Il dramma Miller, scritto nel 1955 a partire da un brutale fatto di cronaca, narra le disavventure di un immigrato italiano a New York, dilaniato da una morbosa passione. Massimo Popolizio ne fa un grande racconto teatrale con la potenza espressiva di un film.
Scrive Miller: “L’azione della pièce consiste nell’orrore di una passione che nonostante sia contraria all’interesse dell’individuo che ne è dominato, nonostante ogni genere di avvertimento ch’egli riceve e nonostante ch’essa distrugga i suoi principi morali, continua ad ammantare il suo potere su di lui fino a distruggerlo”. “Ecco questo concetto di ineluttabilità del destino e di passioni dalle quali si può essere vinti e annientati è una “spinta” o “necessità” che penso possa avere ancora oggi un forte impatto teatrale” racconta Massimo Popolizio.
Tutta l’azione è un lungo flash-back, Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive credo possa essere interessante e “divertente” una versione teatrale che tenga presente tutti questi “figli”. Una grande storia… raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film.
Ci sarà un ponte, ci sarà una strada e in questa strada dei mobili, che sono la memoria della famiglia Carbone… Arriva l’avvocato Alfieri, la sua funzione somiglia a quella di un coro greco, è presente nel racconto e al contempo è spettatore fuori dalla scena, ci introduce nella vicenda che, non dobbiamo dimenticare, trae origine da un fatto di cronaca nera dal quale Miller fu profondamente turbato.
UNO SGUARDO DAL PONTE
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
con Massimo Popolizio, Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito,
Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Mavaracchio, Gabriele Brunelli
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Gianni Pollini
suono Alessandro Saviozzi
regia Massimo Popolizio
produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma/Teatro Nazionale - Teatro Nazionale e Emilia Romagna Teatro ERT/ Fondazione
Teatro Due, 18 e 19 aprile, ore 20.30
Informazioni e biglietteria: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – tel.0521.230242 – www.teatrodue.org
foto di Yasuko Kageyama: