A beneficiarne aziende agricole e le colture tipiche dei Comuni di Parma, Sorbolo e Torrile. Inaugurazione con il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
Parma, 17 Luglio 2018 – Dopo l'emergenza climatica epocale nel nostro territorio nel 2017 e l'ormai concreta necessità di far fronte a situazioni di crisi e stress idrici a carattere quasi endemico soprattutto nei mesi estivi, l'esigenza di individuare ulteriori forme e strumenti di approvvigionamento di acqua, necessari per il sostegno delle colture tipiche del Parmense, è diventata una priorità.
Il Consorzio di Bonifica Parmense - che da alcuni mesi coordina le attività e gli studi di monitoraggio del "Tavolo Provinciale permanente sulla crisi idrica" nel comprensorio gestito insieme a molteplici soggetti tra cui Università degli Studi di Parma e Provincia di Parma – ha centrato il primo obiettivo riattivando e ammodernando la portata di prelievo di un pozzo quasi completamente inutilizzato dopo che un fenomeno franoso lo aveva reso impraticabile.
Da oggi, al contrario, l'infrastruttura idraulica diventerà indispensabile per 1850 ettari nei territori agricoli sottesi alla sua diretta influenza nei comuni di Parma, Sorbolo e Torrile. L'opera irrigua di captazione della risorsa idrica detta "Pozzo del Torrano" è situata in località Beneceto, all'intersezione stradale tra via Beneceto e via El Alamein, nella zona nord est del Comune di Parma all'interno del comprensorio irriguo Naviglia e affluenti.
Il Consorzio, alla vigilia della stagione irrigua, operando in tempi molto rapidi, è riuscito così, grazie alla collaborazione fattiva della Regione Emilia Romagna (concessione numero 2369 del 15/05/2018 e numero 2412 del 16/5/2018) a dare nuova vita all'impianto, ora utilizzabile da tutte le imprese agricole che ne avranno necessità.
"La durata dell'intervento è stata di circa 45 giorni a partire dalla fine del mese di maggio 2018 – ha commentato il presidente del Consorzio di Bonifica Luigi Spinazzi – , ma proprio per questa celerità nel dar un risposta concreta alle necessità impellenti del territorio la presentazione del Pozzo del Torrano, al di là del suo costo complessivo che è di 200 mila euro , rappresenta un modello tangibile e concreto di come anche interventi di medie dimensioni, se attivati in tempi utili , diventano estremamente importanti assumendo un ruolo anche da esempio-replicabile per la capacità di azione comune nel dare risposte al comprensorio nell'interesse collettivo".
"Le caratteristiche costruttive del Pozzo del Torrano – ha precisato il direttore del Consorzio di Bonifica Ing. Fabrizio Useri – sono le seguenti: profondità = 55,70 metri; diametro di perforazione = 900mm; tubazioni di rivestimento in acciaio. La perforazione è stata eseguita con metodo a percussione a secco; sono state poi posizionate le tubazioni di rivestimento, ove sono state inserite al loro interno n° 2 elettropompe provvisorie. Successivamente si renderà definitivo l'intervento con la realizzazione a piano campagna di un avampozzo per il contenimento dell'impiantistica, mentre le tubazioni orizzontali di mandata saranno interrate fino al canale ricettore".
Durante la presentazione del manufatto idraulico - moderata dal giornalista Andrea Gavazzoli – il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha ribadito l'importanza della capillarità delle opere di questo tipo su un territorio a vocazione agroalimentare come il nostro : "Ci teniamo a rispondere coi fatti alle problematiche aperte e la siccità che ha afflitto i nostri territori, soprattutto le colture agricole, è senza dubbio una di queste. Ebbene, la riapertura del pozzo del Torrano a Beneceto, rimasto inutilizzato per molto tempo, è un altro esempio del lavoro che facciamo a fianco dei territori per affrontare e prevenire le criticità. Oggi, con quest'opera, che abbiamo autorizzato a maggio e che è poi stata realizzata a tempo di record, viene messa a disposizione una riserva d'acqua che potrà essere utilizzata da tutte le imprese agricole della zona. Ripeto, durante la stagione molto problematica che abbiamo vissuto nemmeno un anno fa ci eravamo impegnati a dare risposte per evitare nuove emergenze anche attraverso la ricerca e il recupero di nuovi pozzi e così abbiamo fatto. Entro l'estate siamo anche pronti a partire con diversi interventi in tutta l'Emilia-Romagna per garantire l'efficienza dei canali di irrigazione e completare un'importante infrastruttura per contrastare la crisi idrica proprio a nel parmense, a Medesano, misure per le quali abbiamo investito quasi 4 milioni di euro. Queste risorse si aggiungono ai 18 milioni già messi a disposizione per potenziare le infrastrutture irrigue di servizio all'agricoltura e per realizzare nuovi invasi in grado di garantire le riserve di acqua".
Concetto rimarcato anche dagli altri rappresentanti istituzionali presenti all'inaugurazione del Pozzo irriguo del Torrano. Il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha evidenziato "il ruolo tangibile delle attività dei Consorzi di Bonifica a difesa e sviluppo del territorio, un ente di cui non avevo chiare le funzioni specifiche finchè come amministratore ho visto l'utilità delle opere realizzate concretamente".
L'Assessore Regionale all'Agricoltura Simona Caselli ha sottolineato "l'importante ruolo dei Consorzi e come queste opere di piccole e medie dimensioni, se attivate in tempo utile rappresentano una rete indispensabile e capillare di approvvigionamento da incentivare per il nostro territorio vocato all'agroalimentare".
Il Sindaco di Sorbolo Nicola Cesari si è complimentato per la celerità dell'esecuzione del progetto che andrà a beneficio in larga parte alle coltivazioni del suo comprensorio comunale.
In rappresentanza del sistema articolato dei Consorzi di bonifica emiliano-romagnoli, il Coordinatore Regionale di ANBI ER Antonio Sangiorgi ha approfondito il doppio ruolo che i Consorzi rivestono sia in tema di salvaguardia del territorio quando l'acqua è in eccesso (vedi bombe d'acqua degli ultimi giorni) e in contesto di siccità: due elementi che ormai da tempo caratterizzano il clima nella nostra regione.
Soddisfazione palesata anche da parte dei rappresentanti delle Associazioni agricole locali presenti, tra queste è intervenuto Alessandro Corsini, direttore di Coldiretti Parma, evidenziando che l'estate iniziata sembra essere fino ad ora differente da quella emergenziale dello scorso anno , ha apprezzato la celerità con cui il Consorzio di Bonifica è riuscito a rendere funzionale un opera idraulica che assicurerà la risorsa a circa 2000 ettari e numerose imprese agricole. Proprio tra queste un ringraziamento corale è andato anche alla famiglia Aiello - proprietaria di una parte del terreno in cui è inserita l'infrastruttura - che ha contribuito in modo rilevante alla realizzazione del progetto.
(Foto di Francesca Bocchia)
Lunedì 23 luglio 2018 ore 17 - Diga di Mignano, Comune di Vernasca - Recupero di infrastrutture esistenti e realizzazione di nuove opere per la competitività del territorio. Il collaudo della diga di Mignano restituisce l'opera alla sua massima efficienza ad un territorio che ha cambiato il suo volto, la sua storia e la propria realtà dopo la realizzazione della diga.
Le nuove potenzialità raggiunte dalla diga segnano un'importante tappa nella vita della val d'Arda: da una parte maggior forza alla funzione irrigua e dunque sviluppo dell'economia locale e dall'altra consolidamento di una funzionalità di contenimento delle piene a difesa dell'intero territorio e utilizzo della risorsa idrica a fini idropotabili.
La tavola rotonda costituisce un momento di confronto fondamentale sul tema della relazione fra risorsa idrica e infrastrutture affinché si possano sia manutenere storiche opere strategiche, con una moderna efficienza, che realizzare nuove opere per ottimizzare e far crescere il "valore dell'acqua" al fine di contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici e generare ricadute sul tessuto socio economico.
La diga di Mignano, nel comune di Vernasca, è stata inaugurata il 24 maggio del 1934. In seguito, negli anni '69-'70, il suo utilizzo ha subìto delle limitazioni da parte dell'allora Genio Civile per l'inadeguatezza della capacità di deflusso del torrente Arda nel tratto vallivo su cui gli Enti preposti stanno intervenendo per risolvere le principali criticità. Negli anni Ottanta del secolo scorso sono subentrati ulteriori limiti di invaso dovuti alla necessità di adeguare la diga alla normativa vigente.
Si sono resi dunque necessari significativi lavori di ristrutturazione, iniziati negli anni Novanta e terminati pochi anni fa (finanziati dal Ministero dell'Agricoltura), al termine dei quali è partita, da parte del Consorzio di Bonifica di Piacenza, la richiesta di autorizzazione al collaudo.
Consorzio di Bonifica di Piacenza è un ente di diritto pubblico che ha funzioni e svolge i compiti finalizzati alla difesa del suolo, ad un equilibrato sviluppo del territorio, alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni agricole e dei beni naturali con particolare riferimento alle risorse idriche e al loro uso plurimo. Il sistema di bonifica del piacentino si snoda lungo una rete di oltre 2.000 km e comprende:2 dighe, 5 impianti idrovori, 2 impianti di sollevamento dal fiume Po per l'irrigazione, 1 cassa di espansione, cui si aggiungono 60 acquedotti rurali e oltre 125 km di strade di bonifica. Un sistema integrato di sicurezza idraulica a difesa delle città, delle campagne, delle aree produttive che contrasta gli effetti della sempre più crescente urbanizzazione. Il Consorzio, mettendo a disposizione la propria esperienza, la propria conoscenza in campo idraulico e degli effetti dei mutamenti climatici, partecipa alla pianificazione del territorio in sinergia con le istituzioni locali.
Per previsione di avverse condizioni atmosferische, l'evento inaugurale della Diga di Mignano programmato per lunedì 16 luglio è RINVIATO ad altra data.
La Tavola Rotonda dal titolo "RITORNO AL FUTURO - Recupero di infrastrutture esistenti e realizzazione di nuove opere per la competitività del territorio" costituisce un momento di confronto fondamentale sul tema della relazione fra risorsa idrica e infrastrutture affinché si possano sia manutenere storiche opere strategiche, con una moderna efficienza, che realizzare nuove opere per ottimizzare e far crescere il "valore dell'acqua" al fine di contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici e generare ricadute sul tessuto socio economico.
Sarà presto comunicata la nuova data.
Lunedì 16 luglio 2018 ore 17 - Diga di Mignano, Comune di Vernasca - Recupero di infrastrutture esistenti e realizzazione di nuove opere per la competitività del territorio. Il collaudo della diga di Mignano restituisce l'opera alla sua massima efficienza ad un territorio che ha cambiato il suo volto, la sua storia e la propria realtà dopo la realizzazione della diga.
Le nuove potenzialità raggiunte dalla diga segnano un'importante tappa nella vita della val d'Arda: da una parte maggior forza alla funzione irrigua e dunque sviluppo dell'economia locale e dall'altra consolidamento di una funzionalità di contenimento delle piene a difesa dell'intero territorio e utilizzo della risorsa idrica a fini idropotabili.
La tavola rotonda costituisce un momento di confronto fondamentale sul tema della relazione fra risorsa idrica e infrastrutture affinché si possano sia manutenere storiche opere strategiche, con una moderna efficienza, che realizzare nuove opere per ottimizzare e far crescere il "valore dell'acqua" al fine di contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici e generare ricadute sul tessuto socio economico.
La diga di Mignano, nel comune di Vernasca, è stata inaugurata il 24 maggio del 1934. In seguito, negli anni '69-'70, il suo utilizzo ha subìto delle limitazioni da parte dell'allora Genio Civile per l'inadeguatezza della capacità di deflusso del torrente Arda nel tratto vallivo su cui gli Enti preposti stanno intervenendo per risolvere le principali criticità. Negli anni Ottanta del secolo scorso sono subentrati ulteriori limiti di invaso dovuti alla necessità di adeguare la diga alla normativa vigente.
Si sono resi dunque necessari significativi lavori di ristrutturazione, iniziati negli anni Novanta e terminati pochi anni fa (finanziati dal Ministero dell'Agricoltura), al termine dei quali è partita, da parte del Consorzio di Bonifica di Piacenza, la richiesta di autorizzazione al collaudo.
Consorzio di Bonifica di Piacenza è un ente di diritto pubblico che ha funzioni e svolge i compiti finalizzati alla difesa del suolo, ad un equilibrato sviluppo del territorio, alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni agricole e dei beni naturali con particolare riferimento alle risorse idriche e al loro uso plurimo. Il sistema di bonifica del piacentino si snoda lungo una rete di oltre 2.000 km e comprende:2 dighe, 5 impianti idrovori, 2 impianti di sollevamento dal fiume Po per l'irrigazione, 1 cassa di espansione, cui si aggiungono 60 acquedotti rurali e oltre 125 km di strade di bonifica. Un sistema integrato di sicurezza idraulica a difesa delle città, delle campagne, delle aree produttive che contrasta gli effetti della sempre più crescente urbanizzazione. Il Consorzio, mettendo a disposizione la propria esperienza, la propria conoscenza in campo idraulico e degli effetti dei mutamenti climatici, partecipa alla pianificazione del territorio in sinergia con le istituzioni locali.
La Cia Agricoltori Italiani di Reggio aveva affrontato il problema in un convegno la scorsa settimana – Danni anche ad alcune strutture ed abitazioni in campagna – Gli agricoltori danneggiati devono attivarsi presso le assicurazioni.
Un cielo che 'regala' fenomeni meteo sempre più estremi, frutto di una variazione delle temperature massime che nella nostra provincia negli ultimi dieci anni fa segnare quasi mezzo grado in media di aumento, valore che al profano può sembrare irrilevante, ma che invece provoca le situazioni che abbiamo visto nell'ultimo anno: dalle prolungate siccità alla grande piovosità dei mesi scorsi, fino alle grandinate degli ultimi giorni. Il meteo è parte costituente del dissesto idrogeologico e crea difficoltà agli agricoltori.
Un interessante contributo del direttore del Consorzio fitosanitario provinciale Luca Casoli in un convegno di Cia – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia la scorsa settimana ha appunto sottolineato come il radicalizzarsi dei fenomeni climatici sia appunto il dato che emerge in modo prepotente dalle statistiche e dalle analisi meteo, con danni diretti dovuti ai fenomeni stessi, e con problemi e difficoltà nel gestire le diverse colture. Un caso emblematico è il mais, con lo sviluppo di aflatossine dovute alla combinazione di umidità e prolungati periodi di caldo oltre i 35°, una delle cause della caduta delle semine di questo cereale. Peraltro, rispetto alle pratiche agricole, sorgono difficoltà dal comportamento delle colture, che possono essere 'stressate' dagli eccessi vuoi di acqua, vuoi di caldo, rendendo più difficoltoso affrontare problemi che non rientravano fino a pochi decenni fa tra quelli presenti nelle nostre zone.
Il caso degli ultimi giorni tra i fenomeni meteo sono le diffuse grandinate, e Cia Reggio sta monitorando la situazione, che ha visto colpita un po' tutta l'area collinare e pedecollinare emiliana. Per quanto riguarda il reggiano, risultano colpite ampie zone a sud della Via Emilia, che vanno da Salvaterra di Casalgrande, Arceto, Scandiano, Bellarosa, Albinea, Canali, Rivalta, Coviolo, S. Bartolomeo, Ghiardo di Bibbiano, fino a S. Polo.
I danni più rilevanti sembrano riguardare i vigneti di questa che è l'area qualitativamente più qualificata della provincia. Prime valutazioni degli agricoltori danneggiati - impegnati ora a trattare i vigneti stessi con prodotti 'curativi' per salvare il salvabile - secondo il responsabile della zona Cia di Reggio Emilia Francesco Zambonini sono nell'ordine del 40/50% della potenziale produzione. Valutazione che conferma il presidente della stessa zona Andrea Bernardi, che segnala anche vistosi allettamenti dell'erba medica e dei frumenti in collina, area nella quale ci sono ancora in corso le trebbiature, pressoché concluse invece in aree più basse. Quasi assenti danni al mais, che generalmente si trova in aree più a nord.
Danni si segnalano anche a qualche struttura, in particolare a serre che sono andate letteralmente distrutte; al Ghiardo risulta parzialmente scoperchiata l'abitazione (nuova) di un agricoltore.
Effettuati i necessari trattamenti ai vigneti, gli agricoltori colpiti devono rivolgersi alle proprie assicurazioni, in primo luogo per una verifica burocratica sul Pai, il Piano assicurativo individuale, che risulti aggiornato; quindi dovranno procedere ad aprire la pratica per il danno. "Siamo in contatto con la Provincia – aggiunge il responsabile della zona val d'Enza Antonio Senza – per valutare l'eventuale apertura dello 'stato di calamità'".
Allerta del Ministero della Salute. San Benedetto richiama acqua Fonte Primavera per contaminazione da idrocarburi aromatici
Un nuovo richiamo di prodotti alimentari che desta più di una legittima preoccupazione è stato lanciato in queste ore dal Ministero della Salute in una nota pubblicata come al solito sul sito nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza". Interessato dal provvedimento un lotto di acqua minerale San Benedetto Fonte Primavera.
Il motivo del richiamo la "presenza consistente di contaminanti idrocarburici" come xilene, etilbenzene, trimetilbenzene e toluene. L'allerta del dicastero della salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", riguarda il lotto attualmente sul mercato di bottiglie in PET da 0,5 litri identificabili dal numero di lotto 23LB8137E con scadenza 16/11/2019.
La minerale richiamata è stata imbottigliata da Gran Guizza Spa nello stabilimento di via Statale 17 a Popoli, in provincia di Pescara, marchio di identificazione 033PE1045.
A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare le bottiglie del lotto richiamato. L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) inserisce l'etilbenzene nel gruppo 2B delle sostanze "possibilmente cancerogene per l'uomo".
(15 giugno 2018)
Editoriale: - Che confusione! Peggio il PD o la NATO? - Lattiero caseari. Impennata del latte - Le nocciole Mortarella nel regno della mortadella - Farm Run 2018 - Invito a partecipare alla conferenza stampa di Presentazione - Cereali e dintorni. Perdura l'incertezza sui mercati, C.V.D.
SOMMARIO Anno 17 - n° 23 10 giugno 2018
1.1 editoriale
Che confusione! Peggio il PD o la NATO?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Impennata del latte.
3.1 Nocciole a FICO Le nocciole Mortarella nel regno della mortadella
4.1 Sport e benessere Farm Run 2018 - Invito a partecipare alla conferenza stampa di Presentazione
5.1 Farm Run "La Barchetta" conferma l'ospitalità per gli atleti della #FARM RUN
5.2 Farm Run Prosciutteria & Wine Ponterecchio è pronto per accogliere gli atleti della #FarmRun 2018
5.3 Farm Run Il ristorante Parma Rotta affiancherà la #FarmRun anche quest'anno con una sorpresa per gli atleti e accompagnatori.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Perdura l'incertezza sui mercati.
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Perdura l'incertezza sui mercati, C.V.D.
8.1 allerta alimentare Allerta Alimentare - Insalate miste provenienti dall'Italia contaminate con salmonella enterica.
8.2 lambrusco Alla Cantina Paltrinieri primo appuntamento di Rosso Rubino
9.1 city of gastronomy City of Gastronomy Festival - le foto
9.2 sport e benessere #FARM RUN 2018. Il Parmigiano Reggiano è main sponsor
10.1 consumi alimentari Consumi - Italia spaccata
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)
(Scarica il PDF alla sezione allegati)
CIA Reggio plaude alla soluzione unitaria individuata per le esigenze idriche della val d'Enza. (L'Associazione rivendica il ruolo propulsivo svolto nella vicenda e riconosce i meriti degli enti locali)
CIA – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia esprime piena soddisfazione per le conclusioni raggiunte dal Tavolo regionale coordinato dall'assessorato Ambiente per le esigenze idriche della val d'Enza, che il 5 scorso ha visto la sigla di un accordo tra parti istituzionali e organismi 'portatori d'interesse'. Nella giornata di lunedì 4, sollecitata dalla CIA.reggiana, si era tenuta una riunione presso la sede del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, alla quale hanno partecipato tutte le Organizzazioni agricole e i rappresentanti dei Consorzi Irrigui della Val d'Enza, al fine di predisporre un documento da presentare al Tavolo Regionale.
"L'intento – afferma il responsabile Ambiente di CIA Reggio Antonio Senza - era quello di presentarci al Tavolo in maniera unitaria ed evitare pertanto fughe in avanti che sicuramente avrebbero indebolito la posizione del mondo agricolo".
"L'elemento positivo emerso nell'incontro del 5 giugno in Regione – aggiunge il presidente CIA Antenore Cervi -, è rappresentato dal riconoscimento del deficit idrico al campo di 54,2 milioni di metri cubi di acqua/anno, rilevata la scarsa efficienza della rete (0,50%), pertanto la Regione Emilia-Romagna ha avvallato totalmente lo studio effettuato dai due Consorzi di Bonifica competenti per territorio. La Regione ha poi accolto la nostra richiesta di prevedere l'inserimento, fra le azioni a breve periodo, della programmazione dell'invaso sull'Enza, al fine di accelerarne la realizzazione".
E' stato poi assunto l'impegno di effettuare uno studio di fattibilità che tenga conto prioritariamente anche del Progetto Invaso sull'Enza, che verrà affidato all'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, che consideri tutte le proposte avanzate e condivise dal Tavolo Tecnico Enza, individuando le soluzioni, valutate congiuntamente agli approfondimenti condotti dall'Autorità stessa per la mitigazione del rischio idraulico della Valle".
"Quindi – sottolinea Cervi - attraverso questa nuova impostazione, verrà affrontato anche il problema delle esondazioni/alluvioni del Fiume Enza, che tanti disagi hanno provocato nel 2017 nell'area della bassa pianura a ridosso del fiume Po. Il resoconto dello studio, dovrebbe essere concluso entro un anno di tempo e contenere le risposte necessarie".
"Da parte nostra – conclude Cervi – siamo particolarmente soddisfatti della riuscita del Tavolo, che abbiamo voluto con i partner di Agrinsieme, partendo dal convegno che tenemmo a Barco a settembre 2016; sottolineiamo poi il valore di una posizione univoca del mondo agricolo, premessa ad un possibile risultato positivo per tutti gli agricoltori della valle. L'ottimo risultato è dovuto anche all'impegno della Provincia e del suo presidente Giammaria Manghi che ha promosso il Tavolo, ai comuni della valle, con un particolare impegno del Sindaco Andrea Carletti, della Regione che con gli assessori Simona Caselli e Paola Gazzolo ha saputo proporre una giusta sintesi tra le diverse esigenze".
"In attesa del completamento del suddetto percorso - aggiunge Senza che per la CIA è anche responsabile di quella zona -, non bisogna mollare la presa sulla questione 'Acqua in Val d'Enza', agendo nella quotidianità; ad esempio, la richiesta della CIA reggiana, avanzata alla Regione di andare in deroga all'applicazione del Deflusso Minimo Vitale per i prelievi da Enza, può costituire una risposta, seppur parziale, all'irrigazione del territorio interessato".
Editoriale: - Habemus Imperium! - Scandali d'oltralpe - Lattiero caseari. Latte spot e burro in costante crescita. - Diga di Mignano - La visita del Prefetto - Cereali e dintorni. Continua la "Guerra Fredda" dei dazi, ma non solo. - Bacino PO - sottoscritta l'intesa che rafforza la pianificazione strategica.
SOMMARIO
Anno 17 - n° 22 3 giugno 2018
1.1 editoriale - Habemus Imperium!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte spot e burro in costante crescita.
3.1 VINO E SCANDALI Scandali d'oltralpe
4.1 Sport e benessere L'Osteria del Teatro in campo con la #FarmRun 2018.
4.2 Sport e benessere L'Osteria dei Servi "Tifa" #FarmRun 2018.
4.3 ACQUA Valore e tutela dell'acqua, il Caso DMV
5.2 ambiente Diga di Mignano - La visita del Prefetto
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Continua la "Guerra Fredda" dei dazi, ma non solo.
7.1 Indicazioni geografiche Dalle IG richiesta di maggiori controlli e sanzioni "risolutive" per chi trasgredisce
8.1 ambiente Bacino PO - sottoscritta l'intesa che rafforza la pianificazione strategica.
8.2 Giustizia Consorzio Agrario di Parma - tutti assolti perché "Il fatto non sussiste"
9.1 ambiente - acqua Collaudo della diga di Mignano Raggiunta la quota massima autorizzata: al via la tracimazione controllata
9.2 ambiente - acqua Collaudo della diga di Mignano (PC) - Prosegue la tracimazione: l'acqua è arrivata nell'Arda
10.1 crisi autotrasporto Autotrasporto - CNA FITA: L'Italia porti le imposte sotto il 50% del costo
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)
(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)
(Scarica il PDF alla sezione allegati)
4 Università a confronto con portatori d'interesse chiamati dalla Bonifica Parmense confermano la necessità di un adeguamento della legge sul dmv ai mutamenti climatici e alle nuove esigenze del nostro territorio
Fidenza (PR) - Quattro Atenei: Università di Parma, Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, Politecnico di Torino e Piemonte Orientale Alessandria - rappresentate nell'occasione dai massimi esperti delle tematiche ambientali trattate - si sono incontrate e confrontate nei giorni scorsi insieme ad ARPAE, ANBI, Coldiretti, Confagricoltura, CIA e Legambiente Emilia Romagna sul tema: "Valore e Tutela dell'Acqua: il Caso DMV". Il convegno, organizzato dal Consorzio di Bonifica Parmense e inserito nel calendario di eventi de "Maggio 2018 con la Bonifica", si è tenuto all'interno dell'Aula Magna del nuovo plesso scolastico Magnaghi-Solari di Fidenza (PR) davanti ad una sala con oltre cento persone presenti tra studenti, tecnici e imprenditori agricoli particolarmente interessati ad approfondire un argomento poco sconosciuto ai non addetti ai lavori, ma essenziale e di straordinaria attualità e rilevanza per tutti coloro che operano o si occupano di ambiente ed economia agroalimentare.
In periodi siccitosi o di vera e grave emergenza idrica (come accadde nell'estate 2017 e come accade purtroppo sempre più di frequente in conseguenza all'aumento delle temperature e all'alterazione sostanziale degli equilibri climatici globali e idrologici dei corsi d'acqua) la quantità di risorsa idrica che per legge è fissata proprio dal DMV (secondo una normativa ormai datata risalente agli anni '90) ha il compito di consentire il mantenimento e la conservazione delle caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua presente, degli habitat e più in generale della biodiversità.
Un equilibrio delicato che proprio nell'ultimo decennio si è dimostrato non più adeguato ai nuovi mutamenti: i fiumi e torrenti della destra idrografica del Po (Piemonte ed Emilia-Romagna) stanno assumendo stabilmente un carattere intermittente, la frequenza di eventi estremi è sempre più elevata e le secche prolungate sono seguite da piene improvvise di breve durata che causano spesso ingenti danni alle colture tipiche del territorio. Per queste ragioni che, basandosi su analisi scientifiche sperimentali - tecniche e accademiche- (che avranno sviluppo ulteriore nei prossimi mesi), tutti i relatori intervenuti, anche se con diverse sfumature di approccio, hanno confermato una sostanziale e comune finalità di individuare un nuovo modello di pianificazione di area vasta di bacino per prepararsi per tempo a nuovi scenari climatici.
La necessità che si è manifestata è quella di operare in modo concertato su un territorio più esteso rispetto a quello odierno in cui sono le singole Regioni a decidere sui provvedimenti di deroga allo stesso DMV. Provvedimenti che tengano in considerazione il mantenimento essenziale dell'habitat, aggiornate politiche di riqualificazione fluviale, attenzione alla qualità della risorsa idrica e alla ricarica delle falde e azioni concrete, anche di tipo infrastrutturale, che favoriscano la presenza costante di acqua necessaria per il sostegno al comparto agroalimentare in modo da non penalizzare oltremodo i valori produttivi dal Made in Italy della pianura Padana.
In più, un dato emerso non di secondaria importanza, è quello che da un ettaro di superficie acquatica della rete di canali artificiali di bonifica si ottiene un effetto fito-depurante che sottrae al terreno circostante un quantitativo di azoto pari a 300 kg con una diminuzione e un maggior controllo sui nitrati. Negli equilibri idrologici territoriali, tra regioni sopra il fiume Po e quelle sottostanti, negli ultimi 20 anni il sistema Emilia Romagna si è guadagnato un alto livello di capacità di risparmio e impiego consapevole della risorsa. Un'attenzione riservata dalle amministrazioni che si sono succedute anche mediante gli strumenti di programmazione come il PSR, dalle tecnologie digitali avanzate come Irrinet-Irriframe di ANBI-CER dei Consorzi di Bonifica che consentono di impiegare l'acqua quando e dove serve diminuendo notevolmente gli sprechi. Il nostro territorio insomma ha investito professionalità e risorse per incrementare l'uso consapevole della risorsa, ma lo squilibrio con le aree a Nord permane e raggiungere una nuova armonizzazione a breve sarebbe fondamentale.
Oltre a questo va considerato che la cementificazione eccessiva degli ultimi decenni, con conseguente impermeabilizzazione dei terreni, non ha certo favorito la conservazione dell'acqua e la speranza è che la nuova Legge sul Consumo di Suolo Zero della Regione Emilia Romagna ne diminuisca in modo considerevole l'impatto negativo. In alcuni anni le temperature registrate hanno superato di 3,6° le medie del periodo e in alcune aree le precipitazioni sono drasticamente calate fino al 65,4 in meno: in quest'ottica sarebbe fondamentale trattenere l'acqua piovana con invasi adeguati alle esigenze, limitare le perdite della rete e incrementare la conoscenza pratica dell'utilizzo dei sistemi d'irrigazione di precisione.
Al convegno, aperto dal sindaco di Fidenza Andrea Massari e dalla Dirigente Scolastica del Magnaghi-Solari Luciana Rabaiotti moderato e curato dal giornalista Andrea Gavazzoli, sono intervenuti: Luigi Spinazzi (Consorzio di Bonifica Parmense), Pierluigi Viaroli (Università di Parma), Paolo Vezza (Politecnico di Torino), Marco Trevisan (Università Cattolica di Piacenza), Stefano Fenoglio (Università Piemonte Orientale Alessandria), Adriano Battilani (ANBI) Franco Zinoni (ARPAER), Alessandro Ghetti (Coldiretti Emilia Romagna), Marco Benati (Confagricoltura), Simone Basili (CIA) e Lorenzo Frattini (Legambiente Emilia Romagna) che ha inviato un dettagliato intervento scritto. L'incontro si è concluso con un monito condiviso dai presenti come percorso comune e indicato dal professor Viaroli : "Quello di cui abbiamo necessità ora non è di ricreare gli ecosistemi che esistevano 200 o 300 anni fa, ma piuttosto di creare nuovi sistemi che crediamo possano essere più adatti per una certa area per i prossimi 100-200 anni di cambiamento climatico"
Camille Parmesan, Science Watch® Newsletter Interview, March 2010