Visualizza articoli per tag: Sanità

Nuova organizzazione per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria che ottimizza assistenza, didattica e ricerca. Presentati i direttori di dipartimento ad attività integrata Università-Ospedale e i direttori di Unità Operativa Complessa di nomina nell’ultimo biennio che completano l’intera squadra.

Parma -

Con l’istituzione di tre nuovi Dipartimenti ad Attività Integrata Ospedale-Università, il Dipartimento Chirurgico Generale e specialistico, il Cardio Toracico-Vascolare e il Testa-Collo, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria registra un cambiamento organizzativo volto a dare impulso al ruolo di promotore delle funzioni di assistenza, didattica e ricerca, a favore di prestazioni e servizi centrati sul bisogno della persona. Alla guida dei tre dipartimenti sono nominati, rispettivamente, Paolo del Rio, Michele Rusca e Enrico Sesenna, incaricati d’intesa tra il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi e il Rettore dell’Ateneo Paolo Andrei. La riorganizzazione conferma il ruolo del Maggiore come ospedale di eccellenza e perfeziona un sistema sempre più centrato sul bisogno dell’utenza di Parma e provincia, oltre che della regione Emilia-Romagna e del territorio nazionale, per le funzioni di elevata complessità.
L’intero assetto organizzativo, condiviso dall’Ufficio di Presidenza della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, allargato alle Confederazioni sindacali, si articola su sette dipartimenti assistenziali, oltre al dipartimento provinciale interaziendale Ospedale-Usl di Emergenza-Urgenza alla guida di Sandra Rossi, direttore della 1° Anestesia e Rianimazione.
I nuovi dipartimenti si affiancano agli esistenti, di cui sono confermati i direttori: Medicina generale e specialistica a Francesco Leonardi, Medico-Geriatrico-Riabilitativo a Tiziana Meschi, Dipartimento Materno-infantile a Gian Luigi de’ Angelis e Dipartimento Diagnostico a Girolamo Crisi.

Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi, con il Rettore dell’Università Paolo Andrei colgono l’occasione per presentare anche i direttori di struttura complessa, di nomina nell’ultimo biennio. Nel Dipartimento DAI Chirurgico generale e specialistico, Paolo Del Rio a Clinica chirurgia generale e Elena Giovanni Bignami alla 2° Anestesia e rianimazione.
Nel Dipartimento DAI Medicina generale e specialistica, Enrico Fiaccadori a Nefrologia. Nel Dipartimento DAI Testa-Collo, Enrico Pasanisi a Otorinolaringoiatria e Otoneurochirurgia. Nel Dipartimento DAI Medico Geriatrico Riabilitativo, Marcello Maggio a Clinica geriatrica. All’interno del Dipartimento DAI Materno-Infantile, Patrizia Bertolini a Pediatria e Oncoematologia, Icilio Dodi a Pediatria generale e d’Urgenza, Emilio Casolari a Chirurgia pediatrica, Serafina Perrone a Neonatologia; nomine con cui si completa il disegno organizzativo dell’Ospedale dei bambini, che offre strutture di elevata complessità con eccellenze nell’area internistica, chirurgica e di emergenza, riferimento provinciale e regionale all’interno della rete hub and spoke, in stretto raccordo con i servizi della rete territoriale. Da ultimo, nel Dipartimento DAI Diagnostico, Nicola Sverzellati a Scienze radiologiche e Massimo De’ Filippo a Radiologia.

“Presentiamo ai cittadini il nuovo assetto organizzativo, frutto di un lavoro di condivisione tra Aziende sanitarie e Università – illustra il direttore generale del Maggiore, Massimo Fabi- che rafforza il ruolo dei professionisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria all’interno della rete del sistema di cura regionale”.
“La riorganizzazione va nella direzione di un’attenzione ancor più capillare ai bisogni della persona, in un’ottica di piena integrazione tra assistenza, didattica e ricerca – spiega il Rettore dell’Università, Paolo Andrei – pienamente in linea con il ruolo e i compiti dell’Ateneo”.
Il direttore sanitario del Maggiore, Ettore Brianti, sottolinea che “il nascente assetto organizzativo dipartimentale e l’inserimento di nuovi e importanti professionisti nelle équipe esistenti imprimeranno un rinnovato impulso di crescita organizzativa e clinico-assistenziale all’Azienda, oltre che sviluppo alla ricerca scientifica”.
“Un traguardo raggiunto che ci spinge sempre a nuove sfide è quello del dipartimento interaziendale Emergenza-Urgenza – sottolinea Elena Saccenti, direttore generale dell’Azienda Usl di Parma - nato dall’impegno di tutti i professionisti, che rinnova e migliora le prestazioni per gli assistiti, facendo leva sulla integrazione delle competenze cliniche e organizzative”.

Pubblicato in Cronaca Parma

“Ricordare il cammino della vita attraverso i cibi e i sapori della tradizione” è il titolo della “gara” artistica per gli ospiti e operatori nelle case protette e centri diurni del Distretto fidentino. La premiazione il prossimo 28 settembre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer.

Arte e cibo, insieme per mantenere vivo il ricordo. E’ questo l’obiettivo del concorso “Ricordare il cammino della vita attraverso i Cibi e i Sapori della Tradizione”, organizzato dal Centro Disturbi Cognitivi e Demenze - Distretto di Fidenza dell’Ausl di Parma, in occasione delle manifestazioni legate alla Giornata Mondiale dell’Alzheimer (che è il 21 settembre).
Una rassegna culturale per interpretare in chiave creativa il ricordo dei cibi, dei piatti e di tutto ciò che appartiene alla tradizione enogastronomica ed ai momenti di festa, valorizzando gli eventi che appartengono alla memoria storica della popolazione anziana. La tradizione culinaria infatti, è innanzitutto convivialità, momento di aggregazione sociale, occasione di ricordi felici: proprio la memoria, che nelle persone che soffrono di Alzheimer e altre patologie degenerative è un patrimonio a rischio, sarà in questa rassegna protagonista attraverso l’arte.
Le opere ammesse al concorso, giunto quest’anno alla quinta edizione, potranno essere di vario tipo: fotografiche, pittoriche, musicali o letterarie e saranno sottoposte alla valutazione di due giurie, una tecnica ed una popolare. Il concorso è aperto a tutti gli ospiti ed operatori dei Centri Diurni e delle case Protette del Distretto di Fidenza, che potranno partecipare con un massimo di tre opere: sarà possibile iscriversi entro il prossimo 6 settembre.

La premiazione avverrà il prossimo 28 settembre, a conclusione delle attività legate alla Giornata Mondiale dell’Alzheimer ed al termine della camminata solidale “Ricordare il cammino della vita”: le opere vincitrici si aggiudicheranno un “Premio ricordo”, mentre tutti i partecipanti riceveranno una pergamena.

Per informazioni e per scaricare il modulo d’iscrizione e il regolamento, è possibile consultare il sito internet Ausl oppure contattare i Centro Disturbi Cognitivi e Demenze di Fidenza al numero telefonico 0524/528023.

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Sono circa 500 gli anziani modenesi che ogni anno vengono operati per la rottura del femore. Il nuovo protocollo multidisciplinare, attivo da maggio, prevede un percorso dall’intervento precoce alla riabilitazione, per prevenire la perdita dell’autosufficienza e mortalità.

di Manuela Fiorini Modena 13 agosto 2019 - La rottura del femore è molto frequente negli anziani. Sono infatti 500 i pazienti modenesi che vengono operati ogni anno, ma spesso la patologia si associa a complicanze motivate dall’età avanzata e dal quadro clinico della persona, quali la perdita dell’autosufficienza e un rischio più elevato di mortalità.

Per i pazienti anziani che presentano rottura del femore, dallo scorso mese di maggio è attivo un nuovo percorso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena che vede come punto di riferimento la Geriatria dell’Ospedale di Baggiovara, diretta dal Professor Marco Bertolotti, che è stata potenziata con 10 posti letto dedicati all’Ortogeriatria, cioè la branca della Geriatria che si occupa del paziente anziano con frattura di femore, e 19 per la Riabilitazione Ortogeriatrica.

Secondo il modello precedente, il paziente con frattura del femore veniva prima ricoverato in Ortopedia, dove veniva operato entro 48 ore, e solo in un secondo momento, se ritenuto necessario, veniva trasferito in Ortogeriatria. Grazie al nuovo protocollo, condiviso negli ospedali di Baggiovara e Policlinico, invece, il paziente viene subito ricoverato il Oretogeriatria, dove viene gestito nella fase pre e post operatoria, fino al trasferimento in riabilitazione e alle dimissioni. Il tutto sotto la gestione di un geriatra, che si occupa di tutti gli aspetti della degenza, dalla fase acuta a quella riabilitativa, garantendo una continuità assistenziale a pazienti che spesso necessitano di attenzione particolare per la presenza di altre patologie, evitando così complicanze legate al ricovero.


Oltre alla Geriatria, il progetto coinvolge anche l’Ortopedia dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal dottor Pier Bruno Squarzina, che assicura il trattamento chirurgico precoce, la gestione delle problematiche perioperatorie e il ricovero anche nelle ore notturne e nelle giornate festive. Fondamentale anche il ruolo della Medicina Riabilitativa e il supporto di altre unità operative come l’Anestesia e il Pronto Soccorso.
A esse si associa il coinvolgimento delle strutture del Policlinico, con cui è fondamentale il coordinamento: l’Ortopedia, il Pronto Soccorso, le Anestesie e la Post Acuzie che garantisce il percorso successivo dei pazienti geriatrici. La Medicina a indirizzo Metabolico Nutrizionale dell’Ospedale Civile si alterna poi alla Geriatria nel fornire supporto e consulenza internistica.


“Si tratta di un progetto che coinvolge diverse discipline”, ha dichiarato il prof. Marco Bertolotti, “perché il paziente anziano per la sua complessità necessita di un approccio specialistico e multi-disciplinare per consentirne innanzitutto un trattamento chirurgico precoce, secondo le linee guida regionali e nazionali, e successivamente un percorso riabilitativo tempestivo che conduca a una piena guarigione priva di complicanze legate all’ospedalizzazione e limiti al massimo l’incidenza di disabilità. Non va inoltre trascurata la valenza scientifico-didattica di questo modello, che prevede la frequenza di medici in formazione specialistica in Geriatria e, grazie al contributo della Prof.ssa Chiara Mussi, docente di Geriatria, consente la raccolta di dati sperimentali interessanti che confermano la validità di questo modello, che ha ridotto in modo rilevante la percentuale di complicanze e la mortalità in questi pazienti”.

In riferimento alle notizie apparse sui media relative a un paziente affetto da legionellosi ricoverato all’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, la direzione aziendale informa che i casi registrati nella nostra provincia nel 2019 sono stati complessivamente 30, con un aumento delle segnalazioni nel periodo estivo.

Questi dati sono in linea con la diffusione storica della malattia. A ogni segnalazione seguono indagini epidemiologiche e ambientali necessarie a monitorare l’andamento della situazione e individuare contesti di possibile comune esposizione sui quali richiedere interventi. 

La legionellosi è una malattia caratterizzata da una polmonite infettiva che, se non adeguatamente trattata, può evolvere in quadri clinici anche gravi.

Negli ultimi anni si è osservato un significativo aumento dei casi in Italia e in Emilia-Romagna. Anche nella nostra provincia, in linea con le altre della Regione, si è assistito soprattutto negli ultimi due anni a un aumento delle segnalazioni: sono stati registrati 55 casi nel 2017 e  61 casi nel 2018. La situazione è costantemente monitorata dall’Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna.

Per tutti i pazienti sono state svolte le indagini previste dalle procedure senza che siano emerse situazioni di criticità locali. Dalle valutazioni svolte l’aumento è verosimilmente riconducibile a una combinazione di fattori: migliore capacità diagnostica data da una maggiore sensibilità dei clinici e un più frequente ricorso al test dedicato, aumento di persone con fattori di rischio, effettivo aumento della presenza nell’ambiente del batterio della Legionella.

CONSIGLI UTILI

Le strutture alberghiere, le strutture sanitarie e socioassistenziali sono tenute a seguire un’adeguata manutenzione degli impianti ed effettuare tutti gli interventi di autocontrollo  previste dalla normativa. Nelle abitazioni private è utile tenere alcune buone abitudini precauzionali, come far scorrere l’acqua molto calda dai rubinetti, poco o nulla utilizzati,  per alcuni minuti, mantenendosi distanti, prima di utilizzarla; rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi-getto (filtri di rubinetti e docce);  non riporre, ma lasciare pendente la doccia “a telefono” per evitare ristagni d’acqua; non utilizzare gli idromassaggi se non è applicato un corretto sistema di manutenzione.  


COS’È LA LEGIONELLA 

La legionellosi è l’infezione causata da un batterio chiamato legionella, e colpisce l’apparato respiratorio. La legionella è un microorganismo molto diffuso in natura, che si trova principalmente associato alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, falde acquifere e ambienti umidi in genere). La legionella non si trasmette da persona a persona, né attraverso l’ingestione di acqua. L’infezione avviene attraverso l’inalazione di acqua contaminata sotto forma di aerosol generato, ad esempio, da rubinetti, docce, impianti di condizionamento e idromassaggio. Le persone possono essere esposte a queste fonti in casa, nell’ambiente di lavoro o in qualsiasi luogo pubblico.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

È prevista per domani 2 agosto l’attivazione del nuovo reparto di Ortopedia e Traumatologia al 4° piano di uno dei corpi storici dell’ospedale Santa Maria Nuova. Inaugurato ufficialmente il 5 luglio scorso, il settore accoglierà l’attività di degenza ortopedica e ortogeriatrica. Nei 1.100 metri quadrati recentemente riqualificati trovano posto 42 letti, distribuiti in 18 stanze di degenza dotate di servizi igienici, oltre a locali di servizio e di supporto.

L’intervento ha creato spazi confortevoli dal punto di vista alberghiero e razionali da quello dell’organizzazione dell’assistenza, superando i limiti posti dall’età dell’edificio costruito oltre 50 anni fa. L’adeguamento alle normative sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi ha reso necessario: ottimizzare l’accessibilità a stanze e servizi igienici attraverso varchi più ampi, rifare le finiture interne, gli infissi, gli impianti di climatizzazione e sicurezza.

Il progetto prevede che allo stesso piano sia collocato il reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dopo lavori di riqualificazione che prenderanno il via entro pochi mesi e che restituiranno 2.180 metri quadrati interamente rinnovati grazie anche all’importante contributo di 2 milioni di euro da parte della Fondazione Cuvier Boni.

Il reparto è raggiungibile dal Gruppo Salita 3 – percorso blu.

Fonte: Ausl RE

Spazi più grandi e nuove tecnologie per la struttura sede del Centro di riferimento in Emilia-Romagna per l’immunologia dei trapianti di rene. Investiti 450.000 euro grazie a un finanziamento della Regione. 43 i trapianti di rene eseguiti al Maggiore di Parma nel 2019.

Parma

Cambia casa e si rinnova  negli spazi e nelle tecnologie l’Immunogenetica dei trapianti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Centro di riferimento regionale per l’immunologia dei trapianti renali e la tipizzazione dei tessuti.

Il Centro di Parma associa, infatti, ad ogni donatore di organi disponibile in Emilia Romagna i pazienti in lista d’attesa che per le loro caratteristiche immunologiche e cliniche possano ricevere l’organo. Questa attività è fondamentale per permettere il buon esito dell’intervento, riducendo i rischi di rigetto o permettendone la diagnosi precoce. Sono stati 60 i trapianti effettuati al Maggiore nel 2017, 51 nel 2018, e 43 i trapianti di rene eseguiti nei primi sette mesi del 2019. 

Nei nuovi spazi della struttura, recentemente trasferita al 1° piano del padiglione Cattani, trovano posto 4 locali per biologi e tecnici di laboratorio, 6 locali di servizio e 5 laboratori. I laboratori vero e proprio cuore pulsante della struttura, implementati nelle tecnologie, sono stati dedicati al prof. Luigi Migone, clinico medico e nefrologo di fama mondiale. 

Migone a Parma dal 1958, prima come direttore della cattedra di Patologia speciale medica,  poi come direttore della Clinica Medica dell’Universita di Parma, portò avanti ricerche fondamentali sulla funzione e sulle malattie renali. Co-fondatore nel 1957 della Società Italiana di Nefrologia (SIN), di cui è stato segretario fino al 1966, nel 1997 fu nominato Presidente Onorario della SIN. Nel 1960 a Ginevra è stato uno dei fondatori della International Society of Nephrology. È stato membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione ed ha ricevuto la medaglia d’oro per i meriti della scienza e della cultura. 

La targa è stata scoperta questa mattina da Paola Zanelli, responsabile Immunogenetica dei trapianti, Pier Paolo Dall’Aglio, presidente Centro di bioetica Luigi Migone, insieme ai familiari, i figli Elisa e Paolo, il nipote Giovanni Campari, agli allievi del Prof. Migone, a Gabriela Sangiorgi direttore del Centro di riferimento trapianti Emilia-Romagna, Pierantonio Muzzetto, presidente Ordine dei Medici di Parma, Elena Saccenti, direttore generale dell’Azienda Usl di Parma, Paolo Andrei, rettore dell’Università degli Studi di Parma e Massimo Fabi, direttore generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. 

I laboratori, pensati già negli anni ‘60 da Luigi Migone, si sono sviluppati a partire dagli anni ‘70 grazie al lavoro pionieristico di  Mario Savi, direttore della Genetica Medica fino al 2013, e Tauro Maria  Neri, che ha ricoperto l’incarico fino al  2015, anno in cui la direzione della Genetica è stato affidata ad Antonio Percesepe.

Come diceva il mio maestro, il professor Savi – spiega Paola Zanelli – il nostro è un lavoro spesso oscuro, ma fondamentale per l’obbiettivo finale che è quello di ridare una nuova speranza grazie al trapianto”. “Oggi – aggiunge Andrei - celebriamo il futuro guardando alle nostre radici. Se siamo qui, a inaugurare i nuovi laboratori dell’Immunogenetica è grazie al lavoro svolto in passato”.

La rete dei trapianti – precisa Sangiorgi – si regge su un’attività  d’équipe che coinvolge aziende professionisti della Regione, quella dei trapianti è una catena in cui ogni specialista mette un proprio tassello”. “I nostri professionisti – conclude Fabi -  grazie agli insegnamenti di chi li ha proceduti svolgono un lavoro corale con una capacità di fare squadra che è la vera forza dell’Ospedale Maggiore di Parma”.

I laboratori dell’Immunogenetica dei Trapianti sono attivi giorno e notte, 24 ore su 24, vista l’urgenza con cui le prove di compatibilità devono essere effettuate, per mettere  in moto la catena che coinvolge nefrologi e chirurghi.

Con la riqualificazione della struttura è aumentata anche la dotazione tecnologica con l’acquisto di un citofluorimetro, apparecchiatura che serve a svolgere le prove finali di compatibilità e di una PCR quantitativa, macchinario che permette la tipizzazione di tutti gli antigeni leucocitari in tempi molto rapidi.

La tipizzazione HLA (Antigeni leucocitari umani), ossia la verifica che le cellule del donatore e del ricevente siano compatibili insieme alla ricerca degli anticorpi diretti contro questi antigeni sono attività fondamentali per il successo dei trapianti.  “E’ un po’ come con i gruppi sanguini - spiega Zanelli– verifichiamo la tolleranza tra donatore e ricevente degli antigeni che sono espressi in tutte le cellule del nostro organismo”.

L’investimento per la completa riqualificazione del Centro di Immunogenetica dei trapianti è stato di 450.000 euro, totalmente coperto da finanziamenti regionali. Di questi 230.000 per la ristrutturazione degli spazi del Cattani e 220.000 euro per le apparecchiature.

Tra le principali collaborazioni del laboratorio di Immunogenetica figura il Centro Trapianti midollo osseo per cui il laboratorio esegue la tipizzazione HLA in alta risoluzione dei pazienti e dei loro possibili donatori (familiari o non consanguinei), controlla la presenza eventuale di anticorpi nei candidati al trapianto e, una volta avvenuto il trapianto, ne monitora l’attecchimento, mediante analisi del DNA. 

La struttura è inoltre sede del Centro di Parma del Registro italiano donatori midollo osseo, collabora con la locale sede ADMO ed esegue i test di conferma per i donatori selezionati e tutte le procedure in caso di donazione di cellule staminali emopoietiche o di midollo osseo in collaborazione con le unità operative di Ematologia e CTMO e Immunoematologia e Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria. La tipizzazione HLA viene inoltre eseguita per valutare gli aspetti immunologici di alcune malattie, come la celiachia, il diabete mellito, la spondilite anchilosante, o effetti avversi di farmaci, tra cui uno utilizzato nella terapia dell’AIDS.

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

La Regione a fianco delle pazienti oncologiche sottoposte a cure che possono causare la caduta dei capelli: contributo di 400 euro per l'acquisto di una parrucca. Il presidente Bonaccini: "Un aiuto per migliorare la qualità della vita mantenendo una propria identità, non imposta dallo stato di salute". Nel 2019 sono circa 3.400 le donne residenti in Emilia-Romagna con possibile alopecia in seguito a trattamenti antitumorali. L'assessore Venturi: "Il valore del nostro sistema sanitario regionale passa anche attraverso misure come queste, a cui teniamo moltissimo".

Bologna -

Perdere i capelli durante le cure antitumorali significa aggiungere sofferenza a un dolore già immenso. E accrescere la propria fragilità, l’emotività, il disagio nel rapporto con gli altri. 
Per questo, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso di essere a fianco delle donne che attraversano questa difficile fase della loro vita. 
E lo fa disponendo l’erogazione, a carico del Servizio sanitario regionale, di un contributo di 400 euro per l’acquisto di parrucche da parte delle pazienti che perdono i capelli in seguito a trattamenti chemioterapici o radioterapici per la cura di patologie oncologiche. Il contributo verrà assegnato una tantum, indipendentemente dall’Isee e dalla situazione reddituale della paziente.

“Avevamo preso un impegno un paio di mesi fa e lo abbiamo mantenuto, condividendo una richiesta che non aveva bisogno di tante spiegazioni visto l’obiettivo: mantenere un’identità propria e non obbligata dallo stato di salute”, sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ricordando l’incontro, lo scorso 31 maggio, nel quale gli venne consegnato l’appello sostenuto da 3mila firme con la richiesta di contributi per l’acquisto delle parrucche da parte di pazienti oncologiche. Incontro, negli uffici della Giunta, che ebbe direttamente con Odette Piola, promotrice della petizione.

“Questo- aggiunge il presidente- vuole essere un segno di attenzione e di sensibilità, un aiuto per migliorare la qualità della vita delle pazienti. Per accompagnarle in un percorso che ovviamente auspichiamo sia di superamento della malattia”.

“La qualità delle cure, a cui noi teniamo moltissimo, passa anche attraverso misure come queste- ricorda Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la salute-. Non stiamo parlando di una questione puramente estetica, anzi: è noto a tutti come l’alopecia, che si verifica in seguito a trattamenti di radio o chemioterapia, rappresenti un elemento di fragilità, un aggravio non solo nell’elaborazione personale della malattia ma soprattutto nei suoi aspetti interpersonali e relazionali”.

Il contributo: come funziona
Verrà concesso a donne in cura residenti in Emilia-Romagna dove, quest’anno, sono circa 3.400 le pazienti oncologiche con possibile alopecia da chemio o radioterapia. 
Le richieste di contributo dovranno essere indirizzate all’Azienda Usl di residenza, utilizzando la modulistica e gli eventuali indirizzi operativi che verranno definiti dalla Direzione generale Cura della Persona, Salute e Welfare dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute entro un mese circa a partire da oggi. 
Le pazienti dovranno allegare il certificato che attesti la patologia neoplastica e l’alopecia verificatasi in seguito a trattamenti radioterapici o chemioterapici, insieme alla ricevuta di avvenuto pagamento per l’acquisto della parrucca (fattura o scontrino recante il codice fiscale del paziente che presenta la domanda) posteriore alla data di entrata in vigore del provvedimento stabilito dalla Giunta. 
Sarà l’Azienda Usl, una volta verificata la regolarità della documentazione presentata, ad accogliere le domande ammissibili e a concedere il contributo richiesto, rendicontando alla Direzione generale dell’assessorato. /CV

Fonte: Regione ER

Le tante iniziative organizzate dalla polisportiva di Collecchio hanno permesso di donare un mattoncino di cuore alla futura oncologia dell'Ospedale Maggiore di Parma.

Trofei, tornei, risate e beneficienza: questo e tanto altro è il Cervo, associazione di Collecchio che vive e cresce di passione sportiva e di impegno sociale. Oltre una decina di squadre giovanili di calcio e altrettante di pallavolo femminile, alle quali si aggiunge la squadra di bocce e il lavoro di tanti soci volontari che sostengono e organizzano le varie attività che si svolgono all’interno degli impianti sportivi collecchiesi.

Perché il gioco per loro continua anche fuori dal campo con tortellate in compagnia condite dalla solidarietà. Quest’anno i dirigenti della Polisportiva il Cervo hanno deciso di destinare una parte dei fondi raccolti durante le cene sociali, le manifestazioni e i tornei giovanili al Centro Oncologico di Parma. A firmare il simbolico mattoncino, in numero limitato che comporrà la cornice del plastico di prossima realizzazione, erano presenti il presidente Claudio Vecchi, il vice Franco Ceccarini e Roberto Picelli in rappresentanza dei consiglieri.

“Oltre le tante attività che svolgiamo – ha dichiarato il presidente Vecchi - abbiamo pensato di dare un piccolo segnale su un progetto importante per un intero territorio. E i nostri soci sono d’accordo con noi che, tra i valori di solidarietà che un’associazione come la nostra deve avere, quello di migliorare la salute e il benessere delle persone che ne hanno bisogno”. 

“Questi piccoli segnali – ha aggiunto Franco Ceccarini - costruiscono una comunità più coesa e unita nell’affrontare le difficoltà legate ad una malattia che purtroppo molte famiglie si trovano a vivere. Anche noi volevamo fare squadra, insieme a tanti altri, per contribuire a realizzazione questo importante progetto”.

Un ringraziamento sincero arriva dalla dottoressa Nunziata D’Abbiero, direttrice della Radioterapia dell’Ospedale Maggiore di Parma: “Il valore non è nell’importo donato ma nell’averlo fatto. Per questo davvero grazie e speriamo che il vostro gesto sia contagioso”.

 

 Dona “un mattoncino di cuore” per il Centro Oncologico. 

  • online sul sito insiemeconteparma.it
  • con bonifico bancario Iban IT47F 06230 12700 0000 38377020
  • tramite una delle associazioni in ambito oncologico di preferenza
  • nei Punti di Raccolta accreditati che espongono i materiali e il logo di “insieme CON te”
Pubblicato in Cronaca Parma

Sono stati presentati durante una conferenza stampa questa mattina il cronoprogramma degli interventi, i reparti ed i servizi che saranno realizzati nell’ambito dei primi due lotti, i passaggi dell’iter amministrativo necessari per iniziare la costruzione della MIRE – Maternità Infanzia Reggio Emilia. Il Ministero della Salute, con decreto dirigenziale del 26 giugno 2019, ha infatti ammesso a finanziamento la realizzazione del 2° lotto funzionale del MIRE, con un finanziamento che si va ad aggiungere ai precedenti stanziamenti dedicati.

Con l’ammissione al finanziamento del Ministero della Salute, il progetto esecutivo dei primi due lotti funzionali del nuovo edificio ha ottenuto ora tutte le approvazioni di legge, compreso il nulla osta della Soprintendenza archeologia rilasciato a febbraio 2019 ed è ora possibile partire con la gara europea di selezione dell’impresa che costruirà il nuovo edificio.
Il nuovo edificio del MIRE si svilupperà in quattro piani fuori terra ed un seminterrato, con una superficie complessiva di 17.428 mq.
Con i primi due lotti di intervento è prevista la realizzazione dell’intera struttura e dell’involucro esterno del MIRE, il completamento dei piani terra, primo e secondo destinati (per complessivi 10.703 mq) a: Pronto Soccorso ostetrico-ginecologico, neonatologia, blocco operatorio, punto nascita, degenze pediatriche-ostetriche e ambulatori specialistici. Inoltre, saranno realizzati le centrali tecnologiche e i nuovi parcheggi, quest’ultimi in compensazione a quelli che saranno interessati dal cantiere. Il piano seminterrato e terzo sono previsti realizzati “al grezzo”, per essere poi finiti nel 3° lotto.
E’ prevista una passerella di collegamento con il CORE ai piani seminterrato (funzioni tecniche), rialzato (funzioni sanitarie e di emergenza, collegamento con la camera calda del CORE e con Pronto Soccorso generale), primo (percorsi del pubblico da cui si raggiunge l’atrio principale dell’ospedale).
Il lay out architettonico è coerente con le vigenti normative applicabili ed in particolare in materia di: protezione antisismica, protezione antincendio, sicurezza antinfortunistica, igiene dei luoghi di lavoro ed eliminazione delle barriere architettoniche.

Il quadro complessivo approvato dei finanziamenti del MIRE 1° e 2° lotto ammonta ad € 30.100.000, ed è così articolato:


Fondi Regione Emilia Romagna come da deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 42 del 27/10/2015
€ 14.000.000,00
Programma Straordinario di investimenti in Sanità ex art. 20 L67/88 – Addendum (delibera assemblea legislativa RER n. 66/2016) (Lotto 2):

Finanziamento Stato
€ 10.450.000,00
Finanziamento Regione
€ 550.000,00
Contributo regionale in conto capitale destinato al completamento dei lotti 1° e 2° del nuovo padiglione materno infantile di Reggio Emilia (MIRE), come da delibera della Giunta Regionale n. 1142 del 16 luglio 2018
€ 1.500.000,00
Fondi aziendali provenienti da alienazioni
€ 3.600.000,00
TOTALE
€ 30.100.000,00

All’incontro erano presenti Eva Chiericati, Direttore amministrativo e Claudia Reggiani, Direttore del Dipartimento tecnico AUSL IRCCS di Reggio Emilia, Deanna Ferretti, Presidente di Curare Onlus, Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia, Ilenia Malavasi, Vice Presidente della Provincia di Reggio Emilia e Giammaria Manghi, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Come previsto, sono entrate in funzione oggi 15 nuove telecamere all’Ospedale Civile di Baggiovara che raggiunge così la ragguardevole quota di 100 dispositivi di videosorveglianza. Se consideriamo che al Policlinico sono attive 189 telecamere, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è dotata di ben 289 dispositivi di video-sorveglianza

L’istallazione dei nuovi impianti a Baggiovara rientra nel Piano di Sicurezza aziendale, varato nel 2015 al Policlinico ed esteso al Civile nel 2017, che ha visto la creazione di una vera e propria task force con lo scopo di migliorare la sicurezza nei nosocomi cittadini grazie al lavoro svolto in collaborazione tra la Vigilanza Interna e le Forze dell’Ordine.  

Il Piano Sicurezza mira a far collimare la vocazione di accoglienza dell’ospedale con la necessità di tutelare non solo i pazienti e dipendenti ma anche le attrezzature che, essendo di proprietà di un ente pubblico, sono della collettività

La maggior parte dei dispositivi vigila sugli ingressi e sulle aree comuni. Le altre controllano i parcheggi, e le aree più a rischio, tra cui i Pronto Soccorso. 

Il posizionamento delle telecamere deve consentire il controllo, senza impattare sulla privacy dei degenti e nel rispetto di quanto previsto dalla Statuto dei Lavoratori. A questi aspetti tecnologici si aggiunge la decisiva collaborazione tra il servizio di Vigilanza Interna (Coop Service) e i poliziotti dei due posti di polizia interni agli ospedali e le forze dell’ordine, che vengono attivate in caso di necessità a rafforzare l’apparato preposto alla sicurezza.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"