Ieri, Domenica 17 marzo, in occasione della fiera di San Giuseppe in Oltretorrente, si è svolta presso l'Oratorio San'Ilario di via D'Azeglio, la premiazione dei vincitori del Concorso Fotografico legato al Palio di Parma.
Presenti, per il consueto momento musicale, il soprano Halla Margret Arnadottiril e Coro delle Tradizioni Popolari 'Renzo Pezzani'.
Oltre alle tre fotografie decretate vincitrici secondo la giuria del concorso, tutti i visitatori hanno potuto votare la foto preferita.
Servizio fotografico a cura di Francesca Bocchia
Ieri attorno alle 19 Silvia Pellacani, 47 anni, ha preso in braccio Giacomo, figlio di suo fratello, è si è buttata dalla finestra della camera da letto. I due sono morti sul colpo. Un passante ha trovato i corpi sul selciato. Lo strazio della mamma, che lo aveva affidato alla nonna.
MODENA
Tragedia ieri, attorno alle 19, al civico 50 di Viale Montecassino, a Modena. Una donna di 47 anni, Silvia Pellacani, ingegnere informatico, ha preso tra le braccia il nipotino Giacomo, 5 anni, figlio di suo fratello, lo ha stretto in un abbraccio mortale e si è gettata dal decimo piano della palazzina di 44 appartamenti in cui viveva da anni.
Niente da fare per nessuno dei due. A trovare i corpi sul selciato, seminascosti tra due fioriere, è stato un residente che portava a passeggio il suo cane e che ha dato immediatamente l’allarme. Prima del tragico ritrovamento, nessuno si è accorto di nulla. Nessun rumore, nessun grido, nessun rumore che avrebbe, forse, potuto far intervenire qualcuno prima che il terribile gesto si consumasse.
Sul posto sono accorsi ambulanze, carabinieri e vigili del fuoco, ma purtroppo per zia e nipotino non c’è stato nulla da fare. Erano entrambi morti sul colpo. È stata proprio una dei residenti a riconoscere Silvia Pellacani. In un primo tempo, molti hanno ipotizzato che si sia trattato di un tragico incidente: il bambino che si sporge troppo e la zia che tenta di afferrarlo. Tuttavia, gli elementi in mano agli inquirenti, come la porta dell’appartamento, chiusa a chiave dall’interno, e la disperazione della mamma del piccolo Giacomo, Manuela, che di fronte al corpicino immobile del figlioletto ha urlato tutta la sua rabbia: “Perché lo ha fatto? Lo sapevo che finiva così, me lo ero immaginata un miliardo di volte”, fa propendere per un gesto volontario.
Un omicidio suicidio, quindi, anche se Silvia Pellacani non ha lasciato alcun biglietto. Nonostante i presentimenti dei familiari, la donna non risultava in cura per la depressione, anche se negli ultimi tempi conduceva una vita molto ritirata, al punto da lavorare da casa. Quella casa in quel palazzone di più di 40 appartamenti dalla quale aveva intenzione di spostarsi altrove, per stare più vicino al fratello e al nipotino, al quale era affezionata.
Un altro particolare su cui i Carabinieri, coordinati dal pm Maria Angela Sighicelli, dovranno far luce è perché il piccolo Giacomo ieri si trovasse da solo con la zia. I genitori, infatti, lo avevano affidato alla nonna.
A seguito della volontà dell'Amministrazione comunale di costruire 4 rampe di accesso (di cui una totalmente nuova) e un percorso ciclopedonale nell'alveo del torrente Parma, si è levato un coro contrario da parte di un nutrito gruppo di associazioni ambientaliste e animaliste, storici ed esponenti della cultura.
Oggi, numerosi cittadini hanno deciso di mostrare il loro disappunto con una protesta pacifica, in viale Mariotti e viale Toscanini.
Nelle foto, la lenzuolata che da questa mattina campeggia dalle finestre e dai balconi delle case che si affacciano sul torrente Parma, sostenuta da 14 associazioni cittadine per salvare la biodiversità e l'ecosistema.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Restituita al Museo Civico Archeologico di Modena la statuetta egizia “Ushabti” in faience, risalente al VI sec. a.C., trafugata nel 1964.
Modena -
Questa mattina presso il Palazzo Comunale di Modena, alla presenza del Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Modena, Dottoressa Lucia Musti, del Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri, Tenente Colonnello Stefano Nencioni e della Direttrice dei Musei Civici, Dottoressa Francesca Piccinini, ilComandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, Maggiore Giuseppe De Gori, ha riconsegnato al Sindaco della città, Gian Carlo Muzzarelli, la statuetta egizia “Ushabti” in faience, risalente al VI sec. a.C., trafugata il 28 dicembre 1964 dal locale Museo Civico.
L’eccezionale recupero scaturisce dall’esito di un accurato controllo effettuato dalla Sezione Elaborazione Dati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, mediante la comparazione dell’immagine della statuetta messa in vendita presso una casa d’aste toscana, con quella inserita nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte rubate al mondo, gestita dallo speciale reparto dell’Arma dei Carabinieri.
LE INDAGINI DEI CARABINIERI
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, ed i minuziosi approfondimenti investigativi dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, condotti con l’attivo contributo fornito dai responsabili dello stesso Museo, hanno permesso di confermare con assoluta certezza che la preziosa statuetta posta in vendita e che stava per essere commercializzata all’estero era proprio quella trafugata a Modena oltre 54 anni fa, tanto da permettere agli stessi Carabinieri di eseguirne il sequestro.
LA MOSTRA “STORIE D’EGITTO - LA RISCOPERTA DELLA RACCOLTA EGIZIANA DEL MUSEO CIVICO DI MODENA”
In occasione dell’importante recupero, e dopo la cerimonia ufficiale di riconsegna, la statuetta egizia sarà collocata nella sala espositiva del Museo Civico Archeologico di Modena ed andrà ad arricchire la mostra intitolata “Storie d’Egitto - La riscoperta della raccolta egiziana del Museo Civico di Modena”. L’evento, inaugurato lo scorso 16 febbraio 2019 e dedicato all’esposizione integrale della raccolta egiziana del Museo, formatasi alla fine dell’Ottocento, sarà fruibile al pubblico fino al 7 giugno 2020.
La forza di una giovane donna può smuovere le folle a difesa dell'ambiente. #FridaysForFuture è il movimento, iniziato nell'agosto 2018, dopo che la 15enne Greta Thunberg si è seduta davanti al parlamento svedese per tre settimane, per protestare contro la mancanza di azione sulla crisi climatica. Poi i social hanno fatto il resto, pubblicando quello che stava facendo su Instagram e Twitter e divenendo presto virale.
Gli hashtag #FridaysForFuture e #Climatestrike si sono diffusi e molti studenti e adulti hanno cominciato a protestare fuori dai loro parlamenti e dai municipi locali di tutto il mondo.
Oggi, venerdì 15 marzo, in circa 150 Paesi, migliaia di studenti hanno scioperato da scuola per manifestare.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Mobile, unitamente a due unità cinofile della Questura di Bologna, ha effettuato un servizio mirato finalizzato alla prevenzione e al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti a Modena nella zona di via Emilia Ovest, nel corso del quale è stata tratta in arresto una coppia di nazionalità albanese.
Gli agenti hanno notato un’autovettura con a bordo la coppia fermarmi in un’area di parcheggio. L’uomo, un cittadino albanese di anni 33, che era alla guida del veicolo, si è diretto a piedi verso un’altra auto parcheggiata a breve distanza e, dopo un rapido scambio di battute con il conducente, gli ha ceduto un piccolo pacchetto in cambio di denaro.
A quel punto gli agenti sono intervenuti, sorprendendo i due uomini con ancora in mano quanto cedutosi reciprocamente, ovvero due banconote da 50 euro e un involucro in cellophane termosaldato contenente sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di 1,7 grammi.
Gli operatori hanno, pertanto, sottoposto a perquisizione l’albanese e la compagna di anni 26, estendendo le verifiche anche al veicolo. Sono stati rinvenuti due telefoni cellulari, la chiave di un’autovettura, due mazzi di chiavi relativi a altrettanti appartamenti e due manoscritti riportanti una sorta di contabilità dell’attività di spaccio.
All’interno della seconda autovettura di proprietà della donna, parcheggiata nei pressi della sua abitazione, sono stati recuperati altri 54 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, occultati nel tunnel centrale posto tra i due sedili anteriori e coperti da un involucro di plastica.
Anche la perquisizione domiciliare ha dato esito positivo: nelle abitazioni, entrambe riconducibili alla coppia, sono stati trovati oltre a tre telefoni cellulari, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento anche ulteriori 30,7 grammi di cocaina, suddivisa in 3 diversi involucri, e banconote per un importo di 21.930 euro.
A causa del forte vento, sono stati chiusi il parco Ducale, il parco della Cittadella e l'area adibita agli spettacoli viaggianti di largo Simonini, che ospita le giostre. Si tratta di misure volte alla tutela dei fruitori e della loro incolumità.
Nella giornata di domani, martedì 12 marzo, se le condizioni meteo saranno migliorate è prevista la riapertura, in caso contrario sarà confermata la chiusura.
Fonte: Comune di Parma
Una ragazza di 19 anni si è spenta questa mattina presso l’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. La giovane paziente era ricoverata da sabato scorso nel Reparto di Rianimazione per sepsi da meningococco. A causa delle gravissime condizioni, nonostante le cure e tutti gli interventi messi in atto dai sanitari, ha perso la vita per le conseguenze di questa patologia.
Per prevenire la diffusione della malattia il Servizio di Igiene Pubblica e la Direzione Sanitaria AUSL sono intervenuti tempestivamente e già da ieri hanno predisposto le misure di profilassi ai contatti stretti del caso e ai contatti stretti ospedalieri.
La Direzione aziendale esprime le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici della ragazza così prematuramente scomparsa.
CHE COSA È LA SEPSI DA MENINGOCOCCO
La malattia invasiva causata da Neisseria meningitidis (meningococco) si manifesta come infiammazione delle meningi, membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, o come sepsi (infezione del sangue). I tipi di meningococco che danno più frequentemente malattia nell’uomo sono B e C, più frequenti in Italia, A, W135, Y.
Il meningococco può essere presente nel naso e nella gola di molte persone in buona salute, i “portatori sani” (il 10% della popolazione, il 25% dei giovani); tali soggetti possono trasmettere il germe ad altri.
La trasmissione della malattia avviene con l’emissione di goccioline di saliva che si emettono parlando, starnutendo, tossendo e pertanto sono a rischio di contagio le persone che hanno avuto contatto stretto (a distanza inferiore a 1 metro) e prolungato con l’ammalato nei 7 giorni precedenti la malattia. Il periodo di incubazione varia da 2 a 10 giorni, di solito 3-4 giorni.
Il meningococco non vive più di pochi minuti al di fuori dell’organismo, per questo la malattia non si diffonde così facilmente come il comune raffreddore o l’influenza e non è necessario effettuare disinfezioni straordinarie nei luoghi di vita e di lavoro. Solo una piccolissima percentuale delle persone che ospitano il meningococco sviluppa la meningite o la sepsi.
Domenica 10 marzo, in occasione dell'Open Day, si è svolta l'inaugurazione e benedizione del nuovo mezzo di soccorso di Assistenza Pubblica Croce Azzurra di Traversetolo.
I fondi sono stata raccolti grazie all’idea di Cristian Schianchi, uno dei giovani volontari di dotare l’Associazione, nell’anno del cinquantenario della fondazione, di un’ambulanza idonea per portare il soccorso anche “oltre la strada”.
Per un’Associazione come la “Croce Azzurra”, chiamata ad intervenire anche in zone di montagna, è importante poter disporre di mezzi adatti ad operare con le condizioni meteo più avverse. Anche per questo il suo utilizzo sarà prezioso per il servizio di Protezione Civile. Vanno ricordate anche le varie e qualificate manifestazioni motoristiche e cicloturistiche che ogni anno animano il nostro appennino, grazie all’impegno di Associazioni e Circoli, che richiedono la presenza di diverse équipe di soccorritori Volontari per l’assistenza sanitaria e un mezzo come questo è indispensabile per superare tanti ostacoli.
All’appello hanno risposto con sensibilità diverse aziende e associazioni del territorio, dimostrando di comprendere l’importante ruolo della “Croce Azzurra” che ha ringraziato tutti sentitamente.
La libertà delle donne libera tutti: questo il messaggio, che ieri, 8 marzo 2019, uomini e donne hanno supportato scendendo in piazza. Il numeroso corteo del Comitato No Pillon si è riunito in torno alle 18 in piazzale Santa Croce a Parma per portare, con il sorriso sulle labbra, un messaggio chiaro.
Siamo in piazza perché..
... vogliamo manifestare la nostra determinazione a non restare in silenzio e a non accettare nessun disegno politico che sacrifichi la nostra possibilità di realizzarci, di autodeterminarci e di esprimerci liberamente in tutta la nostra bellezza, nella nostra differenza e nella nostra complessità.
... vogliamo denunciare che in Italia più del 70% dei medici si dichiara obiettore di coscienza, rendendo l'accesso all'aborto legale sempre più difficoltoso, mentre aumenta con preoccupazione il numero degli aborti clandestini.
... pretendiamo che in un rapporto di coppia la violenza non possa e non debba entrare. Al contrario di quanto ci hanno insegnato, noi donne non dobbiamo sopportare nulla né salvare nessuno. Dobbiamo però imparare e convincerci che dove c'è controllo, possesso e violenza non potrà esserci amore, mai.
... siamo contrarie a ogni forma di omofobia, transfobia e discriminazione verso chi non si riconosce nelle identità binarie del maschile e del femminile
... non vogliamo più essere acrobate, funambole o equilibriste, sempre all'eterna ricerca di una possibile - o impossibile - conciliazione tra i tempi di vita, di lavoro e di cura. Cura che, con la destrutturazione dello stato sociale e il permanere di ruoli tradizionali all'interno delle famiglie, continua a ricadere sempre più pesantemente sulle spalle delle donne.
Foto a cura di Francesca Bocchia