Piacenza 27 luglio 2021 - È stata confermata anche quest’anno, nella nostra Provincia, la circolazione della West Nile. In particolare, il recente isolamento del virus in uccelli selvatici si è evidenziato durante l’attività di campionamento prevista dal piano della Regione Emilia Romagna, che viene realizzata da maggio a settembre dall’Aziende Usl in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, l’Ufficio Faunistico della Regione e gli ATC.
“In diverse zone del Piacentino – spiega Alessandro Chiatante del Servizio Veterinario dell’Azienda Usl di Piacenza - sono posizionate le trappole per la cattura di zanzare e quelle per i corvidi, che vengono poi sottoposti a controllo per la ricerca del virus West Nile, proprio per la prevenzione della salute umana e animale. È quindi importante che le trappole, se individuate, non siano manomesse”.
“La trasmissione dell’infezione alle specie sensibili (uomo, cavallo e uccelli) – prosegue l’esperto - avviene tramite le zanzare comuni mentre la zanzara tigre non ha nessun ruolo nella trasmissione di questa malattia. Le zone della nostra Provincia più a rischio sono dunque quelle dove è maggiore la densità di zanzare Culex e maggiore il passaggio di uccelli migratori: quindi tutta l’area a nord della via Emilia e in particolare lungo il corso del Po”.
Poiché le misure di prevenzione per ostacolare la moltiplicazione della zanzara tigre che da anni l’Azienda Usl raccomanda, sono efficaci anche contro la zanzara comune, è fondamentale effettuare la prevenzione e la lotta anche nelle aree private, avendo cura di eliminare tutte le possibili raccolte d’acqua e, nel caso non siano eliminabili, trattandole con gli appositi larvicidi. Grazie alla collaborazione di Ferderfarma, gli specifici prodotti sono venduti nelle Farmacie che aderiscono alla convenzione a prezzo di costo.
“È fondamentale – continua il dottor Chiatante - che chi soggiorna lungamente all’aperto, specialmente nelle ore serali a rischio, si protegga adeguatamente dalle punture mediante l’utilizzo di indumenti chiari che coprano anche gambe e braccia; vanno evitati i profumi, le creme e i dopobarba che attraggono gli insetti. Possono essere utilizzati repellenti cutanei per uso topico da applicare sulla cute scoperta, compreso il cuoio capelluto, qualora privo di capelli. I principi attivi più efficaci sono DEET (utilizzabile sopra i 12 anni di età), ICARIDINA (utilizzabile sopra i 2 anni) e CITRODIOL (utilizzabile sopra i 3 mesi), mentre per i lattanti è raccomandato l'uso di zanzariere sulle culle. In ogni caso bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni, fornite dal fabbricante, riportate sulla confezione”.
LA MALATTIA DI WEST NILE
West-Nile Virus (o virus del Nilo Occidentale) deriva il suo nome dal distretto di West-Nile, in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta.
Nell’uomo, la malattia ha un'incubazione di pochi giorni e i sintomi sono inapparenti nell’80% dei casi; nei casi manifesti variano dalla febbre elevata con malessere generalizzato, dolori muscolari e articolari, fino a casi di encefalite e meningite. Queste due ultime evenienze sono fortunatamente molto rare; riguardano infatti solo l’1% dei casi, soprattutto anziani e soggetti immunodepressi. Nella maggior parte dei casi con sintomatologia, il malato si ristabilisce in circa una settimana, mentre nei casi più gravi possono residuare danni neurologici più o meno importanti.
Gli uccelli selvatici migratori rivestono un ruolo fondamentale nella diffusione del virus, rappresentando il vero serbatoio di infezione. Il virus si mantiene nell’ambiente attraverso il continuo passaggio tra la zanzara, che alberga il virus a livello delle ghiandole salivari, e gli uccelli che veicolano il virus dalle zone dove la malattia è endemica e ne costituiscono il serbatoio.
Come sopra specificato, la zanzara tigre - responsabile della trasmissione di malattie esotiche come Chickungunya e Dengue - non ha nessun ruolo nella trasmissione di questa malattia.
Si possono ammalare sia l’uomo sia il cavallo, ma non possono ritrasmettere il virus alle zanzare, quindi ad altri animali o persone. È però documentata la trasmissione da uomo a uomo mediante trasfusioni di sangue o emocomponenti, e trapianto di organi o tessuti; per questo motivo tutte le sacche di sangue raccolte dalle donazioni, e i donatori di organi, vengono testati per escludere la presenza di questo virus.