Editoriale: - Tanta fatica per nulla. - Cereali e dintorni. Ancora segnali di stanchezza. - Bolle di sapone killer. Ministero Salute lancia allerta per rischio microbiologico - Merano Wine Festival. Il vincitore del "Premio Godio 2017" -Guida Michelin 2018: Salite e discese - All'orizzonte un maxi colosso dell'agricoltura - Altro ...
SOMMARIO Anno 16 - n° 46 19 novembre 2017
1.1 editoriale
Tanta fatica per nulla.
2.1 lattiero caseario Si allarga la forbice tra Padano e Parmigiano.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Ancora segnali di stanchezza.
4.1 sicurezza alimentare Bolle di sapone killer. Ministero Salute lancia allerta per rischio microbiologico
4.2 vino eventi Merano Wine Festival. Il vincitore del "Premio Godio 2017"
5.1 fake news Fake news. Mutti smentisce il ritiro della propria passata di pomodoro per contaminazione da arsenico.
5.2 management e organizzazione La comunicazione d'impresa verso il Technical Report UNI T/R 11642
6.1 Guida Michelin 2018 Guida Michelin 2018: Salite e discese e un nuovo tre stelle con lo chef Norbert Niederkofler
7.1 maxi fusioni All'orizzonte un maxi colosso dell'agricoltura
7.2 rischi alimentari Ostriche contaminate. Disposto il ritiro.
8.1 mais tendenze Ismea. tendenze del mais
9.1promozioni "vino" e partners
10.1 promozioni "birra" e partners
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Premio Godio 2017, è Luis Haller il vincitore. Realtà virtuale a "Virtual Reality Sanctissimus".
Merano 13 novembre 2017 – E' lo chef stellato Luis Haller il vincitore del Premio Godio 2017, assegnatogli da Helmuth Köcher patron del Merano WineFestival che ospita il prestigioso riconoscimento dal 2004, istituito nel 1994 in memoria del grande chef Giancarlo Godio. La premiazione si è svolta nella Cooking Farm in piazza della Rena a Merano dove si è svolto Wild Cooking, il primo appuntamento italiano dedicato ai cibi fermentati, e show cooking con preparazioni dei piatti di chef stellati e di contadine altoatesine.
Originario della Val Passiria, 39 anni, Luis Haller scopre la sua passione per l'arte culinaria fin da giovane. Oggi lo chef stellato lavora al Schlosswirt Forst a Lagundo con entusiasmo e competenza proponendo una cucina basata sulla ricerca e innovazione, ma sempre nel rispetto della tradizione.
La giornata di oggi ha visto protagonista anche "Virtual Reality Sanctissimus" nell'ambito del progetto di ricerca Virtual Reality Innovation con il coinvolgimento della Cantina San Paolo di Appiano, Alto Adige. L'iniziativa conferma la vocazione del Merano WineFestival a distinguersi per l'approccio orientato all'innovazione; infatti è stato proprio Helmuth Köcher a guidare la simulazione della realtà virtuale, la presenza fisica in un ambiente attraverso immagini realistiche, suoni e altre sensazioni. Attraverso l'utilizzo di un apposito visore, si è potuto assistere a tutte le fasi di lavorazione del vino; dalla raccolta al bicchiere.
Editoriale: - Federalismo, scissionismo, autoreferenzialità e informazione - Continua lo scivolone del burro - Cereali e dintorni. Dall'USDA la sorpresa del grano. - Giovani. l'Inps si ricrede sulla decontribuzione - Vino, Export: L'Italia cede alla Francia la storica leadership negli USA - Altro ...
SOMMARIO Anno 16 - n° 45 12 novembre 2017
1.1 editoriale
Federalismo, scissionismo, autoreferenzialità e informazione
2.1 lattiero caseario Continua lo scivolone del burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Non ci sono stati grandi movimenti.
4.1 sicurezza alimentare Eurospin richiama un lotto di Filetti di Acciughe.
4.2 vino eventi Le novità del 26° Merano WineFestival (10-14 novembre)
5.1 INPS giovani Giovani. l'Inps si ricrede sulla decontribuzione.
5.2 management e organizzazione Una organizzazione aziendale realizzata ad arte
6.1 economia 4.0 Aziende 4.0. Più tecnologie e meno persone?
7.1 vino eventi Aspettando Merano Winefestival
8.1 vino export Vino, Export: L'Italia cede alla Francia la storica leadership negli USA.
8.2 vino eventi Presentato "Enologica" - Bologna dal 18 al 20 novembre
9.1 Vinitaly Vinitaly presenta gli espositori anche in Cinese.
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dall'USDA la sorpresa del grano.
11.1 sicurezza alimentare Uova e derivati al fipronil, ancora segnalazioni del Ministero della salute e di RASFF
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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Una storia che nasce da un'idea genuina è sempre qualcosa che vale la pena di raccontare, soprattutto se viene da un'intuizione che esalta il lavoro delle persone e le eleva al grande Pubblico creando un'entusiasmante avventura.
da L'Equilibrista 9 novembre 2017 -
Uniamo tre amici con la passione per i grandi vini bordolesi riuniti a parlare di qualità e di sogni nel cassetto come spesso capita, ma che per una volta vanno oltre perché pensano a come realizzare questa eccellenza e diffonderla come Vision a tutti.
Questo è stato l'inizio che ha spinto Helmuth Köcher, nato a Merano nel 1959 a pensare ad un concept che non perde smalto, anzi si rinnova e diventa sempre più interessante scouting e tappa decisiva di enogastronauti e wine-lovers. E' stato solo dopo uno dei suoi viaggi in Bordeaux che Köcher capisce la grande finestra che gli si potrebbe aprire davanti e quindi di ritorno dalla sua esperienza e cavalcando il suo intuito, inizia ad organizzare degustazioni ed incontri nei più prestigiosi e famosi ristoranti dell' Alto Adige, con tale cura e stile da concepire da li a poco il GourmetClub Alto Adige e ad inaugura la prima edizione del Merano WineFestival nel lontano 1992.
Le riviste internazionali ed altri prestigiosi mensili oggigiorno lo inseriscono fra gli eventi imperdibili perché è solo qui che ancora si può pensare ad una fucina di idee; la culla dove far nascere nuovi approcci al mercato, dove chi, così vulcanico ed inarrestabile, ha ideato Decanter e Fine Wine Decanter. Ma quello che personalmente prediligo, è quanto è stato fatto nel 2013 e per cui ad oggi anche le nostre Aziende emiliano romagnole possono accreditare presenze di rilievo assoluto perchè inserite a pieno merito nel Merano Wine and Culinaria Award (che dal 2017 è the WineHunter Award), ovvero grande concorso enologico e culinario che ogni anno vede la partecipazione di oltre 5.000 prodotti enogastronomici tutti adeguatamente selezionati.
Ogni anno vengono quindi valorizzati più di 1200 produttori tanto da averne almeno più di 500 lungo tutti i giorni del wine festival garantendo qualità assoluta e grande imparzialità sia nel giudizio che nella gestione dei rapporti con queste Aziende.
Non manca poi la sezione dedicata alla biodinamica che sempre più sta prendendo piede e che già nel 2002, vedendo un crescente interesse per questa fase di mercato, collocava le prime aziende BIO in una fascia già di assoluta elitè, come fu per il primo: Alois Lageder, seguito da Manincor e dalla cooperativa di Caldano per citare solo alcune realtà.
Ora, anche grazie alla continuità di altre manifestazioni più di nicchia, a Merano Wine Festival ce ne saranno tante e tante altre. I tempi per sentori al limite dell'inaccettabile o fastidiose ossidazioni preludio di inutili prese di posizione, sono finiti, lasciando spazio a vini che hanno assunto una notevole qualità gusto olfattiva, senza più alcun difetto e che possano rispecchiare veramente la mano del produttore e del suo lavoro in vigna.
Grande rilievo poi viene sempre riservata alla Gourmet Arena perché teatro di veloci quanto innovativi show-cooking, dove il simposio cibo vino la fa da padrone. Questo perché l'abbinamento, che esalta la tradizione italiana e mette a confronto diverse etnie culinarie da ogni parte del Mondo, deve essere la nuova frontiera fra cibi e Popoli che sempre di più condivideranno esperienze comuni. Chiudiamo con la frase di rito del padrone di casa che racchiude passione, voglia di andare al di la della semplice proposta e perché no innovare ancora. " The WineHunter è questo: ricerca, scoperta, condivisione delle eccellenze figlie del perfetto connubio fra passato e futuro. Solo il meglio, in ogni sua forma. " Helmuth Köcher".
L'evento inizierà ufficialmente Venerdì 11 Novembre e finirà Martedì 14 Novembre a Merano ovviamente.
http://www.meranowinefestival.com/
Merano, 7 novembre 2017 – Si attendono 10 mila persone al 26° Merano WineFestival (10-14 novembre 2017). Alla conferenza stampa di oggi, tenutasi all'Hotel Terme Merano, il patron Helmuth Köcher ha presentato il programma della kermesse enogastronomica più attesa dell'anno nella splendida località meranese.
La manifestazione ha generato l'anno scorso un indotto turistico di circa 8 milioni di euro tra Merano e provincia, come conferma il vice presidente dell'azienda di soggiorno Vincenzo Coco presente alla conferenza.
All'edizione del 2017 del Merano WineFestival partecipano oltre 450 case vitivinicole tra le migliori in Italia e nel mondo, quasi 200 artigiani del gusto e 15 cuochi di spicco.
Questa edizione durerà un giorno in più; l'evento è di cinque giornate da venerdì 10 a martedì 14 novembre, ma già il 9 come giornata prologo ai Giardini di Castel Trauttmansdorff si terrà un convegno "Naturae&Purae" che annuncerà le nuove tendenze del vino. Esperti e interpreti del mondo del vino si confronteranno sui temi della sostenibilità, della naturalezza e della purezza, cercando di rispondere al quesito: "Quo Vadis? Food & Wine, the future is natural?".
Al convegno curato e ideato da Helmuth Köcher e Angelo Carrillo interverranno: Attilio Scienza (Cisgenetica), Luca D'Attoma (vini bio e biodinamici), Franz Josef Loacker (vini biodinamici), Werner Morandell (Piwi), Angiolino Maule (vini naturali). Sul tema delle fermentazioni alimentari interverrà l'esperto Carlo Nesler. Presente al convegno anche Giorgio Grai, un'altra figura di prestigio del mondo vino, esperto di viticoltura ed enologia, oltre che collaboratore di importanti riviste enogastronomiche.
Tra gli eventi più attesi di venerdì 10 novembre c'è Architecture&Wine alle ore 19,00 in piazza della Rena, una conferenza sull'Architettura sostenibile con la ditta Progress di Bressanone, in collaborazione con Fondazione Architettura Alto Adige e dove saranno presenti circa 150 architetti altoatesini, ma anche svizzeri, austriaci, tedeschi ecc. durante il quale saranno premiate tre cantine che hanno fatto della sostenibilità le loro fondamenta. Cooking Farm sarà il fulcro della Chef Arena; dal 10 al 14 novembre importanti chef di livello internazionale si confronteranno con le contadine altoatesine, depositarie della cultura culinaria locale.
Immancabili le Masterclasses, degustazioni guidate di eccellenze enologiche nazionali e internazionali all'Hotel Terme Merano, il cui ricavato andrà in beneficenza. Infine, il 14 novembre, Catwalk Champagne, una "sfilata" nella Kursaal Merano di alcune fra le migliori Maisons de Champagne.
Dall'11 al 13 novembre al Kurhaus si tiene Wine Italia con oltre 800 vini italiani protagonisti, un percorso fra le varie aree ed i differenti territori vinicoli da nord a sud. La sala Czerny (nome dell'architetto che progettò Kurhaus, nel 1874), ospiterà Wine International con oltre 250 vini dalla Spagna all'Argentina, dal Libano al Sud Africa, dall'Austria alla Crimea. In contemporanea, dal 10 al 14 novembre, lungo la "Passer Promenade", la famosa passeggiata a fianco del fiume Passirio e amata dalla principessa Sissi, avrà luogo GourmetArena con l'accurata selezione di prodotti tipici nazionali ed internazionali.
"Istria" focus con degustazione di vini e prodotti tipici di 30 aziende di questo territorio. Poi il Concorso emergenti di sala. 20 emergenti di sala terranno un esame teorico venerdì 10 novembre all'Hotel Terme Merano, un esame pratico durante la cena di gala della manifestazione e sabato pomeriggio al Teatro Puccini l'esame teorico con giuria apposita.
Film NOMA. Il Merano WineFestival film focus, sabato sera alle ore 20:00 al Cinema Ariston di Merano sarà proiettato un documentario dedicato al NOMA, il ristorante di Copenhagen nominato per quattro anni il migliore del mondo, il precursore del "vino naturale" e dei cibi fermentati. Il primo che già nel 2010 li presentava sulla carta dei vini e nel menu. Assieme ad Andrea Abolis (presidente del Film Festival Bolzano) sarà presentato il miglior vino del Merano WineFestival. Il migliore tra i migliori dei 25 premiati Paltinum selezionati dal "cacciatore dei vini" Helmuth Köcher, The Wine Hunter award.winehunter.it.
Alle ore 17 di sabato 11 all'Hotel Terme Merano Domenica Gullì, Soprintendenza Beni Culturali Agrigento, racconterà dei reperti trovati a Sciacca (Agrigento) che dimostrerebbero che il la storia del vino in Italia risalirebbe già a 6.000 anni fa.
Programma MWF2017:
www.meranowinefestival.com/merano-winefestival/programma/
Editoriale: Verdini di rabbia - Crolla il burro. - Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione. - Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP - Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival. - Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".-
SOMMARIO Anno 16 - n° 43 29 ottobre 2017
1.1 editoriale
Verdini di rabbia
2.1 lattiero caseario Crolla il burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione.
4.1 sicurezza alimentare Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP
4.2 vino intervista Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival.
5.1 caporalato Pomodoro Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".
5.2 etichettatura pomodoro L'etichettatura obbligatoria per il pomodoro è legge
6.1 aziende Mulino Alimentare SpA. Il nuovo stabilimento super tecnologico, adeguato alle normative UE 2030.
6.2 ceta e emilia romagna CETA, crescono gli affari dopo l'accordo. Mulino Alimentare leader del comparto.
7.1 Po viabilità economia Ponte sul Po di Casalmaggiore – Colorno: concluse le analisi
8.1 pomodoro e batteriosi Batteriosi del pomodoro. Oi approva il fondo di emergenza
9.1 Fiera cremona Bovino da latte: innovazione e capitale umano strumenti anticrisi
11.2 mela verde Pomì a Mela Verde
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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E' iniziato il conto alla rovescia per il Merano Wine Festival che aprirà i battenti il 10 novembre. Cinque giorni intensi per celebrare la 26esima edizione.
Giornate piene di emozioni, contenuti e idee da scoprire. Oltre 450 case vitivinicole, tra le migliori in Italia e nel mondo, quasi 200 artigiani del gusto, 15 chef di spicco, insomma l'espressione del meglio che il nostro paese ha da offrire, firmato "the Wine Hunter Award" di cui proponiamo l'intervista al Patron Helmuth Köcher
- I visitatori presenti al Merano WineFestival hanno la possibilità di degustare prodotti di nicchia accuratamente selezionati, ci spiega secondo quali criteri queste etichette vengono valutate dalle commissioni WineHunter?
Ormai da 26 anni la commissione WineHunter invita tutte le aziende che fanno parte della nostra banca dati a inviare la loro campionatura. Si tratta di aziende i cui vini sono già stati degustati oppure altre che sono state segnalate dai membri delle commissioni d'assaggio. Una volta ricevuta la campionatura ci sono otto commissioni d'assaggio che valutano i vini in base al criterio dei 100 punti e, fatta una selezione finale, al Merano WineFestival vengono invitate le aziende i cui vini hanno ricevuto almeno un punteggio di 88 punti su 100, ovviamente dando la precedenza a quelli che hanno ottenuto punteggi superiori. Si cerca anche di mantenere un equilibrio tra le varie aree vitivinicole e di avere ben rappresentata tutta Italia.
- Uscendo dai confini dell'Italia, quale il territorio straniero su cui si concentra questa edizione del Merano WineFestival e perché lo ha scelto?
Quest'anno il focus è sull'Istria che vedo come un territorio emergente. Sto seguendo la sua viticoltura da ormai 15 anni, venendo a conoscenza di tante realtà. Progressivamente ho avuto modo di osservare un'innalzamento del livello qualitativo e, anche quest'anno, ho visitato il territorio in due occasioni conoscendo molti produttori. Si tratta di una area famosa più come zona turistica che come realtà vinicola, alla quale il Merano WineFestival vuole offrire la possibilità di mettere in risalto i propri prodotti.
- Dopo oltre trent'anni di esperienza nel mondo del vino, quale secondo lei il fil rouge che dovrebbe unire passato, presente e futuro di questo affascinante mondo?
Sicuramente il fil rouge è la storia del vino, che ci racconta e ci dà la possibilità di assaggiare il DNA di un prodotto che è l'uva e di conseguenza la caratteristica di un territorio che diventa inconfondibile. Troviamo quindi rappresentato il passato, con i suoi 9000 anni di storia, ma anche il presente della viticoltura che è in continua evoluzione sia per quanto riguarda la cura dei vigneti che le varie fasi di produzione in cantina. Infine il futuro, che vuole coniugare storia, tradizione e cultura del territorio includendo il percorso di un'azienda che poi diventa una garanzia di fiducia per il consumatore che va ad acquistare il prodotto finale.
- Qualità ed eccellenza dei prodotti sono sicuramente tratti distintivi del Merano WineFestival, ma cosa sono per lei veramente "qualità" ed "eccellenza" oggi?
Quando ho iniziato con il Merano WineFestival nel 1992 si iniziava a parlare di qualità, mentre la parola eccellenza era allo stato embrionale, perché non c'era la ricercatezza che c'è oggi. Il mercato della viticoltura non aveva a disposizione la tecnologia attuale e dopo 25 anni c'è stato un tale avanzamento, che produrre un prodotto di qualità non è più così difficile. La parola qualità diventa però difficile da interpretare e da usare nella comunicazione, così come la parola eccellenza: basta vedere quante volte questi termini vengono sfruttati, comparendo nelle pubblicità dei vari prodotti. Va fatta quindi una distinzione perché per me qualità, soprattutto nel segmento che riguarda il vino, è comunque da considerare a livello di emozione. Quando assaggio un vino o un prodotto deve esserci il valore emotivo e oltre a questo l'approccio con un'eccellenza deve darmi l'impressione di immergermi nel prodotto sia che si tratti di un vino, di un panettone o di un cioccolato. Quando la gente mi chiede come faccio a sapere se una determinata cosa è un prodotto qualitativamente buono o meno, io sono del parere che anche il fattore personale sia molto influente e che ognuno di noi sappia cosa piace o non piace perché possiede il valore emotivo che naturalmente anche i degustatori hanno.
- L'Italia è una terra estremamente variegata in cui tradizione e innovazione si incontrano continuamente con risultati unici e spesso divenuti famosi in tutto il mondo. Quale invece secondo lei un prodotto meno conosciuto ma dalle grandi potenzialità che ha scoperto in quest'ultimo anno? E quale la regione d'Italia con più potenzialità ancora nascoste?
Per quanto riguarda i prodotti vitivinicoli, l'Italia negli ultimi dieci anni ha riscoperto il territorio e le sue varietà autoctone; si parla di oltre 1000 varietà all'interno delle quali ogni regione ha una sua chicca e qualcosa di particolare. Ultimamente hanno richiamato la mia attenzione i vitigni resistenti alle malattie fungine, i cosiddetti PIWI, come il Solaris o il Souvigner Gris che non sono particolarmente conosciuti ma il cui prodotto è notevole anche se ha bisogno ancora di un po' di tempo per essere comunicato. Per quanto riguarda la regione d'Italia che ha più potenzialità nascoste ma che sta emergendo, questa è sicuramente la Puglia. Oltre alla sua storia, questa regione ha dei vitigni particolari come il Primitivo e il Negroamaro che fino a pochi anni fa erano utilizzati come vino per le grosse quantità e ora invece hanno visto il loro potenziale fortemente rivalutato e promettono bene per il futuro.
- Quest'anno il festival dà spazio per la prima volta agli "orange wine", cosa l'ha colpita in particolare di questo nuovo trend di prodotto?
La parola orange wine è già di per sé una parola che richiama l'attenzione di chi la sente. Anche qui interviene la storia: si tratta di una lunga macerazione sulle bucce del vino bianco che riprende soprattutto la cultura vitivinicola georgiana della vinificazione in anfora. Il risultato è un prodotto molto più complesso, molto più ampio per quanto riguarda la struttura e di conseguenza più diversificato rispetto ad un vino bianco di pronta beva, fresco e con una bella acidità. È un settore che secondo me ha bisogno di essere comunicato e in cui c'è molto da fare e per quanto riguarda la qualità dei vini. Alla base, come dicevo prima, c'è sempre un discorso di valore qualitativo emotivo.
- Ogni calice di vino e ogni prodotto gastronomico proposto in degustazione durante il Merano WineFestival racchiude in sé una storia di eccellenza. Quanto è importante per lei la condivisione di queste storie con i visitatori?
Lo ritengo molto importante perché il vino ci racconta non solo la storia di un territorio, ma anche di un produttore. L'etichetta di un vino racconta il percorso che il produttore stesso ha fatto e con questa si vuole comunicare da una parte la filosofia che c'è dietro e dall'altra un'eventuale storia di famiglia. Quando si afferma che nel calice di vino troviamo anche l'anima del produttore, lo ritengo in parte vero. Ogni produttore cerca di dare la sua impronta al vino oltre a quella che viene conferita dal territorio, per cercare di trasferire il vissuto, il passato e la storia della famiglia stessa, soprattutto nel caso di aziende che sono alla ottava o decima generazione di viticoltori e vogliono valorizzare il lavoro dei proprio padri e nonni. A questo punto la comunicazione è ampia perché racchiude la storia di un territorio, di una famiglia e di un vitigno. Faccio l'esempio del Pinot Nero in Alto Adige: il tutto risale al 1835 quando un arciduca portò la vite in questo terreno; ecco che dobbiamo partire da lì per arrivare ai giorni d'oggi in cui il Pinot Nero è considerato il miglior vino rosso dell'Alto Adige per eccellenza.
- Anche quest'anno uno spazio importante della rassegna è dedicato ai vini biologici, biodinamici, naturali e PIWI. Quanto questi prodotti continuano ad influenzare il mondo del vino? E quanto è importante la sostenibilità per il futuro di un settore come quello vitivinicolo?
Questi prodotti si inseriscono perfettamente nell'evoluzione che il mercato sta avendo: il consumatore è sempre più attento a quello che compra e che mangia, l'attenzione all'alimentazione è generale e questo fa sì che anche il prodotto vitivinicolo sia sottoposto alla selezione del consumatore. C'è una maggiore volontà di informarsi su tutta quella che è la fase di produzione; nel caso del vino si parte dalla vite stessa, dal suo periodo di fioritura fino alla vendemmia, con particolare interesse al territorio e ai prodotti utilizzati per salvaguardare le viti dalle malattie. Nel caso dell'agricoltura biodinamica i trattamenti annuali si restringono a due, eseguiti con prodotti interamente biologici, mentre nel caso dell'agricoltura convenzionale i trattamenti sono di più e senza l'utilizzo di prodotti biologici. La differenza notevole tra le due diventerà man mano chiara anche per il consumatore, che riuscirà ad attribuire il giusto valore ai vini biologici con un giusto compromesso tra sostenibilità e qualità, perché il vino biologico deve essere comunque piacevole da bere e senza particolari difetti dal momento in cui chiunque vuole bere e mangiare bene.
- Lei è per vocazione un instancabile cacciatore di vini, possiamo quindi immaginare che la sua mente sia già rivolta al futuro. Qualche idea per il 2018 che ci vuole svelare in anteprima?
La mia mente è sempre rivolta al futuro e il mio motto è: "Think outside the box". Trovo secondario lo sviluppo del mercato dal punto di vista commerciale, mentre mi soffermo di più ad osservare territori in crescita, vitigni emergenti e tutto questo mi fa avere una mia visione del mondo vitivinicolo tra passato, presente e futuro. La parte più importante in questo contesto è quella di valorizzare territori sconosciuti come quest'anno al Merano WineFestival faremo con l'Istria e come abbiamo fatto in passato con la Georgia e la Romania, mostrando varie tecniche e culture legate alla viticoltura. Interessanti da scoprire potrebbero essere ad esempio le vinificazioni fatte sotto il livello del mare come anche le vinificazioni in alta montagna oltre i 2500 metri e altrettanto i vigneti riscoperti in altitudine come quelli a 3150 metri di Mendoza in Argentina. Insomma, è un mondo che richiede continua attenzione e curiosità per cercare di capire non solo le cose nuove che si stanno evolvendo, ma anche in che direzione il mercato deve effettivamente andare. Per i produttori sono infatti importanti i mercati di esportazione come la Cina, la Russia o altri mercati emergenti e vorrei stringere dei rapporti con questi stati in modo da poter fungere da garante e da anello di congiunzione tra produttore e mercato. Ovviamente il mezzo sarebbe quello di entrare in scena come protagonisti organizzando appuntamenti che abbiano una certa risonanza in questi luoghi. La mia visione adesso è rivolta soprattutto al marchio The WineHunter ed è quello che per me deve crescere e deve diventare sempre più ciò che è già oggi, ovvero una garanzia e una referenza di fiducia per il consumatore che può affidarsi a dei prodotti "approvati". Di conseguenza, ai prodotti assaggiati e valutati dalla commissione WineHunter deve essere attribuito un valore.