Di Giulia Bertotto Roma, 2 ottobre 2023 (Quotidianoweb.it) - Giovanni Sartori ci racconta la storia di suo figlio Remy, oggi 22enne, affetto da un grave ritardo cognitivo che secondo le carte in possesso della famiglia dimostrerebbe una correlazione con le vaccinazioni eseguite a pochi mesi dalla nascita.
Signor Giovanni, sono molti anni che lotta per suo figlio, la ascoltiamo.
Remy è nato a Vicenza il 27 aprile del 2001, il secondo dei nostri figli, ed era sanissimo, come dimostrato dal test Apgar, dal quale risultava un punteggio 9 su 10 (da 7 a 10 neonato pienamente nella norma), quindi un bambino vitale e senza alcun problema fisico e/o cognitivo. Nel trimestre da luglio a settembre 2001 gli sono stati somministrati 14 vaccini esavalenti. Tra di essi gli è stato inoculato anche Prevenar e Infanrix-Hexa, che hanno causato la rovina della sua vita.
Prevenar è un vaccino pneumococcico somministrato a: bambini di età compresa tra 6 settimane e 17 anni per proteggerli da malattie quali meningite, sepsi o batteriemia, polmonite ed infezione alle orecchie.
Infanrix-Hexa è invece un vaccino contro sei malattie: (adsorbito) antidifterico (D), antitetanico (T), antipertossico (componente acellulare) (PA), antiepatite B (rDNA) (HBV), antipoliomielitico (inattivato) (IPV) e anti-Haemophilus influenza e tipo b (Hib) coniugato[1].
Faccio presente che il Ministero della Salute italiano non ha ritirato questo vaccino[2].
Non appena mio figlio Remy ha ricevuto queste somministrazioni sono iniziate convulsioni, febbre alta, tosse, diarrea, vomito e molti altri sintomi gravi e invalidanti. Anche gli occhi non funzionavano correttamente, con diagnosi di ambioplia (cosiddetto “occhio pigro”). Noi non abbiamo immediatamente pensato alla vaccinazione e il pediatra consigliava Tachipirina e antibiotici. Ne abbiamo provati almeno sette diversi. Ma Remy peggiorava costantemente, il suo sistema immunitario era già compromesso. Il medico pediatra ha voluto però continuare con le somministrazioni e noi, sbagliando, ci siamo fidati.
Io e mia moglie abbiamo saputo solo successivamente del fatto che il pediatra annotava che nostro figlio aveva effetti avversi da vaccino, ma a noi non lo diceva. Lui segnalava questo danno da vaccino sulla scheda clinica personale di Remy, mentre a noi continuava a consigliare di proseguire con le vaccinazioni e prescriveva Tachipirina. Perché non ha avuto la prudenza di fermarsi e fare delle analisi per capire se davvero fosse il caso di andare avanti con le vaccinazioni?
Quindi il pediatra ipotizzava che Remy accusasse danni da vaccino ma vi avrebbe tenuto all’oscuro di questo?
Sì. Non so se per incompetenza o per quale ragione ma lui lo sapeva, e noi abbiamo le prove per affermarlo.
La causa comunque, non viene intentata contro il medico pediatra ma contro il Ministero della Salute, perché così funziona la Legge in Italia, in quanto il medico fa capo al Ministero della Sanità ed esegue le direttive stabilite da quest’ultimo.
Vi siete rivolti ad altri pediatri?
Certo, negli anni ci siamo rivolti a pediatri di Bergamo, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Ginevra. Tutti hanno confermato che la causa dei suoi problemi era da far risalire a un danno da vaccinazione. Mio figlio ha ricevuto una diagnosi di ritardo medio cognitivo, il più grave in assoluto, sindrome di Tourette con tic motori e convulsioni e ADHD, cioè deficit dell’attenzione con iperattività.
Poi dal 2015, avete iniziato a muovervi per le vie legali.
Sì, ma siamo delusi e arrabbiati con le istituzioni e soprattutto preoccupati per il futuro di Remy. La prima cosa che abbiamo fatto è stata ottenere la Notifica di Giudizio della Commissione Medica Ospedaliera di Padova. Come prima risposta abbiamo ottenuto un no, non vi era secondo essa alcun nesso causale. Poi abbiamo esposto denuncia al Ministero della Salute (Legge 210/92) con l’associazione COMILVA LINK https://www.comilva.org/ grazie al presidente Mauro Ottogalli. Nel mese di ottobre del 2016 abbiamo inoltrato il ricorso al Ministero della salute per danno da vaccino (Legge 210/92). Ma il medico legale del Ministero, ossia della controparte, la dottoressa Elisabetta Zaglia, nonostante la conferma evidente delle diagnosi dei danni da vaccino, parlava di un presunto disturbo autistico nella sentenza. Perché tirar fuori una patologia per cui non avevamo mai chiesto alcun danno? I nostri medici legali e l’avvocato Becci dell’associazione COMILVA sono rimasti a dir poco sorpresi.
Abbiamo perciò motivo di credere che la dottoressa Zaglia abbia influenzato il giudice Campo.
Perciò abbiamo chiesto formalmente al Tribunale di Vicenza che ci fosse un altro medico legale della controparte, ma ci è stato negato. A luglio 2017 il Ministero della Salute ci ha inviato la risposta con esito negativo nella quale è indicato che non sussiste un nesso causale tra le vaccinazioni e l’infermità da cui è affetto nostro figlio.
Come se non bastasse, pochi giorni dopo, il giornalista Diego Neri, del “Giornale di Vicenza”, scrisse un articolo pieno di errori, non so se perché fosse male informato o in cattiva fede, parlando anche lui di autismo relativamente a nostro figlio.
Quando abbiamo ascoltato la sentenza del giudice del Tribunale di Venezia con il giudice Luigi Perina nel 2019 -che nonostante tutte queste prove indubitabili non ha riconosciuto il danno vaccinale di nostro figlio- ci è caduto il mondo addosso. Eravamo affiancati dagli avvocati Pangrazio e Bardini.
Quale motivazione ha dato il tribunale nel respingere le vostre richieste?
Il tribunale ha affermato di non poter rispondere a danni legati all’autismo, ma Remy non è affetto da autismo. E infatti non abbiamo chiesto alcun risarcimento per questa malattia, da cui mio figlio non è affetto e che infatti nessun medico gli ha diagnosticato.
Le mostro il fascicolo del medico legale Daniele Rodriguez: “Il principio della probabilità e dell’evidenza o del “è più probabile che non”, è del tutto evidente: una sola ipotesi eziologica concreta, vaccinazioni, è sicuramente dotata di maggiori evidenze rispetto a generiche ipotesi alternative.
(…) una ambioplia in soggetto con piressia ampiamente compatibile con una patologia acuta di interesse neurologico, una reazione al vaccino MMR e una iper reattività che ha reso opportuna l’effettuazione del test NPI, tutte in epoche prossime alle epoche vaccinali. Nel caso di Remy Sartori il nesso causale è dunque dimostrato tenendo in specifica considerazione questa ordinanza della Corte di Cassazione che -ad avviso del sottoscritto- è discutibile perché pone in capo al ricorrente l’onere di una prova di veramente ardua ricostruzione.
I dati del caso di Remy sono sufficienti ed in sintonia con l’impostazione della Corte di Giustizia europea del 21.6.17 nella causa C-621/15 contro Sanofi Pasteur: il nesso causale va riconosciuto anche in carenza di evidenze scientifiche se sussiste un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti (…) In particolare la prossimità temporale tra vaccino e insorgenza di una malattia, l’assenza di precedenti medici e famigliari della persona (…).
Cos’altro dicono le carte che avete in mano?
Il 13 giugno 2020 il dottor Ivan Danchelli ha scritto sul documento che le mostro:
«Remy nasce sano nel 2001 (peso 3.730 gr, lunghezza 51 cm, indice di APGAR 9/10) ed in seguito lo sviluppo procede normalmente fino ai tre mesi di età, quando, dopo la prima vaccinazione esavalente, in un’unica soluzione, si presenta uno stato febbrile (del tutto normale in tempo post vaccinale) che però non scompare e permane anche nei sei mesi successivi e si aggrava dopo la seconda dose di somministrazione vaccinale. In seguito manifesta ansia e bronchiolite, seguite dal ricovero in Pediatria con risoluzione dei sintomi. Vita “normale” fino all’ultimo anno di scuola materna, e quindi, durante la scuola elementare, comparsa di manifestazioni di isolamento, deficit attentivi e progressiva astenia. (…) Remy Sartori è stato seguito dal pediatra e sottoposto a numerosi accertamenti specialistici che hanno portato ad una diagnosi di reazione da vaccino, ambliopia, difficoltà di attenzione, organizzazione spazio temporale, iperattività impulsiva, disturbo misto d’ansia, quadro complessivo riferibile a sindrome di Tourette con quadro immunologico da definire».
Come si svolge la giornata di Remy?
Remy frequenta due cooperative dalla mattina al pomeriggio, svolge lavoretti con il legno, si intrattiene con programmi di informatica e grafica molto semplici, semine di piccolo giardinaggio, ma deve essere sempre seguito e guidato dagli operatori. Ha fatto anche un periodo di ippoterapia.
Quali farmaci assume suo figlio?
Assume Abilify, il cui principio attivo è l’aripiprazolo, uno psicofarmaco utilizzato nel trattamento dei disturbi psicotici, del disturbo bipolare e depressivo e Fevarin, dall’effetto antidepressivo e ansiolitico. Nostro figlio soffre di convulsioni, attacchi di rabbia, e quando ha delle crisi sbatte i pugni e può diventare anche aggressivo e incontrollabile.
Non ha mai pensato che la disperazione le facesse cercare un “colpevole” sul quale rifarsi a tutti i costi?
Sì, ma ho letto, fatto ricerche, mi sono documentato, e non credo affatto sia così. Nel 2018 ho anche fatto richiesta al Servizio Sanitario della Regione Veneto di tutti i lotti vaccinali a cui appartenevano le fiale iniettate a Remy e la risposta che mi è stata data dalla ex direttrice del Dipartimento del Servizio di Igiene e Sanità pubblica del ULSS8, Paola Costa, è stata che all’appello mancano metà dei vaccini somministrati (anche questo è documentato). Ma essi per legge vengono archiviati per anni, perciò questa è uno strano buco nella cronologia delle informazioni.
Insomma, io non sono un medico, ma vedo troppe cose che non tornano in questa storia.
Che cosa chiedete precisamente alla Giustizia italiana?
Io e mia moglie chiediamo giustizia sulla scorta della nostra ventennale documentazione che dimostra in maniera incontrovertibile il danno fatto alla vita di mio figlio e alla nostra famiglia. Ci appelliamo dunque alla Legge 210/92. Io e mia moglie stiamo facendo tutto questo non solo per ottenere giustizia per ciò che riguarda il passato e il presente rubato a nostro figlio, ma soprattutto perché siamo preoccupati per quando non ci saremo e nostro figlio dovrà cavarsela da solo. Mio figlio ha un’età cognitiva di un bimbo di cinque anni, chi potrà prendersi cura di lui?
Vi siete rivolti a giornali e alle televisioni?
Abbiamo scritto a “Pomeriggio Cinque” di Barbara D’Urso, decine di volte a “Fuori dal Coro” di Mario Giordano, a “Non è L’arena” di Massimo Giletti, a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, “Striscia la notizia”, “Le Iene”, alla Codacons, ho contato 63 e-mail Pec inviate al Governo Italiano, anche al presidente Meloni e Schillaci, sempre con documentazione allegata.
Non siamo persone facoltose ma abbiamo imparato a nostre spese molte cose in questi anni: prima di vaccinare i vostri figli fate fare loro un test sierologico, mettetevi a conoscenza delle condizioni dell’organismo che riceverà la somministrazione. La scienza tiene conto dei numeri, le famiglie del bene dei loro cari.
(Giovanni Sartori)
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La Direzione
[1] Oggi in Italia le malattie per le quali è prevista la vaccinazione obbligatoria nell'infanzia e nell'adolescenza sono dieci: la difterite, il tetano, la pertosse, l'epatite B, le infezioni da emofilo (Haemophilus influenzale di tipo b),la poliomielite, il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella.
[2] Risulta un ritiro precauzionale di questo vaccino nel 2012 per possibile contaminazione batterica, ritiro che riguardava alcuni lotti di vaccino risultati poi non contaminati.