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A Reggio Emilia il nuovo Parco industriale di Mancasale. Bonaccini: "Una realizzazione in linea con le nostre più avanzate politiche". Oggi la presentazione del progetto. Opere per oltre 2 milioni di euro, di cui 719 mila di contributi regionali, per migliorare la sicurezza e le infrastrutture e potenziare la connettività

Bologna, 26 aprile 2017

Nasce a nord della città di Reggio Emilia il Parco industriale di Mancasale. Il vecchio polo produttivo storico, nato negli anni '60 e tra i più estesi in Emilia-Romagna con i suoi tre milioni di metri quadrati e 550 aziende, si trasforma in Parco industriale rigenerato. L'area, sotto il profilo infrastrutturale e urbanistico, sarà dotata di aggiornate e diffuse reti tecnologiche digitali, servizi per la sicurezza e soluzioni per migliorarne l'accesso e la vivibilità.
Il Parco industriale di Mancasale è stato presentato questa mattina a Reggio Emilia, dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dal sindaco Luca Vecchi. L'importo dei lavori è stato di 2 milioni e 127 mila euro, di cui 719 mila euro di contributo regionale.

"L'intervento realizzato a Reggio Emilia per progettare e realizzare il Parco industriale Mancasale- ha commentato il presidente della Regione Bonaccini- si inserisce a pieno titolo nelle più avanzate politiche regionali, sia industriali che urbanistiche. Da un lato si incrementano le infrastrutture produttive attrattive consolidando e rilanciandone il know-how tecnologico e industriale preesistente, ma anche creando reti tra imprese a cominciare da quelle innovative. Dall'altro, c'è la positiva messa in campo di strumenti urbanistici comunali che hanno consentito il recupero di aree produttive e di edifici già esistenti, oggi vetusti e inutilizzati, senza ricorrere al consumo di nuovo territorio".

Alla seconda vita dell'area di Mancasale si è arrivati con un percorso partecipato avviato, nel 2014, con la firma di uno specifico Protocollo d'intesa costruito dal Comune di Reggio Emilia insieme alle aziende insediate e alle associazioni di categoria. Questo percorso ha consentito di approfondire aspetti legati alla sicurezza, alla connettività internet, alle infrastrutture e altro ancora condizionante la qualità ed efficienza del comparto produttivo. Inoltre all'investimento e alle opere, il Comune ha associato semplificazioni delle norme urbanistiche per il recupero dell'esistente e la rigenerazione urbana, e incentivazioni economiche per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

La riqualificazione del Parco Industriale di Mancasale si innesta a pieno titolo nelle politiche di sviluppo della città e delle sue imprese, programmate con il Piano d'azione dell'Area Nord, che riguardano anche il nodo intermodale Mediopadano, l'area Reggiane, il Campovolo, il Centro storico e il Campus universitario San Lazzaro.

(Fonte: Ufficio stampa ER)

A Carpi le celebrazioni con il capo dello Stato, Mattarella. Bonaccini: "Grazie al presidente della Repubblica per aver voluto essere oggi qui con noi in questa giornata straordinaria. Ai tanti martiri che ci hanno ridato libertà, pace e democrazia il nostro ricordo e la nostra gratitudine". Omaggio al Campo di Fossoli, il più importante Campo di deportazione razziale e politica italiano.

Modena, 26 aprile 2017

Iniziata da Carpi (Mo), nel giorno del 72^ anniversario della Liberazione, la tappa modenese del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per celebrare il 25 aprile. Ad accogliere a Carpi il capo dello Stato, in una cerimonia di grande rilievo simbolico, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, insieme all'assessore regionale Palma Costi, al Sindaco di Carpi Alberto Bellelli e agli amministratori locali.

"Tra la storia dei padri e il futuro dei figli" è il titolo – emblematico – che è stato dato alla celebrazione, nella cornice di una terra che ebbe un ruolo di primo piano nella lotta di liberazione dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. È la seconda volta in pochi mesi che il presidente della Repubblica visita l'Emilia-Romagna. Mattarella infatti a gennaio, era presente a Reggio Emilia, per le cerimonie della Giornata nazionale della Bandiera e del 220esimo anniversario della nascita del Tricolore. Anche in quella occasione, il presidente Mattarella aveva fatto riferimento al "valore dell'unità nazionale che non va vissuto con uno sguardo al passato, ma deve essere "considerato con lo sguardo al futuro".

Il primo appuntamento della giornata a Carpi è stato alla Lapide dei caduti, con la deposizione di una corona d'alloro. In Emilia-Romagna, "territorio disseminato di troppi cippi e troppe lapidi nei luoghi in cui si ricorda il martirio di tante persone che lottavano per la libertà", il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha voluto innanzitutto "dire grazie al presidente della Repubblica per essere con qui con noi in questa giornata così speciale. E lo ringrazio in anticipo per il fatto che sarà con noi anche per il quinto anniversario del sisma, a nome mio, di tutta la cittadinanza e dell'intera comunità regionale".

"Questa è una giornata straordinaria- ha proseguito Bonaccini-, che non si può banalizzare. All'inizio del secolo scorso arrivò una crisi drammatica dagli Stati Uniti che lasciò milioni di persone senza lavoro e senza prospettive. Questa crisi incrociò quella delle istituzioni, della politica e della rappresentanza e cominciarono ad affermarsi in più parti del vecchio continente le richieste dell'uomo forte, preludio del fascismo e del nazismo. Oggi in questi luoghi appare scontato vivere pace, ma, lo dico in particolare ai giovani, ricordo che la mia generazione è stata la prima ad avere la fortuna di non conoscere mai la guerra. Per questo- ha sottolineato il presidente della Giunta regionale- non va mai sottovalutata l'importanza del ricordo e proprio per questo in Regione abbiamo voluto la legge sulla Memoria del Novecento, perchè è bene si conosca la storia in tutti i suoi dettagli. E come ha detto qualcuno, un popolo che non conosce il proprio passato potrebbe essere costretto a viverne di nuovo le pagine peggiori". Per Bonaccini, "è indispensabile che si rafforzi l'ideale europeista, ma dobbiamo guardare a una Europa diversa da questa, più concentrata sul lavoro e sulle persone. Auspico quindi un passaggio rapido di uscita dalla crisi per ridare il lavoro alle famiglie e con questo restituendo loro la dignità".
"Chiudo sottolineando che la pietà si deve a tutti, ma non possiamo accettare che vengano equiparati coloro che lottavano per mantenere un regime barbaro e assassino con chi, sacrificando la propria vita, ci ha ridato libertà, pace e democrazia.Ai tanti martiri- ha concluso il presidente della Regione- va il nostro ricordo e la nostra gratitudine".

Nel pomeriggio Mattarella e Bonaccini si sono spostati a Fossoli, il luogo di concentramento più importante ed esteso d'Italia. Per valorizzare e conservare l'ex campo di concentramento di Fossoli la Regione Emilia-Romagna, grazie a un accordo siglato nel 2016 con la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Comune di Carpi, ha stanziato 1 milione di euro (500 mila finanziati dalla Presidenza del Consiglio e altri 500 mila dalla Regione) che hanno consentito di realizzare, oltre al recupero delle parti originarie del campo (le baracche, la recinzione, le zone di passaggio e di transito), un museo multimediale, un luogo di studio, un laboratorio didattico e uno spazio espositivo.

Il Campo Fossoli, insieme al Museo-Monumento di Carpi, è tappa dei Viaggi della Memoria che partendo da qui arrivano fino ad Auschwitz o viceversa, ripercorrendo il dramma della deportazione fino allo sterminio pianificato ed organizzato. Mediamente si registrano, solo nel Campo, circa 30.000 visitatori all'anno, costituiti prevalentemente da gruppi di scuole accompagnati e, in misura inferiore, da singoli visitatori./Ti.Ga.

(Fonte: Regione ER)

Pane e internet: 25 nuovi corsi per oltre 350 persone in 15 Comuni dell'Appennino a Piacenza, Modena, Reggio Emilia, Bologna e Forlì-Cesena. Donini: "Il nostro impegno per lo sviluppo digitale non passa solo dalle infrastrutture ma anche dall'aumento di competenze tra i cittadini".

Bologna, 25 aprile 2017

La primavera è digitale nell'Appennino dell'Emilia-Romagna. Entro giugno, grazie al progetto regionale Pane e Internet, la Regione rafforza il proprio impegno per l'inclusione digitale nei territori di montagna, promuovendo 25 nuovi corsi di alfabetizzazione digitale in 15 Comuni dell'Appennino.

Aperti ad oltre 350 persone, i corsi vanno ad aggiungersi all'offerta "ordinaria" di formazione sui temi digitali promossa in tutti i territori della regione (circa 2.500 le persone formate nel biennio 2015-2016).

"Il nostro impegno per lo sviluppo digitale- sottolinea l'assessore ai Trasporti, reti infrastrutture materiali e immateriali, programmazione territoriale e agenda digitale, Raffaele Donini- non passa solo dall'infrastrutturazione digitale ma anche dall'aumento di competenze digitali tra i cittadini, anche attraverso progetti come 'Pane e Internet'. La nuova programmazione prevede numerosi eventi per continuare ad avvicinare i cittadini al tema del digitale e delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, facendo comprendere le enormi opportunità di sviluppo e competitività che le queste possono portare alle nostre comunità, anche e in particolare a quelle per noi fondamentali dei territori di montagna".

I nuovi corsi

Nei territori di montagna, Pane e Internet ha previsto 16 corsi di alfabetizzazione digitale di primo livello, rivolti a chi ha scarse o nulle conoscenze in materia di uso degli strumenti informatici e navigazione in rete, e 9 corsi di secondo livello, rivolti a chi già possiede le nozioni di base e vuole ampliare e consolidare ulteriormente le proprie conoscenze. Le iniziative sono in programma in 15 Comuni appenninici (nel piacentino a Ponte dell'Olio, Coli e Vernasca; nel bolognese a Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Monterenzio, Loiano, Monghidoro, Pianoro e Ozzano; nel modenese a Pievepelago e Montefiorino; nel reggiano a Baiso e, in provincia di Forlì-Cesena, a Sarsina e Mercato Saraceno), con il coinvolgimento di 10 Unioni montane (Alta Val Nure, Val Tidone, Alta Valdarda e Valli Trebbia e Luretta a Piacenza; Savena e Idice e Appennino Bolognese; Frignano a Modena; Tresinaro Secchia a Reggio Emilia; Comuni del distretto ceramico a Modena e Valli del Savio a Forlì-Cesena).

Tutti gli eventi della Primavera digitale

I nuovi corsi nei Comuni appenninici seguono di poco gli oltre sessanta eventi su vari aspetti del mondo di Internet e dei servizi on line (tra seminari, workshop, laboratori e iniziative formative) promossi a partire dal mese di marzo, dalla provincia di Piacenza a quella di Rimini, con la collaborazione di una vasta rete composta da Punti Pane e Internet, Comuni e Unioni di Comuni, biblioteche, associazioni, aziende e liberi professionisti. Oltre 2.000 le persone che hanno preso finora parte alle iniziative, cifra destinata a crescere nelle prossime settimane visto che una decina di incontri di questo "cartellone" è in programma nel mese di maggio e nella prima settimana di giugno.

Tutte le iniziative e l'elenco completo dei corsi di formazione in partenza nei Comuni di montagna e negli altri territori dell'Emilia-Romagna è disponibile sul sito www.paneeinternet.it.  

(Fonte: Regione ER)

Ambiente, Piano aria integrato regionale: 300 milioni di investimenti, fino al 2020, per migliorare la qualità dell'aria in Emilia-Romagna. Oltre 90 azioni per combattere smog e inquinamento. Gazzolo: "Scritta una nuova pagina della svolta green della Regione, con interventi coraggiosi e all'insegna dell'integrazione delle politiche e delle risorse disponibili. Un ulteriore passo avanti, un Piano ampiamente condiviso e approvato senza voti contrari in Assemblea legislativa".

Bologna, 12 aprile 2017

Via libera dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna al Piano aria integrato regionale (Pair 2020). L'impegno per vincere la lotta allo smog prevede meno traffico e più aree verdi, ciclabili e pedonali nelle città; risorse per il trasporto pubblico, con autobus nuovi al posto di mezzi vecchi, e ecoincentivi da 2.500 euro per rottamare i veicoli commerciali leggeri più inquinanti e promuovere la mobilità elettrica. Oltre a misure per ridurre l'inquinamento prodotto dalle attività industriali e agricole.

Presentato dalla Giunta, il piano contiene 94 azioni, sostenute con 300 milioni di euro di investimenti da qui al 2020, per migliorare la qualità dell'aria in regione, far scendere dal 64% all'1% la popolazione esposta a più di 35 superamenti l'anno per le Pm10 e assicurare il rispetto dei valori limite degli inquinanti atmosferici sull'intero territorio emiliano-romagnolo.

"Oggi si scrive una nuova pagina della svolta green della Regione, un passo avanti ulteriore nel percorso di pianificazione strategica che sta segnando questa legislatura", ha detto l'assessore regionale all'Ambiente, Paola Gazzolo. "Rifiutiamo gli slogan e puntiamo ad una politica rigorosa, basata su obiettivi performanti e veramente realizzabili, concreti ed efficaci in termini di riduzione delle emissioni: oggi, senza voti contrari, l'Assemblea legislativa ha approvato un piano ampiamente condiviso con i sindaci e le associazioni di categoria e ambientaliste".

L'obiettivo è uscire dalla logica dell'emergenza mettendo in campo azioni strutturali per "tagliare" del 47% le polveri sottili (Pm10), del 36% gli ossidi di azoto, del 27% l'ammoniaca e del 7% l'anidride solforosa. "La parola chiave è integrazione delle politiche e delle risorse, non solo su scala regionale ma a livello dell'intero Bacino Padano", continua l'assessore Gazzolo. "L'aria non ha confini e proprio per questo è fondamentale il lavoro comune avviato insieme alle altre Regioni e al Ministero. Solo azioni condivise, in un'ottica di area vasta, possono mettere a frutto sinergie indispensabili per migliorare davvero la qualità dell'aria". /BG

Il Piano 2020 in dettaglio

Dove interverrà il Pair
Sei gli ambiti di intervento del Piano: la gestione sostenibile delle città; il risparmio energetico e la riqualificazione energetica edilizia; la mobilità di persone e merci; l'agricoltura con la riduzione delle emissioni di ammoniaca dagli allevamenti e del contenuto di azoto nei fertilizzanti; le attività produttive con gli accordi di settore per il taglio delle emissioni, il contenimento delle emissioni diffuse e di composti organici volatili; gli acquisti verdi della pubblica amministrazione (Green public procurement).

Le misure principali previste

La rottamazione dei veicoli commerciali più inquinanti
Nel 2017 la Regione ha messo a disposizione 2 milioni di euro per la rottamazione dei mezzi commerciali diesel fino all'Euro 3 di micro, piccole e medie imprese dell'Emilia-Romagna, anche artigiane.
I fondi della Regione sono destinati all'acquisto di nuovi veicoli commerciali leggeri per il trasporto merci fino a 3,5 tonnellate da parte di aziende con sede legale o unità locale in uno dei 30 Comuni regionali soggetti alle limitazioni della circolazione previste dal Pair 2020 o, in alternativa, con sede in Emilia-Romagna e pass di accesso alla zona a traffico limitato in uno dei 30 Comuni citati. In particolare gli incentivi, con obbligo di rottamazione, potranno riguardare la sostituzione di veicoli commerciali inquinanti "di categoria N1" ad alimentazione diesel fino all'Euro 3 con mezzi a minore impatto ambientale Euro 6 ad alimentazione mista benzina-gpl, benzina-metano, benzina-elettrico ed elettrici.
L'ecobonus avrà il valore di 2.500 euro e riguarderà la sostituzione di un solo veicolo merci per ogni azienda.

Riduzione del traffico nei centri abitati
Meno 20% di traffico veicolare privato nei centri abitati dei 30 Comuni in cui si applicano le limitazioni alla circolazione. Un obiettivo da raggiungere con incentivi per la mobilità elettrica e per il potenziamento della rete pubblica di ricarica al fine di coprire almeno il 10% delle nuove immatricolazioni; aumento del numero di stazioni di rifornimento di metano e biometano; applicazione del bollo differenziato in funzione del potere inquinante del veicolo; ampliamento delle aree pedonali, a traffico limitato e delle "zone 30"; armonizzazione delle regole di accesso e sosta nelle Ztl e altre misure equivalenti individuate dai Comuni nell'ambito dei Piani urbani per la mobilità sostenibile.

Trasporto pubblico locale e regionale
Entro il 2020 si investiranno oltre 160 milioni di euro per la sostituzione di almeno 600 autobus di categoria inferiore a Euro 3 in ambito urbano con nuovi mezzi a basso impatto ambientale.
Il Piano prevede il potenziamento del 10% del trasporto pubblico locale e del 20% del servizio ferroviario, anche attraverso la razionalizzazione e il recupero di efficienza del sistema.

Mobilità ciclo-pedonale
Il Piano prevede l'incremento dei percorsi ciclo-pedonali per arrivare all'obiettivo minimo di 1,5 metri per abitante e il raggiungimento della quota del 20% degli spostamenti urbani con la bicicletta nei prossimi 4 anni nei 30 Comuni interessati alle misure di limitazione della circolazione privata.

Limitazioni alla circolazione dei veicoli privati nei centri abitati
Tra il 1 ottobre e il 31 marzo di ogni anno, dal lunedì al venerdì e nelle domeniche ecologiche (cioè la prima domenica di ogni mese, eccetto dicembre), nelle fasce orarie dalle 8.30 alle 18.30, si stabilisce il divieto di circolazione nei centri abitati dei 30 Comuni con più di 30 mila abitanti e nella cintura di Bologna per i veicoli a benzina fino all'Euro 1, diesel fino all'Euro 3, ciclomotori e motocicli fino all'Euro 0.
Dal 1 ottobre 2018 la limitazione sarà estesa anche ai diesel Euro 4 e dal 2020 riguarderà anche i mezzi a benzina Euro 2 e i restanti veicoli (gpl, metano e per le due ruote) fino all'Euro 1.

Ampliamento aree verdi
Altro tema centrale è la dotazione delle cosiddette "infrastrutture verdi", capaci di assorbire gli inquinanti atmosferici e rendere le aree urbane più gradevoli. Si punta al rispetto della norma nazionale sulla piantumazione di un albero per ogni nuovo nato, all'aumento del 20% dei metri quadrati di aree verdi per abitante oppure al raggiungimento dello standard di 50 metri quadrati per abitante.

Energia e riscaldamento
Il Pair 2020 promuove l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile che non producono emissioni di inquinanti, come il solare e il fotovoltaico, e la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e delle attività produttive, finanziata fino al 2020 con 67 milioni dal Por Fesr.
Sono inoltre previste la chiusura delle porte degli esercizi commerciali e degli immobili aperti al pubblico per evitare dispersioni di calore o raffrescamento; limitazioni all'uso di olio combustibile negli impianti termici per l'industria; il divieto di installazione e utilizzo di impianti per la climatizzazione in spazi non abitati (come cantine, vani, box, garage, depositi o androni).
Dal 1 ottobre al 31 marzo di ogni anno, si introduce il divieto di utilizzo dei camini "aperti" alimentati a legna e con efficienza energetica inferiore al 75% nelle unità immobiliari dotate di sistemi di riscaldamento multicombustibile nei Comuni i cui territori sono interamente ubicati a quota altimetrica inferiore a 300 metri. In quelli posti ad altitudini anche in parte superiori a 300 m, i Sindaci dovranno indicare con un proprio atto le zone situate al di sotto della suddetta quota in cui si applicherà il divieto.

Buone pratiche agricole
Tra le misure riguardanti l'agricoltura, finanziate per oltre 53 milioni con il Programma di sviluppo rurale, rientrano la copertura delle vasche di stoccaggio delle deiezioni, l'adeguamento delle strutture di ricovero degli animali, pratiche efficienti di distribuzione degli effluenti e modifiche nella dieta degli animali.

Misure in materia di attività produttive
In caso di nuovi impianti produttivi o di ampliamenti consistenti, il Pair prevede il rispetto dei valori limite di emissione più bassi fra quelli di riferimento per la specifica tecnologia, e stabilisce un percorso di adeguamento progressivo alle migliori tecniche disponibili per gli impianti esistenti nelle aree critiche per la qualità dell'aria.

Impatto emissivo sostenibile
Per i piani e i progetti sottoposti a procedura di Vas (valutazione ambientale strategica) o Via (valutazione impatto ambientale), il Piano stabilisce l'obbligo per il proponente di valutare le conseguenze in termini di emissioni di polveri sottili e ossidi di azoto e di individuare le eventuali misure aggiuntive idonee a compensare l'effetto delle emissioni per ridurre l'impatto al minimo.

Acquisti verdi
Il Pair propone misure per concorrere al raggiungimento dell'obiettivo del 50% di "acquisti verdi" di beni e servizi da parte delle Pubbliche amministrazioni dell'Emilia-Romagna secondo quanto previsto nel nuovo Piano sul Green Public Procurement, promuovendo forniture a basso impatto ambientale e la conversione dei propri veicoli con mezzi ecosostenibili.

Misure emergenziali in vigore da ottobre 2017
Dal 1 ottobre al 31 marzo, Arpae eseguirà ogni lunedì e giovedì una verifica dei valori di concentrazione di pm10 e invierà ai sindaci una comunicazione per evidenziare l'eventuale verificarsi di condizioni che richiedono l'attivazione delle misure emergenziali.
In caso di superamenti dei limiti per almeno 4 giorni consecutivi (e non più 7 come fino ad oggi) scatterà automaticamente la limitazione alla circolazione fino al giorno di controllo successivo, dalle 8.30 alle 18.30, nelle province in cui si è verificato il superamento. Già da ottobre 2017 le misure emergenziali riguarderanno anche i veicoli diesel fino all'Euro 4 e, dal 2020, i diesel Euro 5.
Altre misure previste nelle situazioni di emergenza sono la riduzione della temperatura di almeno 1 grado negli ambienti di vita riscaldati (massimo 19° C nelle case, negli uffici, nei luoghi per la attività ricreative o di culto e nelle attività commerciali e fino a 17° C nelle sedi di attività industriali e artigianali) e il potenziamento dei controlli sui veicoli circolanti.

(Fonte: Regione ER)

Legge sul reato di omicidio stradale: l'impegno delle istituzioni a un anno dalla sua introduzione. A Bologna un convegno organizzato dall'Osservatorio per la sicurezza stradale della Regione, insieme ai rappresentanti delle forze dell'ordine e a studenti. L'assessore Donini: "Continueremo a investire sia nella manutenzione e sicurezza delle strade sia in programmi informativi ed educativi". Partirà una campagna istituzionale contro la distrazione al volante. Testimonial: Laura Ferrari, la studentessa modenese che un anno fa rimase coinvolta nell'incidente in cui persero la vita 13 studenti universitari in Spagna per partecipare al progetto Erasmus.

Bologna, 4 aprile 2017

Meno morti sulle strade a causa di incidenti, con un calo del 6,7% in Italia, a un anno dall'introduzione del reato di omicidio stradale (previsto dalla legge 46/2016). "E' una norma doverosa e sacrosanta, che sta funzionando- sottolinea il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini-. Abbiamo dati in miglioramento, che certo non ci possono bastare ma che dicono anche che la direzione intrapresa è quella giusta. Occorre dunque proseguire in tal senso e che ognuno faccia la propria parte. Servono prevenzione, informazione, conoscenza e sensibilità".

Il presidente Bonaccini è intervenuto oggi nel corso del convegno su "Il reato di omicidio stradale... un anno dopo", organizzato a Bologna dall'Osservatorio per la sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna, cui hanno preso parte l'assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, la responsabile del Laboratorio di tossicologia forense del Dipartimento Dimec dell'Università di Bologna, Elia Del Borrello, il direttore nazionale del servizio di Polizia stradale, Giuseppe Bisogno, il procuratore aggiunto della Procura di Bologna, Valter Giovannini, e il presidente dell'Osservatorio per la sicurezza stradale, Mauro Sorbi. Presenti anche i ragazzi di alcune scuole superiori bolognesi.

"La legge sul reato di omicidio stradale- ha detto Sorbi- inizia quel percorso di inversione culturale per stigmatizzare la superficialità con cui a volte alcuni utenti della strada si mettono al volante, non riconoscendo che assunzione di alcol e droghe o semplicemente la distrazione impediscono che si guidi con il massimo dell'attenzione e delle capacità".

"Oggi abbiamo fatto il punto su una legge importante- ha spiegato Donini- e dato un contributo al dibattito nazionale. Le norme introdotte prevedono un positivo inasprimento delle pene per chi guida in stato di abbrezza o sotto l'effetto di droghe e in caso di omissione di soccorso. Come Regione continueremo a investire sia nella manutenzione e sicurezza delle strade sia in programmi informativi ed educativi ricolti in particolare ai giovani. Accanto ai progetti già in corso, faremo partire una campagna insieme ad un pool di professionisti ed esperti, con i media e nelle scuole contro la distrazione al volante. L'uso del cellulare alla guida è la causa di un terzo degli incidenti".

La campagna, biennale, avrà come testimonial Laura Ferrari, la studentessa modenese che un anno fa rimase coinvolta nell'incidente in cui persero la vita 13 studenti universitari in Spagna per partecipare al progetto Erasmus e che il presidente Bonaccini ha voluto ringraziare "per la grande sensibilità e per l'impegno personale nella diffusione della cultura della sicurezza nelle strade". /BG

(Fonte: Regione ER)

Dalla Regione 1 milione di euro. Fondamentale il lavoro di squadra con Dipartimento nazionale e Comune. Oggi la presentazione del progetto con il capo dipartimento Fabrizio Curcio. L'assessore Paola Gazzolo: "Promessa mantenuta: il Polo ritorna in città, in una posizione strategica. Sarà centro di stoccaggio, ma anche molto di più: ospiterà la sede del volontariato provinciale e diventerà centro di formazione".

Piacenza, 3 aprile 2014

Torna a Piacenza il Polo logistico nazionale di Protezione civile con una nuova struttura per attrezzature e materiali, dove troveranno spazio anche il Coordinamento provinciale del volontariato di protezione civile e le attività di formazione regionali per la logistica.
Il centro, finanziato con un milione di euro della Regione Emilia-Romagna sarà il punto di riferimento per il Nord Italia in caso di emergenza.

"Una nuova casa per la Protezione civile dell'intero Paese e di Piacenza: come promesso, il Polo nazionale del Nord Italia torna in città e amplia le sue funzioni anche grazie a 1 milione di euro messo in campo dalla Regione. Sarà il luogo in cui verranno custodite le attrezzature pronte a partire in caso di emergenza e molto di più: ospiterà la sede del volontariato provinciale e diventerà centro di formazione sulla logistica". Con queste parole l'assessore Paola Gazzolo è intervenuta questa mattina a Piacenza alla presentazione del progetto di nuovo Centro logistico nazionale di protezione civile, alla presenza del capo dipartimento Fabrizio Curcio, del sindaco Paolo Dosi e dell'assessore comunale Silvio Bisotti.

"Da subito nel 2013, quando la precedente sede del Polo è stata chiusa, abbiamo messo a disposizione i magazzini regionali per accogliere il materiale, evitando che lasciasse il territorio emiliano-romagnolo: si è trattato di una scelta strategica, la premessa per poterlo riportare a Piacenza", continua Gazzolo, ricordando come le attrezzature siano state impiegate anche nel corso dell'emergenza sisma in Italia centrale. "Al tempo stesso, con un grande gioco di squadra insieme al Comune, al Dipartimento e al volontariato, abbiamo operato per individuare una nuova collocazione del Polo: si sono esaminate varie soluzioni, compreso l'utilizzo delle aree militari del territorio, ma la soluzione individuata è la migliore dal punto di vista della posizione geografica e della facilità d'accesso alle vie di comunicazione", conclude Gazzolo. "Ora il lavoro continua, per giungere al più presto a dotare la città di Piacenza di una struttura che la rende strategica su scala nazionale nel campo della protezione civile".

La struttura sorgerà in località Montale, su un'area di 10 mila metri quadrati, grazie ad un accordo urbanistico che vede coinvolti l'amministrazione comunale e un soggetto privato e sarà ceduta all'amministrazione entro il prossimo mese di giugno. Entro l'anno l'attuale proprietario realizzerà due fabbricati rustici con struttura prefabbricata antisismica da destinarsi a nuovo Polo logistico nazionale. Le opere di completamento saranno realizzate dal Comune.

Il Polo logistico di protezione civile: la storia

Nel 2008, Piacenza è individuata come sede del Polo logistico nazionale di Protezione civile del Nord Italia per la sua posizione rispetto a tutto il Nord Italia e la vicinanza alle principali infrastrutture stradali e di comunicazione. La struttura è ospitata nell'area dell'ex Consorzio agrario e la Provincia si fa carico dell'affitto dei locali fino al 2013, quando la sede viene chiusa.
I materiali e le attrezzature vengono quindi trasferiti in altri magazzini messi a disposizione della Regione Emilia-Romagna, a Bologna e a Tresigallo (Fe), in attesa della definizione di una nuova sede. Tra le numerose ipotesi prese in considerazione anche l'utilizzo di aree militari dismesse.

Nel 2016, con l'approvazione del nuovo Piano strutturale comunale di Piacenza, si delinea una soluzione che soddisfa le esigenze di accessibilità e centralità della struttura. La sede del Centro nazionale viene prevista in località Montale, facilmente raggiungibile dagli accessi autostradali, su un'area di 10 mila metri quadrati che entro giugno, all'interno di un accordo con il Comune, sarà ceduta all'amministrazione comunale dall'attuale proprietario. Entro fine anno, il proprietario provvederà alla costruzione di due fabbricati rustici, di 2 mila metri ciascuno, con struttura prefabbricata antisismica da destinarsi a nuovo Polo logistico nazionale di protezione civile del Nord Italia. Le opere di completamento saranno svolte dal Comune con un investimento stimato in 1 milione 900 mila euro, dei quali 1 milione messo a disposizione dalla Regione.

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

Eccidio nazifascista di Villa Minozzo (Re), Bonaccini al 73esimo anniversario: "Insieme qui, oggi, per dare significato a tutto quello che è venuto dopo, per non rendere inutile la sofferenza di tanti e dare valore all'impegno di tutti. E per ridare speranza ai nostri giovani". Il presidente sottolinea l'importanza di scegliere di non dimenticare: "Fondamentale l'attenzione delle istituzioni per tutte le iniziative sul territorio. E oggi c'è uno strumento in più, la legge regionale per la Memoria del Novecento, a conferma dell'impegno sul tema da parte della Giunta dell'Emilia-Romagna".

Reggio Emilia, 27 marzo 2017

Ventotto uomini, tra i 17 e gli 84 anni. Uomini innocenti e inoffensivi. Come Adriano Gigli, il pastore diciassettenne ucciso a Fontana; come Emilio Alberghi, disabile psichico, o Antonio Rovali, 82enne infermo. O, ancora, il parroco Giovan Battista Pigozzi, che si rifiutò di mentire e di fuggire.
E' nel nome e nel ricordo delle vittime dell'eccidio nazifascista avvenuto il 20 marzo 1944 nel territorio di Villa Minozzo (Reggio Emilia), dove i borghi di Cervarolo e Civago vennero rastrellati, depredati e bruciati, che si è aperto l'intervento del presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

La cerimonia di commemorazione è stata organizzata dal Comune in collaborazione con le associazioni partigiane, Alpi-Apc e Anpi, e con l'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Istoreco). All'Aia dei Caduti erano presenti le autorità e i ragazzi della scuola secondaria dell'Istituto comprensivo di Villa Minozzo.

"E' fondamentale, come istituzioni, essere sempre presenti alle commemorazioni dei tanti eccidi con cui la barbarie nazifascista ha colpito così tragicamente le nostre terre- ha affermato il presidente della Regione-. Sono momenti preziosi, questi, perché sono testimonianza del sacrificio di tanti cittadini inermi, e ci consentono di ribadire i valori a cui dobbiamo continuare a fare riferimento. Essere qui, insieme – cittadini, istituzioni, associazioni – vuol dire scegliere di non dimenticare. Di non dimenticare le nostre radici più profonde".

"Essere qui, oggi, a ricordare insieme quel tragico 20 marzo 1944- ha proseguito Bonaccini- è un modo per dare significato a tutto quello che è venuto dopo, per non rendere inutile la sofferenzadi tanti e dare valore invece all'impegno di tutti. Ma soprattutto- ha aggiunto- per ridare speranza ai nostri giovani, ricordando che anche nei momenti più bui e di fronte a problemi apparentemente insuperabili, è possibile resistere, agire, costruire".

Quella compiuta 73 anni fa fu un'azione "che si accanì particolarmente e precocemente su una terra 'resistente'- ha sottolineato Bonaccini-, che ha visto agire, fin dal settembre 1943, i fratelli Cervi, don Pasquino Borghi, e anche i partigiani sassolesi di Rossi e Barbolini". Su quelle vicende oggi c'è anche una verità giudiziaria: nel 2010-2011, grazie al lavoro del procuratore Marco De Paolis e all'impegno dei familiari delle vittime, si è svolto il processo ai responsabili presso il Tribunale militare di Verona. Sono stati condannati all'ergastolo l'ex sottotenente Fritz Holberg e l'ex sergente Karl Stark, con sentenze poi passate in giudicato. "Un esito senza dubbio tardivo e per certi aspetti insufficiente rispetto alle legittime attese- ha detto il presidente-, ma comunque importante come segnale ufficiale della volontà di fare giustizia, di non dimenticare, di dare riconoscimento alla dignità delle vittime e dei loro eredi". Ancor prima della verità storica e di quella giudiziaria, "questa vicenda aveva trovato spazio nella memoria della comunità di Cervarolo"; e in questo "i cittadini di Cervarolo, voi, non dovete rimanere soli".

Bonaccini ha poi rimarcato il ruolo fondamentale svolto dalle associazioni partigiane e dagli istituti storici "per richiamare nelle scuole e nell'opinione pubblica il tema delle stragi naziste e fasciste", così come è importante che le istituzioni locali, regionali e nazionali "non facciano mai mancare la loro attenzione, la loro presenza e anche il loro appoggio concreto a tutte le iniziative promosse sul territorio". Ed è in questa prospettiva che "oggi abbiamo a disposizione uno strumento in più: la legge regionale per la Memoria del Novecento, che conferma l'impegno sul tema della Giunta dell'Emilia Romagna e si propone di valorizzare e mettere a sistema le tante realtà e attività della nostra regione". /CV

In allegato, foto della commemorazione all'Aia di Cervarolo; il presidente con i parenti delle vittime

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

Assegnato dalla Regione ad Unifidi il fondo di gestione per il microcredito. Potranno essere erogati finanziamenti fino a 15mila euro, per lo sviluppo di piccole iniziative imprenditoriali e professionali. Dal 15 marzo al via alle richieste. L'assessore Costi: "Una misura concreta a sostegno della crescita e della formazione".

Bologna, 13 marzo 2017

Anche le piccole imprese e i professionisti dell'Emilia-Romagna da oggi possono accedere al credito. Questo grazie ad un fondo di microcredito di 2 milioni di euro, assegnato dalla Regione in gestione ad Unifidi, che punta a finanziare lo sviluppo di piccole iniziative imprenditoriali e professionali. Il credito potrà essere utilizzato per l'acquisto di beni, il pagamento di corsi di formazione e alta formazione, oltre a esigenze di liquidità connesse allo sviluppo dell'attività, compreso il costo di personale aggiuntivo. Finanziabili anche gli investimenti in innovazione, in prodotti e soluzioni di Ict e sviluppo organizzativo, oltre alla messa a punto di prodotti e/o servizi che presentino potenzialità concrete di sviluppo e consolidamento di nuova occupazione.

"Questa opportunità- spiega l'assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi- consente di accedere al credito attraverso requisiti semplici e soglie minime. Un sostegno concreto alle esigenze e allo sviluppo di piccole iniziative imprenditoriali e professionali per promuovere la crescita e la formazione delle persone".

Le domande per accedere ai finanziamenti possono essere presentate a partire da mercoledì 15 marzo fino al prossimo 31 dicembre: l'importo del credito è compreso tra un minimo di 5 mila ed un massimo di 15 mila euro.
Possono far richiesta per ricevere i finanziamenti i lavoratori autonomi e liberi professionisti che operano in Emilia-Romagna che alla data della domanda siano titolari di partita iva da un minimo di un anno e da non più di 5, con fatturato compreso tra 15 e 70 mila euro; i liberi professionisti iscritti agli ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali oppure forme aggregate tra professionisti con i medesimi requisiti previsti per le imprese; le imprese individuali, società di persone, società a responsabilità limitata semplificata o società cooperative operanti in Emilia-Romagna che alla data della domanda siano avviate da almeno un anno e da non più di 5 con fatturato annuo compreso tra 15 e 100 mila euro. Per poter presentare la domanda basta possedere la Partita Iva ed avere iniziato l'attività da almeno un anno.

Per informazioni e per richiedere il finanziamento è possibile rivolgersi agli sportelli Unifidi Emilia Romagna. I recapiti e tutti i dettagli dell'iniziativa sul sito www.unifidi.eu  nella sezione dedicata al Fondo Regionale Microcredito. 

(Fonte: Regione ER)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Oggi a Roma la presentazione del torneo 2019, che sarà ospitato per la prima volta in Italia da Bologna, Reggio Emilia, Cesena, Trieste, Udine e San Marino.

Bologna, 1 marzo 2017

"Da oggi, insieme alle altre associazioni, partirà un importante lavoro per coordinare al meglio l'organizzazione e la promozione degli Europei che, ne sono certo, la nostra Regione saprà ospitare con qualità e professionalità". Così il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale dell'Emilia-Romagna, Andrea Rossi, durante la presentazione alla stampa svoltasi oggi a Roma, nella sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Fase finale di "Uefa Euro Under 21", che si terrà per la prima volta in Italia e nella Repubblica di San Marino nel 2019. Deputate all'ospitalità le città di Bologna, Reggio Emilia, Cesena, Trieste e Udine, oltre San Marino.

Questa mattina erano presenti il ministro per lo Sport Luca Lotti, il presidente della Figc Carlo Tavecchio e il direttore Michele Uva, il vice segretario della Uefa Giorgio Marchetti, il presidente Coni Giovanni Malagò, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e i sindaci delle città sedi di gara.
"E' un importante evento che valorizza la nostra regione e le sue bellezze in quel viaggio che, nel raccontare la nostra terra, chiamiamo la 'via Emilia experience'- ha aggiunto Rossi-. Un percorso di scoperta che mette insieme non solo i nostri patrimoni culturali ma anche i nostri elementi caratteristici quali food, motor e wellness".

"Prendo atto delle rassicurazioni da parte del Governo su interventi a sostegno di città e stadi utilizzati- ha detto il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio-. La Federazione sarà sempre più presente per sostenere l'iniziativa. L'assegnazione da parte dell'Uefa arriva in un momento veramente propizio perché, grazie alla collaborazione del Governo, del Coni, degli Enti locali e dei club, vogliamo dimostrare quanto il nostro calcio stia facendo di positivo sia in campo che fuori per la valorizzazione dei giovani e per la riqualificazione degli impianti".

Assegnato alla Federazione italiana giuoco calcio dal Comitato esecutivo della Uefa lo scorso 9 dicembre, il torneo prevede la partecipazione di 12 Nazionali e determinerà l'accesso ai Giochi Olimpici di Tokyo del 2020. Si svolgerà in 4 città italiane (Bologna, Cesena, Reggio Emilia e Udine) e a San Marino, in virtù della collaborazione avviata tra Figc e Fsgc, la Federcalcio sammarinese.

(Fonte: Regione ER)

Difficoltà finanziarie per la società del gruppo Sfir che produce derivati del pomodoro. Caselli: "Massimo impegno per il piano di risanamento aziendale"

Bologna 21 febbraio 2017 -
"La Regione farà il massimo sforzo per mantenere aperto il canale del dialogo tra le parti in causa e per mettere in campo ogni iniziativa utile per garantire la prosecuzione dell'attività produttiva dell'azienda, la salvaguardia dei posti di lavoro e la sottoscrizione in tempi brevi dei contratti di coltivazione con gli agricoltori in vista delle semine primaverili per la campagna 2017".

È l'impegno ribadito dall'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, al termine della riunione del tavolo convocato oggi pomeriggio in Regione per fare il punto su Ferrara Food, l'azienda di lavorazione del pomodoro di Argenta (Fe) di proprietà del gruppo Sfir alle prese con una difficile situazione finanziaria e che ha tra l'altro un debito stimato di circa 11 milioni di euro nei confronti delle organizzazioni di produttori per il mancato pagamento di una parte delle consegne di materia prima nell'ultima campagna.

All'incontro odierno hanno partecipato, oltre all'assessore Caselli e ai funzionari dell'assessorato regionale all'Agricoltura, i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole regionali (Coldiretti, Confagricoltura e Cia), delle organizzazioni dei produttori conferenti (Apo Conerpo, Pempacorer, Afe, Apol, Op Ferrara ed Op Minguzzi), dei sindacati dei lavoratori (Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil), di Unindustria Ferrara, oltre al presidente dell'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, Tiberio Rabboni, al vicesindaco di Argenta, Andrea Baldini, e al presidente dell'Unione dei Comuni "Valli e Delizie", Nicola Minarelli. Per l'azienda, che ogni anno dà lavoro ad oltre un centinaio di addetti, tra stagionali e dipendenti fissi, era presente l'amministratore delegato, Marzio Andrea Olgiati, accompagnato da dirigenti del Gruppo Sfir e dai consulenti finanziari e legali.

"Con la lavorazione del 40% di tutto il pomodoro coltivato nel distretto produttivo locale- sottolinea Caselli– Ferrara Food è un importante tassello del sistema agro-industriale provinciale e regionale e la cessazione dell'attività dello stabilimento di Argenta, con il rischio di abbandono della coltura e la perdita di un'importantissima opportunità di reddito per gli agricoltori, oltre che per i lavoratori dell'azienda, rappresenterebbe un durissimo colpo per l'economia del territorio". Un comparto strategico per l'agroalimentare dell'Emilia-Romagna, che gode di una posizione di indiscussa leadership a livello nazionale, e sul quale come Regione continueremo a puntare ed investire ingenti risorse".

"Per questi motivi- conclude l'assessore- anche nel caso di Ferrara Food, siamo impegnati nel mantenere in piedi il confronto tra tutti i soggetti interessati per superare gli ostacoli e risolvere le difficoltà che si frappongono alla definitiva approvazione del piano di risanamento, condiviso fra le parti industriale ed agricola ed appoggiato anche dai sindacati, piano cui manca solo il pronunciamento positivo del sistema bancario. Gli sforzi finora profusi da tutti possono dunque avere uno sbocco positivo, che appare concretamente alla portata, a condizione che le decisioni necessarie vengano assunte molto tempestivamente, cioè nel giro di pochissimi giorni, in modo da poter fornire agli agricoltori le garanzie necessarie ad effettuare le semine in vista della prossima campagna in un quadro di certezze sotto il profilo contrattuale ed economico".

(Fonte Regione Emilia Romagna)

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