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Busseto, 20 gennaio 2022 - E’ attivo a Busseto il nuovo servizio per la micro-raccolta dell’amianto che consente alle utenze domestiche di smaltire gratuitamente piccoli manufatti di amianto.

Mercoledì, 26 Agosto 2020 09:38

Via l'amianto dal magazzino comunale di Sissa.

Magazzino comunale di Sissa:  sarà rimossa la copertura in amianto  e realizzato un nuovo tetto,lavori per 75mila euro

Pubblicato in Cronaca Parma
Mercoledì, 30 Settembre 2015 16:21

I sindaci studiano il Catasto anti-amianto di Rubiera

Cavallaro invitato dalla Provincia a illustrare all'Assemblea il Ciar: "Oggi è possibile utilizzare anche i droni nel monitoraggio". Manghi: "Strumento importante, mi auguro venga adottato da altri Comuni". -

Reggio Emilia, 30 settembre 2015 -

Il progetto-pilota del Comune di Rubiera - che dal 2009 ha avviato un programma di "verifica a tappeto" delle coperture degli immobili per far rimuovere o mettere in sicurezza quelli contenenti amianto - potrebbe diventare buona prassi per tutte le amministrazioni reggiane. Con questo obiettivo il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha invitato nei giorni scorsi il sindaco Emanuele Cavallaro a illustrare all'Assemblea dei sindaci il Catasto Immobili Amianto Rubiera (Ciar). Nato sulla base della drammatica esperienza maturata con la vicenda Eternit, il Ciar ha permesso di censire ben 227.175 metri quadri di coperture contenenti amianto in edifici privati (quelli pubblici, a Rubiera, sono tutti da tempo a norma), 108.825 dei quali già bonificati, 43.000 messi in sicurezza ed altri 75.350 attualmente oggetto di procedure aperte.

Confermando l'impegno preso lo scorso aprile proprio a Rubiera al convegno promosso da Comune, Cgil e Associazione dei familiari in occasione della Giornata mondiale delle vittime del lavoro e dell'amianto, il presidente Giammaria Manghi ha quindi invitato il sindaco Cavallaro a illustrare agli altri primi cittadini il funzionamento, e gli importanti risultati ottenuti, del Ciar, perché possa essere adottato anche dagli altri Comuni: "Uno dei "nuovi" ruoli della Provincia è proprio quello di coordinare e supportare amministrativamente i Comuni, valorizzando e cercando di condividere le tante buone pratiche che le pubbliche amministrazioni reggiane hanno messo in campo nel tempo – spiega il presidente della Provincia di Reggio Emilia – Il Catasto Immobili Amianto Rubiera è certamente uno strumento importante per superare gli attuali limiti gestionali nella eliminazione dell'amianto dal nostro territorio, ha prodotto risultati preziosi e mi auguro possa essere esteso anche ad altre realtà".

Il sindaco Emanuele Cavallaro ha illustrato agli altri primi cittadini il funzionamento del Ciar, mettendo a loro disposizione un vero e proprio kit, completo di allegati con le "lettere-tipo" da inviare ai proprietari per avviare il procedimento amministrativo finalizzato alla bonifica. "La sensibilità della comunità su questi temi è comunque fondamentale e a Rubiera la collaborazione dei cittadini è stata preziosa, basti dire che su 258 procedimenti avviati, non abbiamo riportato nessun ricorso ed abbiamo dovuto procedere a solo 5 segnalazioni alla Procura per inadempienza", ha sottolineato Cavallaro. Realizzato "senza incaricare tecnici o consulenti esterni, grazie ad uno straordinario lavoro anche dei nostri funzionari e del nostro dirigente, e senza attendere nuove leggi o finanziamenti", il Catasto ha comportato nella prima fase una attenta ricognizione del territorio per individuare le coperture realizzate in cemento amianto: "Abbiamo utilizzato le foto satellitari o l'aerofotogrammetria – ha spiegato il sindaco di Rubiera – ma oggi la tecnologia consente di ridurre sensibilmente i tempi del monitoraggio attraverso i droni ed in particolare grazie a un progetto che si basa sull'applicazione di un algoritmo sull'analisi di immagini multi spettrali, originalmente sviluppato dall'Università di Chieti e perfezionato da AeroDron".

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(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Ambiente. In arrivo 9 milioni per rimuovere l'amianto nelle imprese. Le risorse a disposizione con un bando della Regione. Click day il 23 settembre per la prenotazione online della domanda di contributo.

Bologna, agosto 2015

 - In arrivo 9 milioni di euro di eco-incentivi per le imprese che rimuovono e smaltiscono l'amianto presente nei luoghi lavoro. Le risorse – messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, nel Piano di azione ambientale, attraverso un bando – puntano alla qualificazione ambientale e alla tutela dei lavoratori.

A partire dal prossimo 23 settembre, una sorta di click-day, collegandosi al portale Ambiente le imprese potranno effettuare la prenotazione online della domanda di contributo.
L'iniziativa, già sperimentata negli anni scorsi, ha l'obiettivo di sostenere l'impegno di quelle aziende che mostrano di voler qualificare il proprio ambiente di lavoro attraverso la rimozione di coperture o coibentazioni contenenti cemento-amianto.

Il bando è stato costruito sfruttando anche le recenti semplificazioni in materia di aiuti di Stato emanate dall'Unione europea, con particolare riferimento al nuovo regolamento di esenzione in materia di tutela ambientale. Il contributo massimo erogabile sarà di 200mila euro per ciascuna impresa del territorio regionale.

Si tratta di contributi che verranno concessi secondo l'ordine cronologico di arrivo, verificando prima la documentazione progettuale completa che sarà richiesta unicamente a quelle imprese che si collocheranno in posizione utile in graduatoria.

In questo modo si eviterà di appesantire inutilmente di adempimenti tutti i partecipanti al "click day".

"Tutelare l'ambiente significa tutelare il lavoro, e la Regione con il bando vuole dare un segnale chiaro in questa direzione – sottolinea l'assessore all'Ambiente Paola Gazzolo – Con queste risorse vogliamo sostenere le imprese che hanno la sensibilità e la volontà di migliorare. Il provvedimento poggia sulla consapevolezza che la soluzione definitiva al problema è nella rimozione di tutto l'amianto presente nel territorio: un processo, questo, che richiede risorse e tempo".

(Fonte Regione Emilia Romagna)

Pubblicato in Ambiente Emilia

Eternit: ancora a giudizio oppure no? Dopo il primo processo, che si era concluso con la prescrizione dell’accusa di disastro ambientale per il patron svizzero Stephan Schmidheiny, il secondo ora rischia di non essere nemmeno celebrato.

Reggio Emilia, 24 luglio 2015 - di Ivan Rocchi

C’era anche una delegazione reggiana oggi a Torino per l’ultima udienza della fase preliminare del secondo processo Eternit. La Cgil di Reggio Emilia, i parenti delle vittime e alcuni ex lavoratori dello stabilimento di Rubiera (RE) speravano di vedere l’inizio di un nuovo processo all’ultimo proprietario del gruppo belga, lo svizzero Stephan Schmidheiny. E questa volta non per disastro ambientale, ma per omicidio.

Infatti, Schmidheiny era stato già condannato a 18 anni di reclusione per disastro ambientale doloso al termine del primo processo Eternit, ma poi era intervenuta la prescrizione e quindi era stato prosciolto dalle accuse. Ora si è aperto un nuovo processo, che lo vede come unico imputato per la morte di più di 200 persone. Ma adesso tutto è in sospeso, dopo la decisione del giudice.

Ciro Maiocchi, del dipartimento salute e sicurezza della Cgil di Reggio Emilia non nasconde l’amarezza. “Le attese erano molte – spiega Maiocchi - soprattutto quelle dei familiari delle vittime. Oggi il giudice incaricato aveva il compito decisivo di rinviare a giudizio Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della multinazionale Eternit, decidendo se l'accusa più pertinente sia quella di omicidio volontario (non prescrivibile) o omicidio colposo (prescrivibile). Ma il giudice ha optato per una terza via. Dopo che la difesa dell’imputato ha sollevato obiezioni sulla possibilità di processare per una seconda volta la Eternit, pur con motivazioni giuridiche diverse accadute nel medesimo contesto storico, il giudice ha scelto di richiedere un parere direttamente alla Corte costituzionale”.

In effetti, secondo il principio ne bis in idem (non due volte per la medesima cosa), un accusato non può essere giudicato due volte per lo stesso reato. Il giudice ha dunque proposto di dirimere la controversia e di chiedere a un soggetto terzo se il secondo processo Eternit possa comportare violazioni della Costituzione o dei trattati europei. Non è facile prevedere quanto tempo richiederà questo nuovo passaggio, e questo significa un’ulteriore attesa per i famigliari delle vittime e per i lavoratori coinvolti, dopo anni di battaglie processuali.

“Anche noi della Cgil insieme ad Afeva (Associazione Familiari Vittime Amianto) iniziamo a soffrire della mancanza di risultati - continua Ciro Maiocchi -, consci che le insidie sono molte e soprattutto che non si possono attendere tempi biblici. Per questo bisognerà vigilare perché la Corte costituzionale decida al più presto se un secondo processo Eternit sia effettivamente legittimo o meno. Crediamo che a questo punto sia necessario definire una strategia processuale e sindacale comune, perché rimane fortissimo l'intreccio tra questioni giuridiche e di diritto e azioni sindacali”.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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