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Gli scavi della scorsa estate verranno presentati mercoledi prossimo. L'intervento proseguirà quest'anno, dopo il successo della prima campagna archeologica, che ha svelato preziose informazioni sulla storia del fortilizio scomparso e della chiesa romanica

La_locandina_dellincontro_di_presentazione_di_mercoledi_prossimo_1.jpgToano, 28 aprile 2018. "Castellum de Toano cum plebe" è il titolo della serata in programma per mercoledì prossimo (2 maggio), nella corte del Castello, in cui saranno presentati i risultati degli scavi archeologici eseguiti nella scorsa estate.

"L'intervento ha confermato l'importanza di questo luogo - spiega il sindaco Vincenzo Volpi - che ha conservato nei secoli, seppur tra tante vicissitudini, la pieve di Santa Maria Assunta, attorno alla quale sorgeva però il fortilizio, ora scomparso, ma di cui l'indagine condotta dal Dipartimento di storia, culture e civiltà dell'Alma mater studiorum di Bologna ha rinvenuto significative testimonianze".

All'incontro, che avrà inizio alle 20.30, interverranno l'archeologo ed esperto medievalista Nicola Mancassola, docente dell'ateneo felsineo, che ha coordinato le ricerche, gli archeologi Iames Tirabassi, Mattia Cantatore e Federico Zoni, monsignor Tiziano Ghirelli, direttore dell'Ufficio diocesano per i beni culturali e l'assessore alla cultura, Vittorina Canovi, che sottolinea: "La campagna di agosto 2017 ha costituito un punto di svolta nella ricostruzione della storia del castello toanese, che risale al decimo secolo e di cui la chiesa faceva parte. Siamo molto soddisfatti dei risultati sin qui ottenuti, perché quanto è emerso è di notevole interesse storico".

Prosegue l'assessore Canovi: "Del castello è oggi visibile solo la base di una torre adattata a campanile, ma in quei giorni l'indagine archeologica ha invece portato alla luce un complesso murario ben conservato, oltre a precedenti strutture della pieve, come l'antica apside e diverse sepolture, e interessanti reperti che vanno dal dodicesimo al sedicesimo secolo, appartenenti a entrambe le aree esaminate. L'iniziativa diretta dall'Università bolognese è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione, oltre che della nostra Amministrazione, della Diocesi, della Parrocchia, della Pro loco del capoluogo, della cooperativa Tecton di Reggio e di altre realtà del tessuto economico e del volontariato locale".

Nell'occasione "sarà anche ufficialmente annunciata - concludono il primo cittadino e l'assessore alla cultura - la ripresa degli scavi nella prossima stagione estiva, con l'obiettivo di completare le ricerche e magari rendere visibili e fruibili a tutti, in modo permanente, alcuni dei ruderi scoperti. Ci sono poi molti altri aspetti da chiarire per fare ulteriore luce sul passato della pieve, una delle più suggestive chiese romaniche presenti in Appennino, cui siamo profondamente legati e che è parte costituente della nostra identità territoriale, e soprattutto sulle vicende del castello che un tempo la custodiva e proteggeva".

 

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Gli scavi, iniziati nel 2006 sulle prime colline di Sassuolo, hanno riportato alla luce un tempio dedicato alla dea, oltre a suppellettili, ex voto, vasellame e oggetti di uso comune. La mostra "Minerva Medica", allestita nei locali di Paggeriarte di Sassuolo fino al 18 ottobre, consentirà ai visitatori di ammirare una ricostruzione in 3D e i numerosi reperti. -

Modena, 26 settembre 2015 - di Manuela Fiorini -

Per un archeologo deve essere un'emozione incredibile quando la terra restituisce una pietra, un ciotolo, una scheggia di ceramica, un'iscrizione che ripaga dalle fatiche degli scavi. Ancora di più quando, da un piccolo frammento, si capisce che, là sotto, ci deve essere di più. Come nel caso di Montegibbio, località sulle prime colline vicino a Sassuolo, nel modenese, dove la tenacia e la fatica del team guidato dagli archeologi Francesca Guandalini e Donato Labate, ha permesso di riportare alla luce un santuario dedicato a Minerva. Il tempio è emerso in prossimità dell'omonima salsa, il maggior vulcano di fango d'Italia, che da due secoli non dà segni di attività.

Proprio la presenza di un paesaggio naturale fatto di crateri, vulcani e coni dai quali ribolle un fango caldo, che, solidificandosi, crea un paesaggio lunare, fa presupporre che, nell'antichità, i celti prima, i romani poi, abbiano avuto, dapprima, un timore reverenziale, per accorgersi successivamente delle proprietà benefiche e curative di argilla, fanghi, acqua salmastra e gas naturale.

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Proprio le caratteristiche del sito hanno sviluppato la credenza che, quel luogo, fosse un punto di comunicazione tra il mondo delle divinità telluriche e gli esseri umani. Nell'area padana, i Romani concentrarono nella figura di Minerva le divinità femminili di origine celtica legate alle acque e ai riti purificatori e di guarigione, invocandola come Minerva Memor e Minerva Medica. Memor perché si ricordava delle preghiere dei fedeli e medica perché si prendeva cura di loro donando i benefici influssi curativi dei fanghi delle acque e delle polle di petrolio che le erano stati consacrati.

Proprio a causa dei fenomeni legati al vulcanesimo di fango, il santuario di Minerva ha una storia piuttosto travagliata. Un primo tempio viene costruito sulla "salsa di Minerva" in età Repubblicana, circa nel II secolo a.C, ma viene distrutto dopo pochi decenni da una catastrofe naturale, probabilmente un terremoto. La struttura viene poi ripristinata e ampliata alla metà del I sec a.C. La salsa, prima delimitata da un recinto, è collegata da una scala posta a valle del santuario, mentre si presume che le pareti fossero ricoperte da affreschi policromi. Presumibilmente, nei pressi del tempio era attiva una fornace per la cottura di laterizi, vasellame e statuette votive. All'inizio del II sec d.C., un secondo terremoto distrugge il santuario, che rimane abbandonato fino al III sec d.C, quando viene costruita al suo posto una casa colonica con un pozzo per attingere acqua dalla salsa di Minerva.

Abbiamo chiesto a Francesca Guandalini, direttrice scientifica dello scavo, le fasi peculiari della scoperta.

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"Gli scavi, spiega l'archeologa, "sono iniziati nel 2006. Abbiamo capito che si trattava di un santuario dedicato a Minerva in seguito al ritrovamento di una coppa incisa in cui è riportato il nome della dea "Ego Minervae sum": io coppa sono dedicata alla dea Minerva. Del santuario sono rimaste solo alcune parti. E' stato infatti costruito in prossimità di paleo salse, cioè paleo vulcani di fango, che sono stati sia la causa della sua nascita sia il motivo delle sue ripetute distruzioni. La difficoltà maggiore si è manifestata proprio durante lo scavo per riportare il tempio alla luce: in una parte le strutture sono scese di alcuni metri rispetto al loro piano originario e ciò ha comportato grosse difficoltà durante le operazioni".

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Qual è l'importanza di questa scoperta per il territorio?
"Si tratta di un rinvenimento importante, poiché non solo è stato riportato alla luce un santuario di età romana, ma sono stati resi noti anche gli effetti distruttivi causati dall'attività delle salse. Diciamo che il lavoro degli archeologi è stato sempre accompagnato da quello dei geologi. Grazie al loro lavoro, oggi conosciamo meglio il nostro territorio anche da un punto di vista geologico"

C'è qualche reperto di particolare importanza che è venuto alla luce?
"La coppa di Minerva e i vari vasetti graffiti sono di grande importanza storica. Gli affreschi rinvenuti sono particolarmente belli ed interessanti: se si avesse la possibilità di rimontarli e ricomporli tutti, avremmo alcune pareti romane integralmente visibili".

Che cosa si potrà vedere nella mostra "Minerva Medica"
"La mostra è corredata di pannelli particolarmente grandi e scenografici, che illustrano alcuni significativi reperti ritrovati e che raccontano la storia del sito e di un bel video esplicativo in cui lo scavo si può rivedere in 3d".

INFO

La mostra Minerva Medica si può visitare fino al 18 ottobre, presso la Galleria Paggeriarte in Piazzale della Rosa, Sassuolo. Orari: Domenica 27 settembre, 4 ottobre, 11 ottobre e 18 ottobre 2015 dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.00. Dal 21 settembre al 17 ottobre, dal lunedì al sabato, solo su prenotazione telefonando all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Sassuolo: tel. 0536/1844801 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Ingresso gratuito.

Pubblicato in Cultura Modena

Al via oggi la seconda edizione di «Veleia Officinalis», in scena nel sito archeologico di Veleia sino a domani.

di Paola Tanzi - Salsomaggiore 19 luglio 2014 - Un appuntamento che guarda al semestre milanese di Expo2015 con un programma che spazia tra ambiente, alimentazione e benessere. E l'elenco che si prospetta ai visitatori è ricco e curioso: pensato per mettere in relazione storia, cultura, tradizione, ambiente e natura, è idoneo a grandi e piccini, che possono ritrovare tra i resti di questa città romana una chiave di lettura chiara e lungimirante di argomenti attualissimi. E tra laboratori e rievocazioni la due giorni veleiate si presenta come un'officina all'aperto del vissuto romano.

In programma dalle 10.30 alle 11.30 e dalle 16.30 alle 17.30 al Thermopolium «L'alimentazione nell'antica Roma»; dalle 17.30 alle 18.30 alla Taberna «Erbe commestibili nella cucina romana»; «Mens sana in corpore sano, le acque curative» in scena dalle 15.30 alle 16.30 e dalle 18.30 alle 18.30 alle Terme. Alle 11.30 e alle 16.30 rievocazione intervento chirurgico recitato interamente in greco e latino con l'«Arte del Medicus» nella zona del Foro e nella zona Basilica per i bimbi alle 16.30 «Una giornata da antico romano». Per tutte e due le giornate si protrarranno i laboratori «I segreti della bottega di Plinio», con filosofia medica e piccole ricette mediche dell'epoca romana, simbolismi legati alle piante, al Foro, visite guidate ad ogni ora dalle 10.30 alle 19.30, mercato agro-alimentare biologico nella piazza esterna. Presente anche un punto ristoro con piatti della produzione locale.

Organizzata dall'associazione «Sol Invictus», la rassegna si presenta come l'anteprima della partecipazione del Ducato all'esposizione milanese, tanto da aver meritato, dopo lo straordinario, e meritato, successo della prima edizione il riconoscimento ed i patrocini dei Tavoli Tematici Expo 2015 promossi dalla Camera di Commercio di Milano, della Società Expo Milano 2015 e l'inserimento nei tavoli per il turismo di Piacenza. A cui si è aggiunto il sostegno della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, della Provincia di Piacenza e dei comuni dell'alta Val'd'Arda. Unite nella promozione del prodotto locale.

Pubblicato in Cultura Piacenza

All'iniziativa aderiscono a Reggio Emilia anche i Musei Civici e Credem con una serie di proposte realizzate con gli studenti di scuole medie superiori, volte a favorire la conoscenza le memorie di Augusto presenti in città nei musei e nelle strutture del foro -

 

Reggio Emilia, 18 marzo 2014 -

Figlio adottivo di Giulio Cesare e primo imperatore della storia di Roma, i suoi 40 anni di principato modificarono profondamente anche la storia culturale e politica d'Italia e d'Europa. In occasione della 22° edizione delle Giornate del Fai (Fondo Ambiente Italiano), anche a Reggio quest'anno si celebrerà il bimillenario della morte di Augusto (Roma, 23 settembre 63 a.C. – Nola, 19 agosto 14 d.C.). Sabato 22 e domenica 23 marzo verranno aperti al pubblico due siti legati alla figura del grande imperatore e più in generale al periodo romano.

"Il programma reggiano - ha detto Roberto Macellari, ispettore archeologo dei Musei Civici - prevede il percorso Memorie di Augusto Imperatore nelle Collezioni Archeologiche dei Musei Civici, che permetterà di approfondire la conoscenza delle memorie di Ottaviano nelle collezioni archeologiche, che sono distribuite fra la sala dedicata alla Reggio romana, il Portico dei Marmi, il Chiostro dei Marmi romani, l'Atrio dei Mosaici". Di particolare rilevanza il torso marmoreo di una statua loricata rinvenuto nel 1939 in una cantina di via Caggiati a Reggio Emilia, nel quale una recente proposta di lettura di un giovane studioso di Bologna riconosce lo stesso imperatore.
Sempre nel corso delle giornate Fai si potrà visitare la mostra Ritorno a Pianosa, che espone i reperti provenienti dagli scavi della villa di Agrippa Postumo, nipote di Augusto, effettuati da Don Gaetano Chierici tra il 1874 ed il 1875. Questi reperti, di proprietà dei nostri musei, non sono mai stati esposti al pubblico se non per una recente mostra sull'isola di Pianosa.
Il secondo sito aperto prevede l'accesso al piano interrato del palazzo che attualmente ospita la sede del Credem. Il Palazzo Spalletti Trivelli si colloca in una posizione privilegiata sulla via Emilia San Pietro, cioè sull'asse del decumano, e permetterà la visione degli imponenti resti della Reggio romana recuperati nel restauro dell'edificio a partire dal 1980. L'importante scavo stratigrafico, diretto dal dottor Luigi Malnati, diede risultati straordinari e contribuì ad allargare notevolmente le conoscenze sull'antica città.
Anche quest'anno è stato portato avanti il programma dedicato ai giovani studenti e noto come Apprendisti Ciceroni, che porterà i ragazzi a illustrare ai visitatori i beni aperti in occasione delle due giornate. Inoltre, per la prima volta a Reggio Emilia, quest'anno alcuni ragazzi condurranno anche delle visite in lingua inglese, rivolte alla comunità dei cittadini stranieri che vive nella nostra città. Quest'anno sono 4 le scuole che hanno aderito al progetto (il liceo scientifico Moro, il liceo classico scientifico Ariosto-Spallanzani, il liceo artistico Chierici e il liceo europeo Iess).
"Lo scopo delle Giornate Fai di Primavera - ha detto Lorenzo Ferretti Garsi, capodelegazione del Fai di Reggio Emilia - è aprire al pubblico un bene, un monumento, un sito paesaggistico che normalmente non è per niente o facilmente visitabile. Far conoscere il nostro patrimonio, far conoscere la bellezza, diffondere la cultura, far amare i tesori dell'arte e della natura del nostro straordinario paese: questa è la nostra mission. Incidere sulla conoscenza significa incidere sulla coscienza, e solo un cittadino che conosce, che ha coscienza di ciò che lo circonda potrà fare, agire, incidere, solo un cittadino che ama i suoi monumenti e il suo paesaggio potrà prodigarsi per restaurarlo, per salvarlo, per valorizzarlo, per lasciarlo alle future generazioni".


GLI ORARI DI APERTURA :
1. Sabato 22 e Domenica 23 marzo - Ore 10.00\13.00 e ore 16.00\19.00 Memorie di Augusto Imperatore nelle collezioni archeologiche dei Musei Civici. Via Spallanzani, 1
2. Sabato 22 e Domenica 23 marzo - Ore 10.00\12.30 e ore 15.00\17.30 Il Sito archeologico del Credem in Reggio Emilia – Via Emilia San Pietro, 6
Le visite guidate APPRENDISTI CICERONI. In entrambi i siti VISITE IN INGLESE in entrambi i giorni ore 11.00 e ore 16.00.

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Sabato alle 10.30 e alle 16 apertura straordinaria dei depositi e visita guidata gratuita per scoprire le trasformazioni nella rappresentazione della donna nei dipinti tra '800 e '900 -

Modena, 4 marzo 2014 -

Come è cambiata la rappresentazione della donna nella pittura modenese negli ultimi due secoli dello scorso millennio? L'occasione di scoprirlo è data da due visite guidate gratuite a tema organizzate dai Musei Civici di Modena per sabato 8 marzo, Festa della donna, una al mattino alle 10.30 e l'altra nel pomeriggio alle 16 (obbligatoria la prenotazione al tel. 059 1033125).
L'iniziativa intitolata "La figura femminile nella pittura modenese fra '800 e '900", nell'ambito della rassegna "Metti la primavera in Museo. Inediti percorsi fra arte e archeologia ai Musei civici di Modena" consentirà ai partecipanti di ammirare i tesori nascosti della ricca collezione del Museo Civico d'arte, conservati nei depositi situati nell'attiguo ex ospedale Estense e raggiungibili dalle sale espositive del terzo piano di Palazzo dei Musei.
Le visite guidate, il ritrovo è alla reception dei Musei civici, saranno condotte da Eva Ori e Tomas Fiorini, che sono tra gli autori del catalogo della pittura modenese tra '800 e '900 recentemente pubblicato.
Il percorso sarà volto a indagare – attraverso le interpretazioni di importanti artisti – le trasformazioni nella raffigurazione pittorica della donna; la selezione di dipinti presi in esame consentirà anche di illustrare le stagioni e le personalità della pittura locale nei due secoli.

Il deposito del Museo civico d'arte ospita le opere che non sono esposte in permanenza nelle sale museali e che fanno parte delle raccolte di dipinti antichi e moderni, di costumi antichi, di stampe, disegni e fotografie.
I Musei civici sono a Palazzo dei Musei in largo Sant'Agostino, tel. 059 2033101.

Per informazioni www.comune.modena.it/museoarcheologico www.comune.modena.it/museoarte. Pagine facebook museoartemodena e museoarcheologicomodena.

(Fonte: Comune di Modena)

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

L'1 gennaio 2014 ingresso gratuito al Civico d'arte e all'archeologico in largo Porta Sant'Agostino e alla Galleria Civica e Museo della Figurina in corso Canalgrande 103 -

Modena, 30 dicembre 2013 -

Iniziare l'anno nuovo all'insegna della Cultura con una visita ai musei: a Modena si può. L'1 gennaio 2014, infatti, nel pomeriggio saranno aperti (come sempre gratuitamente) i Musei civici di Palazzo dei Musei in largo Porta Sant'Agostino e la Galleria Civica e il Museo della Figurina di Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103. Martedì 31 dicembre, invece, saranno aperti soltanto i Musei civici e solamente al mattino, dalle 9 alle 12. Ecco tutte le proposte e gli orari di apertura delle mostre e delle collezioni civiche per il primo giorno dell'anno, incominciando da Palazzo dei Musei dove l'apertura è dalle 15 alle 18.

Dardi d'amore

Ultimi giorni utili (chiude il 6 gennaio) per visitare la mostra "Dardi d'amore: pittura e poesia nel Barocco emiliano", che vede l'importante collaborazione tra Museo d'arte, Galleria Estense e Biblioteca Estense e ospita alcuni prestiti dalla collezione d'arte della Banca Popolare dell'Emilia Romagna.

Dal tema del Cupido, il dio dell'amore della tradizione classica, a quello degli amori eroici e melanconici incarnati dai personaggi della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, attraverso autori come Guido Reni, Guercino, Tiarini, Pasinelli, Ludovico Lana e Salvator Rosa. Allestita nella nuova sala espositiva dei Musei civici, la mostra consente di proporre al pubblico una selezione di opere in questo momento inaccessibili, data l'inagibilità della Biblioteca e della Galleria Estense dopo i terremoti del 2012. Accompagna l'esposizione una guida che illustra il tema scelto, quello della passione d'amore simboleggiata dai "dardi", e descrive le opere esposte rendendone comprensibile l'iconografia in relazione sia ai repertori di antichità classiche che ai testi poetici.

Strade

Al Museo civico archeologico etnologico di Modena, nella mostra "Strade" si intrecciano le strade del mondo. Le strade dalle quali la Terra viene percorsa, modellata, unita o separata è il tema su cui il Museo e la Casa delle Culture, in collaborazione con docenti dell'Università di Modena e Reggio Emilia, hanno lavorato assieme a un gruppo di cittadini modenesi provenienti da quindici diversi paesi del mondo. A partire dalle strade rappresentate, suggerite, evocate dai materiali esposti in Museo si sono intrecciate le testimonianze dei partecipanti. Interviste, slide show, postazioni multimediali, installazioni e oggetti delle raccolte si incontrano nella mostra allestita alla Sala Boni dei Musei civici per consentire al visitatore di comprendere il senso di un percorso partecipato.

Argenti ducali e della cattedrale

Continua la mostra "I Vincenzi. Argentieri e bisuttieri della Real Casa. Vicende di una bottega artigiana nella Modena Austro-Estense", che approfondisce l'attività degli argentieri Giacomo e Luigi Vincenzi, attivi in città nella prima metà del XIX secolo. Presero forma nella loro bottega i nove candelieri d'argento, con il monogramma di Francesco IV, ritrovati nel mercato antiquario di Parigi, battuti all'asta e ritornati in città grazie al modenese Pietro Cantore. Una coppia di quei manufatti è stata acquisita dal Museo civico d'arte di Modena grazie a una sottoscrizione pubblica. La recente acquisizione ducale è esposta accanto a preziose oreficerie sacre e ad alcuni pezzi del corredo dell'Altare di San Geminiano.

Archeologia

La tomba con due individui sepolti insieme mano nella mano in età tardoantica è esposta al Lapidario Romano dei Musei Civici fino al 9 febbraio nella mostra "Mano nella mano. Reperti di un amore oltre la morte". I corpi, probabilmente di un uomo e una donna, furono collocati insieme nel sepolcro dopo la morte, intorno ai 30 anni. Al momento della deposizione le mani dei due defunti furono intrecciate, sovrapponendo la mano della donna a quella dell'uomo.

Galleria Civica

Proseguono le mostre "Gabriele Basilico nella collezione della Galleria civica di Modena" (alla Palazzina dei Giardini in corso Canalgrande), e "Macchine per abitare. Fotografie e disegni d'architettura dalla collezione della Galleria civica di Modena" (a Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103). Il 31 dicembre è chiuso; mercoledì 1 gennaio apertura solo pomeridiana dalle 15.30 alle 19. Le due mostre saranno allestite fino al prossimo 26 gennaio.

Museo della figurina

La mostra "L'amore è una cosa meravigliosa", sempre a ingresso gratuito, espone più di 300 immagini e presenta video sul tema. Dal corteggiamento, fino ad arrivare agli esiti - fausti o tragici - delle vicende amorose. Si va dall'amor cortese di certe figurine agli ammiccamenti dei calendarietti da barbiere, dei giornalini o delle copertine di spartiti, fino alle scene maliziose e impudenti delle scatole di fiammiferi. Il 31 dicembre è chiuso; l'1 gennaio aperto dalle 15.30 alle 19 (informazioni: tel. 059 2033090, www.museodellafigurina.it).

(Fonte: Comune di Modena)

 

Mercoledì, 02 Ottobre 2013 12:13

Poviglio, riparte l' "Università del Tempo Libero"

Poviglio, 2 ottobre 2013

Riparte l'attività con incontri e visite guidate alla scoperta del territorio, con approfondimenti su cultura, arte, scienze naturali e molto altro ancora -

E' ripartita ieri l'attività dell'Università del Tempo Libero, organizzata dalla Parrocchia Santo Stefano, che da quest'anno beneficia del patrocinio dell'Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura.
L' Università del Tempo Libero, attiva sul territorio da oltre dieci anni e promossa da don Giancarlo Simonazzi, è rivolta a cittadini e cittadine povigliesi, pensionati e non solo, che vogliano condividere opportunità culturali e ricreative, con proposte che spaziano dai grandi temi alla quotidianità, dalla cultura all'attualità, dalla storia dell'arte all'archeologia, passando di scienza naturali, religione e medicina. Da alcuni anni, inoltre, proprio in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura, l'Università del Tempo Libero ha iniziato a cimentarsi con la storia del territorio, attraverso incontri tenuti dagli studiosi che orbitano attorno allo scavo della Terramara Santa Rosa.
Da ottobre e fino al prossimo mese di marzo è in programma la nuova serie di appuntamenti, che si svolgeranno ogni martedì dalle 15.00 alle 17.00: ad aprire il ciclo, martedì 1 ottobre, è stato il pellegrinaggio alla Madonna di Fontanellato: sempre per ottobre (martedì 29) è inoltre in programma la visita alla mostra "Verso Monet " a Verona e alla Basilica di San Zeno.

«L'Università del Tempo libero rappresenta un'importante opportunità di crescita culturale per il territorio povigliese» dichiara Filippo Ferrari, Assessore alla Cultura «e offre a molti talenti locali la possibilità di farsi conoscere e promuoversi. La proficua collaborazione avviata con l'Amministrazione comunale, inoltre, permette di sviluppare importanti percorsi di conoscenza del patrimonio storico-culturale locale».
 
(Fonte: Kiati expansion)
Venerdì, 27 Settembre 2013 07:12

La Tazza d’Oro torna a Montecchio Emilia

Reggio Emilia 27 settembre 2013
 
La Tazza d'Oro torna per la prima volta nel territorio dove è stata rinvenuta e sarà in mostra al Castello Medievale di Montecchio Emilia da sabato 28 settembre a domenica 6 ottobre in concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio -
È alta poco più di 12 centimetri, ha un manico delizioso e soprattutto è in oro pressoché purissimo. Già questo farebbe della tazza rinvenuta nel marzo 2012 a Montecchio, durante scavi del Ccpl in una cava, un reperto straordinario. Ma se si pensa che risale all'antica età del Bronzo, cioè a un periodo compreso tra i 3800 e i 3700 anni fa, e che ha pochissimi confronti nel mondo (e nessuno in Italia), ecco che 'eccezionale' diventa il termine più appropriato. Ora la Tazza d'Oro torna nel territorio dove è stata rinvenuta e, da sabato 28 settembre a domenica 6 ottobre, sarà in mostra al Castello medievale di Montecchio Emilia. L'esposizione - organizzata dal Comune di Montecchio Emilia e dalla Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Emilia-Romagna, con il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia e dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria – sarà accompagnata da una serie di iniziative presentate questa mattina in Provincia.
A fare gli onori di casa, Ilenia Malavasi, assessore all'Istruzione della Provincia di Reggio Emilia, che ha sottolineato come "questo eccezionale ritrovamento confermi quanto ricchi di storia siano il nostro Paese e il nostro territorio e come sulla cultura in generale sia necessario investire sempre di più, a partire dalla scuola". A questo proposito, lascia ben sperare il grande interesse già manifestato dalle scuole reggiane per la Tazza d'Oro: "Sono almeno una trentina le classi che hanno prenotato una visita al Castello", ha detto Andrea Costi, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Montecchio, rimarcando "il prezioso contributo assicurato da tante associazioni culturali ed in particolare dal Gruppo Archeologico Val d'Enza".
Altro lavoro importante di squadra, come ha sottolineato Valentina Leonini della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia–Romagna, è stato quello assicurato dagli enti locali e dal Ccpl. La Tazza d'Oro è stata infatti scoperta durante alcuni scavi nelle Cave Spalletti di Montecchio da parte di un'azienda del Ccpl: "Per noi che da sempre sosteniamo la cultura – ha detto Mara Leporati, direttore della comunicazione del gruppo cooperativo – questo oggetto dal valore inestimabile è ancora più caro, proprio perché legato alla nostra attività produttiva".
Una stima del valore della Tazza d'Oro, anche se ovviamente un po' aleatoria, in realtà può essere fatta: "Siamo intorno ai 500.000 euro, considerando che nel 2002 il British Museum ne ha spesi circa 350.000 per uno degli altri unici 5 reperti simili, ritrovato in Inghilterra" (gli altri sono stati scoperti in Germania e Svizzera), ha detto Maria Bernabò Brea, direttrice del Museo archeologico di Parma e presidente dell'Istituto italiano di Preistoria e protostoria, che ha poi ricostruito l'affascinante storia della Tazza d'Oro. "E' un ritrovamento eccezionale, ma non così casuale come sembra, perché da anni stavamo lavorando in quell'area che presenta una straordinaria stratigrafia millenaria: questa scoperta, dunque, è il frutto di una attività sistematica e condivisa di indagine", ha detto. Databile tra il 1900 e il 1800 avanti Cristo, la Tazza è realizzata con un oro alluvionale molto puro e presenta un danno provocato da lavori agricoli recenti. "Ma soprattutto, risulta essere stata colpita con un'ascia in bronzo intorno al 1800 avanti Cristo prima di essere deposta in una piccola buca nel terreno – ha proseguito Maria Bernabò Brea - Fu defunzionalizzata, fu in pratica "uccisa" per essere trasferita nell'aldilà: venne dunque sotterrata in quella piccola buca con un atto votivo, un gesto tipico dell'Età del bronzo".
"Era un oggetto molto speciale, riservato a ospiti importanti, penso ai Feaci che offrono da bere ad Odisseo...", ha aggiunto la direttrice del Museo di Parma. Dove, ultimata l'esposizione a Montecchio, la Tazza d'Oro tornerà "fino a quando i Musei Civici di Reggio Emilia, sede titolata ad ospitarla, non avranno predisposto un'area espositiva consona all'eccezionalità di questo reperto". Contatti, in tal senso, sono già stati avviati dai Musei Civici con la Soprintendenza: nel frattempo, ultimata l'esposizione che si terrà al Castello di Montecchio dal 28 settembre al 6 ottobre, i reggiani dovranno accontentarsi della tanto fedele quanto preziosa ricostruzione in resina ricoperta di foglie d'oro realizzata dall'artista montecchiese Augusto Giuffredi.
 
L'esposizione della Tazza d'Oro
 
La Tazza d'Oro di Montecchio Emilia è certamente, come ha detto il soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, "un oggetto destinato a cambiare radicalmente alcune idee consolidate sui commerci e sugli scambi nell'Europa di quasi quattro millenni fa." Ora la Tazza d'Oro torna per la prima volta nel territorio dove è stata rinvenuta e sarà in mostra al Castello Medievale di Montecchio Emilia da sabato 28 settembre a domenica 6 ottobre.
L'esposizione è organizzata dal Comune di Montecchio Emilia e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, con il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia e dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Un notevole contributo alla realizzazione della mostra è venuto inoltre dal Gruppo Archeologico Val d'Enza e dal Ccpl che ha sponsorizzato l'evento.
 
A seguire, a partire dalle ore 10, sempre presso il Castello Medievale, si svolgerà un importante convegno dal titolo "La Tazza d'Oro e il suo Tempo" in cui verranno illustrati in anteprima i risultati delle analisi compiute sulla Tazza. Al convegno interverranno:
Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
Maria Bernabò Brea, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
Andrea Cardarelli, Università "La Sapienza" di Roma
Iames Tirabassi, Civici Musei di Reggio Emilia
Lorenza Bronzoni, Soc. Coop. AR/S Archeosistemi
Un'occasione senz'altro importante per approfondire la storia di questo eccezionale reperto, i risultati dei più recenti studi e i misteri e le domande ancora irrisolte che lo circondano.
 
Sempre sabato 28 settembre, nel pomeriggio dalle ore 15.00 alle 18.00, gli archeologi della Soprintendenza effettueranno visite guidate alla mostra e all'importante reperto.
La mostra della Tazza d'Oro proseguirà poi sempre al Castello Medievale di Montecchio Emilia con i seguenti orari:
- Dal lunedì al sabato: dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
- Domenica: dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Inoltre, nella giornata di sabato 5 ottobre dalle ore 16, visite guidate e letture a tema curate dall'associazione teatrale Sipario Aperto.
 
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Piacenza, 24 settembre 2013

Si apre sabato 28 settembre, presso lo Spazio Mostre di Palazzo Farnese di Piacenza, la mostra itinerante "Fuoco. Vita alla materia", nata dalla collaborazione tra il museo archeologico di Palazzo Farnese e i musei archeologici di Arona, Aosta e Borgosesia, il museo regionale di Scienze Naturali di Torino e il museo civico di Scienze Naturali di Voghera.

La mostra, con un taglio prevalentemente didattico/divulgativo, prende avvio dalle prime esperienze umane di conservazione ed accensione del fuoco, con i suoi primi impieghi e la ricaduta sui rapporti sociali fra gli individui, fino ai miti che in tutto il mondo nacquero intorno a questa fondamentale scoperta.

 L'esposizione affronta ed illustra, con il supporto di reperti archeologici originali di proprietà del Comune di Piacenza, i tre principali materiali ottenuti dall'uomo attraverso l'impiego del fuoco: la ceramica, il metallo ed il vetro. Tecniche di lavorazione e risultati ottenuti sono esemplificati da reperti databili tra l'età del Rame e l'epoca longobarda. Completano l'esposizione oggetti etnografici, quali attrezzi per la lavorazione artigianale del ferro e del vetro, e riproduzioni archeologiche di strumenti di accensione.

Tutti gli aspetti sono trattati da un punto di vista storico/archeologico e naturalistico, mediati dall'impiego di strumenti tradizionali come pannelli didascalici, immagini e video, e di sistemi più coinvolgenti ed interattivi, quali l'impiego della "realtà aumentata" che permette l'accesso ad ulteriori informazioni ed approfondimenti. La mostra è arricchita da opere dell'artista tedesco Roland Tacke, dove la luce del fuoco è interpretata utilizzando una personale tecnica fotografica, risultato di esperienze avviate durante la permanenza in Italia negli anni 90 e successivamente sviluppate a Colonia, sua città natale.

L'esposizione sarà visitabile nei seguenti orari :

Dal 1 ottobre al 24 novembre: martedì,mercoledì, giovedì 9 -13; venerdì e sabato 9 – 13 e 15- 18; domenica 9.30 – 13 e 15 - 18; lunedì chiuso.
Per visite guidate (singoli, gruppi e scolaresche) : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 333 6738327 – 340 6160854

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio la mostra sarà aperta nei seguenti orari:

Sabato 28 settembre :

alle 16 inaugurazione e visita guidata gratuita; alle 17 performance di forgiatura di oggetti in ferro con attrezzatura ricostruita sui modelli della tradizione medievale (forgia da campo e incudine), a cura di Artiepensieri con il fabbro d'arte Massimiliano Bertuzzi.

Domenica 29 settembre: dalle 16 e alle 17 visite guidate gratuite
 
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
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Parma, 24 settembre 2013
 
Il più importante appuntamento dedicato alla cultura: il 28 e 29 settembre tante occasioni per visitare musei con aperture straordinarie -
Un' occasione per passare un week end diverso all' insegna della cultura, con la possibilità di recarsi a mostre generalmente chiuse al pubblico anche nelle ore serali di sabato 28, moltissime delle quali ad ingresso gratuito.
Un variegato programma che ha per protagonisti siti statali, residenze private, musei civici e privati di città d'arte e borghi storici per favorire il dialogo e lo scambio in ambito culturale tra i Paesi europei.
Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo anche quest'anno aderisce, insieme agli altri Stati Europei, alle Giornate Europee del Patrimonio 2013, ideate nel 1991 dal Consiglio d'Europa e dalla Commissione europea.
Sabato 28 settembre torna "Una notte al museo", tutti i monumenti e i luoghi d'arte statali, alcuni dei quali generalmente chiusi al pubblico, saranno quindi accessibili gratuitamente con un doppio appuntamento diurno e serale. Apertura prolungata quindi per i musei e i siti archeologici che aderiscono all' iniziativa, dalle 20:00 alle 24:00 tra cui luoghi d'eccellenza della cultura, come la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, la Galleria Nazionale e il Teatro Farnese a Parma, il Museo Nazionale di Ravenna, che in via eccezionale saranno accessibili gratuitamente. Tra questi ultimi la Galleria Nazionale di Parma e il Teatro Farnese che sono stati individuati come uno dei 38 luoghi di eccellenza della cultura italiana nell'ambito del progetto ideato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con la collaborazione della Direzione Generale per la Valorizzazione, saranno aperti straordinariamente in orario serale dalle 20.00 alle 24.00 ogni ultimo sabato del mese fino alla fine dell'anno.
 
(Fonte: Regione Emilia Romagna Turismo)
Pubblicato in Cultura Emilia
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