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Il 28 e 29 novembre il corso teorico-pratico di laparoscopia, con tecniche eseguite e discusse in diretta video, organizzato dalla struttura di Urologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

27 novembre 2017

Niente tagli, minor dolore post-operatorio, mantenimento delle funzionalità degli organi, radicalità oncologica, precoce ripresa di tutte le attività fisiche, nonché migliore continenza urinaria e conservazione della potenza sessuale in caso di intervento alla prostata. Sono i preziosi vantaggi della chirurgia laparoscopica, in campo urologico.

Per fare il punto sull'importanza e sul ruolo della chirurgia laparoscopia la struttura di Urologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, diretta da Umberto Vittorio Maestroni, organizza per martedì 28 e mercoledì 29 novembre il corso teorico e pratico di Laparoscopia.
L'iniziativa metterà a confronto le più avanzate tecniche di laparoscopia e si sviluppa principalmente su interventi di Live Surgery, con discussione collettiva dei casi, al fine di garantire il massimo livello di interazione e condivisione tra i presenti. In particolare, verranno utilizzate le ultime tecnologie di visione in 3D, con uno spazio anche per la proiezione di interventi registrati. Verrà riservato ampio spazio alla discussione, al fine di stimolare un confronto professionale e sanare dubbi o problematiche in relazione ai diversi approcci chirurgici utilizzabili per la risoluzione delle problematiche oncologiche renali e prostatiche.

"Il nostro Ospedale investe sia sulla formazione dei professionisti, sia sul potenziamento delle attrezzature, al fine di raggiungere elevati livelli di esperienza. Numerosi sono stati, infatti, negli ultimi decenni i progressi tecnologici e metodologici della disciplina urologica dove si riconosce ormai alle tecniche mini-invasive una rilevante 'superiorità' in termini di risultati oncologici e funzionali rispetto alla maggior parte delle tecniche tradizionali, pur restando sempre fondamentale la preparazione dell'operatore, oltre che l'esperienza del centro ospedaliero di riferimento", spiega Umberto Vittorio Maestroni direttore della struttura di Urologia del Maggiore di Parma.

La struttura di Urologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma è specializzata nella diagnosi e cura delle patologie urologiche e dell'apparato genitale. I professionisti afferenti alla struttura eseguono ogni anno oltre 2.000 interventi, utilizzando le differenti tecniche chirurgiche a disposizione, da quella tradizionale o a cielo aperto, alla percutanea, endoscopica e laparoscopica delle alte e basse vie urinarie, nonché interventi sull'apparato genitale maschile e femminile; protesica urinaria e peniena. Proprio per quanto riguarda la chirurgia laparoscopica, regina delle tecniche mini-invasive, Parma è divenuta centro di riferimento in Italia, essenzialmente grazie alla presenza e all'esperienza maturata sul campo da un team di medici, afferenti alla struttura, che svolgono anche attività didattica e di ricerca in ambito chirurgico.

(Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)

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Giovedì, 23 Novembre 2017 07:31

Vaccini, sì all'obbligo a scuola

Sanità. Vaccini, sì all'obbligo a scuola: la Consulta respinge i ricorsi della Regione Veneto. Il presidente Bonaccini e l'assessore Venturi: "Grande soddisfazione per una sentenza che ribadisce quanto abbiamo sempre detto: la strada delle vaccinazioni obbligatorie era e rimane quella giusta"

Il commento a seguito della decisione con cui la Corte Costituzionale ha respinto le questioni di legittimità promosse sul decreto legge del governo in materia di vaccinazioni obbligatorie per i minori fino ai 16 anni di età

Bologna - "Da parte nostra non possiamo che esprimere soddisfazione, perché anche la sentenza della Corte Costituzionale ribadisce quanto la Regione Emilia-Romagna crede, e ha sempre creduto: la strada delle vaccinazioni obbligatorie, che per primi abbiamo imboccato, era e rimane quella giusta".

Queste le parole del presidente, Stefano Bonaccini, e dell'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, alla notizia del respingimento, da parte della Consulta, delle questioni di legittimità costituzionale promosse dalla Regione Veneto sul decreto legge del governo 73/2017, convertito nella legge 119/2017, in materia di vaccinazioni obbligatorie per i minori fino ai 16 anni di età.

"Di fronte al calo consistente della copertura, noi ci siamo mossi subito- aggiungono Bonaccini e Venturi- e stiamo già vedendo i risultati, cioè l'aumento dei vaccinati. Abbiamo però sempre auspicato una misura nazionale, che non si è fatta attendere. Siamo di fronte a scelte estremamente importanti per la salute pubblica, proprio perché tutelano al tempo stesso l'individuo e la collettività. E che, dunque, spettano giustamente al legislatore nazionale"./CV

Il consigliere affronta il caso di un degente deceduto e chiede lumi su profili professionali, riduzione di personale e tempi di attesa al pronto soccorso

Malgrado i 15,6 milioni di euro di investimenti all'ospedale di Vaio, nel comune parmense di Fidenza, persistono i disservizi.

La denuncia, con un'interrogazione rivolta alla Giunta, arriva da Galeazzo Bignami di Forza Italia.

Una parte dei lavori, si legge nell'atto ispettivo, "inerente alla ristrutturazione del pronto soccorso, è terminata nell'autunno del 2016, mentre il cantiere per la realizzazione della lungodegenza e di altri servizi sanitari è ripartito da poco tempo in seguito a un periodo in cui lavori sono stati fermi a causa della situazione di insolvenza del colosso cooperativo Unieco, impresa aggiudicataria dei lavori".

Negli ultimi anni, spiega il consigliere, "l'ospedale di Vaio avrebbe avuto un progressivo depauperamento delle eccellenze professionali nei singoli reparti, compreso il pronto soccorso, e non sarebbe stata garantita una continuità di profili professionali in servizio".

Peraltro, prosegue, "il 31 ottobre scorso si è verificato il decesso di un degente ricoverato nella struttura".

Bignami chiede quindi all'esecutivo regionale chiarimenti relativamente al tema dei profili professionale presenti nella struttura, sul problema della riduzione di personale e sulla questione dei tempi di attesa al pronto soccorso. Sul decesso di ottobre, vuole sapere "se esistono segnalazioni sulla conduzione dell'unità operativa di Chirurgia dell'ospedale precedenti al grave episodio e le conseguenti reazioni dell'Ausl".

(Cristian Casali)

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Chiusura del punto vaccini di Busseto. Il punto con l'Assessore Elisa Guareschi e il Sindaco Giancarlo Contini sulla chiusura del servizio vaccini del Paese. (Video amministrazione Comunale di Busseto)

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La Sala Ibrida rende possibile effettuare la diagnosi e interventi con velocità e sicurezza. Al via la campagna di raccolta fondi con ROCK NO WAR. Un investimento di oltre due milioni di euro. L'obiettivo della campagna è acquistare l'angiografo digitale da 1 milione di euro.

Modena, 23 ottobre 2017

Tutti insieme per la sala operatoria del futuro. Questo è lo slogan della campagna di raccolta fondi organizzata dall'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena con il supporto di ROCK NO WAR Onlus che prende ufficialmente oggi avvio lunedì 23 ottobre 2017.

L'obiettivo è rendere possibile la costruzione, all'Ospedale Civile di Baggiovara della Sala Ibrida della Provincia di Modena. Stiamo parlando di una sala operatoria all'avanguardia, un grande spazio che contiene apparecchiature radiologiche tra le quali un angiografo di grande potenza. In questo unico ambiente gli specialisti potranno effettuare una diagnosi immediata e contemporaneamente, senza spostare il paziente, agire in modo più rapido preciso e sicuro.

"Gli Ospedali di Modena – ha spiegato Ivan Trenti, Direttore Generale dell'AOU di Modena – hanno la necessità di avere una sala ibrida. Per migliorare la qualità dell'assistenza del trauma center, ma soprattutto perché sono presenti tutte le professionalità cliniche per poter utilizzare al meglio questa tecnologia, assicurando così ai nostri cittadini interventi più sicuri, veloci e mininvasivi. Per dotarci di una sala ibrida abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Sin d'ora ringrazio il Comitato promotore e la ONLUS ROCKNOWAR per la collaborazione che ci hanno assicurato per raggiungere insieme questo importante obiettivo."

È una sala dove si trattano patologie in urgenza e patologie complesse in un modo corale, come in un'orchestra, grazie a un team in cui i diversi specialisti operano insieme e mettono a disposizione le proprie competenze. Si tratta di un investimento da circa 2.200.000 di euro. L'Azienda Ospedaliero – Universitaria finanzierà i lavori edilizi e di impiantistica, mentre 1 milione di euro sarà destinato all'acquisto dell'Angiografo indispensabile per la realizzazione dell'intero progetto.

"Rock No War ha aderito con convinzione a questo progetto – ha commentato il presidente Giorgio Amadessi – perché realizzare la sala Ibrida sarà un vantaggio per tutti i modenesi, quindi per tutti noi che potremo avere a disposizione una tecnologia all'avanguardia al servizio di tutti. L'angiografo è il cuore tecnologico della Sala Ibrida. È per il suo acquisto che abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti".

La Sala Ibrida sarà collocata all'Ospedale Civile di Baggiovara al 3 piano del corpo 9, in un'area attigua al Blocco Operatorio di circa 300mq complessivi dei quali 75mq per la sala operatoria e i rimanenti occupati dai locali di supporto e sala di controllo dell'angiografo.

"Abbiamo scelto declinare la campagna di comunicazione partendo dall'idea di un'orchestra – aggiunge Maurizia Gherardi, Direttore del Servizio Comunicazione – perché in una sala ibrida i diversi specialisti possono lavorare assieme come tanti orchestrali, per un risultato comune. Inoltre abbiamo voluto rappresentare lo sforzo di tutta la città che si muove all'unisono per realizzare un importante obiettivo, l'acquisto dell'angiografo digitale. Il set fotografico si è svolto sul prestigioso palco del Teatro Comunale. Per questo motivo siamo grati alla Fondazione Teatro Comunale e all'Istituto Orazio Vecchi – Tonelli per la preziosa collaborazione."

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Cos'è la Sala Ibrida

La Sala Ibrida è una Sala Operatoria ad alta tecnologia, dove sono presenti diverse apparecchiature radiologiche tra le quali un angiografo di grande potenza. È un ambiente chirurgico, quindi sterile, un unico ambiente dove si può effettuare una diagnosi immediata e, contemporaneamente, senza spostare il paziente, si possono eseguire le procedure chirurgiche. Questo consente di agire con più precisione e sicurezza per il paziente, perché l'intervento chirurgico può essere adattato all'evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale.

Grazie alle professionalità e alle nuove tecnologie è possibile intervenire con tecniche ancora più mini-invasive, cioè basate su piccole incisioni chirurgiche che comportano la riduzione delle complicanze e un netto miglioramento dei tempi di recupero del paziente. Una caratteristica che aiuta i chirurghi a intervenire su un'importante percentuale di malati, che altrimenti sarebbe esclusa dalla possibilità di un'operazione.

Il vantaggio della Sala ibrida è legato quindi all'urgenza, all'emergenza e alla traumatologia: il paziente arriva direttamente in sala operatoria non c'è perdita di tempo perché la diagnosi e la cura sono quasi contemporanee. La sala ibrida consente anche di svolgere una vasta gamma di interventi anche nelle patologie complesse di tipo vascolare, cardiologiche, neurochirurgiche, urologiche e gastroenterologiche.

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La campagna di raccolta fondi per l'acquisto dell'angiografo

Il 23 di ottobre 2017 parte ufficialmente la raccolta fondi lanciata dall'Azienda Ospedaliero - Universitaria grazie alla collaborazione di ROCK NO WAR ONLUS che gestisce direttamente le donazioni. Chiunque voglia e possa contribuire alla raccolta fondi può effettuare il proprio versamento tramite Bonifico bancario sul conto corrente "SALA IBRIDA" attivato da ROCK NO WAR ONLUS, presso la Banca Interprovinciale, filiale di Formigine (IBAN IT62O0339566780CC0020011937).

Tutti i dettagli sono disponibili sul sito web www.salaibridamodena.it  e sul sito di ROCK NO WAR. Grazie a ROCK NO WAR che usufruisce dei vantaggi fiscali delle ONLUS, sarà possibile recuperare parzialmente quanto donato in base alla normativa vigente.

Un'orchestra al lavoro: la parola ai professionisti

Marco Barozzi, Direttore Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso.

"Sono molti i vantaggi che la sala ibrida può dare in condizioni di emergenza, in aiuto di quei pazienti che arrivano al pronto Soccorso con gravi emorragie e che devono essere sottoposti a un intervento diagnostico e uno terapeutico. Poter concentrare entrambi questi momenti in una sola sala, è decisivo in un ambito, quello dell'urgenza, dove la velocità è spesso la discriminante tra la vita e la morte"

Elisabetta Bertellini, Direttore Anestesia e Rianimazione.

"La Sala Ibrida è vicina alla terapia Intensiva e consente quindi di poter intervenire più volte sul paziente, nella massima sicurezza possibile, sia nei casi di patologie vascolari, sia nei grandi traumi".

Giampaolo Bianchi, Direttore Urologia.

"L'utilizzo della sala ibrida in Urologia si inserisce soprattutto nel trattamento della calcolosi urinaria per la tecnica endoscopica chiamata litotrissia percutanea, nella quale la possibilità di vedere immagini tridimensionali delle cavità renali consente maggiore precisione di intervento e, quindi, migliori risultati soprattutto in pazienti con problematiche particolari".

Rita Luisa Conigliaro, Direttore Endoscopia Digestiva.

"Nell'Endoscopia digestiva la Sala Ibrida è fondamentale soprattutto nella terapia della patologia bilio-pancreatica perché consente diagnosi molto sofisticate e, a seguire, un'interventistica di alto livello, spesso in procedure combinate con altre equipe."

Giacomo Pavesi, Direttore Neurochirurgia.

"La Neurochirurgia si basa sulla visione. L'acquisizione di una tecnologia che ci permetta di vedere meglio va nella direzione di una maggior sicurezza durante la manipolazione di strutture come i nervi e il cervello che sono molto delicate"

Micaela Piccoli, Direttore Chirurgia Generale, d'Urgenza e Nuove Tecnologie.

"Il paziente traumatizzato è un paziente difficile da trattare, al quale dobbiamo dare risposte con la miglior tecnologia possibile che consenta di effettuare la diagnostica per immagine durante l'intervento chirurgico per risparmiare tempo prezioso e trattare tutte le lesioni nella massima sicurezza."

Roberto Silingardi, Direttore Chirurgia vascolari.

"Spesso nei grandi traumi esiste anche una forte componente vascolare che necessita di ridurre il più possibile la distanza tra diagnosi e terapia. Ancora, nelle patologie dell'aorta toracica e addominale noi possiamo intervenire con nuovi materiali, nuovi cateteri che hanno grandi potenzialità ma devono essere impiantati in una Sala Ibrida, perché necessitano di immagini ad altissima risoluzione".

Stefano Tondi, Direttore Cardiologia.

"La Sala Ibrida ci consentirà di svolgere interventi di cardiologia strutturale, quindi non solo intervenire sulle urgenze coronariche ma anche impiantare le valvole cardiache in modo mini-invasivo."

Pietro Torricelli, Direttore Dipartimento Diagnostica per Immagini.

"Il contributo che la Radiologia può dare all'utilizzo della sala ibrida è molto importante. Essa supporta il chirurgo nella gestione di pazienti politraumatizzati che presentano spesso emorragie molto estese che vengono trattate con tecniche di embolizzazione. Il neuroradiologo, poi, gestisce assieme al chirurgo le patologie vascolari, come gli aneurismi cerebrali.

 

Ufficio Stampa Azienda Ospedaliera Unuversitaria di Modena

Ricoverata a marzo per complicanze intestinali e cardiovascolari dovute alla nascita pretermine. Interventi realizzati grazie a un lavoro di squadra che ha coinvolto chirurghi, cardiologici e neonatologici di tre ospedali.

Parma, 19 ottobre 2017

"Sarò sempre grata ai medici: hanno fatto il massimo per mia figlia". Parole dette con forza all'Ospedale dei Bambini "Pietro Barilla" che commuovono tutto il personale medico e infermieristico dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Per sette mesi, infatti, la struttura pediatrica del Maggiore di Parma è stata la casa di una bimba nata al sesto mese di gravidanza, e dei suoi genitori, arrivata nel reparto di Neonatologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma dopo un trasferimento a metà marzo.

Per lei una serie di interventi in urgenza con un lavoro di squadra che ha coinvolto in maniera diretta sei reparti dell'Azienda ospedaliero-universitaria e tre ospedali. Sette mesi fa la piccola è entrata nel reparto di Neonatologia che si affaccia su via Abbeveratoia con un peso di 675 grammi e complicanze sia di origine intestinale che cardiovascolari dovute alla nascita pretermine. Ora la piccola sta tornando a casa.

"Devo veramente ringraziare di cuore tutti, dai medici al personale infermieristico e sanitario per come si sono presi cura di mia figlia in questi sette mesi", ha dichiarato la mamma. Un lavoro davvero corale che ha coinvolto la Neonatologia, la Chirurgia pediatrica, la Cardiologia pediatrica, la Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, la 1° Anestesia e Rianimazione, l'Oculistica oltre all'equipe cardiochirurgica del Sant'Orsola Malpighi di Bologna, la Neonatologia del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e l'Ospedale Maria Vittoria di Torino.

"Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con i medici di Reggio Emilia e dopo il trasferimento della piccola paziente abbiamo operato la bimba in culla nel reparto di Neonatologia di Parma - spiega il professor Carmine del Rossi, primario della Chirurgia pediatrica. Un intervento complicato, quello svolto con l'équipe degli anestesisti, dovuto anche alle condizione del neonato e alla nascita pretermine. "Le condizioni della piccola – spiega il direttore della Neonatologia Cinzia Magnani - erano critiche a causa di una serie di complicanze dovute essenzialmente alla prematurità. Ora la piccola è in fase di dimissione, si alimenta regolarmente con tettarella e pesa circa 3 chili e settecento grammi. Adesso inizierà un percorso dedicato con controlli specialistici già previsto per i nati pretermine".

(Fonte: Ausl Parma)

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Mercoledì, 18 Ottobre 2017 08:43

Test per la glicemia contraffatto.

Test per la glicemia contraffatto: Johnson & Johnson ritira un lotto di OneTouch Verio Strisce Reattive dal momento che sono state riscontrate «manipolazioni».

La Società Johnson&Johnson, ha riferito di essere venuta recentemente a conoscenza dell'esistenza di contraffazione del prodotto ONETOUCH VERIO Strisce Reattive confezione da 25, codice prodotto 022-252, lotto 4173913 fabbricato da LifeScan Europa Division of Cilag GmbH International e distribuito in Italia da Johnson & Johnson Medical Spa.

Il prodotto, sottolinea l'azienda, è costituito da strisce reattive per la misurazione della glicemia, da utilizzarsi esclusivamente con gli strumenti per il monitoraggio della glicemia OneTouch Verio.

Il prodotto contraffatto è stato reperito da Johnson & Johnson sul mercato e sottoposto ad analisi nei laboratori del fabbricante. Da questa analisi, è emerso che le strisce reattive sono state indebitamente manipolate, con conseguenti possibili effetti sull'accuratezza dei dati forniti dal sistema e conseguentemente per la sicurezza dei pazienti.

La Società Johnson&Johnson ha informato le autorità competenti (incluso il Ministero della Salute) per identificare gli autori della contraffazione e prevenire l'ulteriore distribuzione del prodotto.

Il fabbricante ha stabilito il richiamo del lotto 4173913 al fine di ridurre il rischio di ogni possibile danno per la salute dei pazienti che dovessero usare inconsapevolmente il prodotto contraffatto.

È per questo che la stessa società, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", chiede a chi si trovi ancora in possesso del prodotto, «di non distribuirlo e di restituirlo il prima possibile, e comunque entro il 15 novembre 2017, al seguente indirizzo: Johnson & Johnson Medical S.p.A. c/o Rosati S.r.l. – via Pavia, 3 – 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)», nonché di fornire a Johnson & Johnson Medical S.p.A. la lista delle farmacie alle quali è stato distribuito. La stessa azienda contatterà poi le farmacie coinvolte richiedendo loro di contattare i pazienti per richiamare il lotto».

È stato infine specificato che, da parte della società, non verrà emessa «alcuna nota di credito o rimborso o reintegro per i prodotti contraffatti». Si tratta, ovviamente, di una questione che riguarda unicamente il lotto indicato: è possibile continuare a distribuire, dispensare e utilizzare le altre strisce OneTouch Verio. Il dispositivo, oggetto del richiamo potrebbe essere venduto anche su internet dalle farmacie on line ad Amazon.

L'esponente del Carroccio elenca i casi sospetti in regione e chiede alla giunta "se ci sia stato un abbassamento della guardia per quanto riguarda la prevenzione" del virus fatto circolare dalle zanzare.

Un sospetto caso di Chikungunya all'ospedale di Vaio a Fidenza (Parma) al centro dell'interrogazione presentata dal consigliere regionale della Lega Nord Fabio Rainieri. "La Chikungunya -spiega il consigliere- è una malattia virale acuta causata dalle zanzare. Nel 2007 si verificò una epidemia virale in Romagna: in quel caso si accertò fosse autoctona. Per questo la Regione attivò un sistema di prevenzione e controllo di quell'infezione che prevede anche interventi immediati di disinfestazione". Ma nel 2017, ricorda l'esponente leghista, "sono stati diversi i casi sospetti in varie zone dell'Emilia Romagna (uno a Parma, uno a Modena e un altro a Formigine), per i quali l'attività di disinfestazione è scattata prontamente". Per questo, Rainieri interroga la giunta, per capire se è confermato "il caso sospetto di persona affetta da Chikungunya ricoverata all'ospedale di Vaio a Fidenza e, nel caso, quando è prevista la disinfestazione nei luoghi frequentati dal paziente. Come spiega il manifestarsi in Emilia Romagna di diversi casi sospetti nel 2017, dopo 10 anni di quasi totale assenza, e se ci sia stato un abbassamento della guardia da parte delle autorità preposte e -conclude il consigliere della Lega Nord- se ritiene di escludere che tutti gli ultimi casi sospetti registrati in Emilia Romagna siano stati causati da trasmissione autoctona della malattia". (Margherita Giacchi)

(Fonte: Regione ER)

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Ingenia da 1,5 tesla consente di svolgere esami con qualità diagnostica ancora più alta in minor tempo.

È avvenuto ieri pomeriggio alla presenza del Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, del Presidente della Provincia Giammaria Manghi e del direttore generale dell'Azienda Usl di Reggio Emilia IRCCS Fausto Nicolini il taglio del nastro che inaugura la nuova risonanza magnetica da 1,5 tesla al piano interrato del Santa Maria Nuova.

Prodotta da Phillips, Ingenia affianca una risonanza in dotazione al Santa Maria Nuova dal 2005 e ne sostituisce un'altra che era in uso dal 1998.
Considerata la più evoluta sul mercato, in questa fascia, Ingenia è una risonanza magnetica ad alto campo, la prima dotata di sistema digitale diretto a fibre ottiche. Questo permette di trasmettere il segnale per l'acquisizione delle immagini direttamente alla consolle di elaborazione e in alta risoluzione. Grazie anche a performance particolarmente elevate del magnete è possibile ottenere una minore dispersione di informazioni, immagini più nitide e rapidità di esecuzione. È significativo, inoltre, l'aumento di comfort per il paziente che trova uno spazio di posizionamento più ampio e un innovativo sistema di illuminazione in grado di ridurre il disagio emotivo. Il foro di apertura ha un diametro di 70 centimetri e un tunnel più corto rispetto alla media. Queste caratteristiche favoriscono soggetti di grandi dimensioni oppure claustrofobici e sono importanti considerato che, ancora oggi, circa il 5% dei pazienti rifiuta di sottoporsi all'esame per l'ansia che genera in loro.
La facilità nel posizionare il paziente, il contenimento delle alterazioni eventualmente date dal suo movimento e la qualità del segnale aumentano la rapidità nell'esecuzione degli esami. Le operazioni di preparazione sono agevolate anche grazie alla presenza di un sistema di trasporto denominato FlexTrak che consente di preparare in anticipo il paziente senza doverlo in seguito riposizionare.

L'acquisizione di Ingenia è avvenuta con un leasing del costo quinquennale di 1 milione 637 mila euro, interamente sostenuto dall'Azienda, comprensivo di manutenzione e interessi (iva esclusa). I collaudi di funzionalità e sicurezza sono stati svolti dai tecnici dei servizi di Fisica Medica e Ingegneria Clinica.
"Al Santa Maria Nuova ogni macchina per la RM effettua oltre 5mila esami all'anno. La nuova apparecchiatura sarà in grado di svolgere esami con tempi per paziente inferiori e qualità e affidabilità diagnostica superiori" ha spiegato Pierpalo Pattacini, direttore del Dipartimento diagnostica per immagini "Con due apparecchiature della stessa potenza sarà possibile un più agevole follow up delle patologie e l'implementazione di esami più specifici nella gestione dei pazienti con tumore da trattare chirurgicamente. Pur essendo una strumentazione di ultimissima generazione è stata scelta una versione con caratteristiche più orientate alle analisi di tipo c.d. routinario per dare risposta alla principale attività del nostro Ospedale che è di tipo clinico e alle problematiche correnti, senza dimenticare l'attività di ricerca".

"La nuova tecnologia permetterà di continuare a far fronte alle istanze dei degenti e dei pazienti seguiti in day hospital e in day service, lasciando spazio anche all'attività ambulatoriale" ha spiegato Fausto Nicolini "Consentirà, inoltre, di supportare la ricerca, oncologica e non, sviluppata oggi nell'IRCCS. La nuova risonanza conferma il processo in atto di sviluppo e aggiornamento del parco di tecnologie pesanti in dotazione, che ha visto e vede in rapida successione, la donazione dell'angiografo digitale, il finanziamento di un nuovo acceleratore lineare da parte della Regione, la campagna in corso di raccolta fondi coordinata dal GRADE per la nuova PET TAC e infine l'acquisto in programmazione da parte dell'Azienda di una nuova TAC multislice di nuova generazione. "

L'Ufficio Stampa

Mercoledì, 11 Ottobre 2017 15:58

Sant'Orsola, la casa dei trapianti 'raddoppia'

Al via i lavori per realizzare - grazie ad Atcom e al sostegno del Progetto Carta Etica di UniCredit – 6 nuove stanze per accogliere trapiantati e pazienti in attesa del compimento dell'iter terapeutico.

Bologna, 11 ottobre 2017

Al via i lavori per realizzare 6 nuove stanze, più servizi, a Tetto Amico, la casa che al Sant'Orsola ospita i pazienti che sono stati sottoposti a trapianto o in lista d'attesa e i loro accompagnatori. Aumenterà così del 50% la possibilità ricettiva della struttura, gestita da Atcom e da altre associazioni, che durante l'ultimo anno aveva offerto 4.404 giornate di degenza gratuite, la maggior parte per trapiantati di cuore (adulti e pediatrici), ma anche di fegato, rene o per pazienti affetti da ipertensione polmonare.

Attualmente Tetto Amico gestisce un'area di circa 640 metri quadri, collocata al 2° piano del padiglione 29, composta da 13 camere singole, lavanderia, soggiorno, cucinetta, salone con TV e biblioteca. Tra i servizi che vengono forniti, sempre gratuitamente, la pulizia delle camere, il cambio delle lenzuola settimanale e il pranzo, per ospite e accompagnatore, presso la mensa aziendale.

Nell'ottobre scorso sono stati individuati ulteriori spazi al primo piano sempre del padiglione 29, con una superficie netta di 285 metri quadrati, per un possibile ampliamento del Tetto Amico. Qui saranno realizzate 6 camere con un posto letto e una poltrona-letto e bagno, due zone soggiorno, una cucinetta attrezzata per colazione cena e un servizio igienico comune. L'intervento prevede il rifacimento degli impianti elettrici e la tinteggiatura generale, è previsto inoltre il rifacimento del pavimento del corridoio e la sostituzione delle vasche da bagno con docce e nuovo arredamento completo (letto, poltrona letto, frigorifero, tavolo, sedie, tv, telefono, ecc..)

L'intervento è stato finanziato dal Policlinico di Sant'Orsola e da Atcom (Associazione trapiantati di cuore Sant'Orsola-Malpighi), che gestisce la casa in collaborazione con altre associazioni di volontariato, e con il sostegno di UniCredit che fin dal 2014, attraverso il Progetto Carta Etica, ha offerto il proprio concreto contributo allo sviluppo della Casa, questa volta per l'acquisto di attrezzature e arredi per le nuove stanze.

 

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