AUSL Parma

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Studio no profit, coordinato da Marcello Tiseo oncologo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, per indagare le anomalie del DNA attraverso l'esame del sangue, delle urine e dell'esalato.

Parma, 3 febbraio 2017

Uno studio che integra la ricerca clinica e l'indagine genetica per arrivare a dare risposte di cura più efficaci, risparmiando esami particolarmente invasivi al paziente come la biopsia. È questo l'obiettivo che si prefigge lo studio no profit in corso di realizzazione presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, coordinato dall'oncologo Marcello Tiseo.

«Lo studio che è stato finanziato per 230 mila euro all'interno di un progetto di ricerca – spiega Marcello Tiseo - è rivolto in particolare all'identificazione di mutazioni genetiche responsabili delle resistenze ai farmaci molecolari utilizzati in una particolare forma di tumore al polmone, ossia l'adenocarcinoma con mutazione del gene EGFR. Analizzando i test su sangue, urina e condensato dell'esalato contiamo di poter identificare tutti i pazienti con queste mutazioni di resistenza evitando loro una biopsia e permettendo di iniziare una nuova terapia mirata con Osimertinib».

Lo studio, che sarà condotto su una trentina di pazienti in cura presso l'Ospedale di Parma, vede coinvolte nell'équipe, oltre allo stesso Tiseo, l'oncologa Paola Bordi e la biologa molecolare Roberta Minari della struttura di Oncologia Medica, la ricercatrice Paola Mozzoni della Genetica medica e si avvale della collaborazione dei professionisti dell'Anatomia patologica.
Le anomalie genetiche, intese come alterazioni della normale sequenza del DNA, sono l'elemento principale alla base dello sviluppo dei tumori e l'approfondimento di queste conoscenze ha permesso di sviluppare nuove tecniche diagnostiche, nuove terapie e la nascita di una disciplina, la farmacogenetica, che studia le relazioni esistenti tra le caratteristiche dei geni e la risposta individuale alla somministrazione di un farmaco, sia come efficacia che come tollerabilità.

La novità di questo studio consiste nel verificare la possibilità tecnica che le stesse informazioni sulle anomalie del DNA che si ricavano esaminando il tessuto malato, possano essere ottenute analizzando il DNA che il tumore rilascia nel sangue, nelle urine e nel condensato dell'esalato dei pazienti che altro non è che il nostro respiro che si condensa grazie al passaggio in uno strumento refrigerato.
In questo modo è possibile evitare la biopsia, una procedura invasiva che può creare dolore e disagio al paziente, sostituendola con una tecnica molto meno invasiva e di minore disagio.
L'analisi delle anomalie molecolari sul DNA viene proposta ai pazienti che hanno avuto una diagnosi di neoplasia polmonare non a piccole cellule in cui è stata identificata, mediante l'analisi del tessuto prelevato la biopsia, una particolare alterazione del DNA in grado di permettere un trattamento con un farmaco a bersaglio molecolare (terapia biologica). La finalità è verificare la fattibilità di utilizzare il plasma, le urine e il respiro come fonte di DNA al posto del tessuto tumorale e iniziare così una specifica cura.

(Fonte: Ausl Parma)

Grazie al progetto "Imparare fa bene" di Angelini, realizzato in collaborazione al con il CONI e la Società italiana di Pediatria, presto presente in tutte le scuole.

Parma, 26 gennaio 2017

Un viaggio dentro il corpo umano accompagnati dalle maestre della Scuola in Ospedale, grazie a un mobile della scoperte arrivato con un carico di schede illustrative a tema scientifico, pensate e concepite nell'ambito del progetto "Imparare fa bene". Il ricovero, per i giovanissimi, diventa dunque un'occasione per conoscere meglio come funziona il nostro organismo e come si chiamano cellule e organi che lo compongono. All'interno del mobile, realizzato appositamente e dipinto a mano dall'artista Silvia Zacchello, gli studenti trovano schede didattiche operative e materiali per scoprire il corpo umano divertendosi in maniera interattiva.

Tutti i materiali sono pensati per adattarsi a varie fasce d'età in modo da favorire i gruppi classe che si formano all'interno della Scuola in Ospedale e per accostare i ragazzi ai benefici importanti della narrativa in medicina, reinterpretata in una prospettiva e ludica e educativa. Infine il mobile delle scoperte offre spunti e curiosità correlati allo stile di vita attivo e alle discipline sportive, a firma del CONI.

"Siamo contenti di essere tra i beneficiari di questo progetto, sappiamo bene quanto sia importante permettere a bambini e ragazzi ricoverati o in day hospital di dare continuità al percorso scolastico – dichiara Gianluigi de'Angelis, direttore del dipartimento Materno-infantile dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma - Progetti come questo danno la possibilità di arricchire il programma con strumenti didattici che consentono di imparare divertendosi. "La donazione, come sottolinea il dirigente della Scuola in ospedale Graziana Morini: "serve a dare specificità all'esperienza di vita che i ragazzi vivono nel momento del ricovero". Infatti, il bisogno che si intuisce, ribadisce Giovanna Campaniello, responsabile Qualità dell'Ospedale: "è importante in se stesso e fa parte della cura".

(Fonte: Ausl Parma)

Grazie a un gesto di generosità quattro pazienti senza speranza di trapianto ricevono un rene, Parma anello della rete. Tra queste, un paziente della nostra città che ha subito l'intervento nei primi giorni dell'anno e che nei prossimi giorni rientrerà a casa.

Parma, 12 gennaio 2017

Una catena di quattro coppie di persone, innescata da un donatore volontario detto "samaritano", passa dall'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Il risultato: quattro persone che non potevano ricevere un organo dal loro donatore famigliare, per motivi di incompatibilità, sono state trapiantate con successo. Tra queste, un paziente della nostra città che ha subito l'intervento nei primi giorni dell'anno e che nei prossimi giorni rientrerà a casa.

L'evento che ha reso possibile questo straordinaria catena è stato il gesto di estrema generosità di un cittadino della provincia di Vicenza che ha donato il suo rene in modo volontario. Da qui, sì è innescato il meccanismo complesso - definito cross over - che ha permesso di individuare quattro coppie, tra le presenti nel programma nazionale, con caratteristiche immunologiche tali da rendere possibile il trapianto, per ognuna, con un donatore diverso dal loro famigliare incompatibile. Il metodo è stato quello dello scambio delle coppie, innescato in questo caso grazie alla presenza di un primo donatore estraneo al gruppo.

Fatta la selezione delle coppie a livello nazionale, tutti gli accertamenti immunologici sulle nuove combinazioni donatore-ricevente sono stati eseguite presso il laboratorio di riferimento del Centro nazionale trapianti. Avuto il via libera immunologico, donatori e riceventi di quattro città italiane sono stati allertati e preparati per l'avvio della catena di interventi.
Il prelievo dal donatore volontario samaritano è avvenuto il 5 dicembre e già nella stessa giornata sono stati trapiantati i primi due riceventi della catena: un paziente di Pisa, che ha ricevuto l'organo del donatore volontario samaritano, e uno di Palermo che ha ricevuto l'organo del donatore di Pisa. Da Palermo, la catena è ripresa il giorno due gennaio per tornare a Pisa e permettere ad un altro paziente di ricevere il trapianto, già poche ore dopo. Il meccanismo è proseguito con il prelievo nel giorno successivo del donatore di Pisa che ha permesso a un altro organo di partire alla volta della nostra città. La catena si è conclusa con l'invio del rene messo a disposizione dal donatore di Parma, tornando all'area geografica che l'ha originata.

Il trapianto a Parma è avvenuto grazie all'intervento di Enzo Capocasale, della Clinica chirurgica generale con incarico di alta specializzazione per la chirurgia dei trapianti e Maurizio Iaria della Clinica chirurgica generale, nel comparto operatorio chirurgico dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Nello stesso comparto operatorio, ha avuto luogo il prelievo da donatore vivente eseguito da Raffaele Dalla Valle, responsabile della struttura semplice Chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica. La valutazione immunologica della coppia donatore-ricevente è stata effettuata nei mesi precedenti presso il laboratorio di Immunogenetica dell'Ospedale di Parma, riferimento regionale per il trapianto di rene, di cui è responsabile Paola Zanelli. La preparazione, la valutazione della idoneità della coppia donatore-ricevente della nostra città, la predisposizione degli aspetti organizzativi e clinici, oltre alla presa in carico del paziente trapiantato, sono stati realizzati dalla Nefrologia del Maggiore, grazie a Umberto Maggiore, responsabile struttura semplice trapianti rene-pancreas.

La logistica del delicato trasporto degli organi prelevati che ha coinvolto il nostro Ospedale e la nostra città è stata assicurata dalla Polizia stradale, sotto il comando di Eugenio Amorosa.

Tutta l'attività di trapianto si basa sul lavoro di équipe per una perfetta organizzazione degli aspetti sanitari e organizzativi, coordinata nella nostra regione dal Centro di riferimento trapianti, diretto da Gabriela Sangiorgi. In questa complessa circostanza, l'intero meccanismo di gestione degli spostamenti e dei tempi, la tutela dei pazienti e della loro salute sono stati possibili grazie alla rete di numerose professionalità di quattro città italiane che hanno lavorato in sintonia sotto il coordinamento del Centro nazionale trapianti, diretto da Sandro Nanni Costa.

"Lavorare all'interno di una catena e sentirsi parte della rete per una professionista come me – dichiara Paola Zanelli responsabile del laboratorio di Immunogenetica dell'Ospedale di Parma – è stata davvero una grande emozione". Questo evento è eccezionale in quanto il primo donatore volontario innesca una catena senza neppure sapere a chi andrà il suo organo", precisa Umberto Maggiore, responsabile struttura semplice trapianti della Nefrologia.
"Il rene donato a Parma – spiega da parte sua Raffaele Dalla Valle, della Clinica chirurgica generale – è stato prelevato con tecnica laparoscopica, per consentire il recupero rapido del paziente" e permettere il rispetto della tabella di marcia. "La fiducia nella rete dei professionisti che operano nelle altre città è fondamentale, perché nessuno di noi può verificare in modo personale e diretto le condizioni dei pazienti", approfondisce il chirurgo che ha preso parte al trapianto Maurizio Iaria della Clinica chirurgica generale.
"In questa occasione abbiamo dato l'esempio di come il sistema della rete funzioni", sottolinea infine il direttore generale dell'Ospedale di Parma Massimo Fabi.

(Fonte: Ausl Parma)

 

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