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Domenica, 08 Novembre 2015 10:09

Teseo la nuova frontiera informativa di Clal

Aumenta la potenzialità elaborativa di Clal, il portale dedicato al settore lattiero caseario e zootecnico ideato da Angelo Rossi, orientando la visione verso la sostenibilità dell'agricoltura attraverso la nuova piattaforma Teseo.

Parma 8 novembre 2015 -
Si fa tanto parlare di agricoltura sostenibile e redditività delle imprese agricole e zooteniche ma, senza un adeguato sistema di monitoraggio e di competenze, non è difficile cadere in errori di valutazione e mandare in fumo il lavoro di tanti anni e di tanti sacrifici.
L'informazione tempestiva diventa perciò un'indispensabile strumento di valutazione per sostenere le scelte imprenditoriali. E la zootecnia moderna non può prescindere da questo prezioso strumento.

Infatti, se da un lato la globalizzazione ha portato vantaggi spalancando le porte dei mercati locali, come opposta faccia della stessa medaglia ha portato con sé una rigida e cinica competizione. Quello che accade in un'emisfero determina immediate conseguenze all'emisfero opposto della terra.
Ecco quindi il giustificarsi del successo del portale di CLAL che raccoglie tempestivamente le informazioni economiche connesse al settore lattiero caseario e zootecnico, scientemente organizzate per una rapida consultazione.

Un "cruscotto" di facile consultazione, aggiornato con tempestività che, recentemente, è stato ulteriormente arricchito con l'estensione di Teseo.
TESEO, il portale che prende il nome dal papà agricoltore di Angelo Rossi il fondatore di CLAL, espande le potenzialità del sito da cui prende origine, integrando tutto ciò che riguarda la sostenibilità e i due principali fattori che la determinano come l'acqua e l'energia.

Obiettivo, si legge dal sito, è offrire strumenti per gestire da protagonisti la svolta culturale verso modelli produttivi sostenibili.
Il Progetto Acqua & Energia, prosegue la narrazione, fornisce agli operatori del settore agroalimentare un quadro aggiornato dei problemi legati all'utilizzo dell'acqua e dell'energia, un sistema di informazioni e indicazioni per affrontare in modo consapevole ed efficace la gestione responsabile delle risorse vitali per il futuro del pianeta.
Prosegue perciò il percorso di continuo rinnovamento del portale CLAL perfettamente sostenuto dall'affiatato e professionale "Team Clal".

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Lattiero caseario. Nel corso degli ultimi quattro anni, la tendenza del prezzo è stata negativa per entrambe le Dop, con toni comunque più sfavorevoli per il Parmigiano Reggiano che il Grana Padano.

Roma - Il mercato dei bovini da ristallo rimane condizionato dal blocco degli approvvigionamenti dalla Francia, dove per l'emergenza Blue tongue è stato sancito un allargamento dei territori soggetti a restrizioni di movimentazione. Di riflesso, come segnalato dall'Overview di Ismea di questa settimana, anche nei prossimi giorni è prevedibile un ulteriore rialzo dei prezzi dei capi nazionali e dei ristalli di provenienza estera, specie irlandesi e polacchi, che sul mercato internazionale si stanno sostituendo a quelli d'Oltralpe. Tale situazione sta condizionando e rallentando anche l'attività di macellazione nazionale, per le incertezze sui successivi ristalli e per la difficoltà dei macellatori di trasferire i rincari alla distribuzione, nonostante per i quarti anteriori e le mezzene si stia già assistendo ad una fase rialzista.

Stagnante il mercato dei suini da macello, per i quali è prevedibile un leggero ritocco al ribasso delle quotazioni, in un contesto nazionale comunque di sostanziale equilibrio tra domanda e offerta. Anche per le carni suine è prevista una conferma delle quotazioni della scorsa settimana. Nel caso degli avicoli, l'offerta di polli risulta meno pressante e meglio adeguata alla domanda: nel corso di questa settimana, le quotazioni dovrebbero rimanere stabili. Sul mercato dei tacchini potrebbe invece assistersi a qualche rialzo, per la ripresa dei consumi della fesa, prodotto guida di questo segmento. Nessuna variazione di rilievo, infine, dovrebbe interessare i listini dei conigli e delle uova, prodotti per i quali gli scambi si stanno svolgendo in un contesto mercantile equilibrato.

Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, sul mercato nazionale, qualche lieve aumento potrebbe verificarsi per il burro, sulla scia della fase lievemente rialzista della scorsa settimana. Il mercato dei formaggi rimane invece fermo per il Parmigiano Reggiano, ma mostra qualche cedimento per il Grana Padano. Nel corso degli ultimi quattro anni, la tendenza del prezzo è stata negativa per entrambe le Dop, con toni comunque più sfavorevoli per la prima. A inizio ottobre il divario di prezzo, a vantaggio del Parmigiano, si è ulteriormente ridotto, scendendo a 1,18 euro (un anno fa era a 1,28).

Riguardo all'olio di oliva, le quotazioni di tutte le categorie risultano adesso in flessione - come anche osservato sul mercato spagnolo - dopo i picchi conseguiti nei mesi precedenti. A tale proposito va evidenziato, come rilevato dall'Ismea, che il prezzo di 4,17 euro/chilo per l'extravergine spagnolo non si riscontrava nel Paese dal 2006.
Ad agosto, inoltre, le quotazioni del lampante, sempre sulla piazza iberica, avevano raggiunto i 3,80 euro/chilo, registrando un rincaro del 50% su base annua. E in Italia a settembre, rispetto allo stesso mese del 2014, si è assistito ad un analogo rialzo del prezzo del lampante - con punte di 3,24 euro/chilo - e ad un rincaro del 40% dei raffinati di oliva e sansa.

Per i vini, la Commissione europea ha reso nota una prima stima sulla produzione nella Ue, indicando una crescita del 2,7%, grazie soprattutto al contributo dell'Italia. Il mercato nazionale resta stazionario in assenza di scambi anche nella prospettiva di breve termine.

Sui mercati ortofrutticoli il progressivo ampliamento delle affluenze di prodotti autunnali nei circuiti all'ingrosso, con l'intensificarsi delle operazioni di raccolta soprattutto di radicchi e fagiolini, sta ulteriormente frenando i listini il cui calo, comunque fisiologico, dovrebbe proseguire anche nelle prossime settimane. Si segnala l'avvio della commercializzazione delle ortive in serra sulla piazza di Vittoria, in un mercato poco movimentato e appesantito, in questa fase, da un'offerta ancora significativa di prodotto di pieno campo proveniente da altri areali di coltivazione.

Per la frutta di stagione le contrattazioni proseguono in un quadro di sostanziale equilibrio per mele e pere, ma in un contesto di ulteriore fragilità per l'uva da tavola, che sconta una tiepida accoglienza della domanda finale. Esordio con ottime quotazioni franco azienda per i loti, grazie a una buona richiesta e a una disponibilità che nell'immediato appare piuttosto contenuta.

Nel comparto cerealicolo, infine, le contrattazioni continuano a subire l'influenza dei mercati internazionali. Le aspettative di un'ulteriore flessione dei prezzi hanno tenuto a freno gli scambi e i listini, stazionari per frumento tenero, mais e orzo, ma in ulteriore diminuzione per il grano duro.
L'avvio della commercializzazione è avvenuto, nel frattempo, sulla base di prezzi più alti rispetto allo scorso anno per semi di soia e girasole, in presenza di rese ad ettaro nettamente più contenute.
(Fonte Ismea 5 ottobre 2015)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Il mercato detta legge. Agricoltori e allevatori europei manifestano, anche con violenza, a Bruxelles. Gli effetti negativi della fine del regime delle quote latte si sono manifestati molto prima dell'immaginabile. Ma era un destino segnato e qualcuno dovrà pagarne le conseguenze. Gli allevatori hanno già dato.

di Lamberto Colla 13 settembre 2015 -
Non poteva che finire così: trattori che sfidano i blindati davanti alla Commissione dell'UE a Bruxelles.

A pochi mesi dalla tanto auspicata liberazione dal regime delle quote latte ecco che ci si rende conto della voracità del mercato libero e competitivo. Ed allora gli animi si infiammano e la protesta si trasforma in scontro come documenta il servizio della Tv Belga RTBF.

A nemmeno 4 mesi di distanza dalla liberalizzazione del mercato del latte il prezzo alla stalla crolla per effetto, prevalentemente, dell'eccesso di offerta rispetto alla domanda e, per di più, si allarga ancor più la forbice tra prezzo alla stalla (0,35€/litro) e prezzo al consumo (1,45€/litro) a confermare, se mai ce ne fosse stato ancora bisogna, della stragrande forza dell'industria di trasformazione e della distribuzione rispetto al settore primario.

La cosa era ben più che prevedibile, era una certezza ma nessuno di coloro che avrebbero avuto il compito di governare e di quelli invece che avrebbero avuto il compito di negoziare le politiche agricole (Organizzazioni professionali Agricole) hanno fatto qualcosa nella speranza, forse, di liberarsi una volta per tutte del peso delle quote latte.

Le regole del mercato sono ferree, se i consumi stagnano e l'offerta cresce è inevitabile che il prezzo scenda.

Ma si sa i furbetti ci sono da tutte le parti e in tutti i paesi dell'UE.

Così, se l'Italia è riuscita a ingarbugliarsi sin dalle origini con la gestione delle quote latte (dal bacino unico alla prima supermulta dell'equivalente di 2 miliardi di euro (1994) pagata dai contribuenti e non dai singoli splafonatori, come avrebbe dovuto essere, alla rivolta dei Cobas latte che inneggiavano alla libertà sacrosanta di produrre, in barba a ogni regola scorrazzando liberamente, a suon di ricorsi ai TAR, nelle praterie del latte infischiandosene delle maggiori produzioni e del prelievo supplementare orientandosi invece a investire, in tecnologie e nuove mandrie, quelle risorse che invece gli altri (95% degli allevatori) dovevano investire nell'acquisto o affitto delle "quote" (di fatto una licenza a produrre latte) o per pagare le multe annualmente conteggiate (più male che bene) dall'Aima e dall'Agea relativamente ai quantitativi prodotti oltre il limite assegnato annualmente a ciascuna stalla.

Per l'Italia, a dire il vero, il problema nacque molti anni prima delle quote latte, sin dagli anni settanta quando la CEE sanzionò il Bel Paese applicando i "Montanti Compensativi", obbligandoci perciò a importare latte dalla Germania (sempre loro) compensando gli effetti dovuti all'alto differenziale di svalutazione tra le due monete sovrane. Una concessione che ha condotto a ridurre la produzione nazionale, a favore di quella tedesca, ben al di sotto della soglia di autoapprovvigionamento lattiero italiano (attualmente intorno al 70%). Così, nel 1983, anno nel quale si congelarono le produzioni per dare vita al regime delle quote latte l'Italia si è trovata a poter produrre molto meno di quanto fosse la domanda interna. 

E poi si arrivò all'allargamento dei confini Ue con l'ingresso dei forti produttori di latte dell'Est che non vedevano l'ora di esportare in Europa, per di più in mercato protetto.

Infine, ma non da ultimo, con l'approssimarsi della fine del regime ecco che quasi tutti, tranne l'Italia che invece doveva fare i conti con le multe e di tutta quella quota di latte destinata ai formaggi DOP già contingentata per la difficoltà di trovare nuovi canali distributivi, hanno cominciato a aumentare le produzioni nella speranza di avvantaggiarsene una volta liberi dal vincolo delle quote. Un'euforia che si è scatenata poi dal primo maggio 2015 quando "finalmente" sono state abbattute le barriere.

Poco più di 90 giorni e la rabbia è già salita dalle stalle alle stelle almeno osservando la protesta di lunedi 7 settembre. Trattori contro blindati. Avrebbero dovuto fare a testate contro i blindati e allora sì che l'avrebbero avuta vinta.

O si torna a un regime protetto o la china sarà dura da risalire come avevamo anticipato i giorni scorsi.

A dire il vero avevamo anche anticipato le furberie dei francesi , tedeschi e irlandesi, eccetera, e che sarebbero stati sufficienti pochi mesi perché il bubbone esplodesse. Ma mai avremmo pensato, così pochi mesi.

Il 5 aprile scorso scrivevamo che "Ancora pochi mesi e la fragilità del nostro sistema lattiero caseario si manifesterà con violenza a meno di un miracolo o che si faccia finalmente squadra coinvolgendo tutti, nessuno escluso, industriali compresi ovviamente.
Sarà invece più facile trovare da leggere nostalgiche poesie sui bei tempi delle vituperate quote latte."

Una questione che era nota da tempo tant'è che venne aperto un dossier sul latte, chiuso solo il 14 luglio 2014 nel quale si respingevano specifiche richieste dei paesi germanocentrici (oltre a Germania quindi Olanda, Polonia, Austria, Danimarca e Belgio) i quali chiedevano di modificare il tenore in grasso per eludere il pagamento delle multe latte avendo essi stessi "notevolmente aumentato le proprie produzioni di latte proprio allo scopo di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che verranno adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016".

Ogni Paese perciò ha messo del proprio per arrivare a questa ulteriore crisi del latte.

Ma quello che più sconcerta è l'atteggiamento delle Organizzazioni Sindacali Agricole che, sulla questione "latte", hanno sempre assunto una posizione ambigua forse per timore di qualche ritorsione da parte governativa o industriale.

Che non ci sia qualche scheletro nell'armadio!

Bovino Musone Moreni Lorenzo ago15 1

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Ismea, l'Overview sui mercati agroalimentari

Roma - La nuova campagna del frumento duro, con le operazioni di trebbiatura ormai avviate sia in Sicilia che nel Foggiano, parte con prezzi incoraggianti per gli agricoltori, grazie alla buona qualità del raccolto.

Lo rende noto l'Ismea nell'Overview di questa settimana, rilevando, sulla piazza pugliese, valori d'esordio superiori all'anno scorso e al di sopra dei 300 euro/tonnellata per la categoria fino.
Prime quotazioni anche per l'orzo, con prezzi però inferiori ai livelli di un anno fa, mentre restano ancora sospese le contrattazioni sul mercato del frumento tenero in attesa dei primi riscontri sulle nuove produzioni.
Per tutte le colture cerealicole le condizioni appaiono in generale migliori rispetto alla scorsa campagna. Anche lo stato vegetativo del granoturco non presenta in questa fase particolari problemi, in un mercato che resta però orientato al ribasso sia nel consuntivo della passata ottava che nella proiezione di questa settimana.

Le aspettative convergono verso un'ulteriore flessione dei prezzi anche per gli oli di oliva, relativamente agli extravergini, penalizzati da uno standard qualitativo non ottimale e da una maggiore propensione alla vendita.
Sui mercati vinicoli le condizioni di debolezza hanno iniziato nel frattempo a coinvolgere anche il segmento dei rossi, comuni e Igt. La domanda resta piuttosto frenata a meno di due mesi dalla nuova vendemmia. Buono lo stato vegetativo dei vigneti, anche se in alcune zone, seppure circoscritte, del Nord Italia le recenti precipitazioni, accompagnate da grandinate, hanno determinato qualche problema.

Per i lattiero-caseari la debolezza della domanda interna rende ancora incerta l'evoluzione del quadro mercantile, in un contesto di prezzi stazionari anche nella previsione di questa settimana. Positivi gli sviluppi solo per l'export, con le vendite all'estero di formaggi e latticini che nel primo trimestre 2015 sono aumentate in volume di oltre il 9% su base annua, con punte del più 27% in Usa.
Il livello attuale dei prezzi penalizza principalmente il Parmigiano Reggiano. Per il prodotto con 12 mesi di stagionatura si registra un differenziale inferiore a 50 centesimi/chilo rispetto al Grana Padano con analoga maturazione.

Debole anche il mercato europeo, appesantito da una condizione di forte squilibrio dal lato dell'offerta. Le quotazioni del latte in polvere scremato, penalizzate dal forte calo dell'import cinese, sono ormai a un passo dal prezzo di intervento. Anche i formaggi mantengono un trend negativo soprattutto in considerazione di un ormai quasi certo prolungamento dell'embargo russo. Manca di qualsiasi supporto il latte crudo alla stalla, con i prezzi che restano inchiodati sotto i 30 centesimi/litro sul mercato tedesco e attorno ai 36 centesimi in Italia.

Resta molta merce da smaltire in Europa anche nel comparto suino. In Italia non si prevedono movimenti sostanziali dei prezzi sia per le carni che per i capi vivi. Positiva invece la dinamica dell'export di preparazioni e conserve suine, con una crescita in volume, nel primo trimestre 2015, del 5% per i prosciutti crudi disossati e del 47% per i cotti (il confronto è con lo stesso periodo del 2014).

Nel comparto bovino non emergono novità sostanziali anche nella prospettiva settimanale. Significativa la ripresa della macellazioni (+3%) riscontrata nei primi tre mesi del 2015, seppure motivata da fattori contingenti riconducibili a una forte aumento delle affluenze di vacche. Sintomatico di un miglioramento della fiducia è l'aumento delle importazioni di capi da ristallo francesi registrato nel primo trimestre di quest'anno (+25%), che potrebbe effettivamente preludere a un'inversione del ciclo produttivo.
In relazione agli avicoli, non si prevedono movimenti sostanziali sul versante dei prezzi, in un mercato comunque fluido in termini di scambi, mentre è presumibile nell'arco di una quindicina di giorni una correzione al ribasso sul circuito dei conigli, leggermente aumentati anche la scorsa settimana.

Agevoli le contrattazioni sui mercati ortofrutticoli. La disponibilità resta abbondante per quasi tutti gli ortaggi di stagione, con prezzi orientati ancora al ribasso. Al contrario, tende progressivamente a ridursi l'offerta di fragole, mentre crescono in tutti i centri di scambio le affluenze di albicocche, pesche e nettarine con la raccolta ormai estesa anche ai distretti del Nord Italia.
La sovrapposizione tra le diverse provenienze geografiche, determinata da un ritardo della raccolta negli areali pugliesi, sta generando qualche squilibrio sul mercato delle ciliegie, i cui prezzi registrano un tendenziale ribasso.

Prime contrattazioni in campagna per l'uva Vittoria, circoscritte per ora al comprensorio produttivo del Catanese. Le quotazioni risultano mediamente più elevate rispetto alla scorsa campagna, anche se i primi afflussi sui mercati si avranno solo a partire da fine mese.
(Ismea 15 giugno 2015)

Domenica, 08 Febbraio 2015 09:15

EFSA sul benessere animale.

Prorogati i termini della consultazione pubblica sulla valutazione del benessere delle vacche da latte nei piccoli allevamenti.

Parma, 02 febbraio 2015
L'EFSA ha prorogato i termini della consultazione pubblica su una sua recensione di informazioni riguardanti i piccoli allevamenti di vacche da latte. Tutte le parti interessate hanno ora tempo fino al 13 febbraio per presentare i propri commenti. La disamina include dati sul numero di vacche da latte nell'UE e sulle variazioni di dimensione tra gli allevamenti dei vari Paesi, come pure una definizione operativa e una categorizzazione delle aziende agricole di piccola scala, finalizzata a tale valutazione. La recensione sarà parte integrante di un futuro parere scientifico dell'EFSA sul benessere delle vacche da latte nelle aziende agricole di piccola scala, la cui pubblicazione è prevista nel 2015.
Public consultation on the review of the available description and categorization of small scale farms in support of the ongoing scientific opinion on "Assessment of dairy cow welfare in small scale farming systems"

(Fonte EFSA 28 gennaio 2015)

Domenica, 25 Gennaio 2015 11:30

L'Efsa su mangimi con solanum glaucophillum

La valutazione scientifica del Solanum glaucophyllum è la prima effettuata ai sensi del nuovo quadro giuridico per le materie prime dei mangimi.

Parma, 19 gennaio 2015 -

Si pubblica quest'oggi un nuovo parere scientifico su una materia prima per mangimi derivata da Solanum glaucophyllum, pianta della famiglia delle Solanacee. Si tratta della prima valutazione effettuata dall'EFSA in base al nuovo quadro giuridico per le materie prime per mangimi, di cui al Regolamento 767/2009.

La valutazione riguarda l'uso di un mangime composto a base di foglie di Solanum glaucophyllum miste a farina, destinato a vari animali da allevamento.
Solanum glaucophyllum contiene un composto con attività simile a quella della vitamina D, che può contribuire a soddisfare il fabbisogno di tale vitamina nell'animale. Tuttavia l'ingestione di quantità eccessive di foglie di Solanum glaucophyllum può provocare ipercalcemia (cioè elevati livelli di calcio nel sangue) ed essere dannosa per la salute degli animali.

Gli esperti dell'EFSA hanno concluso che per suini e pollame il suo utilizzo nella dieta, sino a un certo tenore, non presenta rischi. Nelle vacche da latte, invece, il suo utilizzo può contribuire a prevenire la mastite, ma non è stato possibile stabilirne un livello di sicurezza. Analogamente non è stato possibile fissare un livello di sicurezza comune a tutte le specie animali.
Scientific Opinion on the safety of Solanum glaucophyllum standardised leaves as feed material
(EFSA 16/1/2015)

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