Redazione

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Soltanto un metro arbitrale a senso unico per tutti gli 80 minuti nega all'Arca Gualerzi Amatori la possibilità di realizzare il colpaccio contro l'imbattuto Civitavecchia nell'ultima gara del 2018.

23 a 18 per i laziali il risultato finale con l'Amatori Parma che riesce a conquistare il punto di bonus difensivo dopo 10 minuti di recupero e numerosi falli da parte degli avversari grazie a Calì nell'ultima azione in meta che finalizza una bella azione d'attacco multifase iniziata nei propri 22 in difesa.

L'inizio è tutto i blucelesti che sbloccano il risultato dopo 10 minuti con Negrello dalla piazzola a capitalizzare 10 minuti di dominio territoriale e allungano con Cantoni al 18' che recupera palla a centrocampo da un in avanti avversario su calcio di Negrello e si invola in meta. I laziali recuperano portandosi a meno uno con i calci di Calandro al 23' e 32' e chiudono il primo tempo in vantaggio con la stessa apertura ospite a tempo scaduto.

La ripresa si gioca ad un ritmo molto basso con continui fischi da parte del direttore di gare e conseguenti lunghe pause ed è il Civitavecchia che allunga grazie ad una dubbia meta tecnica ma pronta è la risposta bluceleste con Negrello dalla piazzola che riporta sotto il break i compagni. Nel finale arriva la prima meta ospite su azione con Manuelli puntualmente trasformata da Calandro dopo 5 minuti di pressing nei 22 blucelesti. Sembra finita con pochi minuti ancora da giocare ma i blucelesti, punti nell'orgoglio dalla discutibili scelte arbitrali, vogliono il bonus a tutti i costi e si riversano nella metà campo avversaria fino alla sospirata meta di Calì all'ultima azione.

Amara consolazione per i ragazzi blucelesti che giocando probabilmente la miglior partita della stagione pagano a caro prezzo alcune decisioni arbitrali con i ragazzi di De rossi che in una partita sostanzialmente tranquilla si sono visti comminare 3 cartellini gialli e subire una meta tecnica mentre si è sorvolato per tutta la partita sui fuorigioco nei punti di incontro e soprattutto nei placcaggi al collo o in ritardo.

A fine gara nonostante il risultato finale coach De Rossi è soddisfatto della prova dei propri ragazzi che hanno riscattato l'opaca prova di Siena di 7 giorni prima e possono così guardare con più fiducia al futuro, partendo dal derby di Parma in programma il 13 gennaio dopo la sosta natalizia.

Arca Gualerzi Amatori – Civitavecchia Centumcellae 18-23(Pt 8 - 9)

Marcatori: Pt 10'cp Negrello, 18'm Cantoni, 23'cp Calandro, 32'cp Calandro, 44'cp Calandro; St 51'm tecnica Civitavecchia, 55'cp Negrello, 77'm Manuelli tr Calandro, 90'm Calì tr Negrello.
Arca Gualerzi Amatori:Tonelli; Letizia, Bianconi, G. Torri (Cap.), Guidi (50' Masini); Negrello, Mezzadri; Balestrieri, Cantoni, Massaroli (78' Scarica); Corradi (50' Armantini), Ciusa; Staibano (35' Amin Fawzi) (51' Calì), Saccò, Bertozzi (77' Amin Fawzi). Non entrati: Sandri, Carpi. All.: De Rossi
Civitavecchia Rugby Centumcellae:Crinò; Mellini Susca, Carabella, Cerquozzi, Raponi; Calandro, Martinelli; Gentili, Fiorini, Fraticelli; Manuelli (Cap.), Natalucci; Giordano, Orchi, Cocivera. Non entrati: Berni, Nastasi, Simeone, Nocchi, Olivieri, Centracchio, Caprio. All.: Granatelli - Tronca
Arbitro: Gianluca Gnecchi (Brescia)
Ammoniti: 16' Martinelli (Civitavecchia), 25' Tonelli (Amatori), 43' Amin Fawzi (Amatori), 74' Calì (Amatori)
Punti conquistati in classifica: Amatori Parma 1; Civitavecchia 4

 

La Cassazione con il rito abbreviato prima (24 ottobre) e il primo grado del processo Aemilia dopo (31 ottobre), hanno sentenziato una certezza: la mafia in Emilia e in particolare a Reggio Emilia è stata ed è una realtà radicata e inconfutabile.

E non si tratta di una ramificazione periferica, di qualcosa già esistente altrove, ma una cosca autonoma di 'ndrangheta con a capo quel Nicolino Grande Aracri che un Sindaco reggiano, a suo tempo, non seppe far di "meglio" che definirlo "una persona gentile".

Bisogna partire da questo retroterra politico/culturale e da queste sentenze "storiche" per riflettere a fondo sugli errori commessi, perché la 'ndrangheta a Reggio Emilia non è stata affatto sconfitta definitivamente: le sentenze hanno sancito la sua esistenza, la sua pervasione e la sua profonda relazione con il nostro territorio.

Le affermazioni del Procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, dopo la sentenza sono esplicite: "I processi e le condanne non interrompono eventi criminosi di questo tipo. Faremo nuove indagini a partire dalle parole dei pentiti che hanno aperto altri filoni d'inchiesta"; così come sono esplicite le parole del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: "Aemilia è storia. Ora si deve scavare il rapporto con la politica...In Emilia la 'ndrangheta è radicata da almeno 40 anni. La colpa e di chi non ha voluto vederla..."

Nonostante alcuni personaggi politici si siano affrettati a dichiarare che da queste sentenze la politica locale ne esce completamente indenne, è fuori dubbio che tutta la nostra comunità debba fare un serio esame di coscienza sulle responsabilità dirette o indirette della politica, degli amministratori pubblici, delle realtà produttive e di tanti privati cittadini nel processo di insediamento e radicamento mafioso, soprattutto per non ricadere negli stessi meccanismi perversi che l'hanno fatta proliferare.

Quando la politica, anche solo una piccola parte di essa, non ha come priorità il bene comune della collettività ma pensa soprattutto alla conservazione del potere e ai propri interessi personali, finisce inevitabilmente per spianare la strada a quelle pericolose influenze che hanno purtroppo ammorbato le nostre comunità e il nostro sistema economico.

Lo stesso discorso vale per l'apparato tecnico al servizio della pubblica amministrazione, come è dimostrato dalla condanna comminata al dirigente comunale di Finale Emilia.

Un altro dato - dolorosamente sconfortante - che esce dalla sentenza del 31 ottobre, è stato il comportamento, al limite del ridicolo, di almeno una cinquantina di persone chiamate a testimoniare durante il processo Aemilia. Per questi la Corte ha inviato gli atti alla Procura per falsa o reticente testimonianza. Intimoriti, minacciati o collusi, qui a Reggio Emilia.

Maurizio Vergallo
capogruppo in Consiglio Comunale e nell'Unione dei Comuni della Val d'Enza
per la lista civica "Bibbiano Bene Comune"

Domenica, 16 Dicembre 2018 10:22

L’Europa non regge alla “Prova del Nove”

La resa incondizionata di Emmanuel Macron segna la caduta degli UEDei. Il tonfo di Macron è stato silenziato da tutti gli Uemanoidi che invece continuano a criticare l'Italia. Chi è l'euroinomane?

di Lamberto Colla Parma 16 dicembre 2018 -

L'Enfant prodige se l'è fatta sotto a ha dovuto calare le brache. Sotto la spinta della "rivoluzione popolare dei Gilet Gialli", dopo 5 settimane di scontri che hanno portato a oltre 2000 arresti, alcuni morti e perdite economiche consistenti (l'associazione degli artigiani ha stimato in 10 miliardi), quello spocchioso del Presidente francese ha dovuto fare pubblica ammenda sostenendo che il Governo ha "fatto delle scemenze".

Quindi giù con le promesse. Dall'aumento dei salari al ripristino dei limiti di velocità. Tutto quello che si poteva accordare per fare deporre le armi ai Gilet Gialli (stimati al 12% nel caso si dovessero presentare alle elezioni) è stato concesso. Un cumulo di lasciti che ammonta almeno a 10 miliardi di euro e che obbligheranno la Francia a raggiungere un rapporto deficit/pil del 3,5% e forse nemmeno per un anno solo come sarebbe da normative UE.

Alcuni commentatori hanno accostato l'intervento televisivo di Macron a quello di Reza Pahlevi, lo Scià di Persia allorquando il 6 novembre 1978 a Teheran si presentò alla Tv impaurito e incredulo di fronte al dissenso che si era furiosamente propagato nel "suo" Iran, che lui stesso aveva contribuito a fare ricco.

"Ascoltare il discorso di Macron che cede platealmente in tv di fronte alle violenze dei gilet gialli ricorda emotivamente da vicino quel lontano e drammatico momento di storia persiana, che segnò la fine di un lungo regno, e il cambiamento epocale con l'avvento della sanguinosa rivoluzione islamica e della dittatura religiosa che ne è scaturita." scriveva Giuseppe Musmarra dalle colonne di HuffingthonPost.it che prosegue sostenendo " nei discorsi dello Shah e di Macron si trovano due fondamentali punti di contatto emozionali: la resa, che è sempre una dichiarazione di impotenza; e il pentimento, l'ammissione pubblica dell'errore di fronte alla moderna gogna televisiva.".

Ma non è ancora finita perché i Gilet Gialli hanno tutta l'intenzione di proseguire la protesta.

L'unico motivo per il quale avrebbero potuto "sospendere" la protesta sarebbe stato dettato dalla opportunità di "liberare" le forze dell'ordine dedicate al loro controllo e contrasto a favore della emergenza terrorismo che si è riaccesa brutalmente a Strasburgo alcuni giorni fa e dove il terrorista "francese" seppure di origine magrebina, dopo la strage a ridosso del Parlamento Europeo si è dato alla macchia, braccato da quasi 1000 agenti, per 48 ore e infine neutralizzato nel suo quartiere di origine nella notte di giovedi.
Quindi se tregua ci sarà sarà solo per favorire la Sicurezza Nazionale e combattere il terrorismo internazionale che durante le festività cristiane potrebbe trovare nuovi stimoli. E in parte ieri così è accaduto ma gli irriducibili hanno proseguito l'aggressione al centro di Parigi e purtroppo altri due decessi sono da conteggiare, registrati in prossimità dei blocchi stradali. oltre a nuovi danni e

Non bastavano i Gilet Gialli ci si è messo anche il terrorismo islamista a caricare la dose di figura di m...a del giovanotto dell'Eliseo.

Ebbene, nonostante i problemi di sicurezza che si sono palesemente manifestati in tutta la Francia, nonostante la figuraccia dei servizi di intelligence che non erano riusciti a intercettare il terrorista (accreditato come radicalizzato) e per di più sfuggito dopo l'attentato, nonostante la figuraccia di uno dei "lider maximi" dell'UE che si è inchinato alla protesta popolare recitando il "mea culpa", nonostante il conto salato che verrà presentato al Bilancio Francese e conseguentemente a quello Europeo (splafonamento al 3,5% del rapporto deficit/pil), nonostante tutto ciò gli Uemanoidi hanno taciuto per 5 settimane. Non un commento a quanto stava accadendo in Francia, lasciando alle testate giornalistiche di regime l'ingrato compito di tentare di smorzare la gravità della rivolta accusando le piccole testate televisive "libere" di esagerare nel raccontare la protesta e la partecipazione alla "rivolta".

Ma il massimo del ridicolo è stato raggiunto dal solito e inutile Pierre Moscovici quando ha dichiarato che la situazione francese non è assimilabile all'Italia e che alla Francia perciò potrà essere concesso di raggiungere il 3,5% di deficit/pil (limite massimo concesso dalle norme di bilancio UE e comunque concedibile per un solo esercizio).
Memorabile il commento del filosofo Diego Fusaro: 'L'euroinomane senza cuore concede alla Francia ciò che nega all'Italia'

All'Italia non vogliono concedere il 2,04% alla Francia il 3,5% e probabilmente per un periodo superiore all'anno.

In conclusione, l'Italia ha dato dimostrazione di una forte predisposizione alla democrazia a tutto il mondo. La "rivoluzione" l'ha fatta nelle urne e ora pretende che sia fatta la volontà del popolo. La Francia, invece, non essendo riuscita a cambiare con le elezioni perché "tradita" dal suo paladino "Macron", ha deciso di usare la forza ottenendo il medesimo risultato, salvo il fatto che dalla morte non si torna indietro e in Gallia le vittime ci sono state. 6 vite sono state immolate al volere degli "euroinomani", per dirla alla Fusaro.

Quindi: Chapeu Italia!

Alla fine il fato ci ha messo lo zampino e ordinato la prova del 9 facendo emergere, in maniera clamorosa e indiscutibile, salvo essere ciechi e sordi, l'utilizzo di due pesi e due misure all'interno dell'UE e che i commissari (non eletti dal popolo) possono fare quello che gli pare e piace in barba alla democrazia.

Questa non è l'Europa che ci era stata promessa dai fondatori.

Gli Uemanoidi non son altro che dei traditori della Patria Comune (Europa) ed è ora di trattarli come tali! 

(per restare sempre informati sugli editoriali)

 

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