Dalle Banche di Credito Cooperativo della Federazione regionale fondi per potenziare le terapie intensive, acquistare strumentazioni sanitarie e rafforzare l’assistenza sociale.
Il presidente Mauro Fabbretti: “Segnale di vicinanza al territorio”
(Bologna, 9 aprile 2020) – Le Banche di Credito Cooperativo riunite nella Federazione BCC dell’Emilia-Romagna scendono in campo per dare il proprio contributo nell’emergenza Coronavirus: le BCC della regione hanno previsto uno stanziamento complessivo di 1,2 milioni di euro come donazione a favore di ospedali, enti e associazioni per il contrasto alla diffusione del Covid-19.
“Si tratta di un grande gesto di generosità da parte delle nostre associate che si confermano ancora una volta vere e proprie banche di comunità” spiega Mauro Fabbretti, presidente Federazione BCC dell’Emilia-Romagna.
Le donazioni sono destinate innanzitutto agli ospedali dei territori di competenza di ogni singolo istituto di credito per rafforzare i reparti di terapia intensiva e per l’acquisto di ventilatori polmonari, macchine multifunzionali per il controllo dei parametri, strumenti e ausili sanitari e dispositivi di protezione individuale. Una parte dei fondi viene riservata anche a enti e associazioni per l’assistenza sociale, “in questo momento indispensabile” dice Fabbretti.
“La nostra è un’opera capillare – continua il presidente – perché le BCC coprono il 78% dei Comuni dell’Emilia Romagna. Consideriamo questo sforzo concreto e necessario, visto che il nostro territorio, dopo la Lombardia, sta pagando all’emergenza sanitaria il sacrificio più elevato se si considerano il numero dei decessi causati da Coronavirus e dei contagiati. Tutto questo sta mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema sanitario e sociale, ci siamo sentiti in dovere di assicurare un atto di solidarietà nel solco della nostra tradizione e facendo seguito alle parole di Papa Francesco ‘Nessuno si salva da solo, siamo tutti chiamati a remare insieme’”.
La Federazione delle BCC dell’Emilia-Romagna, che nel 2020 compie cinquant’anni, è composta da 10 Banche di Credito Cooperativo con 130.000 soci e 2.600 dipendenti. Questi istituti di credito vantano impieghi per circa 11 miliardi di euro e una raccolta di circa 12,5 miliardi di euro. Mutualità, solidarietà e sostegno alle comunità locali sono tra i principi fondanti delle BCC.
“Siamo presenti laddove c’è un bisogno – osserva Fabbretti – e questo è un impegno che le Banche di Credito Cooperativo portano avanti da sempre insieme ai propri valori. Tale impegno, in questo momento difficile, è rivolto a coloro che sono in sofferenza perché colpiti dalla malattia, ai tanti operatori sanitari che si prodigano per gli altri con spirito di sacrificio e abnegazione e ai numerosi volontari che con la loro azione quotidiana sono vicini alla parte più debole della popolazione”.
La Federazione Bcc Emilia-Romagna compie 50 Anni: “C’è ancora bisogno di Credito Cooperativo”
Dopo le fusioni innescate dalla riforma, in regione sono presenti 10 Bcc con 130.000 soci. Al via le celebrazioni del 50esimo tra Forum nazionale dei giovani e un libro sulla storia.
(Bologna, 28 gennaio 2020) – Compie 50 anni la Federazione delle banche di credito cooperativo dell’Emilia-Romagna, organizzazione regionale di rappresentanza che fa riferimento alla Federcasse nazionale.
Era infatti il 25 gennaio 1970 quando i delegati di 47 casse rurali e artigiane provenienti da tutti i territori della regione si riunirono alla Sala dei Fiorentini in via Corte Galluzzi a Bologna per decretare l’unificazione delle due preesistenti organizzazioni. Tra loro c’erano anche nomi di spicco del panorama politico nazionale e del movimento cooperativo, tra i quali gli onorevoli Benigno Zaccagnini e Giovanni Bersani, oltre a Giovanni Dalle Fabbriche, che divenne primo presidente della Federazione unificata.
Mezzo secolo dopo, con alle spalle la recente riforma (legge 49/2016 e successive modificazioni) che ha istituito i Gruppi bancari cooperativi favorendo le fusioni, oggi la Federazione delle Bcc dell’Emilia-Romagna è composta da 10 banche di credito cooperativo con 130.000 soci e 2.600 dipendenti. Questi istituti di credito hanno competenza nel 78% dei Comuni della Regione, impieghi per circa 11 miliardi di euro e una raccolta di circa 12,5 miliardi di euro.
“I principi di mutualità, solidarietà, indivisibilità delle riserve, assenza di scopi lucrativi individuali e sostegno alle comunità locali sono rimasti immutati – afferma Mauro Fabbretti, presidente Federazione BCC dell’Emilia-Romagna – mentre l’operatività dell’organizzazione nel tempo è stata adeguata, con l’attivazione di nuovi servizi finalizzati a sostenere le banche associate a fronte della profonda trasformazione che ha interessato il settore. Gli effetti della riforma del 2016 hanno mutato l’oggetto sociale stesso della nostra Federazione, che oggi non svolge più servizi bancari ma funzioni di rappresentanza sindacale, revisione cooperativa, formazione identitaria e attuazione di progetti mutualistici territoriali”.
In occasione del 50esimo, la Federazione delle Bcc dell’Emilia-Romagna ha in cantiere per il 2020 una serie di appuntamenti per ricordare il passato e riaffermare l’attualità dei valori che mossero i fondatori. “Ad aprire le iniziative di questo importante anniversario – continua il presidente Fabbretti – sarà il 10° Forum nazionale dei giovani soci del credito cooperativo in programma dal 3 al 5 aprile a Fico (Bologna). Si tratta di un segnale molto importante che testimonia il nostro costante impegno nel trasmettere alle nuove generazioni i valori del credito cooperativo e la storia di piccole banche e casse rurali che hanno promosso lo sviluppo delle comunità locali”.
“Successivamente – continua il presidente delle Bcc dell’Emilia-Romagna - a maggio celebreremo il 50° anniversario anche all’interno della nostra assemblea regionale, mentre ad ottobre organizzeremo un convegno istituzionale con la presentazione di un libro dedicato alla nostra storia”.
“Siamo convinti – conclude Fabbretti – che nella società odierna in continua evoluzione, ci sia sempre più bisogno di un’economia partecipata, inclusiva e democratica. È ciò che le Bcc hanno cercato di costruire in tutti questi anni rispondendo ai bisogni delle nostre famiglie, delle nostre imprese, dei nostri territori, ed è quello che vogliamo continuare a fare anche in futuro”.
Emil Banca e il Banco Cooperativo Emiliano danno vita a una delle più grandi bcc d'Italia. La fusione avrà decorrenza dal primo aprile 2017. 84 filiali, 137 mila clienti, 44 mila soci, oltre 700 dipendenti e un territorio di competenza che si estende su sei province: cinque in Emilia (Parma, Reggio, Modena, Bologna e Ferrara) e una in Lombardia (Mantova).
Bologna - Questi alcuni numeri della nuova banca di credito cooperativo che nascerà se il progetto di fusione per incorporazione del Banco Cooperativo Emiliano in Emil Banca sarà approvato dalle due compagini sociali. Il progetto, che ha avuto il sostegno del Fondo transitorio del Credito Cooperativo e ha già l'ok di Banca d'Italia, il 12 febbraio sarà sottoposto ai soci cui spetta il giudizio definitivo. Se le assemblee straordinarie dei soci accetteranno la proposta deliberata nei mesi scorsi dai consigli di amministrazione di Emil Banca e del Banco Cooperativo Emiliano, nascerà, per numero di filiali e collaboratori, la più grande bcc del Nord Italia, seconda solo, a livello nazionale, alla Bcc di Roma.
La nuova bcc (che manterrà il nome Emil Banca) partirà con un capitale sociale di oltre 97 milioni, impieghi lordi di 2,7 miliardi di euro, una raccolta totale di circa 4,7 miliardi di euro e una massa amministrata superiore ai 7 miliardi di euro. Il patrimonio complessivo delle nuova banca supererà i 306 milioni di euro. Numeri rilevanti quanto il territorio di competenza della nuova bcc, che si estenderà su oltre il 68 per cento del territorio regionale, comprenderà 3 milioni di abitanti, oltre 300 mila imprese registrate e 1,3 milioni di occupati. Un sistema economico che complessivamente vanta un decimo di tutte le esportazioni nazionali. La fusione avrà decorrenza dal primo aprile 2017.
«Abbiamo lavorato per sei mesi affinché l'operazione potesse presentarsi come sostenibile per tutti gli attori, fosse un'opportunità di sviluppo e una garanzia di futuro, per i due istituti, per il credito cooperativo e per il territorio - afferma il presidente di Emil Banca Giulio Magagni – I nostri soci sono ora chiamati a esprimersi su un importante cambiamento che però avverrà nel rispetto delle radici della cooperazione di credito e senza disperdere l'immenso patrimonio di valori che da più di un secolo contraddistingue le due aziende, contribuendo alla crescita e allo sviluppo economico, ma anche sociale e culturale, dei territori in cui sono inserite. La nuova bcc continuerà a essere protagonista di un modo differente di fare banca, equo, sostenibile e attento alle persone e al territorio che sarà presidiato, come avviene già in entrambe le bcc, da un folto numero di Comitati soci locali che avranno il compito di mantenere un legame diretto tra la banca e le sue comunità».
«Quella che nascerà - aggiunge il presidente del Banco Cooperativo Emiliano Giuseppe Alai - sarà l'espressione di una cooperazione di credito già da tempo avviata sulla strada delle integrazioni e che ha colto le opportunità della riforma del credito cooperativo per presentarsi sul mercato con maggiore incisività e competitività, più solida e al tempo stesso solidale, profondamente legata alle comunità locali, in grado di offrire servizi ancora più innovativi e di sostenere con maggiore efficacia lo sviluppo del territorio».
(Fonte Emil banca - gennaio 2017)
Editoriale: Ormai ci siamo. Il cappio verrà stretto al collo. Rallenta la caduta del latte spot. Vivere senza glutine: i consigli e le ricette. Cereali e dintorni. Leggeri ribassi ma sempre in un clima di instabilità. Emil Banca e Banco Emiliano daranno vita a una delle più grandi BCC d'Italia. Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Copador in "rosso". Chiesto il concordato. Ma le speranze sono dure a morire.
SOMMARIO Anno 16 - n° 05 05 febbraio 2017
1.1 editoriale Ormai ci siamo. Il cappio verrà stretto al collo.
2.1 lattiero caseario Brusca frenata del latte spot.
3.1 Alimentazione e salute Vivere senza glutine: i consigli e le ricette.
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggeri ribassi ma sempre in un clima di instabilità.
5.1 Fusioni bancarie Emil Banca e Banco Emiliano daranno vita a una delle più grandi BCC d'Italia
5.2 fitosanitari Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
6.2 truffa all'UE Piacenza, agricoltore truffa l'Unione Europea
7.1 pomodoro in crisi Copador in "rosso". Chiesto il concordato. Ma le speranze sono dure a morire.
8.1 economia e lavoro 2016. In Emilia Romagna vola il PIL e l'occupazione.
9.1 promozioni "vino" e partners
10.2 promozioni "birra" e partners
Crescono i principali indicatori: Cet1 al 14,06%, utile sopra i 2 milioni euro. È un bilancio positivo quello che sarà sottoposto domenica 3 aprile alla valutazione dei soci di Emil Banca, la banca di credito cooperativo presente a Modena, Bologna e Ferrara.
Emil Banca chiude il 2015 con un utile netto di 2,1 milioni di euro, nonostante un contesto economico che stenta a ripartire, il proseguimento del piano di accantonamento (47 milioni di euro nel 2015) per far fronte a possibili insolvenze future e le risorse devolute al sistema bancario nazionale non cooperativo per il cosiddetto "decreto Salvabanche" (circa 3 milioni di euro). Il 70% cento dell'utile andrà ad aumentare il patrimonio della banca, il 3% verrà girato al fondo mutualistico per la promozione della cooperazione, mentre il resto andrà a remunerare il capitale sociale.
Nel 2015 Emil Banca ha visto crescere tutti i principali indicatori: 1.460 nuovi clienti hanno portato il totale dei clienti a 94.453; grazie all'ingresso di 1.149 nuovi soci, la base sociale ha raggiunto quota 23.627; il capitale sociale è arrivato a 57,9 milioni di euro (+ 1,35%); la raccolta totale a 2,8 miliardi di euro (+3,2%) e gli impieghi hanno superato i 1,6 miliardi di euro (+0,8%).
Al 31 dicembre 2015 il totale dei mezzi amministrati superava i 4.454 milioni di euro, il 2,1% in più dell'anno precedente. Il patrimonio netto è di 220,4 milioni di euro. Sono numeri positivi che si riflettono sul Cet 1 (Core Equity Tier 1), il parametro che misura la solidità dell'istituto: al 31 dicembre 2015 era pari al 14,06%, oltre il doppio di quello richiesto.
Sul versante dell'economia locale, nel 2015 Emil Banca ha erogato 3.433 mutui (425 in più del 2014) per un importo complessivo di 225 milioni di euro, di cui 354 per acquisto prima casa per un valore superiore ai 40 milioni di euro (+63,8% sul 2014). Altro dato importante quello sulle sofferenze nette che, nonostante il contesto economico, si sono ridotte dell'8,80% sul 2014. Il rapporto sofferenze nette impieghi passa dal 6,82% del 2014 al 6,31% di fine 2015.
Emil Banca ha realizzato anche il bilancio sociale, lo strumento che misura l'azione sul territorio di competenza. Nel 2015 la banca ha destinato ai sui soci 2,2 milioni di euro. Tra questi circa 270 mila euro sono serviti per i servizi extrabancari, come le 290 visite salvavita effettuate con Fondazione Ant e Istituto Ramazzini, i 57 premi allo studio ai figli di soci meritevoli e le circa 500 dichiarazioni dei redditi a prezzi scontati del 50% offerte ai clienti pensionati.
Nel triennio 2013-2015 il progetto di microcredito, attivato anche grazie all'ottenimento di fondi FEI, si è chiuso con l'erogazione di 3,6 milioni di euro a 193 aziende locali. Sono state sostenute 135 start up, per un totale di 4,5 milioni di euro di credito erogato. 125 famiglie in difficoltà sono state aiutate grazie a programmi di microcredito sociale in partnership con la diocesi di Modena e i servizi sociali del Comune di Bologna. È stata anticipata la cassa integrazione a tasso zero a 544 lavoratori di otto aziende in crisi. Nel 2015 sono stati, infine, erogati 530 mila euro di contributi liberali e sponsorizzazioni sociali a sostegno di circa 500 iniziative sul territorio.
Emil Banca, i commenti al bilancio
Magagni: «L'adesione al nuovo gruppo cooperativo nazionale avrà effetti positivi sia su Emil Banca che sul territorio»
Ravaglia: «Siamo una banca che produce ricchezza e continua a incassare la fiducia delle comunità in cui opera»
«Tra i successi del 2015 ricordiamo l'ottenimento del Rating Sociale: un indicatore in più per dimostrare ai nostri clienti che possono sentirsi protetti». È il commento del presidente di Emil Banca Giulio Magagni al bilancio d'esercizio 2015. «Un ente esterno autorizzato (certificato per la Client Protection) ha recentemente rilasciato a Emil Banca (unica banca in Italia) un Rating Sociale di A- in una scala che va da un minimo di "D" a un massimo di "AA". Le valutazioni positive su di noi – continua Magagni - si riferiscono in particolare alla governance, alla trasparenza, al servizio alla clientela e alla sua protezione, ambiti nei quali tutte le banche in crisi e oggetto del recente salvataggio hanno evidenziato seri problemi». Quanto all'assetto definitivo della riforma che porterà alla creazione di un grande gruppo bancario cooperativo, il presidente di Emil Banca sottolinea che sarà il più importante gruppo per capitale italiano e il terzo in Italia per volumi complessivi. «Già oggi il coefficiente patrimoniale (Total Capital Ratio) delle bcc è mediamente pari al 16,6%, significativamente superiore a quanto rilevato nella media dell'industria bancaria (12%). La nostra adesione al nuovo gruppo bancario cooperativo avrà, in futuro, effetti positivi sia per la nostra banca che, di conseguenza, - conclude Magagni - per l'intero nostro territorio di competenza».
«Nel 2015 Emil Banca ha dimostrato di essere un'azienda sana, in grado di produrre ricchezza e con le spalle abbastanza larghe per affrontare anche i problemi e le emergenze degli altri». Lo afferma il direttore generale di Emil Banca Daniele Ravaglia, aggiungendo che l'anno scorso il Margine operativo lordo (Mol) si è attestato oltre i 55 milioni di euro. «Un dato davvero buono – dice Ravaglia - che ci ha permesso di chiudere con un utile superiore ai due milioni di euro, nonostante l'ingente cifra accantonata per coprire possibili svalutazioni future e i tre milioni di euro dati al sistema bancario nazionale per sistemare problemi nati al di fuori del nostro sistema. La soddisfazione più grande – conclude il direttore generale di Emil Banca - è venuta dalla fiducia che ci hanno accordato i 1.460 nuovi clienti, in particolare i 1.149 nuovi soci».
(Fonte Confcooperative MO 31 marzo 2016)