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Nei giorni scorsi, presso la sede di Parma del centro di formazione professionale IRECOOP, si è svolta un’inusuale cerimonia di consegna degli attestati di fine corso.
Di LGC Parma 30 ottobre 2019 – “Come ti formo l'amico pelosetto per diventare coterapeuta”, potrebbe essere il titolo "giornalistico" per descrivere sinteticamente l'attività formativa realizzata da IRECOOP Parma e che ha visto la partecipazione di allievi anche dalla Romagna e che ha come obiettivo di preparare gli operatori e i loro fedeli amici a quattro zampe agli interventi assistiti con animali, attività comunemente nota come "Pet Therapy".
"I dati raccolti - scriveva il sottosegretario alla salute Vito De Filippo in prefazione alle linee guida per gli IAA (Interventi Assistiti con Animali) 2015 - dimostrano che la relazione con l’animale riaccende l’interesse verso gli altri, attraverso stimoli sensoriali tattili e visivi creando un’empatia che induce anche pazienti depressi e in isolamento sociale a reagire e a sentirsi utili. I benefici della relazione sono evidenti soprattutto nei bambini nei quali l’animale, oltre a catturare l’attenzione, stimola l’accettazione di sé, e negli anziani nei quali si registra anche un effetto positivo sul piano fisico, oltre che psichico, in quanto i pazienti vengono stimolati a compiere attività motorie (accudimento dell’animale, passeggiate ecc.).
L’impiego degli animali in vari ambiti terapeutici determina non solo una migliore risposta del paziente ma spesso concorre alla riduzione dell’uso dei farmaci, con ulteriori vantaggi sia per la qualità della vita che in termini di costi per la collettività."
La corretta applicazione degli IAA richiede il coinvolgimento di una équipe multidisciplinare in grado di gestire la complessità della relazione uomo-animale ed è composta, a seconda del tipo di intervento, da figure sanitarie, pedagogiche e tecniche con diversi compiti e responsabilità.
Ed è proprio sulla base di questa rigida regolamentazione che IRECOOP ha realizzato il ciclo di corsi, da quello propedeutico di 21 ore a quello base di 56 per completare con l'avanzato di 120 che consente di aderire alle equipe multidisciplinari che intervengono nei percorsi di assistenza con animali.
Alla consegna degli attestati, lo scorso 22 ottobre, erano presenti quasi tutti i nuovi "coterapeuti" pelosetti, in prevalenza cani, ma anche un coniglio e assenti giustificati i gatti, i cavalli e gli asini.
Già perché a differenza di quanto comunemente noto, la "Pet Therapy" la si realizza non solo con i cani ma con diverse specie, sfruttando le loro innate attitudini da preda piuttosto che da cacciatore, come spiega Carminio Gambacorta, docente e medico veterinario, oltre a essere presidente della Coop. Sociale Laboratorio Lesignola di Canossa (RE) e sottolinea come siano molte le specie utilizzate all'estero per gli interventi assistiti mentre in Italia ci si ferma a cinque, il cane, il gatto, il coniglio, l'asino e il cavallo.
"Dalle linee guide degli interventi assistiti dagli animali, dichiara Carminio Gambacorta, le specie animali contemplate sono asino, cavallo, cane, gatto e coniglio. E' importante sapere che ogni specie possiede una caratteristica specifica per lavorare con diverse tipologie di persone. A seconda degli obiettivi educativi o terapeutici ci si orienta verso una particolare specie e all’interno di ogni specie anche una particolare razza.
Il cavallo per esempio è un animale preda, è grande, intimidatorio e offre la possibilità , quasi lo “impone“, di dover lavorare su te stesso per poter interagire con lui.
Relazionarsi con un cavallo o andare sopra un cavallo è bello ed emozionante, ma nello stesso tempo, poiché è una preda e noi siamo predatori, dobbiamo avere la capacità di modulare la nostra energia per entrare in relazione con esso.
Il gatto è un animale predatore ma ha una sensibilità tale per cui è fondamentale lavorare su di noi per potersi relazionare bene. Il gatto è un animale che non si può coccolare o abbracciare come per esempio si può fare con un coniglio, ma ha bisogno di una sua libertà e di un suo spazio personale. Il gatto ha unghie affilate e saper leggere attentamente il suo linguaggio è fondamentale per evitare pericolosi inconvenienti.
Il cane ovviamente è un animale che tutti conosciamo e, a seconda anche della razza si può lavorare con diversi obiettivi .
L’asino è un animale molto interessante perché si può lavorare, per esempio, sul concetto di stupidità. Nell’immaginario collettivo l’asino è sempre stato considerato un animale stupido e nel momento in cui un ragazzo (che anche lui probabilmente è considerato allo stesso modo…), si relaziona con un asino e si rende conto che quest'animale è tutt’altro che stupido ma anzi è molto riflessivo, immediatamente gli fa da specchio e inizia a prendere in considerazione se stesso in altre modalità.
Il coniglio, infine, è un animale preda ma rispetto al cavallo è molto piccolo e dallo scheletro fragile e quindi richiede una delicatezza ulteriore per potersi relazionare con lui."
Francesca Pezzilli, accompagnata dalla sua fedele cagnolina Sally, è la prima a rompere il ghiaccio tra gli allievi e a offrire la propria testimonianza. "Ho iniziato questo corso perché ho una passione fortissima per gli animali e lavorare nella "Pet Therapy" è sempre stato un mio sogno. In aggiunta ho un cane che proprio mi ha espresso la volontà di fare questo tipo di attività, sia con bambini sia con anziani e quindi mi sono iscritta a questo corso che ho intercettato quasi per caso ma dalla prima lezione sono rimasta folgorata e ho immaginato quello che sarebbe successo. La preparazione, anche molto pratica, è andata ben oltre le mie iniziali aspettative. Grazie a un po' di iniziativa privata sono anche riuscita a fare diversi e qualificanti tirocini che alla fine mi hanno consentiti già di lavorare in questo campo. Insomma un sogno che diventa passione!".
Il Racconto di Francesca è un esempio rappresentativo dell'indiscutibile e diffuso apprezzamento verso il percorso didattico svolto e, ovviamente, per gli organizzatori e i docenti con i quali si è instaurato un rapporto anche professionale sin dai primi momenti. Un affiatamento che ha di fatto consentito di realizzare un primo nucleo di aggregazione, un vero e proprio network di specialisti di settore, che andrà a arricchirsi con i prossimi che usciranno dai percorsi didattici di IRECOOP Parma.
"Infatti, sottolinea Marta Viappiani, docente e psicoterapeuta, all'interno del corso si è creato un team in modo naturale. Una rete che sta già operando dando ciascuno la disponibilità e la propria specialità. La cosa fantastica, oltre all'entusiasmo che tutti hanno esposto è che, adesso, loro già lavorano, ai vari progetti su Parma, in base agli abbinamenti che hanno cercato e si sono costruiti, proprio attraverso animali diversi." La dottoressa Viappiani, in qualità di psicologa, all'interno del corso si è particolarmente dedicata alla gestione dei conflitti, la leadership, la squadra e come si forma, il team e come si gestisce un team.
Se Francesca Pezzilli si è formata con il cane, Marina Ghiretti il percorso l'ha realizzato con il cavallo. "Io sono coadiutore con il cavallo e ho già fatto esperienza e faccio esperienza ludica con il cavallo nell'ambito della disabilità psichica. Abbiamo in corso un progetto con quattro ragazzi con disabilità cognitiva con i quali stiamo ottenendo grandi risultati. Quello che da soli non farebbero, come ad esempio infilare delle forme in altrettanti buchi e quant'altro, con il gioco invece lo fanno e aumentano la loro autostima grazie alla presenza del cavallo. Riuscire a rapportarsi, prendersi cura di un animale così grosso, di cui molti possono aver paura, accresce enormemente il loro tasso di autostima. Sono animali con una sensibilità ancestrale, in grado di relazionarsi con chiunque e perciò molto adatti a quel tipo di disabilità."
Francesca Ronchetti invece è una coadiutrice che opera con il cane e con l'asino . "Sono una pedagogista clinico - sottolinea Francesca Ronchetti - e ho una associazione che si occupa di fare interventi assistiti con asini. L'asino cosa è che offre alle persone? E' innanzitutto un animale che va conosciuto e permette di scoprire che in realtà i pregiudizi che girano attorno all'asino non sono veri. Gli asini sono animali molto intelligenti e valutano le situazioni con molta calma a differenza del cavallo. L'asino ad esempio non ha mai uno scatto, rimane fermo e valuta la situazione prima di agire. Un comportamento che gi deriva dal fatto che non possiede una velocità di fuga elevata, come invece ha il cavallo. Gli asini quindi permettono di rilassarci e ci portano a diventare calmi e pazienti . Per stare a loro vicini dobbiamo accettare il loro ritmo e così ci permettono di esplorare il nostro "Io". Oltre a questo, c'è tutto il lavoro di cura da poter mettere in atto con l'asino. Il grooming (pulizia del mantello ndr), il toccare, il prendersi cura, strigliarlo e portarlo alla lunghina ad esempio. Quindi, per una persona condurre un asino, che ha dimensioni maggiori di un cane, vuol dire sentirsi capace e la sua autostima ne trae beneficio e gli asini ti rispettano con la loro pacatezza e riflessività. Sono modi di comportarsi, atteggiamenti che aiutano le persone in difficoltà con disabilità, i bambini e gli anziani, tutti possono trarre beneficio dalle relazioni che s’instaurano con l'asino."
E' quindi Carmela Augelli a farsi avanti per rilasciare la propria opinione. "Il coniglio, l'animale con il quale svolgo da poco l'attività di coadiutore, è un animale sociale di piccole dimensioni, molto docile e tranquillo. Non include paura o disagio ma trasmette calma, interesse, curiosità portando un senso di benessere all’utenza.
E’ una preda. Proprio per questo, è molto timoroso e necessita di delicatezza e tranquillità per poter interagire con lui. E’ un animale che può interagire con tutti: bambini, adolescenti, ragazzi, persone con disabilità sia fisica che psichica e anziani.
Le attività di interazione fisica uomo-coniglio che si possono svolgere, sono adatte ad ogni tipologia di utenza: fare le coccole, accarezzarlo, dargli da mangiare, farsi annusare, pettinarlo, si possono fare anche giochi di ricerca olfattiva.
Si possono organizzare sia attività di gruppo sia attività rivolte a una sola persona.
Le mie esperienze riguardano l’attività di Pet Therapy con i bambini. Attraverso attività di lettura, ludiche e ricreative si portano i bambini ad avere una conoscenza di base riguardante le caratteristiche comportamentali e le diversità di specie (uomo-animale).
Imparano qual è il modo corretto di avvicinarsi ed interagire con il coniglio lavorando anche sui tempi di attesa da rispettare e sull’autocontrollo (essendo una preda, ha paura, quindi bisogna essere tranquilli, delicati, non bisogna urlare, ne fare movimenti bruschi, aspettare che il coniglio si avvicini per poter interagire con lui). Si sviluppano nel bambino capacità di interazione e collaborazione di gruppo, il mettersi nei panni dell’altro, del più debole e svantaggiato (che in questo caso è il coniglio, ma, nella vita di tutti i giorni può essere, ad esempio, un compagno), il prendersi cura dell’altro. Tutto questo finalizzato al benessere dell’utenza, rafforzando il senso di empatia, di autostima e, involontariamente, porta la persona a fare un lavoro su di sé, se vuole interagire con lui."
Francesca Pozzi è invece la "testimonial" dell'attività svolta con il gatto. "Le attività che si svolgono con il gatto - sottolinea Francesca, differiscono molto da quelle realizzate con i cani. La interrelazione che si instaura con il gatto è molto più fine e passa per l’osservazione ed il rispetto della natura meno addomesticata e più selvaggia del gatto. Questo tipo di intervento apre delle vie di comunicazione diverse, più silenziose e introspettive dove la relazione si instaura attraverso gesti cauti perché la fiducia del gatto non è data per scontata ma va costruita (parallelismo con le relazioni umane)."
"Una serie di argomenti molto eterogenei, - è il commento di Stefano Cattabriga l'allievo proveniente dal ravennate, ma che proprio per questo motivo forniscono al discente un panorama completo dell'enorme ventaglio di competenze e informazioni che non possono mancare a chi si avvicina a questo tipo di attività con ambizioni serie e professionali. Da qui la consapevolezza che la "fine" del corso altro non sarà che l' "inizio" di un percorso di crescita personale e professionale che non avrà mai fine. Per me ciò ha giustificato anche l'onere e l'impegno derivante dal fatto di risiedere e lavorare ad oltre 150 km. dalla sede di Irecoop Parma.
Anche per questo motivo ogni minima, inevitabile (pur se perfezionabile) variazione di programma o imprevisto nel mio caso ha impattato più fortemente sull'organizzazione di viaggi, permessi dal lavoro, gestione famigliare. Lo rifarei? Si! Farò altri corsi di perfezionamento? Si."
In conclusione Angela Piacente, coordinatrice dell'attività per conto di IRECOOP Parma, dichiara la grande soddisfazione del corso avanzato che è la parte conclusiva dell'intero ciclo formativo. "Il corso svolto rappresenta il completamento e la conclusione di un percorso articolato, che ha consentito il raggiungimento di una pluralità di obiettivi per gli allievi e non solo. Grazie alla frequenza al corso, e superamento della verifica finale, gli allievi potranno esercitare l’attività di Coadiutore dell’animale e essere inseriti tra gli operatori IAA presenti nell’albo nazionale di DIGITAL PET, sezione digitale nata da un progetto condiviso da Centro di Referenza Nazionale e Ministero della Salute. I risultati ottenuti da questo corso, rappresentano per IRECOOP, il punto di partenza per una nuova progettazione di questi percorsi che risulterà sicuramente più ricca grazie alle esperienze e ai suggerimenti raccolti dagli allievi e soprattutto grazie al validissimo corpo docenti costituito e sperimentato per la prima volta durante questo corso."
E' Il primo corso che IRECOOP ha realizzato in quest’ambito e attualmente IRECOOP è l'unico ente che al momento garantisce questo tipo di percorso d'apprendimento. "Sono particolarmente felice - conclude Angela Piacente, per aver conosciuto delle persone splendide e con una spiccata sensibilità a partire dai docenti, infine ancor più soddisfatta perché ho di fronte persone che della loro passione e hobby ne hanno fatto un lavoro".
Di docenti ed esperti nel ciclo se ne sono alternati diversi e altamente qualificati. Oltre ai già citati Carminio Gambacorta, veterinario e presidente della Cooperativa sociale Laboratorio LESIGNOLA, che accoglie ragazzi preadolescenti e adolescenti e supporta tutte le figure adulte che vengono a contatto con questi e con le loro difficoltà di gestire un periodo così delicato di crescita e Marta Viappiani, psicologa psicoterapeuta in ambito cognitivo comportamentale. Vanta nella sua carriera numerose esperienze lavorative nell’ambito della psicologia dell’Emergenza, nonché Past President dell’Associazione IMPRONTE NELL’ANIMA, e oggi operatrice IAA in numerose realtà, tra cui L’ospedale dei Bambini di Parma, dove opera con differenti tipologie animali, tra cui l’asino, si sono avvicendati alla cattedra:
- Caterina Solinas – psicologa
- Marco Baracchi – Vicepresidente dell’associazione ABOUT DOG
- Marco Begarani – Presidente della Comunità “CASA DI LODESANA”
- Paolo Pediri – coordinatore referente Progetti Salute Mentale c/o Centro Polifunzionale P. Corsini DI Pellegrino Parmense (Cooperativa AURORADOMUS)
- Giovanna Mazzotta – Neuropsichiatra infantile
Un'esperienza ben riuscita dal punto di vista didattico che ha avuto il merito di premiare gli allievi con un’immediata immersione nel mondo lavorativo dando seguito alle aspettative di ciascuno. Un risultato probabilmente inatteso ma che conferma l'importanza della formazione dedicata alle competenze spesso meno evidenti e inespresse, ma assolutamente apprezzate dal mercato del lavoro.
“100 anni di cooperazione verso i prossimi scenari” - Abbazia Valserena – CSAC Università di Parma in viazza di Paradigna, 1 – Parma - 23 ottobre ore 9,30. -
Parma 23 ottobre 2019 - “100 anni di cooperazione verso i prossimi scenari” è il titolo del workshop organizzato da Confcooperative Parma e il centro di formazione IRECOOP Emilia Romagna sede di Parma in collaborazione con Master Universitario in Economia della Cooperazione MUEC Alma Mater Studiorum - Università di Bologna per un approfondimento e un confronto circa il “ruolo” dell’impresa stessa nel contesto economico e sociale in cui la medesima svolge la sua attività, tanto con riferimento al tempo presente, quanto in prospettiva.
Ad Andrea Gennari in qualità di direttore di Confcooperative Parma il compito di illustrare la struttura del convegno e condurre i lavori. Per prima cosa ha riportato i saluti del Presidente Andrea Bonati e dopo aver sottolineato l’importanza della formazione dei dirigenti nelle imprese cooperative e le motivazioni che hanno spinto a organizzare un workshop sul futuro della cooperazione, ha richiamato l’attenzione sulla Abbazia Valserena che è divenuta sede nazionale delle Abbazie cistercensi italiane in ragione del libro “Guida alle abbazie cistercensi” realizzato dalla Associazione Giuseppe Micheli associata a confcooperative di Parma.
100 anni di organizzazione cooperativa sono tanti ma ancor più sono gli anni di vita di talune cooperative come appunto Latteria Cooperativa Frescarolese la cui data di fondazione risale addirittura al 1913 e che questa mattina è stata premiata con la “Targa Commemorativa” del centenario della Confederazione Cooperative Italiane, “Un omaggio, si legge nella targa, alla resilienza della Cooperativa e al suo contributo per lo sviluppo dell’economia civile e per una società più democratica, giusta e solidale. Nei 100 anni di Confcooperative 14 maggio 1919 – 14 maggio 2019”.
In oltre un secolo di vita e di lavoro sul territorio, la Latteria Frescarolese ha saputo proteggere e valorizzare i valori e sapori di un tempo, raggiungendo livelli qualitativi eccellenti e contribuendo a diffondere il prestigio di un territorio e dei suoi prodotti caratteristici. A ritirare il riconoscimento sono stati il presidente storico Claudio Rigoni e l’attuale segretario Lucchetti.
Il convegno è stato un momento di riflessione sull’impresa cooperativa, diversa per scopo dall’impresa lucrativa e per definizione espressione di una comunità e risposta ad un bisogno degli individui che la costituiscono.
Un concetto fondamentale per lo sviluppo omogeneo di un territorio nel quale le cooperative hanno, adattandosi ai tempi, offerto il loro prezioso contributo.
Due esempi recenti, concreti e originali di questa ancestrale attitudine solidale del movimento cooperativo sono stati illustrati, dai diretti interessati, in occasione del convegno:
· L'accordo di collaborazione cooperativa tra “Cooperativa Casearia Agrinascente – Parma2064” e birrificio “Articioc” cooperativa sociale;
· Il “progetto Oasi delle Pievi” realizzato da LEN Service Onlus.
"Responsabilità" e la "Solidarietà" sono i principi fondamentali sui quali si è innestato l'accordo tra due Cooperative appartenenti a due settori apparentemente distanti.
Agrinascente - Parma2064, l'importante casearia che il 21 settembre scorso ha festeggiato il 40esimo anno dalla fondazione, e Articioc, la cooperativa del terzo settore che si è impegnata nella produzione di birre artigianali, forti della responsabilità individuale, collettiva e sociale che le contraddistinguono, hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per sentirsi ancor più partecipi della medesima "comunità".
Un'esperienza che dimostra come la diversità possa diventare un valore e come l’appartenenza alla medesima organizzazione di rappresentanza cooperativa - Confcooperative Parma - abbia consentito di agevolare l’incontro e quindi la stesura di un accordo di reciproca intesa, ha commentato, Matteo Ghillani vice presidente di Articioc. L’accordo quadro, prosegue Ghillani, si introduce in un pensiero di cooperativa più ampio. Articioc infatti, oltre a fare una buona birra, come cooperativa di tipo B è orientata a introdurre le persone con disabilità nel mondo del lavoro e della cooperazione.
“Speriamo di essere qui anche fra cent’anni”, ha sottolineato Roberto Gelfi presidente di “Agrinascente - Parma2064”Credo, facendo riferimento alla vetustà della “frescarolese” e riguardo all’accordo di collaborazione con la cooperativa Articioc ha affermato che è nato da un reciproco interesse imprenditoriale, dove l’affermazione di una impresa cooperativa con esperienza contribuisce alla affermazione di una giovane cooperativa appartenente a un settore, quello della birra, che si sta affermando nel nostro paese. In sintesi, obiettivo dell’accordo “Agrinascente – Parma2064” e “Birrificio Articioc” è fare impresa non per massimizzare gli utili ma per valorizzare dal punto di vista etico ed economico quanto viene conferito dai soci cooperatori. Due cooperative con finalità diverse e complementari, alleate per attrarre il consenso del cittadino/consumatore, capace sempre di più di scegliere utilmente e responsabilmente per il proprio bene e per il bene della comunità di appartenenza.
E per meglio fruire del territorio e il suo immenso patrimonio storico, artistico e culturale, ecco che interviene il progetto digitale di divulgazione scientifica, fruibile direttamente da smartphone, "Oasi delle Pievi" By LEN. Il progetto Oasi delle Pievi è nato dalla collaborazione tra LEN Service Onlus e WWF Parma nell’ambito dei Musei Digitali Diffusi, una proposta innovativa che si pone come obiettivo principale la valorizzazione della cultura, della storia, delle tradizioni, degli usi e dei costumi di un territorio e delle persone che lo hanno plasmato. Uno strumento di grande utilità a disposizione della comunità.
“Con Oasi delle Pievi”, spiega il socio volontario di LEN Service Marco Dalcielo, “stiamo cercando di costruire un network tra i piccoli comuni che potrebbero ben avvantaggiarsi dello strumento tecnologico che mettiamo a loro disposizione. Ci piacerebbe poter restituire alla comunità locale e a quella straniera una parte di quel tesoro culturale nascosto che si cela nelle nostre terre e di cui spesso non si conosce l’esistenza. L’applicazione, gratuita e scaricabile su smartphone, renderà accessibile a tutti questo patrimonio”.
“Oasi delle Pievi” è perciò l’applicazione che offre la possibilità a tutti di scoprire un vero e proprio patrimonio culturale e naturalistico del territorio parmense per lo più sconosciuto anche a chi queste terre le vive. Grazie all’app “Oasi delle Pievi” è infatti possibile consultare attraverso testi, immagini, foto immersive a 360°, video e riprese dall’alto fatte con l’ausilio di droni, un percorso inedito delle pievi, delle oasi, dei parchi e delle riserve naturalistiche di Parma e provincia. Ma non solo: l’applicazione, inizialmente rilasciata in due lingue (italiano e inglese), sarà fruibile anche con l’udito grazie alla presenza di podcast audio.
È stata quindi la volta degli interventi dei cattedrattici, presentati nelle loro qualifiche dal segretario del MUEC Giovanni Dadda il quale, oltre a portare i sluti del professor Zamagni, ha ricordato come il percorso di alta formazione manageriale stia per raggiungere il quarto di secolo, a conferma del livello di apprezzamento conseguito.
"La cooperazione nell'epoca del digitale" è il titolo della relazione condotta dal Prof. Tito Menzani, intervenuto in sostituzione del professor Stefano Zamagni trattenuto da sopraggiunti e inderogabili impegni. Il Prof. Menzani del Dipartimento di Scienze Economiche, Dipartimento di Scienze Aziendali e Tutor didattico Dipartimento di Scienze Economiche - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, ha evidenziato la forte duttilità della cooperazione agli adeguamenti socio economici intervenuti nelle diverse epoche, anche in forza della educazione e formazione continua. "Ma a monte di tutto ciò, - sottolinea Tito Menzani - la prima e più importante scelta strategica è investire sull’educazione. La storia ci dice che il movimento cooperativo è nato da un’idea, ma ha costruito il proprio successo attraverso la divulgazione di quest’idea e dei principi e dei valori che la sottendevano. L’impresa cooperativa ha attraversato tre secoli – il XIX, il XX e il XXI – e nel mondo ha rappresentato un’opzione e, anzi, un’opportunità per miliardi di persone: giovani e non più giovani, uomini e donne, poveri e benestanti, intellettuali e analfabeti. In tutto ciò, il ricambio generazionale è stato alla base del protrarsi nel tempo degli ideali cooperativi. Se la cooperativa cessasse di essere attrattiva per le nuove leve, inizierebbe rapidamente un serio declino, visto che si tratta di un’impresa fatta dalle persone e per le persone."
Tre sono i fattori problematici che maggiormente intervengo nel mondo cooperativo:
1. la marginalità e il coinvolgimento economico;
2. la mutualità e convenienza con minori margini;
3. le lacune in campo formativo.
Ma a fare da contraltare sono ben 5 le sfide che il movimento cooperativo deve intraprendere, secondo il professor Menzani:
1. il ricambio generazionale;
2. un maggior coinvolgimento della base sociale attraverso l’applicazione del teorema delle 5 I (Invite, Involve, inform, Invest, Include).
3. Il management preparato, almeno pari ai competitor industriali ma con competenze della forma cooperativa;
4. La distintività cooperativa;
5. L’Innovazione.
Il Prof. Flavio Delbono, Direttore Master in Economia della Cooperazione MUEC - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, ha esplorato il mondo cooperativo alla luce degli scenari attuali illustrando il tema "La cooperazione tra democrazia e populismo".
“La rivincita degli stati nazionali nella stagione della quarta rivoluzione industriale sta modificando profondamente lo scenario politico ed economico del pianeta. Il disordine internazionale conseguente all’ultima crisi finanziaria è ora alimentato anche da vecchie e nuove forme di protezionismo che rischiano di minare alla radice quella prosperità inclusiva che da sempre ispira e orienta l’azione del movimento cooperativo”.
A tale proposito il direttore del master ha esposto le motivazioni per le quali Democrazia, Globalizzazione e Sovranità Statale non possono coesistere tutti e tre i fattori contemporaneamente, riportando come esemplificazione le tre principali economie mondiali, Gli USA, la Cina e l’Unione Europea. In nessuno di questi mercati infatti esiste completa e totale coesione degli elementi sopra citati. In Cina manca il fattore democratico, negli USA, in forza dei dazi manca il fattore globale e in UE a mancare è la sovranità.
Infine il Professor Delbono ha illustrato i mutamenti che si sono riscontarti a seguito della globalizzazione e come il “Welfare State” abbia necessità di essere adeguato ai forti cambiamenti che ne sono conseguiti, con particolare riferimento al rapido e pesante indebolimento della middle class del mondo occidentale.
A conclusione del dibattito che si è innescato con il pubblico presente in sala, Andrea Gennari, ha ringraziato i presenti e i relatori per le interessanti testimonianze esposte e ha rimarcato l’utilità di questi momenti formativi che servono a far conoscere l’identità cooperativa anche attraverso testimonianze concrete del territorio, come quelle che abbiamo avuto il piacere di presentare oggi.
APPROFONDIMENTI
Latteria Frescarolese
La Latteria Frescarolese è uno dei simboli del nostro territorio e dei suoi prodotti d’eccellenza: sorge nel cuore profondo della Bassa Parmense, a Busseto, terra che diede i natali al grande Maestro Giuseppe Verdi esattamente 100 anni prima della fondazione di questo storico caseificio.
Era infatti il 1913 quando prese vita quella che sarebbe diventata nel tempo un’importante società nata nello spirito della cooperazione: la Latteria Sociale cooperativa Frescarolese.
Questo caseificio è stato fondato da un piccolo gruppo di produttori locali che hanno deciso di unirsi per poter affrontare con tutti gli strumenti necessari e l’aiuto reciproco i cambiamenti che il tempo che passava imponeva alle produzioni: se restare da soli avrebbe significato non avere abbastanza mezzi e strategie per permettere alle attività di sopravvivere al tempo e alle trasformazioni che esso impone, unirsi e lavorare insieme ha permesso di proseguire e diventare man mano sempre più forti sul territorio.
Immaginando il percorso che la latteria ha fatto a partire dalla sua nascita, sicuramente non saranno mancati momenti di difficoltà, contrasti e sfide da superare, ma il fatto che sia riuscita a restare in piedi e lavorare per oltre cento anni dimostra che una coesione di fondo, di visione e intenti, ha guidato e continua a guidare le attività quotidiane: alla base di un lungo e proficuo percorso come quello che può raccontare questo caseificio, sono indispensabili dialogo e collaborazione, capacità di restare uniti nonostante le differenze e tanto impegno.
In oltre un secolo di vita e di lavoro sul territorio, la Latteria Frescarolese ha saputo proteggere e valorizzare i valori e sapori di un tempo, raggiungendo livelli qualitativi eccellenti e contribuendo a diffondere il prestigio di un territorio e dei suoi prodotti caratteristici.
Nel 2013 la latteria ha festeggiato il suo centenario in quella che è stata la prima sede del caseificio, scelta che ha rappresentato una sorta ritorno alle origini, un modo per ricordare il punto esatto da cui si è partiti e la strada che è stata percorsa per arrivare dove si è ora. Durante la serata è inoltre stato esposto il primo documento contabile del 1913, una traccia concreta dei primi passi compiuti: questo registro, che ne data la nascita il 17 marzo di quell’anno, custodisce informazioni, date e nomi – il primo Presidente Enea Caraffini, il primo casaro Lazzaro Cavalli, i soci e il primo contabile che, con la sua elegante calligrafia, ha tenuto traccia di tutte le azioni quotidiane che hanno segnato il primo periodo di vita della cooperativa.
Ora la latteria ha superato il suo centenario e prosegue nella sua attività, con l’ambizioso e importante obiettivo di coinvolgere sempre più le giovani generazioni: passione, impegno, attenzione alla qualità dei prodotti e valorizzazione del territorio sono infatti valori che ogni giorno si propone di diffondere, a tutti ma in particolare ai più giovani, affinché si appassionino e decidano di prendere in mano il futuro del settore, dedicandosi con slancio alla sua crescita.
Passato e futuro si intrecciano per la Latteria Frescarolese, il bagaglio del secolo trascorso diventa il punto di partenza per continuare a crescere e valorizzare il territorio che la ospita e una delle sue eccellenze più conosciute al mondo, il Parmigiano Reggiano.
BIRRIFICIO ARTICIOC
Articioc, in dialetto parmigiano, significa carciofo. Il carciofo rappresenta la terra, i sapori contadini, la tavola semplice e vera. Così come le foglie e le spine permettono al cuore, la parte più nobile del carciofo, di crescere protetto, così la cooperativa tutela e guida i ragazzi nel mondo del lavoro.
Il logo di Articioc rappresenta proprio questo ideale, ispirandosi anche ad uno degli ingredienti fondamentali della birra, il luppolo.
L’idea del birrificio prese vita intorno al 2009 grazie all’incontro tra il mondo degli Special Olympics e un gruppo di ragazzi volenterosi, i quali avevano aiutato il movimento della birra artigianale a crescere sul territorio parmense. Così come gli Special Olympics mettono in evidenza le capacità di ragazzi straordinariamente speciali nel mondo dello sport, così si è pensato che fosse possibile farlo anche nel mondo del lavoro. Remo Pattini, uno dei pionieri del mondo Special Olympics a Parma, ci ha insegnato come esistano persone che riescono a trasportare mattoni da un quintale, ed altre che hanno la possibilità di spostare solamente un kg: entrambe hanno il diritto di contribuire alla costruzione della società.
Questo è stato il punto di partenza.
"Nel 2014, la nostra passione e tenacia ci hanno permesso di costituire la Cooperativa Sociale ed avviare la produzione di birra su nostre ricette presso birrifici amici.
Abbiamo deciso di costituirci come cooperativa sociale di tipo B, forma che rispecchia al meglio la nostra mission: l’inserimento nel mondo del lavoro di personale con disabilità fisiche o mentali”.
Nasce così, sulla base della tradizione agroalimentare del territorio parmense e sulla sua natura cooperativistica, e con il contributo di Fondazione Cariparma – che ci ha voluto premiare – il progetto vero e proprio: la realizzazione e gestione del Birrificio Sociale Articioc. Grazie all'interessamento della Cooperativa La Bula che ha connesso il progetto con due esperti birrai, Andrea e Anselmo, si sono andati aggregando tanti amici andando a infittire la rete di conoscenze e amicizie.
Ecco quindi che l'accordo di collaborazione con la "casearia Agrinascente" persegue il medesimo obiettivo.
Per informazioni:
Articioc cooperativa sociale
Via Marconi n.6 – 43015 Noceto (PR)
Tel. 0521.628301
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito web: www.birrificioarticioc.it
PARMA2064: FORMA E SOSTANZA
Dal Parmigiano Reggiano campione del mondo al formaggio Kasher, Halal e organic. Una cooperativa casearia nel cuore della Food Valley, tutto nel raggio di 10 km.
Nel 2014 nasce il brand Parma2064 da parte della Cooperativa Casearia Agrinascente, che nel 2019 compie 40 anni. Il successo è stato immediato il Parmigiano Reggiano Parma2064 ha ottenuto 12 premi di cui un Supergold al World Cheese Award.
Capitalizzando le esperienze e le competenze, i 5 soci attuali - Cascina “Margherita”, La Rinascente Società Agricola, Società Agricola Colombarola, Società Agricola Fratelli Tonoli e Società Agricola Vighi Mauro e Luigi – hanno perfezionato un metodo che mira a creare un prodotto naturale, frutto di un controllo scrupoloso e della lavorazione del latte proveniente esclusivamente dai loro allevamenti, tutti a conduzione familiare e collocati in un raggio di 10 chilometri dai due caseifici. Agrinascente Parma2064 oggi gestisce direttamente due caseifici, uno a Fidenza e l’altro a Zibello. Un terzo caseificio, alle porte di Soragna, è stato affittato ad altri operatori al momento, in attesa di condurre direttamente anche questo stabilimento.
La disponibilità di una mandria complessiva di circa 1400 bovine in mungitura per quasi 16 milioni di litri di latte prodotti annualmente è il punto di partenza per quello che si presenta oggi come un modello caseario nel cuore dell’area DOP del Parmigiano Reggiano. La produzione totale ha superato nel 2018 oltre 30.000 forme, per un fatturato che oltrepassa i 13 milioni di euro. 20 dipendenti operano nei due caseifici di Fidenza e Zibello, dove ogni giorno vengono lavorati rispettivamente 286 e 187 quintali di latte.
Integrati con le necessarie innovazioni tecnologiche, i processi produttivi sono quelli di sempre, con la competenza di casari a coordinare il lavoro di addetti che seguono fedelmente le fasi stabilite dal Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano DOP, nell’ottica di una filiera senza scorciatoie. Così si coniuga la tradizione con una visione ampia e aperta a sperimentazioni, come quelle che hanno dato vita alle varianti “Organic”, “Halal” e “Kasher”, quest’ultimo prodotto nel caseificio dedicato esclusivamente a questa produzione che si trova a Zibello e ottenuto secondo un procedimento che segue alla lettera le rigide regole della religione ebraica in materia alimentare, ispirate dalla Torah e codificate nello Shulkhan Aruk.
Da poco, alla produzione di Parmigiano Reggiano si è affiancata quella del “Verdiano”, la proposta “veggie” di Parma2064, ottenuto utilizzando caglio di origine vegetale, ideale per quei consumatori più sensibili e interessati all’alimentazione vegetariana,
Le forme di Parmigiano Reggiano Parma2064 sono stagionate nei magazzini aziendali fino a raggiungere, a seconda dei casi: 18, 24, 36 o 48 e più mesi di stagionatura. Per le stagionature oltre i 30 mesi, Parma2064 ha introdotto una selezione di qualità chiamata “Lunga Vita” che, insieme con le stagionature più “giovani”, consente di offrire una gamma di prodotto che capace di incontrare il gusto e le esigenze di tutti i consumatori, in Italia e all’estero, distinguendosi per qualità organolettiche che mantengono traccia di una tradizione antica ed essenziale.
Il brand Parma2064 vuole sottolineare la ricerca di distintività della matricola assegnata storicamente al caseificio di Fidenza dal Consorzio del Parmigiano Reggiano. Il nome “Parma”, prima del numero della matricola, pone l’accento sul territorio dove nasce questo prodotto di eccellenza.
Nel cuore della Pianura Padana, tra i luoghi che hanno dato i natali a Giuseppe Verdi, Parma2064 è allora la nuova melodia di buon gusto di una terra per cui qualità e naturalezza hanno oggi più che mai un valore inestimabile. È così che Parma2064 trova il giusto connubio tra forma e sostanza.
Tre i punti vendita dove acquistare direttamente:
Caseificio Pongennaro - Soragna
Strada per Carzeto 137, 43019 Soragna (Parma)
tel. +39 0524 597065
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Shop del Museo del Parmigiano Reggiano
Corte Castellazzi, Via Volta 5, 43019 Soragna (Parma)
tel. + 39 0524 507205
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Caseificio San Michele Campagna - Fidenza
Via S. Michele Campagna, 22E 43036 Fidenza (PR)
tel. +39 0524.520958
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I numeri di Parma2064 nel 2018
⎫ 1979 anno di nascita dalla cooperativa Agrinascente che nel 2019 compie 40 anni
⎫ 5 aziende consociate nell’arco di 10 chilometri: Cascina “Margherita”, La Rinascente Società Agricola, Società Agricola Colombarola, Società Agricola Fratelli Tonoli e Società Agricola Vighi Mauro e Luigi
⎫ Oltre 13 milioni di euro di fatturato
⎫ 30.011 forme in un anno
⎫ 20 dipendenti
⎫ 187 quintali di latte al giorno lavorati a Zibello
⎫ 286 quintali di latte al giorno lavorati a Fidenza
⎫ 15,9 milioni di litri di latte in un anno
⎫ 1.400 bovine in mungitura
⎫ 12 premi di cui un Supergold al World Cheese Award
⎫ I prodotti: Parmigiano Reggiano a diverse stagionature (12, 18, 24, 30 e oltre), Parmigiano Reggiano Organic, Halal e Kasher. In più il Verdiano (proposta veggie di Parma2064).
⎫ Tre punti vendita diretti: spaccio al Caseificio Pongennaro e Shop del Museo del Parmigiano Reggiano, entrambi a Soragna e spaccio al Caseificio San Michele a Fidenza.
Per informazioni:
Cooperativa casearia Agrinascente - Parma2064
Via S. Michele Campagna, 22E 43036 Fidenza (PR)
Tel. +39 0524.520958
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito web: www.2064.it
________________
Lamberto colla
+39 344 2373963
Ufficio stampa Confcooperative di Parma
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Riparte il percorso di alta formazione identitaria e manageriale FORMACOOP 5° edizione. In allegato si invia la brochure con le date e i docenti del percorso e la scheda di iscrizione.
Quando si tratta di scegliere tra fini diversi, la necessità di disporre non solo di competenze adeguate, ma di un criterio di scelta fondato sulla categoria del giudizio di valore diviene
irrinunciabile.
Partendo da questa consapevolezza è stato progettato il percorso FORMACOOP giunto alla sua 5° edizione.
A CHI È RIVOLTO
Ai consiglieri di amministrazione in carica di cooperative dell’Emilia-Romagna che desiderano acquisire visioni strategiche e strumenti per poter svolgere al meglio il loro ruolo di indirizzo e guida. Il corso è a numero chiuso, per un massimo di 35 partecipanti.
Per INFO:
Sathi Arcangeli
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