Mentre si riduce leggermente la quota di imprese della provincia di Reggio Emilia che dichiara di svolgere la propria attività ancora a regime ridotto rispetto al periodo precedente all’emergenza sanitaria, i tempi previsti per il ritorno ai livelli accettabili di produzione e vendita si allungano decisamente.
Bisogna ritornare al 2013 per ritrovare un valore delle esportazioni della provincia di Reggio Emilia inferiore a quello del primo semestre 2020.
Oltre la metà delle imprese reggiane ritiene avrà problemi di liquidità nei prossimi sei mesi; il 46,4% delle attività insediate in provincia di Reggio Emilia, invece, stima difficoltà più contenute sul versante finanziario.
Non è lontanissimo, ma neppure imminente, il tempo in cui la maggior parte delle imprese reggiane potrà riprendere, a livelli accettabili, la propria attività.
Ritorno alla crescita nel 2021, con +7,4%. Chi perde di più è l’industria, che recupererà quasi tutto nel nuovo anno.
Hanno registrato una consistente flessione, nel primo trimestre dell’anno, le esportazioni della provincia di Reggio Emilia.
Reggio Emilia 11 giugno 2020 - Le vendite oltre frontiera reggiane, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati Istat, con una contrazione del 9,9%, sono scese a poco meno di 2,5 miliardi, oltre 271 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Reggio Emilia 5 maggio 2020- Dal 4 maggio, il 90% delle unità produttive insediate nella provincia di Reggio Emilia ha i battenti aperti e svolge la propria attività in ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale, il 26 aprile scorso, sono state ulteriormente allentate le misure restrittive a carico delle attività d’impresa.
Sono così ripartite le attività produttive e industriali, quelle del settore manifatturiero e quello edile, insieme a tutte le attività all’ingrosso, consentendo una maggiore integrazione delle filiere che erano state già state interessate dai decreti precedenti.
Lieve flessione nel 2019 dopo il record dell’anno precedente. Brusca frenata del metalmeccanico sul mercato tedesco (-3,7%), spagnolo (-6,9%) e del Regno Unito (-7,9%). Al recupero non basta l’aumento in Francia (+7,9%) e Usa (+1,9%).
Reggio Emilia 12 marzo 2020 - Nonostante abbia sfiorato i 10,7 miliardi di euro, nel 2019 l’export reggiano ha fatto segnare una leggera flessione, pari allo 0,3%, rispetto al livello record stabilito nell’anno precedente.
In calo, contemporaneamente, anche le importazioni che, con una contrazione dell’1,7%, sono scese a poco più di 4,2 miliardi, con un lieve miglioramento del saldo dei nostri scambi con l’estero.
Pur scontando la flessione delle vendite all’estero, il nostro territorio ha comunque confermato l’undicesimo posto, a livello nazionale, nella graduatoria delle province esportatrici.
Ad incidere particolarmente sulla contrazione registrata nel corso dell’anno passato, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati Istat, è stato sicuramente l’andamento delle vendite oltre frontiera delle settore metalmeccanico che, con quasi 5,6 miliardi, rappresenta oltre la metà dell’export reggiano. In questo comparto, la flessione osservata in un anno ha raggiunto il 3,1%
Le difficoltà delle industrie reggiane del settore si erano già evidenziate nel corso del 2019, dapprima con il progressivo calo della produzione e, soprattutto negli ultimi mesi, con l’aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate.
Le esportazioni del comparto verso la Germania, il principale acquirente della metalmeccanica “made in Reggio Emilia”, ha registrato un calo del 3,7%, scendendo da 817,2 a 786,7 miloni di euro; in diminuzione anche le vendite verso la Spagna (-6,9% e un valore di poco più di 317,2 milioni) e verso il Regno Unito (-7,9%; 240,8 milioni). In decisa controtendenza, invece, l’andamento delle vendite della metalmeccanica destinate alla Francia – nostro secondo acquirente del comparto con 658,3 milioni -, cresciute del 7,9%, e agli Stati Uniti (+1,9%; 635,1 milioni).
In calo dello 0,3%, poi, le vendite del settore ceramico, passate da poco meno di 1.095 milioni a quasi 1.092 milioni, e quelle di apparecchi elettrici che scendono del 2,6% attestandosi a quasi 644 milioni.
Fra le eccellenze del manifatturiero reggiano, regge e si rafforza il settore moda che, con un incremento del 7,5%, nel 2019 ha superato 1,8 miliardi di esportato (erano poco più di 1,7 miliardi nel 2018). I primi quattro Paesi acquirenti del fashion reggiano – tutti del Vecchio Continente, ai quali sono destinati 894 milioni di merci del settore – registrano andamenti in crescita, anche a due cifre. Le vendite verso il Regno Unito mettono a segno un incremento del 24,4% superando i 300 milioni; alla Germania sono destinati 263,5 milioni di merci (+12%); passano da 179 a 182,8 milioni le vendite verso la Francia (+2,1%) e ammontano a 147 milioni quelle verso la Spagna (+5,8%).
Anche per i prodotti della trasformazione alimentare si osservano andamenti positivi: il settore, con oltre 630 milioni di prodotti venduti oltre frontiera registra una crescita dello 0,9%. In particolare aumenta l’export di prodotti dell’industria lattiero-casearia (Parmigiano-Reggiano) che, con un +8,6%, raggiunge quasi i 286 milioni; è del 3,1% l’incremento registrato dalle vendite di carne lavorata e conservata (salumi) che passano da 50,1 a 51,7 milioni. Si fermano 83,6 milioni, in lieve flessione pari allo -0,2%, le esportazioni di bevande (Lambrusco).
Relativamente ai territori di destinazione delle nostre merci, l’Europa continua ad assorbire oltre il 70% delle vendite all’estero: sono infatti, oltre 7,6 i miliardi che hanno come destinazione il Vecchio Continete, in aumento, rispetto al 2018, dell’1,2%.
Flettono dello 0,6%, e scendono a poco più di 1,4 miliardi, le esportazioni reggiane verso l’America; a contenere il calo sono state le vendite destinate agli Stati Uniti che, in un anno, sono cresciute dell’1,7% raggiungendo i 983,7 milioni.
In forte contrazione le vendite destinate al continente asiatico che, con una flessione del 6,2%, scendono a poco meno di 1,1 miliardi. In calo del 4,7% le esportazioni verso la Cina che scendono a poco più di 300,6 milioni dai 315,3 del 2018.
La Camera di Commercio mette in campo nuove azioni per supportare le imprese della filiera agroalimentare ad aprire nuovi canali commerciali negli Stati Uniti e in Canada.
I sostegni sono racchiusi nel progetto “Implementare l’export della filiera dell’agrifood emiliano-romagnolo in USA e Canada”, che al centro dell’attenzione mette non solo i prodotti agroalimentari, ma tutta la filiera dell’agrifood e, quindi, anche i comparti trasversali della meccanica agricola, dei macchinari per l’industria alimentare in genere (food processing, packaging alimentare e catena del freddo).
Questo vasto mondo è chiamato ad essere protagonista delle attività del progetto, che prevedono sia un percorso di formazione e assistenza personalizzata 1to1 per l’elaborazione di una “strategia digitale di comunicazione” coerente con le caratteristiche e le esigenze dell’impresa sul mercato americano e canadese, sia attività mirate di ricerca partner su ciascuno dei due mercati target e la realizzazione di conference call con i contatti più promettenti (B2b Telematici).
Tutte le attività progettuali sono gratuite e aperte alle sole imprese aventi sede in Emilia-Romagna, che hanno tempo fino al 10 marzo per aderire.
Pur trattandosi di un percorso organico di supporto all’ingresso sui mercati di Usa e Canada, le aziende possono aderire a tutte le attività o solo ad una di esse, a seconda delle proprie necessità.
In caso di adesioni eccedenti il numero dei posti disponibili sarà data priorità alle imprese che aderiranno a tutte le azioni ed all’ordine cronologico di arrivo delle adesioni.
Il progetto è realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Bando Attività 4.1 PRAP 2012-2015 – VI^ Annualità.
Per maggiori informazioni: www.re.camcom.gov.it - Servizio Assistenza Imprese CCIAA di Reggio Emilia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel. 0522 796511/528.