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Venerdì, 23 Febbraio 2018 10:44

Operazione "ALFA 31". Lotta allo spaccio

L'indagine oggetto degli odierni provvedimenti cautelari si inquadra in complessa manovra investigativa da tempo avviata dal Comando Provinciale di Bologna, sotto l'egida della locale Procura della Repubblica, finalizzata a contrastare il fenomeno del traffico e spaccio di stupefacenti condotto nell'ambito del Capoluogo, con particolare riferimento ad alcune precise aree della città.

Bologna 22 febbraio 2018 - In tale quadro, particolare attenzione viene infatti da tempo rivolta, in particolare, a zone estremamente sensibili al fenomeno, quali quelle attorno alla "MONTAGNOLA", "PIAZZA VERDI" e, più specificatamente, ruotanti attorno al polo universitario.

Il tutto è stato poi in epoca ancor più recente ulteriormente perfezionato grazie all'istituto del "MINI DASPO" ad opera della locale Prefettura. Trattasi di un'Ordinanza emessa dal Prefetto, Matteo PIANTEDOSI, tesa a vietare lo stazionamento nel giardino pubblico a tutti coloro i quali risultano essere già stati arrestati o denunciati nell'ambito dei controlli delle forze dell'ordine nell'area verde del centro storico. In tale quadro i soggetti colti in flagranza vengono dapprima allontanati e successivamente, laddove colti in violazione della medesima Ordinanza, deferiti per inosservanza del provvedimento.

Tale misura, che ha visto una sua immediata ed efficace applicazione da parte delle Forze di Polizia, ha prodotto immediatamente i suoi positivi effetti, contribuendo ad una sensibile diminuzione delle "presenze criminali" in determinate aree del centro (la sola Compagnia Carabinieri Bologna Centro ne notificava oltre 30).

E' qui che si è concentrato lo sforzo delle Istituzioni complessivamente intese, concretizzatosi attraverso lo sviluppo di articolata attività di contrasto, su doppio binario. Giova infatti premettere come sia stato, in primis, adeguatamente sviluppato il segmento prevenzione, attraverso l'avvio e progressiva implementazione di servizi mirati dei reparti territoriali, supportati da unità specializzate dell'organizzazione mobile, quali CIO e SOS.

A quanto sopra si è affiancata un'approfondita analisi del fenomeno "spaccio" in città, condotto dal Comando Provinciale dei Carabinieri, il che ha contribuito a circoscrivere ancora meglio l'area delle operazioni, al di là delle citate note zone del centro cittadino. All'interno di queste è stato infatti possibile individuare con precisione ancora maggiore alcune vie di particolare interesse, fasce orarie di commissione dei delitti ed in ultimo, certamente non per importanza, nazionalità/matrice etnica dei soggetti protagonisti, in modo da calibrare gli interventi più opportuni e mettere in cantiere la strategia di contrasto più efficace.

Tale altra direttrice ha quindi visto un suo sviluppo su più livelli, ovvero tanto attraverso una immediata attività cd. "di piazza", tesa ad infrenare il fenomeno dello spaccio al dettaglio con interventi diretti in flagranza di reato, quanto con l'impostazione di indagini a medio e lungo termine, aventi quali obiettivo quello di risalire il fenomeno giungendo all'individuazione e disarticolazione di componenti più o meno strutturate, dotate di rilevanti direttrici di approvvigionamento, ed a loro volta gerenti le articolate filiere di spacciatori loro agganciate.

Il contrasto nella sua forma più immediata, che ha visto coinvolte le strutture territoriali dell'Arma fino alle minori unità, ha fatto registrare un trend positivo, laddove nel corso degli ultimi 12 mesi, a fronte di un numero di reati interessanti il fenomeno stupefacenti pressoché immutato - a livello cittadino complessivamente inteso - è stato registrato un 28% in più di soggetti colpiti, tra arrestati, circa 270, e deferiti/segnalati alle Autorità competenti, circa 80.

Al contempo, come accennato, è stata accuratamente pianificata e messa in campo anche strategia più complessa, incentrata sull'avvio di attività investigative ad ampio spettro, tali da aggredire il fenomeno in maniera ancor più efficace e complessiva: determinante in tale ambito la sinergia con l'Autorità Giudiziaria bolognese, rappresentata dal dott. Giuseppe AMATO, che ha coordinato le indagini in questione, consentendo altresì che le stesse vedessero nei giusti tempi gli attesi esiti, attraverso l'emissione dei vari provvedimenti ritenuti opportuni.

Tra le attività investigative avviate anche quella oggetto delle odierne misure cautelari, che ha documentato l'operatività di associazione di matrice tunisina, dedita a traffico di eroina e cocaina, avente base operativa proprio nel centro cittadino. L'attività in oggetto riveste importanza particolare non soltanto proprio perché la prima in grado di aggredire il fenomeno sotto un profilo associativo, ma anche e soprattutto per l'operatività del sodalizio stesso in un'area sinora caratterizzata da fenomeni diffusi e mai valutati nella loro complessità.

Proprio nella centralissima via Centotrecento - tra piazza Verdi, via Irnerio e la "Montagnola" - veniva infatti localizzato il principale appartamento, intestato a terzi, utilizzato dai sodali per preparare lo stupefacente che sarebbe poi stato ceduto al dettaglio nelle zone limitrofe.

Appartamento costituente dunque vera e propria base operativa, laddove luogo adiacente alle privilegiate "piazze di spaccio", oltre che di incontro tra il capo e gli affiliati, ove il primo dettava decisioni e strategie e, non ultimo, luogo di ricovero per gli spacciatori stessi in occasione di problemi sopravvenuti quali improvvisi blitz da parte delle Forze di Polizia.

In particolare il gruppo criminale emergeva essere capeggiato da soggetto maghrebino inteso "ABDELTIF" o "LATIF", identificato in SOLTANI Latif, vero organizzatore e gestore della struttura, in diretto contatto con i fornitori in relazione ai significativi quantitativi di stupefacenti trattati e passati, in prima battuta, al suo diretto referente "HAMZA". Questi emergeva infatti avere funzioni di intermediario tanto verso l'alto (SOLTANI) quanto verso la nutrita schiera di pusher alle dirette dipendenze; in tale ambito si avvaleva del suo "braccio destro", JENDOUBI Ahmed, inteso "AHMED".

Le attività tecniche condotte in direzione dei succitati consentivano quindi di individuare non soltanto diversi canali di approvvigionamento, tra i quali quello rappresentato "NAPPA", rifornente la struttura mediante frequenti contatti con HAMZA o, per lui, con JENDOUBI, ma anche tutto il reticolo di soggetti da loro direttamente dipendenti, tra i quali BEJA Aziz, inteso "REDOUANE", e BENFALEH Hamza.

 

BEJA_AZIZ_-_MAROCCO_classe_1985.jpg BEN_FALEH_HAMZA_-_TUNISIA_classe_1987.jpg JENDOUBI_AHMED_-_TUNISIA_classe_1983.jpg

Era in tale fase che - anche grazie a mirati servizi dinamici condotti in direzione dei vertici - che veniva localizzata la succitata base operativa dell'associazione, individuata nella citata Via Centotrecento presso l'abitazione in uso a G.R., detto "ROBY", ed alla sua compagna Z.N., detta "Cinzia", entrambi in frequente contattato telefonico con i diversi membri dell'associazione.

La successiva progressione investigativa consentiva di individuare anche il secondo appartamento nella disponibilità dei succitati, ovvero quello ubicato in Via Dei Gandolfi ed anagraficamente riconducibile ad una famiglia di ecuadoregni, sostanzialmente deputato al primo occultamento e taglio dello stupefacente. Lo stesso risultava abitato in via pressoché esclusiva da BEJA Aziz, incaricato di ricevere la droga che, con ausilio degli altri affiliati preparava e nascondeva poi all'esterno dell'abitazione, in mezzo al verde pubblico.

Lo stesso veniva tuttavia tratto in arresto per altri motivi, per cui il gruppo si vedeva costretto a spostare nuovamente il "laboratorio", che per un certo periodo veniva trasferito direttamente presso l'abitazione del capo, SOLTANI, in via Mazzini. Le funzioni del BEJA venivano quindi assorbite in toto dal BENFALEH, che curava quindi tanto i rapporti con il capo quanto con tutti i pusher lui legati. Era proprio con il SOLTANI che quest'ultimo - secondo consolidato modus operandi - in seguito ad ogni "taglio" provvedeva personalmente all'occultamento all'esterno dell'eroina che poi sarebbe stata passata agli altri affiliati per lo smistamento sulla piazza. A riscontro di quanto sopra, il sequestro effettuato dagli operanti il 28 aprile 2015, nei pressi di via Albertoni, di 26 palle di eroina, che il BENFALEH aveva poco prima occultato sotto alcune siepi, in attesa che venissero recuperate da altro sodale per le successive cessioni.

Il complesso delle acquisizioni raccolte in corso d'opera, tra i sequestri e gli oltre 1700 contatti complessivamente registrati tra i componenti l'associazione, consentiva di quantificare la sostanza immessa sul marcato, e segnatamente nell'area compresa tra la "Montagnola", piazza Verdi e le adiacenti via Irnerio e via Zamboni, pari a circa 1,8 kg mensili, con tutti i connessi introiti.

In tale quadro venivano altresì individuati altri punti fissi di spaccio che il sodalizio risultava utilizzare soprattutto in concomitanza dell'eccessiva pressione esercitata dall'Arma nelle zone di precipuo appannaggio: emergevano quindi via San Vitale, via Petroni, alcuni punti di Massarenti e di via Mazzini.
In maniera pressoché analoga veniva condotta l'attività di spaccio di cocaina, che vedeva HAMADE Nabil, inteso "Nappa", quale primo responsabile del canale di approvvigionamento.

Le intercettazioni condotte in direzione del medesimo consentivano di documentare compiutamente quantitativi e prezzi, laddove la sostanza - in perfetta linea con i prezzi di mercato - veniva ceduta all'acquirente finale a 60 euro al grammo.

L'HAMADE vedeva quale primo referente il capo dell'associazione, il SOLTANI, e spesso direttamente il JENDOUBI (curando il BENFALEH il complesso delle attività con particolare riferimento all'eroina). JENDOUBI Ahmed veniva coadiuvato nella sua attività illecita anche dalla compagna F.A.M. la quale, prestava la propria opera occupandosi della fissazione degli appuntamenti con i clienti ed assistendo anche alle successive cessioni di stupefacente. La donna coinvolgeva nell'attività illecita anche il fratello F.O., minorenne all'epoca dei fatti, utilizzandolo, in qualche occasione, per effettuare consegne di cocaina.

Nel corso delle indagini veniva intercettato anche JEBALI Anis, inteso "Aklash" o "Kaka", in quanto subentrato nell'utilizzo di una delle utenze di JENDOUBI Ahmed già monitorate. Sin da subito appariva chiara la sua partecipazione all'associazione anche se portava avanti la rivendita di eroina quasi esclusivamente nel parco pubblico ubicato tra via Mondo e via Della Torretta, oppure nei pressi della COOP di via Della Repubblica.

L'attività d'indagine portava a riscontrare non soltanto la ricorrenza di un gruppo stabilmente organizzato per portare avanti un'intensa attività di rivendita al minuto di sostanze stupefacenti del tipo eroina e cocaina, ma anche e soprattutto ad accertare la sussistenza di una stabile cerchia di clienti.
Per questo motivo, al termine delle attività tecniche, si procedeva ad identificare compiutamente proprio questi ultimi, per assumere da loro informazioni circa le ragioni, le quantità, la frequenza e le modalità degli acquisti di stupefacente effettuati. Dall'esito delle dichiarazioni rese a s.i.t. dagli acquirenti, oltre alle conferme circa i numerosi acquisti di eroina e/o cocaina effettuati nel corso del tempo, alcuni di essi, i più assidui, si dimostravano a conoscenza anche di alcune dinamiche interne ed organizzative dell'associazione.

L'attività d'indagine in analisi ha messo in evidenza, in maniera del tutto originale per il contesto felsineo, la sussistenza di un sodalizio criminale insistente su una circoscritta e ben definita area geografica cittadina, dedito allo smercio organizzato al dettaglio di sostanze stupefacenti di varia natura, nello specifico cocaina ed eroina bianca.

Lo studio delle dinamiche e dei rapporti tra gli associati di origine maghrebina ed altri loro connazionali, ha evidenziato la presenza su tutto il territorio felsineo di più fazioni, criminalmente organizzate e non; territorio di cui la consorteria di cui trattasi è emerso controllare in maniera assolutamente determinata, al punto di non escludere l'idea al ricorso a metodi estremi come l'uso delle armi o della violenza fisica, la porzione compresa tra la zona universitaria, centro storico fino alle zone immediatamente esterne alle mura.

 

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Immagini:
1. Foto conferenza stampa – Comando Provinciale Carabinieri Bologna. Nella foto, da sinistra, Capitano Marco Fragassi, Comandante della Compagnia Carabinieri Bologna Centro, Colonnello Valerio Giardina, Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna e Tenente Colonnello Marco Francesco Centola, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri di Bologna;
2. Foto soggetti – Sezione Investigazioni Scientifiche Carabinieri Bologna;
3. Frame arresti – Nucleo Operativo Carabinieri Bologna Centro.

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Riceviamo e pubblichiamo la Lettera Aperta del "Manifesto per San Leonardo" con la quale si sollecita l'Amministrazione Comunale di Parma a procedere con azioni efficaci in materia di sicurezza.

Segue Lettera Aperta - 

Sono ormai trascorsi diversi mesi da quel 18 ottobre 2017 in cui abbiamo incontrato il Sindaco, l'Assessore Casa, il Delegato alla Sicurezza ed altri esponenti dell'Amministrazione.

Un primo incontro a cui, a nostro giudizio, avrebbero dovuto seguirne altri con i cittadini di S. Leonardo per meglio capire le strategie e le azioni che l'Amministrazione intendeva attuare per iniziare a dare "segnali" di impegno efficace al ns Quartiere e, pensiamo, anche a tutta la città.

Azioni che avrebbero avuto il significato di ridare fiducia ai cittadini ed il segnale che le istituzioni non hanno alzato le mani di fronte alla situazione di illegalità e degrado: azioni che avrebbero dovuto avere come riscontro oggettivo l'eliminazione dello spaccio "palese e indisturbato" dalle strade.

Ma siamo ancora qui a scrivere le stesse cose: l'installazione delle telecamere entro il 31/12/2017 come indicatoci nella trasmissione televisiva del 26/09/2017 non è avvenuta (solo quella nella rotatoria del nuovo supermercato è stata installata!!);

Gli interventi da noi richiesti in merito al degrado urbano, al sostegno al commercio sono ancora nel nulla.......

Nel bilancio ancora si promettono soldi per la sicurezza e le telecamere......:

Ma quanti anni dovremo ancora aspettare perché si faccia qualcosa di veramente serio e risolutivo da parte dell'istituzioni?

Quante riunioni del Comitato per la Sicurezza dovremo ancora aspettare prima che si ottenga qualcosa di visibile?

Appare una città strana la nostra, una Parma un po' Dottor Jekyll e un po' Mister Hyde.

PARMA CITTÀ CREATIVA UNESCO PER LA GASTRONOMIA in cui i nostri Amministratori ed Istituzioni sembra non riescano ad inventarsi nulla sulla Sicurezza

ma dove non si ferma la cementificazione (vedi Mall, nuovi supermercati, Aeroporto cargo.....)

PARMA CITTA' CAPITALE DELLA CULTURA 2020 dove però la cultura dell'illegalità sembra avere la meglio...

Una città dove in pochi mesi ci si coordina, si fa squadra e si diventa Città capitale della Cultura ma dove da oltre sei anni lo spaccio, il degrado e l'illegalità la fanno da padrona

Ben venga il milione di turisti previsti nel programma dell'Amministrazione, ma possiamo presentarci in questo modo, con le strade di accesso alla città piene di spacciatori? Con un degrado urbano importante e sempre più diffuso?

Possiamo presentarci come città capitale della cultura con bei monumenti e belle iniziative e lasciare invivibili le vie del centro e non solo?

Possiamo presentarci come una città che ascolta e apprezza la musica e la bellezza, ma non ascolta i cittadini e non fa squadra nelle occasioni difficili (sul silenzio delle Istituzioni si veda anche dichiarazione dell'esercente oggetto del più recente atto "vandalico"), forse, per attenuare il grado di drammaticità dei fatti....

Si, lo sappiamo, adesso ci risponderanno che non si può far nulla, ...che le leggi sono quelle, ...che abbiamo già scritto al Ministro, ....che sono i cittadini che devono essere propositivi ......

Ormai siamo abituati a questo tipo di risposte da parte dell'Amministrazione e alle mancate risposte del Prefetto (stiamo ancora aspettando dal 14/12/2016), ma il quartiere non si arrende e, nel suo piccolo, qualche risposta continua a darla con il quotidiano impegno dei singoli, delle associazioni, dei gruppi, delle parrocchie che sono attivi ed operosi nel creare attività, occasioni di incontro e relazioni.

Certo, non scendiamo più in strada come nel 2016, ma non sta a noi garantire LEGALITA' e SICUREZZA

Per concludere, siamo molto contenti che Parma sia stata proclamata CAPITALE DELLA CULTURA 2020 ma ci auguriamo che Parma possa diventare CITTA' SICURA 2018!!!

MANIFESTO PER SAN LEONARDO

Pubblicato in Cronaca Parma

Controlli a contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti al Parco Novi Sad e nelle zone limitrofe operati dalla Guardia di Finanza di Modena: sequestri di marijuana, hashish e cocaina.

Modena, 16 febbraio 2018

La Guardia di Finanza di Modena, a seguito delle continue richieste di maggior sicurezza da parte dei cittadini, ha intensificato i controlli sul territorio, in particolare a contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Specifici servizi sono stati predisposti nelle zone limitrofe al Parco Novi Sad.

Nel corso delle attività svolte, dal 21 gennaio sino ad oggi, grazie all'ausilio delle due unità cinofile del Gruppo di Modena che hanno affiancato i militari specializzati cd. "Baschi Verdi", sono stati identificati numerosi soggetti, fra cui un cittadino nigeriano irregolare sul territorio dello Stato in quanto sprovvisto di idoneo permesso di soggiorno nonché deferiti alla competente A.G. tre giovani, tra cui un sedicente gambiano richiedente asilo politico in Italia.

In particolare, i tre sono stati trovati in possesso di numerose dosi di sostanza stupefacente: marijuana, hashish e cocaina (oltre 80 grammi), già confezionate e pronte per essere vendute, oltre a banconote di piccolo e medio taglio derivanti dall'attività di spaccio (circa mille euro) e ulteriori dosi nascoste.

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I militari hanno segnalato i tre alla competente A.G. per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e proceduto al sequestro della sostanza stupefacente e del denaro contante rinvenuto.
Il coinvolgimento del cittadino gambiano in attività illecite è stato, anche oggetto di segnalazione alla Prefettura competente, visto che l'uomo aveva presentato richiesta di asilo.

Nel corso dei controlli in parola, inoltre, sono state sottoposte a sequestro ulteriori dosi di marijuana, destinate all'uso personale dei detentori, rinvenute nella disponibilità di un cittadino italiano e di due extracomunitari grazie al fiuto del cane Thor.
In tale contesto, al fine di massimizzare l'azione di contrasto nel settore dello spaccio di stupefacenti, le unità cinofile del Corpo, nell'ambito di una consolidata sinergia tra le forze di polizia statali e quelle locali che quotidianamente operano sul territorio, sono state messe a disposizione anche della Polizia Municipale per essere utilizzate nel corso di analoghi controlli svolti da quest'ultima nell'ambito del dispositivo di contrasto coordinato in sede di Comitato Provinciale.

Pubblicato in Cronaca Modena

Una pattuglia dei Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di San Giovanni in Persiceto che si trovava a transitare per le strade di Cento, ha notato un uomo davanti a un bar che stava consegnando un oggetto a una ragazza. L'atteggiamento dei due soggetti ha insospettito i militari che si sono avvicinati per un controllo.

La ragazza, ventiseienne italiana, ammetteva di essere stata forzata ad acquistare della cocaina dall'uomo che di recente le aveva preso il suo smartphone, come garanzia per costringerla a continuare a comprare la droga da lui.

Lo spacciatore è stato identificato in un trentatreenne marocchino, disoccupato, senza fissa dimora, clandestino e con una marea di precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, la persona e le norme sulla condizione dello straniero in materia d'immigrazione. Dallo scorso novembre, infatti, lo spacciatore è stato inserito nella lista dei soggetti da allontanare dal territorio italiano.

Oltre a una decina di grammi di cocaina, una bilancina di precisione e un centinaio di euro in contanti, l'uomo è stato trovato in possesso dello smartphone che aveva preso alla ragazza. Il cellulare è stato restituito alla giovane.

Su disposizione della Procura della Repubblica di Ferrara, l'uomo è stato rinchiuso in camera di sicurezza, in attesa del giudizio direttissimo, previsto per la mattina odierna presso le aule giudiziarie del Tribunale di Ferrara.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Gli uomini dell'Arma hanno compiuto un'altra incursione "a sopresa" al parco Novi Sad con l'ausilio di un'unità cinofila specializzata nelle azioni antidroghe. Segnalato anche un minorenne modenese per detenzione di "fumo" a uso personale.

MODENA - Resta alta l'attenzione attorno al Parco Novi Sad, tristemente noto per essere un "supermarket della droga". È qui, infatti che la domanda e l'offerta di stupefacenti si incontrano. Da una parte gli spacciatori di origine africana, dall'altra i clienti, tra cui molti minorenni che frequentano le vicine scuole superiori.

Ieri, dopo le incursioni della Polizia dello scorso fine settimana, è stata la volta dei Carabinieri, che si sono presentati con una task force di diciotto uomini e un cane antidroga, setacciando il parco palmo a palmo.

"Il mercato dello spaccio" era ripreso a pieno ritmo proprio perché il passaggio della Polizia era avvenuto appena qualche giorno prima e questo secondo blitz non era probabilmente atteso. Grazie all'"effetto sorpresa" sono stati identificate 58 persone, di cui 42 di origine straniera.

Due nigeriani di 23 anni sono invece stati denunciati per il reato di spaccio. Un terzo giovane, loro connazionale, è stato invece "beccato" in zona, nonostante, appena dieci giorni fa, era stato oggetto di un provvedimento emesso dal giudice che ne vietava la dimora a Modena, in seguito a una condanna per spaccio.

Durante il blitz sono stati anche denunciati a piede libero anche un cittadino albanese di trent'anni e un marocchino di 19 non in regola con il permesso di soggiorno. Nella rete sono caduti anche due italiani: un 48 enne fermato per guida senza patente, poiché revocata, e uno studente minorenne, che è stato segnalato alla Prefettura come consumatore di stupefacenti per il possesso di una piccola quantità di "fumo" nei limiti dell'uso personale.

Grazie al fiuto del cane antidroga sono poi stati sequestrati 25 grammi totali di marijuana, alcuni trovati addosso agli spacciatori, altri nascosti sotto ai cespugli.

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Venerdì, 12 Gennaio 2018 09:50

Spaccio fra i campi in provincia di Piacenza

La Guardia di Finanza di Piacenza ha arrestato uno spacciatore in flagranza di reato. Inutile la tentata fuga tra i campi. Identificato anche l'acquirente, di nazionalità italiana.

Piacenza, 12 gennaio 2018

La Tenenza Guardia di Finanza di Fiorenzuola d'Arda, nell'ambito del quotidiano controllo del territorio, in occasione delle festività natalizie, con la collaborazione di una unità cinofila della Guardia di Finanza di Piacenza, ha tratto in arresto, in flagranza di reato - nei pressi di Caorso - lo spacciatore A.A., cittadino maghrebino irregolare in Italia e già con precedenti specifici.

Gli appostamenti e i pedinamenti precedentemente effettuati, hanno consentito alle fiamme gialle la cattura dell'uomo ed il sequestro di 62 grammi di eroina, 27 grammi di cocaina, 8 grammi di hashish ed un bilancino di precisione.

Lo spaccio, con modalità ormai consolidata, avveniva in aperta campagna dove i consumatori, previo contatto telefonico con il venditore che indicava il luogo preciso d'incontro, si recavano per acquistare lo stupefacente. Alla vista dei militari lo spacciatore ha tentato di darsi alla fuga nei campi circostanti ma è stato immediatamente bloccato e arrestato.

È stato inoltre identificato l'acquirente, di nazionalità italiana. Considerata la consistente quantità di stupefacenti sequestrata, il magistrato di turno ha disposto l'arresto del maghrebino e l'accompagnamento presso il penitenziario delle Novate dov'è tuttora recluso. Frutto del costante controllo del territorio disposto dal Comando Provinciale di Piacenza, l'attività si inquadra nel più vasto ambito dei servizi di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, fortemente intensificati nei periodi delle Festività.

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Arrestato dalla Polizia di Stato un quarantenne di origini campane in possesso di 2 kg di stupefacenti.

Modena, 19 dicembre 2017

Nell'ambito di mirati servizi finalizzati alla repressione di reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, personale della Squadra Mobile, nelle prime ore di questa mattina, ha arrestato un cittadino italiano, S.S., quarantenne di origini campane, colto nella flagranza del reato di detenzione a scopo di spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini sono partite da alcune segnalazioni circa la presenza ingiustificata di persone che avevano libero accesso ad uno stabile di via Vaciglio Sud, pur non essendo residenti. La Polizia ha individuato l'appartamento, abituale meta di tossicodipendenti. All'interno sono stati rinvenuti e sequestrati la somma in contanti di 3.975,00 euro, due pistole giocattolo, materiale per il confezionamento di dosi di sostanza stupefacente, nonché 59,4 grammi di cocaina, 1171,5 grammi di hashish e 752,5 grammi di marijuana.

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La Polizia municipale di Modena ha fermato il nigeriano di 20 anni, richiedente asilo collocato a Polinago, dopo che aveva nascosto la droga in un cespuglio.

Modena, 3 novembre 2017

L'hanno osservato a diversi metri distanza mentre sistemava la sua merce seduto su di una panchina al parco Novisad a Modena per poi nascondere il tutto in un cespuglio lì vicino. E' a quel punto che gli operatori della Polizia municipale sono intervenuti fermando il giovane nigeriano e recuperando dal cespuglio 400 grammi di marijuana e due bilancini del tipo di quelli che vengono normalmente utilizzati per preparare le dosi di sostanze stupefacenti da mettere in vendita.
L'arresto è avvenuto intorno a mezzogiorno di ieri, giovedì 2 novembre, in una zona del parco controllata con il sistema di videosorveglianza ed è stato confermato dal magistrato nella direttissima che si è svolta oggi, venerdì 3 novembre.
Il nigeriano (E. E. le iniziali) è un richiedente asilo di 20 anni, in Italia dal 2016, collocato dalla Prefettura a Polinago, ma già con un precedente per droga che gli ha procurato una denuncia della Polizia di Stato nei mesi scorsi. Gli operatori del Nucleo problematiche del territorio della Polizia municipale gli hanno trovato in tasca alcuni telefoni e anche 360 euro in banconote, mentre altri 2.200 euro erano nascosti nel cassonetto delle tapparelle avvolgibili della finestra della sua camera nella residenza di Polinago che condivideva con altri richiedenti asilo.
Il magistrato ha anche deciso la misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Modena per cui il giovane dovrà lasciare la comunità di Polinago e verrà collocato in un'altra struttura fuori dal territorio modenese.

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Piazza Dante Alighieri, profugo arrestato dalla Polizia di Stato per spaccio di stupefacenti.

E' stato un equipaggio della Sezione Narcotici della Squadra Mobile a notare il comportamento sospetto di un nigeriano di 22 anni, richiedente asilo dimorante in provincia, che verso le 13.00 di ieri, dopo aver visto un'unità cinofila della G. di F. in servizio di pattugliamento, ha cercato di allontanarsi furtivamente.

L'occhio vigile della pattuglia della Squadra Mobile nel notare il comportamento sospetto dell'uomo è stato determinante e quindi dopo aver proceduto a bloccare l'uomo si è riscontrato che O.H.N. risultava in possesso di 264 gr di marijuana occultata nei pantaloni pronta per essere spacciata.
Questa mattina il nigeriano sarà processato con rito direttissimo, mentre si è proceduto a segnalare la posizione del richiedente asilo alla Prefettura per la valutazione della revoca dei benefici dell'accoglienza.

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Il ventiduenne modenese è stato prima colpito da schiaffi e pugni, poi raggiunto all'addome e alla gola. È caccia all'aggressore, identificato in uno spacciatore magrebino. La lite sarebbe scoppiata per motivi legati alla droga.

MODENA – Versa in gravi condizioni il 22 enne modenese che ieri attorno a mezzogiorno è stato accoltellato al torace e alla gola mentre si trovava davanti al Sert di via Sgarzeria, zona "difficile" di Modena, proprio a causa della presenza di tossicodipendenti che gravitano attorno alla struttura e teatro di furti e microcriminalità.

Secondo il racconto di un testimone, che è intervenuto per tentare di sedare l'alterco, il giovane modenese, noto al Sert per il suo passato di tossicodipendente, stava aspettando un'amica che era salita nella struttura quando è arrivato quello che è poi stato identificato come un venticinquenne di origine magrebina, spacciatore nella zona di Piazza Matteotti.

Alla vista del modenese, il magrebino si è avvicinato prima con urla e minacce, poi è passato ai pugni e agli schiaffi. Infine, ha estratto un coltello a serramanico e ha colpito il 22 enne con quattro fendenti. Due lo hanno colpito al collo e due all'addome. Il ragazzo è rimasto in piedi per qualche minuto, poi è crollato a terra in una pozza di sangue, mentre il testimone tentava invano di bloccare il tunisino, che si è dato alla fuga ed è attualmente ricercato con l'accusa di tentato omicidio.

Sul posto sono accorsi prima gli agenti della Polizia Municipale, in servizio nella zona, poi una pattuglia delle Polizia, che ha raccolto le prime testimonianze. Il modenese è invece stato portato all'ospedale di Baggiovara, dove è stato operato d'urgenza all'addome.

Le sue condizioni sarebbero gravi.

Pubblicato in Cronaca Modena
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