Di redazione 16 marzo 2021 "Dalla conoscenza nascono il rispetto e la coesistenza". Da questa frase nasce l'ACCADEMIA NAZIONALE ROMANÌ diretta dal dott. Santino Spinelli con il sostegno dell'Unione delle Comunità Romanès in Italia.
“Via col Vento” fuori dal catalogo, cioccolatini “Moretti" banditi in svizzera, “Cristoforo Colombo” verrà rimpatriato e Indro Montanelli con Winston Churchill giù dal piedistallo, tutti in sacrificio dell’antirazzismo cojon-20.
Macerata, Piacenza e Modena si sono distinte per tolleranza, pacifismo, antifascismo e antirazzismo nel giorno del ricordo. Il risultato degli inviti a abbassare i toni hanno avuto effetto, tranne all'estrema sinistra, sempre più... sinistra.
Di Lamberto Colla Parma - 11 febbraio 2018 - Ma che bell'esempio di pacifismo e tolleranza. Nel giorno del Ricordo (vittime delle Foibe) non bastava che a Modena il Sindaco decidesse di "traslocare" la festa dal 10 (giorno definito per legge) al 12 febbraio, ma giusto per dare stemperare i toni, un elegante lenzuolo, a firma "falce e martello", è comparso di fronte alla sede del circolo "La terra dei padri". "Maresciallo siamo con te, meno male che Tito c'è", si legge sul manifesto incriminato.
"Questo è quello che accade oggi, a Modena, - scrive sul profilo facebook che pubblica la foto, Gioventù Nazionale Emilia Romagna - nel Giorno del Ricordo degli italiani infoibati vittime della furia del Maresciallo comunista Tito e degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti all'esodo dalle loro terre.
Non vediamo e non vedremo le più alte cariche dello Stato condannare il gesto...
Non vediamo e non vedremo il Ministro dell'Interno precipitarsi sul posto e convocare il tavolo sulla sicurezza per il "pericolo comunista"... Non vediamo e non vedremo titoloni sui giornali nazionali che ci dicono come sia fondamentale per la tenuta democratica del paese il ricordo di quanto successo... L'unica cosa che vediamo e non vorremmo più vedere sono morti di serie A e morti di serie B.#GiornodelRicordo"
Un caso, una spaccata di qualche deficiente nostalgico penserete.
No, invece è un pensiero diffuso in certa sinistra "sinistra". Tant'è che a Macerata faceva eco un bel canto intonato sulla musicalità di un successo di Raffaella Carrà, gli antagonisti di "Aktion Antifaschisriche" e i centri sociali del Nord Est deturpano il Ricordo di chi fuggì dalle vessazioni del regime di Tito cantando "Ma che belle son le foibe da Trieste in giù". Poco più avanti al coro marciavano, senza intonare il canto, le bandiere dell'Anpi, di Emergency, di Libera, della Fiom, dell'Arci, di Rifondazione comunista, di Potere al popolo e di alcune associazioni di migranti e la Eurodeputata modenese Cecile Kyenge .
L'interpretazione perfetta delle parole di "tolleranza" e "pacifismo" l'abbiamo in un'altra città emiliana. A Piacenza infatti la manifestazione "antirazzista" e "antifascista" aveva un terzo obiettivo: impedire l'apertura della sede di "Casapound". E per farlo si sono radunati anche circa 400 "violenti", provenienti da altre città, per scatenare il putiferio nel centro storico di Piacenza, riuscendo anche a isolare un Carabiniere e aggredendolo in modo animalesco.
"Punire severamente chi si rende responsabile di danni e violenze". Così Francesca Gambarini, candidata alla Camera per Forza Italia nel collegio plurinominale di Piacenza Parma Reggio Emilia commenta gli scontri avvenuti a Piacenza. "Si definiscono antifascisti, - prosegue la Gamberini - ma non rispettano la liberà di pensiero altrui e ogni volta che si muovono mettono a ferro e fuoco le città. E' successo anche oggi a Piacenza e, purtroppo, un poliziotto è rimasto ferito e un giornalista è stato colpito da un sasso. A loro la mia solidarietà. Il centro città è nel caos e blindato e ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti. Serve una risposta dura da parte delle istituzioni: chi si rende responsabili di gesti violenti deve essere punito severamente. Vorrei, infine, ricordare agli antifascisti che il loro modo di fare ricorda in tutto e per tutto quello di chi nega la libertà altrui e, in fondo in fondo, i veri fascisti sono loro che danneggiano città e feriscono persone. Li invito perciò a trovare un modo migliore per occupare il proprio tempo"
Restiamo in attesa delle dichiarazioni delle sinistre, delle scuse e dei provvedimenti del Ministero dell'interno.
Chi vive sperando, muore...!
Laura Boldrini e Maria Elena Boschi erano presenti al funerale di Emmanuel Chidi Nnamdi, il nigeriano 36enne ucciso a Fermo ai primi di luglio 2016. Istituzioni silenziate e, salvo quello della Meloni, nessun messaggio di cordoglio è giunto ai familiari di Pamela Mastroprietro, forse uccisa e fatta a pezzi da uno o più nigeriani.
di Lamberto Colla Parma 11 febbraio 2018 -
Quello di Emmanuel Chidi Nnamdi era diventato un caso nazionale soprattutto dopo che alti rappresentanti delle istituzioni gridarono il loro sdegno contro l'"omicidio razzista". Laura Boldrini e Maria Elena Boschi, oltre a una nutrita delegazione di Sinistra Italiana, andarono a Fermo per partecipare al funerale del 36enne nigeriano morto a seguito di una rissa dove aveva avuto la peggio. "Sono qui per rassicurare gli Italiani" aveva dichiarato la Presidentessa della Camera (video Vista).
Un anno e mezzo dopo, sempre nelle Marche, questa volta a Macerata, una giovanissima ragazza, Pamela Mastropietro, scompare dalla comunità nella quale tentava di riabilitarsi e viene trovata, due giorni dopo, fatta a pezzi dentro a due trolley con molti organi interni mancanti, forse utilizzati per riti voodoo.
Le indagini conducono a un nigeriano, Innocent Oseghale, dove all'interno della sua abitazione sono stati trovati i vestiti di Pamela e tracce di sangue.
Un'atrocità che grida vendetta e che si è purtroppo materializzata con Luca Traini, un improvvisato giustiziere che è andato a scaricare una trentina di pallottole contro la comunità africana maceratese, ferendone almeno 6, "Quando era tutto finito e avevo vuotato ormai i caricatori, - ha confessato Luca Traini - sono andato a Pollenza. Mi sono fermato con l'auto proprio nel luogo dove avevano ritrovato le valigie con i poveri resti di Pamela e là sono rimasto, per qualche minuto, in raccoglimento. L'avevo appena vendicata, sparando trenta colpi. E ci tenevo a dirglielo..."
Grazie a quest'epilogo psicodrammatico le attenzioni mediatiche e politiche si concentrano sul Traini, sulle sue letture "naziste" e della povera Pamela ci si dimentica o si finge di dimenticarsi.
E' Giorgia Meloni la prima a infuriarsi per la latitanza delle alte cariche dello Stato, troppo impegnati a "stemperare" i toni, come ha indicato di fare il Presidente Sergio Mattarella e a organizzare manifestazioni antifasciste e antirazziste.
Ma dal partecipare ai funerali di un nigeriano, di cui si scoprì essere membro effettivo della setta Black Axe i cui vertici erano seduti, poche panche dietro la Boldrini e la Boschi, alla totale assenza, compresa quella privata, il passo è troppo lungo.
Le parole e forse ancor più i silenzi possono ferire ancor più delle armi.
Un atteggiamento che, anziché stemperare gli animi, alimenta sempre più il disagio delle comunità native, di quegli italiani che, come i maceratesi, si sE allora la tensione sociale sale e prima o poi si arriverà agli scontri tribali.
Quanti Traini dobbiamo attendere di arrestare prima di comprendere che va salvaguardata la sicurezza e difesi i diritti di tutti?
E' ora che la politica si cali nella realtà della società, che acquisisca le reali percezioni di insicurezza e disagio dei cittadini; quelli che lavorano per campare e spesso campano solo per tentare di dare un futuro migliore ai propri figli.
La "gente comune" ormai non ne può più, dei nigeriani e affini, ma nemmeno dei populisti, perbenisti e per di più radical chic.
Video Funerale FERMO: https://youtu.be/Rz0d2ggdyRE
(per restare informati - editoriali )