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Venerdì, 18 Agosto 2017 15:20

1990, Parma abbraccia Charlie Alpha

Parma abbraccia Charlie Alpha, un equipaggio di soccorso sempre pronto ad alzarsi in volo. La commemorazione di colleghi e autorità in ricordo di Claudio Marchini, Annamaria Giorgio, Corrado Dondi e Angelo Maffei.

Parma 18/08/2017 - Un intero equipaggio perse la vita durante la missione di soccorso con il volo Charlie Alpha: la tragedia è stata ricordata questa mattina, come ogni anno, presso il cippo in via Casati Confalonieri, con la commemorazione delle vittime – il pilota Claudio Marchini, il medico anestesista Annamaria Giorgio, gli infermieri Corrado Dondi e Angelo Maffei – da parte dei colleghi e delle autorità presenti.
L'incidente avvenne alle 8.20 del 18 agosto 1990 quando l'elicottero EHCA Charlie Alpha precipitò sul monte Ventasso, a causa della nebbia fitta, dopo essersi alzato in volo dalla base dell'Ospedale Maggiore di Parma per soccorrere un ferito nell'Appennino reggiano.

A commemorare i colleghi scomparsi in missione di soccorso, le principali autorità cittadine, tra le quali tutti i rappresentanti delle organizzazioni di volontariato che partecipano alla rete di emergenza-urgenza territoriale e i famigliari dell'equipaggio scomparso. "Nel ricordo delle vittime – ha sottolineato il direttore sanitario dell'Ospedale Antonio Balestrino – non arretreremo nel nostro impegno di portare aiuto alle persone che hanno bisogno, grazie al volontariato e alla comunità civile che ci circonda". Il saluto a tutti i colleghi che operano oggi al sistema di soccorso è arrivato anche dal direttore amministrativo dell'Azienda Usl di Parma Marco Chiari che ha messo in luce "la forza tangibile dei valori di riferimento".

Attivo a Parma da 29 anni con il suo primo intervento il 19 luglio 1988 a Varsi, oggi il soccorso con elicottero dei servizi d'emergenza 118 è esteso a tutto il Paese grazie all'utilizzo di elicotteri attrezzati per le emergenze sanitarie che consentono interventi in tempi rapidi e tempestività dell'ospedalizzazione con la possibilità di scegliere il luogo di cura più idoneo a seconda della patologia.
L'attività prevalente dell'elicottero, gestito dalla Centrale operativa 118 Emilia Ovest, è il soccorso primario, cioè quello eseguito direttamente sul luogo dell'evento, ma ugualmente importante è l'attività di trasporto da ospedale a ospedale, in particolare verso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma centro di riferimento regionale – secondo il modello Hub & Spoke – per le elevate specialità di Trauma center, Neurochirurgia, Cardiologia e Cardiochirurgia, Neuroradiologia, Nefrologia, Clinica Chirurgica e trapianti d'organo, Ematologia e Centro trapianti midollo osseo, Centro Ustioni e Terapia intensiva neonatale.

Pronti, via. Decollo in 3 minuti
Nel corso del 2016 gli interventi "dall'alto" sono stati 854 (304 a Parma, 294 a Reggio Emilia e 232 a Piacenza e 24 su altre province), con un andamento in lieve crescita rispetto al 2015 e al 2014, quando l'elisoccorso si levò in volo rispettivamente 826 e 808 volte. Analizzando i dati per luogo di intervento, si rileva che nel 2016, l'elicottero è intervenuto con maggior frequenza sulle strade (46,72%) e nelle abitazioni private (34,78%).

Analizzando i dati per codice di gravità, nel 2016 sono state soccorse e ospedalizzate 384 persone con codice 3 (paziente con immediate minacce alla sopravvivenza), mentre nel 9% circa dei casi non si è reso necessario il ricovero del paziente. Quest'ultimo dato indica una sovrastima della Centrale Operativa 118 al momento della chiamata di soccorso, giustificato dalla necessità di intercettare tutti i casi più gravi.
I mesi di maggiore attività dell'elisoccorso sono solitamente quelli tra maggio e settembre. L'elicottero può alzarsi in volo in condizioni metereologiche che consentano una visibilità pari a 1 chilometro in orizzontale e 150 metri in verticale. Dal momento della richiesta di soccorso, l'elicottero è pronto per decollare entro tre minuti dall'attivazione. Questo lasso di tempo è incomprimibile in quanto legato a procedure aeronautiche, mentre il tempo medio di volo sulle tre province di competenza è di circa 12/13 minuti, fino a un massimo di 20 minuti per le zone più lontane delle tre province.
Al servizio diurno, dal 1° giugno di quest'anno è stato aggiunto il volo notturno che opera a partire dalla base di Bologna. Si tratta di un periodo sperimentale volto a ottimizzare un servizio compreso in una fascia oraria prima scoperta.

L'equipaggio dell'elicottero BK 117 C2 in dotazione alla Centrale Operativa 118 Emilia Ovest è composto da un medico anestesista-rianimatore (proveniente a turno dai Servizi di Anestesia e Rianimazione di Parma, Piacenza e Reggio Emilia), due infermieri dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, di cui uno con compiti di coordinamento della missione e gestione della sicurezza in volo e uno con funzione in prevalenza assistenziale.

Il servizio di elisoccorso è integrato su base regionale e si avvale di 4 mezzi, di cui 3 dislocati presso gli eliporti delle Centrali operative 118 Emilia Ovest (Parma), Emilia Est (Bologna), Romagna (Ravenna). Il quarto, dotato di verricello per il soccorso alpino, è di stanza a Pavullo nel Frignano. L'elisoccorso della Centrale Emilia Ovest effettua servizio anche nelle zone di confine delle province di Mantova, Cremona, Lucca e Massa.

Nel caso dell'elisoccorso di Parma si registra un progressivo aumento degli interventi verso le zone di confine della bassa Lombardia, fino a raggiungere, nei primi 7 mesi di quest'anno, i 14 voli.

Centrale operativa 118 Emilia Ovest
La Centrale Operativa 118 Emilia Ovest dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma gestisce tutte le chiamate di soccorso sanitario per le province di Parma, Piacenza e Reggio.
All'unificazione della Centrale operativa Emilia Ovest, realizzata alla fine del 2014, si è arrivati grazie a investimenti tecnologici e percorsi condivisi con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie di tutte le province interessate. Grazie, infatti, ad ambienti di lavoro dotati di strumentazione tecnologiche all'avanguardia, in grado di supportare l'operatore nella precisa localizzazione dell'evento e nelle comunicazione con i mezzi di soccorso, è possibile garantire un livello di sicurezza sempre più elevato con l'ottimizzazione di tutte le attività di chiamata, ottenendo una rapida attivazione dei mezzi di soccorso. La concentrazione delle chiamate di emergenza in un unico punto permette inoltre di ridurre i tempi di attesa prima della risposta di un operatore, attualmente la media è di 5 secondi, pari a due-tre squilli di telefono: entro i 20 secondi vengono risposte il 99,8% delle chiamate.

L'unificazione delle Centrali 118 provinciali in tre sole aree centrali di area vasta è stata prevista e disegnata dalla programmazione del Servizio sanitario regionale: oltre alla centrale Emilia ovest (Piacenza, Parma e Reggio Emilia) sono attive in regione le centrali uniche Emilia est (con sede all'ospedale Maggiore di Bologna, per i territori di Bologna, Imola, Modena, e Ferrara) e la centrale della Romagna (con sede a Ravenna, per le province di Ravenna, Forli, Cesena e Rimini).

Pubblicato in Cronaca Parma

L'AUSL di Reggio Emilia comunica alcune variazioni negli orari di apertura dei Servizi ospedalieri e del Distretto di Reggio Emilia per la data di lunedì 14 agosto 2017.

Casa della Salute di Puianello: chiuso intera giornata
Casa della Salute Nord: chiusura anticipata ore 18
Centro prelievi presso la Casa della Salute Ovest: chiuso intera giornata
Poliambulatori via Monte San Michele: chiusura anticipata ore 13
Servizio odontoiatrico via delle Ortolane: chiusura anticipata ore 13
Poliambulatori Castelnovo Sotto: chiuso intera giornata
Cuptel: chiuso intera giornata
Cup c/o Casa della Salute Ovest-via Brigata Reggio: chiuso intera giornata
Ufficio Stranieri Ospedale Santa Maria Nuova chiuso intera giornata
Centro Nascite Ospedale Santa Maria Nuova: chiuso intera giornata
Centro salute famiglia straniera: chiuso intera giornata
Servizio consegna pannoloni: chiuso intera giornata
Segreteria dipartimento Cure Primarie e uffici amministrativi 3° piano: chiuso intera giornata
Ufficio Protesica: chiuso intera giornata
Urp/ Accoglienza via Monte San Michele: chiusura anticipata dalle ore 13
Servizio Distribuzione Diretta Farmaci c/o Asmn: chiusura anticipata ore 14
Segreteria di Distretto Reggio Emilia: chiusura ore 13

L'AUSL di Reggio Emilia comunica alcune variazioni negli orari di apertura dei Servizi ospedalieri e del Distretto di Reggio Emilia per la data di lunedì 14 agosto 2017.

Casa della Salute di Puianello: chiuso intera giornata
Casa della Salute Nord: chiusura anticipata ore 18
Casa della Salute Ovest: chiusura anticipata ore 17
Centro prelievi presso la Casa della Salute Ovest: chiuso intera giornata
Poliambulatori via Monte San Michele: chiusura anticipata ore 13
Servizio odontoiatrico Ortolane: chiusura anticipata ore 13
Poliambulatori Castelnovo Sotto: chiuso intera giornata
Cuptel: chiuso
Cup via Brigata Reggio e Cup via Monte San Michele: chiusura dalle ore 12.45
Ufficio Stranieri e Centro Nascite Ospedale Santa Maria Nuova: chiuso intera giornata
Famiglia straniera: chiuso intera giornata
Servizio consegna pannoloni: chiuso intera giornata
Segreteria dipartimento Cure Primarie e uffici amministrativi 3° piano: chiuso intera giornata
Protesica: chiuso intera giornata
Urp/ Accoglienza via Monte San Michele: chiusura anticipata dalle ore 13
Servizio Farmaceutico c/o Asmn: chiusura anticipata ore 14
Segreteria di Distretto Reggio Emilia: chiusura ore 13

Policlinico di Modena: in funzione l'acceleratore lineare aggiornato grazie alla donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Modena 1 agosto 2017 - Si tratta del primo tassello del progetto che prevede l'acquisto di un altro acceleratore lineare e di una PET-TC per l'AOU di Modena.

Il 19 luglio scorso, dopo due mesi di lavori, è entrato di nuovo in funzione, completamente rinnovato, uno dei tre Acceleratori lineari in forza alla Struttura Complessa di Radioterapia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta dal dottor Frank Lohr, che ha sede al Policlinico di Modena. Con questo intervento, del valore di 800.000 euro, l'acceleratore è stato portato al livello tecnico top di gamma, potenziando le capacità terapeutiche dell'Azienda. L'aggiornamento è il primo tassello del progetto di potenziamento dell'Oncologia modenese nato dalla donazione di 3 milioni di euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (FCRMO), presentato alla cittadinanza nel novembre del 2016 e che oggi, nel pieno rispetto dei tempi, entra nel vivo. Il progetto prevede l'acquisto nel 2018 di un ulteriore acceleratore lineare e di una PET TC finanziati in parte dalla donazione, in parte da fondi dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria.

20170801-gruppo 1A celebrare il primo traguardo di questo percorso, i rappresentanti della Fondazione sono stati accolti per una cerimonia informale al Policlinico. Il presidente di FCRMO, Paolo Cavicchioli è stato accompagnato dal Direttore generale dell'AOU Ivan Trenti a vedere l'apparecchiatura potenziata grazie alla donazione. Ad accoglierlo ha trovato Giuseppe Longo, Vice-Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Oncologia ed Ematologia Frank Lohr, Direttore della Radioterapia, Carla Piani, Coordinatrice infermieristica della Radioterapia, Napoleone Prandini, Direttore della Medicina Nucleare, Paola Ceroni, della Fisica Sanitaria, Leo Traldi e Luca Franceschini dell'ingegneria clinica.

"L'acceleratore lineare – spiega il dottor Frank Lohr - è un apparecchio per trattamenti radioterapici che produce fasci di elettroni e di fotoni che, opportunamente collimati, vengono fatti incidere sul volume bersaglio, costituito dalla massa tumorale. Il nuovo acceleratore è stato portato al livello tecnico del top di gamma per consentirci di eseguire trattamenti complessi e di altissima precisione. Questi trattamenti vengono già eseguiti al Policlinico e la nuova apparecchiatura ha rafforzato la nostra capacità di risposta. Essa, soprattutto, consente di eseguire trattamenti in respiro atteso (breath hold), il cosiddetto "gating" che prevede che i pazienti respirino liberamente e che l'irradiazione sia sincronizzata con una prestabilita fase respiratoria in cui il tumore presenta una ridotta mobilità. Il sistema consente di ottimizzare il trattamento dei tumori del polmone, fegato, pancreas e seno, limitando le radiazioni allo stretto necessario". Trattamenti ad alta precisione facilitano l'integrazione di radioterapia e terapia sistemica (chemioterapia e immunoterapia) per creare, grazie anche ai modelli terapeutici predisposti dalla Fisica Sanitaria, diretta da Tiziana Costi, quella sinergia tra questi due componenti del trattamento oncologico, necessaria a ottenere i migliori risultati possibili per il paziente. Per assicurare la piena funzionalità, il sistema è stato integrato nella rete informatica dell'ospedale dal Servizio tecnologie dell'informazione. diretto da Mario Lugli.

"Questo acceleratore lineare che possiamo definire nuovo – commenta il dottor Ivan Trenti – è la prima acquisizione del più ampio progetto che abbiamo avviato con la Fondazione per potenziare la tecnologia della nostra azienda contro i tumori. Il prossimo anno contiamo di acquisire il secondo acceleratore lineare e la PET-TC. L'acquisto delle nuove strumentazioni rientra nell'ambito di un più ampio programma di diagnosi e cura delle patologie oncologiche che va nella direzione di una sempre maggiore personalizzazione delle cure in integrazione con i sistemi diagnostici. Desidero ringraziare con calore il Presidente Cavicchioli e la Fondazione per il supporto in questo percorso."

"L'aggiornamento dell'acceleratore lineare del Policlinico – dichiara il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli – rientra tra i principali interventi della Fondazione a supporto del sistema sanitario provinciale. L'obiettivo è duplice: innovare metodi e strumentazioni per la diagnosi e cura dei tumori; favorire la ricerca interdisciplinare in ambito medico. Con l'acquisto, il prossimo anno, di un acceleratore lineare di nuova generazione e di una PET da destinare alla diagnostica per immagini, si completa il progetto di potenziamento dell'Oncologia modenese a servizio del territorio. In questo modo la Fondazione intende dare risposta puntuale a un'esigenza condivisa dall'Università di Modena e Reggio e dall'Azienda universitaria ospedaliera".

Sono circa 1.500 i nuovi casi di tumore seguiti annualmente dal Policlinico di Modena che complessivamente si occupa di circa 6.000 casi all'anno. Di questi, circa 1.500 usufruiscono di un trattamento radioterapico e 2.300 sono le PET eseguite dalla Medicina Nucleare del Policlinico, che serve l'intera Provincia. La rete radioterapica provinciale modenese ha a disposizione una Tomotherapy e 4 acceleratori lineari, 3 al Policlinico di Modena, 1 all'Ospedale di Carpi. Uno dei tre acceleratori lineari del Policlinico di Modena è stato aggiornato, un secondo verrà sostituito entro il 2018, con un nuovo apparecchio di ultima generazione grazie alla donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

L'acceleratore lineare lavora in sinergia con la PET/TC, un'apparecchiatura di diagnostica per immagini, per ottenere terapie sempre più mirate. La PET/TC unisce due tecnologie: la PET (Tomografia a emissione di positroni) che aiuta a rivelare il funzionamento e il metabolismo di organi e tessuti; la TC (Tomografia computerizzata) che fornisce una chiara visualizzazione delle strutture anatomiche. La PET/TC permette di evidenziare le parti vitali del tumore consentendo al radioterapista di modulare le dosi personalizzandole in base al risultato della PET/TC. Analogamente la PET/TC permette di rimodulare il piano di trattamento radioterapico in funzione della riduzione della massa tumorale. "La nuova PET/TC che acquisiremo ci fornirà immagini in 4D sincronizzate con i movimenti respiratori – commenta il dottor Napoleone Prandini, Direttore della Medicina Nucleare - che consentiranno di riconoscere tumori non visibili con le tradizionali PET/TC che forniscono immagini 3D. Questa caratteristica ci permetterà di adattare con maggiore precisione la terapia al paziente".

"Le conoscenze biologiche ci permettono ormai di comprendere la conformazione a livello cellulare del tumore e di scegliere il mix di terapie (farmacologiche e radioterapiche) più adatto a contrastarlo – aggiunge il dottor Giuseppe Longo, Vice-Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia - L'obiettivo è quello di creare terapie sempre più personalizzate in base al tumore alla risposta dell'organismo del paziente alle cure grazie alla capacità della PET-TC di valutare non solo le dimensioni del tumore ma anche la sua evoluzione durante la cura. Queste acquisizioni ci permettono di lavorare in maniera ancora più integrata tra oncologi, radioterapisti, medici di medicina nucleare, chirurghi e radiologi".

La piccola paziente, residente nel reggiano, è stata operata in urgenza da Maria Majori pneumologa interventista dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria.

Parma, 27 luglio 2017

Gattona da pochi mesi la piccola Inaaya, quando accidentalmente inala un frammento di peperoncino raccolto da terra. Un pezzettino di 12 millimetri che diventa fatale per le sue per le sue vie respiratorie, tanto da portarla nel giro di alcune ore nella sala operatoria dell'ospedale Maggiore di Parma. Proprio qui, grazie ad un delicato intervento salvavita, quel frammento di spezia che ha rischiato di soffocarla le è stato rimosso.

La bimba, di appena 8 mesi, vive con la mamma e il papà nella provincia di Reggio Emilia, ed è stata traferita d'urgenza a Parma ieri, dopo che gli esami diagnostici eseguiti nell'ospedale reggiano avevano mostrato una notevole espansione del polmone sinistro, evidente segno di gravi difficoltà respiratorie.

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"È il primo intervento che eseguiamo su una bimba di questa età, delicatissimo e molto complicato - spiega Maria Majori, pneumologo interventista dell'Unità operativa di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma - perché le vie aeree di un paziente di 8 mesi sono estremamente ridotte, circa 5 millimetri di calibro, e gli strumenti da usare sono quindi di piccole dimensione; bisogna intervenire con la massima precisione per recuperare i corpi estranei e non causare nessun trauma al paziente. La bimba – continua Majori- è stata operata con una procedura estremamente complessa, la broncoscopia rigida, utilizzando strumenti che dovevano essere in grado sia di far ventilare la pazienta sia di permetterci di effettuare la procedura di estrazione".

Insieme a Majori sono intervenuti in sala operatoria Federico Buzzi, Emanuele Sani e Daniele Barantani, medici della 1° Anestesia e Rianimazione, Matteo Pagani, medico della Pneumologia ed Endoscopia toracica, il personale Infermieristico del Servizio di Endoscopia toracica e il personale di sala dell'Otorinolaringoiatria-Otoneurochirurgia.

La Struttura di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell'Ospedale di Parma, diretta da Angelo Giani Casalini, con oltre 90 interventi eseguiti negli ultimi trent'anni, vanta una delle più ampie casistiche in Italia su questo tipo di interventi e si conferma centro di riferimento per un vasto bacino d'utenza. Proprio 4 mesi fa, la dottoressa Maria Majori aveva operato nell'arco di 24 ore tre bimbi di età compresa tra i 10 mesi e i 2 anni. Interventi che sono stati discussi scientificamente, ai primi di giugno, in occasione dell'ultimo congresso nazionale dell'Associazione italiana pneumologhi ospedalieri AIPO, dove la stessa Majori ha spiegato la tecnica e le manovre di estrazione del corpo estraneo particolarmente complicate, soprattutto per i bambini sotto al primo anno di vita.

Più a rischio i bimbi fra 1 e 3 anni

L'età maggiormente a rischio per inalazione di un corpo estraneo è fra il primo e il terzo anno di vita con un picco di incidenza nel secondo anno. Fattori predisponenti sono la dentizione ancora incompleta, la curiosità verso il mondo esterno che porta il bimbo a introdurre oggetti in bocca, la sua tendenza a compiere movimenti con cibo in bocca. L'oggetto inalato è molto spesso di natura alimentare. Alcuni cibi presentano la peculiarità che possono ulteriormente complicare la situazione. Sostanze quali arachidi, noci, semi oltre a costituire di per sé un ostacolo meccanico alla ventilazione, possono aumentare di volume a contatto con le secrezioni bronchiali e quindi far precipitare il quadro, o ancora possono rilasciare sostanze irritanti sulla mucosa bronchiale con conseguente reazione che ne renderà più difficile l'estrazione. In alcuni casi il corpo estraneo provoca la morte quasi immediata del paziente per soffocamento, in altri viene espulso naturalmente con il vomito. Nella situazione più frequente, dopo iniziali sintomi di soffocamento, il paziente può presentare una remissione completa del quadro oppure segni clinici persistenti, ed è la situazione che si verifica più frequentemente nel bambino, che determineranno un accesso più tempestivo all'osservazione medica.

(Fonte: Ufficio Stampa Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)

Pubblicato in Cronaca Parma

Sanità. La Giunta regionale chiede al ministero della Salute la deroga per non sospendere l'attività di assistenza al parto di 6 Punti nascita dell'Emilia Romagna.

19 luglio 2017

A rischio sono strutture con meno di 500 parti l'anno della rete dell'Emilia-Romagna. Si tratta di tre in Appennino - Castelnovo ne' Monti (Re), Borgo Val di Taro (Pr), Pavullo nel Frignano (Mo) -, Scandiano (Re) in pianura e due nell'area del cratere colpita dal sisma del 2012, Mirandola (Mo) e Cento (Fe).

L'assessore Venturi: "Abbiamo deciso di percorrere tutte le strade possibili per evitare la sospensione dell'attività di assistenza al parto. Sicurezza al primo posto: se verrà concessa doteremo i punti nascita del personale necessario. In caso contrario alle mamme e ai nascituri sarà comunque garantita assistenza di grande qualità".

La decisione è stata presa nel corso della seduta illustrata ieri dall'assessore alle Politiche della salute, Sergio Venturi, in commissione consiliare Politiche per la salute e politiche sociali, contestualmente alla presentazione della Relazione fatta dalla Commissione regionale tecnico consultiva sul percorso nascita, nella quale l'indicazione che viene data è quella di chiedere la deroga per i due punti nascita del cratere e di sospendere il servizio nelle altre quattro strutture, dove a giudizio della Commissione tecnica non vi sarebbero le condizioni di sicurezza necessarie visto il numero di parti largamente inferiore ai 500 l'anno (limite fissato in sede nazionale).

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"Come Giunta abbiamo però deciso di percorrere tutte le strade possibili per evitare la sospensione delle attività di assistenza al parto nei sei punti nascita e per questo chiederemo la deroga al ministero. Qualora venisse concessa- prosegue l'assessore- doteremo i punti nascita del personale necessario a garantire gli standard di sicurezza richiesti, consapevoli, in quel caso, di non aver privato i territori, a partire da quelli di montagna, di servizi importanti per i cittadini e le comunità locali. In caso contrario- aggiunge l'assessore- prenderemo atto della decisione del ministero, ovviamente applicandola, altrettanto consapevoli di aver percorso tutte le strade possibili per evitare la sospensione del servizio di assistenza al parto, certi comunque che le strutture sanitarie di cui stiamo parlando, sulle quali stiamo investendo risorse per potenziare e innovare i servizi, saranno comunque in grado di assistere le partorienti e i loro bambini garantendo alti standard di qualità. Voglio infatti ricordare- chiude Venturi- che c'è un potenziamento dei servizi pre e post parto, con il registro delle gravidanze e l'assistenza attiva verso le donne".

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Nell'area verde si trovano attrezzi per rafforzare la muscolatura e un tracciato per il running. Presenti al taglio del nastro il sindaco di Reggio Luca Vecchi e il presidente della Provincia Giammaria Manghi.

Reggio Emilia, 14 luglio 2017

Un percorso di oltre 1 km per correre o camminare e postazioni per fare attività sportiva all'aria aperta al fine di promuovere gli stili di vita sani e consapevoli e la socializzazione tra i lavoratori delle aziende limitrofe e i cittadini tutti, bambini, adulti, anziani. E' stata inaugurata ieri la "Palestra sotto il cielo" realizzata con un impegno economico da parte della Regione di 50mila euro nell'area pedonalizzata del San Lazzaro. Presenti al taglio del nastro il sindaco di Reggio Luca Vecchi e il presidente della Provincia Giammaria Manghi.

L'area è il frutto di una progettazione partecipata che ha interessato l'Azienda Usl, il Comune di Reggio Emilia e Unimore con il coinvolgimento di CRIBA, UISP, CSI, CONI, FCR- Città Senza Barriere, Istituto Tecnico Secchi, Liceo Artistico Chierici, Cooperativa sociale L'Ovile, Centro Sociale Venezia, Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, Luoghi di Prevenzione e GIS.

Il tracciato è accessibile anche a persone non vedenti e prevede tre aree per l'allenamento individuale, ciascuna delle quali con attrezzature sportive miste, quelle per rafforzare la muscolatura, quelle per la ginnastica dolce e quelle idonee a persone con disabilità. Da luglio il parco e le sue attrezzature sono già a disposizione della cittadinanza; inoltre, a partire da settembre due volte a settimana - il martedì e giovedì - si terranno attività sportive di gruppo, gratuite e aperte a tutti come Yoga e Tai chi- Chi gong.

"L'inaugurazione di questa "Palestra sotto il cielo" – ha detto il direttore amministrativo Ausl Eva Chiericati ringraziando chi ha partecipato al progetto - è la realizzazione di un sogno nato dalla volontà e dalla visione di tanti soggetti che hanno lavorato insieme, ognuno per le sue competenze, per ottenere questo risultato. Gli spazi sono stati realizzati per favorire aggregazione e socializzazione e si è posta una particolare attenzione all'attuazione di percorsi fruibili dai diversamente abili e isole adeguatamente organizzate con attrezzature rispondenti a tutte le caratteristiche richieste. Questo parco, prima luogo chiuso ai tempi del manicomio, quando era una vera e propria città nella città e in seguito spesso considerato luogo di degrado e di abbandono, è stato restituito alla cittadinanza, divenendo non solo un Campus universitario e la sede dell'Azienda Usl, ma un punto d'incontro multigenerazionale, multidisciplinare e multiculturale per tutti i cittadini".

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(Ufficio Stampa USL RE)

E' racchiusa nel nostro organismo la risposta alle cellule tumorali? Lo vogliono scoprire i ricercatori di Malattie infettive del Maggiore.

Potrebbe essere un virus la nuova arma contro la malattia del secolo. La ricerca è in corso all'Ospedale Maggiore di Parma e vede il reparto di Malattie infettive schierato in prima fila per vincere la battaglia contro le cellule tumorali che si sviluppano nei pazienti affetti da carcinoma al fegato. Il pool di esperti europei punta sull'immunoterapia con l'obiettivo di rafforzare le difese immunitarie dell'organismo per lanciarle, così programmate, all'attacco delle cellule tumorali.

A Parma, a coordinare il team multidisciplinare è Gabriele Missale, responsabile della struttura semplice Ecografia Diagnostica Interventistica – Unità Operativa Malattie infettive che spiega: "L'introduzione dell'immunoterapia impiegata per stimolare le difese immunitarie dell'organismo per uccidere le cellule cancerose epatiche, è una vera e propria opportunità per i pazienti affetti da questa grave patologia". "E il fatto che siamo stati tra i primi in Europa ad arruolare pazienti – aggiunge il dottor Missale - è l'evidenza dell'impegno del nostro team di ricerca e di tutta la nostra Unità Operativa nella lotta contro l'epatocarcinoma".

Il progetto di ricerca, che porta il nome di "Phocus", vede in campo oltre all'Ospedale di Parma centri europei, asiatici, australiani e statunitensi che dovranno valutare l'efficacia di un trattamento immunoterapeutico innovativo per la cura dei pazienti affetti da epatocarcinoma in stadio avanzato. Il progetto, che ha ottenuto parere favorevole da parte del Comitato Etico provinciale, ha preso il via lo scorso anno con il coinvolgimento di 130 centri in tutto il modo per un numero complessivo di 600 pazienti coinvolti nel percorso terapeutico.

Il nuovo farmaco oggetto di studio (Pexa-Vec) prende il nome da un virus oncolitico alterato geneticamente in laboratorio per distruggere le cellule tumorali grazie al rilascio di una proteina (GM-CSF) che stimola la risposta immunitaria dell'organismo contro il tumore. Il progetto vuole confrontare i benefici ottenuti dai pazienti trattati con terapie tradizionali con i benefici del trattamento immunoterapeutico contenente il virus, sempre associato alla terapia tradizionale.

Il centro capofila della ricerca è l'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (ISMETT) di Palermo. In Italia collaborano alla ricerca le unità operative Malattie infettive e Radiologia per l'Ospedale di Parma, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine e di Modena, l'Ospedale Cardarelli di Napoli, l'IRCCS di Meldola e l'IRCCS Lazzaro Spallanzani di Roma.

Ufficio stampa e comunicazione
Azienda ospedaliero-universitaria di Parma

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma
Lunedì, 10 Luglio 2017 11:54

A Reggio Emilia tre nuove strutture sanitarie

Sanità Reggio Emilia. Inaugurate due Case della Salute (Nord e Ovest) e un Centro pubblico odontoiatrico per adulti e bambini. Tra risorse regionali e statali, investimenti per quasi 5 milioni di euro. Già 88 le Case della Salute in Emilia-Romagna, con un bacino di utenza di oltre 2 milioni di residenti. 11 nel territorio dell'Ausl di Reggio, e ne arriveranno altre 7.

Reggio Emilia, 10 luglio 2017

Due Case della Salute (Nord e Ovest) e un Centro specialistico pubblico interamente dedicato alle cure odontoiatriche e ortodontiche. Reggio Emilia ha tre nuove strutture sanitarie su cui poter contare, che sono state inaugurate sabato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dal sindaco Luca Vecchi e dal presidente della Provincia, Giammaria Manghi.

Un triplice taglio del nastro che sfiora i 5 milioni di euro: a tanto, infatti, ammontano le risorse, regionali e statali, investite per far nascere queste realtà, con un duplice obiettivo: rendere sempre più prossimi ai cittadini i servizi e le cure e rafforzare l'offerta dell'assistenza sanitaria pubblica, in particolare quella odontoiatrica, sia per gli adulti che per i bambini.

"Oggi è una giornata da incorniciare per la città di Reggio Emilia, ma anche per tutta la regione. Perché la qualità indiscussa del nostro sistema sanitario passa anche da strutture come queste- ha sottolineato il presidente Bonaccini-. Luoghi in cui si avvicinano i servizi ai cittadini, si garantiscono l'accoglienza, la continuità dell'assistenza, la gestione delle patologie croniche; e dove si fa prevenzione e promozione del benessere. Questo- ha aggiunto- significa, per noi, medicina di iniziativa: offrire servizi che non aspettano il cittadino sulla soglia, ma che gli vadano incontro. Un'idea a cui continuiamo a destinare impegno e risorse: sono già 88 le Case della salute in Emilia-Romagna, di cui 11 nel territorio dell'Azienda Usl di Reggio, con un bacino di utenza di oltre 2 milioni di residenti, quasi 69 milioni di investimenti e altri 52 già programmati. E poiché vogliamo una sanità pubblica sempre più forte e capace di non lasciare indietro nessuno- ha concluso il presidente della Regione- siamo particolarmente orgogliosi che veda la luce, in un edificio completamente ristrutturato, il nuovo Centro specialistico odontoiatrico dell'Azienda sanitaria. Che garantisce un'assistenza pubblica, di altissimo livello, ad adulti, bambini, disabili e a tutti i cittadini in condizioni di vulnerabilità sociale e sanitaria. Così vogliamo la nostra sanità".

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Nuovo Centro specialistico odontoiatrico

Il nuovo centro specialistico dell'Azienda sanitaria di Reggio Emilia sorge in via Delle Ortolane 7, nelle immediate vicinanze del centro storico, e accoglie il servizio precedentemente collocato nel poliambulatorio di Via Monte San Michele. È una struttura pubblica interamente dedicata all'assistenza odontoiatrica di bambini, adulti e disabili e conta 8 ambulatori, oltre allo sportello Cup per la prenotazione delle prestazioni. Nel distretto di Reggio Emilia il servizio odontoiatrico è assicurato da 23 medici, 15 infermieri e 4 operatori socio-sanitari.
La nuova struttura, realizzata grazie ad un investimento di 691 mila euro di fondi statali e regionali, è più accessibile rispetto al poliambulatorio precedente, che sorgeva in pieno centro storico, e in questa sede totalmente dedicata, ha acquisito una forte connotazione identitaria di servizio pubblico. Vengono erogate prestazioni a tutti i cittadini che ne hanno diritto, in particolare alle persone in condizioni di vulnerabilità economica o sanitaria - quindi affette da patologie specifiche e invalidanti- in una branca specialistica che vede storicamente i cittadini rivolgersi in prevalenza a studi privati.

Casa della Salute Nord

La nuova struttura è collocata nella zona nord della città, in via Gramsci 54/L, e rappresenta il punto di riferimento per il nucleo di cure primarie n. 5 del Distretto, composto da 22 medici di medicina generale e 11 pediatri di libera scelta. Vi trovano spazio: il Pua (Punto unico di accesso), dove si effettua la valutazione del bisogno e l'organizzazione delle risposte assistenziali, con particolare attenzione all'integrazione ospedale-territorio per favorire le dimissioni protette di pazienti complessi; il servizio di diabetologia; l'ambulatorio specialistico di cardiologia; l'ambulatorio oculistico dedicato ai pazienti diabetici; la farmacia per la distribuzione farmaci ai diabetici; il servizio infermieristico domiciliare; l'ambulatorio a gestione infermieristica per i percorsi di cura delle patologie croniche; l'ambulatorio di consulenza psichiatrica per pazienti con disturbi psichiatrici lievi; due medicine di gruppo, pediatrica e generale.
Per realizzarla, sono stati investiti oltre 2 milioni di euro (risorse statali e regionali).

Casa della salute Ovest

Sorge nella zona ovest della città, in via Brigata Reggio 22, e rappresenta la Casa della salute di riferimento per il nucleo di cure primarie n. 2 del Distretto. Vi hanno sede: il punto di accoglienza e orientamento; il Punto unico di accesso; lo sportello Cup; il centro prelievi; il servizio infermieristico domiciliare, con il relativo ambulatorio; il Consultorio salute donna; l'ambulatorio screening per la diagnosi precoce del tumore del colon retto; gli ambulatori ecografico, di cardiologia, diabetologia, consulenza psichiatrica per pazienti con disturbi psichiatrici lievi; i medici di medicina generale associati in gruppo; il servizio di continuità assistenziale (Guardia medica).
Anche in questo caso superano i 2 milioni di euro le risorse, statali e regionali, investite per la realizzazione della struttura.

Case della Salute dell'Azienda Usl di Reggio Emilia

Sono 11 le Case della Salute attive nel territorio dell'Azienda Ausl di Reggio Emilia, di cui 8 piccole e 3 medio/grandi: Casa della Salute Ovest; Nord; di Puianello; Spallanzani; di Rubiera; Spreafico; di S. Ilario; di Fabbrico; Sartoretti di Reggiolo; Centro socio-sanitario Brescello; Centro socio-sanitario Novellara.
Altre 3 sono in fase di progettazione: Castellarano, Casalgrande e Castelnovo Sotto.
Per 4 Case della Salute, infine, è in corso la programmazione: Busana, Carpineti, Toano e Villa Minozzo.
Al termine del programma di sviluppo, in ogni distretto saranno a disposizione della popolazione da 2 a 4 Case della Salute, per un'assistenza sempre più a portata di cittadino. /EC

(Fonte: Regione ER)

 Lo studio è condotto da Gino Bernuzzi, medico dell'Immunoematologia e Medicina trasfusionale, ed Edoardo Raposio, direttore della Chirurgia della cute.

Parma, 30 giugno 2017

È stato recentemente avviato lo studio finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 148 mila euro nell'ambito dei progetti di ricerca Piano sangue e plasma. A condurlo due medici dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma: Gino Bernuzzi, promotore del progetto, dirigente medico dell'unità operativa Immunoematologia e Medicina trasfusionale diretta da Alessandro Formentini, ed Edoardo Raposio, direttore della struttura di Chirurgia della cute.

In estrema sintesi i due ricercatori stanno studiando un "energetico cutaneo" in grado di riparare le ulcere della cute, ricavato miscelando un plasma ad altissima concentrazione di piastrine estratto dal sangue del paziente con le cellule staminali del tessuto adiposo.

In Italia sono circa 2 milioni le persone affette da ulcere cutanee causate principalmente da malattie vascolari, diabete, traumi e lesioni da pressione. Le ulcere degli arti inferiori, oggetto dello studio, colpiscono l'1% degli adulti ed il 3,6% delle persone di età superiore ai 65 anni.
L'attività di ricerca degli ultimi anni si è mossa verso un sempre maggiore impiego terapeutico dei fattori di crescita, citochine e cellule staminali, per facilitare la guarigione dei tessuti. In quest'ambito, prende il via il progetto per il trattamento delle ulcere della pelle che prevede l'arruolamento progressivo (fino a 62) di pazienti che abbiano però i requisiti necessari e i criteri di eleggibilità richiesti dai protocolli di studio.

Il sangue prelevato viene "centrifugato" e "separato" così da produrre un concentrato piastrinico contenente fibrina (PRF), ricco di fattori di crescita, che rigenera i tessuti. Successivamente, attraverso un intervento chirurgico di liposuzione viene prelevato il tessuto adiposo dalla zona addominale del paziente ed estratte le cellule staminali mesenchimali (ASC), per una quantità variabile a seconda della dimensione dell'ulcera da trattare. Quindi il "lipoaspirato" è trattato, in sala operatoria con apparecchiature dedicate, al fine di isolare correttamente le cellule staminali. Le frazioni isolate dovranno quindi essere miscelate con il PRF precedentemente prodotto, al fine di ottenere una soluzione da iniettare e distribuire sulla superficie della lesione cutanea.

Lo scopo principale di questo studio è quello di valutare l'efficacia del plasma ad alta concentrazione di piastrine arricchito di cellule staminali, innovative perché oltre a favorire la guarigione dell'ulcera cutanea stimolano la creazione di nuovi vasi sanguigni. Poiché il tessuto adiposo umano è onnipresente e facilmente ottenibile, in quantità di rilievo, mediante procedure chirurgiche effettuate in anestesia locale e con disagio limitato per il paziente, esso si configura quale fonte alternativa ottimale di cellule staminali adulte autologhe per la rigenerazione di tessuti.

(Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma
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