“Il benessere degli animali è a pieno titolo tra gli
obiettivi di una buona amministrazione, perché sono elemento importante
per la socializzazione e un aiuto per le persone, in particolare per
quelle più fragili, nell’alleviare stress, ansia, panico, come abbiamo
visto durante la pandemia, nei periodi di lockdown. Anche su questo, a
Parma serve un deciso cambio di passo: presentiamo programma per fare di
parma una delle prime città con politica organica di convivenza uomo
animale”. Così Pietro Vignali, candidato sindaco civico all’incontro “Un
Comune amico degli animali” al quale sono intervenuti anche la deputata
Michela Vittoria Brambilla, presidente e fondatrice della Lega Italiana
Difesa Animali e Ambiente, Alberto Schianchi, veterinario e Stella
Piazza, presidente dell’Associazione “Parma riparte dagli animali”.
“Parma – aggiunge Michela Brambilla - sarà una città ancora più amica
degli animali con Pietro Vignali sindaco che ha già dimostrato di avere
veramente a cuore i diritti degli animali: un tema non di poco conto,
visto che circa la metà delle famiglie italiane, e quindi anche
parmigiane, ne ha uno. Il suo programma ha diversi punti importanti come
l’aiuto alle famiglie più bisognose che intendono adottare animali e il
rilancio del canile”.
Tra le priorità Vignali individua infatti “il canile, che era un
gioiello, è in uno stato di degrado. Deve essere rilanciato con
attrezzature sanitarie adeguate, servizi e medici veterinari
convenzionati reperibili, un sistema premiale per le adozioni, che
incentivate anche con la consegna, in base all’Isee, di mangime a prezzo
concordato, grazie a convenzioni con aziende di produzione locale”.
“E poi – prosegue - politiche mirate e stretta sinergia con associazioni
e mondo del volontariato, partendo da percorsi didattici nelle scuole:
così da far crescere negli adulti di domani la cultura di un corretto
approccio con gli animali. Perché non possiamo nasconderci che esiste il
fenomeno dell’abbandono e, per contrastarlo, pensiamo a una campagna di
microchip anche per i gatti, con i veterinari e all’uso di collari
geolocalizzati”.
“Vanno stimolati i comportamenti virtuosi dei proprietari di cani –
prosegue - per renderli sempre più consapevoli dei loro doveri, nel
rispetto della città e dei cittadini e far sì che diminuiscano incidenti
e cattive abitudini, come non raccogliere le deiezioni. Pensiamo a un
patentino finale che consenta agevolazioni a livello assicurativo. La
città dovrà essere dotata di adeguati punti ristoro per gli animali”.
“PARMA RIPARTE DAGLI ANIMALI” PRESENTA IL MANIFESTO PER RENDERE LA CITTA’ UN’ECCELLENZA A MISURA DI ANIMALE
FNella giornata di oggi presso l'Hotel Villa Ducale di Parma, il gruppo di impegno sociale “Parma riparte dagli animali” ha presentato il proprio manifesto programmatico per rendere la nostra città un’eccellenza a misura di animale. Un'opportunità di incontro con i cittadini per dichiarare tutta la contrarietà nei confronti della difficile situazione in cui Parma si trova dal punto di vista del benessere degli animali e della serenità dei loro padroni.
All'incontro erano presenti la presidente del gruppo Stella Piazza, l'ex sindaco Pietro Vignali (già assessore per nove anni con delega al benessere degli animali), Patrizia Pizzorni (presidente dell’associazione Timbuctù), Valentina Bonini (veterinaria).
Queste le parole che la presidente Stella Piazza ha utilizzato per presentare il manifesto ai numerosissimi partecipanti: «La prima assoluta necessità ormai da qualche anno è l’assistenza sanitaria: occorre che all’interno del piano sia presente un servizio di recupero animali vaganti e/o feriti 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno, con eventuale assistenza veterinaria d’urgenza in caso di animali recuperati vittime di incidenti.
Altra attività che dovrebbe essere espletata è la sterilizzazione dei felini delle colonie censite e certificate dal Comune, attività che al momento dissangua le associazioni di volontariato che se ne occupano in maniera quasi esclusiva. Molte altre attività potrebbero essere ricomprese in un piano così strutturato.
Chiediamo nuovi progetti di inclusione, formazione, diffusione della cultura animalista per persone in difficoltà di vario genere. Il progetto di “Parma riparte dagli animali” è un progetto molto ambizioso, che ha bisogno di un sostegno importante, senza barriere culturali o di fazione, per cui c’è bisogno di tutti: singoli cittadini, associazioni di volontariato, sia animalista che umanitario, di amministratori lungimiranti e versati al benessere animale».
L’ex sindaco Pietro Vignali, intervenuto perché con lui venne realizzato il canile della città, ha così dichiarato: «La città è un mosaico complesso dove la qualità della vita dipende da tanti fattori, tra i quali l’interazione positiva con gli animali. L’armonica convivenza tra uomo e animale è un obiettivo di civiltà perché gli animali sono parte integrante delle città in cui viviamo Tanti anni fa avevo fatto costruire il nuovo canile municipale con le relative infrastrutture di collegamento. Era stata una conquista di civiltà per la città: un nuovo polo integrato per gli animali.
Ora a distanza di tanti anni il canile ha bisogno di essere riammodernato, ampliato e riqualificato con nuove aree verdi, un box per ricoveri temporanei di emergenza e notturni, un servizio di pronto soccorso, una sala operatoria di chirurgia funzionante. Poi serve una gestione sanitaria stabile e qualificata e controlli seri e puntuali sulla gestione del canile. Bisognerebbe poi potenziare le adozioni anche part time con incentivi sulle tasse comunali, sostegno per fasce deboli o in temporanea difficoltà, aumento e riqualificazione aree cani. Occorre pensare politiche urbanistiche e ambientali innovative, luoghi e spazi in città dove facilitare l’interazione con gli animali in modo che Parma che possa diventare la prima città con una politica organica sulla convivenza tra uomo e animale».
Infine l’associazione ha diffuso il proprio contatto mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Dopo l'ordinanza di abbattimento, erano a rischio di vita gli animali dei rifugi, i cinghiali selvatici (alcuni addirittura facenti parte di colonie seguite da volontari), e i maiali degli allevamenti "non convenzionali", o meglio "non intensivi".
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