Redazione

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Domenica, 16 Dicembre 2018 08:33

I genitori di Colorno sulla Mensa scolastica

C'è chi impone ai piccoli studenti di non potarsi il pasto da casa, mentre intanto sui media nazionali viene divulgata la notizia che il servizio mensa pagato dalle famiglie a seconda del proprio ISEE, risulta scadente per non dire di peggio. Si parla del fatto che una mensa su tre sia irregolare. Si parla di cibo scaduto, di vermi e sporcizia, oltre che spesso di cibo insano ed insufficiente a sfamare correttamente un bambino, seguendone la giusta alimentazione per la sua età.

Una brutta storia raccontata per un paese, l'Italia, che da sempre ha la cultura culinaria come fiore all'occhiello. L'Italia, il paese del miglior cibo; capitale mondiale della cultura culinaria, divenuta famosa grazie alle pellicole di grandi attori Italiani quali Totò, Troisi e Mastroianni. L'Italia, il paese della pizza, degli spaghetti e del parmigiano.

Un paese che cala tristemente la testa di fronte a quelle aziende (spesso cooperative), che offrono un servizio inumano ai bambini, cercando di "centesimare" anche su una micca, pur di ottenere un ingiusto guadagno.

La cosa ci sconvolge e ci obbliga a chiederci: "Perché non hanno funzionato i tanto decantati controlli dell'eccellente Italia? Italia dei prodotti DOC, IGP, STG etc..?"

Non vogliamo generalizzare perché siamo consapevoli dell'esistenza di ditte serie, che offrono un servizio ottimale e scrupoloso; ma per quei fraudolenti imprenditori vigliacchi che indirettamente se la prendono con i bambini, occorre la massima severità sia sanzionatoria che penale. Chi non rispetta le più normali e semplici norme igieniche deve essere immediatamente chiuso in via definitiva e non deve più avere la possibilità di esercitare tale professione!

Ciò che vorremmo infine sottolineare è che la scuola ora è a tempo pieno, e quindi nel tempo pieno la mensa è tempo scuola a tutti gli effetti. Se abbiamo l'obbligatorietà scolastica, perché chiedere anche alle famiglie di pagare il pranzo dei loro figli?... Perché non realizzare un sistema pubblico per la fornitura del cibo e delle mense scolastiche?...
Pagare le mense e non avere un servizio decente è una vera e propria beffa che mette a repentaglio la salute dei nostri bambini.

I GENITORI DI COLORNO per Il Gruppo
AMO - COLORNO

Talco "killer": «Johnson & Johnson lo sapeva da 20 anni». Migliaia di cause negli Stati Uniti. In Italia non esiste ancora una casistica fra le donne. La rivelazione ha fatto crollare il titolo della J&J a Wall Street nell'ultima giornata di contrattazioni della settimana.

Torna prepotentemente alla ribalta dell'opinione pubblica la vicenda del "talco killer". I vertici del colosso statunitense della farmaceutica e dei prodotti per la cura personale Johnson & Johnson (J&J), sarebbero stati a conoscenza da almeno 20 anni della presenza di tracce di amianto nel borotalco, uno dei prodotti più venduti dalla multinazionale e destinato anche ai bambini. È non può essere diversamente dopo che la rivelazione, emersa da un'inchiesta dell'agenzia di stampa Reuters, ha fatto crollare il titolo della J&J a Wall Street nell'ultima giornata di contrattazioni della settimana. Solo nel luglio 2017, peraltro, la J&J ha comunicato all'autorità di borsa che risultano pendenti in USA ben 4.800 casi legali riguardanti il borotalco.

Ed il gruppo ha manifestato la propria convinzione circa la sicurezza e la qualità del talco che, è bene ricordare, è un minerale naturale composto da magnesio, silicone, ossigeno e idrogeno, usato in cosmetica come assorbente naturale per la pelle che viene utilizzato da decenni specie per i bambini senza che sia stato mai rilevato e provato scientificamente alcun rischio per la salute a parte quelli connessi all'inalazione di qualsiasi tipo di polvere che si risolvono con la semplice accortezza di non vaporizzarlo verso le vie respiratorie dei più piccoli. Tuttavia, nella sua forma naturale, il talco contiene amianto, che può "provocare cancro ai o intorno ai polmoni se inalato", secondo quanto sostenuto dall'autorevole American Cancer Society che ha precisato che è dagli anni '70 che i produttori rimuovono l'amianto e prove di un legame diretto tra talco senza quell'ingrediente e cancro sono "meno chiare". L'International Agency for Research on Cancer (Iarc), l'agenzia parte dell'organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni Unite e che ha il compito di dettare linee guida sulla classificazione dei rischi relativi ai tumori, indica il talco come "possibile elemento cancerogeno".

Ed è su questo presupposto che sono state avviate le migliaia di azioni in questione da parte di donne che utilizzavano abitualmente sui propri genitali il prodotto, lamentando un nesso con l'insorgenza del cancro alle ovaie. In attesa dei verdetti d'appello al di là dell'Atlantico, non è dato sapere se in Italia vi sia una casistica in merito, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", anche perché l'utilizzo di borotalco da parte delle donne italiane per la propria igiene intima non rientra nelle abitudini quotidiane delle italiane, con la conseguenza che il possibile nesso tra utilizzo e insorgenza di carcinomi per questa ragione, almeno nel Nostro Paese, dovrebbe essere molto basso.

Tuttavia il condizionale è sempre d'obbligo, ed è sempre opportuno prestare attenzione da parte delle nostre connazionali che dovessero avere quest'abitudine sedimentata, risalente e costante nel tempo e fra quest'ultime, tra coloro che hanno ricevuto una diagnosi di tumore alle ovaie. Infine, per evitare facili entusiasmi, occorre ricordare che entità di risarcimenti così elevati sono possibili nei paesi, come gli USA, dov'è previsto l'istituto giuridico del cosiddetto "risarcimento punitivo", mentre in Italia sono tuttora risarcibili solo le conseguenze immediate e dirette riferibili a condotte illegittime o illecite.

(15 dicembre 2018)

Durante l'arco della settimana, personale della Polizia di Stato è stato impiegato in servizi di prevenzione e controllo del territorio, predisposti per intensificare la vigilanza in occasione dell'approssimarsi delle festività natalizie.

L'ingente attività ha consentito di identificare 901 persone, tra cui 4 tratte in arresto e 13 denunciate, di accompagnare negli Uffici della Questura 10 soggetti e di controllare 246 veicoli.
Le pattuglie sono state dispiegate in tutta la città, dove hanno effettuato 40 posti di controllo.

La Divisione di Polizia Amministrativa ha svolto verifiche all'interno di 3 locali, una discoteca e due bar che organizzano serate di intrattenimento, riscontrando delle irregolarità nelle uscite di emergenza e nei certificati di prevenzione incendi.

Inoltre questa notte, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino nigeriano di 30 anni, resosi responsabile del reato di lesioni aggravate dall'utilizzo di un coltello. Il giovane è altresì indagato per resistenza a Pubblico Ufficiale e minacce aggravate.

Intorno all'1:30, a seguito di segnalazione pervenuta al numero di emergenza 112NUE, gli agenti sono intervenuti all'interno di un'abitazione sita in via Crespellani per una lite fra coinquilini. Il 30enne è andato in escandescenza, danneggiando le porte ed infrangendo le vetrate degli infissi dell'appartamento, per poi scagliarsi impugnando un coltello da cucina verso un suo convivente. All'arrivo degli operatori, l'uomo ha rivolto la sua ira nei loro confronti tentando di colpirli con calci e pugni.

A seguito dell'aggressione, il malcapitato è stato ferito alla mano destra riportando lesioni giudicate guaribili in 10 giorni. Il coltello in questione, del tipo da cucina con un manico in plastica verde ed una lama di 12 cm, è stato posto sotto sequestro.

Il nigeriano, con precedenti per reati contro la persona, la Pubblica Amministrazione ed il possesso ingiustificato di armi, è stato trattenuto all'interno delle camere di sicurezza della Questura in attesa di processo con rito direttissimo fissato in data odierna.

Nella mattinata di ieri, la Squadra Mobile ha tratto in arresto un cittadino tunisino di 26 anni, destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dal Tribunale di Modena. Il giovane aveva perpetrato una rapina aggravata ai danni di una anziana a Carpi, nel giugno del 2013. Il 26enne è stato associato alla locale Casa Circondariale dove dovrà scontare la pena detentiva di 2 anni e 4 mesi.

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