Domani l'ultimo giorno in cui i nostri imprenditori lavoreranno per il fisco. Le imposte nella nostra provincia si mangiano il 63,5% del reddito d'impresa.-
Modena, 04 agosto 2015 -
La notizia non è nuova, nel senso che lo studio di CNA Nazionale dal quale trae origine è datato aprile, ma suscita comunque un certo scalpore notare che domani, mercoledì 5 agosto, sarà l'ultimo il giorno in cui i piccoli imprenditori modenesi lavoreranno per pagare le tasse. Sì, perché le imposte nella nostra provincia si mangiano il 63,5% del reddito d'impresa.
C'è chi sta peggio – tra tutti gli imprenditori bolognesi - ma anche chi sta meglio (quelli reggiani, ad esempio). In ogni caso non si tratta di una classifica particolarmente lusinghiera:
la tassazione 2015 nelle città emiliano-romagnole
A fotografare l'andamento della tassazione complessiva è l'Osservatorio permanente della Cna Nazionale sulla tassazione delle Pmi, curato dal Centro Studi Cna e dal Dipartimento politiche fiscali. Al centro dell'analisi, l'andamento della tassazione locale e nazionale tra il 2011 e il 2015, sulla base di una simulazione riferita a una impresa manifatturiera rappresentativa del tessuto economico italiano (nel caso specifico, un'azienda individuale con quattro operai e un impiegato, operante in un laboratorio artigiano di 250 metri quadrati, con un negozio destinato alla vendita di 175 mtq e relativi macchinari e arredamenti, oltre che di un automezzo).
A Modena scopriamo così che in cinque anni il peso dell'Imu più la Tasi è aumentato di oltre 80 punti percentuali, l'addizionale comunale Irpef di un decimo (più o meno l'aumento fatto registrare dall'addizionale regionale rispetto all'anno scorso). Le buone notizie arrivano dal sensibile calo dell'Irap, che si è più che dimezzata. E' proprio grazie all'intervento sull'Irap se il reddito netto disponibile di questa impresa campione (di cui si ipotizzano ricavi per 431mila euro, costi del personale per 165mila, costo delle materie prime per 160.000, altri costi ed ammortamenti per 56mila con un reddito ante-imposte di 50mila euro), rispetto al 2014 sia in aumento del 5,5% (mentre su base quinquennale la perdita si attesta al 3,6%).
Numeri che consentono a Modena di collocarsi nelle zone di bassa classifica, per una volta quelle "migliori", perché è nella coda della graduatoria che troviamo le città più virtuose.
La classifica, stilata su 113 città, ci vede, infatti, all'81esimo posto, dietro, in termini di economicità, alle sole Ferrara (90esima) e Reggio Emilia (99esima).
A livello nazionale, nel 2015 la media del peso fiscale complessivo sulle piccole imprese si attesterà al 62,2%, in leggerissimo miglioramento rispetto al 2014: un calo dell'1,7% insufficiente a portare il valore della tassazione a quel 59,2% raggiunto nel 2011, l'anno zero del federalismo fiscale. Peraltro questa diminuzione va ascritta interamente all'abolizione della componente lavoro dell'Irap.
Tante, invece, le differenze tra le diverse città a causa dell'elevata variabilità dei valori catastali degli immobili di impresa, su cui vengono calcolate Imu e Tasi, e dalle forti differenze della tassazione sui rifiuti solidi urbani, la Tari. A Reggio Calabria, la città prima nella classifica 2015 per fiscalità, il Total Tax Rate tocca il 74,9% (percentuale che costringere gli imprenditori calabresi a versare il fisco quanto prodotto sino al 29 settembre), Bologna è seconda posizione con il 72,9% davanti a Napoli (71,9%), Roma (che l'anno scorso deteneva il poco invidiabile primato), con il 71,7%. Quinta Firenze con il 70,9%. All'opposto, i comuni più virtuosi, si fa per dire, sono Cuneo (dove il Total Tax Rate si ferma al 54,5%, e dove le tasse si "mangiano" il lavoro dell'impresa sino al 17 luglio), Gorizia (55,2%), Sondrio e Belluno (55,3%), Udine (55,7%).
"Sono numeri – commenta Umberto Venturi, presidente della CNA di Modena – che testimoniano come le vere emergenze del nostro Paese, per ciò che riguarda la politica economica, siano due: il lavoro e il fisco, appunto. Peraltro il primo incide sul secondo, perché meno tasse significherebbero più assunzioni, e meno imposte sul lavoro anche maggiori consumi. Invece le politiche di spending review si ripercuotono sui comuni, causando un circolo perverso nel quale i pochi decimali di tagli alle imposte praticate a livello centrale sono più che riassorbiti dagli aumenti impositivi negli enti locali. Come se ciò non bastasse si assiste a follie burocratiche come la norma che introduce una sanzione dal 10% al 50% delle somme prelevate dai conti bancari intestati alle imprese qualora, in caso di accertamenti da parte dell'Agenzia delle Entrate, le modalità di utilizzo di tali prelievi non siano giustificate dalle imprese stesse. Pure incomprensibile è la reintroduzione dell'anatocismo con la previsione che gli interessi di mora, oltre ad essere dovuti sull'imposta non versata, siano dovuti anche sulle sanzioni e sugli interessi. Ecco perché non è esagerato parlare non solo di un eccessivo peso impositivo, ma anche di un fisco vessatorio".
(Fonte: l'Ufficio Stampa CNA MO)
Una proposta che potrebbe dare la possibilità ai cittadini di rendersi utili per la comunità ottenendo uno sconto sulle tasse. -
Parma, 8 luglio 2015 -
Il comunicato di Prima Parma - Territorio & Autonomia -
Tutti noi siamo oberati da pesanti tasse Comunali. L'amministrazione di Parma ha scelto di applicare le aliquote più alte tra quelle che vi sono in Emilia Romagna.
I Parmigiani sono da tempo oltre che indignati anche e soprattutto in gravi difficoltà per fare fronte a tutti questi oneri.
Proponiamo quindi alla Giunta Pizzarotti di avvalersi della legge dello Stato n.164 del 2014 – Art.24 "Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio".
Infatti, essa al comma 1 cita: «I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare».
E la novità sta nelle righe immediatamente successive: «Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio. I comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere».
Provvedimento tanto più efficace anche in considerazione dei tanti lavoratori in mobilità o, addirittura, senza lavoro!
Si tenga anche presente che tale modalità, già attiva in alcuni Comuni Italiani, è la proposta lanciata dal Movimento Cinquestelle nel Comune di Modena.
Allora, caro Comune, lamenti sempre una mancanza di risorse?
Giustifichi sempre lo stato di degrado della città con la mancanza di disponibilità economica?
Bene. Utilizza allora il lavoro dei Parmigiani per manutenzione verde pubblico, assistenza alle scolaresche, sgombero neve, custodia parchi ed edifici di interesse pubblico, ecc. Basta fissare un metro di valutazione del servizio svolto volontariamente da ogni cittadino, dargli un valore in euro e finalizzare questo impegno per ottenere uno sconto sul pagamento delle tasse. Questa non sarà forse la soluzione a tutti i problemi, ma ci sembra un' operazione di buon senso.
Prima Parma - Territorio & Autonomia
Cecilia Zanacca Giampaolo Lavagetto
Dagli incontri non sono emersi fatti nuovi in grado di modificare una valutazione critica sulla manovra finanziaria del Comune: dito puntato sulle tasse e sul problema Tari -
Modena, 20 febbraio 2015 -
Non bastano gli investimenti, che pure rappresentano una buona notizia e potranno contribuire a rimettere in circolo un po' di lavoro e ricchezza, a dare una lettura positiva al bilancio comunale.
Dopo gli incontri con il sindaco Muzzarelli, Confcommercio e Cna ribadiscono la valutazione critica su una manovra caratterizzata da due segni: l'effetto depressivo e la mancanza di coraggio. Dal confronto, infatti, non è emerso nulla di nuovo che porti a modificare l'iniziale valutazione del bilancio predisposto dall'Amministrazione.
L'effetto depressivo è legato all'aumento della tassazione, una crescita di 9,5 milioni di euro per effetto della quale il prelievo su cittadini e imprese raggiungerà nel 2015 quota 133,4 contro i 109 milioni del 2011. Si tratta, in tutta evidenza, di un aumento impressionante: +22,4% in soli quattro anni, che rischia di vanificare l'attesa per una ripresa ad oggi ancora del tutto ipotetica e proprio per questo estremamente fragile.
In questa situazione, un aumento delle imposte è per definizione depressivo.
"Siamo consapevoli delle difficoltà di reperire 14 milioni di euro per effetto di uno scellerato Patto di Stabilità - continua la nota di Cna e Confcommercio - ma aumentare le tasse appare l'opzione più facile, ma anche quella meno coraggiosa. Oltretutto, operare su 233 milioni di spesa corrente una razionalizzazione del valore di 5,2 milioni di euro, significa fare una limatura pari al 2,2%".
Secondo le due Associazioni, invece, si sarebbe dovuta mettere in campo una profonda azione di razionalizzazione della spesa, anche innovando le modalità gestionali di alcuni servizi, in particolare quelli interni. "Una svolta – precisano Cna e Confcommercio – che le imprese modenesi attendono e chiedono da anni e che avrebbe potuto produrre maggiori economie ed evitare così di usare pesantemente la leva tributaria".
Si è parlato di segnali positivi, in merito al ritocco di pochi decimali sull'Imu pagata dalle imprese sugli immobili produttivi sfitti, mentre non aumenta, ma le nostre aziende si attendevano un abbassamento dell'IMU sugli immobili produttivi utilizzati nell'attività aziendale. Ma alle imprese i segnali non bastano più. Occorrono scelte decise, come nel caso della Tari: ad esempio, quella di congelare ogni aumento della tassa rifiuti in assenza di un preciso e dettagliato piano finanziario.
"Semmai ce ne sia stato uno, non è più tempo di prendere per buoni gli aumenti automatici che vengono proposti dalle multiutility, in questo caso da Hera. Alcuni sindaci, ad esempio quelli della zona di Sassuolo, hanno fatto ricorso al Tar in merito all'aumento delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti. Perché questo non è avvenuto a Modena? Riteniamo – dicono Cna e Confcommercio – che la comunità abbia il diritto di capire bene i meccanismi di determinazione delle tariffe".
Anche rispetto ai pur apprezzabili investimenti, va sottolineato come l'impressione che si ricava dalla lettura delle addirittura 219 voci del piano triennale messo a punto dall'Amministrazione, è quella dell'assenza di un filo conduttore capace di dare un'impronta strategica agli interventi e conseguentemente un nuovo respiro alla città.
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
Positiva l'attenzione dimostrata dal sindaco, ma non mancano i motivi di preoccupazione. La replica: investire senza far leva sulle imposte è possibile, inaccettabile e ingiustificato l'aumento della Tari -
Modena, 2 febbraio 2015 -
Nei giorni scorsi il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha risposto alle domande sottoposte da rete Imprese Italia dimostrando attenzione al rapporto con le Associazioni di rappresentanza delle imprese. Alcune risposte, però, non entrano nel merito delle questioni o lo fanno in modo distorto. E' il caso della prima domanda, rispetto alla quale è improprio confrontare la tassazione 2012 e quella attuale: troppo diverse sono le normative in questione. In ogni caso recenti indagini hanno evidenziato un aumento delle imposte sugli immobili produttivi, nel periodo 2011-2014, superiore al 24%.
Il sindaco, inoltre, giustifica gli aumenti impositivi annunciati con la necessità di finanziamento della spesa in investimenti. Secondo Rete Imprese sarebbe possibile attivare questi ultimi senza aumentare le tasse, ma ricorrendo all'indebitamento, previsto peraltro dal patto di stabilità, e mai a così buon mercato nella storia recente, e alla vendita di parte della partecipazione comunale in Farmacie Comunali spa, che non può certo definirsi strategica.
A proposito dell'aumento della Tari (3,7%), è inaccettabile che questo sia connesso all'aumentare dei crediti inesigibili. Piuttosto, va rimarcata l'assenza di un dettagliato piano economico-finanziario messo a punto dal gestore del servizio rifiuti, come prevedrebbe invece la legge. Ecco perché, in attesa di questo piano, si ritiene doveroso il congelamento di ogni ipotesi al rialzo della Tari.
Comprensibile, invece, l'invito alla riflessione in merito alla partecipazione del Comune in enti, fondazioni, società partecipate, riflessione rispetto alla quale le Associazioni richiedono un coinvolgimento per poter entrare nel merito delle scelte.
E' senz'altro positiva l'intenzione di elaborare il futuro PSC in ottica partecipativa. A questo proposito, Rete Imprese Italia invita sin d'ora a puntare sulla riqualificazione, rispetto alla quale il commercio di vicinato può rappresentare un elemento di qualità e rigenerazione urbana.
Positivo anche l'impegno a valutare l'esternalizzazione di servizi a gestione diretta, anche se occorre comprendere quali siano i servizi individuati e quando si pensa di procedere alla loro effettiva esternalizzazione attraverso procedura di evidenza pubblica. Così com'è necessario individuare quei servizi non essenziali destinati, come annunciato da Muzzarelli, alla soppressione sul medio periodo.
In ogni caso – conclude la nota di Rete Imprese Italia – rimane la grande preoccupazione per le conseguenze negative di un rialzo della pressione tributaria locale pari a 9 milioni di euro ipotizzato dal sindaco, conseguenze depressive che potrebbero addirittura elidere gli effetti positivi del piano di investimenti comunali.
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
L'Associazione Confesercenti Terre dei Castelli solleva la questione rivolgendosi alle Amministrazioni dell' area: "Il meccanismo di calcolo per determinare la tassa grava sulle imprese. Opportuno concordare col gestore costi inferiori per il servizio erogato" -
Modena, 15 novembre 2014 -
"Si può e si deve fare di più, visto e considerato il periodo di forti difficoltà economiche. I costi sono ancora troppo elevati e ci sono categorie che risultano molto penalizzate". È Confesercenti Terre dei Castelli a sollevare la questione rivolgendosi alle Amministrazioni dell' area. Aggiungendo: "Crisi dei consumi ed incremento dell'imposizione fiscale stanno mettendo in ginocchio le attività imprenditoriali. Riconosciamo l'attuazione di alcune agevolazioni in proposito, messe in campo dai Comuni. Ma dato l'evolversi della situazione generale si tratta di misure che al momento incidono purtroppo poco."
La tassa sui rifiuti, è dovuta da chiunque a qualsiasi titolo occupa locali, indipendentemente dall'uso: siano uffici, capannoni, negozi, etc. Viene calcolata in base ai metri quadri della struttura o dell'area e alla categoria di appartenenza dell'attività svolta nei medesimi spazi. E' composta da una quota fissa legata ai costi sostenuti per l'erogazione del servizio e una quota variabile, legata alla quantità di rifiuti prodotti e smaltiti. "Non è certo un mistero che il meccanismo di calcolo scelto per la determinazione della TARI – fa notare Confesercenti - finisce per gravare su alcune tipologie di imprese in modo molto significativo. Senza contare la disomogeneità di applicazione che varia da Comune a Comune sia per le tariffe applicate alle stesse categorie, sia per i meccanismi adottati per calmierare le categorie particolarmente penalizzate dalla tassa sui rifiuti. Basti pensare che le differenze tariffarie in alcuni casi sono anche di oltre 14 €/mq per le stesse categorie."
"Anche se, su richiesta in particolare della nostra associazione, sono stati apportati nei vari regolamenti comunali diverse agevolazioni, i costi restano troppo alti per alcune tipologie d'imprese. La priorità pertanto - continua l'Associazione - diventa quella di un impegno, oltre che di una capacità oggettiva, da parte dei Comuni dell'Unione Terre dei Castelli, di arrivare a concordare col gestore, è solo Hera) costi inferiori per il servizio erogato. Non può esserci e qui ribadiamo la nostra ferma e netta contrarietà, un riversamento automatico di questi costi sui cittadini e le imprese. Il problema non è destinato ad esaurirsi, quanto piuttosto ad riaprirsi nuovamente in sede di predisposizione dei Bilanci Comunali di previsione per il 2015. Da parte nostra ci attiveremo unitamente alle altre Associazioni imprenditoriali nei confronti delle Amministrazioni Comunali, al fine di evitare ulteriori e nuovi aumenti ed arrivare ad una riduzione per le categorie più penalizzate", conclude Confesercenti.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Nessuna sanzione fino al 16 luglio in caso di mancato o insufficiente versamento del tributo si per la Tasi che per l'Imu -
Parma, 30 giugno 2014 -
Il Comune di Parma aveva già disposto di prorogare il termine per il pagamento della TASI (Tributo Servizi Indivisibili) fino al 30 giugno. Ed ora anche il Governo, comprendendo il rischio derivato dall'ingorgo fiscale per molti contribuenti, tramite una risoluzione del Ministero dell'Economia e Finanze, ha disposto l'inapplicabilità – fino al 16 luglio prossimo - di sanzioni e interessi in caso di mancato o insufficiente versamento del tributo. La deroga vale sia per la Tasi che per l'Imu.
L'assessore ai tributi del Comune di Parma Marco Ferretti ha quindi chiesto agli uffici di predisporre una delibera di Giunta con la quale recepire la risoluzione del Ministero dell'Economia e Finanze, prevedendo l'applicazione dell'art.10 dello Statuto del contribuente ed escludendo di conseguenza l'applicazione di sanzioni e interessi ai versamenti di IMU e TASI effettuati tardivamente, purchè il versamento avvenga entro il 16 luglio 2014.
(Fonte: Comune di Parma)
Rete Imprese: "Serve interpretazione autentica e corretta della norma che porta a due anni la durata dei finanziamenti per il pagamento delle imposte". "I parlamentari si attivino il prima possibile. L'ABI deve intervenire, affinché le banche sospendano quanto prima l'invio di lettere che invitano gli imprenditori a regolarizzarsi" -
Modena, 3 giugno 2014 -
Imprenditori della zona colpita dal terremoto invitati ad andare in banca per rinegoziare il piano di restituzione delle rate dei mutui accesi per il pagamento delle tasse: "Semplicemente inammissibile", dichiara RETE Imprese Italia Modena, a cui aderiscono Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Lapam-Confartigianato e CNA. "L'articolo 3 bis del dl 4/2014, che inserisce la proroga di due anni nella restituzione del prestito acceso presso le banche per il pagamento delle tasse e dei contributi da parte dell'aziende colpite dal sisma – continua RETE - viene interpretato da parte di alcuni istituti di credito come una semplice diluizione in un maggior numero di rate della somma da restituire. Ragione per cui, ad alcuni imprenditori della zona del cratere, è già arrivata la richiesta di rivolgersi con celerità alla banca per la rinegoziazione del piano di restituzione, con la scadenza per la prima rata fissata a giugno 2014."
"Visto e considerato dunque che – tiene ad evidenziare RETE Modena - di fronte agli atti intrapresi da parte di alcuni istituti di credito, non solo c'è il rischio quanto la seria possibilità di penalizzare ulteriormente le imprese che stanno solo ora e con fatica risollevandosi, chiediamo ai parlamentari di attivarsi immediatamente per ottenere la corretta ed autentica interpretazione della norma che di fatto ha portato a due anni la durata dei finanziamenti per il pagamento delle imposte per le imprese colpite dal sisma. E che quindi, la prima rata sia effettivamente fissata a partire dal 30 giugno 2015 in coerenza col provvedimento. Ci rivolgiamo inoltre alla Regione Emilia Romagna perché si attivi con la massima urgenza a tal senso ma anche pure e soprattutto nei confronti dell'ABI, affinché sia sospeso l'accordo siglato lunedì scorso 25 maggio 2014, in quanto a nostro avviso illegittimo e del tutto stravolgente la volontà del legislatore. Siano inoltre a chiedere e anche in questo caso con la massima urgenza, all'ABI di sollecitare gli istituti di credito affinché sospendano l'invio delle lettere in cui si invitano gli imprenditori terremotati alla ricontrattazione dei mutui relativi ai finanziamenti delle imposte sospese causa sisma."
"Oltre il 70% delle imprese della zona del cratere – ricorda RETE - al 30 giungo 2014 non avrà ancora ottenuto un solo euro di risarcimento per i danni subiti, considerata in primo luogo la lunghezza delle procedure Sfinge così come dell'appesantimento burocratico di tutto l'apparato risarcitorio. Quello sotto agli occhi di tutti, e qui lo sottolineiamo, è che risultano ancora fortemente esposte finanziariamente. Pur di non gettare la spugna e mantenere il lavoro hanno dovuto fare sforzi inauditi oltre che leva solamente sulle proprie risorse e non può essere che adesso vangano intimate di regolarizzarsi con le tasse sulla base di un'interpretazione data da ABI", conclude RETE.
(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese MO)
Grave sottovalutazione dell'Esecutivo dei problemi gravanti su cittadini e imprese -
Modena, 21 maggio 2014 -
Rete Imprese Italia Modena – a cui aderiscono Confesercenti, Ascom-Confcommercio, Lapam-Confartigianato e CNA – giudica non sufficiente l'intenzione del Governo di intervenire per prorogare la scadenza di pagamento relativo alla prima rata della Tasi per i soli Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato. "Sebbene eviti di far pagare acconti – afferma Rete Modena - quando il tributo non è dovuto, non risolve le difficoltà connesse al calcolo ed al versamento dell'imposta da effettuarsi in pochi giorni lavorativi."
"La mancanza di una proroga generalizzata del pagamento della prima rata TASI – continua Rete - denota una grave sottovalutazione, da parte del Governo, dei problemi gravanti su cittadini, imprese e su tutti gli operatori professionali che li assistono in fase di prima applicazione della nuova imposta TASI".
"Sono già state presentate al Ministro dell'Economia, le difficoltà operative che scaturiscono dalla miriade di aliquote d'imposta applicabili alle diverse tipologie di immobili. Ma, ancor di più, nella determinazione delle detrazioni spesso in funzione dei parametri più diversi (rendita catastale, utilizzo dell'immobile, carichi di famiglia ed altro ancora). E' per questo che riteniamo necessario e indispensabile prorogare la scadenza per tutti i contribuenti, in modo da permettere il corretto adempimento del pagamento senza incorrere in sanzioni e consentendo, altresì, ai Comuni di deliberare con criteri più ponderati e più semplici, senza il timore di non far quadrare i propri bilanci", conclude Rete Modena.
(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Modena)
Sono numerose le difficoltà per determinare l'acconto TASI per il 2014 e pochissimi i giorni a disposizione per l'adempimento. Confartigianato Imprese Apla chiede una proroga -
Parma, 19 maggio 2014 -
Le nuove regole introdotte in sede di conversione del decreto legge n. 16 del 6 marzo 2014 per il calcolo dell'acconto della TASI, in scadenza il 16 giugno 2014, impongono ai contribuenti di dover necessariamente attendere il 31 maggio 2014 per poter conoscere se e come i Comuni hanno deliberato in ordine alle aliquote e detrazioni, con soli 10 giorni di tempo per l'effettuazione dell'adempimento.
Come è noto, la Tasi è la tassa nuova "tassa sui servizi indivisibili" che si applica sugli immobili in aggiunta all'Imu. Oltre alla misura, ciascun comune può adottare anche un proprio regolamento. Tenuto conto che i tempi di delibera scadono a ridosso della scadenza, le difficoltà dei cittadini e di coloro che li assisteranno nell'assolvimento dell'adempimento sono tali da rendere insostenibile il rispetto della scadenza. Questo disagio è stato già espresso da Confartigianato nazionale, unitamente a R.E.TE. Imprese Italia, in una nota del 14 maggio, al ministero dell'Economia e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. A livello locale Confartigianato Imprese Apla, assieme alle altre associazioni di categoria, ha chiesto di mantenere le aliquote al livello più basso e di esentare i bene strumentali (capannoni) dal pagamento.
L'obiettivo è di sollecitare un intervento d'urgenza per differire il termine di pagamento del primo acconto, unificandolo con il saldo dell'imposta da versare entro il 16 dicembre.
Nella lettera al ministero dell'Economia e al sottosegretario alla Presidenza del CDM, è stata inoltre espressa la necessità di esentare, ai fini TASI, i fabbricati 'merce', in analogia di quanto già previsto ai fini IMU.
(Fonte: Ufficio stampa Confartigianato Parma)
Il Presidente Dallari: "Nel 2014 a Reggio pressione fiscale al 60%. In queste condizioni artigiani e pmi non possono ripartire" -
Reggio Emilia, 16 maggio 2014 -
Come sarà nel 2014 il peso complessivo del fisco (il Total Tax Rate) sulle piccole e medie imprese e sugli artigiani? Il Centro Studi CNA lo ha misurato e quantificato, andando a controllare, una per una, 112 città italiane, cioè tutti i capoluoghi di Provincia e di Regione. Il risultato di questo lavoro capillare è il primo "Osservatorio permanente sulla tassazione di artigiani e piccole e medie imprese in 112 Comuni d'Italia".
L'Osservatorio, presentato a Roma in occasione del convegno "Comune che vai tassa che trovi", raccoglie tutti i dati fiscali del 2011, del 2012 e del 2013, comparati con le previsioni di quello che succederà nel 2014. Il dato medio della pressione fiscale complessiva in Italia nel 2014 attesta un 63,1%. I dati provinciali collocano Reggio Emilia all'88° posto della classifica con una media del 60% (-0,4% rispetto al 2013).
Per quanto riguarda il Tax Free Day, ovvero fin dove arriva in dodici mesi la mano del fisco sulle pmi, a Reggio si lavora fino all'8 agosto solo per poter pagare le imposte, ben 12 giorni in più rispetto al 2011. Una bella differenza rispetto alle prime in classifica Cuneo e Carbonia dove il fisco si ferma rispettivamente al 25 e al 26 luglio.
Triste risultato anche per il reddito disponibile che resta alle imprese dopo aver pagato le tasse: tenendo a riferimento come modello un'impresa manifatturiera individuale, con un laboratorio di 350 mq, un negozio di 175 mq, 5 dipendenti, un fatturato di 430mila euro/anno e un reddito d'impresa di 50mila euro/anno, l'Osservatorio CNA ha collocato Reggio Emilia al 26° posto con soli 19.982 euro su 50mila con una variazione rispetto al 2011 di 1.663euro (-7.7%).
"Una fotografia dell'economia reggiana non certo confortante – sottolinea il presidente provinciale CNA Nunzio Dallari – ma che non si attesta su livelli drammatici. In regione siamo la provincia che tratta fiscalmente meglio artigiani e pmi, eppure quel 60% di pressione fiscale è davvero troppo alto per poter pensare a una ripresa economica. Governo e amministrazioni comunali devono impegnarsi per ridurre il carico fiscale a livelli accettabili per permettere nuove assunzioni e investimenti".
CNA non si limita a osservare e analizzare la situazione economica italiana e sulla base dei dati raccolti avanza 8 proposte su fisco, artigiani e pmi:
attivare un fondo unico (con entrate provenienti da lotta all'evasione, riduzione della spesa pubblica e risistemazione delle tax-expenditures) che per ridurre la pressione fiscale su imprese e lavoro;
rivedere la tassazione Irpef riducendo l'aliquota all'aumentare del reddito dichiarato;
aumentare la franchigia dall'imposizione Irap a 25mila euro;
rivedere i criteri per l'attribuzione dei valori catastali degli immobili;
ridurre il peso dell'Imu sugli immobili strumentali d'impresa destinati ad attività produttive;
rendere deducibile l'Imu dal reddito d'impresa e dall'Irap;
rendere obbligatorie tariffe Tari commisurate a quantità e qualità dei rifiuti effettivamente prodotti e conferiti in discarica;
semplificare e ridurre gli adempimenti burocratici sia a livello centrale che locale.
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)