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di Guido Zaccarelli Mirandola 19 agosto 2018 - «L'imprenditore è una persona in grado di dare forma alla luce delle idee», non sempre da solo, ma insieme ai propri collaboratori con i quali condivide le gioie e le possibili sconfitte. L'imprenditore nasce per fare impresa. L'intraprendenza è un movimento naturale dell'anima che lo spinge ogni giorno a cogliere le opportunità che si presentano all'alba di un nuovo giorno. Pensa, riflette e agisce consapevole che lo scopo che anima la sua azione è il bene sociale.
Papa Francesco, nella Sua Lettera Enciclica Laudato Si' del 2015, afferma: «i costi umani sono sempre anche costi economici e le disfunzioni economiche comportano sempre anche costi umani. Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato è un pessimo affare per la società. Affinché continui ad essere possibile offrire occupazione è indispensabile promuovere un'economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale che è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti, può essere un modo molto fecondo per promuovere la regione in cui colloca le sue attività soprattutto se comprende che la creazione di posti di lavoro e imprescindibile del suo servizio al bene comune».
L'innovazione, il rischio e le decisioni sono le leve principali che caratterizzano l'essere imprenditore.
Il Dr. Mario Veronesi, padre del biomedicale nel mondo, in una intervista, disse: «molte erano le notti che riposavo sul divano quando le decisioni influivano sulla vita personale e professionale dei miei collaboratori». Ognuno di noi può essere imprenditore, solo di se stesso, oppure con altre persone quando vengono coinvolte in un processo decisionale allargato. La difficoltà è mettersi in gioco e accettare il rischio che consegue ogni scelta sapendo delle possibili difficoltà che occorre superare per raggiungere gli obiettivi. Molte persone si fermano prima. Non accettano la sfida e decidono di intraprendere altre strade più congeniali al movimento della loro anima. Fare l'imprenditore significa: dare inizio a qualche cosa, mettersi sulle spalle il fardello dell'impegno e portarlo a conclusione, come il comandante della nave che deve effettuare una lunga attraversata e non sempre le onde marine seguono il corso della navigazione. Le correnti possono rallentare o impedire di mantenere ferma la rotta. Ciò che deve essere chiaro è il punto di arrivo avendo la capacità di modificare la linea di navigazione per evitare situazioni che possono mettere in pericolo l'equipaggio e i passeggeri.
L'impresa è l'espressione autentica dell'anima dell'essere imprenditore. Guardare oltre e cercare di realizzare i propri sogni dando prova di sé con il fare. Salire le scale dell'Infinito per guardare oltre la siepe di Leopardi, non è facile. È più facile puntare il dito verso chi fa e ritrarre la parola e la mano davanti alle scelte lasciando ad altri l'onere del rischio.
«Ogni gesto racchiude in sé l'arte del saper fare in continuo divenire». Ecco l'essenza dell'essere imprenditore che si relaziona con un mondo interiore alla ricerca della luce più intima per illuminare la strada del suo lavoro, un mondo aziendale con il quale condividere i successi e i fallimenti e un mondo esteriore in continua evoluzione sotto la spinta dei mercati desiderosi di soddisfare i bisogni latenti della popolazione globale. È proprio il contesto esterno che obbliga l'imprenditore ad avviare un cammino organizzativo sempre più dedicato alla condivisione con le risorse interne per rispondere rapidamente alle nuove economie e alla presenza di una burocrazia che blocca o rallenta il respiro al desiderio del fare.
Oggi fare l'imprenditore è una impresa. La burocrazia nasce dall'unione di una parola francese bureau, che significa ufficio, e da una parola greca krátos, che significa potere: potere degli uffici. Come afferma il sociologo e filosofo tedesco Karl Emil Maximilian Weber: «un potere più correttamente-una forma di esercizio del potere che si struttura intorno a regole impersonali ed astratte, procedimenti, ruoli definiti una volta per tutti e immodificabili dall'individuo che ricopre temporaneamente una funzione».
Sempre Weber, prosegue, affermando che la burocrazia è un processo irreversibile che tende a imprigionare le persone in una rete di regole minuziose e a sottometterle alla potenza anonima, irresponsabile e ogni giorno più necessaria degli apparati burocratici, i veri detentori del potere nelle società moderne. Se questa definizione messa agli atti ai primi del '900 aveva un senso per quel periodo, ora trova punti di attracco ancora più evidenti che spesso imbrigliano il fare imprenditoriale. La presenza di una tecnologia evoluta con la quale si possa accedere da un'unica porta d'ingresso one pass e la contrazione delle regole all'interno di nomenclatore snello che consenta di definire la strada che le imprese devono seguire favorendo la sincronia: azienda–mercati–società è un passo avanti verso un modo di intendere innovativo dell'economia 5.0.
La contrazione dei costi monetari e una maggiore disponibilità di risorse non monetarie, agirebbe come volano di spinta per contrarre il pesante deficit in carico al sistema pubblico e donare al sistema impresa la possibilità di respirare a pieni polmoni con investimenti crescenti in ricerca e sviluppo, produzione e formazione per mantenere alto il livello di competitività e di adesione dinamica alle economie globali. Un bel modo per pensare globale e agire locale.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore. Lettera Enciclica Laudato Sì del santo Padre Francesco sulla cura della casa comune.
Riferimenti sitografici: https://www.anquap.it/categorie03.asp?id=255
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 8 agosto 2018 - Dato e informazione, sono alcune delle parole più frequenti che si rincorrono nel linguaggio corrente alla ricerca di una loro comune identità quando transitano velocemente dallo smartphone al tablet, dal computer portatile alla televisione, al mondo cloud o semplicemente tratte dai libri, dai giornali, dalle pubblicazioni, dalle riviste e dai periodici di ogni genere. In questa corsa frenetica all'interno di mondi possibili, analogici e digitali, in continuo contatto con il mondo reale, del qui e ora, spesso le persone lasciano per strada il loro significato reale facendo intendere di dire una cosa invece è qualcosa d'altro.
Il mondo possibile è un mondo lontano dal nostro, che vive il proprio tempo in continuo divenire e usa un linguaggio che solo chi abita quel mondo è in grado di leggere e interpretare: pensiamo per un istante all'algebra binaria (sequenza di 00111001) e alla logica matematica del britannico George Boole, (operatori logici booleani AND-OR-NOT), oppure semplicemente quando Ulisse sbarcò a Itaca immerso in un sonno profondo. L'uomo si relaziona nel suo mondo reale con il proprio linguaggio chiamando le cose per nome: un gatto è un gatto e non qualcosa d'altro. Il linguaggio uniforme evita l'ambiguità confermando la verità, la falsità, la vaghezza o la forma neutra di un enunciato, verbale o testuale.
Quando chiediamo un dato non intendiamo una informazione e nemmeno una sequenza di zero-uno, ovvero qualcosa di diverso rispetto alle intenzioni. Tutto ciò potrebbe accadere in un mondo possibile, ma non nel nostro. Il dato deriva dal latino datum e descrive in modo semplice un oggetto della realtà: Rossi, Paolo, 54, Roma. Presi a se stante questi dati non informano, non aggiungono nulla rispetto ad una conoscenza pregressa che le persone sono in grado di esprimere in quel preciso momento del tempo. Perché i dati contribuiscano a generare una informazione dotata di senso, (siano in grado di esprimere un significato) devono essere correlati tra loro e seguire una precisa codifica per evitare l'alba di una interpretazione ambigua.
Unendo tra loro i dati si ottiene una informazione: Rossi Paolo 54 Roma. È sufficiente? No. Occorre definire la struttura lineare (la codifica) da associare ai dati: nel nostro caso il cognome, il nome, l'età e la città di residenza: cognome Rossi, nome Paolo, età 54, residente a Roma. La carta d'identità è formata da un insieme di dati messi tra loro in relazione secondo una codifica ben precisa (tracciato record - traccia di registrazione) che evita l'ambiguità e di riconoscere in modo univoco la persona. Il tracciato di registrazione è la sintassi, utilizzata per definire la posizione dei dati, definita come un insieme di regole che consentono di dare significato alla frase, in questo caso all'informazione.
La presenza di ulteriori dati contribuisce a migliorare e rendere più precisa informazione. Innanzi a molte persone che si chiamano Paolo Rossi e che hanno la residenza nella capitale l'aggiunta di dettagli semplifica la ricerca e aggiunge conoscenza.
Se prendiamo la parola informazione e la scomponiamo (in-forma-zione) notiamo immediatamente che il cuore lo troviamo nel termine forma al quale dobbiamo aggiunge anche azione: l'informazione da azione ai dati (li mette in movimento) per conferirgli la forma appropriata in relazione al contesto nella quale è collocata comportandosi come i vasai greci dediti alla lavorazione della ceramica in grado di con-formare vasi di assoluto pregio artistico.
L'informazione deve generare significato applicando in modo corretto le regole sintattiche. È sufficiente? No: «il sole illumina la terra e la terra illumina il sole». In questo mondo reale, l'enunciato è falso. La sintassi è correttamente applicata ma il valore posizionale del dato è errato facendo cambiare di significato alla frase. Le cose stanno così in quanto il mondo reale non è altro che la totalità di ciò che accade nella realtà. In un mondo possibile potrebbe essere vero, solo se posto nelle condizioni di essere reale. Nel mondo reale, l'informazione necessita di essere correttamente interpretata e solo la conoscenza dell'uomo è in grado di stabilire quando l'enunciato è vero, falso, neutro o ambiguo. Se nel mondo possibile tutto può accadere, essendo reale in quel mondo, nel nostro mondo, quello reale, i dati e le informazioni devono rappresentare e godere delle cose di cui possiamo parlare, immaginare e univocamente interpretare in modo corretto per auspicare un mondo reale proiettato in un futuro denso di significati sintatticamente corretti.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore. M. J. Cresswell, Mondi possibili e supposizioni contro fattuali, David K. Lewis. Truth in fiction. American Philosophical Quarterly, 15:37– 46, 1978. Reprinted in D. K. Lewis, Philosophical Papers, Vol. 1, Oxford University Press, 1983
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Al Giffoni Innovation Hub è stata lanciata l'Economia 5.0 che segna l'inizio della nuova era della Conoscenza Condivisa® dove l'azienda crea luoghi di lavoro felicitanti e la persona è collocata al centro dell'ecosistema organizzativo.
di Guido Zaccarelli Mirandola 4 agosto 2018 - Ora è giunto il momento di lanciare l'hastag: #zappingjob: cambiare il proprio lavoro e attività con le stesse modalità, frequenza e rapidità con la quale si passa, con il telecomando, da un canale televisivo all'altro.
I tempi sono cambiati e nonostante sia forte l'attenzione verso il posto di lavoro fisso è necessario prendere coscienza che il futuro propende per disporre di figure professionali che si muovono rapidamente, da una attività all'altra, fortemente condizionate dal dinamico mutare del contesto economico e sociale. È cambiato il lessico con le quali le persone dialogano. Oggi è necessario entrare in contatto con parole che fino a qualche tempo fa erano sconosciute come, Startup, Scaleup, Incubatore, Acceleratore, Pivot, Coworking, Crowdfunding, Disuriptive Innovation, Fund raising, Blockchain, Mvp (Minimum viable product), Open Innovation. Molto prima dell'avvento della tecnologia 4.0 le parole più usate erano, avviamento, apprendista, operaio, tecnico, artigiano, lavoro casa e bottega. Una palese distanza lessicale ma anche di quantità dei termini e dei contenuti al pari del numero dei canali e della qualità dei programmi televisivi. Era il 1961. In piena mietitura arriva nella nostra casa la televisione.
È un giorno di festa per tutti. La raccolta del grano è un momento di totale coinvolgimento per tutta la famiglia al pari della televisione perché capace di unire e fare appassionare milioni di persone davanti ad un tubo catodico che proietta le immagini. La novità, in questo caso positiva, è un momento importante della vita che rende gioia all'uomo da vivere nella pienezza del tempo. Impossibile lasciarsi sfuggire i dettagli. Sono gli anni del boom economico in Italia. Le famiglie patriarcali iniziano una lenta, ma inesorabile, frammentazione sotto la spinta dei singoli membri che aspirano ad una indipendenza relazionale ed economica. Carosello mostra le immagini di prodotti che contribuiscono a vivere meglio capace di generare tempo libero da dedicare alle vacanze e alle gita fuori porta. Un cambiamento radicale che investe la storia, gli usi e i costumi di molte famiglie che per anni hanno sacrificato la loro esistenza per la ricostruzione post guerra e che ora desiderano respirare il profumo di una nuova vita.
Il televisore viene collocato dal tecnico sopra il piano in vetro sostenuto da una struttura portante in legno disegnata a forma di cavalletto, nella parte sottostante viene alloggiato il tipico "trasformatore" in grado di stabilizzare la tensione della rete elettrica fornita dall'Enel. Il dispositivo televisivo è in grado di trasmettere un solo canale: il primo. Il tempo porterà con sé il secondo, il terzo canale e via dicendo, entrambi selezionabili da una apposita tastiera. I programmi vengono resi disponibili in fasce orarie programmate. Dopo la visione, il televisore viene coperto con un telo realizzato per salvaguardarlo dalla polvere e ornato da un sopramobile: tipica è una lampada oppure un ricordo di un viaggio come la gondola di Venezia con le luci colorate. Il passaggio dal mondo analogico al mondo digitale segna un confine indelebile con il passato aprendo scenari importanti verso un futuro ancora tutto da disegnare e grazie all'avvento del satellite la possibilità di disporre di un numero di canali quasi infinito.
Il telecomando diventa uno degli strumenti più importanti in dotazione alle famiglie e nello specifico, in mano ai singoli membri, il potere di decidere la scelta dei programmi. È il momento nel quale sale in modo repentino il numero di apparecchi televisivi nelle singole abitazioni fino a diventare un oggetto di arredo della propria casa: in ogni stanza viene installato un televisore. I membri delle singole famiglie si dividono e si rinchiudono ognuno nelle rispettive camere per guardare il programma preferito. Le aziende di marketing si accorgono di quanto sta avvenendo e iniziano ad adottare strategie sempre più mirate per ridurre lo zapping, innanzi alla pubblicità o un programma che non rispecchia le aspettative. Il termine zapping proviene dall'inglese to zap che significa agire rapidamente e con energia, come uccidere un insetto. zapping è stato associato all'americano zapper che significa telecomando.
Il passaggio del lavoro analogico (manuale) a quello digitale, sostenuto dalla tecnologia 4.0, ha generato un surplus di risorse umane che necessita di essere incluse nel circuito produzione–servizi. Per una parte importante delle nuove professioni corre l'obbligo di introdurre nuove idee che possano diventare in futuro attività e consolidare in termini di redditività gli sforzi compiuti nella fase iniziale. Creare una startup e diventare startupper è entrato a fare parte della cultura dei nostri tempi nella fondata speranza che un giorno possa effettivamente diventare scaleup in grado di generare un elevato fatturato e coinvolgere molte persone nel progetto di business. È necessario trovare non solo l'idea ma anche l'incubatore che possa aiutare e agevolare la costruzione delle fasi e del BP (Business Plan) con un ritorno misurabile in termini di redditività. La dinamicità del mercato invita alla prudenza ma anche ad accrescere il grado di sensibilità con il quale avviare le startup avendo cura di modificare la linea d'azione (Pivot) nel momento stesso in cui si avverte l'esigenza di cambiare la strategia e non vincolare la startup all'idea nativa che deve essere il più possibile Disuriptive Innovation per rompere schemi e strutture esistenti e collocarsi sul piano dell'innovazione per dare vita a nuove forme di mercati.
Il capitale di avviamento può essere ottenuto agendo sulle risorse personali ma anche agendo con leve finanziarie differenti come il Crowdfunding e il Fund raising che sa soli sono in grado di raccogliere risorse e dare fiato alla startup. Tutto questo però deve tenere conto anche di una verifica parziale dell'idea per farla diventare startup facendo riferimento all'Mvp (Minimum viable product) che consente di ricevere consensi e consigli e approdare a modifiche semplici o sostanziali. Tutto questo nell'insegna dell'Open Innovation.
La Blockchain è una nuova modalità impiegata per effettuare transazioni sicure in Internet in grado di generare valore aggiunto agli utenti che la utilizzano. È un protocollo di comunicazione che fa riferimento ad un data base (archivio) distribuito e organizzato a blocchi. Ogni blocco contiene un certo numero di informazioni crittografate di cui una parte è contenuta nel blocco precedente in grado di generare una catena che si auto consolida.
Il Bitcoin è una moneta digitale (digital currency) che usa la piattaforma di Blockchain per essere negoziata alla pari (A Peer-to-Peer Electronic Cash System). Il mondo del lavoro è stato legato per anni alla relazione casa-bottega dove le persone cercavano il lavoro stabile e costruivano l'abitazione in prossimità dell'azienda.
L'avviamento al lavoro e l'apprendistato erano le forme più impiegate per formare le persone all'uso delle mani per apprendere un mestiere. Oggi è tutto molto rapido.
Sempre meno è presente la formazione pratica sul campo e l'affiancamento. Le persone, e in modo particolare i giovani, devono fare esperienza sui propri errori, e in questa fase storica, sono amplificati e spesso il recupero è lento e doloroso.
I lavoratori di oggi stanno sempre di più assumendo il ruolo di #zappingjob alla continua ricerca di una idea e di un lavoro per dare continuità alla propria esistenza lavorativa ed essere parte attiva di un futuro migliore. Poche sono le startup che raggiungono i propri scopi. Molte soffrono della mortalità infantile incapace di raggiungere i propri obiettivi. Dal 1961 ad oggi sono cambiate molte cose. Il telecomando della televisione è entrato a fare parte della vita di tutti i giorni raggiungendo anche gli strati più intimi dell'identità di ogni singola persona fino a condizionarne in modo inconsapevole le condotte quotidiane, come il lavoro e le relazioni sociali. Il telecomando umano viene messo in funzione dalla mano invisibile di una economia che chiede all'uomo di fare ogni giorno, e in più occasioni, #zappingjob: è possibile rimuovere la batteria allo zepper?
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.