di LGC Parma 7 novembre 2019 - L'allarme terrorismo è sempre pronto a far scattare le procedure di emergenza in tutto il mondo. Il caso ha voluto che ieri sera, quasi in contemporanea, due importanti aeroporti europei, Malpensa e Amsterdam, venissero isolati e messi in sicurezza per allarmi terroristici.
L'allarme evacuazione è scattato la scorsa sera all’Aeroporto di Milano Malpensa. La procedura di emergenza, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sarebbe scattata, a causa di un "pacchetto sospetto nel bagaglio a mano". Pur essendo l’allarme rientrato nel giro di pochi minuti, è scattata la procedura di emergenza prevista con il blocco delle attività mentre le aeree d'imbarco sono state evacuate. Nello specifico, la polizia ha deciso di far evacuare il terminal 2 di partenza ma dopo 20 minuti i passeggeri sono stati nuovamente ammessi nel terminal mentre la squadra di bombe si occupava del bagaglio a mano, che in realtà conteneva solo uno strano oggetto metallico.
Molto più grave quanto accaduto in Olanda dove l'esercito ha accerchiato un aereo in partenza per Madrid dal quale era partito il segnale di emergenza che indicava un "dirottamento in corso". Tra le prime notizie sembrava che fossero ben tre i terroristi, armati di coltelli, a tenere in ostaggio passeggeri e equipaggio. Solo dopo oltre un ora la polizia locale informava che tutti erano in sicurezza e infine, quasi fosse una barzelletta, l'informativa che si trattò di un errore dei piloti.
Alla fine i piloti, evidentemente imbarazzati, hanno fatto le loro scuse mentre non si comprende come fosse uscita la notizia dei tre terroristi armati di coltelli e lanciata dalle agenzie di mezzo mondo.
Malpensa, sciopero oggi 6 settembre. Il personale di Airport Handling la principale società dei servizi di terra si bloccherà per quattro ore dalle 10 alle 14
Venerdì 6 settembre i sindacati Cgil, Cisl e Ugl hanno dichiarato uno sciopero di quattro ore, dalle 10 alle 14, per Airport Handling, la principale società dei servizi di terra. Il personale è attualmente tutto impegnato all'aeroporto di Milano Malpensa per la chiusura temporanea di Linate causa lavori infrastrutturali e di rifacimento pista.
La causa: “Le ragioni dello sciopero sono da ricondurre alla decisione di Airport Handling di non confrontarsi concretamente con FILT-CGIL FIT-CISL UGL-TA in merito a temi centrali quali: utilizzo personale in somministrazione, formazione professionale, organizzazione del lavoro, safety. Sin dalla partenza del periodo di Bridge (27 luglio) tutte le criticità da noi sollevate, che Airport Handling ha pensato di superare ignorandole, hanno immediatamente impattato su lavoratori e qualità del servizio. I carichi di lavoro sono esplosi senza alcun controllo attraverso turni massacranti, con conseguenze sulla safety del personale il comunicato dei sindacati- come dimostra anche il grave infortunio del 25 agosto, e perché sono saltati la metà dei corsi previsti per il personale, con tutto quanto ne consegue in termini di safety ed efficienza del servizio. Più di tutti hanno pagato i più deboli, cioè circa 350 lavoratori precari che, dopo essere stati spremuti per un mese e mezzo, nel corso del mese di settembre hanno ricevuto l’amara sorpresa del mancato rinnovo del contratto di somministrazione". In conclusione, “scioperiamo perché Airport Handling, terrorizzata dall’essere l’unica Azienda che avrebbe affrontato il bridge senza accordo sindacale, si è consegnata al sindacato autonomo. I contenuti organizzativi, normativi ed economici del “bridge” devono essere rivisti”.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” una vera e propria dichiarazione di guerra determinata da turni massacranti, disservizi e infortuni gravati in questo periodo sul personale di terra. Pertanto consigliamo ai passeggeri di controllare sui siti ufficiali degli aeroporti lo stato del volo per restare indenni.
( 5 settembre 2019 )
Voli di Linate a Malpensa: ritardi a gogo. A certificarlo uno studio della Cub trasporti: "200 al giorno". Per il sindacato: “esperimento della Grande Malpensa fallito”. Lo Sportello dei Diritti: disagi anche per i passeggeri
Noi dello “Sportello dei Diritti”avevamo già rilevato un consistente aumento dei ritardi aerei coincisi con lo spostamento dei voli da Linate a Malpensa in concomitanza del periodo dei lavori previsti sul primo scalo. Ma adesso uno studio compiuto della Cub Trasporti ha dimostrato che dall’avvio dell’”Operazione Bridge”, il maxispostamento del traffico aereo da Linate a Malpensa, dallo scorso 27 luglio più di 200 voli al giorno subiscono dei ritardi.
Così la Cub trasporti ha rilevato che: «Se analizziamo i dati, possiamo verificare che la situazione è ormai consolidata con un terzo dei voli che regolarmente è in ritardo di oltre 15 minuti, mentre per chi parte centinaia di valigie restano regolarmente a terra, e chi arriva deve attendere anche ore per ricevere il proprio bagaglio».
Il giorno peggiore è stato lo scorso 2 agosto, con 294 ritardi accumulati, di cui 77 sono voli Alitalia. In buona sostanza per il sindacato l’esperimento è già fallito.«Non ci convincono le tesi aziendali che parlano per la consegna dei bagagli di un dato fisiologico nella norma (da 1% a 2%) di bagagli non caricati nello stesso volo, mentre per i ritardi sostengono che non sono dovuti alla gestione aeroportuale di Malpensa», spiegano dalla Cub Trasporti.
Per la sigla di base, a oltre venti giorni dall’avvio del Bridge che, come sostenuto dai vertici Sea, doveva dimostrare che Malpensa può puntare nei prossimi anni a questi livelli di traffico, la Grande Malpensa è un esperimento che non deve avere seguito.
«Gli stessi dirigenti, oltre a spiegare come mai la compagnia Alitalia ha questa situazione di ritardi, debbono anche prendere atto che oltre ai danni subiti dal territorio e dai lavoratori ci sono anche i danni ai passeggeri». Viaggiatori che, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, hanno già segnalato attraverso reclami pervenutici la situazione che ci auguriamo possa in qualche modo trovare una “normalizzazione”, perché un hub aereo così importante come Malpensa non può permettersi il prorogarsi di quanto sta accadendo.
(19 agosto 2019)
Como, Milano e Varese invase dall'inquinamento di Malpensa. Chiude Linate e l'aumento del traffico aereo a Malpensa provoca ripercussioni anche sul capoluogo lombardo.
Nei capoluoghi lombardi delle province di Milano, Como, e in particolare a Varese è stato rilevato un notevole incremento dell'inquinamento fonico e si teme anche per quello atmosferico. Lo scalo varesino, come noto, gestirà per i prossimi tre mesi i voli da e per Linate, chiuso per un’importante ristrutturazione.
Tradotto in cifre si stima una crescita del 30% di decolli e atterraggi in un unico aeroporto, con già un incremento nella prima settimana di 600 mila passeggeri. Nel 1999 gli ambientalisti avevano manifestato contro l'inquinamento da traffico aereo, dove l'allargamento del corridoio delle rotte di avvicinamento proprio a Malpensa aveva provocato un aumento dell'impatto fonico. Tuttavia, ogni tentativo di evitare queste problematiche ambientali, a quanto pare, è risultato vano. Una lotta, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che oggi torna d’attualità più che mai, sui rischi in tutta la Lombardia occidentale dell’inquinamento atmosferico causato dagli aerei.
(3 agosto 2019)