Redazione

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Nei giorni scorsi è stato tratto in arresto, dopo sei anni di latitanza all'estero, un imprenditore originario del veronese colpito da un ordine di carcerazione emesso nel 2012 dal G.I.P. del Tribunale di Ravenna, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per reati di bancarotta fraudolenta.

L'uomo da anni aveva fatto perdere le proprie tracce riparando nelle Filippine, ove aveva avviato un'attività di ristorazione. Ma nei primi giorni di questa settimana è rientrato in Italia con un volo diretto all'aeroporto di Malpensa, dove la polizia di frontiera lo ha individuato e tratto in arresto, notificandogli l'ordinanza di custodia in carcere ancora pendente nei suoi confronti.
L'indagine che aveva condotto all'emissione del provvedimento cautelare era stata sviluppata, a suo tempo, dalla Guardia di Finanza di Faenza, a seguito di una serie di denunce presentate da alcuni imprenditori che avevano ceduto beni ad una società manfreda di cui l'uomo era titolare senza ricevere in cambio alcun pagamento.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle avevano permesso di accertare che il soggetto aveva effettivamente rilevato una società di Faenza operante nel commercio di prodotti per l'igiene della persona, per poi utilizzarla come schermo per acquistare prodotti completamente estranei all'oggetto sociale (alimenti per animali, carni, liquori, spumanti, prodotti vitivinicoli, ombrelli, trolley, borsoni da viaggio, ecc.) che, oltre a non essere mai stati pagati ai relativi fornitori, erano stati anche sottratti dai magazzini della società.

Una progressiva opera di svuotamento che in breve tempo aveva condotto la società faentina in una condizione di grave dissesto, poi sfociata in un inevitabile fallimento, con gravi ripercussioni negative sia sui fornitori che sui dipendenti rimasti senza lavoro.

Ora l'uomo, resosi irreperibile subito dopo la dichiarazione di fallimento della società manfreda, è stato associato alla casa circondariale di Busto Arsizio (VA).

Venerdì, 28 Settembre 2018 11:08

Ciclisti 70esimo Costituzione - Foto da Busseto

Busseto, 27 settembre 2018 | Ha fatto tappa a Busseto la pedalata del gruppo "La Storia in Bici" capitanato dal senatore Michelino Davico che, dopo la partenza il 25 settembre da Torino, arriverà a Roma il prossimo 29 settembre per incontrare il presidente Sergio Mattarella. L'obiettivo è quello di celebrare il settantesimo anniversario della Costituzione Italiana. I ciclisti partecipanti alla pedalata - tra cui spiccano i nomi di Gianni Motta; Luca Paolini; Michela Girandengo, nipote del campione Costante; Faustino Coppi e Sergio Chiamparino - sono stati ricevuti al ridotto del Teatro Verdi dal vice sindaco Gianarturo Leoni dopo aver sfilato nella centrale Piazza Verdi.

"Il nostro gruppo - spiega il senatore Davico - è l'immagine dell'Italia che si muove e riscopre i valori della Costituzione. Questa pedalata cicloturistica ci permette di attraversare luoghi e conoscere uomini e donne che hanno plasmato la nostra identità nazionale. Siamo partiti dalla basilica di Superga che custodisce le spoglie di Carlo Alberto Savoia, padre dello Statuto Albertino, e oggi siamo qui a Busseto a rendere omaggio a Giuseppe Verdi".

L'Amministrazione comunale ha consegnato ai parte-cipanti il certificato di nascita di Giuseppe Verdi: "Se la musica è da sempre espressione del tempo in cui è stata composta, possiamo dire che quella di Giuseppe Verdi travalica i secoli e si impone ancora oggi in tutto il mondo per la forza evocativa e universale che va ben oltre la babele delle lingue. Ma Verdi è soprattutto il più patriottico dei compositori italiani, un patriottismo che si esprime con l'amore per la patria, per gli ideali di libertà e di lotta di un popolo oppresso e soggiogato. Questa vo-stra visita a Busseto nel 70esimo della Costituzione riannoda i fili della storia fra libertà ritrovata nel Risorgimento e libertà conquistata con la nascita della Costituzione Italiana nel 1948", ha affermato il vice sindaco consegnando il certificato.

 

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Carabinieri Parma: arrestati "topi di banca". I malviventi catturati sono sudamericani specializzati in furti con destrezza in danno di istituti di credito. Il loro modus operandi consisteva nel distrarre i clienti e i dipendenti per sottrarre, con destrezza, la refurtiva e sgattaiolare fuori dalle banche.

Circa 150.000 euro il provento dei colpi messi a segno.

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