Telefono: +39 347 6005873
Ogni volta che ognuno di Noi entra in contatto con queste due parole il pensiero corre rapido a perlustrare il terreno dei ricordi, prossimi o lontani nel tempo, rivelatori di qualcosa che non sapevamo e che con il fare è entrato nel dominio della nostra conoscenza.
Di Guido Zaccarelli 28 dicembre 2017 - Imparare - facendo ci porta indietro nel tempo, ai ricordi della nostra infanzia, agli istanti vissuti del tempo, alla scuola dove abbiamo appreso le nozioni con le quali la mente ha preso forma. La formazione, forma mentis, conduce l'individuo a vivere esperienze nuove, ad entrare in contatto con aree scoperte delle nostra esistenza che alimentano il nostro desiderio di imparare, non solo nella dimensione teorica ma soprattutto nel vivere l'esperienza in forma concreta: "dalla teoria alla pratica".
La scuola è una fucina fondamentale per entrare in questi due mondi, contigui o meno, ma fondamentali per modellare l'identità di ogni individuo. Rovistando tra i ricordi scolastici le AT, Applicazioni Tecniche, era una materia d'indirizzo importante che univa la teoria con l'Arte del fare, poco considerata ai più, ma fondamentale nel condurre lo studente verso il vero significato dell'apprendimento mettendolo nelle condizioni di elaborare i processi sequenziali necessari per realizzare un progetto in modo completo partendo dall'Idea, fino al suo impiego, transitando nel disegnare lo Schizzo, creare il Progetto, il Prototipo e l'oggetto in modo completo per concludersi con il collaudo, la critica e la relazione finale: le sette fasi delle AT.
La psicologia riconduce l'esperienza didattica "all'apprendimento per prova d'errori" mettendo l'individuo nella disponibilità di validare e aggiornare continuamente la sua esperienza d'apprendimento rispetto a stadi precedenti.
Secondo la "legge dell'effetto" dello psicologo statunitense Edward Lee Thorndike, l'apprendimento si verifica in modo graduale attraverso una serie di tentativi ed errori che conducono a consolidare una situazione rispetto all'altra. Come nel caso del gatto chiuso in gabbia che ripete diverse volte il gesto per muovere la leva per rendersi libero. La conoscenza acquisita si consolida con il passaggio dalla conoscenza proposizionale a quella procedurale, dal conoscere una cosa al come si conosce. La prima ci conduce alla conoscenza teorica mentre la seconda a quella pratica. Un passaggio importante per affermare che non è sufficiente conoscere a memoria come si nuota ma occorre anche dimostrare con i fatti che entrando in una vasca viene spontaneo galleggiare, muoversi per raggiungere l'estremo opposto senza affondare. Imparare conduce l'individuo anche ad insegnare.
Tipiche le botteghe dove veniva insegnata l'Arte del fare nel vedere il Maestro all'opera. I mestieri, le professioni sono l'espressione tangibile dell'imparare - facendo dove il gesto dell'altro diventa il riflesso in cui ritrovare l'apprendimento. Non solo, diventa un modo per ricondurre individui con differenti patologie al recupero psicofisico della loro identità.
Pensiamo alla banda musicale giovanile dei Rulli Frulli che impiegando materiali recuperati dall'ambiente circostante sono riusciti a imparare - facendo l'Arte della musica. L'evoluzione dei mercati, la nascita di nuove economie sostenuta da una presenza incalzante della tecnologia che avvolge il pensiero del'uomo, ha reso problematico l'apprendimento attraverso l'Arte del fare.
La dematerializzazione ha innescato un processo irreversibile verso l'era dell'intangibile, dell'immateriale, provocando una forte scollatura tra ciò che si imparava vedendo - provando – facendo con ciò che si vede ma difficile da provare e mettere in pratica in quanto espressione di una elaborazione cognitiva e come tale, invisibile. Pensiamo ad una redazione giornalistica dove la preparazione e la stesura di un articolo è fortemente condizionata dalla cultura e dalla capacità di scrittura del giornalista. Nelle nuove economie è limitato il ricorso all'affiancamento e il trasferimento del metodo lavorativo, da quando le organizzazioni hanno iniziato a pensarsi come "architettura aperta", perdendo il valore aggiunto fornito dall'esperienza perché visto come un costo e non come una opportunità di crescita e di sviluppo sociale e culturale.
Manca il tempo. Aristotele affermava: «lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero.» La difficoltà cresce e per i giovani diventa molto difficile mettere a frutto l'esperienza concreta, immediata e diretta. Gli stili di vita abitativi presenti nella città, hanno privato gli individui dell'esperienza reale mutuata con l'ambiente di riferimento, dove con le mani era possibile realizzare ogni cosa.
La campagna, un territorio che ha permesso di sviluppare negli individui il problem solving, lontani dai centri cittadini dove la campagna offriva infinite opportunità di crescita e di sviluppo della creatività. Pensiamo per un attimo al demiurgo che diede forma alla materia con l'energia dello spirito, a Johannes Gutenberg che ha inventato la stampa a caratteri mobili osservando i contadini mentre torchiavano il vino.
Di fronte ad un cambiamento irreversibile nasce l'alternanza scuola lavoro che consente agli studenti di recuperare le Applicazioni Tecniche di un tempo ed entrare in contatto con il mondo del lavoro per fare esperienza concreta, e non solo teorica, in grado di guidarli nell'evoluzione del cammino didattico prescelto e delle proprie aspirazioni professionali future.
Si riduce il fallimento personale e s'innalza l'asticella della consapevolezza dove prendere coscienza di se stessi: "lo studio è nelle mani, l'Arte del saper fare, sono le dimensioni fondamentali in grado di guidare il futuro degli individui verso i propri desideri e le proprie aspettative".
di Guido Zaccarelli 23 dicembre 2017 - Il bullo è una figura carismatica che illumina gli angoli anche più remoti di ogni paese o città. Lo puoi trovare in ogni luogo e in ogni momento attorniato da persone che ne esaltano le qualità, oppure essere al centro di una contesa irridente per i comportamenti assunti e gli atteggiamenti messi in atto nella quotidianità.
È il riferimento positivo per alcuni, da cui trarre esempio, e negativo per altri, da cui tenersi "alla larga", per non essere inclusi nella stretta cerchia dell'amicizia.
Un personaggio, quello del bullo, che si colloca tra l'eroe del momento che riesce a compiere gesta impossibili e il tesoro di casa perché dotato di uno spirito buono e avvolto dall'aria di bravo ragazzo. "un bell'eroe, l'eroe del giorno". Un mito accomunato agli Dei quale frutto dell'amore tra una divinità e una creatura mortale alla perenne ricerca dell'attenzione, e un debole da ricondurre a stili di vita e comportamenti sociali condivisi. Un artista che esprime il desiderio della gloria soffocato dall'IO incapace di dare un senso compiuto alla sua esistenza.
Anche l'etimologia aiuta a descrivere con un'ampia accezione positiva il bullo, boel, che in olandese significa fratello. Il tempo ha cambiato il senso originale del termine riconducendo il bullo ad assumere una accezione negativa, un eroe, da cui tenersi "alla larga".
L'evoluzione dei tempi ha aggravato la sua posizione sociale soprattutto innanzi alla spavalda presenza della tecnologia capace di nascondere nell'intimo del bit le emozioni e i sentimenti di chi subisce l'ingerenza del bullo digitale.
Nel mondo analogico il bullo prendeva di mira il malcapitato e esprimeva in bella vista l'immagine del bellimbusto con azioni dirette o condivise con alcuni amici di quartiere. In paese, tutti sapevano e vedevano. Il dito era il gesto che accomunava la comunità per indicare il bullo, spesso apostrofato nel linguaggio corrente del dialetto locale, che completava l'identità del personaggio, conferendogli una etichetta indelebile per tutta la vita. Sapevano chi era e come si muoveva. Molti in quel mondo hanno sicuramente subito la sua influenza mettendo a dura prova la propria serenità. La presenza della famiglia e il grado di relazione esistente con i figli hanno contribuito, in molti casi, a superare le difficoltà e il disagio del momento e accedere ad una via di fuga, per non rimanere imbrigliati nella sua stretta morsa. La famiglia il punto da cui partire.
Nel mondo digitale tutto cambia. La tecnologia mette a disposizione delle persone una scatola nera che contiene il DNA di ogni singolo individuo. I dati e le informazioni raggiungono le profondità marine dei bit fino a sprofondare nelle tenebre lontane dalla luce del giorno, dove tutti sanno e conoscono. Il bullo si muove nelle ramificazioni sotterranee e invisibili delle connessioni digitali che mettono in contatto le scatole nere di ogni individuo. Approfitta della debolezza altrui e in modo lucido sferra l'attacco, attraendo l'intima curiosità di altri individui disposti a prestare il fianco in forma anonima, dietro la maschera dei bit.
Tutto quello che poteva rimanere confinato all'interno di una comunità analogica, che vedeva, sapeva e poteva intervenire, ora è confinato all'interno di una comunità digitale che promuove nell'ombra, e senza controllo, le attività del bullo. La tecnologia da sola non è in grado di arginare il bellimbusto e confinarlo in un territorio oltre confine.
Serve la presenza forte della famiglia in grado di mantenere un dialogo aperto e costruttivo tra gli stessi membri, evitando di comunicare al proprio interno, con la tecnologia. Serve riconquistare il dialogo scuola – famiglia per godere della stima e della fiducia reciproca e avviare piani di comunicazione orizzontali orientati alla crescita del benessere personale, sociale e culturale.
Il dialogo scuola – famiglia è un faro a cui puntare per ricondurre il bullo alla etimologia iniziale di bravo ragazzo e di eroe per la vita. Non è facile arginare il comportamento dell'eroe digitale quando si muove nell'ombra della caverna di Platone e appare in tutta la sua evidenza il contrasto tra il sole e le tenebre, che s'incontrano camminando nei cunicoli sotterranei della grotta privi di luce. Innanzi alla possibilità di illuminare passaggi interrati e riportare il bullo alla luce della comunità, il legislatore ha ravvisato la necessità d'intervenire con una legge per contrastare i comportamenti messi in atto dal bullo, e i fenomeni da essi derivati, con azioni preventive unite a piani educativi integrati a tutela nei confronti, dei minori.
La Senatrice Elena Ferrara è stata la prima firmataria della Legge 29 maggio 2017, n. 71: disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo che agisce sul versante della scuola e del trattamento dei dati coinvolgendo i gestori dei siti web.
Il bullo e il fenomeno ad esso associato, il bullismo, diventato cyber-bullismo, per la sua esistenza a contatto con il mondo digitale del bit, può trovare una risposta chiara e precisa solo agendo sul recupero della fiducia, della stima e del dialogo tra genitori e figli, aperto alla capacità di ascolto e di intesa con tutte le istituzioni, intente ad elevare fronti comuni per osteggiare l'avanzata di episodi che ledono l'immagine, la serenità e la vita individuale e sociale di molte persone e, spesso, di un intero paese. Serve riconquistare il dialogo famiglia¬ – scuola – istituzioni per accerchiare e isolare il bullo e il bullismo, come fenomeno di massa in continua evoluzione, al quale è necessario rispondere con fermezza cercando tutti di volgere lo sguardo oltre la nostra personale linea di confine che separa la luce dall'oscurità perché «l'essenziale è invisibile agli occhi.»
di Guido Zaccarelli - L'orizzonte è una stretta linea di confine che unisce e separa due mondi tenendoli in contatto da un punto: un mondo reale e un mondo ideale al quale l'uomo tende alla ricerca di nuovi orizzonti di conoscenza.
Il mondo celeste e il mondo delle idee come Platone li descrive nel Fedro pensando all'iperuranio, ciò che sta sotto e ciò che sta sopra al nostro mondo sensibile che l'uomo vive a stretto contatto con la realtà proiettato a modificarne le sembianze per renderlo aderente alle proprie aspettative.
Le idee sono il punto di arrivo e di partenza a cui l'uomo tende per dare forma al mondo reale. Difficile stabilire in quale punto si trova quando l'orizzonte si sposta sempre più in avanti e il mondo reale deve correre sempre più veloce per seguire il mondo delle idee, altrui, per non perdere il passo e farsi trovare impreparato innanzi agli accadimenti.
In questo mondo le idee avanzano e l'uomo al seguito per dare un senso al suo cammino alla ricerca di un perché ignoto che muta ogni giorno le proprie sembianze.
La tecnologia è il punto di questo nuovo orizzonte che prende forma nel mondo delle idee pronto a disegnare confini sempre più lontani ma pronti a condizionare la vita dell'uomo proiettandole in un quotidiano sospeso tra idee e realtà. Un mondo virtuale lontano dal ritmo delle stagioni che vive di luce riflessa emessa dai segnali luminosi dei bit che affiancano l'uomo in una corsa contro il tempo e dove il tempo ha perso il senso del fluire delle cose.
Un punto, il mondo virtuale, che separa l'uomo dal passato, sospeso tra idee e realtà, dove la parola era il frutto dell'incontro diretto e non mutuato tra persone. La parola aveva un senso e viveva di luce propria illuminata dall'emozione del momento pronta a seguire la strada delle idee in un continuo andirivieni con la realtà.
Mondi che ora convivono in uno stesso punto pronti a sfidarsi in una alternanza di ruoli per primeggiare alla ricerca di una identità universale, per dare origine ad un mondo possibile, più umano e meno tecnologico, per donare all'uomo il profumo del vivere insieme, incontrarsi in una piazza reale per vivere il senso di appartenenza che lo sguardo e la parola sono in grado di offrire: oppure il suo esatto contrario dove tutto sarà dominato dal bit?
La scoperta di Little Foot avvenuta di recente in Sud Africa è il più completo fossile australopiteco mai scoperto fino ad ora e potrebbe essere in grado di fornire utili elementi alla nascita e allo sviluppo dell'uomo sulla terra. Un mondo reale che ogni giorno sorprende per i ritrovamenti del passato come sorprende per le scoperte verso il mondo futuro, entrambi in continuo contatto con il mondo delle idee, per donare all'uomo la possibilità di vivere la vita ideale e renderla prossima alla propria primordiale identità.