Di Manuela Fiorini Modena, 28 dicembre 2021 - Si intitola “I segreti non riposano in pace” (Gilgamesh Edizioni) la nuova fatica letteraria di Luigi Guicciardi, apprezzato giallista modenese, noto come il “papà” del Commissario Cataldo. Questa volta, però, a indagare in una serie di omicidi in una Modena sempre più cupa è un nuovo protagonista, il commissario Laudani, a cui si affianca l’ispettore di Polizia Luca de Robertis. È proprio quest’ultimo a chiedere l’aiuto del suo superiore quando un suo ex compagno di scuola, noto per frequentare “brutti giri”, viene trovato morto. I due poliziotti si troveranno coinvolti in un turbine di eventi che coinvolgono i personaggi più vari e insospettabili, da un trafficante di droga a un prete, da un avvocato a un promotore finanziario. Abbiamo incontrato l’autore per farci raccontare questa sua nuova avventura.
Dopo tante avventure del commissario Cataldo, in questo tuo nuovo romanzo troviamo un nuovo protagonista, il commissario Laudani. Come mai ti è venuta voglia di dare vita a un nuovo personaggio?
A dire il vero, questo nuovo personaggio è nato in dipendenza da una nuova storia, che a un certo punto m'è venuta voglia di raccontare. Una storia diversa dal mystery classico, cui ho abituato finora i miei lettori con le indagini del commissario Cataldo: una trama che avesse, sì, una prima parte d'investigazione, ma uno sviluppo successivo da thriller e da crime story, con un incremento del ritmo, della violenza, dei colpi di scena e l'aggiunta di una drammatica storia d'amore. È chiaro allora che un impianto narrativo come questo richiedeva un protagonista in qualche modo diverso, meno esperto e riflessivo di Cataldo, ma più giovane e più dinamico di lui.
In che cosa Laudani e Cataldo sono diversi, e in che cosa simili?
Laudani è più giovane di Cataldo, è meno esperto ma più mobile, meno deduttivo ma più attivo. Come Cataldo, però, ha due qualità preminenti, la curiosità e la pazienza; in più, di lui spiccano l'intelligenza, l'onestà, ma anche la solitudine umana. Nelle pagine, infatti, si intuisce che ha alle spalle un legame famigliare ormai concluso, e vive un difficile rapporto con una donna, Annalisa, che si concluderà traumaticamente (ma non voglio fare spoiler...). Sì, direi che questa solitudine – oltre al fatto di indagare entrambi nella stessa città – è il dato che più li accomuna: anche perché chi, per professione o per vocazione, cerca la verità è condannato quasi sempre a percorrere una lunga strada solitaria.
Uno dei temi che emerge in questo tuo nuovo romanzo giallo è quello dell'amicizia. Laudani ha un rapporto stretto con l'ispettore De Robertis, che diventa quasi un co-protagonista. Cataldo invece, pur avendo avuto in ognuno dei “suoi” romanzi dei comprimari, è sempre rimasto molto solitario. Come descriveresti questo legame tra i due?
In effetti l'ispettore De Robertis – che tra l'altro è il primo ad apparire nel romanzo – oltre che serio e scrupoloso, ha un forte senso dell'amicizia, tanto che, quando apprende che un vecchio compagno di scuola è morto misteriosamente dopo aver richiesto il suo aiuto senza poterlo ricevere, prova un senso di colpa che lo induce a rivolgersi al suo superiore, il commissario Laudani. E tra Laudani e De Robertis, via via che l'indagine procede, oltre alla reciproca stima professionale matura un sentimento di fiducia umana che confina già con l'amicizia e che potrebbe svilupparsi, chissà, in altre inchieste poliziesche.
Torna anche la città di Modena, non solo come sfondo, ma, in questo romanzo, più viva, cupa, crepuscolare che mai. Anche se ti sei preso la consueta “licenza poetica” di cambiare qualche particolare e dare nomi diversi, un lettore modenese riconosce immediatamente la città. Che idea hai voluto invece dare di Modena a un lettore che non la conosce?
È vero, c'è qualche licenza poetica. Corso Canalchiaro, per esempio, pur attirando una clientela folta e costante d'ogni genere, non ha mai ospitato Grandi Magazzini di oltre sette piani. È altrettanto vero però che questa e altre deformazioni del reale rientrano da sempre in quel fenomeno psicologico che è la fantasia di ogni narratore (giallista o no). Modena, comunque, resta il teatro delle indagini di Laudani, come lo era per quelle di Cataldo. C'è il centro storico, con un albergo di via Paolo Ferrari dove avvengono alcune azioni criminose; c'è viale Caduti in Guerra, dove abita il boss malavitoso della storia; c'è un avvocato ambiguo che abita in viale Ciro Menotti, ma c'è anche strada Morane con le sue belle ville, e la questura in via Divisione Acqui, dove Laudani, come Cataldo, ha il suo ufficio. È insomma la Modena vera, contemporanea, a cui un lettore non modenese può accostarsi con curiosità, mentre un lettore modenese potrà confrontarla con la propria percezione personale dei luoghi.
In questo romanzo anche i personaggi secondari sono ben delineati, ne analizzi personalità e psicologia. Sono personaggi “con un peso” notevole. Un'evoluzione che già c'era stata nei romanzi con protagonista Cataldo, ma nei Segreti non riposano in pace c'è un ulteriore approfondimento. Ecco, riguardo a questo, c'è stata un'evoluzione anche da parte dell'autore?
Ho sempre creduto che il disegno dei personaggi secondari sia tra gli aspetti più importanti per definire il valore narrativo di un romanzo giallo. Per far questo, però, e per salvaguardare il ritmo dinamico e intenso di una storia come la mia, stavolta mi sono impegnato a far sì che il lettore ricavasse carattere e psicologia di ogni personaggio da ciò che lo stesso diceva e faceva nelle pagine, senza che fossi io a spiegare o commentare. Ecco, sotto questo aspetto penso che ci sia stata una piccola evoluzione stilistica, da parte mia, nel senso di una maggiore velocità drammatica conferita alla trama.
Infine, quali sono gli aspetti, in generale, che hai voluto esplorare come autore in questo tuo nuovo romanzo, lasciando il “porto sicuro” di Cataldo, un personaggio conosciuto e amato, per lanciarti in una nuova sfida letteraria?
Beh, devo dire che stavolta ho voluto scrivere un romanzo focalizzandomi soprattutto sull'intreccio, più dinamico e drammatico rispetto alla media degli ultimi romanzi, con ingredienti caldi e attualissimi in un mix del tutto nuovo: da un boss della droga con un night in via Giardini, a un prete di strada dedito in Sant'Agostino ad aiutare tossici e immigrati, da promotori finanziari corrotti a terroristi islamici, piuttosto inediti nel Giallo italiano e finora ignoti alla Modena reale, ma legittimati dalla fantasia del narratore. Insomma, hai ragione, è in un certo modo una nuova sfida, fuori dal “porto sicuro” di Cataldo, che però non è morto, anzi tornerà in libreria a marzo con I dettagli del male per la casa editrice modenese Damster.
L’AUTORE
Luigi Guicciardi, modenese, docente di liceo e critico letterario, ha pubblicato saggi sulle riviste “Studi e problemi di critica testuale”, “Italianistica”, “Otto/Novecento”, “Storia contemporanea”, “Il Mulino”. Si è poi dedicato alla narrativa con una serie di mistery. Per Piemme, La calda estate del Commissario Cataldo (1999), Filastrocca di sangue per il Commissario Cataldo (2000), Relazioni pericolose per il Commissario Cataldo (2001), Un nido di vipere per il Commissario Cataldo (2003), Cadaveri diversi (2004). Per Hobby & Work: Occhi nel buio (2006), Dipinto nel sangue (2007), Errore di prospettiva (2008), Senza Rimorso (2008), La belva (2009), La morte in mille mani (2010). Per LDC Edizioni: Le stanze segrete (2014), Paesaggio con figure morte (2016), Una tranquilla disperazione (2017), Per Cordero Edizioni, Nessun posto per nascondersi (2018), e Sporchi delitti (2019). Per Frilli Editore: Un conto aperto con il passato (2020) e per Damster Edizioni Ai morti si dice arrivederci (2021). Ha contribuito con alcuni suoi racconti a varie antologie, fra cui Scosse. Scrittori per il terremoto (Felici Editore, 2012): GialloModena (Damster, 2016); Delitti al museo (Mondadori, 2019).
SCHEDA DEL LIBRO
Luigi Guicciardi
I segreti non riposano in pace
Gilgamesh Edizioni 2021 – Collana Annunaki
Pag 208 - € 15