CNA Modena

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Andamento negativo se confrontato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma che migliora se, invece, lo si mette a confronto con i dati del primo trimestre.

Modena, 12 agosto 2014. Più ombre che luci sulle piccole imprese modenesi, in particolare per ciò che riguarda le prospettive di sviluppo. Questi i risultati di un'indagine condotta dall'Ufficio Studi di CNA su un campione di 250 imprese con meno di cinquanta dipendenti del settore manifatturiero, delle quali CNA ha cercato di misurare l'andamento nel secondo trimestre dell'anno.

Andamento negativo se confrontato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma che migliora se, invece, lo si mette a confronto con i dati del primo trimestre.
Per ciò che riguarda il fatturato, ad esempio, il 22% delle imprese segnala un miglioramento rispetto ai risultati dello stesso trimestre del 2013, contro il 24% che, al contrario, denuncia un peggioramento, valori che salgano al 26,4% nel primo e caso e scendono al 17,6% nel secondo se paragonate al primo trimestre del 2014.

Più o meno in linea con i dati precedenti sono quelli relativi alla produzione. In questo caso, infatti, le imprese che manifestano un aumento, rispetto all'anno scorso, scendono al 21,2%, ma scendono (23,6%) anche quelle che rilevano una diminuzione. Se si sposta il confronto al primo trimestre 2014, invece, le aziende in aumento sono circa un quarto del campione (25,2%) mentre quelle in calo sono al 17,2%.

Insomma, una situazione non certo rosea, che si rispecchia nelle prospettive, sia occupazionali sia di lavoro. Le piccole impresa che prevedono assunzioni, infatti, sono appena il 2,4% del campione, mentre sono l'8,4% quelle che stimano una riduzione della forza lavoro, non tanto a causa di licenziamenti, quanto per il mancato rinnovo di contratti temporanei o la mancata sostituzione di eventuali licenziamenti. Una forbice, tra "positivi" e "negativi" che si riduce rispetto alle prospettive produttive: il 10,8% delle imprese intervistate, infatti, si aspetta un aumento, mentre quasi una su cinque – il 18% - attende, invece, un'ulteriore contrazione.

Di fatto, si conferma una congiuntura economica debole, nelle quali le imprese, soprattutto quelle più piccole, si muovono a vista.

L'Ufficio Stampa CNA

Luigi Mai, vicepresidente nazionale di CNA ha incontrato il nuovo assessore regionale alle attività produttive Luciano Vecchi, nei capannoni della sua azienda, distrutta dal sisma nel maggio del 2012 - 

Modena, 07 agosto 2014 -

Era il 20 maggio 2012 quando Luigi Mai, imprenditore mirandolese allora presidente della CNA Provinciale, si ritrovò davanti alle macerie della sua ditta la PTL di Mirandola. Il prossimo 20 agosto, quando saranno trascorsi ventisette mesi da quella tragica data, i circa 60 dipendenti dell'azienda ricominceranno a lavorare nella sede storica della PTL, in via Barbi Galileo.

Un momento tanto importante quanto significativo per questa impresa meccanica, un appuntamento che Luigi Mai, oggi vicepresidente nazionale di CNA, ha voluto in qualche modo anticipare al nuovo assessore regionale alle attività produttive Luciano Vecchi, incontrandolo, in fase di pieno trasloco, nei nuovi capannoni della sua azienda.

"Abbiamo ricostruito la nostra azienda più grande e più funzionale di prima, malgrado lo stabilimento precedente fosse stato inaugurato appena nel 2005. E' un risultato di cui andiamo orgogliosi e a cui ha contributo tutta la PTL", ha sottolineato Mai.
Da parte sua Luciano Vecchi ha avuto parole di elogio per il lavoro svolto dall'impresa mirandolese, "un'ulteriore testimonianza – ha affermato Vecchi – della voglia di ricominciare di questa comunità".

All'incontro era presente anche Andrea Tosi, responsabile delle Politiche Economiche di CNA Modena. "L'incontro ci ha dato l'opportunità anche di confrontarci con l'assessore sul processo di ricostruzione in corso. A questo proposito, crediamo importante sottolineare positivamente la disponibilità al dialogo e l'impegno manifestati da Luciano Vecchi, elementi che saranno importantissimi per risolvere i problemi che ancora permangono e che rallentano la piena ricostruzione".

E' in particolare su uno di questi che se sofferma l'attenzione di Tosi, il pagamento delle imposte. "Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: è determinante che l'inizio del rimborso dei finanziamenti di imposte e contributi sia prorogato di un ulteriore anno, vale a dire al giugno 2016, e che sia aumentata fino a tre anni la diluzione del pagamento di questo prestito, perché tra dodici mesi i problemi di liquidità delle imprese non saranno certo minori di quelli attuali. Luciano Vecchi, ancor prima di assumere l'incarico di assessore, ci è stato vicino, nel suo lavoro di consigliere regionale, in occasione della prima proroga. Siamo certo, e i primi atti concreti ce lo dimostrano, che saprà esserlo anche in questa sua nuova veste istituzionale".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA
 MO)

Mercoledì, 06 Agosto 2014 13:02

Il Sistri bocciato senza appello dalle imprese

I risultati di un sondaggio CNA a circa 1.700 imprese che bocciano il Sistri, sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti, senza riserve -

Modena, 6 agosto 2014 -

Due. E' il voto che, in una scala da uno a dieci, le imprese assegnano al Sistri. Bocciatura senza riserve e senz'appello a settembre. E' il risultato di una indagine condotta dal Centro Studi Cna. A infliggere la "condanna" un campione altamente rappresentativo di circa 1.700 imprese associate alla Confederazione, tutte soggette al sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti.

Va detto subito che, per l'82 per cento degli imprenditori coinvolti nella ricerca, la tracciabilità dei rifiuti è un obiettivo irrinunciabile. Purtroppo il Sistri è ritenuto del tutto inadeguato a garantire la tutela dell'ambiente dal 90 per cento delle imprese.
La bocciatura del Sistri è totale. Gli imprenditori non ne salvano nulla. Aveva l'obiettivo di sostituire il precedente sistema cartaceo con uno strumento più avanzato tecnologicamente. Eppure alla funzionalità dei dispositivi e della piattaforma software del sistema (che ottiene una voto medio pari a 2,3) quasi il 60 per cento degli interpellati assegna il voto "uno", appena "due" arriva dall'11 per cento, "tre" dal 7,5 per cento.

Stesso giudizio, pesantissimo, sulla gestione delle procedure. La valutazione media è molto bassa (2,2) e scaturisce dallo striminzito "uno" assegnato da quasi il 60 per cento delle imprese, dal "due" che infligge l'11 per cento del campione e dal "tre" arrivato dal 9 per cento di quanti hanno partecipato all'indagine.

Ancora peggiore, se possibile, è il voto sulla chiarezza e sull'applicabilità della normativa. In media rimane inchiodato al "due". Dal dato disaggregato emerge che il 63 per cento esprime un "uno", il 12 per cento si spinge fino a "due", il 9 per cento a "tre".
L'esasperazione che emerge da queste risposte non trova sfogo, purtroppo, in un efficiente sistema di rapporti con i clienti/utenti. Solo il 6,4 per cento delle imprese che utilizzano (o hanno utilizzato) il Sistri è soddisfatto del sostegno offerto dal servizio di "customer care". In netto contrasto con la valutazione estremamente positiva espressa, invece, dalla Commissione di collaudo del Sistri, istituita presso il ministero dell'ambiente.

Il Sistri, oltre a non fornire vantaggi operativi, è costoso. Quasi tutte le imprese intervistate, infatti, hanno registrato oneri economici aggiuntivi dalla sua introduzione. Il 45 per cento di trasportatori e recuperatori/smaltitori hanno sostenuto nuovi costi superiori ai 10mila euro con punte oltre i 50mila euro.
Ma anche le imprese non obbligate a utilizzare il Sistri ne stanno soffrendo l'onerosità scaricata su tutto il sistema. Quasi la metà segnala aumenti dei prezzi applicati nel trasporto e nella gestione dei rifiuti o maggiori difficoltà procedurali nel conferimento ai trasportatori. Il 42 per cento ritiene che l'esclusione dal Sistri di alcune tipologie d'impresa non sia sufficiente a risolvere i problemi che il sistema continua a creare nel mondo imprenditoriale complessivo.
Non bastassero i costi economici, il Sistri alle imprese complica anche la vita: al 18 per cento ha rallentato l'attività ordinaria, al 14,6 per cento ha imposto l'utilizzo di personale aggiuntivo, al 12,6 l'impossibilità di completare la presa in carico dei rifiuti, in barba all'obiettivo di tutela ambientale.

Sistri: storia di un fallimento

Il primo riferimento normativo relativo al Sistri si trova nella Finanziaria 2007. Occasione in cui furono stanziati 5 milioni per la realizzazione di un "sistema integrato" destinato a controllare e a tracciare i rifiuti.
Bisogna attendere il dicembre del 2009, però, perché, su iniziativa e proposta della società Selex, il ministero dell'Ambiente istituisca il Sistri. Da subito emergono inefficienze e farraginosità del sistema, che ne determineranno negli anni successivi proroghe a raffica e una ventina di interventi legislativi, tra i quali anche la soppressione e la successiva re-introduzione.

L'11 maggio del 2011 tutte le organizzazioni imprenditoriali organizzano una giornata di sperimentazione: per il Sistri è un disastro. Il sistema non viene, però, abbandonato, ma via via ne viene ridotto l'ambito di applicazione obbligatoria. Oggi sono esclusi dall'utilizzo del Sistri i produttori di rifiuti speciali non pericolosi e anche di rifiuti speciali pericolosi, purché l'impresa abbia meno di dieci dipendenti.
I prossimi mesi sono segnati da una nuova scadenza molto significativa: l'abolizione del sistema cartaceo di gestione dei rifiuti il 31 dicembre. Ma nemmeno il prossimo stop al doppio regime ha indotto a significative modifiche nel sistema automatizzato.

(Fonte: ufficio stampa CNA MO)

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