Coopservice Sicurezza e Vigilanza

Coopservice Sicurezza e Vigilanza

Servizi di vigilanza privata in tutta Italia

Reggio Emilia – Cavriago – Via Gobetti 3 – Tel. 0522 949711

Parma – Via Battistini 19/a – Tel. 0521 995118

Modena – Via Livingstone 30 – Tel. 059 822136

Bologna – Castel Maggiore – Via Costa 12/15 – Tel. 051 6325 220

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E' un servizio specialistico di Coopservice S.Coop.p.A.

Servizi integrati per privati, imprese, enti pubblici.

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Di Coopservice  - Il prossimo decennio potrebbe segnare un ritorno al futuro. I millennial saranno ormai integrati nel mondo del lavoro che affronteranno con capacità, costanza e senza barriere. Non sarà difficile comunicare, non sarà complicato percorrere le distanze.

Ma cosa trainerà il mondo del lavoro? Capacità di innovazione, creatività e immaginazione.

I vettori principali: creatività e immaginazione
Un cambiamento già in corsa ma che tra pochi anni si concretizzerà: il pensiero razionale lascerà spazio a creatività e immaginazione, che diventeranno presto i principali vettori di valore economico e sociale.

Ma per far sì che ciò accada alle organizzazioni oggi è richiesto uno sforzo in più nel promuovere agilità, coraggio, empatia e altruismo.

“I leader aziendali di oggi stanno affrontando problemi competitivi complessi a breve termine, ma con l’avvicinarsi del 2020 devono imparare a guardare oltre la situazione odierna e comprendere a un livello più fondamentale cosa separerà i vincitori dai perdenti nel prossimo decennio”, afferma un articolo del BCG Henderson Institute, The New Logic of Competition.

Non si può negare che le nuove tecnologie tenderanno a sostituire il lavoro manuale e quindi la risorsa umana, tuttavia questa tendenza può solo dar vita a nuove figure professionali di alto valore. Nell’era dell’immaginazione l’innovazione è sicuramente una nuova occasione per l’industria e per le persone.

Sviluppo dell’immaginazione e dell’intelligenza sociale
È possibile immaginare un futuro in cui la tecnologia offra ancora più opportunità alle persone? Viste le premesse la risposta non può che essere affermativa. Sono proprio le persone a sentire l’esigenza di massimizzare il proprio potenziale personale e professionale per ricoprire ruoli sempre più strategici e difficili da automatizzare, lasciando all’automazione le procedure ripetitive.

Ci attende un futuro in cui in cui i compiti più ripetitivi saranno automatizzati mentre il lavoro più creativo e stimolante verrà affidato alle persone. Insomma, una nuova produttività a cui ambire è alle porte.

Come prepararsi all’era dell’immaginazione
La storia ci insegna che ogni grande cambiamento non avviene in modo semplice e lineare. Sarà complesso preparare al cambiamento le classi dirigenti e far comprendere che lo sviluppo dell’immaginazione e dell’intelligenza sociale sarà il driver del futuro.

Sarà compito delle nuove generazioni e della nuova forza lavoro rivendicare il nuovo paradigma.

Coopservice Way: come gestire il cambiamento
Il progetto Coopservice Way si prefigge l’obiettivo di creare e diffondere all’interno di tutte le funzioni aziendali uno stile – un “modo” Coopservice – di erogare, gestire e garantire un’elevata qualità dei servizi ai clienti attraverso l’interazione virtuosa tra il lavoro dell’uomo e l’utilizzo degli strumenti tecnologici più avanzati.

Nel mondo dei servizi, infatti, l’opera dell’uomo è ancora una componente fondamentale ed è quindi necessario stimolare la condivisione di modalità efficaci e positive e premiare la creatività e il pensiero innovativo.

(Di Coopservice 19 Novembre 2019)

Nella sua prima lettera del 2020, indirizzata ai Ceo delle aziende, il fondatore e presidente della più importante società di gestione del risparmio conferma la fiducia in un nuovo corso dell’economia e della finanza mondiali: “Solo le imprese che accettano di divenire ‘sostenibili’ verranno premiate”

Già lo aveva anticipato nell’estate del 2019 nella lettera che aveva inviato alle aziende: “Chi non si adegua ai nuovi imperativi di sostenibilità resi necessari dal cambiamento climatico, è destinato a rimanere indietro”. Ora Larry Fink, fondatore e Ceo di BlackRock, il primo fondo di investimenti americano con quasi 7 mila miliardi di dollari in gestione, torna sull’argomento nella sua prima comunicazione del 2020: “Solo le aziende che accetteranno la sfida della sostenibilità e della trasparenza verranno premiate dal mercato e dagli investitori”. Il motivo è molto semplice: il cambiamento climatico avrà sempre più un impatto significativo e duraturo sulla crescita e sulla prosperità economica, un rischio che i mercati fino ad oggi hanno sottovalutato.

Ma ora questa sottovalutazione sta terminando. Al contrario “la consapevolezza cresce rapidamente e siamo sull’orlo di una completa trasformazione della finanza mondiale”.

Perchè il climate change incide sull’economia mondiale
Le tesi di Larry Fink trovano del resto fondamento in un numero sempre maggiore di studi e ricerche di diverse organizzazioni – quali l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, il McKinsey Global Institute, il BlackRock Investment Institute e molti altri . Si tratta di analisi sulle implicazioni socioeconomiche del rischio derivante dai cambiamenti climatici, studi che illustrano come il rischio climatico avrà un impatto non solo sul mondo ‘fisico’, ma anche inevitabilmente sul sistema globale che finanzia la crescita economica e, in ultima istanza, sullo stesso modello di capitalismo mondiale.
E’ lo stesso Fink a fornire alcuni esempi pratici della fondatezza di questa tesi. “Cosa succederà ai mutui trentennali – un tassello chiave della finanza – se chi li eroga non è in grado di stimare l’impatto del rischio climatico su un arco di tempo tanto lungo, e se non sussistono opportunità di mercato per le assicurazioni contro incendi o inondazioni nelle aree interessate?”. E ancora: “Che accadrà all’inflazione, e di conseguenza ai tassi d’interesse, se il costo del cibo aumentasse a causa di siccità e inondazioni? Come possiamo costruire una crescita economica se i mercati emergenti vedono la propria produttività diminuire a causa di temperature estreme o di altri impatti climatici?”.
Va da sè che sempre più gli investitori saranno costretti a confrontarsi con questi interrogativi e cercheranno di prevedere quale impatto avranno le problematiche e le politiche legate al clima sui prezzi, sui costi e sulla domanda dell’economia nel suo complesso.

Il climate change non è un cambiamento passeggero, ma strutturale e di lungo periodo
Certo non è la prima volta che l’economia globalizzata naviga in acque tempestose: basta tornare con la memoria ai picchi di inflazione degli anni Settanta, alla crisi valutaria asiatica nel 1997, alla bolla internet di fine millennio e alla crisi finanziaria globale del 2008. «Ma anche quando queste situazioni sono durate molti anni, erano tutte, in generale, per loro natura di breve termine “, sottolinea il Ceo di BlackRock.
Il cambiamento climatico è diverso da tutti gli scenari di rischio precedenti. Anche se si verificassero solo una parte degli impatti previsti dagli studi e dalle previsioni scientifiche, si tratta di uno stato di crisi a lungo termine, e quindi molto più strutturale. Ne consegue che “le aziende, gli investitori e i Governi devono prepararsi per una significativa riallocazione dei capitali”.
Riallocazione che di fatto è già in atto. Si tratta però di un trend destinato a crescere esponenzialmente man mano che la generazione dei Millennial prenderà il comando, in politica e nel business: migliaia di miliardi di dollari a poco a poco passeranno nei prossimi decenni ai millennial. E quando questi diventeranno amministratori delegati, politici e capi di Stato, “rimodelleranno ulteriormente l’approccio mondiale alla sostenibilità”.

Sostenibilità e trasparenza sono le nuove parole chiave
Qual è allora, nell’era del climate change e del conseguente spostamento di capitali, concretamente la sfida che il management delle aziende è chiamato ad attuare per dare risposta alle nuove esigenze dei mercati? La parola chiave, secondo Fink, è trasparenza: “Tutti gli investitori, insieme alle autorità regolamentari, agli assicuratori e al pubblico, debbono avere un quadro chiaro di come le aziende gestiscono le questioni legate alla sostenibilità”. Questioni che, beninteso, si estendono ad una ampia gamma di tematiche, quali ad esempio le politiche di prezzo, gli standard di sicurezza dei lavoratori, gli assetti della privacy dei dati, l’etica aziendale ecc.
E che cosa succede a quelle imprese che ‘tradiscono’ la fiducia nel nuovo corso? Una società farmaceutica che aumenta significativamente i prezzi, una società mineraria che riduce la sicurezza, una banca che non rispetta i propri clienti: queste società possono massimizzare i rendimenti a breve termine. Ma, a lungo andare, “queste azioni che danneggiano la società si ripercuoteranno sull’azienda e ne distruggeranno il valore per gli azionisti”.

Ma la sostenibilità e la trasparenza non sono fini a se stesse… piuttosto sono le chiavi di successo del futuro
Beninteso per il Ceo di BlackRock ‘trasparenza’, così come ‘sostenibilità’, non è una parola vuota da utilizzare nelle brochure aziendali. Si tratta invece di obiettivi (“purpose”) che le aziende devono essere determinate a perseguire perché consentono di portare beneficio, oltre che a sé, a tutte le parti interessate: azionisti, clienti, dipendenti e comunità in cui operano. Perchè secondo Fink non vi è alcun dubbio che, nelle nuove condizioni di contesto, “un’azienda non può ottenere profitti a lungo termine senza perseguire uno scopo e senza considerare le esigenze di tutta la vasta gamma di stakeholder”.
Al contrario, un forte senso dell’obiettivo di sostenibilità e un impegno nei confronti delle parti interessate aiutano un’azienda a connettersi più profondamente con i propri clienti e ad adattarsi alle mutevoli esigenze della società, diventando così “il motore della sua redditività a lungo termine” nell’ambito di un nuovo modello di capitalismo più sostenibile ed inclusivo.

Di Coopservice 7 Febbraio 2020

Di Coopservice 4 Febbraio 2020 - Le ragioni per migliorare il benessere organizzativo.

Le aziende non possono più ignorare il forte legame che esiste tra benessere, motivazione, soddisfazione e produttività. Con questa consapevolezza le imprese investono sempre più risorse per migliorare il benessere organizzativo e per controllare i fattori che lo influenzano, progettando azioni per la riduzione dello stress, la gestione della paura del cambiamento, l’aumento della motivazione, lo sviluppo di emozioni positive e il loro impatto sulle performance aziendali.

La cultura dell’organizzazione gioca un ruolo decisivo in quanto crea la cornice di senso all’interno della quale si collocano le iniziative e le attività quotidiane. Non a caso le pubblicazioni scientifiche sul tema fanno riferimento al concetto di “benessere organizzativo” o, ancora più esplicitamente, di “salute organizzativa”, ponendo l’attenzione su tutti quei processi e quelle applicazioni che si possono attuare per far sì che, sostanzialmente, il dipendente “stia bene sul lavoro”.

Direttamente collegato alla nozione di “welfare aziendale”, il benessere organizzativo è pertanto sempre più ricercato dalle aziende in virtù della consapevolezza che il dipendente è un individuo che, per poter contribuire al massimo al perseguimento degli obiettivi aziendali, deve “stare bene” fisicamente e psicologicamente. Più in generale, tutto il personale deve sentirsi parte integrante di una vera e propria comunità, all’interno della quale si condividono esperienze, scopi, valori, stili di vita: solo per questa via si potrà aspirare al benessere della persona e dunque ad un livello di qualità, in termini produttivi, maggiore nel lungo periodo.

Dalla massimizzazione del profitto alla ricerca della qualità delle relazioni interne
“L’economia dovrebbe interessarsi non solo dell’allocazione efficiente dei beni materiali – scriveva qualche anno fa, sull’American Economic Review, Matthew Rabin, docente di Economia comportamentale dell’Università di Harvard – ma anche della progettazione di ambiti organizzativi nei quali i soggetti siano felici di interagire tra di loro”.
Durante l’ultima edizione del Festival nazionale dell’Economia civile (la prossima edizione si terrà a Firenze dal 17 al 19 aprile 2020) sono stati presentati casi di imprese italiane che sembrano abbiano preso alla lettera questo assunto. Fino ad arrivare al caso estremo di una piccola azienda, produttrice di detergenti biologici da riciclo di olii esausti, che ha codificato nello statuto che lo scopo ultimo della propria attività non è la massimizzazione del profitto o del valore delle sue azioni, ma “il benessere e la felicità di tutti coloro che ne fanno parte”.

Esempi crescenti e sempre più diffusi di una cultura d’impresa consapevole del vantaggio competitivo assicurato dalla qualità delle relazioni, fattore determinante del benessere individuale e sociale e, per questa via, decisivo nella generazione all’interno delle organizzazioni di coesione, fiducia e, in ultima analisi, produttività.
Un cambio di paradigma, una mutazione culturale, determinata da un processo cumulativo di “piccole scelte quotidiane” che, una volta prodotta una certa massa critica, si trasformano in pensieri condivisi, schemi concettuali, norme, convenzioni e codici valoriali comuni. Generando in tal modo ambienti di lavoro permeati da atteggiamenti condivisi di ascolto, fiducia e reciprocità.

Il progetto ‘Benessere” di Coopservice
È questa l’idea che sta alla base del progetto di Coopservice “Benessere, diversità e inclusione: teoria e pratica del ben-essere”, progettato insieme ad esperti consulenti e formatori.
Un percorso che si snoda tra formazione teorica e lezioni esperienziali con l’obiettivo di migliorare la relazione con se stessi e con gli altri, ma che offre anche momenti di pratica fisica e di riflessione su uno stile di vita sano.
Le iniziative proposte sono numerose e variegate e prevedono lezioni in aula, role play e, per alcune, una leggera attività fisica in palestra oppure all’aperto.
Per esigenze organizzative, il progetto parte da Reggio Emilia, ma con la speranza di riuscire ad estenderlo presto anche agli altri territori nei quali Coopservice opera.

Di seguito l’elenco delle iniziative organizzate a Reggio Emilia nei prossimi mesi (da febbraio a giugno):

Ben-essere
• Dalle ferite emotive all’autostima
• Lezioni di ginnastica posturale
• Gestione dello stress: eustress e distress
• Mindfulness e Meditazione: l’importanza del respiro
• Emozioni al lavoro, non perdere l’equilibrio
• Stare in relazione: Il contatto io-tu
• Gruppi di cammino

Diversità e inclusione
• Difesa personale
• La doppia discriminazione che vivono le donne migranti, i percorsi di autonomia
• Meccanica della bicicletta ed Educazione stradale
• Uscite in bicicletta
• Il femminile: conoscere per comprendere
• Il maschile: conoscere per comprendere

 

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