Sabato 13 aprile, al mattino, un convegno con i medici Gerra e Gandolfini per affrontare aspetti medico-scientifici, educativi e sociali
Parma, 12 aprile 2019 - Nell'attuale clima culturale c'è chi, volendo superare ogni barriera e limite, avanza la richiesta di legalizzare l'uso delle cosiddette "droghe leggere", per prima la cannabis, che rappresenta da sempre un simbolo di libertà, vera o presunta. Sono molte le domande che si presentano di conseguenza: la prima è se esistono "droghe leggere", meno dannose rispetto alle "droghe pesanti"; ed eventualmente quale è il limite, se c'è, tra queste due categorie. E in seconda battuta, quali sono le emergenze sanitarie ed educative che si pongono davanti alla richiesta di un'apertura del mercato della cannabis e dei cannabinoidi.
Per approfondire questi temi, l'AMCI – Associazione Medici Cattolici - e il Comitato DNF Family Day di Parma hanno organizzato il convegno GENITORI E CANNABIS: FATTI E INTERPRETAZIONI, che si tiene sabato 13 aprile, alle ore 9,45, presso il Centro Pastorale "Anna Truffelli" in viale Solferino 25 a Parma (ingresso auto in Viale Conforti 10).
I lavori del convegno, che ha avuto il patrocinio della Diocesi, saranno aperti da GILBERTO GERRA, medico, già direttore del Sert di Parma, ed ora responsabile Prevenzione droga e salute dell'Ufficio Antidroga e Crimine dell'ONU (UNODC), che interverrà su: Uso di cannabis per scopi non medici: le evidenze disponibili nella letteratura scientifica e nelle indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Seguirà l'intervento di MASSIMO GANDOLFINI, a sua volta medico, neurochirurgo e psichiatra, portavoce nazionale del Comitato Difendiamo i Nostri Figli – Family Day, che affronterà il tema dal punto di vista educativo e politico: Famiglia, scuola, politica: quale reazione ai rischi di alienazione di giovani e adolescenti.
Il convegno è rivolto a tutti, e in particolare ai genitori, agli insegnanti, agli educatori e a tutti coloro che, ai vari livelli sociale e politico, hanno a che fare con i giovani, con i loro percorsi educativi, e che si interrogano con responsabilità sulle ricadute formative e sociali legate all'uso di sostanze psicotrope.