Recidivo 65enne, italiano, nuovamente denunciato per eccessivo avvicinamento alla vittima.
Già tratto in arresto per il reato di stalking in flagranza, circa un anno fa, e nonostante non stesse mettendo in atto comportamenti offensivi verso la sua vittima, motivo per il quale gli era stato vietato l'avvicinamento, il soggetto era invece nello stesso locale e in vicinanza proprio della donna.
Quest'ultima ha perciò chiamato il 113 che a seguito della misura introdotta con il recente codice rosso (violazione al divieto di avvicinamento), il 65enne è stato nuovamente denunciato a piede libero alla autorità giudiziaria.
Parma - Nella sera del 28 gennaio due equipaggi delle volanti venivano inviati in Strada Giuseppe Mazzini per la segnalazione di una lite che vedeva coinvolti due uomini e una donna.
La richiedente l’intervento, una cittadina dominicana, era vittima di atti persecutori perpetrati dal precedente compagno, restio ad accettare la fine della loro relazione e per questo deciso a rendere impossibile la vita della stessa, costringendola a non uscire mai sola di casa.
In particolare, nel pomeriggio del 28 gennaio l’uomo, dopo aver pedinato per l’ennesima volta la donna, la aggrediva verbalmente e strattonava nel tentativo di portarla con sé. Tra i due si frapponeva l’attuale compagno della donna nel tentativo di proteggere la stessa dalla violenza dell’ex compagno. Quest’ultimo è un cittadino italiano, di origini napoletane, 35enne.
Gli Agenti delle Volanti giunti sul posto facevano chiarezza dei fatti occorsi mettendo in sicurezza la coppia aggredita, diventando essi stessi vittime di aggressione e minacce da parte del reo.
Per questi motivi l’uomo veniva tratto in arresto per il reato di Stalking e su disposizione del Pubblico Ministero di turno associato presso la locale casa circondariale. Inoltre, per la condotta tenuta nei confronti degli Agenti intervenuti, è stato deferito all’A.G. a piede libero per i reati di oltraggio a P.U. e resistenza a P.U.. Su richiesta della Procura della Repubblica di Parma l’arresto veniva convalidato dal Gip in data 31.01.2020.
Parma: nella giornata di lunedì 02/12/2019, personale della locale Squadra Mobile ha proceduto all’arresto in esecuzione di ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Parma dr. Alessandro Conti di Y. O. cittadino Tunisino classe ’89, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e lesioni personali in danno della moglie separata.
Nel mese di maggio 2018, personale della Squadra Mobile raccolse la prima denuncia della donna la quale descriveva le condotte violente e prevaricatrici poste in essere dal marito (dal quale si era separata ma con il quale manteneva la convivenza) sfociate, nel corso degli otto anni di convivenza, in frequenti aggressioni per cui aveva dovuto far ricorso a cure mediche comprovate da referti medici. La donna spiegava che alla base degli agiti violenti dell’uomo vi era la sua patologica gelosia.
Le dichiarazioni della donna trovarono un puntuale riscontro e, anzi, si arricchirono di dettagli con i contributi dichiarativi di una serie di testimoni che vennero escussi nel periodo successivo. Alcuni mesi dopo la prima denuncia, la stessa donna, però, riferì al medesimo personale della Squadra Mobile che il marito separato aveva cambiato domicilio e che i rapporti con questi si erano rasserenati.
Lo scorso 18 novembre, tuttavia, la donna ha formalizzato una seconda denuncia/querela riferendo che, pochi giorni prima, all’interno della sua abitazione, lei ed il fratello erano stati vittime di una violenta aggressione da parte dall’ex marito a cui aveva assistito anche il figlio minorenne nato dalla relazione con lo stesso uomo. Nel prosieguo, la donna spiegava che, negli ultimi mesi, il marito separato aveva iniziato a molestarla con minacce ed offese, tempestandola di chiamate e messaggi.
Gli esiti dell’ulteriore attività investigativa, che hanno riscontrato le dichiarazioni della p.o., hanno indotto il PM procedente, dr. Andrea Bianchi, a chiedere l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Y. O. che, disposta dal Gip, è stata eseguita da personale della Squadra Mobile.
Modena, 13 novembre 2019 - La Polizia di Stato ha eseguito la misura cautelare del “divieto di avvicinamento alla persona offesa”, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Modena il 6 novembre scorso a carico di un cittadino tunisino, regolare sul territorio nazionale, indagato per i reati di atti persecutori nei confronti della ex moglie e del nuovo compagno.
Per motivi da ricondursi alla fine della loro relazione sentimentale, l’uomo ha posto in essere una serie di comportamenti molesti e minacciosi nei confronti della ex coniuge, attraverso condotte assillanti ed invasive ripetute nel tempo quali telefonate, appostamenti, pedinamenti.
La relazione, durata all’incirca 13 anni, era stata incrinata dal marito proprio a causa dei suoi atteggiamenti dispotici e tirannici; a seguito dell’ennesima lite, avvenuta nel novembre del 2015, alla presenza dei figli, la moglie aveva richiesto l’intervento della Polizia e dopo quest’ultimo episodio i coniugi aveva instaurato la causa di separazione.
Con il passare del tempo l’atteggiamento ossessivo dell’uomo si era manifestato anche nei confronti del nuovo compagno della ex moglie, al punto di arrivare a denunciarlo alla Polizia imputandogli di averlo minacciato di morte con una pistola. Accuse risultate assolutamente infondate a seguito delle indagini effettuate dalla Squadra Mobile.
Tali atteggiamenti avevano portato la donna e il nuovo compagnano a vivere in un profondo stato di ansia e paura, costringendoli a modificare le loro abitudini di vita e a temere per la propria incolumità.
La scrupolosa attività di indagine, svolta dagli investigatori della Squadra Mobile, specializzati nei reati contro la persona, ha consentito di raccogliere una serie di fonti di prova che hanno permesso alla Procura della Repubblica di Modena di richiedere in via d’urgenza al G.I.P., in attesa degli sviluppi processuali, l’emissione della misura coercitiva del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, quantificato in 200 metri.
Personale della Squadra Mobile ha eseguito ieri la misura cautelare del “divieto di avvicinamento alla persona offesa”, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Modena il 18 settembre scorso a carico di un italiano di 30 anni, indagato per i reati di atti persecutori, sequestro di persona e violenza privata nei confronti della ex fidanzata.
È un altro caso di stalking da inizio anno, trattato dalla Sezione della Squadra Mobile specializzata nei reati contro la persona e conclusosi con l’emissione di una misura cautelare in attesa degli sviluppi processuali.
Il 30enne, nel corso della relazione durata all’incirca tre anni e anche successivamente alla fine del legame sentimentale, ha posto in essere reiterate condotte assillanti ed invasive nei confronti della donna, realizzate mediante telefonate, appostamenti, pedinamenti, incontri indesiderati, ovvero una serie di azioni persecutorie dirette ed indirette tali da incutere uno stato di soggezione nella vittima e da provocarle un disagio fisico e psichico, nonché un inevitabile grave stato di ansia e timore per la propria incolumità.
L’uomo, durante la relazione affettiva, in occasione di un litigio era addirittura arrivato a segregarla all’interno della camera da letto, chiudendo a chiave la porta e bloccando la tapparella dall’esterno, motivo per cui è stato accusato di sequestro di persona. In altre occasioni l’aveva aggredita non solo verbalmente, ma anche sferrandole schiaffi al volto, tirandole i capelli e afferrandola con forza per poi lasciarle lividi sul corpo.
La donna sfinita dalle continue vessazioni ed impaurita dall’atteggiamento dell’ex fidanzato, che l’aveva anche minacciata di morte, si è rivolta alla Polizia di Stato.
Gli investigatori, grazie ad una minuziosa attività di indagine, hanno raccolto una serie di fonti di prova che hanno permesso alla Procura della Repubblica di Modena, nella persona del dott. Amara, di richiedere in via d’urgenza al G.I.P. l’emissione della misura coercitiva del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, quantificato in 200 metri, a cui si aggiunge il divieto di comunicare con la vittima attraverso qualsiasi mezzo.
Quando lo Stalker è Donna! Escono insieme una volta, lei lo bombarda con 159.000 SMS. Una donna è stata accusata di aver inviato 159.000 messaggi di testo a un uomo che ha conosciuto su un sito di incontri riservato ai milionari. L'uomo d'affari ha risposto ad alcuni messaggi prima di bloccare il suo numero. Ha presentato una denuncia contro Jacqueline Ades, 33 anni. La donna verrà processata nel tribunale della contea di Maricopa a Phoenix, in Arizona.
Secondo la denuncia, Jacqueline e la sua vittima avevano un appuntamento. Si separarono prima della fine della notte. Lei ha mandato messaggi ogni giorno per dieci mesi, a volte fino a un numero di 500. E' passata dalle dichiarazioni d'amore alle minacce.
"Preparerò il sushi con i reni e le bacchette per mangiarlo con le ossa delle mani", gli ha scritto. L'uomo ha spiegato alla polizia che era stato chiaro con Jacqueline che non voleva più vederla. Ha chiamato la polizia quando l'ha vista sostare con l'auto davanti a casa sua nel luglio 2017. Poi lo scorso aprile, grazie al sistema di sorveglianza della casa dell'uomo che era in viaggio all'estero, Jacqueline è stata arrestata dalla polizia dopo essere stata sorpresa delirante con un coltello nascosto nella sua auto nei pressi dell'abitazione dell'uomo.
Dopo il suo arresto è stata rilasciata, ma è stata rimandata in carcere l'8 maggio dopo aver omesso di comparire in tribunale, per andare nel luogo di lavoro della vittima, dichiarando di essere sua moglie. Numerosissime telefonate, in orari impensabili,comportamenti di controllo e sorveglianza,autoinviti in casa senza preavviso e nei momenti meno opportuni.
È così, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che si comporta una stalker: non accetta i limiti e pretende che l'altro sia costantemente a sua disposizione. Se ciò non accade diventa aggressiva, come nel caso appena raccontato.
(1 febbraio 2019)
Nella giornata di ieri, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino italiano, di anni 52, per il reato di atti persecutori.
Gli agenti sono intervenuti, nel cuore della notte, in zona Ganaceto, a seguito di una chiamata alla linea di emergenza 112NUE da parte di una anziana residente che stava subendo minacce di morte da un vicino di casa, il quale nonostante l'arrivo della Polizia ha continuato nel suo atteggiamento minatorio.
Nel corso dell'intervento gli agenti sono stati avvicinati da molti residenti, in forte stato di agitazione, esasperati e spaventati dai reiterati comportamenti minacciosi e dalle aggressioni messe in atto dal vicino, che con il tempo hanno cagionato loro perduranti e gravi stati d'ansia e paura, fondato timore per la propria incolumità e per quella dei loro famigliari, fino al punto di costringerli a modificare le proprie abitudini di vita.
L'uomo è già noto alle Forze dell'Ordine in quanto in passato sono stati numerosi gli interventi della Volante a seguito delle ripetute aggressioni, minacce, molestie e danneggiamenti a cose, perpetrate dal 52enne nei confronti dei propri vicini di casa.
L'uomo, gravato da numerosi precedenti di Polizia per violenza privata, lesioni personali, resistenza a P.U., reati contro il patrimonio, disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, guida sotto l'influenza dell'alcool, è stato pertanto accompagnato in Questura per più approfonditi accertamenti, al termine dei quali è stato trattenuto presso le camere di sicurezza in attesa del processo con rito direttissimo.
Uomini violenti che maltrattano e picchiano le proprie compagne o ex. Due gli arresti a Reggio Emilia per altrettanti casi di violenza nei confronti di due donne, la cui colpa principale è stata di avere incontrato la persona sbagliata.
Il primo caso si è verificato a Montecchio, nella val d'Enza, dove un uomo di 36 anni è stato arrestato e portato in carcere dai carabinieri, accusato di aver rotto le costole e perforato un polmone alla moglie, anche dopo la separazione. A riferirlo è l'agenzia ANSA che fa risalire l'episodio principale all'agosto scorso quando l'ex marito ha preso a schiaffi la donna e l'ha sbattuta al muro provocandole fratture al costato.
Nel secondo caso invece i carabinieri hanno tratto in arresto un 55enne di Scandiano che avrebbe molestato e minacciato, sia tramite sms sia fisicamente - in una circostanza armato anche di coltello - l'ex fidanzata di 28 anni, non volendo accettare la fine della loro relazione. Un tasso di violenza che avrebbe suggerito al Magistrato della procura di Reggio Emilia di chiedere gli arresti domiciliari che il GIP ha accolto.
Il 10 gennaio scorso personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione all'Ordinanza di Applicazione della Misura Personale Coercitiva del Divieto di Avvicinamento alla parte offesa, emessa nella medesima giornata dal G.I.P. del Tribunale di Modena, nei confronti di una donna indagata per il reato di stalking, già ammonita dal Questore di Modena nel 2016.
L'indagata, una donna italiana di 48 anni, che aveva da alcuni anni una relazione extraconiugale con il marito della vittima, dopo che quest'ultima era venuta a conoscenza della situazione, aveva iniziato a perseguitarla con messaggi, foto e video che la ritraevano insieme all'amante, seguendola e facendosi trovare nei luoghi frequentati dai due coniugi.
Una volta terminata la relazione extraconiugale, l'atteggiamento persecutorio, offensivo e minaccioso è continuato anche nei confronti dell'ex amante.
Nel pomeriggio di lunedì 18 dicembre, equipaggio di questo Ufficio interveniva in Via Modigliani in quanto una ragazza italiana riferiva essere infastidita dal suo ex fidanzato senegalese.
La pattuglia intervenuta, giunta tempestivamente sul posto, ha trovato la giovane in un forte stato di agitazione e fosse fortemente impaurita. Dopo essere stata posta in disparte e comunque lontana dall'uomo, sentendosi parzialmente rassicurata dalla presenza degli operatori, la giovane spiegava, con non poca fatica, come l'uomo lì presente tale K.O. classe 1992, senegalese, s.f.d., incensurato, e con ricorso in atto avverso il provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno, fosse soggetto con il quale aveva intrattenuto una relazione sentimentale della durata di circa 1 anno, storia terminata nell'agosto del c.a.
La giovane raccontava, come sin da subito la relazione fosse stata molto tormentata causa la forte gelosia dell'uomo, le continue minacce di ritorsioni qualora lo avesse lasciato e le condotte, in alcuni casi violente, che l'uomo aveva agito nei suoi confronti come nell'occasione in cui l'aveva afferrata per il collo, stringendo con forza, impedendole di chiamare il 113.
Sempre la giovane, raccontava poi come ad agosto 2017, approfittando del fatto che l'uomo si era recato in Spagna alla ricerca di lavoro, ne aveva approfittato per comunicargli la fine della relazione, cosa che aveva scatenato la reazione dell'uomo che aveva cominciato ad assillarla con numerose chiamate e plurimi sms - alcuni ancora ricchi di minacce e propositi di vendetta – tanto da indurla a bloccare il numero del senegalese.
Aggiungeva poi che da circa una settimana, avendo fatto ritorno in Parma, l'uomo aveva cominciato ad assillarla presentandosi sotto la sua abitazione, citofonandole più volte, aspettando per ore sotto la sua abitazione, condotte che le facevano temere per la propria incolumità, stante anche le pregresse minacce.
Tornando al giorno dell'intervento la donna riferiva che poco prima dell'intervento, K.O. si era ripresentato per l'ennesima volta presso la sua abitazione, suonando insistentemente il citofono; nell'occasione, il nuovo fidanzato della giovane scendeva in strada per spiegare al senegalese che la storia era finita circostanza nella quale veniva anche lui minacciato, strattonato con forza tanto da subire anche il danneggiamento dei propri capi di abbigliamento.
La donna impaurita scendeva in strada nel tentativo di dividere gli uomini circostanza nella quale K.O. la baciava con forza e contro la sua volontà, in segno di sfregio verso la donna, irridendo il nuovo fidanzato.
Stante quanto sopra riportato, raccolta dettagliata denuncia sporta dalla giovane, K.O. veniva tratto in arresto per il reato di stalking, nonché indagato per violenza sessuale, minacce e danneggiamento.
Al termine dell'udienza per direttissima tenutasi nella mattinata di ieri il senegalese K.O. veniva condannato al divieto di avvicinamento alla donna, con obbligo di rimanere a distanza dall'abitazione della medesima e dai luoghi dalla stessa solitamente frequentati e quindi rimesso in libertà.