Molte le persone che hanno partecipato, non solo studenti, interessate ad entrare nelle pieghe di uno dei libri più avvolgenti dell'Antico Testamento.
Le quattro lezioni sono state tenute dal prof. Daniele Trabucco (Professore strutturato in Diritto Costituzionale e Diritto Pubblico comparato presso la SSML/Istituto ad Ordinamento universitario "san Domenico" di Roma) e dal mons. prof. don Roberto Caria (Associato di Morale sociale presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna e Vicario episcopale per la formazione del clero nell'Arcidiocesi di Oristano).
Un crescendo di partecipanti che hanno cercato di mettersi dalla parte di Giobbe, il protagonista del testo biblico, che sfida Dio, presentandogli l'atto di denuncia, per chiedere le ragioni della sofferenza umana e che non si accontenta della risposta, propria della giustizia retribuzionista, fondata sul binomio delitto-castigo di cui sono espressione gli amici teologi che vanno a trovarlo.
Dopo la lettura introduttiva del prof. Trabucco, che ha analizzato il "Libro di Giobbe" con le categorie del "processo anomalo" (Giobbe l'accusatore e Dio l'accusato ed il giudice al contempo), sono seguite le riflessioni teologiche e spirituali del prof. don Roberto Caria che, prendendo spunto dal "Commento al Libro di Giobbe" scritto da san Tommaso d'Aquino (1224-1275), ne ha evidenziato e sottolineato, con acume, l'interpretazione "profetica" (rispetto all'esegesi storica moderna del card. Gianfranco Ravasi), mostrandone la loro attualità.
(In copertina il prof. don Roberto Caria e all'interno il prof. Daniele Trabucco)