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Tra i 15 interventi che saranno aggiudicati entro ottobre la sopraelevazione della nuova ala del Gobetti di Scandiano e la costruzione di una nuova scuola media a Villa Bagno. -

Reggio Emilia, 29 maggio 2015 -

Grazie al decreto mutui che mette a disposizione della nostra regione 50 milioni di euro, da trasformare in mutui con la Bei, entro ottobre nella nostra provincia potranno essere aggiudicati lavori di costruzione, ampliamento, messa in sicurezza o ristrutturazione di edifici scolastici per un importo di 6 milioni e 370.000 euro. Il dettaglio degli interventi ricompresi in questa prima annualità del Piano triennale 2015-17 sottoposto dalla Provincia di Reggio Emilia alla Regione Emilia-Romagna sono stati illustrati ieri mattina in Provincia da presidente e la vicepresidente con delega all'Istruzione, Giammaria Manghi e Ilenia Malavasi, insieme ai dirigenti al Patrimonio e alla Scuola, Valerio Bussei e Verter Eletti.

Ben 15 gli interventi che potranno essere realizzati nel Reggiano grazie ai 6,37 milioni assegnati dalla Regione Emilia-Romagna per l'annualità 2015: 4 a cura della stessa Provincia di Reggio Emilia per le scuole superiori (1 ampliamento e 3 interventi di messa in sicurezza per circa 2 milioni), 11 in carico ai singoli Comuni per elementari e medie (2 ampliamenti e 8 interventi di messa in sicurezza per circa 4,4 milioni, ai quali gli stessi Comuni aggiungeranno altri 2 milioni). Tra i cantieri più importanti, quelli che verranno avviati dalla Provincia a Scandiano per ampliare il polo scolastico "Gobetti" (sopraelevando di un piano la nuova ala inaugurata nel 2010 e raddoppiando le aule da 8 a 16) e la nuova scuola media che il Comune di Reggio Emilia potrà costruire a Villa Bagno, nonché l'ampliamento dell'istituto comprensivo di Casalgrande.

Il presidente Giammaria Manghi e la vicepresidente Ilenia Malavasi hanno sottolineato "il grande dinamismo di Provincia e Comuni reggiani che hanno presentato complessivamente 73 richieste per un totale di circa 50 milioni, a conferma della grande attenzione con cui gli amministratori locali si approcciano al tema della scuola – hanno detto - La sola Provincia di Reggio Emilia per il 2015 ha predisposto 52 progetti, il numero più alto insieme alla Città metropolitana di Bologna, pari al 18,2% dei 287 interventi inseriti nel Piano Regionale nell'annualità 2015, per un importo di 25,2 milioni che rappresenta quasi un terzo dei finanziamenti richiesti in tutta l'Emilia-Romagna".

"Era da almeno una decina di anni che non si avevano finanziamenti di tale entità, che oltretutto non incideranno sul patto di stabilità dei Comuni e consentiranno anche di portare lavoro e contribuire a fa ripartire la nostra economia", hanno aggiunto sottolineando come "questa sia sta anche una occasione importante per realizzare un censimento complessivo del fabbisogno scolastico in tutto il territorio".
"Oggi le Province sono chiamate a impegnarsi principalmente su due fronti, la sicurezza stradale e l'edilizia scolastica, pertanto questo intervento rientra pienamente in ciò che il nuovo ente di secondo grado deve rappresentare", ha concluso il presidente Manghi. "Sempre la Provincia ha svolto un importante ruolo di coordinamento nella raccolta delle richieste dei Comuni e nella compilazione delle graduatorie", ha aggiunto la vicepresidente Malavasi "ringraziando tutto il personale, a partire dai dirigenti Bussei ed Eletti, per il lavoro svolto".

Lo stesso dirigente alle Infrastrutture e Patrimonio Valerio Bussei ha illustrato il progetto di ampliamento del "Gobetti" di Scandiano che sarà realizzato dalla Provincia: "Le strutture del nuovo corpo di fabbrica inaugurato nell'ottobre del 2010 erano state progettate proprio per consentire una sopraelevazione di un piano, che in pratica ci permetterà di raddoppiare di altri 650 metri quadrati circa, ovvero altre 8 aule più servizi, l'edificio", ha detto, spiegando che gli altri 3 cantieri che saranno curati dalla Provincia riguarderanno "la messa in sicurezza e l'adeguamento funzionale della vecchia sede del Gobetti, del Secchi e del Galvani-Iodi di Reggio Emilia".

Il dirigente alla Scuola Verter Eletti ha infine illustrato il meccanismo di compilazione delle graduatorie relative alle 73 domande complessivamente presentate per il triennio dalla Provincia e da 33 dei 45 Comuni reggiani, "in gran parte, circa il 60%, concentrate proprio nella prima annualità 2015": "Si è deciso di destinare il 60% dei finanziamenti a interventi di manutenzione, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli edifici, il restano 40% ad ampliamenti e nuove edificazioni".

(fonte: Provincia di Reggio Emilia)

Domenica 31 maggio tutti gli impianti e le strutture gratuiti in vista di un'estate ricca di novità tra le attività ludico-sportive e i campi estivi (anche residenziali) per bambini dagli 8 ai 12 anni. -

Reggio Emilia, 23 maggio 2015 -

Dopo una stagione invernale che ha registrato buone presenze e tanti riscontri positivi, il comprensorio turistico-sportivo di Febbio è già pronto a puntare sull'estate per attrarre il maggior numero di persone in questo suggestivo angolo del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. Il rifugio Crinale completamente ristrutturato ed ora in grado anche di ospitare cene o eventi con un panorama davvero mozzafiato; il laghetto per la pesca sportiva con un'area ristoro per le famiglie; camp estivi (residenziali o meno) immersi nella natura per bambini dagli 8 ai 12 anni. Queste le principali novità di una stagione estiva 2015 che si aprirà domenica 31 maggio con il "Febbio Open Day" (impianti aperti e biglietto di risalita omaggio) e che è stata illustrata ieri mattina in Provincia alla presenza del presidente Giammaria Manghi e del consigliere delegato alla Promozione territoriale Pierluigi Saccardi e del sindaco di Villa Minozzo Luigi Fiocchi, da Lorenzo Santi de "La Contessa", la società che gestisce gli impianti, organizza e promuove la stagione, e Carlotta Brindani, organizzatrice dei campi estivi.

"Febbio rappresenta da tempo uno dei luoghi con maggior appeal turistico del nostro territorio e la Provincia intende continuare a sostenerlo anche nel rispetto della legge regionale di riordino che conferma la programmazione turistica tra le competenze dell'ente" ha tra l'altro detto il presidente della Giammaria Manghi, mentre il consigliere delegato alla Promozione territoriale Pierluigi Saccardi ha confermato come Febbio "sia importante non solo perché è il paese di Giuliano Razzoli, ma in quanto simbolo di un'area debole che la Provincia non intende abbandonare e verso la quale lancia un ulteriore messaggio di impegno e collaborazione".
Soddisfatto anche il sindaco di Villa Minozzo Luigi Fiocchi per una "nuova gestione che garantisce nuova forza propulsiva e nuovo futuro alla stazione, dopo le situazioni critiche e problematiche del passato: grazie a questi imprenditori, che stanno ottenendo risultati e apprezzamenti, la gente comincia finalmente a rivedere in Febbio un pezzo di provincia importante dal punto di vista turistico".
Lorenzo Santi, socio con Mauro Tincani de "La Contessa", la società che gestisce gli impianti, organizza e promuove la stagione, ha quindi illustrato le principali novità della prossima stagione estiva: "Apriremo il lago per la pesca sportiva, con un punto ristoro per le famiglie, contiamo di dedicare il maneggio ai bambini perché i nostri clienti principali sono le famiglie e abbiamo terminato anche i lavori di ristrutturazione del del rifugio "Il Crinale" a 2000 metri una tappa obbligata lungo i diversi sentieri che percorrono il crinale, dalla sua terrazza panoramica si può infatti godere di una vista unica sull'Emilia e sulla Toscana, che nei giorni di sereno arriva fino al mare ligure: lì contiamo di organizzare anche cene notturne ed altre manifestazioni, con un panorama davvero eccezionale".
Carlotta Brindani ha infine presentato la grande novità della stagione rappresentata dal Febbio Summer Camp, un campo estivo per bambini da 8 a 12 anni (residenziale in ostello o solo diurno) con quattro turni settimanali, dal 27 giugno al 25 luglio: "Sarà un'esperienza di avvicinamento concreto alla montagna e ai suoi tanti aspetti: paesaggistici, storico-culturali, ludici e sportivi; un'occasione unica per conoscere da vicino le potenzialità del nostro territorio, ma anche la sua flora e la sua fauna, con l'obiettivo di sensibilizzare i più giovani al fascino della montagna".
Già aperte le iscrizioni (per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  - cell. 333.4734275).

Il 31 maggio Open Day, impianti gratis per tutti

Domenica 31 maggio un anticipo di estate, con il "Febbio Open Day": impianti aperti e biglietto di risalita omaggio. Dalle 10 alle 18 possibilità di accedere gratuitamente alle diverse aree sportive: campo di tiro con l'arco, laghetto per la pesca sportiva, bike park e maneggio; alle 15 al bar-pizzeria "La Contessa" incontro di presentazione della stagione estiva e a seguire piccolo rinfresco. In occasione del "Febbio Open Day" speciale promozione Febbio Card: carta a punti prepagata con funzionalità a scalare, utilizzabile per diversi servizi, per l'accesso a tutte le attività offerte dalla struttura e nei punti ristoro convenzionati (regolamento sul sito www.infofebbio.com ).
Gli impianti di risalita apriranno regolarmente dal 6-7 giugno e per tutti i weekend del mese, il 4-5, 11-12 luglio e dal 18 luglio tutti i giorni fino a fine agosto, ed ancora tutti i weekend di settembre.
Un calendario ricco di attività è in programma per l'estate: escursioni in mountain bike, percorsi di enduro e downhill; trekking guidati e nordic walking, voli accompagnati in parapendio e deltaplano; sarà inoltre aperto il laghetto per la pesca sportiva con un'area ristoro per le famiglie.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Inaugurati a Castelnovo, alla presenza del direttore regionale Mainetti, i locali che ospiteranno anche parte della colonna mobile provinciale per l'Appennino reggiano e la Garfagnana

Reggio Emilia, 22 maggio 2015 - foto in galleria -

Inaugurati ieri mattina a Castelnovo Monti, nell'area attigua al Centro Fiera ed al centro sociale Insieme, i nuovi locali a servizio del Centro sovracomunale di Protezione civile. La struttura – realizzata da Unione dei Comuni dell'Appennino reggiano, Comune di Castelnovo Monti, Provincia di Reggio Emilia e Regione Emilia-Romagna – ospiterà anche i mezzi per le diverse tipologie di intervento in fasi di emergenza, compresa parte della colonna mobile provinciale per l'Appennino reggiano e la Garfagnana comprendente torri faro, attrezzature per campi di primo soccorso, tende pneumatiche e brande, generatori, mezzi di primo intervento sanitario, container con brande e posti letto di lunga durata. A tagliare il nastro – insieme al sindaco di Castelnovo Monti e presidente dell'Unione dei Comuni Enrico Bini, al presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi e al sindaco di Villa Minozzo e assessore dell'Unione alla Protezione civile Luigi Fiocchi – anche il direttore dell'Agenzia di Protezione civile della Regione Emilia-Romagna Maurizio Mainetti. "Non potevo mancare perché le inaugurazioni di locali, sedi, magazzini rappresentano il segno concreto dell'impegno di un territorio nel campo della Protezione civile ovvero a favore della sicurezza dei cittadini", ha tra l'altro dichiarato il direttore Mainetti.

"Ho già avuto modo di affrontare un paio di situazioni abbastanza complicate, la piena del Po e il black-out conseguente alle nevicate di febbraio, che mi hanno fatto comprendere quale sia il valore del fare protezione civile in un territorio – ha detto il presidente Manghi – Credo che ci siano tre priorità al centro della vita di una comunità: la sanità, ovvero la tutela della salute dei cittadini; la scuola, ovvero la formazione delle generazioni future; la protezione civile, nel senso di un sistema di rassicurazione e di protezione di un territorio.

"L'inaugurazione di oggi, come ha detto il sindaco Bini, è il simbolo di un lavoro che è in atto di costruzione di un vero e proprio sistema all'altezza delle sfide che gli eventi naturali del tempo che viviamo ci sottopongono purtroppo più frequentemente che in passato, un sistema che ha la dimensione dell'Unione di Comuni, perché lavorare insieme è l'unica strada percorribile", ha aggiunto il presidente Manghi ringraziando poi "tutti i volontari che ho visto in azione e che rappresentano davvero il valore aggiunto che Reggio Emilia porta con sé e che sono fondamentali perché le istituzioni possano svolgere pienamente il loro compito".

La giornata è stata arricchita da una serie di esercitazioni che hanno coinvolto i ragazzi dell'istituto comprensivo Bismantova di Castelnovo Monti che hanno potuto assistere a una prova di spegnimento incendio, ad una di tipo sanitario su un quadro di infortunio e rianimazione e una ricerca di persona dispersa e relativo soccorso. Presenti ovviamente anche la responsabile della Protezione civile della Provincia Federica Manenti e i vertici del Coordinamento delle associazioni di volontariato e numerosi volontari dell'Associazione nazionale Alpini, Croce Verde di Castelnovo Monti, Corpo nazionale del Soccorso alpino, nonché l'Unità cinofila di soccorso della Protezione civile, i Vigili del fuoco e rappresentanti di Prefettura e forze dell'ordine.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Superate le 1.250 tonnellate, il doppio rispetto all'anno prima. Manghi: "Risultati importanti per l'ambiente grazie a strumenti operativi efficienti e all'impegno di pubblico e privato". -

Reggio Emilia, 7 maggio 2015 -

La quantità di rifiuti agricoli raccolti nel 2014 nella provincia di Reggio Emilia è raddoppiata rispetto all'anno precedente. E' quanto emerso nel corso della riunione tenutasi nei giorni scorsi in Provincia tra i sottoscrittori dell'Accordo di programma che hanno promosso la raccolta: associazioni agricole, Consorzio fitosanitario, Iren Emilia, Sabar e ovviamente la stessa Provincia.

Complessivamente lo scorso anno sono state raccolte 1.263 tonnellate di rifiuti agricoli, 39 dei quali catalogati come pericolosi (come batterie al piombo, olii esausti, neon). In particolare nel bacino Iren sono state raccolte complessivamente 816 tonnellate, 447 nel bacino Sabar. Le tipologie vanno dai rifiuti plastici ai contenitori di fitofarmaci vuoti e bonificati, agli imballaggi in carta e cartone, plastica e vetro, filtri d'olio eccetera.

Il servizio di raccolta dei rifiuti agricoli promosso dalla Provincia di Reggio Emilia si articola con tre modalità: servizio di raccolta presso il domicilio aziendale (porta a porta); conferimento alla cooperativa agricola che ha organizzato per i propri soci il deposito temporaneo previsto dalla Legge 35/12; conferimento diretto da parte dei produttori agricoli al gestore pubblico (gli impianti di Iren Ambiente in via dei Gonzaga 46 a Reggio e di Sabar in via Levata 64 a Novellara).

La raccolta dei rifiuti agricoli nella provincia di Reggio Emilia è partita nel 1998 con la sottoscrizione del primo Protocollo d'intesa tra le stesse associazioni agricole, Consorzio fitosanitario, Iren (allora Agac) e Sabar. Da allora, è cresciuta in maniera costante fino al vero e proprio boom registrato nel 2014, con un quantitativo doppio rispetto all'anno prima, grazie all'impegno delle imprese agricole, all'efficienza del sistema di raccolta e delle semplificazioni amministrative previste nel campo della gestione dei rifiuti agricoli. "Questi risultati – commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi – confermano come la messa in campo di strumenti operativi efficienti, quale l'Accordo di programma, e l'impegno di pubblico e privato consentano di raggiungere importanti obiettivi per la tutela dell'ambiente".

(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Il presidente della Provincia di Reggio Emilia: "È una manovra che assicura lo sviluppo e prevede numerosi benefici per il nostro territorio, a partire dalla sua messa in sicurezza: rispettati anche gli impegni per Province e dipendenti". -

Reggio Emilia, 29 aprile 2015 -

"Il bilancio della Regione Emilia-Romagna conferma la serietà del lavoro della Giunta non solo nel garantire sviluppo, crescita e occupazione al nostro territorio, ma anche nel rispetto degli impegni assunti nel sostenere in questa delicata fase di riforma le Province, i suoi dipendenti e soprattutto i servizi che sono sempre stati assicurati ai cittadini". Così il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, commenta l'approvazione di ieri del bilancio regionale, una manovra da 12 miliardi di euro che prevede, tra le sue priorità di spesa, il cofinanziamento ai fondi strutturali europei e contiene anche le conferme sui fondi per la non autosufficienza e le politiche socio-sanitarie e un'attenzione particolare alla sicurezza dell'ambiente e ai trasporti.

"L'entità degli investimenti e la coerenza con gli impegni assunti dal presidente Bonaccini al momento dell'insediamento sono ancora più apprezzabili considerando il complicato quadro di finanza pubblica in cui anche le Regioni si trovano a dover operare", continua il presidente Manghi, sottolineando come la manovra avrà consistenti e positive ricadute anche nel Reggiano, "a partire dai 45 milioni complessivamente stanziati per politiche ambientali e difesa del territorio, confermando i fondi con particolare attenzione alla Protezione civile e al contrasto al dissesto idrogeologico che ci permetteranno, come illustrato pochi giorni fa proprio con lo stesso presidente Bonaccini, di intervenire su buona parte delle 80 frane che hanno flagellato negli ultimi anni il nostro territorio".

"Davvero fondamentale, poi, la quota aggiuntiva di 28 milioni, oltre ai 31 ordinariamente previsti, stanziata per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle aree vaste, fondi che consentiranno la copertura integrale delle spese inerenti le funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, oltre a garantire il lavoro ai dipendenti delle Province", conclude il presidente Manghi, per il quale è " importante anche la decisione di non attuare tagli al trasporto pubblico locale, così da garantire i servizi ai cittadini emiliano-romagnoli, e di aumentare da 18 a 28,4 milioni, unica Regione italiana, i fondi per la cultura".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Importante esercitazione per simulare, con Unità cinofile e nuove tecnologie, la ricerca di dispersi. -

Reggio Emilia, 27 aprile 2015 -

Oltre 70 volontari di Protezione civile si sono dati appuntamento lo scorso fine settimana nei fitti boschi di Casina per simulare la ricerca di persone disperse, cani delle Unità cinofile da ricerca in superficie (Ucs) e squadre d'appoggio per la logistica. Nel corso dell'esercitazione - organizzata e coordinata dal referente del Gruppo ricerca persone - Ucs Corrado Bernardi con la supervisione del Coordinamento provinciale del Volontariato e della Provincia di Reggio Emilia - sono stati appositamente elaborati scenari d'intervento in modo che le unità cinofile e le squadre d'appoggio, in fase di debriefing, potessero valutare ed analizzare i percorsi fatti, le tempistiche, la velocità, i dislivelli e la distanza coperta, sia dalla persona dispersa sia dalle Unità cinofile e dal gruppo appiedato di supporto.

Con il nuovo sistema cartografico 3D RTE messo a disposizione dall'Agenzia di Protezione civile della Regione Emilia-Romagna gli operatori impegnati sul campo base, hanno elaborato e prodotto la cartografia sia in digitale sia cartacea, nonché le strategie per affrontare le zone di ricerca che via via venivano assegnate. Le componenti che hanno partecipato a questo importante momento di esercitazione sono state supportate sia dal Coordinamento, che ha messo a disposizione mezzi, materiale e personale, sia dalla Provincia: hanno lavorato per l'intera giornata 12 unità cinofile e 70 volontari, che hanno effettuato ben 14 ricerche, utilizzando queste nuove tecnologie, sempre più necessarie e utili, a supporto dell'operato dei singoli gruppi, ma anche al fine migliorare il lavoro fatto sul campo.
Nell'esercitazioni sono stati coinvolti Associazione nazionale Alpini, il Gruppo cinofilo i Lupi dell'Appennino Reggiano (che si sta formando per entrare nel sistema di Protezione civile) , il Gruppo cinofilo di Albinea, le associazioni Città del Tricolore, Icaro e Val d'Enza, supportati anche dal gruppo Veterinario dell'Ana diretto dal dottor Sergio Bergomi e la Croce rossa di Casina. Presenti anche degli amici esperti del Gruppo cinofili volontari "i Lupi di Albisola" di Savona.

I saluti dell'Amministrazione comunale di Casina sono stati portati dall'assessore Albert Ferrari, che si è compiaciuto per l'impegno, la competenza e la professionalità messi in campo, evidenziando come sempre più il volontariato "sia una risorsa che cresce, che si specializza, che interagisce con il paese, con le sue esigenze e dinamiche, mettendosi sempre in campo per dare un aiuto ed un contributo preziosi nei più disparati scenari in cui è chiamata a concorrere".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Annunciati ieri dallo stesso governatore Stefano Bonaccini. Il presidente Giammartia Manghi: "Riusciremo a sistemare gran parte dei dissesti". Riordino istituzionale, sempre grazie all'impegno della Regione "è ragionevole pensare che non ci saranno esuberi". -

Reggio Emilia, 24 aprile 2015 -

Altri 5 milioni grazie alla Regione per arginare il dissesto idrogeologico del territorio reggiano. E' la buona notizia portata ieri a Reggio Emilia dallo stesso governatore Stefano Bonaccini, dopo la giunta regionale tenutasi in mattinata al Museo Cervi di Gattatico e poco prima di incontrare l'Assemblea dei sindaci in Provincia. 

Incontrando i giornalisti tra i due impegni insieme al presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, agli assessori a Difesa del suolo e Cultura Paola Gazzolo e Massimo Mezzetti e al sottosegretario Andrea Rossi, Bonaccini ha annunciato che "questa mattina la giunta regionale, grazie al lavoro straordinario dell'assessore Gazzolo, ha deciso di assegnare tra maggio e l'autunno tra i 5 e i 5,5 milioni di euro al territorio reggiano, in aggiunta ai 700.000 già destinati nell'ambito dei 5 milioni di fondo regionale straordinario stanziato in seguito all'emergenza maltempo dei primi di febbraio".

"In autunno abbiamo deciso di destinare al territorio reggiano 2 degli 11 milioni assegnatici dal Fondo di solidarietà europeo in seguito alle alluvioni di ottobre e novembre 2014, ai quali a breve aggiungeremo ulteriori risorse, indicativamente tra i 3 e i 3,5 milioni, attingendo in parte da fondi regionali, in parte dai 13,8 milioni stanziati dal Dipartimento nazionale di Protezione civile in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza per la nevicata e mareggiata di febbraio", ha precisato il presidente della Regione. "Crediamo si tratti di una risposta all'altezza delle esigenze segnalataci dal territorio reggiano, che è stato pesantemente colpito dai dissesti", ha aggiunto annunciando che "l'assessore Gazzolo sta anche lavorando ad un Piano decennale di interventi a difesa del suolo e della costa, perché purtroppo solitamente in questo Paese si investe molto dopo la emergenze, ma poco nella prevenzione".

Il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha espresso la "grande soddisfazione dei Comuni reggiani per la concertazione istituzionale e l'attenzione che anche in questa occasione la Regione ci ha assicurato e che, in tempi veramente impensati per la politica, hanno prodotto un impegno economico di tale rilevanza". "Quasi 6 milioni nel complesso rappresentano una cifra lunare, che ci consentirà di sistemare buona parte delle emergenze di un territorio che, per sua natura, è estremamente fragile e necessita di una serie di interventi strutturali di messa in sicurezza", ha aggiunto Manghi, ricordando come "siano circa 80 le frane attualmente attive in una decina di comuni reggiani, per una stima di danni che ammonta a circa 9 milioni di euro".

Il doppio appuntamento di ieri – seduta di giunta in mattinata al Museo Cervi, incontro con i sindaci nel pomeriggio a Palazzo Allende – conferma gli impegni assunti al momento dell'insediamento, nemmeno cento giorni fa, dalla nuova Giunta regionale di "stare poco in ufficio e molto sul territorio", ha spiegato il governatore Bonaccini, che è già alla sua settima visita nel Reggiano e che dietro la scrivania ha appeso "con orgoglio il Primo Tricolore che mi avete donato".
Sempre in quest'ottica, il presidente della Regione ha annunciato per il prossimo 30 aprile la convocazione, a Reggiolo, del terzo coordinamento istituzionale dei sindaci del cratere dei terremoti del 20 e 29 maggio 2012, dopo quelli tenutesi a San Felice e Bondeno.

"Andare sistematicamente sul territorio per interloquire direttamente con le istituzioni locali è una caratteristica che apprezziamo particolarmente, a maggior ragione in questa fase storica, in questa nuova giunta regionale che ha avuto un avvio di mandato molto vivo e pronto ad accogliere gli inviti all'interlocuzione istituzionale", ha sottolineato il presidente Manghi ricordando come questa positiva collaborazione si sia già avviata in diversi ambiti, "a partire dal riordino istituzionale, che è la pietra angolare sulla quale si basa un sistema che vuole riformarsi". Proprio a proposito delle "nuove Province", il governatore Bonaccini ha confermato che "nel bilancio che approveremo martedì sono previsti 28 milioni per i dipendenti provinciali, perché il nostro obiettivo è creare occupazione, non aumentare i disoccupati". "Grazie a questo significativo impegno da parte della Regione, considerando anche mobilità, prepensionamenti e futura 'statalizzazione' di alcuni settori come Centri per l'impiego e Polizia provinciale, è ragionevole pensare che non si registreranno esuberi, e questa è sicuramente una buona notizia perché da sempre una delle nostri preoccupazione è stata quella salvaguardare il prezioso capitale umano rappresentato dai dipendenti della Provincia", ha aggiunto Manghi.

A breve, Bonaccini ha poi annunciato la definizione della legge regionale sulle eventuali funzioni da riassegnare alle Province in aggiunta a quelle individuate dalla riforma Delrio, "con l'auspicio che sia condivisa dai presidenti delle Province e dalla Città metropolitana di Bologna, con i quali ci stiamo confrontando". Poi si aprirà la discussione sul tema delle aree vaste, "enti di coordinamento di determinate politiche, non certo delle Province-bis" chiamate ad aggiungersi appunto alla Città metropolitana di Bologna: "Già la giunta Errani aveva immaginato aree nuove: la Romagna è tendenzialmente pronta a unirsi, per l'Emilia ribadisco di non avere pregiudizi o preclusione: un'Emilia unica o divisa in due non è un problema, l'importante è che ci sia la massima condivisione possibile perché come per le imprese, come per le fiere, come per tutto, le aggregazioni sono indispensabili per sfruttare al meglio le nostre potenzialità e competere con l'Europa più avanzata", ha concluso il presidente della Regione.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Giovedì, 23 Aprile 2015 16:31

Da Rubiera a Reggio ora c’è quasi una Metro

Illustrati in Provincia i tanti benefici della nuova fermata del Regionale 2902 di Trenitalia delle 7.06, ottenuta grazia anche alla Regione. Il sindaco Cavallaro: "Una piccola modifica in grado di cambiare profondamente, in meglio, le abitudini di centinaia di ragazzi." -

Reggio Emilia, 23 aprile 2015 -

Per il sindaco Emanuele Cavallaro è il "treno dei desideri", perché per tantissimi rubieresi rappresenta una svolta quasi epocale: in pratica, avere a disposizione una sorta di metropolitana di superficie che tutte le mattina collega pendolari e studenti alla città, migliorando anche le condizioni di chi continuerà a utilizzare i bus. Tutto questo, grazie a una semplice fermata in più del Regionale 2902 di Trenitalia che, da lunedì, ferma anche a Rubiera alle 7.06 per arrivare a Reggio alle 7.15 (o, volendo, a Parma alle 7.31 e a Genova Bignole alle 10.06).

Il nuovo servizio, dopo i primi giorni di positiva sperimentazione, è stato presentato questa mattina in Provincia dagli artefici di questa innovazione tanto semplice, quanto utile: gli amministratori locali, dai Comuni alla Provincia fino alla Regione che ha giocato un ruolo determinante, Trenitalia ed anche l'Agenzia della mobilità, che avrà a sua volta modo di migliorare i servizi per gli utenti reggiani.
A fare gli onori di casa, il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, che ha ricordato "l'analogo servizio da poco attivato dall'altra parte della via Emilia, a Sant'Ilario, a conferma dell'impegno delle amministrazioni locali a promuovere una mobilità alternativa, arricchendo i collegamenti tra il territorio e il capoluogo in orario utile per lavoratori e studenti".

"La nuova fermata completa l'offerta già presente nella fascia mattutina, che aveva appunto un 'buco' di un'ora dopo il treno delle 6,35, portando a ben 37 le corse, 19 verso e Bologna e 18 verso Milano, che fermano ogni giorno a Rubiera", ha detto il direttore di Trenitalia Emilia-Romagna Davide Diversi, sottolineando come "al momento non sembri che la nuova fermata abbia impattato sui tempi di percorrenza".

Il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale Andrea Rossi ha ricordato come "la Regione abbia immediatamente deciso di rispondere all'istanza evidenziata dal Comune, una richiesta che nasceva dal buon senso e rivolta in particolare agli studenti, e grazie alla disponibilità di Trenitalia abbiamo dimostrato che anche con piccoli accorgimenti si possono migliorare sensibilmente i servizi per la comunità".
L'assessore regionale alla Mobilità Raffaele Donini ha quindi evidenziato lo sforzo della Regione "nella condivisione con il territorio della qualificazione e del monitoraggio del servizio di trasporto pubblico locale che per noi resta fondamentale: lo dimostra il fatto che non abbiamo tagliato di solo euro lo stanziamento di bilancio 2015, che si attesta su circa 400 milioni grazie anche a un fondo regionale che, tra i pochissimi in Italia, integra con quasi 40 milioni gli investimenti nazionali". "Nel complesso il tpl offre in Emilia-Romagna un servizio buono e diffuso, uno dei pochi in aumento: abbiamo 300 milioni di viaggiatori, 260 dei quali su gomma e 40 su ferro, e il nostro obiettivo è proprio quello di potenziare i settore ferroviario", ha aggiunto.

La soddisfazione della comunità rubierese è stata espressa dal sindaco Emanuele Cavallaro: "Questo treno dei desideri copre un 'buco' che si registrava proprio nel momento più delicato della giornata, e che non ci permetteva certamente di migliorare né il traffico sulla via Emilia, né le condizioni della linea 2, spesso sovraffollata all'inverosimile – ha detto – E' una piccola modifica, che però è in grado di cambiare profondamente, in meglio, le abitudini di centinaia di ragazzi rubieresi: ho già provato un paio di volte il nuovo treno e, arrivando comodamente a Reggio alle 7 e un quarto, alle 7 e 32 ero già al Polo scolastico di via Makallé, oltretutto attraverso un percorso pedonale protetto, in tempo per fare colazione o...per copiare qualche compito".

L'assessore alla Mobilità del Comune di Reggio Emilia Mirko Tutino, oltre "ai tanti benefici per studenti e pendolari, anche per le condizioni di trasporto sui bus da Bagno e Masone verso la città che certamente potranno migliorare", ha voluto sottolineare in particolare "l'impatto positivo rappresentato dalla novità di questa Giunta regionale che, a differenza del passato, sta dimostrando grande attenzione al trasporto pubblico e a problemi che magari possono essere considerati piccoli in uno scacchiere regionale, ma che sono fondamentali per le piccole comunità".
Di "piccoli interventi in grado di assicurare grandi risultati" ha parlato anche il direttore dell'Agenzia della mobilità, Michele Vernaci: "Non c'è alcun pericolo di cannibalismo tra Seta e ferrovia, ma anzi un migliore servizio di Trenitalia ci permetterà di curare meglio le sofferenze che si registrano su altre linee", ha detto ricordando "come sia determinante l'integrazione tra la mobiltà su ferro e altri servizi, come quelli che già oggi assicuriamo ad esempio con l'80% delle linee urbane che transitano dalla stazione, con le navette che la collegano agli istituti scolastici o con il bike-sharing".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di RE)

Il dibattito con il ministro Delrio e i magistrati Gratteri, Conte e (in collegamento telefonico) Di Matteo ha chiuso Noicontrolemafie, la settimana della legalità promossa dalla Provincia. Manghi: "Dobbiamo farci tutti testimoni di una nuova stagione morale". -

Reggio Emilia, 20 aprile 2015 -

Riforme legislative, ma anche - se non soprattutto - della nostra società per sconfiggere la criminalità organizzata al centro del dibattito conclusivo di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso per il quinto anno consecutivo dalla Provincia di Reggio Emilia. In un auditorium Malaguzzi gremito di studenti delle superiori, ne hanno parlato esponenti davvero di rilievo di chi conduce la lotta alla mafia in prima linea e di chi, queste riforme, è chiamato a vararle: magistrati e giudici come Nicola Gratteri, Mario Conte e (in collegamento telefonico da Palermo) Antonino Di Matteo, il ministro alle Infrastrutture (l'ex sindaco reggiano e, fino a pochi giorni fa, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri) Graziano Delrio e Antonino Nicaso, studioso di fenomeni criminali e, soprattutto, direttore scientifico di Noicontrolemafie, di cui è il principale artefice insieme a Rosa Frammartino e alla Provincia.

A fare gli onori di casa, il presidente della Provincia Reggio Emilia Giammaria Manghi, che ha tirato le fila di una lunga settimana densa di iniziative "rivolte soprattutto ai ragazzi, perché è indispensabile misurarci con chi sta crescendo e deve farlo con valori limpidi e cristallini" e promosse in diversi "paesi proprio perché, come testimonia l'aggiunta alla classica denominazione della dicitura "Comuni e Cittadini reggiani", è una intera comunità che si sta impegnando e sta offrendo concreti segnali di crescente consapevolezza e responsabilità nella lotta all'infiltrazione criminale".

"A Reggio, ed è un dato culturale non scontato, esiste da tempo un lavoro intenso di collaborazione tra le istituzioni che, a breve, produrrà anche ulteriori strumenti condivisi con la Prefettura per dare una mano ai sindaci nella difficile sfida che quotidianamente, specie in campo urbanistico, devono affrontare per contrastare i pericoli di infiltrazione – ha aggiunto - Ma oltre ad un arricchimento delle norme, serve cambiare anche l'etica della nostra società, perché la morale sta sopra la legalità: capire che non si deve rubare non perché si può essere puniti, ma perché è sbagliato. La nostra realtà non è disastrosa, ci sono tantissime testimonianze di eticità e di impegno per il bene comune. Ma serve una rigenerazione locale: dobbiamo farci testimoni di una nuova stagione morale, segnata dalla coerenza tra il dire e il fare e spinta da una forte motivazione, perché è quella che può fare la differenza. Una nuova stagione morale che ci consenta di sperare in un oggi e in un domani migliore".

Anche per questo è fondamentale, come ha detto il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, "il carattere educativo e pedagogico, il lavoro di diffusione culturale di questa iniziativa". Anche il primo cittadino ha sottolineato "il circuito virtuoso di dialogo istituzionale che da tempo esiste nella nostra provincia", ma pure le tante difficoltà che devono affrontare i pubblici amministratori "perché non basta essere onesti e trasparenti, per essere efficaci occorrono anche riforme pensate mettendosi nei panni delle autonomie locali e normative adeguate, come ad esempio una banca dati nazionale aggiornata che ci consenta di sapere se una ditta che lavora qui abbia ricevuto un'interdittiva antimafia in un'altra provincia".
"L'Emilia non è terra di mafia, perché qui non regna l'indifferenza, qui si reagisce grazie a una storia che affonda le proprie radici in un sistema di valori nato con la Resistenza, esiste una cultura della legalità ancora oggi profondamente radicata – ha concluso - L'Emilia dunque non ha intenzione di cedere e ci riuscirà continuando a essere quello che è sempre stata, alimentando la fiducia nella comunità".

Antonio Nicaso ha quindi illustrato il tema del dibattito, quello delle riforme, "indispensabili in un Paese che ha sempre avuto una legislazione antimafia di natura emergenziale, nata sull'onda di fatti eclatanti e stragi eccellenti, e mai frutto di una riflessione ponderata e razionale". "Ora finalmente, grazie al pacchetto di riforme prodotte dalla commissione coordinata da Gratteri, questo lavoro è stato svolto e se anche solo un terzo delle proposte diventerà legge metteremo davvero in difficoltà le mafie", ha detto, sottolineando poi l'importanza "della semiotica delle buone pratiche, perché non bisogna solo essere onesti, ma anche dimostrarlo quotidianamente con gesti adeguati" e tornando, dunque, sulla polemica che ha riguardato il sindaco di Brescello. "Io, che vivo a settemila chilometri di distanza, non posso certo chiedere le dimissioni di chi è stato eletto democraticamente, le dimissioni in una vicenda che non ha risvolti penali sono un fatto personale – ha detto - Ma non sono certamente concepibili certe valutazioni da parte di un sindaco su uomini con sentenze passate in giudicato per associazione mafiosa e che anche le recenti indagini confermano essere personaggi di spicco della 'ndrangheta. Queste non sono e nemmeno possono sembrare brave persone, questa è feccia da isolare come sta facendo ad esempio la Prefettura di Reggio Emilia con il consistente numero di interdittive antimafia emesse anche recentemente, nel solco del coraggioso lavoro avviato da Antonella De Miro".

Mario Conte, consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo, ha quindi ribadito la necessità di un impegno comune, a partire innanzitutto dai cittadini e in particolare dai giovani, "che devono scendere in campo, non essere spettatori, perché la prima riforma sta in noi: la società deve assumersi le proprie responsabilità, dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, perché la mafia non si sconfigge con magistrati e forze dell'ordine, ma come ci ricorda Gesualdo Bufalino con un esercito di insegnanti elementari".
Emblematico il caso di "quei quattro ragazzi, tra 20 e 25 anni, che una notte tappezzarono Palermo con adesivi con su scritto "un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità": si erano chiesti se davvero volevano vivere in una società soffocata dalla mafia e, in questo Paese dove siamo solitamente più bravi a lamentarci, avevano deciso di rimboccarsi le maniche. Da lì è nato il comitato "Addiopizzo", che oggi conta migliaia di iscritti, e ha messo in rete oltre mille commercianti protetti solamente da un adesivo".

Il procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri è quindi entrato nel dettaglio del pacchetto di riforme consegnato a fine anno al Governo Renzi, al termine del lavoro nato "grazie proprio a una intuizione di Delrio, che me lo chiese per telefono negli stessi giorni in cui... non ero ministro". "Un lavoro nel quale ho coinvolto professionisti di mia assoluta fiducia per valore etico-morale e competenze tecnico-giuridiche e che ha avuto tre criteri di fondo: non abbassare di un millimetro il livello di garanzia degli imputati; non rendere conveniente delinquere; utilizzare il più possibile ogni tecnologia per abbattere costi e tempi dei processi".

Alcune di queste riforme sono tanto utili e redditizie quanto di sconvolgente semplicità, a conferma di come questo Paese sia purtroppo sotto molti aspetti fortemente arretrato: "Con l'informatizzazione dei procedimenti e la chiavetta usb di un avvocato si possono eliminare a ogni richiesta di copia degli atti settimane di lavoro e ventimila euro di fotocopie; regolando in maniera diversa le eccezioni preliminari si possono accorciare di due, tre mesi i processi; videoregistrando le deposizioni dei testimoni si può evitare che, per il trasferimento o anche la maternità di uno dei giudici dei processi ordinari, si debba ricominciare daccapo, ma anche far perdere tempo e denaro a poliziotti nel frattempo trasferiti a migliaia di chilometri di distanza chiamati a ripercorrere l'Italia per confermare quanto già detto", ha detto Gratteri. Poi ancora la possibilità di infiltrare agenti sotto copertura o utilizzare finte società finanziarie per contrastare mafie e corruzione, tema anticipato al dibattito di ieri, e l'inasprimento delle pene per gli ecoreati, oggi solamente puniti con semplici contravvenzioni. Nuove regole e sanzioni sulle intercettazioni telefoniche ("il nostro obiettivo non è limitare la libertà di informazione, ma scoprire chi passa le notizie ai giornalisti ed evitare che i processi si svolgano prima sui giornali e che alla gente interessi più il gossip del reato, che non è da Paese civile ed evoluto") e soprattutto una profonda riforma della polizia penitenziaria. Da trasformare, prendendo a riferimento i marshals americani (il Tommy Lee Jones de "Il fuggitivo" per intendersi), in un Corpo di giustizia dello Stato che si occupi della gestione di tutti i provvedimenti limitativi della libertà personale, dalla fase immediatamente successiva all'emissione fino alla materiale esecuzione, nonché dell'amministrazione dei collaboratori di giustizia e della sicurezza di tribunali e magistrati. Ed anche in queste settore, grazie alle tecnologie, "ed in particolare alle videoconferenze, ogni anno si potrebbero risparmiare 70 milioni sprecati per questa sorta di turismo giudiziario, ovvero la traduzioni di detenuti per processi che occupano ben 10.000 degli attuali 44.000 agenti di polizia penitenziaria, con alto rischio di evasione e pericoli anche per la comunità: 70 milioni che potrebbero essere investiti ogni anno in tecnologie e in assunzioni di agenti o di personale di cancelleria".

L'intervento di Gratteri è stato inframmezzato dall'atteso collegamento telefonico con Antonino Di Matteo, pubblico ministero del Tribunale di Palermo, contattato da un Antonio Nicaso che non ha potuto esimersi dall'esternare "il proprio atteggiamento critico nei confronti delle logiche correntizie del Csm, perché Di Matteo alla Procura nazionale antimafia sarebbe stata la persona giusta al posto giusto".
"Ho ancora ben vivo il bellissimo ricordo del meraviglioso incontro dello scorso anno, della voglia di partecipazione di tanti giovani che vogliono lottare contro la mafia – ha detto il magistrato rivolto ai ragazzi – Purtroppo impegni di lavoro mi hanno impedito di tornare a Reggio Emilia, ma sono certo che i relatori sapranno stimolarvi per farvi capire che la mafia non è solo una questione militare, non è roba di stragi e droga, ma è soprattutto una mentalità: là dove prevale la logica del favore e della raccomandazione, c'è la mafia, una mafia oggi sempre più strettamente legata alla corruzione e che cerca di impadronirsi dell'economia e delle istituzioni. Tenetelo sempre ben presente e tenete alta la vostra passione civile, perché la mafia prospera nel silenzio e nel disinteresse".

Ha chiuso i lavori l'ex sindaco di Reggio e neo ministro alle Infrastrutture, Graziano Del Rio, che ha ribadito la necessità di riforme, e l'impegno del Governo in questa direzione, perché comunque "la lotta alla mafia è fatta da professionisti come i magistrati al mio fianco, ma senza leggi e mezzi adeguati non può essere vinta, e il popolo e una condivisione vera sono certamente importantissimi, ma anche questa Liberazione ha bisogno di persone che imbraccino il fucile e combattano in prima linea".
Quella contra mafia e corruzione è "una battaglia complicatissima, che necessita di un'alleanza vera anche con gli imprenditori, mentre la politica fondamentalmente deve mettere le persone in condizioni di far bene il proprio mestiere", ha aggiunto Delrio confermando come "il ministro della Giustizia sia impegnato a portare avanti il prezioso lavoro coordinato da Gratteri".

L'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ha poi ricordato le misure già attuate, o in cantiere, da parte del Governo: dalla recente nomina di Raffaele Cantone a capo dell'Autorità nazionale anticorruzione per rafforzare la vigilanza su contratti pubblici, "che però non significa bloccare i lavori", alla indispensabile riforma del codice degli appalti, "che dovrà certamente limitare le gare al massimo ribasso che favoriscono solo la mafia, prevedere una sorta di rating di legalità per le imprese e un albo ben verificabile di collaudatori e controllori di opere pubbliche". Riforme che devono essere portate avanti nel segno della "semplificazione, non certo aggiungendo norme perché più semplifichiamo più saremo efficaci". "La politica deve aiutare gli amministratori a fare il bene delle loro comunità e ha il dovere di controllare perché così si recupera la fiducia dei cittadini, ma serve anche l'impegno e l'orgoglio da parte di ognuno di noi nel fare e nel vedere una cosa fatta bene", ha concluso il ministro ricordando la locuzione latina ubi societas, ibi ius: "se una società è attenta, allora c'è la legge".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Corruzione e criminalità al centro della quinta giornata di Noicontrolemafie. Il procuratore della Dda di Reggio Calabria indica le possibili riforme puntando il dito anche contro gli appalti al massimo ribasso e ammette: "Se la giustizia non va anche il Csm ha le sue colpe" -

Reggio Emilia, 18 aprile 2015 -

Sconfiggere la mafia anche infiltrando al suo interno agenti sotto copertura. E' una delle ricette – tante: ben 150 sono infatti gli articoli di codici, leggi e regolamenti di cui si propone la modifica - individuate dal gruppo di lavoro per la riforma delle norme contro la criminalità organizzata coordinato da Nicola Gratteri che lo stesso procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria ha anticipato questa mattina al cinema Olimpia di Reggio Emilia.

"Grazie agli agenti sotto copertura abbiamo ottenuto risultati importanti nella lotta al traffico internazionale di armi e droga, anche contro la mafia questa attività, di cui gli americani sono maestri, può risultare determinante", ha detto Gratteri, ieri mattina nuovamente ospite – qui ormai è un caro amico di famiglia - di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia. "Uomini selezionati e preparati che per mesi rinuncino a qualsiasi contatto con familiari e forze dell'ordine, che possano girare con armi non convenzionali per meglio calarsi nei panni del criminale e la cui identità venga lasciata segreta anche in udienza davanti al giudice", ha meglio precisato Gratteri addentrandosi in una delle tane proposte contenute nella relazione di 266 pagine consegnata a fine anno al Governo Renzi (ma l'incarico risale al Governo Letta).

Un gruppo di lavoro, come ha spiegato il direttore scientifico di Noicontrolemafie Antonio Nicaso presentando Gratteri agli studenti – chiamato a porre finalmente fine a uno dei tanti punti deboli del nostro Paese: "L'avere sempre avuto una legislazione antimafia di natura emergenziale, nata sull'onda di fatti eclatanti e stragi eccellenti, e mai frutto di una riflessione ponderata e seria".
Lo stesso genere di riflessioni che Gratteri ha condiviso ieri mattina con gli studenti reggiani, puntando il dito anche contro un'altra anomalia tutta italiana, quella della logica del massimo ribasso negli appalti pubblici: "Da 10, 15 anni si assegnano opere con ribassi anche del 40%, ma questo significa che si costruisce con acqua e terra e che tutte queste opere, in caso di una scossa di terremoto del settimo grado, sono destinate a crollare". E non risparmiando critiche nemmeno alla sua categoria: "Se la giustizia in Italia non funziona siamo tutti responsabili: la politica ha le sue colpe, ma anche i magistrati, anche il Csm ne hanno, tantissime e grandissime, nella scelta dei capi degli uffici o nel distribuire il numero di magistrati in tali uffici".

Agli studenti, il procuratore aggiunto della Dda ha concluso sollecitandoli "a contribuire a un nuovo modo di pensare in Italia, a ricostruire una etica e una morale in questa società che ci ha costruiti come macchine da consumo omologando i gusti e in cui si è valutati in base a ciò che si ha e non per quello che si è". Come? "Puntando sull'istruzione, riparlando tra di voi in lingua italiana e non con quella dei telefonini sennò non sarete in grado di scrivere un tema a concorso, e sulla ricerca: e poi, ma solo dopo istruzione e ricerca, anche sulla cultura".

Quello di Nicola Gratteri è stato l'intervento conclusivo di un'altra ricca mattinata di spunti offerta da Noicontrolemafie alla quale, dopo il saluto del presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, è intervenuto anche il prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto: "Avendo anche una figlia che fa la prima superiore vi parlo più da padre che da prefetto – ha detto - Voi avete la fortuna di essere nati in un territorio che ha tradizioni antiche di rispetto delle regole: un territorio civile che trae le proprie origini da una cultura contadina che stiamo dimenticando e che, come tante altre zone d'Italia, registra pure una presenza criminale che si manifesta anche con corruzione: allora vi dico che rispettare le regole alla lunga è appagante e vantaggioso più che vivere nella illegalità, che la legalità non accetta compromessi ed è uno stile di vita al quale dovete improntare la vostra quotidianità, anche nelle piccole cose".

Concetti ripresi da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, il più importante network mondiale contro la corruzione presente in 100 Paesi del mondo: "La corruzione non si debella con polizia e magistratura, per questo da anni andiamo nelle scuole per far capire che la legalità è un sistema di vita e un fatto di cultura – ha spiegato – L'equazione politica uguale disonestà è sbagliata, perché se sei onesto lo resti anche da politico, se sei un politico disonesto vuol dire che lo eri anche prima". Carnevali ha quindi evidenziato il preoccupante risultato di un sondaggio svolto tra i ragazzi, nel 58% dei casi disponibili a farsi corrompere, sottolineando come "purtroppo siamo tutti un po' mafiosi, perché il denunciare un amico che evade il fisco o un collega che timbra il cartellino e poi va a fare la spesa non lo riteniamo un nostro dovere civico, ma un tradimento". Quella che serve, dunque, è una "presa di coscienza da parte di tutti noi che il corrotto non sta derubando una entità astratta, ma ciascuno di noi".

Come ha illustrato Cristina Brasili, docente di Politica Economica dell'Università di Bologna, la corruzione comporta infatti nel nostro Paese costi economici e sociali rilevantissimi. Al di là delle sue esatte dimensioni, ovviamente quasi impossibile da quantificare essendo frutto di attività illegali e dunque nascoste (i 60 miliardi stimati dalla Commissione europea, e pari alla metà dei 120 ipotizzati in tutta Europa, sono infatti una "stima grossolana frutto di incomprensioni e passaparola"), ci sono dati attendibili e apparentemente contrastanti sui quali è certamente necessario riflettere. "Le condanne per corruzione e concussione sono scese in Italia dalle 1.714 del 1996 alle 263 del 2010, ma questo è dovuto ad esempio alla abolizione del reato di falso in bilancio o all'accorciamento dei tempi di prescrizione, non certo alla riduzione di un fenomeno corruttivo che per ben il 97% degli italiani, era l'84% nel 2007, viene avvertito come diffuso, dato peggiore in tutta Europa dopo il 99% della Grecia: eppure solo il 42% degli italiani pensa di esserne personalmente colpito e appena il 2%, contro una media europea del 4%, dichiara di aver avuto una richiesta di pagamento di tangente", ha concluso illustrando poi il "gioco di ruolo" ideato con un gruppo di ricercatori di UniBo, e proposto con grande successo proprio ieri a Bibbiano, per far crescere questa consapevolezza.

Paolo Bertaccini Bonoli, coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli, ha quindi ricordato la figura del commissario liquidatore della Banca privata italiana di Michele Sindona, fedele servitore dello Stato che pagò con la vita il suo impegno "divenendo un protagonista della storia del nostro Paese". "La professionalità, fare bene il proprio mestiere, è un passaggio non banale nel contrasto alle mafie – ha spiegato ai ragazzi - E noi italiani siamo noti, e da molti secoli, per far bene le cose: certo, è faticoso però ci tutela da molti pericoli. E non è vero che la nostra piccola azione quotidiana è inutile, così come non è vero che siete abbandonati a voi stessi perché ci sono anche molti 'adulti' che ancora si impegnano per il bene del nostro Paese".

Ultimo intervento quello di Salvatore Sberna, assegnista di ricerca dell'Istituto universitario Europeo di Firenze, per il quale "le mafie campano anche senza corruzione, sopravvivranno finché ci saranno mercati illeciti da regolamentare" e l'attenzione, più che alla politica, "dovrebbe essere rivolta, oltre che agli imprenditori, a faccendieri, ex politici e grandi burocrati che, come anche le ultime inchieste hanno rivelato, hanno un ruolo spesso più importante".

Il programma di oggi, sabato 18 aprile

Ore 8.45-9.30 scuola media Balletti di Quattro Castella
Saluto del sindaco Andrea Tagliavini
IL RISPETTO DELLE REGOLE CI RENDE LIBERI
nel gioco come nella vita
Incontro con Mario Conte consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo
e autore, insieme a Flavio Tranquillo, del saggio "I dieci passi"

Ore 10-12.30 Auditorium Malaguzzi Reggio Emilia
QUALI RIFORME
NELLA LOTTA ALLE MAFIE?
Saluti di Giammaria Manghi presidente della Provincia Reggio Emilia
e Luca Vecchi sindaco di Reggio Emilia
Presiede
Antonio Nicaso direttore scientifico di Noicontrolemafie
Relatori
Graziano Del Rio ministro delle Infrastrutture
Nicola Gratteri procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria
Mario Conte consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo

Ore 17 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
BIBBIANO CONTRO LE MAFIE
Conferimento della cittadinanza onoraria all'Associazione Cortocircuito
Consegna targhe "Campione di legalità"
a Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, già cittadino onorario di Bibbiano
A seguire
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso autori di "Oro bianco" Ed. Mondadori
Intervistati da Elia Minari coordinatore di Cortocircuito
Associazione culturale antimafia di Reggio Emilia

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

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