Il marchio più influente tra i prodotti Dop italiani, una conferma nella top ten insieme a Nutella e ai grandi marchi dell'It e del digitale. "Siamo molto soddisfatti" - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Alessandro Bezzi.
Reggio Emilia, 24 giugno 2016
Il Parmigiano Reggiano si conferma non solo il marchio più influente tra i prodotti Dop italiani, ma resta nella top ten dei marchi mondiali che sono ritenuti più affidabili, influenti e segnati da elementi di unicità da parte dei consumatori italiani.
La classifica – stilata da Ipsos a conclusione di un'indagine che ha coinvolto i consumatori italiani - è dominata dalle nuove tecnologie e dal digitale (Google in testa, e poi Amazon e Facebook), mentre il food entra al quinto posto con Nutella e con il Parmigiano Reggiano – capofila dell'agroalimentare Dop italiano - al nono posto, preceduto da Apple e seguito da YouTube.
"Siamo molto soddisfatti - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Alessandro Bezzi - per la conferma di una posizione che ci vede tra i marchi mondiali più apprezzati e primi assoluti tra i prodotti Dop". "Questo - prosegue Bezzi - è il riconoscimento esplicito delle caratteristiche uniche del Parmigiano Reggiano in termini di assoluta naturalità del prodotto, artigianalità della lavorazione e legame con il territorio, che coincide anche con un forte impegno per la tutela dell'ambiente".
"Essere riconosciuti come uno dei marchi mondiali più influenti - osserva il presidente del Consorzio - è al tempo stesso motivo di soddisfazione e responsabilità, perché significa avere un effetto e un impatto positivo sulle persone, come sottolinea Ipsos, e, contemporaneamente, corrispondere ad un'attesa dei consumatori che non si limita solo al prodotto o al servizio in sé, ma anche al sistema di norme e valori dal quale nasce".
(Fonte: ufficio stampa del Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Scelto quale formaggio Dop simbolo nell'"Italy Loves Food", la nuova vetrina delle eccellenze. Il più importante punto di promozione al di fuori del comprensorio di produzione.
Reggio Emilia, 13 giugno 2016
Il Parmigiano Reggiano spicca letteralmente un nuovo volo sui mercati internazionali.
Assicurandosi l'esclusiva merceologica sui formaggi a pasta dura, il formaggio italiano più noto al mondo è da sabato tra i protagonisti dell'"Italy Loves Food", la nuova area creata nell'aeroporto di Bergamo (terzo, in Italia, per numero di passeggeri dopo Fiumicino e Malpensa) per offrire ai viaggiatori uno spazio in cui conoscere, degustare e acquistare alcune delle eccellenze alimentari italiane.
"Grazie all'accordo raggiunto con la Sacbo spa - sottolinea il presidente del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, Alessandro Bezzi - ci presenteremo così a oltre 10 milioni di persone (tanti sono stati i viaggiatori in arrivo e in partenza da Bergamo nel 2015) in quello che già si configura come il più importante presidio per la promozione del Parmigiano Reggiano al di fuori del comprensorio di produzione".
"L'"Italy Loves Food" - prosegue Bezzi - rappresenta un'opportunità straordinaria per incontrare un vastissimo pubblico con il tempo necessario a far conoscere le caratteristiche del prodotto, la sua assoluta naturalità, a farlo degustare, a presentare le caratteristiche artigianali della filiera del Parmigiano Reggiano: un insieme di azioni e di informazioni che concorrono in modo decisivo a determinare le scelte e la fidelizzazione dei consumatori".
Aeroporto Bergamo - Alessandro Bezzi intervistato nello spazio dedicato ai formaggi di Italy Loves Food
"La nostra - sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - sarà dunque una partecipazione attiva e non una statica vetrina, che coinvolgerà anche direttamente i caseifici del comprensorio e consentirà di raggiungere sia consumatori italiani che stranieri in transito dall'aeroporto di Bergamo non solo per ragioni di vacanza o di piacere (47,3%), ma in larga parte anche per ragioni d'affari (24,9%), di studio e di famiglia (27,8%)".
"Fra i dati per noi più interessanti - prosegue Deserti - spicca quello riguardante l'età dei passeggeri, che per il 74,2% è al di sotto dei 45 anni e per il 42% è addirittura inferiore ai 35. Si tratta, dunque, di potenziali consumatori che appartengono ad un target molto attento alla genuinità e naturalità dei prodotti e che, nella maggior parte dei casi, hanno un reale bisogno di informazioni precise e approfondite proprio sui prodotti di più lunga tradizione, i cui valori vengono spesso dati per acquisiti o circoscritti solo alla gradevolezza".
"Nel momento in cui stiamo mettendo in atto investimenti crescenti e sempre più articolati sui mercati esteri - osserva il presidente Bezzi - è evidente che questa dinamica vetrina si configura come un autentico catalizzatore dell'interesse internazionale che ruota attorno al nostro prodotto e che viene confermato da esportazioni che sono sostanzialmente raddoppiate nell'ultimo decennio, portando l'incidenza dell'export al 34% sul totale della produzione".
"Contemporaneamente - conclude il presidente del Consorzio - la presenza in questo prestigioso spazio ci consentirà di promuovere tra i viaggiatori/turisti la possibilità di visite nel comprensorio di produzione, all'interno del quale i caseifici artigianali del Parmigiano Reggiano rappresentano un motivo unico di attrazione".
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano)
Largamente superata la quota necessaria per l'approvazione da parte del Ministero. Interessati 3.200 allevatori e 350 caseifici. Prorogato al 15 giugno il termine per le adesioni. Il Presidente Bezzi: così si pongono le basi per l'espansione ordinata della filiera.
Reggio Emilia - A poco meno di due mesi di distanza dall'approvazione della proposta in Assemblea (il 6 aprile scorso), il "Piano di regolazione dell'offerta" del Parmigiano Reggiano ha già largamente superato il 66% di adesioni da parte dei caseifici e degli allevatori (complessivamente oltre 3.200), quota indispensabile affinché il piano possa ora andare al vaglio e all'approvazione da parte del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, passaggi previsti entro l'anno. Per consentire la più ampia adesione dei tanti caseifici ed allevatori favorevoli, ma in ritardo rispetto alla consegna delle delibere (inizialmente prevista entro il 31 maggio), il Comitato esecutivo del Consorzio ha prorogato al 15 giugno il termine per le accettazioni.
"L'adesione da parte dei singoli produttori - sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Alessandro Bezzi - è un fatto tutt'altro che formale".
"Da una parte, infatti, riafferma il valore riconosciuto ad una ordinata ed equilibrata gestione dell'offerta come primario strumento di valorizzazione del lavoro e dei redditi dei produttori, rendendone possibile l'applicazione; contemporaneamente - prosegue Bezzi - in una situazione molto critica per la filiera del latte in Italia e in Europa, il sistema Parmigiano Reggiano esce rafforzato nel suo rapporto con i mercati e nella valorizzazione di quelle "quote latte Parmigiano Reggiano" che - unico caso tra le Dop europee - sono state attribuite direttamente agli allevatori, generando nuovo e concreto valore per le imprese".
Il Registro quote latte Parmigiano Reggiano (QLPR) venne introdotto dal Consorzio nel novembre 2014 in vista della cessazione del regime europeo delle quote latte, che dall'aprile 2015 ha comportato l'azzeramento totale del valore di quelle stesse quote che per anni erano state oggetto di scambi e rappresentavano uno dei patrimoni via via costruiti dagli allevatori.
"L'aspetto più rilevante dell'operazione messa in atto dal Consorzio - prosegue il presidente Alessandro Bezzi - fu proprio l'assegnazione di quote latte per il Parmigiano Reggiano di esclusiva proprietà degli allevatori, che da quel momento hanno potuto ancorare l'attività produttiva ad un titolo reale ed esclusivo".
La massiccia adesione dei produttori al nuovo "Piano di regolazione dell'offerta" 2017-2019, dunque, va a salvaguardare anche questo patrimonio che, in base ai valori attuali, corrisponde ad una capitalizzazione complessiva di circa 450 milioni di euro.
"Questo passaggio - conclude il presidente del Consorzio - ha anche una diretta e immediata ricaduta su diverse altre azioni impostate dal Consorzio, ed in particolare su quelle finalizzate alla promozione sul mercato interno e su quelli esteri, tanto più efficaci quanto più i flussi produttivi e la loro ordinata crescita corrisponde alla nuova domanda che si va ad alimentare".
(CFPR - Reggio Emilia, 3 giugno 2016)