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È scattata l'allarme anche in Italia per i prodotti con presenza del principio attivo del "FIPRONIL". Il Ministero della salute ha diffuso l'avviso del richiamo di un lotto di un prodotto alimentare per contaminazione chimica. Si tratta delle fettuccine di semola di grano duro. Il richiamo riguarda esclusivamente il lotto 33/2017, con termine minimo di conservazione (TMC) 22-08-2017, venduti in confezioni da 2 Kg.

Il prodotto alimentare è prodotto e commercializzato dalla Ristopronto srl via Di Dragone n 401/B Roma. Il motivo della segnalazione è presenza principio attivo "FIPRONIL".

Il Ministero raccomanda gli esercenti di cessare la vendita del lotto indicato di pasta in tutti i negozi e di ritirare le confezioni dal commercio. L'avviso di richiamo del lotto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerte alimentari del Ministero della salute nella sezione "Avvisi di sicurezza".

Dopo lo scandalo Fipronil, il consigliere chiede di intensificare i controlli e rendere pubblici i flussi commerciali delle materie prime estere

Rendere obbligatoria a livello europeo e nazionale l'indicazione di origine anche per gli ovoprodotti utilizzati nella trasformazione industriale e rendere pubblici i flussi commerciali delle materie prime estere. Lo chiede in un'interrogazione alla Giunta Fabio Rainieri (Lega Nord) dopo il sequestro e il fermo cautelativo dell'11 agosto scorso di tre lotti di prodotti alimentari derivati da uova provenienti da Germania, Belgio e Olanda - zone coinvolte nello scandalo Fipronil - con destinazione Bologna e Parma.

"Le uova di gallina sono già fornite di un sistema di etichettatura obbligatoria a livello europeo per distinguere provenienza e metodo di allevamento, a differenza dei loro derivati", ricorda il consigliere, che sottolinea come l'indicazione anche in questo caso garantirebbe al consumatore "scelte di acquisto consapevoli".

"Lo scandalo delle uova contaminate non riguarda quelle italiane ma quelle provenienti da Belgio e Olanda", dove sono già state arrestate due persone e chiusi in via cautelare 150 allevamenti avicoli. Rainieri vuole quindi conoscere "quali siano i risultati delle analisi effettuate sui lotti sequestrati" e "se vi siano stati altri sequestri", oltre a suggerire, alla luce dei fatti accaduti, di intensificare ulteriormente i controlli. (Francesca Mezzadri)

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )

Nell'ambito dei controlli compiuti dagli Istituti zooprofilattici sono state riscontrate 2 positività su 114 campioni esaminati.

Roma 21 agosto 2017 - L'agenzia Ansa informa che "Sono state rilevate due positività" nell'ambito dei controlli compiuti dagli Istituti zooprofilattici. Lo rende noto - prosegue l'agenzia - il ministero della Salute precisando che è stata fatta "conseguente segnalazione alle Regioni e Asl competenti territorialmente per ulteriori accertamenti sulla fonte di contaminazione e l'adozione, in esito ad essi, di eventuali provvedimenti restrittivi".

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Scandalo uova al Fipronil. Scoperta una seconda sostanza tossica nel disinfettante Dega 16 utilizzato negli allevamenti. L'agenzia alimentare belga ha confermato la presenza di amitraz nel disinfettante che è stato utilizzato in molti pollai.

Un nuovo capitolo si aggiunge nello scandalo europeo delle uova di gallina contaminate al fipronil che ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", era già stato segnalato in Italia dalla nostra associazione già a partire dal 1 agosto scorso. Nella soluzione disinfettante Dega 16 utilizzata negli allevamenti, sarebbe stato trovato un altro ingrediente pericoloso secondo un rapporto dell'autorità per la sicurezza alimentare belga. In particolare, sarebbe stata scoperta la presenza del pesticida amitraz, secondo quanto pubblicato dalla rivista "Der Spiegel" in data di ieri venerdì 18 agosto, citando un rapporto di gestione riservato dell'Ufficio federale della protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare del Belgio (BVL).

A seguito delle indagini sui contenitori sequestrati nelle aziende agricole contenenti il disinfettante Dega 16 sarebbero state individuate tracce di amitraz.

Tale ultima sostanza è un veleno che viene utilizzato per esempio nei cani contro insetti e acari. Come agente fitosanitario, non è più consentito a partire dal 2008 in tutta l'UE: nelle persone l'amitraz può causare problemi al linguaggio, pressione sanguigna bassa e disorientamento.

Se il veleno ha contaminato anche le uova, ciò è ancora sotto indagine secondo quanto riferito da "Der Spiegel". L'agenzia federale alimentare belga ha confermato, sempre secondo il settimanale tedesco che l'Amitraz è stato rinvenuto in due campioni della soluzione disinfettante.

Tuttavia, per i consumatori non ci sarebbero più rischi imminenti secondo quanto sostenuto da un portavoce dell'Autorità. Secondo la BVL, anche l'omologa olandese Nvwa ha già effettuato gli opportuni accertamenti, ma "finora non ha trovato nulla" in riferimento all'amitraz. Sino a ieri uova e ovoprodotti contaminati al fipronil erano stati riscontrati in 18 paesi tra UE e non UE come la Svizzera, il Libano e Hong Kong. Ora il problema è quello di capire cosa accadrà nel corso della riunione dei Ministri dell'Agricoltura dell'UE il 5 settembre. La Presidenza estone dovrebbe cambiare l'ordine del giorno delle riunioni dei ministri dell'agricoltura il 5 settembre, di conseguenza.
(19 agosto 2017)

"Alcune trousse di trucchi per bambine contengono piombo, arsenico, nichel Cromo sostanze potenzialmente tossiche anche a basse concentrazioni". I cosmetici anche se giocattoli, avrebbero dunque tra i loro componenti dei veri e propri veleni (dal 1978 è proibito usare il piombo come additivo nelle vernici).

E' quanto riporta il portale del Ministero della salute.

A richiamare l'attenzione sul pericolo è l'allerta per contaminazione di "rischio grave" che è stata lanciata con un provvedimento di non ammissione all'importazione adottato dall'USMAF-SASN Campania e Sardegna U.T di Napoli in data 24/7/20017 nota Prot. 2017 -35933, dopo le analisi eseguite dall'ARPA Piemonte.

Il servizio di di sicurezza del Ministero della salute sul suo sito, ha pertanto disposto il divieto di ammissione nel commercio delle "Trousse confezioni trucco per bambine, Beauty Set" prodotte in Cina dalla ditta YONG SHNEG JIA PLASTIC CHEMICAL CO., LTD XINLIAO VILLAGE INDUSTRIAL ZONE, LIANXIA TOWN, SEDE CHENGHAI DISTRICT SHANTOU CITY GUAGDONG PROVINCE, CHINA ed importate in Italia da Importatore: GENERAL TRADE S.P.A.. – VIA GIUSEPPE CASSANO KM 2.200, SNC – 74015 MARTINA FRANCA.

Il problema, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", con la presenza di metalli pesanti nei prodotti per labbra e per il viso è che questi vengono di solito ingeriti o assorbiti in una certa quantità, quando vengono indossati o maneggiati soprattutto dai bambini anche per gioco. L'avviso di richiamo, è stato pubblicato dal dicastero sul nuovo portale dedicato agli allarmi consumatori e reazioni a notifiche di prodotti non alimentari pericolosi nella sezione "Avvisi di sicurezza".

Giovedì, 17 Agosto 2017 09:31

Il mojito in spiaggia? Un "nido di batteri".

Il mojito in spiaggia un "nido di batteri". A lanciare il sasso nello stagno delle infuocate estati balneari un'inchiesta di El Pais su quelli venduti da ambulanti irregolari

E' uno dei cocktail alcolici più in auge da anni a questa parte, forse il numero "1" tra quelli venduti in spiaggia. Si tratta del mojito: il mix d'origine cubana composto nelle sue tante varianti da rum, zucchero di canna, succo di limetta, foglie di mentastro verde (hierba buena a Cuba), acqua gassata e tanto ghiaccio frantumato.

E proprio per la sua diffusione amplissima in ogni località del globo, e l'esplosione del consumo che raggiunge picchi massimi in estate ed in particolare sulle spiagge, che da qualche tempo si assiste al fenomeno di più o meno improvvisati venditori di cocktail che con banchetti quasi in riva al mare o con dei chioschietti sulle strade delle migliori località balneari fanno concorrenza spietata ai gestori di bar e locali "regolari" dove i prezzi sono diventati impraticabili per i più, in special modo per la platea dei giovani, e variano da un minimo di 8 euro sino ad arrivare a 20 a bicchiere, salvo le promozioni speciali di megamoijto presentati in secchielli da 1, 2 e fino a 5 litri con un'infinità di cannucce per sorbirlo.

Un'inchiesta pubblicata in data odierna da El Pais, uno dei principali quotidiani spagnoli, lancia quasi un'allerta ai consumatori: i mojito venduti sulle affollatissime spiagge dell'estate spagnola da venditori ambulanti irregolari sono un vero e proprio "nido di batteri".

Il quotidiano ha fatto analizzare mojitos, panini e sangria comprati sulla spiaggia della Barceloneta, a Barcellona. Il risultato è senza appello. Nelle bevande sono stati trovati batteri fecali E.Coli in proporzioni "molto più alte di quelle consentite". Nel mojito è stato rilevato un valore di 720 coliformi, 72 volte superiore a quello autorizzato. Nel panino con formaggio e prosciutto il valore era di 1.000 contro un valore di 6 mila coliformi contro il massimo consentito di mille.

Un'indagine che dovrebbe invitare a riflettere il pubblico delle spiagge italiane, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", dove il fenomeno della vendita ambulante di alcolici, seppur ancora non troppo diffuso, risulta essere in crescita nelle località balneari più gettonate dai giovani, che pur di risparmiare qualcosa sono disposti a mettere da parte le esigenze igieniche. Al di là degli appelli a non consumare alcol, specie tra i ragazzi che non smetteremo mai di lanciare, non ci resta, quindi, che auspicare maggiori controlli da parte delle autorità sanitarie per effettuare le opportune verifiche sugli ambulanti di cocktail e di vivande.

Come per lo scandalo delle uova e ovoderivati contaminate al fipronil, l'insetticida il cui uso è vietato sugli animali ad uso alimentare, lo "Sportello dei Diritti" è in grado di segnalare in anteprima che l'agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare (FASFC) del Belgio sta effettuando test di rilevazione del fipronil non solo nelle uova, ma anche nella carne delle galline. Tale notizia è già stata segnalata in data odierna dalla stampa fiamminga.

È noto, infatti, che dopo aver completato il suo ciclo vitale, le galline vengono macellate e possono ad esempio essere vendute come pollo da bollire. Questa carne surrogata del pollo è venduta anche in Africa, principalmente in Congo. Negli allevamenti di galline sequestrate nel caso del fipronil, "chiediamo innanzitutto di analizzare le galline prima di essere macellate", ha detto un portavoce della FASFC. "Preleviamo un campione ufficiale ed esaminiamo se i polli possono essere commercializzati. Un pollo contaminato dal fipronil non può andare al macello ai fini del consumo".Attualmente dev'essere specificato che il problema del fipronil non riguarda la carne dei polli, sottolinea, comunque, la FASFC. Insomma, lo scandalo si allarga e dopo le raccomandazioni della Commissione UE che ha rilanciato l'allerta in numerosi paesi europei, tra cui l'Italia, e la successiva replica del Ministero della Salute che ha invitato ad evitare allarmismi, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", rileva che si è aperto un altro fronte, quale quello della carne delle galline che dovrà essere comunque immediatamente chiarito dalle autorità sanitarie europee e italiane per rendere edotta la popolazione circa l'insussistenza di alcun rischio per la salute umana.

Il Ministero della Salute oggi ha diffuso un richiamo riguardante alcuni lotti di carne, che sono stati prontamente ritirati dagli scaffali dei negozi, in quanto in alcune Salamelle e Salsiccia è stata rilevata la presenza di farmaci solitamente utilizzati per la cura delle infezioni delle persone.

La vicenda vede coinvolti alcuni lotti di carne di tritata a marchio F.LLI RIZZI SRL, che sono stati ritirati dagli scaffali dopo un richiamo diffuso oggi da parte del Ministero della Salute. Questo provvedimento è stato reso necessario in quanto nella carne, proveniente da un fornitore, è stato ritrovata la presenza residua di antibiotici sulfamidici, che sono dei farmaci che solitamente vengono utilizzati per la cura delle infezioni nell'uomo. In particolar modo, questa sanzione ha riguardato due lotti di trito, 240517 e 250517 con data di scadenza 30/05/2017, acquistato da macello SASSI SPA - COLORNO PR via Ciurlina, 105 GHISALBA (BG). Nonostante sia passato praticamente due mesi dalla data di scadenza, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti",non è da escludere la possibilità che qualcuno si ancora in possesso del prodotto congelato, che si consiglia a questo punto di non consumare. L'avviso di richiamo dei lotti, è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato agli allarmi dal dicastero sul nuovo portale dedicato ai richiami dei prodotti alimentari da parte degli operatori nella sezione "Avvisi di sicurezza".

Lecce, 4 agosto 2017

Giovanni D'AGATA

Mercoledì, 02 Agosto 2017 08:52

Pesticida nelle uova.

Pesticida vietato nelle uova di aziende avicole. Ritirate perchè contenevano tracce di Fipronil

Il board olandese per la sicurezza alimentare NVWA ha chiuso 180 aziende agricole di pollame nei Paesi Bassi dopo che tracce di un pesticida vietato sono state trovate nelle uova. Da allora, qualche preoccupazione è emersa in Germania per le uova provenienti da Belgio e Paesi Bassi. Lo stato del Nord Reno - Westfalia ne ha ritirato così dalla vendita quasi 1 milione dopo aver scoperto, in un'azienda di imballaggio e di distribuzione, la presenza dell'insetticida in alcune uova.

Anche il dipartimento dell'agricoltura della Bassa Sassonia ha trovato tracce di Fipronil nelle uova prodotte da diverse aziende e ordinato il richiamo immediato di 1,3 milioni di uova. Fipronil è usato come insetticida, in particolare per uccidere le pulci delle galline, ed è classificato come un "moderatamente pericoloso" da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità. Secondo gli esperti, la contaminazione è stata provocata da un'azienda olandese, la Chickfriend, situata a Barneveld, che produce antiparassitari nel Gelderland e che ha utilizzato il pesticida per trattare i parassiti.

Il Fipronil, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", è un pesticida che viene spesso utilizzato per il controllo delle termiti, esche scarafaggi e prodotti per il controllo delle pulci per gli animali domestici.
Test di laboratorio hanno rivelato che gli animali che sono stati esposti a Fipronil soffrivano di comportamenti aggressivi e danni ai reni, e ha avuto un drastico cambiamento della funzione della ghiandola tiroidea.

Secondo il Journal of Toxicology i cani che sono stati trattati con il Fipronil per uso topico hanno un rischio maggiore di sviluppare cancro alla vescica. Uno studio di cani domestici che sono stati trattati con trattamenti topici delle pulci una o due volte l'anno ha dimostrato che hanno avuto un incremento del 60 per cento del rischio di cancro alla vescica.( Journal of the American Veterinary Association).

Teniamo a rassicurare che i prodotti in questione non sono commercializzati in altri Paesi né tantomeno in Italia.

(Lecce 1 agosto 2017)

Esselunga ritira la mozzarella di bufala campana: data di scadenza sbagliata. L'azienda ha comunicato il ritiro tramito il proprio sito perché sull'etichetta è riportata una errata data di scadenza

La catena di supermercati Esselunga ha richiamato un lotto di mozzarella di bufala campana prodotto dall'azienda casertana La Marchesa Soc. Coop. Agricola perché sull'etichetta è riportata una data di scadenza errata. Si tratta della mozzarella di bufala campana a treccia confezione da 250 grammi della marca La Marchesa Soc. Coop. Agricola.

Il lotto ritirato è esclusivamente il numero L17 198 con data di scadenza 07/08/2017. Il richiamo è dovuto proprio all'errata data di scadenza impressa sulle confezioni: 07/08/2018 anziché 07/08/2017. L'allerta è stata lanciata sul sito dei market di Esselunga. Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti",consiglia a tutti coloro che avessero acquistato il prodotto di riportarlo nel punto vendita di acquisto e non consumarlo successivamente al 7 agosto 2017. Per eventuali informazioni o dubbi contattare l'azienda con sede dello stabilimento in via Appia km 11+800 Teverola (CE).

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