Dopo la messa al bando di “Via Col Vento”, dei cioccolatini “Morettini” e di una serie di cartoon che tra i personaggi animaleschi contemplano caricature di etnie “potenzialmente” discriminate ecco che, sull’onda del “Me Too”, anche il bacio del Principe a Biancaneve diventa inappropriato.
La libertà di stampa e di opinione devono essere difese, senza se e senza ma. L’articolo 21 della Costituzione è chiaro e preciso. Di fronte alle decine di querele temerarie avverse a Piero Sansonetti, l’Ordine dei Giornalisti avrebbe dovuto alzare barriere insormontabili, non ammonire il proprio aderente.
Dov'è finito quell'esercito di "pasionarie" che hanno colonizzato le Tv sino alla vigilia della pandemia? Dove sono le paladine della giustizia, quelle riunite sotto l'hastag #MeToo orgogliosamente e correttamente difenditrici della denuncia ritardata, addirittura di vent'anni e oltre?
Le parole di Grillo, così come quelle di qualsiasi altro padre ferito, avrebbero dovuto farle imbestialire e prenotarsi per un intervento in ogni talk show, da ieri sino alla fine dell'emergenza sanitaria. E invece nulla.
Come spesso ho sostenuto in passato, il nostro destino sociale è di "morire di demagogia", ma questa volta è stato fatto harakiri.