Redazione

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Cinque birre, due bottiglie di vino e poi cerca di guidare aereo di linea. È successo a un pilota della Japan Airlines, diretto a Tokyo che è stato arresto all'aeroporto di Londra Heathrow.

L'ennesimo caso tra quelli già segnalati da Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" che fa riesplodere la polemica su un fenomeno che riguarda la sicurezza dei voli: l'ubriachezza a bordo dei velivoli di linea. Sta diventando un problema serio che merita la dovuta attenzione da parte delle autorità aereoportuali e quelle che regolamentano il traffico aereo e richiede misure urgenti per evitare che ci scappi la tragedia. Questa volta è successo addirittura ad un pilota della Japan Airlines, diretto a Tokyo che è stato arresto all'aeroporto di Londra Heathrow.

Il pilota aveva bevuto 2 bottiglie di vino e 5 lattine di birra nell'arco di 6 ore, la sera prima del volo, superando di 10 volte il livello di alcool consentito dagli standard inglesi.

Ad accorgersene è stato un autista che lo portava all'aeroporto: aveva fiutato un'eccessiva presenza di alcool nell'alito del pilota e per questo aveva deciso di avvertire le autorità aeroportuali. Dopo un test alcolemico il 42 enne dipendente della compagnia aerea è stato messo in stato di fermo. Il volo Jal 44 che doveva partire alle 19 alla volta di Tokyo ha subito un ritardo di 1 ora e 10 minuti, potendo impiegare solo due piloti, anziché i tre a bordo che il regolamento prevede di norma per le tratte superiori alle 12 ore. Il ministero dei Trasporti giapponese ha emesso una direttiva esortando i vettori a prendere misure adeguate sulla condotta dei propri dipendenti, e riferire al governo entro le fine del mese. A seguito dell'incidente la Jal ha deciso di aumentare a 24 ore prima del volo il divieto di consumare alcool, dalle precedenti 12 ore.

La scorsa settimana, la All Nippon Airways (Ana) si era dovuta scusare per il ritardo causato a 5 voli in partenza dall'isola di Okinawa, dopo che un pilota aveva marcato visita all'ultimo momento, per via di una pesante ubriacatura andata avanti fino alle 10 di sera, non riuscendo a presentarsi in condizioni adeguate, davanti alla cloche, per il volo delle 8:10 del mattino.

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(1 novembre 2018)

I finanziamenti potranno essere attivati con un iter semplificato sulla base della sola autocertificazione. Le richieste verranno gestite in via prioritaria.  Tutte le 4.300 filiali sul territorio a disposizione per fornire informazioni e assistenza immediata

Milano, 1° novembre 2018. Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di un miliardo di euro per andare incontro alla situazione di emergenza creatasi in questi giorni a causa di straordinari eventi atmosferici che hanno colpito tutto il territorio italiano. In particolare verranno messi a disposizione finanziamenti a condizioni agevolate destinati alle imprese, ai piccoli artigiani e commercianti e alle famiglie che hanno subito danni.

I finanziamenti potranno essere attivati con un iter semplificato sulla base di un'autocertificazione e le richieste verranno gestite in via prioritaria al fine di rispondere nel più breve tempo possibile a tutti coloro che hanno subito danni.

Intesa Sanpaolo mette a disposizione tutte le 4.300 filiali presenti sul territorio per informazioni e assistenza immediata.
Di seguito la ripartizione territoriale del plafond:
Direzione Veneto, Friuli VG e Trentino AA - 270 milioni di euro
Direzione Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise - 100 milioni di euro
Direzione Lazio, Sardegna e Sicilia - 170 milioni di euro
Direzione Toscana e Umbria - 100 milioni di euro
Direzione Campania, Basilicata, Calabria e Puglia - 160 milioni di euro
Direzione Lombardia - 100 milioni di euro
Direzione Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta - 100 milioni di euro

"Intesa Sanpaolo è legata in maniera profonda al territorio in cui opera – dichiara Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. – per questo motivo abbiamo deciso di mettere subito a disposizione un plafond destinato a tutti coloro che hanno subito danni e per i quali pensiamo che il nostro sostegno possa essere un segno di concreto aiuto a tutti coloro che vivono e lavorano nelle colpite. Sentiamo tutta le responsabilità di essere banca vicina alle famiglie e a chi fa impresa".

Buoni fruttiferi postali: per Poste Italiane arriva un'altra batosta dal Tribunale di Lecce. Condannata a pagare l'intero importo previsto all'emissione: più di 60mila euro oltre interessi e spese in favore di un utente. Altro decreto ingiuntivo emesso da un giudice togato su ricorso di un cittadino che si è rivolto allo "Sportello dei Diritti"

Altro importante risultato dello "Sportello dei Diritti", sull'annosa questione dei Buoni Fruttiferi Postali di vecchia emissione. È stato pubblicato lo scorso 30 ottobre dal Tribunale di Lecce, nella persona del magistrato togato dottor Sergio Memmo, un decreto ingiuntivo a carico di Poste Italiane per l'esorbitante importo di più di 60mila euro, oltre interessi e spese, a seguito del deposito del ricorso di due utenti possessori di buoni fruttiferi postali in vecchie lire non ancora riscossi appartenenti ad un prossimo congiunto deceduto da tempo.

Alla scadenza prevista, figlio e madre novantenne si recavano presso lo sportello di Poste Italiane per chiedere il pagamento dell'importo che doveva essere liquidato alla scadenza che sarebbe dovuto essere pari ad un controvalore in euro di 61.277,84. Il direttore dell'ufficio, come accade ormai abitualmente, opponeva la disponibilità a liquidare solo la metà dell'importo, in ragione del famigerato decreto ministeriale 148 del 1986, noto come Gava-Goria, secondo cui con effetto retroattivo e in spregio a quanto indicato nei Buoni Fruttiferi, venivano dimezzati rendimenti anche per quelli emessi dal 1974 in poi. Come tanti altri cittadini, quindi, i due beneficiari non demordevano e si rivolgevano allo "Sportello dei Diritti", che da anni continua ad affrontare una battaglia di giustizia e legalità per la tutela dei risparmiatori che hanno optato per l'acquisto di Buoni Fruttiferi Postali contro l'ingiusta e illegittima volontà manifestata da Poste Italiane di pagare importi solo pari alla metà di quelli previsti alla sottoscrizione.

Il giudice del tribunale di Lecce ha ritenuto fondate le motivazioni addotte dai risparmiatori assistiti dall'avvocato Donato Maruccia e ha, di fatto, condannato Poste Italiane a pagare l'intero importo di euro 61.277,84, oltre ad interessi, onorari e spese di procedura a fronte del modesto investimento in lire, versate all'atto della sottoscrizione. Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si tratta di un altro precedente molto significativo non solo per il notevole importo dell'investimento, sicuramente tra i più elevati a livello nazionale sinora mai riconosciuti dall'autorità giudiziaria, ma anche perché rende giustizia a coloro che si sono sacrificati una vita per risparmiare somme anche molto ingenti e non si sono visti rimborsare quanto promesso allo scadere con gli interessi effettivamente maturati. Al contempo, continueremo ad invitare tutti coloro che sono in possesso di Buoni Fruttiferi Postali scaduti, a non perdere tempo perché, come abbiamo ripetuto più volte: «vi è il concreto rischio di perdere per sempre gli investimenti di una vita se non si agisce entro il giusto termine perché la prescrizione del diritto è dietro l'angolo e né Poste Italiane né Cassa Depositi e Prestiti avviseranno voi o i vostri, nonni, genitori e vecchi zii che quel foglietto di carta conservato in un cassetto indicante una cifra in vecchie lire può rappresentare un tesoretto che perderete per sempre».

(02 novembre 2018)

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