AUSL Parma

AUSL Parma

Str. Quartiere, 2/a 43125, Parma 43125 - Centralino AUSL: 0521 393111

Sito ufficiale: www.ausl.pr.it

Mercoledì, 20 Settembre 2017 15:09

La pet therapy nei giardini dell'Ospedale Maggiore

Al via due progetti di attività assistita con animali proposti dall'associazione "Impronte ...nell'anima" che coinvolgeranno la Riabilitazione e la Pediatria.

Parma, 20 settembre 2017

Obiettivo della pet therapy è quello di trasmettere benessere e autostima a chi entra in contatto con un animale, in un rapporto di conoscenza reciproca. Ed è questo l'intento dell'associazione "Impronte ...nell'anima" che ha proposto una serie di progetti in luoghi idonei dell'Ospedale Maggiore per fare incontrare gli animali ai pazienti, mettendoli in diretta relazione tra loro. "Gli animali ci insegnano il rispetto della natura – spiega la presidente dell'associazione Marta Viappiani – ma allo stesso tempo ripagano chi si prende cura di loro con un senso di benessere e di tranquillità interiore, così importante per chi è alle prese con trattamenti sanitari".

Giovedì 21 settembre l'appuntamento sarà al Giardino Riabilitativo del padiglione Barbieri dove i tre cani dell'associazione potranno prendere conoscenza dell'ambiente e del personale. E una volta fiutata l'aria, nel senso letterale del termine, saranno i protagonisti di 4 incontri a cadenza settimanale durante i quali si faranno accarezzare, coccolare e accudire dai pazienti del reparto di Medicina Riabilitativa, diretto dal dottor Rodolfo Brianti.

Il debutto del progetto di pet therapy all'Ospedale dei Bambini è avvenuto invece domenica scorsa quando l'asino Martino ha brucato l'erbetta del giardino della struttura pediatrica lasciandosi strigliare e cavalcare dai piccoli pazienti. "Martino, questo il nome dell'animale – ci spiega Marta Viappiani – è abituato a lavorare con i ragazzi e non si spaventa di fronte ad un movimento brusco. Per questo lo abbiamo scelto per il progetto con i pazienti più piccoli". Per chi non potrà scendere in giardino le volontarie dell'associazione porteranno una sagoma in legno, a grandezza naturale, al loro letto con un video documentario sull'attività dell'animale per coinvolgerli nel progetto anche dalla loro stanza. L'esperienza, anche in questo caso, prevede 4 incontri e si ripeterà ogni domenica fino all'8 ottobre, tempo permettendo.

"Questi progetti di pet therapy – conclude Viappiani - sono possibili grazie alla sensibilità dimostrata da tante persone e professionisti che offrono il loro impegno come volontari e dagli sponsor che li sostengono. Voglio ringraziarli tutti di cuore. E mi auguro siano sempre più numerosi perché gli animali possono insegnarci davvero tanto e possono aiutare a superare momenti di difficoltà, per grandi e piccini".

Azienda ospedaliero-universitaria di Parma

E' racchiusa nel nostro organismo la risposta alle cellule tumorali? Lo vogliono scoprire i ricercatori di Malattie infettive del Maggiore.

Potrebbe essere un virus la nuova arma contro la malattia del secolo. La ricerca è in corso all'Ospedale Maggiore di Parma e vede il reparto di Malattie infettive schierato in prima fila per vincere la battaglia contro le cellule tumorali che si sviluppano nei pazienti affetti da carcinoma al fegato. Il pool di esperti europei punta sull'immunoterapia con l'obiettivo di rafforzare le difese immunitarie dell'organismo per lanciarle, così programmate, all'attacco delle cellule tumorali.

A Parma, a coordinare il team multidisciplinare è Gabriele Missale, responsabile della struttura semplice Ecografia Diagnostica Interventistica – Unità Operativa Malattie infettive che spiega: "L'introduzione dell'immunoterapia impiegata per stimolare le difese immunitarie dell'organismo per uccidere le cellule cancerose epatiche, è una vera e propria opportunità per i pazienti affetti da questa grave patologia". "E il fatto che siamo stati tra i primi in Europa ad arruolare pazienti – aggiunge il dottor Missale - è l'evidenza dell'impegno del nostro team di ricerca e di tutta la nostra Unità Operativa nella lotta contro l'epatocarcinoma".

Il progetto di ricerca, che porta il nome di "Phocus", vede in campo oltre all'Ospedale di Parma centri europei, asiatici, australiani e statunitensi che dovranno valutare l'efficacia di un trattamento immunoterapeutico innovativo per la cura dei pazienti affetti da epatocarcinoma in stadio avanzato. Il progetto, che ha ottenuto parere favorevole da parte del Comitato Etico provinciale, ha preso il via lo scorso anno con il coinvolgimento di 130 centri in tutto il modo per un numero complessivo di 600 pazienti coinvolti nel percorso terapeutico.

Il nuovo farmaco oggetto di studio (Pexa-Vec) prende il nome da un virus oncolitico alterato geneticamente in laboratorio per distruggere le cellule tumorali grazie al rilascio di una proteina (GM-CSF) che stimola la risposta immunitaria dell'organismo contro il tumore. Il progetto vuole confrontare i benefici ottenuti dai pazienti trattati con terapie tradizionali con i benefici del trattamento immunoterapeutico contenente il virus, sempre associato alla terapia tradizionale.

Il centro capofila della ricerca è l'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (ISMETT) di Palermo. In Italia collaborano alla ricerca le unità operative Malattie infettive e Radiologia per l'Ospedale di Parma, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine e di Modena, l'Ospedale Cardarelli di Napoli, l'IRCCS di Meldola e l'IRCCS Lazzaro Spallanzani di Roma.

Ufficio stampa e comunicazione
Azienda ospedaliero-universitaria di Parma

 Lo studio è condotto da Gino Bernuzzi, medico dell'Immunoematologia e Medicina trasfusionale, ed Edoardo Raposio, direttore della Chirurgia della cute.

Parma, 30 giugno 2017

È stato recentemente avviato lo studio finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 148 mila euro nell'ambito dei progetti di ricerca Piano sangue e plasma. A condurlo due medici dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma: Gino Bernuzzi, promotore del progetto, dirigente medico dell'unità operativa Immunoematologia e Medicina trasfusionale diretta da Alessandro Formentini, ed Edoardo Raposio, direttore della struttura di Chirurgia della cute.

In estrema sintesi i due ricercatori stanno studiando un "energetico cutaneo" in grado di riparare le ulcere della cute, ricavato miscelando un plasma ad altissima concentrazione di piastrine estratto dal sangue del paziente con le cellule staminali del tessuto adiposo.

In Italia sono circa 2 milioni le persone affette da ulcere cutanee causate principalmente da malattie vascolari, diabete, traumi e lesioni da pressione. Le ulcere degli arti inferiori, oggetto dello studio, colpiscono l'1% degli adulti ed il 3,6% delle persone di età superiore ai 65 anni.
L'attività di ricerca degli ultimi anni si è mossa verso un sempre maggiore impiego terapeutico dei fattori di crescita, citochine e cellule staminali, per facilitare la guarigione dei tessuti. In quest'ambito, prende il via il progetto per il trattamento delle ulcere della pelle che prevede l'arruolamento progressivo (fino a 62) di pazienti che abbiano però i requisiti necessari e i criteri di eleggibilità richiesti dai protocolli di studio.

Il sangue prelevato viene "centrifugato" e "separato" così da produrre un concentrato piastrinico contenente fibrina (PRF), ricco di fattori di crescita, che rigenera i tessuti. Successivamente, attraverso un intervento chirurgico di liposuzione viene prelevato il tessuto adiposo dalla zona addominale del paziente ed estratte le cellule staminali mesenchimali (ASC), per una quantità variabile a seconda della dimensione dell'ulcera da trattare. Quindi il "lipoaspirato" è trattato, in sala operatoria con apparecchiature dedicate, al fine di isolare correttamente le cellule staminali. Le frazioni isolate dovranno quindi essere miscelate con il PRF precedentemente prodotto, al fine di ottenere una soluzione da iniettare e distribuire sulla superficie della lesione cutanea.

Lo scopo principale di questo studio è quello di valutare l'efficacia del plasma ad alta concentrazione di piastrine arricchito di cellule staminali, innovative perché oltre a favorire la guarigione dell'ulcera cutanea stimolano la creazione di nuovi vasi sanguigni. Poiché il tessuto adiposo umano è onnipresente e facilmente ottenibile, in quantità di rilievo, mediante procedure chirurgiche effettuate in anestesia locale e con disagio limitato per il paziente, esso si configura quale fonte alternativa ottimale di cellule staminali adulte autologhe per la rigenerazione di tessuti.

(Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"