Dal plasma dei donatori Avis una terapia per il casi gravi di infezione.
Emilia, 14 settembre 2013 --
Sono ricavate dal plasma dei donatori Avis dell'Emilia-Romagna le immunoglobuline che vengono somministrate ai malati gravi di West Nile, non solo all'interno della regione ma anche in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sardegna. L'unica terapia ad oggi possibile è infatti quella immunologica: una tecnica sperimentata a partire dal 2008 dall'Avis di Ferrara in collaborazione con il Laboratorio di Virologia dell'Ospedale S.Orsola di Bologna.
"A Ferrara – spiega il dottor Florio Ghinelli, infettivologo e responsabile sanitario di Avis Emilia-Romagna - abbiamo avuto l'idea di testare tutti i nostri donatori di plasma alla ricerca di immunoglobuline IgG, gli anticorpi del West Nile Virus. Coloro che hanno sviluppato gli anticorpi producono un plasma che può essere somministrato per la cura dei soggetti infettati dalla malattia. Quando abbiamo cominciato a fare questi test c'era un po' di scetticismo nella comunità dei trasfusionisti. Oggi ci chiedono il plasma da tutta Italia e altre provincie hanno cominciato ad effettuare il test per poter stoccare in tempi rapidi il plasma dei donatori idonei. In un futuro non lontano gli infettivologi e i trasfusionisti lavoreranno insieme per la cura delle forme acute di West Nile e altre infezioni virali."
All'inizio della sperimentazione è risultato positivo lo 0,67% dei donatori testati e 68 di essi eseguono appositamente la donazione in plasmaferesi per fornire il plasma per produrre le immunoglobuline anti West Nile Virus. Sono stati controllati anche i donatori di Bologna, Modena e Reggio Emilia, i positivi entreranno nel programma di produzione di immunoglobuline. Un anno fa il plasma dei donatori di Ferrara è stato somministrato, con esito positivo, ad una giovane paziente sottoposta a trapianto di fegato in quanto l'organo trapiantato era stato prelevato ad una paziente con infezione da Virus West Nile. Avis Emilia-Romagna ha raccolto 274.438 unità di sangue e plasma da donatori periodici, volontari e non remunerati. Parte della raccolta viene avviata alla lavorazione per la produzione di farmaci salvavita, plasmaderivati e immunoglobuline.
(fonte AVIS Emilia Romagna)
Il 26 settembre a Castel Vecchio una giornata di approfondimenti -
La 'buona carne' fa parte della storia alimentare dell'uomo, ha accompagnato lo sviluppo della specie umana fin dalla preistoria e persino le grandi Religioni monoteiste dettano regole precise per il suo consumo. Con lo sviluppo della scienza moderna e della tecnologia sono stati fatti grandi passi avanti anche nella conoscenza di questo alimento, insieme semplice e complesso, ma certamente prezioso. Ma quanto ne sappiamo, in realtà? E quali prospettive apriranno le innovazini che incalzano? A dare una risposta a questi e a molti altri interrogativi il convegno che si terrà il 26 settembre prossimo alla sala convegni del Circolo ufficiali di Castel Vecchio a Verona. Scarica il programma
Il convegno La 'buona carne'... un patrimonio da proteggere e conoscere meglio, organizzato da Società italiana di medicina veterinaria preventiva, Università degli studi di Padova, Ulss 20, Associazione Vincenzi e Ifne, spazierà ogni aspetto del "pianeta carne": dal quelli storici a quelli legislativi, dalle tecniche di allevamento, ai nuovi sistemi per migliorare la naturale frollatura e la qualità microbiologica delle carni. Ma troveranno spazio anche la trattazione dei sistemi di controlli e di approvvigionamento nelle Forze armate o gli aspetti giuridici in base ai quali i consumatori possono far valere i propri diritti.
Insomma un viaggio a 360° grazie a relatori di indubbio prestigio: il dottor Silvio Borrello, direttore generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute; l'avvocato Fausto Capelli, giurista ed esperto in legislazione alimentare, il professore Valerio Giaccone, ordinario di Ispezione e controllo dei prodotti alimentari di origine animale dell'Università di Padova; il tenente colonnello Enrico Mancini, consulente Veterinario delle forze operative terresti; il dottor Riccardo Murari, Responsabile del Servizio igiene alimenti di origine animale dell'Ulss 20 di Verona, il dottor Severino Segato del Dipartimento di medicina animale, produzioni e salute dell'Università di Padova
"Noi sappiamo che le qualità sensoriali e nutrizionali della carne – osserva Valerio Giaccone - giocano un ruolo decisivo nella scelta dei consumatori, ma non conosciamo ancora a fondo i fattori che condizionano queste due qualità. Quanto sappiamo, per esempio, dei meccanismi della frollatura delle carni? Negli ultimi anni sono stati brevettati nuovi e finora impensabili sistemi per mantenere meglio le carni, per stabilizzarne il colore e aumentarne tenerezza, succosità e valore nutrizionale".
E ancora: "Da qualche tempo si discute molto su due aspetti della produzione delle carni: quali prospettive potremmo avere dalla clonazione degli animali da carne? E che ne diciamo della sintesi di carne direttamente in provetta?". Conclude Giaccone: "Gli spunti per conoscere meglio le carni fresche ci sono tutti e ci sono anche motivi di discussione"
10 settembre 2013
(fonte s.i.ve.m.p. veneto)
Piacenza, 12 settembre 2013 -
La Cardiologia dell'ospedale di Piacenza in cattedra al congresso europeo. Ad Amsterdam, dove si sono riuniti nei giorni scorsi delegati da tutto il mondo, il nostro reparto cittadino era in prima linea sul tema dell'insufficienza cardiaca.
Come sempre avviene in questi appuntamenti, gli specialisti hanno potuto ascoltare gli aggiornamenti sulle ricerche scientifiche e condividere le ultime indicazioni diagnostiche e terapeutiche.
Nel congresso europeo sono state presentate le nuove linee guida sul trattamento della malattia ischemica, della ipertensione arteriosa e del diabete. Sono stati discussi i dati sull'impiego di nuovi farmaci anticoagulanti orali nel trattamento delle flebiti e delle procedure interventistiche (angioplastica coronarica) nella cura dell'infarto miocardico acuto. Si è parlato anche dell'impiego dei pace-maker defibrillatori impiantabili nei pazienti con insufficienza cardiaca e delle possibilità diagnostiche della risonanza magnetica cardiaca nel migliorare l'efficacia nel trattamento invasivo ablativo della fibrillazione atriale.
Sono stati portati dati che confermano che una prevenzione efficace basata su sane abitudini di vita, controllo del peso e attività fisica anche intensa, possano non solo prolungare la vita ma migliorarne la qualità.
La Cardiologia piacentina, con il dottor Massimo Piepoli, ha preso parte attivamente alla preparazione del programma scientifico del congresso promuovendo una tavola rotonda (focus session) in cui sono stati discussi il trattamento e il follow-up di casi clinici complessi di insufficienza cardiaca. Sono stati quindi esaminati pazienti acuti instabili, portatori di assistenza ventricolare e anziani con molteplici patologie concomitanti. Hanno preso parte alla discussione dei casi specialisti provenienti dal Belgio, Grecia, Polonia, Svezia, Svizzera.
(Fonte: ufficio stampa Usl PC)
Poviglio, 11 settembre 2013 -
La serata è la prima di tre iniziative per la Giornata mondiale dell'Alzheimer e apre il ciclo di appuntamenti organizzati in collaborazione tra Unione Comuni Bassa Reggiana, AUSL Reggio Emilia e AIMA -
Una serie di incontri per aiutare i malati di Alzheimer e le rispettive famiglie, fornendo loro un sostegno concreto nell'affrontare meglio la malattia. Si svolgerà a Poviglio martedì 17 settembre 2013, alle ore 21.00 presso il Centro del Volontariato Kaleidos (via Bologna 1), il primo dei tre appuntamenti di confronto sul tema della demenza, dal titolo "Invecchiare: normalità e patologia".
Le tre serate, che si terranno a Poviglio, Gualtieri e Reggiolo, rientrano nella serie di iniziative per la Giornata Mondiale dell'Alzheimer del 21 settembre, organizzate dall'Unione Comuni Bassa Reggiana, dall'Azienda sanitaria di Reggio Emilia (Distretto di Guastalla e Programma Aziendale Demenze) e da AIMA (Associazione italiana malattia di Alzheimer).
Nel corso dell'incontro si parlerà del difficile lavoro di cura nell'affrontare la malattia, dell'aiuto dei volontari e dei tecnici nel sostenere la famiglia, delle relazioni sociali e del sostegno da parte della comunità, dei percorsi di cura rivolti all'anziano portatore di questa patologia: alla serata interverranno il dott. Maurizio Alberti, geriatra e responsabile del Centro Disturbi Cognitivi AUSL Distretto di Guastalla; la dott.ssa Cristina Menozzi, psicologa e psicoterapeuta del Programma Aziendale Demenze Ausl Reggio Emilia, e la dott.ssa Patrizia Ferrari, responsabile del Centro demenze di Scandiano
Saranno inoltre presenti il neo presidente dell'Unione Comuni Bassa Reggiana e sindaco di Poviglio Giammaria Manghi; Sergio Cecchella, direttore del Programma Az.le Demenze dell'AUSL Reggio Emilia; la dott.ssa Giuliana Boschini, direttore del Distretto AUSL Guastalla; Enza Malaguti, responsabile dell'Ufficio di Piano Unione dei Comuni Bassa Reggiana; la dott.ssa Simonetta Cavalieri, presidente AIMA, associazione di volontariato che da molti anni è a fianco dei malati e nell'assistenza ai familiari colpiti dall'alzheimer.
«Questo ciclo di incontri rientra nell'ambito delle politiche a sostegno dei malati di demenza e dei loro familiari che Amministrazioni comunali, AIMA e Azienda USL, hanno intrapreso da tempo, ad esempio attraverso l'esperienza dei "Caffè Incontro" e dei Centri di ascolto. Altra importante figura in questo percorso di cura è il medico di medicina generale, che svolge una funzione fondamentale per il trattamento del paziente e come punto di raccordo tra i vari servizi della rete territoriale» afferma il direttore del programma Demenze Sergio Cecchella. «Si tratta di azioni importantissime per tutte le persone colpite da una malattia così grave e per i loro familiari, che vedono la loro vita profondamente trasformata da questa patologia. Venire loro incontro è un'azione doverosa per farli sentire meno soli e offrire un sostegno concreto nella quotidianità, con il supporto dei tanti volontari di Aima e degli operatori che già svolgono un prezioso lavoro».
(Fonte: Kaiti expansion)
Bologna, 11 settembre 2013 -
L'ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, assieme agli altri cinque disseminati in Italia, sarà soppresso entro l'1 aprile 2014 e a sostituire i sei centri, sorgeranno ventuno Residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (Rems), uno per ogni regione. Un progetto primo nel suo genere che a Reggio Emilia sorgerà in una struttura ex novo e che dovrebbe tutelare malati e personale sanitario. Sicurezza al centro della discussione soprattutto dopo i dati resi noti dall' assessore della sanità Carlo Lusenti relativi all'anno 2010 che rivelano che in Emilia-Romagna "sono stati segnalati volontariamente dalle strutture pubbliche e private accreditate 94 episodi a minor gravità, principalmente relativi a personale della psichiatria, dove si sono registrati 73 casi", mentre per quanto riguarda gli "eventi sentinella", cioè "eventi particolarmente gravi a carico degli operatori", dall'inizio del 2010 al luglio 2013 si sono evidenziati tre casi.
Il Centro di Reggio Emilia sorgerà in un terreno di proprietà dell'Azienda sanitaria di Reggio Emilia, in via Maria Montessori, avrà una estensione totale di 3.800 metri quadrati e al suo interno, oltre a numerose aree comuni per favorire attività ricreative e terapeutiche, ci saranno 40 stanze singole pensate per soggiorni non di breve durata (dai due ai dieci anni), di cui 20 destinate agli uomini, 10 alle donne e 10 ad "alta intensità". È la nuova "Residenza sanitaria" (Rems), progettata dalla Ausl di Reggio Emilia per accogliere le persone sottoposte a misure di sicurezza residenti in Emilia-Romagna e attualmente "internate" nell'Ospedale psichiatrico giudiziario presente in città. Struttura che la recente normativa nazionale prevede venga chiusa assieme agli altri 5 Opg esistenti complessivamente sul territorio italiano.
L'Assemblea legislativa ha approvato a larghissima maggioranza (astenuti Mov5stelle e Giovanni Favia del Gruppo Misto) la delibera di Giunta sul progetto, che ha già ricevuto in fase istruttoria il primo parere positivo, per quanto espresso in maniera informale, dal ministero della Salute ai fini dell'ammissione al finanziamento di 9.984.338 euro, e che la Regione Emilia-Romagna andrà a integrare con 525.491 euro, una cifra pari al 5% del totale. In particolare, la spesa per la sola residenza ammonta a 7.356.880 (di cui 367.844 a carico dell'ente) mentre la somma residua, di 3.152.948 euro, sarà destinata a "incrementare la realizzazione, presso le strutture sanitarie della Regione, di percorsi terapeutico-riabilitativi e a favorire misure alternative all'internamento".
Nelle parole dell'assessore alla Salute, Carlo Lusenti, il progetto, che è il primo del genere nel nostro Paese, rappresenta "un passaggio di civiltà che chiude una vicenda intollerabile e trasforma una sede detentiva in un percorso di presa in carico e riabilitazione e cura completamente sanitario". Marco Barbieri (Pd) ha espresso soddisfazione per l'avvio di questo esperimento, una struttura costruita "ex novo" grazie alle competenze e alla storia del territorio di Reggio Emilia. Sul progetto ha manifestato il suo gradimento anche Franco Grillini (Gruppo Misto), a giudizio del quale "i manicomi giudiziari sono un retaggio ottocentesco e devono essere superati da strutture sanitarie gestite dalle Regioni. Non c'è un problema di sicurezza, ma un problema di diritti del malato. La dignità umana va sempre salvaguardata".
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)