Quali esigenze per le PMI? I dati dell'Osservatorio Cofiter. I tre principali motivi di sofferenza delle imprese del comparto. Grande prudenza e ridotta propensione agli investimenti.
di Cofiter - Bologna, 9 dicembre 2016
Il 54 per cento delle PMI definisce buona o ottima la propria competitività sul mercato.
Il 46 per cento individua nella mancanza di risorse finanziare il principale ostacolo da superare.
Sono solo alcuni dei dati che emergono dall'Osservatorio Cofiter (Confidi terziario Emilia Romagna) su un campione di oltre 600 imprese, con focus sulle attività dell'Emilia Romagna - 400 - e regioni limitrofe (Piemonte, Lombardia, Veneto) sul 2016 (ricerca effettuata a terzo trimestre ultimato) con prospettive 2017.
Obiettivo, come spiega Marco Amelio Presidente Cofiter, «è comprenderne le vulnerabilità, le aspettative, la fiducia nel mercato, la voglia di sfidarsi o un'eventuale tendenza a sopravvivere».
Quindi lo stato dell'arte tra capacità progettuali e opportunità finanziarie. Tornando ai numeri, l'Osservatorio (fonte Sigma Consulting) rivela che il 58% delle aziende ammette di riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario senza particolari difficoltà, il 36% con fatica e in ritardo. Un 6% non riesce. Le maggiori vulnerabilità si registrano sul fronte entrate.
Tre i motivi di sofferenza: entrate sicure ma tardive (42%); irregolari o imprevedibili (39%); insufficiente livello di fatturato (37%).
La funzione finanziaria è svolta nel 53% dei casi internamente, nel 18% esternamente, nel 29% in forma mista. Il che significa che non vengono implementate funzioni ad hoc, competenze specifiche capaci di intercettare la moltitudine di strumenti esterni. E' l'imprenditore, soprattutto nelle piccole realtà, a occuparsi di 'tutto'. Il 46% nutre fiducia nel sistema bancario, e chiede maggior supporto nelle fasi di crisi, migliori condizioni di accesso al credito, rapidità di erogazione e maggior disponibilità nei progetti di investimento.
Il 29% non esegue alcuna operazione finanziaria, ritenendosi auto sufficiente.
Un dato, questo, che secondo Amelio evidenzia un atteggiamento di prudenza e bassa propensione agli investimenti.
Ne è conferma il fatto l'81% delle realtà interpellate dichiara che per il 2017 non avanzerà richieste di finanziamento. Sul fronte Confidi, il 67 per cento delle imprese li conosce. Ne è tuttavia nota soprattutto la funzione primaria (offrire garanzie) meno quella dei servizi collaterali (dal credito diretto alla consulenza dei business plan), su cui come Cofiter (35 mila imprese e una consolidata collaborazione con le reti Confcommercio e Confesercenti) «stiamo spingendo molto, a conferma di avere intercettato una necessità», rimarca Amelio.
«Abbiamo scelto di interrogarci sul livello di conoscenza, da parte delle stesse PMI, degli strumenti messi in campo in questi anni da tutti i soggetti economici per rilanciare la crescita. Noi - la chiosa - siamo molto soddisfatti di avere realizzato questo Osservatorio, che come Cofiter ci consente di ampliare lo sguardo verso nuovi scenari e quindi verso nuovi servizi da inventare, elaborare, attuare».
Martedì 6 dicembre il Circuito Liberex torna a Modena all'Autodromo di Modena per incontrare imprese e professionisti e raccontare le opportunità offerte dal Circuito di Credito Commerciale dell'Emilia Romagna.
Modena, 5 dicembre 2016
Lo scopo del circuito è quello di riconnettere le imprese del territorio, di fornire servizi di promozione ad alto valore aggiunto e fornire alle PMI dell'isola strumenti di pagamento e di credito paralleli e complementari a quelli tradizionali. Liberex.net è un modo nuovo di ripensare l'economia locale: interconnessa, collaborativa sostenuta dalla forza del gruppo e dalla fiducia reciproca. All'interno del circuito le aziende si finanziano reciprocamente a tasso zero, la ricchezza rimane nell'isola all'interno del circuito e vengono preferite le produzioni locali. Si limita il turismo delle merci e si incentivano modelli di sviluppo sostenibili. Ogni commessa tra imprese all'interno del circuito finisce per generare un circolo virtuoso.
Martedì 6 Dicembre, ore 18:00
Autodromo di Modena - Strada Pomposiana 255/A Loc. Marzaglia - Modena
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Referendum Costituzionale. Gli italiani sono andati a votare in massa. Il dato definitivo parla di un'affluenza del 68,48%. Secondo quanto diffuso dalla Farnesina, all'estero ha votato il 30,89% degli aventi diritto.
di Lamberto Colla Parma 5 dicembre 2016 - Il popolo ha deciso senza indecisioni e senza lasciare ombre interpretative. Quasi il 60% (59,12%) degli elettori ha detto NO!
Nonostante non fosse necessario il raggiungimento del "quorum", l'affluenza alle urne è stata imponente sin dalle prime ore della giornata e già alle 19,00 aveva votato ben oltre il 50% degli aventi diritto (57,87%). Infine è stato "forte e chiaro" anche il messaggio finale: "Vogliamo essere ascoltati".
Ha vinto il popolo e non il populismo
Il tanto temuto "rigurgito populista", più volte evocato dalla stampa finanziaria internazionale, non c'è stato ma una "rivolta" popolare matura e democratica Sì.
Ancora una volta, il pacifico popolo italico, ha dimostrato di pretendere il cambiamento attraverso l'esercizio del "voto" e pretende una rappresentanza popolare, come peraltro uscì dal sondaggio on line del 2013 e ben rappresentato dal RAPPORTO FINALE della "Consultazione pubblica sulle riforma costituzionali".
Pretende che il Governo e il Parlamento "operi" nell'interesse collettivo e del Paese e si assuma le responsabilità delle scelte. Un segnale forte già lo scorso aprile non venne correttamente interpretato, quando al referendum sulle trivelle si presentò solo il 31,2% degli aventi diritto. Il quorum non si raggiunse e la palla amministrativa, relativamente al rinnovo del contratto di estrazione, venne rilanciata agli organi preposti.
Insomma gli Italiani stanno dimostrando una pazienza quasi infinita e una estrema fiducia e rispetto per le proprie istituzioni dalle quali pretende altrettanto rispetto e fiducia.
Basta raccontare "balle", basta omettere le verità, basta ascoltare gli opinion esterni, basta considerare il popolo come un soggetto unico e credulone.
Renzi ha perso nel momento in cui ha smarrito il contatto con il Paese e il Paese non lo ha perdonato perché su di lui contava moltissimo.
Cosa accadrà
Coerentemente, emozionato e rammaricato, Matteo Renzi, poco dopo la mezzanotte, ha ammesso la sconfitta e ha annunciato che "la mia esperienza di governo finisce qui". Si è assunto, con onore, la responsabilità dell'errore iniziale, di avere voluto personalizzare una campagna referendaria pensando di avere una incondizionata fiducia della base.
Invece la fiducia "record" che si era conquistato se la è mangiata via via nel tempo quando smise di ascoltare i "rumor" della base e il colpo di coda degli ultimi due mesi non sono stati sufficienti a colmare lo strappo con gli italiani.
E pensare che dell'energia e intelligenza di un "Matteo Renzi" l'Italia ne ha bisogno.
Faccia l'ex premier un mea culpa e si attrezzi per tornare a guidare l'Italia con rinnovato spirito e tornando a ascoltare gli elettori che da sinistra e da destra gli avevano dato ampia fiducia.
Da oggi invece si aprirà una stagione di nuovi conflitti (presumibilmente sulla legge elettorale) e di rinnovamento radicale all'interno dei partiti. Dal PD con le annesse frange del centro destra che si allearono, a Forza Italia, passando per la Lega si arriverà alla resa dei conti.
Si transiterà forzatamente attraverso una stagione di Caos, che si auspica la più breve possibile, per approdare alla nuova stagione di stabilità dove si potranno e dovranno affrontare le riforme, quelle pretese dagli italiani e non da altri.
Per il momento ci attendono altri mesi di incertezza e i cronici problemi connessi alla disoccupazione e al rilancio dell'economia, resteranno ancora una volta in sospensione.
Ora tocca al Presidente Mattarella decidere se incaricare nuovamente Renzi, oppure di orientarsi verso un Governo Tecnico guidato, presumibilmente, dall'ex Ministro all'economia Padoan, in alternativa al presidente del Senato Grasso, oppure di sciogliere le camere e chiamare alle urne gli italiani con l'attuale legge elettorale.
Qualunque decisione adotterà il Presidente della Repubblica sarà imperfetta e perciò meglio che sia rapida.
Gli Italiani lo pretendono così come pretendono che ci si occupi di loro.
Il processo tributario telematico: la direzione della Giustizia Tributaria del Ministero dell'Economia e delle Finanze ha presentato le nuove procedure telematiche.
Di C.A. - Bologna, 3 dicembre 2016 -
La strada è tracciata ed è ormai un processo irreversibile: la carta deve lasciare spazio a sistemi molto più avanzati che permettano la ormai nota "dematerializzazione". In estrema sintesi, anziché archiviare un foglio si procede alla archiviazione di un file che altro non è che una immagine del documento originario. La Pubblica Amministrazione è stata la prima ad essere stata coinvolta in questo aggiornamento che progressivamente sta coinvolgendo tutti quei soggetti che si interfacciano con la stessa P.A.
Un esempio è il Processo Telematico Civile: infatti, da alcuni anni tutti coloro che intendono incardinare questioni di diritto da sottoporre al vaglio del Tribunale competente, devono obbligatoriamente utilizzare un canale telematico, che solitamente fa riferimento ad una piattaforma web che gestisce tutte le fasi proprie del processo civile, ma che coinvolge anche l'utilizzo delle caselle di posta elettronica certificata (PEC).
Da questa vera e propria rivoluzione non poteva certo rimanere indenne il Processo Tributario, che dal processo civile trae la propria ragion d'essere. Anche se in forma oggi ancora sperimentale, si parla per ora di facoltà e non di obbligo, nel corso del 2015 è nata apposita piattaforma web comunemente riconosciuta come S.I.G.I.T. (Sistema Informativo della Giustizia Tributaria) il cui uso è stato inizialmente concesso in uso alle regioni dell'Umbria e della Toscana, con risultati che hanno evidenziato come tale canale sia stato utilizzato da circa il cinquanta per cento dei procedimenti avviati in circa un anno dalla attivazione del servizio web.
Con il 15 dicembre 2016 la piattaforma diviene disponibile anche per altre regioni tra cui l'Emilia Romagna. Solo con il 2017 si completerà il coinvolgimento di tutte le regioni di Italia. A fronte di tali novità, sorgono, come è logico aspettarsi, immediati timori in capo agli addetti del settore, dubbi che il convegno del 29 novembre 2016 tenutosi a Bologna risultato dell'impegno dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e degli avvocati Tributaristi di Bologna oltre alla Direzione della Giustizia Tributaria del MEF, ha cercato di risolvere grazie ad una serie di interventi dei relatori, opportunamente coadiuvati da una serie di slides di taglio estremamente pragmatico.
Non resta che prendere familiarità con la nuova modalità operativa e abbandonare i consolidati sistemi cartacei. Più facile a dirsi che a farsi? Può darsi ma tanto indietro non si torna.
A Bologna un incontro organizzato da UniCredit Private Banking per capire come reagire ai cambiamenti geopolitici mondiali e dei mercati finanziari. Le ragioni dell'ottimismo spiegate ad una platea composta da oltre 230 persone.
Bologna, 25 novembre 2016
Su uno scenario di fondo che lascia spazio ad ipotesi di rischi globali, disgregazione europea e stagnazione secolare, gli esperti di UniCredit Private Banking e dello Studio Ambrosetti hanno illustrato le ragioni dell'ottimismo ad una platea composta da oltre 230 persone, tra clienti, imprenditori e professionisti dell'Emilia Romagna, nell'ambito di un incontro che si è tenuto giovedì pomeriggio, presso l'Opificio Golinelli, a Bologna.
Qui ha aperto i lavori il saluto introduttivo di Luciano Resciniti, Responsabile Private Banking Centro Nord UniCredit. Subito dopo Salvatore Pisconti, Responsabile Private Banking Italy UniCredit e Marco Grazioli Presidente The European House – Ambrosetti, hanno spiegato perché e come sia possibile cogliere valide opportunità di business e di investimento sui mercati in Europa e nel Mondo; presentando una visione di insieme di questa fase storica e offrendo un'interpretazione dei cambiamenti capace di mettere in risalto le opportunità e i benefici insiti in essi.
Una riflessione approfondita sulle Indicazioni Geografiche. Tavola rotonda e presentazione del volume Diritti di proprietà intellettuale per le Indicazioni Geografiche: cosa è in gioco nel TTIP? Opera di professori e ricercatori universitari parmensi. Domani, 23 novembre, alle ore 18 presso la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi in vicolo delle Asse.
Parma, 22 novembre 2016
Diritti di proprietà intellettuale per le Indicazioni Geografiche: cosa è in gioco nel TTIP? Questa è il titolo in italiano di un testo – il titolo originale è in inglese: Intellectual property rights for Geographical Indications: what is at stake in the TTIP? – opera di professori e ricercatori universitari dell'ateneo parmense – Filippo Arfini, Maria Cecilia Mancini, Mario Veneziani e Michele Donati – che verrà presentato domani sera, 23 novembre, alle ore 18, a Parma, presso la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi, in vicolo delle Asse (traversa di borgo Parmigianino) nel corso di una tavola rotonda che vedrà l'apporto di diversi contributi. Infatti alla tavola rotonda parteciperanno Filippo Arfini, professore dell'Università di Parma e capofila degli autori del testo, Vincenzo Carrozzino, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e in rappresentanza dei consorzi locali interverranno Simone Calzi (Prosciutto di Parma), Giorgio Bocedi (Parmigiano Reggiano) e Federico De Simoni (Aceto Balsamico di Modena). Moderatore sarà Domenico Dentoni, dell'Università di Wageningen (Olanda).
L'incontro ha il patrocinio della Fondazione Bizzozzero. Significativo è che proprio nell'università di Parma nasca una riflessione così approfondita sulle Indicazioni Geografiche. Il volume è infatti la raccolta rielaborata degli atti di un convegno che si è tenuto nel maggio del 2016 che ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori convocati da tutto il mondo per dibattere su una domanda che sta a cuore a gran parte dei produttori delle eccellenze del nostro territorio: quali strumenti giuridici per proteggere sui mercati mondiali al meglio i prodotti di origine e le denominazioni, i marchi e i loghi? E quali le conseguenze per le implicazioni commerciali, per l'identificazione e la protezione della qualità e del consumatore e per lo sviluppo territoriale delle Indicazioni Geografiche?E soprattutto, come inserire l'uso dei vari strumenti legislativi di protezione nella prospettiva degli accordi di partenariato che sono stati realizzati (CETA tra UE e Canada) e soprattutto che erano all'orizzonte (TTIP tra UE e Usa)?
La riflessione appare di grande attualità, non solo per i temi approfonditi ma soprattutto dalle recenti perplessità emerse a livello europeo, sollevate dalla Francia, e dalle affermazioni del futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha affermato di voler aumentare la protezione economica dei prodotti Usa.
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano)
Nel 2016 si conferma il segno più per il Pil della regione, rimane stabile la flessione di imprese attive e si prevede una decisa espansione del numero di occupati totali. Ecco alcuni dei dati salienti del documento elaborato dalla struttura Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit, che analizza la congiuntura e le prospettive dell'economia emiliano romagnola.
Bologna, 15 novembre 2016
Dagli indicatori economici dell'Emilia Romagna per l'anno in corso arrivano conferme sulla timida ripresa in atto. A dirlo sono i dati dell'Osservatorio dei Territori, elaborato dalla struttura Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit su dati Prometeia. L'analisi mette in luce il quadro congiunturale della regione e la dinamica dei principali indicatori, anche in chiave prospettica.
Lo studio evidenzia, ad esempio, che il PIL della regione, tornato in territorio positivo già nel 2015, dovrebbe registrare nel 2016 un tasso di variazione tendenziale del +1% che dovrebbe mantenersi stabile anche nel 2017 e che risulta superiore al dato nazionale (+0,7% le stime per il 2016, +0,8% le previsioni 2017).
L'Osservatorio dei Territori stima essenziale per la crescita regionale l'incremento del valore aggiunto della manifattura (+1,4% 2016 vs 2015), bene anche i servizi (+0,8%), mentre è piatto l'apporto del settore primario, l'agricoltura. Da segnalare che nel 2016 dovrebbe registrarsi un sensibile incremento del valore aggiunto dell'edilizia (+0,6%), che potrebbe accelerare il prossimo anno (+1,7% è la previsione per il 2017).
Sempre secondo l'analisi dell'Osservatorio, nel 2016 cresce ulteriormente in Emilia Romagna il tasso tendenziale degli investimenti fissi lordi (+2,5%, dato superiore al +1,7% stimato a livello nazionale), mentre la domanda interna della regione è attesa in consolidamento (+1,5%), anche in questo caso con risultati migliori rispetto al resto del Paese, per il quale ci si attende una crescita contenuta del +1,2%.
Segnali di stabilità dal sistema imprenditoriale, con la flessione di imprese attive in regione (410mila a settembre 2016) che nel terzo trimestre dell'anno è rimasta inalterata. Il divario sfavorevole con l'andamento nazionale (+0,1%) permane ma si riduce leggermente rispetto al trimestre precedente. Così il dato di variazione percentuale per l'Emilia Romagna passa da -1,3% di fine 2014 a -0,5% di settembre 2016.
In termini di occupazione, l'Emilia Romagna si distingue in positivo nel 2016 rispetto al panorama nazionale segnando un +2% (il dato Italia è +1,2%), pur con un segno meno per gli addetti dell'industria (-1,2%). Le attese sono invece particolarmente favorevoli per l'agricoltura (+8,2%) e a seguire per i servizi (+2,4%), con un ritorno al segno più per gli addetti nell'edilizia (+0,7%) dopo anni di flessione.
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
L'impresa parmigiana Pizzarotti firma il contratto per la costruzione del "New maternity hospital", il secondo ospedale più grande tra quelli in via di realizzazione in Kuwait.
Parma, 28 ottobre 2016
L'impresa parmigiana Pizzarotti - tra le prime quattro imprese di costruzioni italiane - si aggiudica un nuovo importante progetto di edilizia sanitaria. E' stato infatti firmato il contratto per il nuovo maxi cantiere che sorgerà in Kuwait per la costruzione del "New maternity hospital", il secondo ospedale più grande tra quelli in via di realizzazione in Kuwait. Un edificio di oltre 200.000 metri quadrati destinato ad accogliere giovani madri degenti e neonati che richiedano un trattamento di terapia intensiva. Una struttura che consolida l'esperienza a livello internazionale nel settore dell'edilizia ospedaliera dell'azienda parmigiana. Il valore complessivo e' di 220 milioni di dinari kuwaitiani, pari a circa 660 milioni di euro e ospiterà più di 800 posti letto.
Materie prime e tecnologia applicata all'alimentare: per Koelnmesse (Fiere di Colonia), secondo polo fieristico al mondo, nel settore alimentare le soluzioni italiane risultano quelle più efficaci per penetrare i nuovi mercati.
Parma, 27 ottobre 2016
In uno scenario globale caratterizzato dai continui cambiamenti, dettati in maniera significativa da un costante processo di innovazione tecnologica, le imprese italiane hanno tra le mani uno straordinario vantaggio competitivo da poter sfruttare, nel processo di acquisizione di quote sempre più rilevanti nei mercati emergenti: la qualità delle materie prime e l'elevata affidabilità nel campo della meccanica industriale, che emerge prepotentemente in particolare nel settore alimentare. Vere e proprie leve di sviluppo quelle evidenziate da Koelnmesse (Fiere di Colonia), secondo polo fieristico al mondo che ha in Anuga e AnugaTec le sue manifestazioni di punta nel settore Food&Beverage.
Se è vero infatti che, per le aziende del nostro Paese, un'importante spinta propulsiva all'avvio dei processi di internazionalizzazione arriverà proprio dalla proficua partnership avviata da Koelnmesse (Fier di Colonia) e Fiere di Parma, ad incoraggiare il loro posizionamento sui mercati a più alto potenziale, lo dimostrano i dati. Come quelli forniti da Largo Consumo, in occasione del convegno di ieri organizzato a Cibus Tec da Fiere di Colonia "FoodTec Fairs worldwide. Da Anuga FoodTec a Cibus Tec: un programma di rassegne nei mercati mondiali alla presenza tra gli altri di Thomas Rosolia, Amministratore Delegato di Koelnmesse Italia, di Matthia Schlüter, Project Manager Anuga FoodTec e di Guido Hentschke, Project Manager Pro FoodTec.
Gli Stati Uniti, che contano una popolazione di oltre 324 milioni di abitanti, nel 2016 risultano al primo posto in assoluto nella speciale classifica dei paesi con maggiore appeal per gli investimenti stranieri. Con 78 miliardi di dollari, il settore Food ha visto più che raddoppiati gli investimenti negli ultimi sei anni (erano 34 miliardi nel 2010).
Durante i lavori del SelectUsa Investment Summit 2016, le imprese italiane hanno annunciato nuovi progetti di investimenti nel mercato statunitense, in particolare proprio nei comparti dell'industria meccanica, che già lo scorso anno esprimeva il 24% delle esportazioni dal nostro Paese, e dei prodotti di consumo: olio d'oliva, pasta, formaggi e vino, che nel 2014 avevano generato un volume d'affari superiore ai 2,6 miliardi di dollari.
Il ruolo delle tecnologie, supportate dalla ricerca e dall'innovazione, si rivelerà senz'altro fondamentale per accompagnare la crescita delle imprese agroalimentari anche in un'altra economia emergente: l'India, la cui popolazione supera di gran lunga il miliardo. Il Paese risulta risulta al nono posto nella classifica in termini di capacità attrattiva di investimenti stranieri. Proprio il food processing è tra i 25 settori interessati dal progetto "Make in India", lanciato due anni fa dal Department of Industrial, Policy and Promotion indiano con l'obiettivo di innalzare il contributo del settore manifatturiero al GDP dall'attuale 16% al 25% nel 2025.
Tra gli investitori stranieri, in ambito alimentare, spiccano i nomi di Ferrero, Bauli, Perfetti e Van Melle. Attualmente sono oltre 400 le entità legali e gli stabilimenti italiani che operano in India, sotto tre forme principali: sussidiarie possedute al 100, Joint Ventures o uffici commerciali di rappresentanza. Per quanto concerne il flusso di investimenti diretti, nel 2012 le aziende italiane hanno investito in India oltre 1 miliardo di euro.
L'incontro è proseguito descrivendo appunto i vari appuntamenti organizzati dal colosso tedesco. Nel complesso 20 appuntamenti distribuiti tra Germania, Italia, Brasile, Cina, Colombia, Giappone Thailandia, Turchia EUE e appunto India e Usa. La vetrina è mondiale.
(Fonte: Ufficio stampa Fiere di Colonia Italia)
L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sulle previsioni occupazionali formulate dalle aziende reggiane attraverso la 19^ indagine Excelsior, il sistema informativo per l'occupazione e la formazione di Unioncamere-Ministero del Lavoro.
Reggio Emilia, 24 ottobre 2016
Gli imprenditori reggiani provano a rilanciare l'economia locale inserendo figure professionali con un titolo di studio alto e medio-alto. Nel 2016, infatti, in provincia di Reggio Emilia le assunzioni di figure high skills, cioè dirigenti, specialisti e tecnici, raggiungeranno le 1.490 unità, il 22% del totale delle assunzioni previste (6.740), dato superiore ad una media nazionale che si attesta al 17%. Le assunzioni medium skills saranno invece pari al 34% (2.260 unità). Le restanti 2.990 assunzioni (low skills) previste riguarderanno figure di livello più basso, con una percentuale del 44%.
E' quanto emerge dall'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sulle previsioni occupazionali formulate dalle aziende reggiane attraverso la 19^ indagine Excelsior, il sistema informativo per l'occupazione e la formazione di Unioncamere-Ministero del Lavoro.
I titoli di studio maggiormente richiesti riguardano gli indirizzi economico–amministrativo, meccanico-meccatronico ed energia, ingegneria nel suo complesso (con una prevalenza dell'elettronica e di quella industriale), insegnamento e formazione, costruzioni, ambiente e territorio.
Secondo le analisi dell'Ufficio Studi camerale, il 14% delle 6.740 assunzioni programmate nel 2016 in provincia di Reggio Emilia, riguarderà laureati (970 unità), mentre il 45% sarà rivolto a diplomati della scuola secondaria superiore (3.050 unità). I nuovi ingressi di persone in possesso della qualifica professionale si attesteranno al 15% (1.020 unità) e il restante 24% riguarderà figure alle quali non verrà richiesta una formazione scolastica specifica (1.700 unità).
I laureati e i diplomati nel loro insieme detengono quindi il 59% delle assunzioni programmate nella provincia per il 2016, quota superiore di 6 punti sia alla media regionale che a quella nazionale. La quota percentuale di laureati è aumentata, nel reggiano, di 2 punti rispetto all'anno passato e per i diplomati la crescita è addirittura di 8 punti.
Il 12,7% delle figure professionali richieste (860 unità) è considerata dagli imprenditori di difficile reperimento e la percentuale aumenta e raggiunge il 14,7% per le assunzioni nell'industria. Le cause sono da imputare sia al ridotto numero di candidati (6,1%) che all'inadeguatezza degli stessi (6,6%).
Per cercare, almeno in parte, di superare il gap che divide ancora la scuola e il mondo del lavoro, gli imprenditori cercano di fare la propria parte ospitando studenti sia in tirocinio/stage che in alternanza scuola-lavoro. Nel 2015, il 12,9% delle aziende ha accolto i giovani per l'esperienza di alternanza e nel 2016 la percentuale fra chi ha già ospitato o prevede di farlo nel corso dell'anno è salita al 13,4%.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)