprio al fine di sostenere le imprese montane, Il Presidente Bonaccini aveva promesso uno stanziamento di 15 milioni, sotto forma di sgravio sull'IRAP per le imprese già esistenti nelle zone montane, e l'azzeramento della tassa per le imprese di nuova costituzione.

Oggi, in Commissione Politiche Economiche, è stato presentato un Progetto di Legge per rendere concreto il sostegno promesso, ma dal contenuto fortemente ridimensionato: lo stanziamento viene ridotto da 15 a 12 milioni (-20%), e viene escluso l'azzeramento della tassa per le imprese di nuova costituzione.

Ancora una volta, assistiamo a promesse non mantenute da parte della Regione: un provvedimento certamente favorevole, quello del mantenimento e sviluppo delle attività produttive nei comuni montani, viene incredibilmente depotenziato. Da una parte la riduzione del 20% rispetto alle somme promesse, dall'altra l'esclusione del beneficio di quelle imprese che, pur situate in zone parzialmente montane, non ricadono in Comuni classificati come totalmente montani.

Un'ingiustificata riduzione del sostegno garantito, unitamente ad un'altrettanta ingiustificata esclusione di imprese egualmente meritevoli di ricevere aiuto: questo l'ennesimo passo falso di una Giunta sempre più in difficoltà."

E' quanto dichiarano i Consiglieri Regionali di FDI Facci, Callori e Tagliaferri in relazione al PDL regionale "Sostegno alle imprese localizzate nelle zone montane"

L'Emilia-Romagna spegne l'inceneritore di Ravenna. E avanti con la raccolta dei rifiuti in Adriatico, per difendere il nostro mare. Il presidente Bonaccini: "Qui iniziamo a chiuderli davvero, un passo vero e concreto verso il superamento dei termovalorizzatori". Il lavoro di squadra con il Comune di Ravenna e Hera. La decisione senza intaccare l'autosufficienza regionale nella gestione e smaltimento, garantiti dalla programmazione condivisa sugli altri impianti e dall'impennata della raccolta differenziata.

Bologna – 

L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto. 

È il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione.

E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-RomagnaComune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo stop: il periodo da qui a fine anno servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.  

Questo senza compromettere l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).

Lo ha deciso la Giunta regionale: l’Emilia-Romagna è sempre più impegnata a difesa dell’ambiente e del mare, con azioni concrete per favorire l’economia circolare.

Sono queste le novità principali annunciate oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e il sindaco del Comune di Ravenna, Michele De Pascale.

“Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti- afferma Bonaccini- l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e oggi la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo vero e concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dalla volontà e dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e quelli che hanno lavorato al Piano, e che ringrazio. E soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre più per azzerare i rifiuti indifferenziati”.

Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Già 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.

“A tre anni dall’approvazione del Piano regionale dei rifiuti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, si conferma quanto sempre sostenuto dalla Regione: gli impianti si usano finché servono e si chiudono quando non servono più a soddisfare le necessità di cittadini e imprese, secondo una valutazione complessiva di sostenibilità ambientale che tiene in considerazione la loro anzianità, le tecnologie a disposizione, il livello di efficienza e quindi gli impatti ambientali. La chiusura del termovalorizzatore di Ravenna, il più obsoleto della regione, è una conseguenza diretta della riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati delle province di Ravenna e Forlì-Cesena: un dato positivo, frutto delle politiche regionali e dell’impegno delle comunità locali”.

“La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti- spiega il sindaco, De Pascale-. L’impianto di Ravenna non viene chiuso per un localismo, per demagogia o per una sindrome nimby, ma viene chiuso perché è un impianto troppo piccolo e il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è un territorio che tanto ha dato e tanto dà al sistema della gestione dei rifiuti dell’Emilia-Romagna e vede oggi un risultato importante sul territorio, che si sta abbinando a uno sforzo molto importante dei cittadini di tutta la provincia di Ravenna per il passaggio a un nuovo sistema di raccolta che aumenti significativamente la raccolta differenziata. I dati sulle percentuali vanno letti con attenzione. Ravenna- prosegue il sindaco- è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e vedrà al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata”.

Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza, sentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio.

“L’analisi del ciclo di vita del termovalorizzatore di Borgoforte- sottolinea Gazzolo- mette in evidenza che la cessazione del conferimento dei soli rifiuti urbani avrebbe un rendimento ambientale peggiore in termini di emissioni di CO2 e per il trasporto fuori provincia. La linea regionale è creare le condizioni perché – quando si decide che un impianto cessi il trattamento dei rifiuti urbani – si spenga del tutto”.

“Il monitoraggio- chiude l’assessore- evidenzia risultati importanti raggiunti dal Piano regionale dei rifiuti: ora avanti per introdurre in tutti i Comuni la tariffazione puntuale”.

 

Lotta alla plastica

La Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il nostro mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino. 

“L’ho già detto e voglio ripeterlo qui- prosegue il presidente Bonaccini- vogliamo diventare una regione senza plastica, plastic free: domani entra in vigore la direttiva europea contro la plastica monouso e già nelle prossime settimane approveremo in Giunta la strategia regionale per darne attuazione anticipata rispetto alla scadenza del 2021, con misure integrate e coerenti per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo gli esempi di alcuni comuni virtuosi, come Rimini e Coriano, che hanno bandito la plastica sulle spiagge o nei loro territori. Altri si aggiungeranno e noi, come Regione, faremo la nostra parte. Ma già oggi diamo un segnale importante verso quella direzione, senza perdere tempo”.  /BB

Cresce ancora la raccolta differenziata di rifiuti in Emilia-Romagna: nel 2018 è arrivata al 68%, + 3,7%. Incrementi in tutte le province: 128 Comuni (il 39%) raggiungono con due anni di anticipo l'obiettivo del 73% fissato dal Piano regionale. In 93 oltre l'80%. I dati nei territori. L'assessore Gazzolo: "Risultato molto buono, frutto di un lavoro collettivo e delle politiche condivise con il Piano regionale. Il +3,7% rappresenta l'incremento più forte degli ultimi anni e con questo andamento supereremo agevolmente l'obiettivo fissato per il 2020".

Bologna – 

Cresce la raccolta differenziata dei rifiuti in Emilia-Romagna, che raggiunge in media il 68%, superando in diversi Comuni, con due anni di anticipo, gli obiettivi fissati dal Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr).

In particolare, 128 Comuni (il 39% dei 329 totali) hanno già raggiunto il target fissato dal Prgr, che prevede di arrivare al 73% di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in Emilia-Romagna nel 2020. 

In 93 Comuni (il 30% degli enti), inoltre, tale soglia è stata raggiunta o superata, toccando o andando oltre quota 80% di raccolta differenziata, mentre in 14 Comuni (4%) si è arrivati al 90% e oltre.

Dai dati 2018, relativi a tutte le province dell’Emilia-Romagna, emerge che la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è arrivata in media in regione al 68% (era il 64,3% nel 2017). Incrementi in tutte le province: in quella di Parma la differenziata si attesta al 78,3% (+0,7% sul 2017), a Reggio Emilia al 77% (+5,7%), Ferrara al 76,2% (+8,2%), Modena al 70,7% (+2,9%), Piacenza al 68,7% (+7,6%), Rimini al 66,6% (+3,1%), Bologna al 63,8% (+4,8%), Forlì-Cesena al 56,6% (+0,2%), Ravenna al 55,9% (+1,1).

In particolare, se la produzione totale dei rifiuti urbani nel 2018 è stata pari a 3 milioni di tonnellate (con un aumento contenuto rispetto al 2017) continua in maniera costante la crescita della raccolta differenziata che consente di recuperare oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2018, diminuendo in modo sensibile l’indifferenziato residuo

I dati registrano +3,7% sul 2017 e +6,8% sul 2016, anno di entrata in vigore del Piano regionale dei rifiuti. I rifiuti indifferenziati sono in calo del 6,8% rispetto al 2017.

“Si tratta di un risultato importante e molto buono, frutto anche delle politiche promosse dal Piano regionale”, sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo. “Un risultato al quale hanno lavorato da protagonisti i Comuni e i gestori, con la collaborazione attiva dei cittadini dell’Emilia-Romagna. Con questo andamento positivo raggiungeremo agevolmente l’obiettivo del Piano per il 2020”.

Guardando agli obiettivi del Prgr, sono positivi anche i risultati negli 81 Comuni che hanno applicato la tariffazione puntuale: sono 43 (sui 79 totali) quelli con l’80% o più di rifiuti differenziati e 11 (sui 14 totali) quelli che hanno raggiunto il 90% di raccolta differenziata.

Facendo, invece, riferimento agli obiettivi fissati nelle norme nazionali, il 54% dei Comuni dell’Emilia-Romagna ha già superato la quota del 65%.

Per quanto riguarda le diverse tipologie di rifiuto, si segnala un miglioramento generalizzato: la percentuale maggiore di differenziata riguarda il verde (21%), la carta (19,3%) e l’umido (15,4%). Seguono legno e vetro (8,6% ognuno); plastica (7,5%); rifiuti da costruzione e demolizioni (4,4%) e ingombranti (4,2%); i cosiddetti “altri rifiuti” come acidi, batterie, farmaci, oli, vernici, (3,7%); rifiuti derivanti dallo spazzamento delle strade (2,8%); metalli (1,5%); Raee (1,2%) e compostaggio domestico (1%). 

 

Miriam Ridolfi, allora assessore di Bologna, ha raccontato il "suo 2 agosto" in un volume pubblicato grazie all'Assemblea legislativa e messo a disposizione dei cittadini nelle biblioteche pubbliche. “Le 'Storie di Miriam' sono tasselli della nostra memoria condivisa" afferma la presidente Saliera.

Bologna -

Le storie di Miriam” diventano un libro grazie all’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e sono consultabili in tutte le Biblioteche aderenti all’Istituzione Biblioteche di Bologna. Miriam è Miriam Ridolfi, una raffinata signora sulla settantina che il 2 agosto 1980 era stata da pochi giorni nominata assessore al Comune di Bologna. Nelle ore successive alla strage alla Stazione si trovò a crescere molto in fretta: dovette coordinare i soccorsi, ascoltare la disperazione dei feriti, rincuorare i soccorritori, dare voce alla rabbia delle vittime. Dimostrò come ci si comporta quando si ricopre un’importante carica pubblica. E lo fece tanto bene che il giorno dei funerali delle 85 vittime il Presidente della Repubblica Sandro Pertini le fece una carezza.

Negli anni, smessa la fascia tricolore, Miriam è tornata a insegnare. E ha voluto mettere nero su bianco “il suo 2 agosto”: ricordi che vanno al di là della storia, parole che sono lezioni di vita. Vicende dove tornano i nomi di Teresa Alberti, Primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, di Libero Volta, impeccabile dirigente del Comune di Bologna, e dei tanti altri che il 2 agosto non si arresero. Esperienze unite da un solo filo rosso: Bologna resistette al piano stragista perché, come insegna Miriam “ognuno fece la propria parte in modo coordinato gli uni con gli altri”.

In occasione del 39° anniversario della Strage del 2 agostoMiriam Ridolfi e l’Assemblea legislativa presieduta da Simonetta Saliera hanno raccolto in un volume queste esperienze, queste lezioni di vita. Ne è nato “Le storie di Miriam”, pubblicazione che il Parlamento regionale ha messo a disposizione dei cittadini mandandone copia alle biblioteche pubbliche.

“Miriam Ridolfi è una testimone del tempo, è una maestra della memoria. Non si è mai arresa e continua a dare il proprio contributo alla nostra comunità raccontando ciò che avvenne il 2 agosto 1980: ci volle la sua razionalità per affrontare una situazione incredibile, superare l’annichilimento iniziale e avviare la rete di soccorsi che si mise in moto con grande spontaneità: Miriam nel Palazzo Comunale, Teresa nel Pronto Soccorso del Maggiore, Agide alla guida dell’autobus numero 37, Negrini responsabile sindacale tassisti ne furono il simbolo, ma tanti Pietro, Luisa, Mario, Anna, Guido….si impegnarono a scavare fra le macerie per prestare aiuto ai tanti, troppi, feriti a fianco dei vigili del fuoco, degli infermieri delle ambulanze, dei vigili urbani e di tutte le altre forze dell’ordine che erano accorse”, spiega la presidente Saliera che sottolinea come “Le 'Storie di Miriam' sono dei tasselli della nostra memoria condivisa, servono a contrastare la tentazione dell’oblio e della rassegnazione. Spingono a fare ognuno la propria parte: Istituzioni e cittadini insieme perché ogni nostro gesto sia quello di 'staffette della memoria' che rinnovano, generazione dopo generazione, quella solidarietà umana istintiva e disinteressata che agisce verso chi ha bisogno e porta sollievo nella disperazione. A Miriam, a quanti come lei lottano ogni giorno per la nostra democrazia vanno i più sinceri riconoscimenti. Perché non dobbiamo mai dimenticare che è necessario ricordare in quanto ogni amnesia nasconde una sommaria amnistia”.

 

 

Danni maltempo in agricoltura. Via libera alle domande per ottenere l'anticipo del 50% sugli aiuti Pac 2019. L'assessore Caselli: "Ma il decreto ministeriale penalizza le imprese, oltre a rappresentare un pesante fardello burocratico. Abbiamo aderito unicamente per senso di responsabilità verso gli agricoltori"

Gli interessi maturati sull'importo erogato rientrano nel tetto degli aiuti de minimis di 20 mila euro in un triennio fissato da Bruxelles. Niente anticipo sotto la soglia di 750 euro. Le domande possono essere presentate on line sul sito dell'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura fino al 20 giugno.

Bologna - L'agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (Agrea) dell'Emilia-Romagna ha aperto da ieri, e fino al prossimo 20 giugno, il termine per la presentazione da parte dei singoli agricoltori e dei Centri di assistenza agricola (Caa) della domanda per chiedere il  dell' anticipo del 50% sugli aiuti Pac 2019 (Domanda unica), anziché aspettare la scadenza ordinaria, fissata dalla normativa europea tra il 16 ottobre e il 30 novembre di ciascuno anno.

Si tratta di una procedura di carattere straordinario prevista da un recente decreto del ministero delle Politiche agricole e del Turismo, alla quale la Regione Emilia-Romagna ha aderito, per andare in aiuto alle aziende danneggiate dalle ripetute ondate di maltempo che nello scorso mese di maggio hanno pesantemente colpito coltivazioni e strutture agricole.
Il decreto fissa, comunque, alcune limiti e condizioni che potrebbero ridurne di molto l'operatività e, soprattutto, che penalizzano le aziende sotto l'aspetto economico.
L'anticipo minimo richiesto, infatti, non può scendere sotto la soglia dei 750 euro; inoltre non potrà essere erogato ai produttori con debiti registrati e a quelli che hanno in corso il trasferimento di diritti Pac.

Il vincolo più stringente, che rischia di avere un impatto pesante sulle tasche degli agricoltori, però, è un altro: gli interessi che maturano sull'anticipo erogato prima della scadenza ordinaria del prossimo autunno saranno infatti considerati a tutti gli effetti aiuti di Stato. Pertanto rientrano nel tetto triennale degli aiuti cosiddetti de minimis di 20 mila euro fissato da Bruxelles per ciascuna azienda, tetto che sale a 200 mila euro se si considerano anche quelli extra agricoli, riducendo così la disponibilità per altre misure di sostegno, come ad esempio gli aiuti alla bietola e al grano duro.
"Abbiamo aderito a questa procedura - sottolinea l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli – unicamente per senso di responsabilità verso gli agricoltori, così pesantemente danneggiati dal maltempo delle scorse settimane. Infatti siamo perfettamente consapevoli che si tratta di una soluzione di scarso impatto e che oltretutto costringerà tutti - Agrea, agricoltori e Caa – a sobbarcarsi un pesantissimo fardello burocratico. Come Regione avevamo proposto in alternativa al ministero una soluzione più semplice e lineare, cioè la decurtazione dall'anticipo del calcolo degli interessi. Operazione che avrebbe consentito di escludere l'attivazione del regime de minimis. Ma hanno preferito la strada più complicata e burocratica".
Sul sito di Agrea  ( http://agrea.regione.emilia-romagna.it/ ) è disponibile il modulo on line per la presentazione della domanda. /G.Ma

Agroalimentare. Oltre 34 milioni di euro di prestiti agevolati per sostenere i piani di sviluppo aziendali grazie all'accordo Regione-Fondo Europeo per gli Investimenti e la partecipazione di cinque istituti di credito. Caselli: "Un'opportunità in più per le nostre imprese per vincere la sfida della competitività". L'importo massimo dei finanziamenti sarà di 350 mila euro per investimento. Le cinque banche aderenti all'intesa sono Iccrea, Credem, Creval, Banca di Cambiano e Monte dei Paschi di Siena. Oltre a tassi e commissioni ridotte, i finanziamenti potranno beneficiare di una garanzia del fondo per il 50% del finanziamento. L'accordo nel quadro del progetto multiregionale Agri Italy Platform.

Bologna –

Oltre 34 milioni di euro di prestiti disponibili a condizioni particolarmente vantaggiose e in tempi rapidi per sostenere gli investimenti delle imprese in campo agricolo e agroindustriale, grazie al sostegno economico del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 dell’Emilia-Romagna e del Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei).

È diventato operativo l’accordo sottoscritto tra Regione e Fei, al quale hanno aderito cinque qualificati istituti di credito - Iccrea, Credem, Creval, Banca di Cambiano e Monte dei Paschi di Siena - per offrire un pacchetto di prodotti finanziari a costi contenuti a supporto dei piani di sviluppo delle imprese agricole ed agroalimentari,

Dalla Regione un contributo pari a sei milioni di euro per sostenere la competitività delle imprese

Le cinque banche, a fronte di un investimento della Regione e del Fei di 6 milioni di euro ciascuno, si sono impegnate a mettere a disposizione delle imprese mutui agevolati e altri strumenti finanziari fino ad un ammontare totale di 34 milioni di euro, nell’ambito del progetto multiregionale Agri Italy Platform.

“Grazie all’accordo- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-  garantiamo un’opportunità in più alle imprese per finanziare i loro progetti di investimento, in una fase in cui si stanno esaurendo i tradizionali bandi del Psr. La nostra adesione alla piattaforma multiregionale rappresenta la sperimentazione di un nuovo strumento di stimolo agli investimenti che mi auguro possa evolvere nella prossima programmazione in forme combinate col conto capitale e con una maggiore finalizzazione a specifiche priorità come i giovani o il biologico”.   

L’importo massimo dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito è di 350 mila euro ad investimento; parte della somma, fino ad un massimo di 200.000 euro ad operazione, può essere destinata a capitale circolante per favorire la tenuta economica delle imprese, in attesa che gli investimenti possano produrre nuova redditività. La durata dei mutui può arrivare fino a 12 anni, durata non possibile al momento con altri strumenti. Avvalendosi di una garanzia che non necessita di accantonamenti da parte delle banche sul 50% dell’operazione, i tassi di interesse e le commissioni saranno più basse rispetto alle condizioni ordinarie di mercato.

Altro aspetto non trascurabile, l’istruttoria delle domande presentate dalle imprese sarà interamente a carico degli istituti di credito aderenti all’intesa, che provvederanno ad erogare i prestiti dopo aver verificato direttamente la sussistenza dei requisiti di ammissibilità.

Una procedura che, almeno sulla carta, dovrebbe garantire una maggiore rapidità nell’esame delle domande e, quindi, nell’erogazione dei finanziamenti.

Per maggiori informazioni: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2019/strumenti%20finanziari /G.Ma.  

 

La missione istituzionale della Regione ha portato imprenditori, associazioni degli agricoltori, cooperative e Università nelle province di Québec e British Columbia per promuovere le produzioni emiliano-romagnole, sviluppare opportunità commerciali, avviare collaborazioni nel campo della ricerca e delle università. A Vancouver gli incontri con tre ministri della British Columbia, provincia tra le più avanzate del mondo sui temi dell'innovazione, dell'industria creativa e della green economy che hanno gettato le basi per la firma di un accordo di cooperazione tra i due governi.

Bologna –
 
Agroalimentare, ricerca e innovazione, lotta ai cambiamenti climaticisi rafforza la collaborazione tra Emilia-Romagna e Canada. Dopo la missione istituzionale del novembre scorso, in occasione della 3^ edizione della “Settimana della cucina italiana nel mondo”, la delegazione guidata dall’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli nei giorni scorsi ha portato nelle principali città canadesi imprenditori emiliano-romagnoli, consorzi di tutela, rappresentanti delle associazioni degli agricoltori, del mondo cooperativo e delle Università di Bologna e Parma. 

“Una missione completa- afferma Caselli- che ha portato in Canada imprese, università, rappresentanti del mondo agricolo e della cooperazione. Un’occasione per consolidare i rapporti avviati nella prima missione dello scorso novembre e per concretizzare collaborazioni sui temi del contrasto al cambiamento climatico, dell’innovazione e della ricerca nei campi dell’agroalimentare e dell’ambiente. Siamo molto soddisfatti per la grande attenzione e l’accoglienza che ci ha riservato il governo della British Columbia, con gli incontri che abbiamo avuto con tre ministri, in particolare dello Sviluppo economico, dell’Agricoltura e dell’Ambiente. Un successo anche i nuovi rapporti commerciali che molte nostre aziende hanno avviato con gli importatori e la distribuzione canadese, Quebec e in British Columbia, a conferma del valore e della qualità delle produzioni dell’Emilia-Romagna, molto apprezzate in un mercato come quello canadese, dinamico e in continua crescita per quanto riguarda i nostri prodotti”. 

Un calendario fitto di appuntamenti istituzionali e commerciali che ha visto come momento promozionale clou, in occasione della Festa della Repubblica, presso il centro di cultura italiana di Vancouver, l’Emilia-Romagna protagonista con tutti i suoi prodotti e il vino, l’orchestra Casadei e oltre mille italo-canadesi partecipanti. “Un evento molto partecipato e un’ottima opportunità per promuovere gli abbinamenti vino e prodotti della regione – conclude Caselli- organizzato dal console Massimiliano Iacchini e dalla Camera di Commercio italiana a Vancouver”.

 

I principali appuntamenti

Negli incontri con tre ministri del governo della British Columbia – Bruce Ralston (Lavoro, commercio e tecnologia), Lana Popham (Agricoltura) e George Heyman (Ambiente e cambiamento climatico) -si sono gettate le basi per una collaborazione a tutto campo sull’innovazione e la ricerca, inclusi i temi della formazione, dello scambio tra università (ricercatori e studenti) e per il potenziamento di progetti con partnership pubblico private che attraverso anche ART-ER, la nuova agenzia regionale per l’innovazione, verranno sviluppate grazie ad un memorandum of understanding per sancire i rapporti tra i due territori.
A Vancouver, si è tenuto il primo forum bilaterale tra Emilia-Romagna e British Columbia dal titolo “Designing the path for future collaboration” per un approccio strategico e comune alla ricerca e all’innovazione in agricoltura a cui oltre alle Università di Bologna e Parma, sono intervenuti CIA agricoltura, Alleanza delle Cooperative, Confagricoltura e il ClustER agrifood. 

Dal punto di vista accademico sono stati rafforzati i rapporti con la prestigiosa Università della Bristish Columbia, il Politecnico KPU e con il college VCC. Inoltre, la delegazione  ha avuto l’opportunità di visitare il Centro nazionale canadese di ricerca agroalimentare ad Agassiz che, su temi della produzione primaria e la difesa fitosanitaria, vanta già importanti relazioni con ricercatori dell’Emilia-Romagna e, in particolare, con l’Università di Modena e Reggio Emilia sul contrasto alla cimice asiatica. 

In Quebec gli appuntamenti istituzionali hanno permesso di esaminare, nell’incontro con Pierre Gattuso, membro dell’International Cheese Council, l’applicazione del Ceta relativamente ai formaggi dell’Emilia-Romagna con particolare focus sul Parmigiano Reggiano: un’occasione, questa, per segnalare e far sottoporre alle autorità federali le aspettative di aumento delle quote d’importazione del prodotto e la vigilanza sull’uso di denominazioni ingannevoli quali “Parmesan”. 

Altri appuntamenti si sono svolti presso la Canadian Food and Inspection Agency CFIA/ACIA, con  funzioni di controllo degli alimenti e di applicazione delle norme igienico sanitarie e fitosanitarie alle derrate in entrata sul territorio canadese e presso il Mapaq (Ministero dell’Agricoltura, pesca e dell’Alimentazione del Québec) struttura dedicata alla qualità dei prodotti e alla loro tutela e valorizzazione, per sviluppare un confronto su temi di comune interesse e di utile collaborazione e sinergia. 

Nel corso della missione, le iniziative a carattere commerciale sono state dedicate alla promozione e alla valorizzazione delle nostre produzioni agroalimentari, come il “Souper Gourmand Authentic Italian Table” con la partecipazione di oltre 250 tra operatori e rappresentanti istituzionali della comunità del Québec.
Sul tema del vino da segnalare infine l’incontro, a cura di Enoteca Emilia-Romagna, con i rappresentanti della Saq - Société des alcools du Québec, il monopolio canadese del vino.

Fonte: Regione ER

Elezioni amministrative 2019. Tredici comuni dell'Emilia-Romagna ai tempi supplementari per eleggere il primo cittadino: domenica 9 giugno al ballottaggio anche i capoluoghi Reggio Emilia, Ferrara e Forlì. Le altre sfide per la fascia tricolore ad Argenta, Copparo (Fe), Molinella (Bo), Cesena, Savignano sul Rubicone (Fc), Carpi, Castelfranco, Maranello, Mirandola (Mo) e Casalgrande nel reggiano. Al voto oltre 585 mila elettori in 760 seggi. Si vota dalle 7 alle 23, a seguire lo spoglio.

Bologna -

Sono 13 i comuni emiliano-romagnoli i cui elettori sono chiamati alle urne, domenica 9 giugno, nel turno di ballottaggio per eleggere il sindaco: tra questi anche i 3 capoluoghi di provincia, ovvero le città di Ferrara, Forlì e Reggio Emilia. Sfide per il primo cittadino anche nei comuni di: Argenta e Copparo nel ferrarese; Molinella nel bolognese; Cesena e Savignano sul Rubicone nella provincia di Forlì-Cesena; Carpi, Castelfranco Emilia, Maranello e Mirandola nel modenese; Casalgrande nel reggiano.

Dopo la tornata elettorale di domenica 26 maggio (nella quale sono stati eletti al primo turno 222 sindaci dei 235 in corsa), andranno al voto 585.760 elettori (281.828 sono uomini e 303.932 donne), che potranno esprimere la propria preferenza in 760 seggi aperti solo nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle 23. Terminate le operazioni di voto si procederà allo spoglio.

Tutte le informazioni sul voto si possono consultare sul sito della Regione Emilia-Romagna dedicato alle elezioni, all’indirizzo http://www.regione.emilia-romagna.it/elezioni realizzato dall’Agenzia di Informazione e Comunicazione della Giunta regionale con la collaborazione dell’Ufficio stampa dell’Assemblea legislativa. L’elaborazione dei dati è curata dal servizio statistico della Giunta e dalla Direzione Generale dell’Assemblea legislativa emiliano-romagnola.

Le sfide nel dettaglio

Nel bolognese al voto il comune di Molinella dove si sfidano Dario Mantovani (centrosinistra, 49.45% al primo turno) e Marco Stegani (centrodestra, 36.04%).

Nel ferrarese, sfide nei comuni di Ferrara tra Alan Fabbri (centrodestra, al 48.44% al primo turno) e Aldo Modonesi (centrosinistra, al 31.75%), di Copparo tra Fabrizio Pagnoni (centrodestra, 42.72% al primo turno) e Diego Farina (centrosinistra, 39,42%) e di Argenta tra Andrea Baldini (centrosinistra, 46.18% al primo turno) e Antonio Curtarello (centrodestra, 40.73%).

Nel reggiano ballottaggio nel comune di Reggio Emilia tra Luca Vecchi (centrosinistra, 49.13% al primo turno) e Roberto Salati (centrodestra, 28.22%) e in quello di Casalgrande tra Alberto Vaccari (centrosinistra, 38.64%) e Giuseppe Daviddi (lista civica, 23.01%).

Nella provincia di Forlì-Cesena sfide nella città di Forlì tra Gian Luca Zattani (centrodestra, 45.80%) e Giorgio Calderoni (centrosinistra, 37.21%), a Cesena tra Enzo Lattuca (centrosinistra, 42.83%) e Andrea Rossi(centrodestra, 33.81%) e a Savignano sul Rubicone tra Filippo Giovannini (centrosinistra, 45.25%) e Marco Foschi (centrodestra, 37.81).

Quattro i turni di ballottaggio nel modenese: a Carpi sfidatra Alberto Bellelli (centrosinistra, 48.01% al primo turno) e Federica Boccaletti (centrodestra, 27.30%), a Castelfranco Emilia tra Giovanni Gargano(centrosinistra, 41.78%) e Modesto Amicucci (centrodestra, 30.80%), a Maranello tra Luigi Zironi(centrosinistra, 49,99%) e Luca Barbolini (centrodestra, 36.22%) e a Mirandola tra Alberto Greco(centrodestra, 47.48%) e Roberto Ganzerli (centrosinistra, 43.10%).

In allegato: tabella elettori al ballottaggio (per provincia e comuni)

 

Mercatone Uno. La Regione chiederà all'Inps di pagare il Tfr maturato dai lavoratori. I sindacati: "Positivo l'impegno di Regione e Comuni". Vertice in viale Aldo Moro con le organizzazioni sindacali e con le associazioni dei consumatori in difesa dei clienti che chiedono una rapida riapertura dei punti vendita e una rappresentanza al tavolo del Mise.

Bologna -

La Regione inviterà l’Inps dell’Emilia-Romagna e nazionale a pagare il Trattamento di fine rapporto, Tfr, maturato dai lavoratori di mercatone Uno prima del passaggio alla gestione della Shernon Holding. Al contempo, la Regione continua a collaborare con i Comuni per applicare tutti i possibili interventi sociali in questa fase di sospensione dei lavoratori, che sono privati priva di ogni forma di reddito o di ammortizzatore sociale.

Lo ha affermato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, nell’incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dei Comuni sede di punti vendita, che si è svolto ieri pomeriggio in Regione per condividere azioni a supporto dei lavoratori (450 in Emilia-Romagna e 1800 in Italia), coinvolti nella crisi Mercatone Uno/Shernon Holding srl.

L’incontro è stato anche occasione per riportare ai sindacati l’esito del vertice con le banche di lunedì scorso, firmatarie del Protocollo di anticipazione della cassa integrazione di lunedì scorso, in merito alla richiesta di sospensione temporanea dei mutui e dei prestiti avanzata da Regione e Comuni. Richiesta che è stata recepita dalle banche.

I sindacati hanno apprezzato l’impegno della Regione e la disponibilità dei Comuni ad attivarsi.

Al termine dell’incontro con i sindacati, l’assessore regionale ha avuto uno scambio di vedute con le associazioni di consumatori, in rappresentanza di centinaia di clienti in attesa di merce non consegnata. Clienti che aspettano, pur da posizioni diverse, di conoscere il destino della Shernon. 
Nell’incontro è stato fatto il punto sulle ripercussioni che la crisi del Mercatone Uno sta avendo sulla clientela. La rapida riapertura dei punti vendita, è stato condiviso, rappresenterebbe anche una soluzione per i diritti dei clienti, oltre a rappresentare il riavvio di un percorso di rilancio dell’azienda, da tutti auspicato. Inoltre la Regione sosterrà la richiesta delle Associazioni Nazionali dei Consumatori di essere coinvolte dal Ministero nel confronto per la soluzione a questa vicenda.

Fonte: Regione ER

 

Mercatone Uno, la Regione incontra le banche: l'impegno degli istituti di credito per arrivare alla sospensione dei mutui per i lavoratori sospesi. Vertice oggi con gli istituti bancari firmatari del protocollo di anticipazione della cassa integrazione e, a seguire, quello con gli 11 Comuni che ospitano sedi dell'azienda. Già fissato l'incontro con i sindacati per il 5 giugno .


Bologna -

Prende corpo la sospensione del pagamento dei mutui per i lavoratori della Mercatone Uno. La misura è stata chiesta dalla Regione alle banche a sostegno di addette e addetti sospesi dal lavoro dopo la dichiarazione di fallimento dell’azienda da parte del Tribunale di Milano. E le banche, firmatarie del Protocollo di anticipazione della cassa integrazione, oggi convocate in Regione, a Bologna, si sono impegnate a coinvolgere l’Abi (Associazione bancaria italiana) regionale per studiare un protocollo da applicarsi temporaneamente, in attesa della definizione di norme nazionali, che preveda appunto la sospensione del pagamento dei ratei dei mutui.

Continua quindi l’impegno della Regione per affrontare la crisi della Mercatone Uno, in assenza di un quadro di riferimento nazionale. L’assessore alla Attività produttive, Palma Costi, ha informato i rappresentanti degli Istituti di credito della richiesta, presentata dalla Regione stessa e dalle Organizzazioni sindacali al Governo (al tavolo ministeriale del 27 maggio scorso), affinché l’amministrazione straordinaria riprenda in carico i lavoratori Shernon, perché questo consentirebbe l’utilizzo degli ammortizzatori sociali necessari in questa drammatica situazione. Questo, attraverso il Protocollo di anticipazione bancaria, consentirebbe anche di ridurre i tempi di attesa della cassa integrazione rispetto all’erogazione da parte dell’Inps. 

Sempre secondo l’assessore, servirebbe reintrodurre a livello normativo la possibilità prevista dalla finanziaria del 2015 (scaduta nell’agosto del 2018), di sospendere i mutui anche per i lavoratori in regime di ammortizzatori sociali.

Dopo l’incontro con le banche, l’assessore regionale alle Attività produttive ha incontrato i rappresentanti degli 11 Comuni che ospitano sedi di Mercatone Uno, per valutare le azioni di sostegno sociale possibili da applicare a sostegno dei lavoratori in questa fase emergenziale. 

Inoltre, Costi ha indetto un prossimo incontro il 5 giugno, nella sede della Regione, con le Organizzazioni sindacali, per continuare il confronto nella ricerca di soluzioni.
/CL

Fonte: Regione ER

 

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