Nel cinquantesimo anniversario della proclamazione del dogma, avvenuto ad opera del Papa Pio IX l'08 dicembre 1854 con la bolla "Ineffabilis Deus", Giuseppe Sarto promulgava la Lettera Enciclica "Ad diem illum laetissimum" nella quale ricordava l'avvenimento come un giorno di "incomparabile letizia" per l'intero orbe cattolico. Il documento pontificio si poneva in stretta continuità con l'Enciclica "E supremi" del 1903 (ove venivano delineate le linee del pontificato piano), presentando la Madre di Dio come la strada più sicura e più facile per poter arrivare a Cristo, termine e fine ultimo dell'uomo in cui tutto deve essere restaurato.
Scrive Papa Sarto: "...Maria, portando in seno Gesù, vi portava anche tutti coloro la vita dei quali era contenuta nella vita del Salvatore". Pio X, con mirabile chiarezza e paterna dolcezza, metteva in luce in questo modo la preziosità della nostra figliolanza spirituale e mistica con Maria, la quale è Madre nostra in quanto "madre delle membra di Cristo che siamo noi".
Per vivere questa pienezza Papa Sarto invitava a non limitarsi all' "onore delle labbra", che portano all' "apparenza della devozione", ma a mettere al primo posto i "sentimenti del cuore" che non si traducono in un vago romanticismo, bensì nella vera conoscenza e nell'autentico amore di Cristo.
A san Pio X, dunque, il merito di richiamare ancora oggi la devozione per l'Immacolata.